lunedì 9 maggio 2016

In libreria: SEEKER di Arwen Elys Dayon



In libreria c'è il primo, adrenalinico capitolo di una straordinaria serie, Seeker, contesa dagli editori di tutto il mondo e in corso di pubblicazione in 16 Paesi.

"Fan di DIVERGENT e THE HUNGER GAMES: la vostra prossima ossessione è arrivata." (School Library Journal)

SEEKER
di Arwen Elys Dayon


Ed. Sperling&Kupfer
416 pp
18.90 euro
Maggio 2016
Benvenuti nel mondo di Seeker!
Essere Seeker è un onore, una missione, un destino, che la giovane Quin Kincaid, oltre ad averne diritto per nascita, ha saputo conquistare e meritarsi.
È tutta la vita che si prepara a questo momento e finalmente è arrivato.
A mezzanotte, alla Pietra Sacra, Quin pronuncerà il giuramento, come molte generazioni della sua casata prima di lei.
Allora sarà una Seeker, condividerà con i suoi antenati i nobili doveri che questo comporta e potrà combattere al fianco dei suoi compagni, Shinobu e John - il ragazzo di cui è innamorata nonché suo migliore amico - per rendere il mondo un posto migliore.
Insieme, porteranno la luce nel cuore delle tenebre e le loro imprese entreranno nella leggenda.
Il futuro di Quin è già scritto. Ed è semplicemente glorioso.
Ma, subito dopo la cerimonia, cambia ogni cosa. 
Perché essere un Seeker non è quello che Quin credeva. 
E non lo è nemmeno la missione, la sua famiglia, i suoi amici, il ragazzo che ama...
È tutto una terribile menzogna. Ormai però è troppo tardi per tornare indietro.

L'autrice.
Arwen Elys Dayton ha condotto accurati studi per mesi prima di scrivere i suoi romanzi.
Le ricerche l'hanno portata in giro per il mondo, dalle grandi piramidi d'Egitto a Hong Kong, passando per la Scozia e i suoi castelli.
L'autrice vive con il marito e i tre figli sulla costa occidentale degli Stati Uniti.

domenica 8 maggio 2016

Cito e canto: TRA DIRE E FARE



Un passaggio romantico tratto da "L'amore è una cosa meravigliosa" (la recensione è sul blog), con canzone annessa, e col quale vi auguro una serena domenica!


«Sapevo che saresti venuta e quindi ho aspettato. Non mi sono neppure accorto dell’attesa.»
Non avevamo bisogno di guardarci o di toccarci. Mi bastava restare lì seduta accanto a lui, senza desiderare altro, un po’ stordita dalla stanchezza, sapendo solo che io ero viva, e lo era anche lui, ed eravamo insieme. Eravamo due estranei giunti da lontano per incontrarci: il caso ci aveva fatti conoscere e ora ci conoscevamo bene. Sedevamo in silenzio, impauriti e al tempo stesso colmi di gratitudine: impauriti perché avevamo rischiato di non incontrarci mai più; grati per quel poco che avevamo, che era già quasi troppo grande per noi.


TRA DIRE E FARE
(Giorgia)




E tu lasciami fare,
a me basta restare un po'...
un po' di tempo a parlare insieme a te,
solo parlare.
Non voglio fare l'amore,
a me basta guardarti un po',
guardare i tuoi movimenti così lenti che
mi fai sentire che...
tu fammi sentire che
che durerà tra me e te...
e il tempo si fermerà tra me e te.

sabato 7 maggio 2016

Dietro le pagine di "Segreto di famiglia"



Appuntamento del sabato!
Cosa c'è "dietro le pagine" di "Segreto di famiglia" (RECENSIONE) di Mikaela Bley?

Dopo aver pubblicato questo suo primo romanzo (titolo originale: Lycke) l'Autrice si è subito buttata a capofitto nel sequel, Liv, che sarà pubblicato in Svezia dopo l'estate. 

Il sogno di Mikaela è sempre stato scrivere e nella sua mente non sono mai mancate molte storie, personaggi e scenari.

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Ciò che leggiamo spesso è frutto della fantasia dell'Autore ma altre volte quest'ultimo trae ispirazione da storie/situazioni/persone reali, di cui ha avuto conoscenza diretta o indiretta.

La rubrica "Dietro le pagine" prende nome e idea da una presente nel blog "Itching for books" e cercherà di rispondere (cercherò di darle una cadenza settimanale, sempre in base alle piccole ricerche che riuscirò a fare) a questa curiosità: Cosa si nasconde dietro le pagine di un libro? Qual è stata la fonte di ispirazione?
"

Ha lavorato per TV4 e, ogni volta che poteva decidere, si occupava volentieri di crimini; ha sempre avuto un certo fascino per le storie oscure, forse perchè è un tipo cui piace andare a fondo nelle cose, trovare sfumature e zone d'ombra tra il bene e il male, e in questo modo affronta le proprie paure. 
Comprendere il motivo di un'azione non la rende giusta, ma può aumentarne la comprensione, e questo pensiero è il seme della serie si Ellen Tamm. 
Si evince quindi che l'esperienza persona a TV4 sia stata assolutamente molto utile per la sua scrittura, e la Bley, giustamente convinta che si dovrebbe sempre scrivere su ciò che si conosce, è felice di poter usare il suo vecchio posto di lavoro come ambiente credibile per una storia fittizia. 
Del resto, quello della televisione è un mondo affascinante e sicuramente in tanti si chiedono cosa accade realmente dietro le telecamere.

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Per scrivere "Lycke" Mikaela ha impiegato circa tre anni, ha speso un sacco di tempo per fare ricerca, oltre che per perfezionare al meglio la propria scrittura.

La protagonista Ellen Tamm è nata a poco a poco, e solo quando si è ben definita nella sua testa, Mikaela ha iniziato a scrivere la storia.

Con Ellen  probabilmente l'Autrice ha in comune più di quanto avesse previsto quando ha iniziato a scrivere il libro.
Il progetto di Mikaela è scrivere tre romanzi su Ellen, dove il lettore possa acquisire gradualmente una visione di quel suo passato che la fa soffrire, un dolore congelato che a volte riesce a gestire e altre volte no, ma che le provoca attacchi di panico e ansia.
Ellen ha un passato oscuro che non ha affrontato e che ha conseguenze nel suo quotidiano; ha imparato a gestire il suo dolore lavorando con le cose che le fanno male (e che hanno a che fare con la morte), ma questo è soltanto un modo per non affrontare il suo dolore, perchè in realtà lei è come una bomba a orologeria. Si concentra su ciò che può distrarla per cercare di sopprimere i ricordi del passato. È per questo che lavora su crimini terribili e su tutto ciò che concerne la morte.

Anche la scrittrice si rende conto di essere così: scrive di crimini terribili e morte, elabora in questo modo le cose del passato, che ha vissuto in un modo o nell'altro. 
Tutto ciò che la circonda è fonte d'ispirazione: può essere una conversazione in un bar, un film, qualcosa che vede per la strada, un evento o un sentimento che vuol capire a fondo.
Tutte le persone che incontra sono potenziali ispiratori.

Spero di avervi incuriositi un po' di più circa questo thriller ^_-


Siti consultati alla ricerca di informazioni:

http://www.femina.se/
http://www.thecrimehouse.com/

venerdì 6 maggio 2016

Narrando l'Oriente: "La pittrice di Shanghai" di Epstein Jennifer C.



Un altro romanzo che si va ad aggiungere alle affascinanti atmosfere dei romanzi orientali.


La pittrice di Shanghai 
di Epstein Jennifer C.

Rizzoli Bur
475 pp
2008
Parigi 1957. Fan Yuliang, grande pittrice cinese che da anni vive e lavora in Francia, congeda due modelle: ha appena ricevuto una lettera in cui il marito Zanhua, gravemente malato, le chiede di tornare.
La lettera libera i ricordi di Yuliang, e la porta a ripercorrere la sua vita, a partire dal 1913, quando, orfana a quattordici anni, viene venduta dallo zio oppiomane a un bordello. 
Lì Yuliang apprende suo malgrado l'arte della seduzione, e diventa ben presto la ragazza più richiesta, fino a quando incontra il giovane funzionario Zanhua, che le chiede di diventare la sua concubina e le permette di seguire il suo istinto e di imparare a dipingere...

L'autrice.
Jennifer Cody Epstein è autrice di bestseller internazionali. Vive a N.Y. City con la sua famiglia.
Il romanzo d'esordio "La pittrice di Shanghai" è l'autobiografia immaginaria di Pan Yuliang che visse dal 1895 al 1977. Per scriverlo, Epstein  ha impiegato dieci anni, facendo molte ricerche per ritrarre con precisione i personaggi e il periodo. La vita di La vera Pan Yuliang è avvolta nell'incertezza e di oscurità. 

"Il suonatore di pietre " Il nuovo noir di Sergio Saggese (goWare Ed.)


Buongiorno cari lettori!
Iniziamo la giornata con una segnalazione con il nuovo noir di Sergio Saggese che, tra toni acidi, ironia e parallelismi entomologici, ci regala una storia che induce dipendenza:


IL SUONATORE
di Sergio Saggese


goWare
2016
pp. 142
Edizione digitale € 4,99
Edizione a stampa € 10,99
«Non è per niente vero che nella vita è tutta questione di scelte. Ho due dati certi a testimoniarlo, due dati che di fatto hanno caratterizzato tutta quanta la mia esistenza senza essere per nulla dipesi dalla mia volontà: il soprannome col quale sono conosciuto ormai più che col mio stesso nome, e il fatto che suono i piatti sinfonici.»

Parte da questa constatazione Sandro Cramarossa, il protagonista del nuovo noir di Sergio Saggese Il suonatore di pietre, edito da goWare, per raccontare la sua storia di smarrimento e di ricerca.

Durante un viaggio in treno, Sandro incrocia un suo amico di infanzia, Mattia, soprannominato Mulignana, travestito da donna. Poco dopo, Mulignana viene ucciso brutalmente, e Sandro decide di seguire le indagini sull'omicidio, incuriosito anche dalla vita dell’amico.
Affiancato da un enigmatico poliziotto, Sandro entrerà così nel mondo dei clochard e in quello dei rom, entrambi frequentati dalla vittima.
Dalla morte del suo amico, Sandro comincerà a soffrire di incubi premonitori, poiché scovare chi ha ucciso Mattia lo coinvolgerà personalmente con un senso di rivalsa e un’imperdibile occasione di vendetta contro la vita stessa.

L'AUTORE
Sergio Saggese, napoletano, si è laureato in medicina veterinaria. Dal 1998 ha pubblicato racconti e numerosi romanzi tra cui Il grido del gatto (Boopen LED, 2009), Tutto torna (Il Monocordo Edizioni, 2012) e Codamozza (Con-fine edizioni, 2013). È stato finalista a premi letterari, tra cui Il Molinello (2004), il Premio Troisi (2006), il Premio Boopen (2010) e ha ricevuto una menzione della giuria al Premio Troisi (2008). Suoi racconti sono stati pubblicati su diverse riviste letterarie e sui quotidiani “Roma” e “Il Mattino”. Con il cortometraggio Faunàpoli è stato premiato al Forum della Cultura di Vico Equense (2009).

giovedì 5 maggio 2016

Recensione: L'AMORE E' UNA COSA MERAVIGLIOSA di Han Suyin



Come anticipato stamani, ecco la seconda recensione del giorno.
"L'amore è una cosa meravigliosa" è un romanzo di Han Suyin (vinse il Premio Bancarella nel 1956 in Italia), ambientato negli anni Cinquanta del secolo scorso, in una Cina attraversata da ondate di cambiamento che inevitabilmente intervengono sulle storie delle singole persone e, nel nostro caso, in quella dell''Autrice e dell'uomo da lei amato.


L'AMORE E' UNA COSA MERAVIGLIOSA
di Han Suyin


Ed. Sonzogno
Trad. Raffaella Lotteri 
Postfazione Renata Pisu
400 pp
18 euro
9.99 euro (ebook)
USCITA:
 28 APRILE 2016
Han Suyin (vero nome: Rosalie Matilda Kuanghu Chow) è una dottoressa metà cinese e metà europea, bella, più volte maritata, eternamente divisa tra Oriente e Occidente, essendo lei euroasiatica, una "mezzo sangue", spesso guardata con disprezzo e inferiorità sia dagli europei che dai cinesi.

Il romanzo è fortemente autobiografico e si svolge a Hong Kong alla fine degli anni Quaranta.
Al centro vi è la storia d'amore tra Suyin, vedova cinese di buona famiglia, con una figlia di otto anni (Mei), che ha studiato medicina nelle scuole inglesi, e il bel giornalista inglese Mark Elliott, giornalista britannico residente in Asia, sposato con figli.

"Racconterò come ci siamo amati nel modo in cui lo fanno gli innamorati, lottando per non permettere alle piccole cose della vita di distruggerci. Dirò come esse abbiano avuto la meglio su di noi e su come noi finimmo per dimenticare. Poichè noi, al pari di chiunque altro, siamo amanti imperfetti in un mondo volubile."

L'attrazione tra i due scatta immediata, ma inizialmente lei si rifiuta di assecondarla, convinta che il destino le stia giocando un brutto tiro e che decisamente un inglese non possa essere l'uomo adatto a lei.

Essendo lei vedova, tutti (amici, conoscenti, famiglia) si aspettano che si conservi irreprensibile e casta; del resto, il suo bagaglio di esperienze pesa così tanto che la bella dottoressa è molto restia a lasciarsi andare all'amore o anche soltanto alla semplice passione; col tempo, infatti, sente di essere diventata dura, "senza sentimenti, disumana" (come lei stessa si definisce), incapace di abbandonarsi alle emozioni.
Suyin non crede nell'amore ma Mark ha deciso di crederci per entrambi, impegnandosi a superare le diversità culturali, di mentalità, di convinzioni personali e politiche che li separano.
Han Suyin

Suyin sa di essere una mezzo sangue, di aver avuto una formazione europea (e cattolica) ma anche una cinese (legata agli insegnamenti tradizionalisti di Confucio); e se questo, da una parte, sembra avvantaggiarla e donarle una mentalità più flessibile e aperta, scevra di pregiudizi, dall'altra lei sente che l'anima cinese è preponderante.
Il suo sogno è ritornare in Cina, appena i tempi lo consentiranno, ed esercitare la propria professione medica lì, perchè ce n'è un gran bisogno. 
Suyin è convinta che una volta in Cina tutta la sua "europeità" svanirà come neve al sole, perchè il suo modo di pensare di concepire la famiglia, il rapporto con le persone, con gli uomini, l'amore stesso.., è profondamente orientale: Suyin accetta in maniera incondizionata tradizioni, costumi, modi di ragionare, valori familiari... propri dei cinesi, anche quando essi sono palesemente occidentali e "discutibili".

A ricordarle quanto lei sia così intimamente legata alla Cina c'è sua sorella minore Suchen, tanto fine e bella quanto ribelle e assolutamente contraria all'idea di sottomettersi ai pregiudizi e alla mentalità ristretta del proprio Paese, dal quale intende scappare per essere finalmente libera.

Quando Suyin inizierà, seppur con reticenza, la propria relazione con Mark, lo farà dapprima in modo quasi clandestino, per paura dei giudizi e delle ostilità da parte della famiglia di lei e della società circostante.

Un inglese sposato con prole che si trova come amante una dottoressa cinese di buona famiglia, vedova?
E' una cosa sconveniente per quei tempi!

E se Mark è più spensierato, innamorato e convinto di poter vivere appieno la propria passione amorosa per la bella Suyin infischiandosene del mondo esterno, ad essere piena di dubbi e pensieri contrastanti è lei, secondo cui l'amore è una cosa troppo grande per poterne parlare con semplici frasi e sospiri sentimentali al chiaro di luna, troppo grande da capirsi e da custodire nel cuore; essa è un'illusione:

"Tutti gli amanti si illudono si essere uniti e ritengono le loro parole immortali".

Mark per lavoro va e viene da Hong Kong; lei stessa a un certo punto lascerà la città per tornare a Pechino, in quello che sente essere il suo Paese d'appartenenza, lì dove si trovano le sue radici più profonde.

Sono periodi complicati e questo - unito ai problemi familiari di lui e alla condizione vedovile e di cinese di lei - non facilita il loro amore; i comunisti ormai hanno fatto il loro ingresso a Pechino e nel settembre 1949  Mao Tse Tung proclama la Repubblica Popolare Cinese.

La Cina non sarà più la stessa, un nuovo fervore la sta attraversando e chi si oppone al nuovo "regime" rischia la vita; e mentre le cose si complicano anche in Corea, il lavoro di reporter potrebbe allontanare i due innamorati ancora una volta... Forse per sempre?

Suyin e Mark si amano di un amore che a volte ha tratti adolescenziali, piena di slanci spontanei e risate, altre volte si carica di dubbi e pensieri negativi; se i due guardano a loro stessi e a ciò che li unisce, sembra che nulla possa separarli, ma non appena lo sguardo si posa su ciò che li circonda, la paura della separazione e della diversità riaffiora, tormentandoli.

Han Suyin
L'unica cosa da fare è godere di volta in volta dei brevi momenti che il destino dona loro, consci che incontrarsi e amarsi è stata la cosa più bella che potesse succedere nelle loro esistenze e che "la cosa dal molteplice splendore" - cioè l'amore che provano l'uno per l'altra - nessuno potrà toglierglielo, ma li accompagnerà per sempre, qualunque cosa accada.

E' dunque un romanzo semi-autobiografico, che ci fa conoscere qualcosa della Cina di sessant'anni fa, attraverso gli occhi di chi ha amato questo Paese, sentendosi ad esso legata intimamente, e che proprio in virtù di questo attaccamento, ha cercato con i propri scritti di far conoscere la società cinese al mondo.

L'amore di Suyin e Mark (che nella realtà si chiamava Ian Morris ed era australiano, come spiegato nella postfazione da Renata Pisu) è tenero e forte allo stesso tempo, spontaneo ma anche denso di parole, ragionamenti, schermaglie amorose con le quali i due amanti imparavano a conoscersi, confrontarsi, quasi mettendo alla prova il sentimento che li univa.
Si sente in modo preponderante il conflitto interiore di Suyin davanti alla propria doppia "natura", orientale e occidentale, e del resto il suo vivere per diverso tempo ad Hong Kong - chiamata da sempre "l'Oriente che incontra l'Occidente" - lo testimonia.

Un romanzo che non è solo una storia d'amore tra un uomo e una donna diversi per cultura ma affini nell'animo, ma è anche il ritratto vivo e mai noioso  di un preciso periodo storico, che ci trasporta indietro negli anni in luoghi lontani da noi, che grazie alle parole appassionate di Han Suyin impariamo a conoscere almeno un po', restandone affascinati.

Per la copia digitale ringrazio la C.E. Sonzogno e non mi resta che esortarvi a dare spazio, tra le vostre letture, a questa autrice che forse oggigiorno è poco nota ma che merita attenzione; "L'amore è una cosa meravigliosa" è una lettura scorrevole, densa di passaggi molto belli (ad es. quelli in cui l'amore è descritto in modo poetico), e risulta interessante anche quando ci si sposta sulle condizioni socio-politiche di Hong Kong e della Cina di quegli anni.

Le cover di oggi



Due cover che mi hanno incantata! *_*
Che ne pensate? Vi piacciono?

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Recensione: SEGRETO DI FAMIGLIA di Mikaela Bley



Carissimi lettori, finalmente riesco a postare una recensione, cui dovrebbe seguirne un'altra in giornata ^_-

Un thriller sicuramente coinvolgente, narrato a più voci, che tiene incollato il lettore alle pagine fino alla risoluzione del mistero; un mistero concernente una bambina scomparsa nel nulla, letteralmente dileguata, mentre attorno a lei chi avrebbe dovuto starle vicino era troppo preso dai propri personali problemi.


SEGRETO DI FAMIGLIA
di Mikaela Bley


Lycke
Ed. Newton Compton
trad. L. Raspanti
352 pp
12 euro
Febbraio 2016
Ellen Tamm è una giovane giornalista di cronaca nera che lavora per la rete nazionale, la TV4, che fa di tutto per essere la prima ad ottenere l'esclusiva per le notizie più eclatanti.
Quando il pomeriggio del 23 maggio viene resa nota la scomparsa di una bambina di soli otto anni di nome Lycke Hook, il capo redattore, Jimmy, affida immediatamente l'incarico ad Ellen, che accetta suo malgrado.

Occuparsi della sparizione di un minore è proprio l'ultimo dei casi per cui lei vorrebbe lavorare, e non solo perchè il fatto in sè la turbi moltissimo (ritenendo vergognoso lo sciacallaggio di notizie e il sangue freddo richiesto per questo genere di lavoro), ma ancor di più per un tragico (e, per certi versi, simile) episodio del suo passato personale.
Una tragedia che porta il nome di Elsa, la sorella gemella di Ellen.
Qualcosa di grave e irreparabile è accaduto ad Elsa, ed è un peso che Ellen si porta su dietro da più di venti anni, gravandola di sensi di colpa e angosce che difficilmente riesce a condividere con qualcuno e che, nel corso degli anni, l'ha allontanata dai genitori.

Cosa è accaduto ad Elsa tanti anni prima e cosa accomuna questa disgrazia famigliare al caso di Lycke?

Facendo ricerche, Ellen comincia ad introdursi nelle vite dei membri della famiglia Hook; famiglia disgregata e "allargata", visto che i genitori della piccola, Helena e Harald, sono separati ormai da quattro anni; e se la prima non ha superato bene il divorzio da un marito che ancora ama, il secondo invece si è rifatto una vita accanto ad una donna più giovane, la bella e passionale Chloè, con la quale ha un bimbo piccolo.
In tutta questa drammatica situazione a pagarne le spese è lei, l'unica figlia, Lycke, che - stando alle dichiarazioni di chi la conosce, in particolare della religiosa e buona tata Mona - si è rinchiusa dietro una corazza di timidezza, di solitudine e di silenzi eccessivi per una bimba di otto anni; ma evidentemente la piccola soffre dell'indifferenza dei genitori e anche la matrigna non si impegna per niente per entrare in empatia con lei, anzi, quando può la rimprovera aspramente per una minima sciocchezza.

Forse Lycke è fuggita, spinta da un disagio di questo genere?
Ellen rifiuta decisamente questa ipotesi, primo perchè Lycke ha solo otto anni, e secondo perchè a un certo punto verrà ritrovato il suo zainetto, in un posto lontano da dove è stata vita l'ultima volta, cioè al campo da tennis.
Possibile che nessuno sapesse che quel pomeriggio il campo da tennis era chiuso per ristrutturazione e che Lycke non aveva lezione?
Fatto sta che Chloè la porta lì e da quel momento si perdono le sue tracce: che fine ha fatto la ragazzina? 
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Il ritrovamento dello zaino in una zona differente dall'ultima in cui è stata vista, fa purtroppo pensare a un rapimento e man mano che passano i giorni le possibilità di ritrovarla in salute e viva diminuiscono sempre più.

Con somma preoccupazione e angoscia di tutti.
Di papà Harald, che si sente in colpa per non aver dato alla figlia le dovute attenzioni.
Di mamma Helena, che sembra affrontare con sconcertante autocontrollo la scomparsa di Lycke e che è stata fin troppo concentrata sulle proprie personali preoccupazioni da non tener realmente conto dei disagi della bambina.
Di Chloè, che in cuor suo sa di detestare la figlia di quel precedente matrimonio del marito e che teme quindi di essere sospettata dalla polizia.
Di Mona, la domestica affettuosa, l'unica che davvero conosceva Lycke, l'ascoltava, se ne prendeva cura.

Il papà distratto, la mamma fredda, la matrigna cattiva, la baby sitter attenta: dov'erano tutti loro quando la piccola è scomparsa?
Tutti sembrano avere un alibi di ferro, eppure l'Autrice dissemina piccoli indizi che potrebbero far pensare che qualcuno è più colpevole dell'altro.
Oppure ha ragione la polizia, che sta insistendo sulla pista del pedofilo?

Ellen è combattuta tra i propri sentimenti di rifiuto per questo caso che le fa riaffiorare antichi dolori, e il desiderio di proseguire nelle ricerche per giungere alla verità.
Certo, a distrarla ci sono parecchi fattori: l'attrazione per Jimmy (con cui ha avuto una liason breve ma indimenticabile, il cui ricordo ancora la fa star male), le minacce di alcuni cyberstalker,i  messaggi inquietanti di chi sa cosa è accaduto ad Elsa tanti anni prima.

Capitolo dopo capitolo, la Bley getta il seme del dubbio sui personaggi coinvolti, lasciando che essi in prima persona intervengano nel corso della narrazione corale (anche se il punto di vista predominante è quello di Ellen) per dire la propria versione, che però ha sempre qualche lacuna strana ed inspiegabile.
Sembra che tutti abbiano dei segreti, e che in fondo alle loro azioni e ai loro occhi ci sia dell'altro, che si guardano bene dal rivelare.
Ed Ellen è determinata a scoprire di che si tratta; è disposta a ignorare le critiche velenose di colleghi ottusi, la vicinanza conturbante di Jimmy, il ricordo doloroso della sorella, le minacce di uno sconosciuto, pur di approdare alla verità, sperando che non sia troppo tardi per la piccola Lycke.

Cosa non mi ha convinto (per evitare probabili spoiler, chi non ha letto il libro e vuol leggerlo, magari potrebbe saltare la parte in verde ^_-).

Una verità finale che si risolve tutta nelle ultime due-tre pagine del romanzo e che può spiazzare il lettore, ma (mia personalissima valutazione) non perchè fa da "colpo di scena", o perchè viene rivelata in un momento di alta tensione narrativa, bensì per l'esatto contrario: si giunge ad essa con una placidità che fa sgonfiare in un sol colpo la suspense creatasi durante tutta la narrazione.
Vero è che la scelta del colpevole alla fine prende una via tutt'altro che scontata (il che va apprezzato), così come finisce per esserlo il movente, ma un po' ammetto che mi ha lasciata... non dico delusa, ma con un senso di insoddisfazione; avrei gradito più adrenalina, ecco...!

Un'altra cosa che non mi ha convinta è come l'Autrice ha pensato di risolvere il "problema" dello stalking nei confronti di Ellen. Non so, anche qui effettivamente sceglie una strada forse meno scontata, ma non per questo più originale e interessante...

La narrazione corale è una tecnica che gradisco perchè dona più prospettive da cui guardare i fatti e dà modo al lettore di farsi un'idea più da vicino della personalità dei personaggi principali, anche se in questo caso non ho trovato che  Harald, Chloè o Helena fossero molto approfonditi; non so, è come se tutti (ma non soltanto loro, anche altri che intervengono) fossero troppo distaccati e freddi.
Il personaggio di Ellen è maggiormente approfondito e mi è piaciuto abbastanza: riservata, scontrosa, determinata ma al contempo piena di insicurezze e fragilità, che emergono quando si tratta di affrontare sentimenti ed emozioni; ho letto che l'Autrice sta pensando di renderla protagonista di una serie.
In generale, è un thriller scritto bene e coinvolgente, appassiona il lettore e la mia valutazione è positiva, quindi mi sento di consigliarlo a chi ama il genere; ripeto, il finale mi ha coinvolta meno ma potrebbe essere una questione di aspettative personali.


LO AVETE LETTO? COSA VE NE SEMBRA?

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Anteprima Sonzogno Editori: dal 26 maggio, MARE NERO di Gabriella Genisi



Prossimo arrivo per Sonzogno Editori: la nuova inchiesta del commissario Lolita Lobosco!


MARE NERO
di Gabriella Genisi


Ed. Sonzogno
208 pp
USCITA:
26 MAGGIO 2016
Trama

In una giornata di metà settembre, al largo di Bari, il mare restituisce i corpi di due giovani, da poco fidanzati. Insieme ad altri amici, approfittando del clima invitante, erano usciti per una gita in barca e per delle immersioni subacquee nei pressi di un relitto, ma l'allegra escursione si è trasformata in tragedia. 
Sembra il tipico incidente, dovuto all'imprudenza o alla fatalità. Eppure qualche indizio non quadra e, quando arrivano i risultati dell'autopsia, tutto un altro scenario prende forma. Qualcuno ha voluto uccidere. 
Ma perché? 
Toccherà al commissario Lolita Lobosco, animata, come sempre, da un'inesausta passione per la giustizia (oltre che per la buona cucina e i tacchi a spillo), indagare su questo caso. 
La ricerca della verità si rivelerà particolarmente difficile, tanto più che le acque dell'Adriatico nascondono misteri che in troppi hanno interesse a non far venire a galla.
E, come se non bastasse, perfino il questore, attento a non pestare i piedi ai potenti di turno, metterà i bastoni tra le ruote. 
Ma la bella Lolita, grazie all'aiuto dei suoi fidi collaboratori Esposito e Forte, del sorprendente medico legale Franco Introna e, perché no, di un imprevisto nuovo amore, riuscirà a mettere insieme i pezzi di un inquietante rompicapo. 
Senza esitare a tuffarsi, letteralmente, nelle gelide profondità del suo mare. 

L'autrice.
Gabriella Genisi è nata nel 1965 e abita vicino al mare, a pochi chilometri da Bari. Ha scritto numerosi libri e ha inventato il personaggio del commissario Lolita Lobosco, già protagonista di cinque romanzi pubblicati da Sonzogno: La circonferenza delle arance (2010), Giallo ciliegia (2011), Uva noir (2012), Gioco pericoloso (2014) e Spaghetti all'Assassina (2015).

mercoledì 4 maggio 2016

Segnalazione racconto horror: L'ISOLA DEL MALE di Gianluca Malato



Buon pomeriggio, lettori!
Rieccomi sul blog per condividere con voi la recente uscita di un racconto horror dello scrittore Gianluca Malato: "L'isola del male", una storia che attinge dalle opere del ciclo di Cthulhu di H.P. Lovecraft.


L'ISOLA DEL MALE
di Gianluca Malato


Editore: Self-Publishing
Genere: Horror
Formato: ebook
Anno di pubblicazione: 2016
Prezzo: 0,99 €
Grafica di copertina: Andrea Messi 
Link per l'acquisto: 

Amazon         Google Play  
iTunes        Kobo Books

Racconto liberamente ispirato ai miti di Cthulhu di Howard Philips Lovecraft.

Sinossi

Durante un'esercitazione militare sui cieli dell'Oceano Pacifico, un pilota di caccia della Marina Militare Italiana perde contatto con la portaerei Cavour e si ritrova costretto a compiere un atterraggio di emergenza su una misteriosa isola deserta non segnata sulle mappe. 
Mentre tenta di sopravvivere in attesa dei soccorsi, le sue notti sono tormentate da incubi terrificanti in cui sogna tentacoli viscidi che lo stritolano senza pietà. 
Esplorando l'isola trova i cadaveri dei membri di una spedizione scientifica giunta sul posto per studiare il “bloop”, un misterioso suono proveniente dagli abissi dell'oceano. Nei diari dei ricercatori legge di allucinazioni e incubi simili ai suoi, ma c'è una parola misteriosa che ricorre in tutti i documenti: Cthulhu. 
Non passerà molto tempo prima che sull'isola si risvegli qualcosa giunto sulla Terra miliardi di anni fa e che aspetta solo di rivendicare il suo dominio sull'Universo. 


Estratto

Non posso raccontare in video ciò che so, altrimenti mi prenderebbero per pazzo. Però devo far uscire questi pensieri dalla mia testa, altrimenti rischio di perdere la ragione davvero. Sono notti che ritardo il sonno il più possibile. Ormai gli incubi sono diventati così veri da sembrare reali. Quei tentacoli… mi sembra di vederli ancora, tutt'intorno a me. Non è il Megalodonte, ormai anche Max sembra essersene convinto. C'è qualcosa, su quest'isola dimenticata da Dio. Non è tangibile, altrimenti l'avremmo già trovata. Vive nei nostri sogni, prende forma nei nostri incubi e ci sta lentamente portando alla pazzia. Nessuno di noi ne parla, ma vedo le espressioni terrorizzate negli occhi di tutti la mattina, a colazione. Rebecca l'altro giorno si è quasi dimenticata di mangiare, lo sguardo perso nel vuoto. Tutti hanno capito che abbiamo gli stessi incubi, così reali da sentire i tentacoli stringersi attorno al nostro corpo anche da svegli. Comunque, una cosa è certa: non è stato un incubo a produrre il “bloop”. Il suono misurato era vero, reale. Su cosa l'abbia provocato abbiamo ancora le idee poco chiare, ma a me comincia a venire il sospetto che sia stato una specie di esca, un richiamo da parte di qualcosa che si è svegliato e che ha voluto attirarci qui. Perché nonostante il silenzio surreale è fuori di dubbio che non siamo soli su questa dannata isola. Qui, da qualche parte, dimora qualcosa che si sta divertendo a giocare con i nostri sogni. O è così, o sono diventato pazzo.


L'autore
Gianluca Malato è nato a Erice nel 1986. Scrive per diletto sin dall’età di 16 anni, pubblicando romanzi brevi e racconti di genere fantastico in vari siti Internet specializzati.
Dal 2008 collabora come redattore con il giornale online Fantascienza.com, per il quale scrive notizie sul mondo del cinema e articoli di divulgazione scientifica, inoltre ha collaborato con il portale Silenzio-In-Sala.com, con la rivista Fantasy Magazine e con il blog Ossblog.it.
Trasferitosi a Roma, si laurea in Fisica Teorica con indirizzo Meccanica Statistica dei Sistemi Complessi presso l’Università “La Sapienza”, trovando successivamente lavoro nel settore informatico.
Nel 2014 pubblica con la formula del self-publishing una seconda edizione del suo primo romanzo Il Golem. Nello stesso anno la rivista Fantasy Magazine pubblica il suo racconto di genere sword and sorcery Razziatori di tombe, ambientato nello stesso contesto fantasy del romanzo Il cuore di Quetzal, sempre del 2014 ed edito da Nativi Digitali Edizioni. Nel 2015 pubblica con Dunwich Edizioni il romanzo breve di genere steampunk Vapore Nero e i racconti Sulla rotta della Black Steam e Il sogno di Icarus.



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