Il mio abbonamento gratis a Kindle Unlimited terminerà il 22 maggio; dopo due mesi posso dire di averlo "sfruttato" meglio che ho potuto, e in questi giorni ci sto dando dentro per terminare i libri presi in prestito, nei pochi giorni che mi restano.
Ieri mi sono concessa la lettura di due graphic novel, che mi sono piaciute e che mi hanno messo una gran voglia di dare più spazio a questo genere.
La prima è di queste due letture è la più famosa, e senza dubbio anche molto apprezzata:
LA PROFEZIA DELL'ARMADILLO
di Zerocalcare
160 pp |
«Si chiama "profezia dell'armadillo" qualsiasi previsione ottimistica fondata su elementi soggettivi e irrazionali spacciati per logici e oggettivi, destinata ad alimentare delusione, frustrazione e rimpianti, nei secoli dei secoli. Amen.»
Il disegnatore di Rebibbia, Zero, una notte riceve una brutta notizia che - come di sovente gli succede quando ne riceve una, soprattutto se "luttuosa" - gli suscita una irrefrenabile risata che, lungi dal voler essere irriverente, gli sale su in gola come per esorcizzare la tristezza e la paura che altrimenti farebbero da padrone: Camille, una sua amica del periodo dell'adolescenza, è morta.
Non lo sa nemmeno lui come si sente; per essere triste, è triste, su questo non ci piove, e realizza pure che... deve dirlo a qualcuno, sente il bisogno di raccontare di questa perdita.
Ma è notte fonda e gli amici di sempre - Greta e Secco - non gli rispondono al telefono...
A fargli compagnia c'è, fedelissima, la sua coscienza in formato armadillo.
Il suo bell'Armadillo chiacchierone: lui sì che Zero non lo abbandona mai, anzi, e la sua presenza illusoria è parte integrante della quotidianità del giovane, incarnandone paure ed insicurezze.
E' proprio nel quotidiano di Zero che entriamo: Zero che è stato assunto in un'azienda spacciando competenze che non ha (che sarà mai?? siamo circondati da incompetenti, in ogni ambito e in ogni ufficio!); Zero che, mentre parla con qualcuno, la sua mente parte per la tangente e immagina scenari apocalittici popolati da zombie et similia; Zero che associa le persone attorno a lui - a cominciare da madre e padre - a personaggi famosi, con cui intrattiene brevi ma esilaranti botte e risposte.
Zero che ci riporta indietro nel tempo e dai nostri più vicini Duemila saltiamo ai mitici anni '80 attraverso flashback, e così conosciamo ad es. la storia dell'amicizia con la povera Camille, una ragazza solare ma che celava una natura anche un po' triste; è stata il suo primo amore, al quale il giovanotto non ha mai avuto il coraggio di dichiararsi, convinto che il suo immaginario "guardiano del tempo" stesse lì a ricordargli che non c'era fretta, poteva tranquillamente rimandare il momento della dichiarazione..., salvo poi capire che si era solo autoingannato e che il tempo che credeva di avere dalla sua parte, stava solo andando verso il proprio termine.
Zero è un protagonista che suscita molta simpatia, perchè in fondo siamo tutti un po' come lui, pieni di insicurezze, inclini (chi più, chi meno...: io tanto, ad es.) a farci pippe mentali assurde per qualsiasi problema, grande o piccolo, consapevoli di avere uno o più "mostri" appollaiati in qualche angolo della nostra mente e sempre pronti a spaventarci e a farci sentire sbagliati...!
Un fumetto molto bello - dai disegni ai testi -, che con ironia e sense of humor scava nella testolina del protagonista, facendo ora sorridere ora riflettere.
Avrei letto immediatamente altro di Zerocalcare, e sicuramente lo farò ^_^
Seconda graphic novel:
IL SETTIMO SPLENDORE
di Leonardo Favia & Ennio Bufi
127 pp |
Dieci anni prima, infatti, la sua cara mamma si è suicidata e
questa tragedia il giovane non l'ha mai superata.
Forse se imparasse a conoscerla meglio ricavando qualche informazione attraverso persone che l'hanno conosciuta, riuscirebbe a capire anche il perché del suo gesto... e chissà, a darsi pace lui stesso?
A Parigi Modì (che in realtà si chiama Guglielmo ma lui ama usare questo nomignolo, diminutivo di Modigliani, pittore amato dalla madre, artista anch'ella) conosce Henry, Gemma, Jakob, Isabelle, e con quest'ultima scatta anche un'attrazione che potrebbe trasformarsi in qualcos'altro.
Se non fosse che il pensiero fisso di Modì è far chiarezza sul passato della madre, e grazie all'incontro con alcune persone che hanno conosciuto molto bene la donna nel periodo parigino, e alla lettura delle pagine del diario materno, pian piano comincerà a mettere insieme le tessere del puzzle, venendo a conoscenza di verità sconcertanti.
Il pericolo di Modì è di farsi sopraffare dal dolore per il triste destino della madre, una donna bella, creativa, dallo spirito indipendente, ma evidentemente anche piena di fragilità e lati oscuri..: gli stessi che sente di avere anche lui e che gli impediscono di vivere con serenità, di apprezzare i rapporti umani e di lasciarsi andare ai sentimenti?
Prima che sia troppo tardi e che la ricerca del passato schiacci il presente, il tormentato Modì dovrà realizzare una verità che sua madre gli ha trasmesso:
"Non importa quanto desideri una cosa, se non sai quanto sei disposto a sacrificare. (...) A volte il sacrificio è lasciar andare qualcuno, accettare di essere messi da parte. Ma altre volte vuol dire solo continuare a combattere".
A volte amare può significare non trattenere, lasciare libero l'altro; ma ci sono situazioni in cui, se ci teniamo all'altra persona, dobbiamo avere il coraggio di mettere da parte paure e reticenze e combattere per conquistarla.
Un racconto carino, piacevole, sia graficamente che nei contenuti; forse la storia ha qualche elemento prevedibile e non originalissimo, ma mi è piaciuta l'atmosfera malinconica sullo sfondo parigino (che ha sempre il suo fascino).