sabato 9 settembre 2017

Recensione: LA MORBIDEZZA DEGLI SPIGOLI di Keith Stuart



Alex è un marito in piena crisi matrimoniale ed è il padre del piccolo Sam, di otto anni. La profonda crisi famigliare, unita ad altri episodi - passati e presenti - che influenzano lo stato emotivo di Alex, faranno sì che egli si avvicini al figlio, che non è un bimbo come gli altri: Sam è un bimbo speciale, è affetto da autismo e con lui suo padre deve cercare di instaurare quel rapporto magico e solidale che finora ha trascurato e che può permettergli di comprendere davvero non solo il suo bambino ma se stesso e cosa davvero sia importante per lui, per cosa valga la pena lottare..



LA MORBIDEZZA DEGLI SPIGOLI
di Keith Stuart





Ed. Corbaccio
423 pp
Alex e Jody stanno insieme da una decina di anni e la loro unione ha dato alla luce un figlio, Sam, che ora ha otto anni.
Sam è autistico, e anche se il livello della sua malattia non è dei più gravi (a detta degli specialisti) rapportarsi con lui è una battaglia quotidiana.
Battaglia che in realtà è stata combattuta principalmente dalla madre; lui, papà Alex, negli ultimi otto anni si è buttato a capofitto nel lavoro (agente immobiliare), trascurando le relazioni in famiglia, non supportando adeguatamente e costantemente Jody (se non nei casi e nei momenti davvero urgenti) nè tanto meno stabilendo un rapporto vero e proprio con il figlio.

Quando la moglie sbatte fuori di casa Alex dichiarando di non volere più tra i piedi un marito semi-assente, che non le è di alcun aiuto nel gestire Sam, l'uomo si ritrova spaesato, confuso e profondamente angosciato.
Sta rischiando seriamente di perdere moglie e figlio? C'è un modo per recuperarli e non perderli entrambi?

Alex è un uomo il cui carattere ha risentito di un episodio del passato che l'ha segnato, tenendolo prigioniero nelle proprie fitte maglie di dolore, sensi di colpa, ansia, paura di essere inadeguato, di combinare solo guai...: la morte del fratello maggiore, George, investito da un'auto quando era solo un ragazzino, sotto gli occhi impotenti e sconvolti del fratellino Alex.

Da quell'esperienza luttuosa e drammatica Alex non si è mai completamente ripreso e anzi, seguendo percorsi tortuosi, essa lo ha influenzato negativamente, rendendolo insicuro, con un velo di inevitabile tristezza sempre addosso, distratto, frenato nei rapporti con gli altri.

Ma adesso qualcosa deve decisamente cambiare perchè Alex non può continuare a nascondersi dietro le proprie insicurezze, dietro traumi irrisolti, dietro un lavoro che finora lo ha risucchiato... e che probabilmente ha fatto da "scusa" per star lontano da casa, da un contesto complesso, delicato, con un figlio difficile da capire e da accontentare a causa della sua malattia.

Non che Sam sia stato un padre assente (come invece lo è stato il proprio genitore per lui e per la sua famiglia), però di certo i tentativi sporadici di intendersi con Sam non hanno sortito grandi risultati e quel bimbo bellissimo e angelico è praticamente un piccolo sconosciuto per il suo papà, che pure lo ama tantissimo.

Alex è costretto a lasciare casa e chiede ospitalità al miglior amico, Dan, felicemente scapolo ed eterno adolescente, che lo prende con sè.

Mentre cerca di raccapezzarsi nella sua nuova vita da single, Alex deve fare il punto della situazione e affrontare tanti piccoli e grandi problemi lasciati irrisolti: il rapporto con la sua pragmatica e forte madre; quello conflittuale e sfuggente con la sorella Emma - all'apparenza superficiale, ma in realtà ha risentito anche lei di tutto il clima strano che regnava in famiglia dopo la tragedia di George; il problema del lavoro, che non è affatto sicuro e solido; la paura che Jody non lo voglia più e che si rifaccia una vita senza di lui...
Ma soprattutto, il rapporto con Sam: Alex deve trovare un modo per arrivare a lui, per entrare in punta di piedi nel suo mondo, che sembra caratterizzato da barriere insormontabili, da pensieri incomprensibili, da ansie, paure... che l'uomo teme di non saper affrontare adeguatamente.
Se restasse solo con Sam per diverse ore di fila, saprebbe gestire un'eventuale crisi di panico del bambino? 
Alex, a pensarci, ha i brividi e sente di essere impreparato.

Ma proprio quando, nel corso dei pomeriggi trascorsi insieme a questo figlio incomprensibile, che piange se lo si contraddice, che urla se vede un cane o se sente troppo chiasso e vede troppa gente attorno a sè, che odia la scuola perchè non si sente a proprio agio con gli altri bambini, che mangia solo ciò che dice lui senza se e senza ma..., insomma, proprio nei momenti in cui è in compagnia di Sam, Alex scopre che al figlio piace giocare a Minecraft (un videogame in cui il giocatore deve raccogliere materiali, costruendo oggetti, edificando rifugi ed evitando l’attacco dei mostri che la notte infestano il mondo del gioco) e questa passione diventerà il canale privilegiato con cui il padre riuscirà ad aprirsi un varco per arrivare a Sam e cercare di entrare davvero in sintonia con lui, imparando a comprenderlo e ad interagire in modo efficace, senza il terrore di dire e fare la cosa sbagliata provocando crisi ingestibili, ma guardando al figlio per quello che è realmente per lui: il suo meraviglioso bambino, che dentro sè ha un mondo speciale, da scoprire, da valorizzare.
Da amare.

Alex è un uomo con tante fragilità; non è una persona superficiale, tutt'altro: egli sente il peso del proprio ruolo di marito e padre, e desidera davvero prendersi le proprie responsabilità in modo serio e maturo, ma non è semplice per lui perchè ci sono dolori mai affrontati, che lo bloccano, lo spingono a fuggire, a giustificarsi, a chinare il capo di fronte a possibili fallimenti personali.

Sua moglie ha sempre avuto bisogno del marito ma questi non è stato presente su tutti i fronti, non sempre almeno, col risultato che "l'universo Sam" l'uomo lo conosce poco, o comunque meno di ciò che dovrebbe, ed è per questo che poi è spaventato all'idea di passare troppo tempo con Sam ed è ossessionato dal terrore di non "saperlo prendere" come invece sa fare Jody.
Ma come fai a rapportarti in modo giusto con qualcuno se non trascorri del tempo con lui, se non provi a stabilire un dialogo?
E se questo è difficile con persone "normali", quanto può esserlo con un bambino affetto da disturbo dello spettro autistico, che ha i propri tempi, il proprio linguaggio, i propri silenzi carichi di significati, di cose che non si sanno esprimere sempre e adeguatamente, di paure apparentemente irrazionali, di manie...?

Per conoscere davvero e intimamente Sam, Alex deve sì passare inevitabilmente "attraverso la sua malattia"...

"E' tutto ok, è solo autismo... (...). Ma le etichette servono solo fino a un certo punto. Non ti aiutano a dormire, non ti risparmiano rabbia e frustrazione".

Questo vuol dire anche che, per quanto utili, potrebbero non bastare testi scientifici sulla malattia per conoscere Sam; piuttosto, Alex deve arrivare ad una conquista importante: capire che...

"...essere un bravo genitore significa saper improvvisare ed essere spontanei; forse consiste nello stare veramente con tuo figlio".
"Sam è un essere umano, separato da me, separato anche da Jody. Non è un problema da risolvere, un contrattempo nei miei programmi (...). E' una persona e, da qualche parte, nella sua testa, ha le sue idee, le sue priorità, le sue ambizioni per il futuro, (...) ... vuole delle cose, vuole capire il suo posto nel mondo. E il mio compito dovrebbe essere quello di aiutarlo. Sam non è soltanto una cosa che mi è successa".

Trovare il percorso ideale per arrivare a Sam non è semplice, è irto di spine ed ostacoli, di tanti e frequenti errori e di qualche piccolo, graduale ma fondamentale successo.

E Minecraft si trasforma inaspettatamente in un ponte che permette a padre e figlio di rivelarsi l'uno all'altro, divenendo in un certo senso anche metafora di ciò che deve prefiggersi di fare Alex nella propria vita: costruire!

Sono troppi anni che gli scheletri e i fantasmi del passato lo turbano, lo rendono pauroso, ansioso...: è arrivato il momento di scegliere i materiali giusti per costruire mattone dopo mattone, le relazioni trascurate, le sole che danno senso alla sua esistenza, prima che sia troppo tardi.


"LA VITA E' UN'AVVENTURA, NON UNA PASSEGGIATA.
PER QUESTO E' DIFFICILE".


«La morbidezza degli spigoli», basato sull’esperienza vera dell’autore, è un romanzo che commuove, fa sorridere e fa riflettere, con leggerezza e profondità insieme, sulla forza e la ricchezza della differenza e sul fatto di ritrovarsi genitori di un figlio molto, molto speciale.
Il viaggio che conduce Alex verso Sam, verso Jody, verso gli altri famigliari, e ancor più verso se stesso, coinvolge emotivamente il lettore, perchè si percepisce tutta la difficoltà delle piccole conquiste di questo padre, che si scoraggia facilmente ma che non fa marcia indietro, anzi, tenacemente decide di non perdere i propri affetti, mettendosi in discussione e rendendosi conto che quel bimbo fragile nasconde tanta bellezza dentro di sè che può rivelarsi sorprendente.
Molto bello, è una storia che tocca il cuore; uno stile semplice e fluido, immediato e spontaneo che ti lascia entrare nella quotidianità di Alex e della sua famiglia e nelle loro complesse emozioni.
Assolutamente consigliato!!

venerdì 8 settembre 2017

Manga e romanzi che diventano film



Qualche aggiornamento sul fronte dei libri che diventano film!


Parto da un manga shōjo, creato da Wataru Yoshizumi e pubblicato in Giappone negli anni '90 e che ha fatto sospirare le adolescenti di quel decennio: Marmalade Boy - Piccoli problemi di cuore: ebbene, è prevista l'uscita di un film live action  per il 2018.

Diretto da Ryuichi Hiroki con la sceneggiatura di Taeko Asano, Hinako Sakurai interpreterà il ruolo di Miki, mentre Ryo Yoshizawa quello di Yū.


fonte
fonte: twitter



La protagonista è la studentessa Miki, la cui vita viene sconvolta nell'apprendere che i genitori sono prossimi al divorzio; a questo segue il fatto che essi si risposino presto e i partner sono due ex, genitori di un coetaneo della ragazza: Yuu (Yuri nel cartone italiano). I due ragazzi si ritrovano a vivere sotto lo stesso tetto con le famiglie "ricombinate" e ben presto tra loro nasce un sentimento...
Il nome del manga prende spunto dal soprannome ("marmalade boy") che Miki da a Yuu, paragonandolo alla marmellata di arance, che è dolce sebbene nasconda un retrogusto amaro.


fonte



Fonti: http://www.huffingtonpost.it  //  wikipedia


Altra news, ma stavolta non c'entrano i cartoni, bensì un capolavoro della narrativa contemporanea, che purtroppo ancora non leggo...
Sto parlando di Stoner di John Williams: al centro vi è William Stoner, figlio di contadini, che riesce a non soccombere al destino che sembra attenderlo contro il suo volere - il duro lavoro nei campi  -, coltiva la passione per gli studi letterari e diventa docente universitario.

Della trasposizione cinematografica si sa soltanto che nel cast c'è Casey Affleck e che Joe Wright ("Orgoglio e pregiudizio", "Espiazione"; Anna Karenina") è pronto a dirigere la sceneggiatura di Andrew Bovell.





post in aggiornamento

giovedì 7 settembre 2017

Novità Romance: CENERE SULLA BRUGHIERA di Francesca De Angelis // INTO THE DARK di Annabelle Lee



La segnalazione di oggi appartiene al mondo del romance.

Parto da un romanzo che rientra tra le mie prossime letture e che mi ha incuriosita in quanto esso riprende le atmosfere di un classico e di un film che amo: "Cime tempestose" (spesso citato nel libro come romanzo preferito dalla protagonista) e "Il Corvo". In questo suo libro, l'Autrice ha voluto rappresentare il lato oscuro nel mondo dove la vita, la felicità e l'amore vengono abbattuti dal denaro e dalla sete di potere.

Ma leggiamo più approfonditamente di che si tratta!


CENERE SULLA BRUGHIERA
di Francesca De Angelis



Editore: Arduino Sacco Editore
Numero pagine: 228
17.90 euro
Pubblicazione: settembre 2016

LINK PER ACQUISTO




Catherine Barret nacque in una piccola cittadina dello Yorkshire, crescendo felice fra le brughiere che  caratterizzano quei luoghi. Un infanzia ridente che sembrava poter durare in eterno viene spezzata dalla morte dei suoi genitori Elizabeth e Robert Barret. 
Cathy assieme alla nonna Mary e alla sua infantile zia Clarisse viene è costretta ad immigrare negli Usa. 
Dopo la morte della nonna, seguita successivamente da quella della zia, Catherine viene affidata ai Finch una coppia snob e sgarbata che la maltratta in continuazione. 
La ragazza troverà un po' di sollievo con l'amicizia e successivamente storia d'amore con il tormentato Logan suo compagno di classe, ragazzo fragile che cela la sua infelicità con un facciata allegra e solare. 
Dopo giorni di idillio, Logan scompare. Catherine dovrà così fronteggiare da sola il bullismo dei
suoi compagni di classe. Fra mille peripezie dopo essere scampata ad una violenza di gruppo da parte dei suoi compagni, si ritroverà a fuggire per la campagna, braccata dalla polizia che la considera responsabile della morte dei suoi amici e dei suoi genitori adottivi. 
Cathy da innocente verrà condannata alla pena capitale dopo essersi ricongiunta con Logan ed aver appreso di essere stata usata da John Cabol un perfido avvocato amico dei Finch, assassino degli stessi che ha visto in lei lo strumento ideale per realizzare i suoi loschi piani.
Riuscirà a salvarsi?

L'autrice.
Francesca De Angelis è nata a Roma nel 1991 in una gelida giornata di primavera. Le sua giornate erano scandite dalla scuola e dai giochi con gli amici sotto l'occhio vigile della nonna, una signora energica e un po' mascolina che le raccontava spesso le storie e le leggende che aveva appreso dal
paesino di montagna dov'era cresciuta. Così nutrita da storie su fate, folletti e principesse l'immaginazione della piccola Francesca iniziò ad essere fertile. Un contributo venne anche dalla florida e grassottella zia materna che ogni pomeriggio, aiutata dalla collana dei libri “I Quindici” rendeva ancora più forte il suo desiderio di lettura. A nove anni, dopo la morte della nonna, seguita a breve da quella della zia, la depressione iniziò a divagare nel suo corpicino spingendolo a vedere il lato più orribile del mondo. Qualcuno però non voleva vederla soffrire. Il giorno del suo decimo compleanno qualcuno le recapitò un regalo molto speciale che cambiò per sempre la sua vita. Il regalo era il terzo volume della saga di Harry Potter, della scrittrice britannica J.K. Rowling che divenne da allora la sua Fata Madrina cosmica. Quel romanzo le fece capire come la scrittura, il semplice poggiare una penna su un figlio potesse rinvigorire il suo animo in maniera ancora maggiore di quanto potesse fare qualunque medicina. Da ragazzina Francesca prese ad amare la scrittura e usando delle vecchie bambole prese a dar vita ai suoi personaggi. Ha da poco pubblicato il suo primo romanzo “Cenere sulla Brughiera” per la casa editrice Arduino Sacco. E, sebbene il cammino verso la felicità sia ancora lungo e tortuoso, la ragazza continua a scrivere non volendo mai abbandonare l'attività che ama di più e che la salva ogni giorno dal finire nel baratro.



Dopo l’epilogo surreale vissuto in “Into the sun”, la scrittrice Annabelle Lee ritorna con "Into the Dark":


INTO THE DARK
di Annabelle Lee 


Editore: autopubblicato 
Data di uscita: 4 settembre 2017
Genere: Narrativa contemporanea
Prezzo: offerta di lancio a 2.99€ 
Formato: ebook
Lunghezza: 250 pagine (circa)



Jade, la protagonista, è alle prese con lo sforzo di mettere ordine nella propria vita. 
Più facile a dirsi che a farsi - un po' come per tutti noi, specie quando gli ostacoli che troviamo sul cammino sono quelli che più temiamo. 
Tra verità sconcertanti e la perdita delle rare certezze, il suo viaggio alla ricerca di se stessa continua faticosamente, la ricerca della via diventa una metafora sul mondo e sulla società attuale in cui, a volte, sembra di perdersi annaspando tra i propri dubbi.

Con inaspettata forza, Jade riesce però a trasformare il suo mal di vivere nella sua stessa arma di sopravvivenza, un messaggio di coraggio e riscatto per tutti quelli che, come lei, non trovano il proprio posto nel mondo.

Che sia l’amore la risposta a tutto?



L'autrice.
Annabelle Lee - Pseudonimo di scrittrice timida che vuole restare anonima

mercoledì 6 settembre 2017

Segnalazione Armando Editore: A ME PIACE IL SUD di A. Cannavale, A. Leccese



Un libro sul Sud, onesto, crudo nella disanima dei problemi e coraggioso nel proporre soluzioni. Non ci sono altre parole per definire questo saggio. 


A ME PIACE IL SUD
di A. Cannavale, A. Leccese



Armando Editore
144 pp
12 euro

I due autori ci raccontano il Sud per come è. 
Non imbrogliano quando spiegano, per esempio, che le organizzazioni mafiose vengono spesso viste da molti cittadini non come nemiche, ma come soggetti in grado di sostituirsi a uno Stato che non c’è. 
Non fingono quando raccontano come il nostro Mezzogiorno abbia bisogno non tanto o non solo di investimenti, ma di una classe politica in grado di non rubare e di immaginare un futuro diverso. 
In A me piace il Sud le straordinarie opportunità offerte da queste regioni vengono elencate tutte. Questo libro indica una strada. Conviene a tutti pensare di seguirla.


Vi lascio la prefazione, con l'augurio che possa stuzzicare il vostro interesse:

"Il libro che state per leggere è preciso e caloroso, gentile e appassionato, scritto da persone che non hanno la pretesa di salire in cattedra. Gli autori amano il Sud, cercano di capire e di far capire che sta succedendo. E quello che colpisce è proprio il tono della scrittura, un tono mai altezzoso. Non ci sono tecnicismi, ma una scrittura semplice, diretta. Direi è quello che ci vuole per affrontare ai giorni nostri quella che una volta veniva chiamata la questione meridionale. Passione e conoscenza, capacità di ascoltare voci diverse, di stare in luoghi diversi del Sud. Questo libro è una bella lente per capire a che punto è il Sud, ma soprattutto un invito a starci dentro con più intensità e attenzione. Perché il punto è proprio questo: il Sud oggi offre occasioni di intensità che altri luoghi più fortunati non offrono. È come se le piaghe di questa terra fossero anche dei solchi gravidi di semi di un possibile futuro, non solo per noi ma anche per gli altri. Forse questa affermazione può apparire velleitaria, ma è come se questo libro desse coraggio: c’è spazio per agire, non è affatto finita la vicenda di questi luoghi. Anzi, si può dire che siano luoghi destinati a prendere la parola, come già accade per esempio con la musica: nessuno, se pensiamo alla musica, pensa al Sud come un luogo arretrato. Ecco, c’è la musica, e c’è la poesia, e ci sono studiosi come gli autori di questo libro, ci sono energie che si stanno muovendo. Si tratta di vederle, di farle uscire dal viluppo indistinto degli scoraggiatori militanti. Qui e altrove continuano ad agire vecchie visioni su questa 8 terra. Bisogna aprire un conflitto con i conservatori, con quelli che vedono solo le nostre inadempienze. Il Sud può e deve essere aiutato a essere più scrupoloso, ma nessuno può negare la sua energia. E presto la sentiremo vibrare con più forza."

Autori
Alessandro Cannavale (Bari, 1977) è ingegnere e ricercatore universitario nel campo dei nanomateriali e dei dispositivi innovativi per l’efficienza energetica.

Andrea Leccese è nato a San Severo (FG) nel 1976 e vive a Bari. Tra le sue pubblicazioni: Le basi morali dell’evasione fiscale (2008), Innocenti evasori (2012), Inciucio forever (2014), Maffia & Co. (2016). Nel 2009 ha vinto il Premio Nazionale “Paolo Borsellino”.

Recensioni film: GENERAZIONE PERDUTA // IL PADRE D'ITALIA // PAROLA DI DIO




Qualche film visto di recente da condividere con voi lettori?
Eccoli qui: tre generi che più lontani non potrebbero essere, dall'epico e drammatico "Generazione perduta" al discusso "Parola di Dio" passando per il più intimistico "Il padre d'Italia".


GENERAZIONE PERDUTA


2014
E' un film di genere biografico del 2014, tratto dal best-seller "Testament of Youth" e diretto da James Kent, con Alicia Vikander nei panni della protagonista Vera Brittain.

Siamo alla vigilia della Prima Guerra Mondiale. Vera è una ragazza dalla personalità incontenibile, dalla grande vivacità intellettuale e con una grande passione per la scrittura; è appassionata ed anticonformista, pronta a sfidare i pregiudizi della famiglia e della città natale per ottenere una borsa di studio a Oxford, cosa inusuale per i suoi tempi, in cui ci aspetta che le signorine di buona famiglia pensino ad accalappiare un bravo ragazzo e a contrarre un buon matrimonio.
Ma Vera non ci pensa proprio! Lei ama studiare, scrivere poesie ed infatti ambisce a diventare scrittrice, studiando nella prestigiosa Oxford insieme all'amato fratello Edward, il quale, intanto che l'anno accademico ancora non inizia, si diverte a trascorrere il tempo con la sorellina e gli amici di sempre, tra cui Viktor e successivamente Roland.
I due giovanotti provano un certo interesse per Vera, ma sarà Roland - anch'egli appassionato di poesia e letteratura - a conquistarla.
Purtroppo i bei sogni letterari e d'amore di Vera e Roland sono costretti a subire un arresto con l'avvicinarsi della guerra, che inevitabilmente cambia ogni cosa e scombina la quotidianità di milioni di persone. 

E mentre i ragazzi decidono di arruolarsi e partire per il fronte, Vera si rende conto di non poter rimanere a guardare e decide di dare il proprio contributo alla causa come infermiera volontaria. 
Sarà un periodo davvero difficilissimo - per lei come per tutti, in quegli anni terribili -, in cui Vera affronterà la drammaticità e la crudeltà di un conflitto che genera sofferenze, ferite, traumi, morte, desolazione, odio... e dovrà fare i conti anche con perdite personali che segneranno il suo cuore, arrecandole molto dolore, cosa che però non le impedirà di continuare a lavorare instancabilmente, prestando aiuto anche ai feriti "nemici" quando ne avrà modo.

A guerra finita, con tutti i sogni infranti, suoi e della generazione perduta cui appartiene, Vera tornerà di nuovo ad Oxford profondamente cambiata e determinata a lottare per  un mondo in cui una tale guerra non potrà mai più verificarsi.
Un mondo in cui non ci sono nemici da ammazzare, ma una pace da perseguire per il bene di tutti.

Come già ho avuto modo di precisare nella recensione del libro (QUI), la biografia di Vera, per quanto interessante e ricca di dettagli, in alcuni passaggi (e non pochi) mi aveva coinvolta poco emotivamente, pur narrando di fatti assolutamente drammatici e reali.

Devo dire che il film ha saputo rendere in modo efficace tutto il dramma personale e umano di Vera, che diventa un po' il simbolo di una generazione intera, le cui esistenze - insieme alle ambizioni, ai sogni, ai desideri individuali... - sono state spezzate dal conflitto mondiale.
La Vikander conferisce alla protagonista la vivacità e la determinazione che le sono proprie: nella prima parte del film ce ne restituisce l'ardore, l'atteggiamento anche un po' ribelle verso la famiglia (che sembra non voler accettare le sue inclinazioni), la freschezza e le giovanili titubanze di fronte ai sentimenti che sente affiorare per il bel Roland.
Via via, però, Vera è costretta a fare i conti con la realtà della guerra e il suo carattere forte e caparbio le saranno di grande aiuto per superare lutti e tragedie; anche in questa seconda parte Alicia ci rapisce con la sua interpretazione, misurata ma allo stesso tempo efficace e sentita, di una Vera sempre più matura, che accetta, con dignitoso dolore, ciò che purtroppo la guerra le toglie senza però venir meno ai propri doveri, che le saranno ancora più chiari quando tutto sarà finito e lei capirà di dover combattere per i valori in cui crede.

Molto bello, intenso, lungo sì, ma io non mi sono stancata nel guardarlo, pur sapendo già cosa mi aspettasse. E' uno di quei casi in cui il film può essere più piacevole del libro, che comunque merita in quanto è la testimonianza vera e dolorosa di una giovane che ha vissuto un periodo storico difficile.



Secondo film, che affronta con delicatezza tematiche attualissime, come la genitorialità, l'omosessualità, la precarietà della vita, il sentimento profondo e speciale che unisce due persone diverse eppure tanto affini:

martedì 5 settembre 2017

Segnalazione editoriale: "Ultima birra al Curlies bar" di Armando Bonato Casolaro




Cari lettori, oggi torno con voi per presentarvi un romanzo coinvolgente e particolare che gioca con la bellezza delle atmosfere e la profondità dei personaggi.


Ultima birra al Curlies bar
di Armando Bonato Casolaro


Historica Edizioni
Uscita:  maggio 2017
Pagine: 270;
€ 17,00
Gabriel Estevan è un uomo dal fascino un po' noncurante, di chi sembra mai del tutto presente, mai del tutto a suo agio in questo mondo. Ma è soprattutto uno stimato direttore d'orchestra che nel giorno del suo quarantaduesimo compleanno lascia improvvisamente il suo lavoro. 
Muovendosi all'interno di un mondo che, benché affascinante, non gli appartiene, fatto di sfarzo e donne bellissime ma anche di sotterfugi e corruzione, Gabriel si troverà a gestire, anche suo malgrado, una serie di eventi che provengono dal passato e che lo porteranno fino in India, alla ricerca di un amico scomparso. 
Un pressante commissario di polizia, un padre domenicano, una ballerina francese, un amico sassofonista, una giornalista, sono solo alcuni dei personaggi che contribuiranno a rendere intrigante la vicenda, arricchita da concerti in cui spiccano le arie più famose della musica classica sulle note di Wagner, Debussy e Ravel.

L'autore.
Armando Bonato Casolaro è nato a Milano e risiede in Veneto, nel borgo medievale di Asolo. Ha lavorato come consulente, per venticinque anni, nel settore moda e design. Nel 1994 ha lavorato, in qualità di correttore di bozze, al quotidiano La Voce di Indro Montanelli, fino alla sua chiusura. Attualmente è giornalista free-lance. Scrive per la testata NotizieNazionali.net, in particolare segue la rubrica Stylefashion.net, e collabora con altre testate on-line.
L’India, che ha visitato parecchie volte, è il paese che ha cercato di raccontare al meglio nella sua opera prima: Viaggio con Jahan (2008). In seguito New York, Boston, Bali, Tokyo e il Madagascar sono i luoghi dai quali ha tratto l’ispirazione per il romanzo Tre chicchi di caffè (2010) e del suo sequel intitolato La giacca mmetica (2013). È poi nata l’idea di una trilogia chiusa, idealmente, con la pubblicazione di Una vita un incontro (2015). Tutti editi da Aurelia Edizioni.
Si è classificato primo al “Premio Caterina Martinelli-Colli Aniene-Roma 2014” con il romanzo Tre chicchi di caffè, aggiudicandosi anche, per lo stesso romanzo, la Medaglia della Camera dei Deputati e Premio speciale della Presidenza al premio “Un libro amico per l’inverno”. Primo classificato al concorso “Pagine & Caffè” 2016 per la sezione racconti inediti, con il racconto Il talento.
Ultima birra al Curlies bar (Historica Edizioni) è il suo ultimo romanzo.

lunedì 4 settembre 2017

Le cover di oggi


Ogni tanto mi capita di notare qualche cover carina, solo che non sempre mi segno il titolo o salvo l'immagine, quindi alcune "me le perdo" 😕
Queste tre si sono salvate dall'oblio.

La prima mi piace per il soggetto in primo piano,
La seconda non so... mi dà l'idea del sogno, del fantastico,
E la terza ha gli splendidi e caldi colori autunnali che amo 😍

VOI CHE NE PENSATE? 😊

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domenica 3 settembre 2017

Dal libro al film: "Le nostre anime di notte" - dal 29 settembre su Netflix



Ultimamente sento parlare molto dello scrittore Kent Haruf e dei suoi romanzi, tra cui "Le nostre anime di notte", che è diventato un film di genere drammatico, sentimentale, diretto da Ritesh Batra, che vede nel casto Robert Redford e Jane Fonda.

Presentato Fuori Concorso (Fiction) al Festival di Venezia 2017, sarà disponibile in streaming su Netflix Italia dal 29 settembre 2017.

LINK LIBRO

Addie Moore ha una singolare proposta da fare a Louis Waters. Sono entrambi oltre l'età della pensione e vedovi da qualche tempo. Entrambi vivono in una tranquilla città del Colorado dove la cosa migliore è che tutti conoscono tutti. E la cosa peggiore è che tutti conoscono tutti.
Anche se sono vicini di casa da molto tempo, la loro conoscenza è poco più che casuale, finché un giorno Addie propone a Louis di dormire insieme, solo per farsi compagnia, per avere qualcuno con cui parlare al buio, per sentire la presenza di un’altra anima accanto a sé, per favorire il sonno.
Quando Louis acconsente, Addie è allo stesso tempo sorpresa e felice. Nella penombra della notte riportano alla luce storie rimaste a lungo sepolte, che si raccontano a vicenda.
E' solo confessandosi il proprio passato che possono liberarsi del senso di colpa per le occasioni perdute – parole ed emozioni pensate ma mai espresse – e superare il devastante effetto che la mancanza d'amore può avere sulla vita, arrivando a provare l'effetto positivo che la riscoperta dell'amore può avere sull'ultimo capitolo dell'esistenza.

AVETE LETTO IL LIBRO?
VI INTERESSEREBBE GUARDARE IL FILM?

sabato 2 settembre 2017

Metti una sera in libreria con... Roberto Emanuelli




Carissimi, ad inizio settimana sono stata alla presentazione di un romanzo nella libreria della mia città; il libro in questione è "E allora baciami"di Roberto Emanuelli, che si è dimostrato una persona affabile, simpatica, ultra disponibile, pronta a scherzare con noi lettori presenti, oltre che a mostrare una grande sensibilità, requisito - a mio avviso - indispensabile quando si vuol parlare di sentimenti in modo franco e schietto, non retorico.



E di sentimenti è sicuramente ricco questo secondo romanzo dell'Autore, che ha dichiarato esplicitamente che "E allora baciami" è un romanzo d'amore e c'è poco da "vergognarsi" a dirlo, come se la categoria "romanzi d'amore/ libri romantici" fosse meno importante e meno dignitosa.

Personalmente non ho ancora letto il libro, ma conto di farlo nelle prossime settimane.

Vi lascio la sinossi e successivamente condivido con voi due autori (e due loro rispettivi libri) che sono tra i preferiti di Roberto.


E ALLORA BACIAMI
di Roberto Emanuelli


Ed. Rizzoli
308 pp
17.50 euro






L’amore, quello vero, quando arriva te ne accorgi. Ti prende dritto al cuore e alla testa, e a quel punto è già troppo tardi: il tempo, la distanza, le tempeste piccole e grandi, non c’è più niente che possa fermarlo. Ed è impossibile da dimenticare. 
Lo sa bene Leonardo, che l’ha sentito bruciare sulla pelle e ancora non riesce a liberarsi dai ricordi. 
Da quando Angela se n’è andata ha avuto tante donne, ma nessuna può sperare di prendere il suo posto. 
L’amore, adesso, Leonardo lo cerca nelle cose semplici: nei sorrisi soddisfatti dei clienti quando ripara le loro auto; nella musica che ascolta sulla sua Duetto d’epoca o nelle serate con gli amici di una vita.
E poi c’è Laura, la figlia di diciassette anni, sempre più bella, ma anche terribilmente distante. 
Lei l’amore lo impara su internet, nelle parole di blogger che sanno sfiorarle il cuore come quel padre così silenzioso non potrebbe mai fare. Se sua mamma è fuggita, si dice, un motivo ci sarà pure. 
Già, ma quale? E come scoprirlo? 
La risposta gliela porterà il destino, al termine di un viaggio sorprendente, che per lei significherà trovare il coraggio di amare, per Leonardo la forza di ricominciare a farlo. 
Perché anche il più piccolo gesto d’amore è un miracolo, ma quel miracolo bisogna desiderarlo insieme.

L'autore.
Roberto Emanuelli è nato a Roma, dove vive e lavora. Ha esordito con Davanti agli occhi (2016), un piccolo caso editoriale intorno al quale è nata un’appassionata comunità di lettori sui social. Ogni giorno le sue parole sono condivise da migliaia di follower
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Come dicevo qualche riga più su, è stato chiesto al giovane scrittore romano se ci sono autori ai quali in qualche modo egli si ispira, e la risposta è stata che uno dei suoi scrittori preferiti è Nick Hornby, di cui ha menzionato "Alta fedeltà"; ha aggiunto anche "Pastorale Americana" tra i romanzi che ha più amato.

Entrambi questi titoli mi sono noti solo "di nome" e sono presenti nella mia wishlist chissà da quanto tempo; non li ho ancora recuperati ma le parole di Roberto hanno fatto riemergere la voglia di leggerli.



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ALTA FEDELTA' 


di Nick Hornby
Si può dividere l’esistenza con qualcuno che ha una collezione di dischi incompatibile con la propria? Si possono avere dei gusti terribili e allo stesso tempo essere una persona degna di essere frequentata?
Le canzoni tristi rischiano o no di mettervi sottosopra la vita, se le ascoltate a ripetizione? In una Londra irrequieta e vibrante, le avventure, gli amori, la passione per la musica, i sogni e le disillusioni di una generazione di trentenni piena di voglia di vivere.
Commovente, scanzonato, amaro ma anche molto divertente, Alta fedeltà è il libro culto della narrativa inglese, pubblicato nel 1995 e diventato un grande successo internazionale.




PASTORALE AMERICANA
di Philip Roth


Seymour Levov è un ricco americano di successo: al liceo lo chiamano "lo Svedese". Ciò che pare attenderlo negli anni Cinquanta è una vita di successi professionali e gioie familiari.
Finché le contraddizioni del conflitto in Vietnam non coinvolgono anche lui e l'adorata figlia Merry, decisa a portare la guerra in casa, letteralmente.
Un libro sull'amore e sull'odio per l'America, sul desiderio di appartenere a un sogno di pace, prosperità e ordine, sul rifiuto dell'ipocrisia e della falsità celate in quello stesso sogno.

Recensione: LO STRANO VIAGGIO DI UN OGGETTO SMARRITO di Salvatore Basile



Due anime in cerca di amore, ognuna con le proprie solitudini, le proprie fragilità, alla ricerca del proprio cuore smarrito, bisognoso di tenerezza e nuovi, luminosi colori.


LO STRANO VIAGGIO DI UN OGGETTO SMARRITO
di Salvatore Basile



Ed. Garzanti

È un giorno come tanti e il piccolo Michele, di sette anni, è appena tornato da scuola e corre dalla sua mamma; ma quando apre la porta della sua casa, nella piccola stazione di Miniera di Mare, trova sua madre con una valigia aperta e, tra le mani, il diario segreto di Michele, un quaderno rosso con la copertina un po’ rovinata; la donna, con i suoi occhi tristi, chiede al bimbo di poter tenere con sé il diario, con la promessa di ridarglielo un giorno.
Michele capisce che la mamma sta per andar via, senza di lui... ed infatti trascorrono più di venti anni e la donna non è ancora tornata. Lo farà mai?
Ormai Michele è cresciuto, è un giovanotto quasi trentenne e vive ancora nella piccola casa dentro la stazione ferroviaria; il taciturno e solitario padre è morto, e lui è solo.
Con addosso la divisa di capostazione di suo padre (da cui ha “ereditato” il lavoro), Michele fa il custode di quell’unico interregionale che ogni giorno fa su e giù: lo tiene pulito e con cura meticolosa attraversa tutti i vagoni raccattando non solo i rifiuti e la spazzatura lasciati dai viaggiatori quotidiani, ma anche oggetti che essi smarriscono e lasciano in treno.
Michele è un ragazzo che sembra vivere fuori dalla realtà odierna, come se stesse in un mondo tutto suo, ed in effetti è così: vive all’interno della stazione e non è mai uscito da essa e dai suoi confini; tutto ha inizio e ha fine lì, dov’è nato e cresciuto; a fargli compagnia ci sono il suo lavoro - fatto di facce estranee che vanno e vengono e tra le quali forse ancora spera di scorgere il volto amato della madre sparita nel nulla anni prima - e quegli oggetti, di ogni formato, tipo, colore…, che egli raccoglie dai vagoni e porta a casa propria; ha dedicato ad essi anche un angolo della casa in cui i suoi oggetti smarriti sono in bella mostra e lo guardano, regalandogli a modo loro compagnia: del resto, quegli oggetti sono per lui la sua famiglia, e loro non lo lasceranno mai, a differenza a differenza di sua madre.
Un giorno, sul treno, Michele trova una bambolina, che ovviamente porta via con sé; ma quella sera stessa accade una cosa mai successa prima: il proprietario dell’oggetto smarrito va a reclamarlo!
Michele si ritrova così davanti una ragazza, carina e solare, di nome Elena, che gli chiede se per caso, sul treno, non ha trovato la sua bambolina Milù; Michele è pronto a ridargliela ma Elena sembra non volersene andare dalla casa di questo ragazzo silenzioso e timidissimo; forse perchè un uragano come lei, che è allegra e sensibile allo stesso tempo, intuisce che quel tipo dallo sguardo colmo di sincera meraviglia è speciale ma anche tanto solo, e lei, Elena, è la gioia in persona e desidera portare il suo raggio di luce anche nella vita dell’imbarazzato Michele.

Ma le sorprese non sono finite perché un altro oggetto smarrito porterà una ventata di novità, e di timori, nelle giornate spente del ragazzo: incastrato tra due sedili egli ritrova il proprio diario, quello con la copertina rossa! Com’è possibile, chi l’ha messo lì e quando? L’unica persona è sua madre…: questo vuol dire che era su quel treno nei giorni scorsi? Quel diario è un messaggio per lui? Sua madre non ha smesso di pensarlo, non s’è dimenticata del suo Michele e forse vuol mettersi in contatto col figlio?

Michele viene preso da una vertigine che gli fa girare la testa e battere forte il cuore: sua madre non è più solo un ricordo lontano, un volto caro e amato del passato, ma diventa di nuovo una presenza concreta, raggiungibile.
Ad aiutarlo a cercare sua madre c’è Elena, questa ragazza folle e imprevedibile come la vita, che lo spinge a salire su quel treno e ad andare a cercare la verità, visitando le varie cittadine nelle quali si ferma quel treno e a chiedere in giro se qualcuno ha mai incontrato la sua mamma (ritratta in una foto scattata venti anni prima).

Michele è abituato a restare al chiuso e al sicuro entro le quattro mura di casa, avvezzo solo ai fischi e ai rumori della stazione, con gli occhi fissi su quei binari che gli hanno portato via la persona più importante della sua vita.
Michele ha paura di uscire dal proprio guscio perché teme le delusioni, le promesse infrante; per quanto la sua vita sia grigia e solitaria, ha comunque raggiunto un proprio equilibrio, fatto del proprio lavoro monotono ma rassicurante, e dei propri pasti a base di stracciatella all’uovo.
L’arrivo di Elena, esuberante, piena di vitalità, un fiume in piena che quando comincia a parlare non la fermi più, lo sconvolge:

“… tutti gli oggetti dei quali si era circondato non erano altro che sigilli apposti sopra serrature della vita che, una volta aperte, avrebbero dato accesso al dolore; piccole barricate che lui stesso aveva eretto intorno alla sua solitudine per renderla sopportabile e, quindi, più sicura, E ora tutto questo rischiava di lasciato di nuovo senza difese, come quando era bambino. Perché l’amore fa sperare. E la speranza, come diceva suo padre, rende deboli, vulnerabili”.

Elena, che pure ha il suo carico di personale ed intimo dolore chiuso nel cuore, porta nella vita dell’apatico e triste Michele, colore, vita, speranza, nuove possibilità di guardare il mondo, gli altri e se stesso.

Uscire dalla stazione significa per lui aprirsi al mondo, cominciare a conoscerlo, e per farlo deve oltrepassare il cancello (fisicamente, ma soprattutto dal punto di vista mentale, emotivo) per appropriarsi finalmente della propria esistenza, senza più trascinarla lungo solchi di dolore vissuto da solo, autocommiserandosi nella propria solitudine ma avendo il coraggio di varcare nuovi orizzonti, aprire nuove porte, conoscere persone nuove, lasciarsi andare alle emozioni, farsi illuminare da nuovi e più brillanti colori, vincendo la paura di essere deluso, tradito…

Del resto, le delusioni possono esserci, perché la vita è imprevedibile, è fatta di alti e bassi e ognuno di noi deve fare ogni giorno la scelta di affrontare ciò che arriva con coraggio, facendosi guidare dalla speranza, dall’amore, dalla bellezza che ancora c’è da scoprire tra le strade di questo mondo pieno di oggetti smarriti. 
E il primo “oggetto smarrito” di cui Michele deve riappropriarsi è se stesso, il proprio cuore e i desideri racchiusi in esso: desiderio di amare ed essere amato, di sentirsi protetto ma anche di proteggere, di dare e ricevere.

Il viaggio di Michele, supportato da Elena, sarà un viaggio anzitutto verso il proprio interiore, per capire e individuare i propri limiti e cercare di superarli, ma gli permetterà anche di unire il passato (attraverso la figura materna) col presente e il futuro, perché regalerà a uno spaesato e stupito Michele nuovi affetti, che non sapeva neppure esistessero.

“Lo strano viaggio di un oggetto smarrito” è un romanzo bellissimo, perché commuove ed entra nel cuore del lettore, scaldandolo; è una favola dolce e ricca di emozioni, in cui il protagonista più che un bel principe senza paura ci appare come un viandante impaurito che però, a modo suo, saprà mettersi alla ricerca di risposte che plachino i suoi tormenti; è vero, non sempre le risposte che la vita ci dà son quelle che vorremmo, ma non serve abbattersi, chiudersi in se stessi perché solo se ci muoviamo, se decidiamo di non arenarci nelle nostre paure ma di inseguire sogni e speranze, sarà possibile scoprire che qualcosa di bello è in serbo anche per noi.

È facile smarrirsi per le vie di un mondo e di un’esistenza costellate di ostacoli, di deviazioni, di amarezze, di abbandoni, di imprevisti dolorosi, ma forse ci sono momenti della vita in cui perdersi diventa necessario perché solo così possiamo afferrare l’opportunità di ritrovarci, di metterci alla prova, accettare nuove sfide, lasciandoci alle spalle quelle zavorre che rendono lento il nostro cammino.
Una narrazione intensa e ricca di passaggi molto belli che, attraverso un ritmo calmo, - come lo è il protagonista, un trentenne dall’aria ingenuamente distratta, trasognata, di chi vive in uno spazio-tempo tutto suo -, un’atmosfera fatta di tenerezza, ci racconta una storia dolce e positiva, illuminata dalla magia della speranza e dell’amore, i cui colori gettano luce sui passi di Michele e di coloro che, nel corso di questo viaggio, lo affiancheranno lungo il cammino.
Consigliato, davvero un libro molto bello, che regala tante emozioni. 
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