Una formula segretissima, che potrebbe cambiare le sorti del futuro dal punto di vista ambientale, diventa oggetto di interesse da parte di personaggi senza scrupoli, che vorrebbero poterla utilizzare per i propri loschi scopi. Charlotte, la protagonista di questo giallo particolare e avventuroso, sta lavorando alla formula e farà di tutto per cercare di proteggerla, dovesse anche trovarsi sola contro tutti.
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mercoledì 28 luglio 2021
Recensione: GIALLO 238 di Paola Montorfano - REVIEW PARTY -
Una formula segretissima, che potrebbe cambiare le sorti del futuro dal punto di vista ambientale, diventa oggetto di interesse da parte di personaggi senza scrupoli, che vorrebbero poterla utilizzare per i propri loschi scopi. Charlotte, la protagonista di questo giallo particolare e avventuroso, sta lavorando alla formula e farà di tutto per cercare di proteggerla, dovesse anche trovarsi sola contro tutti.
giovedì 8 luglio 2021
Recensione: LA PERCENTUALE DELL'ANGELO di Orazio Santagati
LA PERCENTUALE DELL'ANGELO di Orazio Santagati
Algra Ed. 284 pp |
"...ineriva il tasso di opportunità inespresse e di potere non esplicato contenuto in ogni emozione e in ogni ricordo, l’ombra insondabile che accompagna ogni scelta, azione, sentimento, aspirazione, dolore (...). Dunque, anche se ogni emozione porta con sé un carico immenso di energia nervosa, il cervello umano tenderà sempre a intuirne solo una piccola parte, quella gestibile e convertibile in informazioni spendibili per la sopravvivenza. E il resto? Il resto viene archiviato da qualche parte nella coscienza come contenuto ambiguo, influsso misterioso...".
"...il fenomeno nostalgico era essenziale alla mia ricerca: La percentuale dell’angelo, che trattava di emozioni, tempo e ricordi, doveva passare per forza da quel sentimento."
giovedì 24 giugno 2021
** IV tappa del Blogtour ** "GIALLO 238" di Paola Montorfano: I PERSONAGGI
Ed eccoci, cari lettori, alla IV tappa del blogtour dedicato al romanzo di Paola Montorfano, Giallo 238.
Partiamo ovviamente dalla protagonista, Charlotte Castelli.
Charlotte vive a Milano e dirige uno dei più rinomati laboratori scientifici d'Europa e attualmente la sua più importante ricerca ha a che fare con l'uranio e con una formula che potrebbe dare una svolta green al nostro pianeta.
La donna è cresciuta sotto l'ala paterna; suo padre è un uomo d'affari che ha capito subito come sua figlia avesse la stoffa per intrattenere rapporti commerciali con pezzi grossi, funzionari governativi, insomma gente ricca sfondata che non esita a condurre affari sporchi per arricchirsi sempre più.
mercoledì 16 giugno 2021
PROSSIMAMENTE IN LIBRERIA (uscite Garzanti giugno 2021)
Dal 18 giugno in libreria sarà presente il seguito di EPPURE CADIAMO FELICI di Enrico Galiano: FELICI CONTRO IL MONDO (Garzanti, 432 pp, 18.60 euro, USCITA: 18 GIUGNO).
Incontrare di nuovo Gioia e Lo è un’emozione immensa, perché in fondo non ci hanno maiabbandonato.
Gioia ha sempre pensato che ci fosse una parola per dare un senso a tutto. Dove quelle che conosceva non potevano arrivare, c’erano quelle delle altre lingue: intraducibili, ma piene di magia.
Eppure, Lo e Bove conoscono davvero quella ragazza che non sorride quasi mai, ma che, quando lo fa, risplende come una luce; quella che, ogni giorno, si scrive sul braccio il verso della sua poesia preferita. Che a volte cade eppure è felice. È quella la Gioia che deve tornare a galla.
martedì 11 maggio 2021
Novità Frilli Editori: TI VERRO' A TROVARE IN SOGNO di Roberta Spadotto || IL BANCHIERE DI MILANO di Ippolito Edmondo Ferrario
Buongiorno, lettori!
TI VERRO' A TROVARE IN SOGNO di Roberta Spadotto
Fratelli Frilli Editori 220 pp 12.90 euro |
IL BANCHIERE DI MILANOdi Ippolito Edmondo Ferrario
Fratelli Frilli Editori 220 pp 12.90 euro |
A comporre il puzzle del noir un giovane politico, l’Onorevole Enrico Villa (detto “il bomber”), di idee molto vicine all’estrema destra, la “famiglia” Surace, con a capo Don Pasquale (e i suoi due figli), convinto che gli errori si paghino solo con il sangue, ma con una visione rivolta al futuro e al cambiamento al quale ci si deve inevitabilmente preparare.
In tutto questo mix di personalità così diverse tra loro, si affaccia un nuovo personaggio: Raoul Sforza, l'ultimo discendente di una nota famiglia di banchieri meneghini, maestro di alta finanza, mecenate e appassionato di musica rock al punto che è l’unica vera passione che riesce davvero a placare il suo animo inquieto.
A dare una svolta ai personaggi è l’arrivo nella vita del banchiere della giovane Viola, figlia di Paolo Fumagalli. Il padre è stato ritrovato morto assassinato dopo un breve rapimento finito in tragedia e, nelle sue ultime volontà, affida il destino della figlia e del suo patrimonio all’astuzia e al fiuto del noto banchiere meneghino.
Nato a Milano nel 1976, Ippolito Edmondo Ferrario è autore di numerosi saggi e romanzi. Tra le sue pubblicazioni più recenti ricordiamo le edizioni 2018, 2015 e 2013 di “Alla scoperta di Milano sotterranea” (con Gianluca Padovan, Newton Compton Editori). Per Fratelli Frilli Editori ha pubblicato “Il pietrificatore di Triora” (2006); “Triora, il paese delle streghe”; “Storia, itinerari, curiosità, gastronomia” (con Elisabetta Colombo, 2007); “Il collezionista di Apricale” (2007); “Le notti gotiche di Triora” (2009); “L’Antiquario di Brera” (2015); “Il demone di Brera” (2016) e “Ultimo Tango a Milano” (2018); La Gorgone di Milano (con Gianluca Padovan - 2019).
lunedì 7 dicembre 2020
Recensione: PENNY PORTAFORTUNA (Natale in città, vol 3) di Jill Barnett
A volte la vita mette a dura prova, e quando lo fa attraverso la perdita di persone care, può essere davvero molto difficile riprendersi dal dolore provocato dal lutto; e se lo è per gli adulti, figuriamoci per una bambina!
PENNY PORTAFORTUNA(Natale in città, vol 3)di Jill Barnett
trad. Isabella Nanni 89 pp |
domenica 23 agosto 2020
Recensione: "Storia di un abito inglese e di una mucca ebrea" di Suad Amiry
In questo libro, che è sì un romanzo ma racconta fatti realmente accaduti e di persone realmente esistite, Suad Amiry, con la grazia e l'ironia che le sono proprie, ci parla di amore, di dolore, di sopraffazioni, affidandosi alla forza dei ricordi di chi la Nakba (catastrofe) e la Shatat (diaspora) le ha vissute sulla propria pelle.
Storia di un abito inglese e di una mucca ebreadi Suad Amiry
Ed. Mondadori trad. S. Folin 240 pp 18 euro Giugno 2020 |
A mio padre.E a tutti coloro che sono mortinella diaspora, “fi il shatat”,mentre aspettavano di tornare a casa.
É il 1947 e a Giaffa - fiorente città della Palestina, con le sue strade affollate pervase dall'inebriante profumo di caffè, i suoi mercati vivaci e il suo mare pescoso, chiusa da distese immense di aranceti profumati - vive il quindicenne Subhi.
Il ragazzo lavora come meccanico ed è bravissimo e apprezzato da tutti, tanto che un giorno Khawaja Michael, un ricco imprenditore che esporta le famose arance di Giaffa in tutto il mondo, gli chiede di sistemargli una pompa d’irrigazione nella propria bayyara, la piantagione di arance; Subhi individua il problema e lo risolve in poco tempo, attirandosi i complimenti pieni di entusiasmo dell'uomo d’affari.
Questi, in segno di riconoscenza, gli fa un regalo: paga un sarto che gli confezioni un abito inglese in lana di Manchester.Certo, la "promessa sposa" è molto giovane (tredici anni) e forse il padre potrebbe non dare il permesso per le nozze, ma per Subhi questo non è un grosso ostacolo: lui è un sognatore e nella sua testolina già si vede a braccetto con la bella Shams, che lui è sicuro di sposare, un giorno.
Ma l'abito non è soltanto ciò che gli permetterà di fare bella figura con l'amata; rappresenta per lui anche una sorta di lasciapassare, grazie al quale egli si sente più sicuro di sé, matura una nuova consapevolezza di chi è e vuol diventare, e si sente pronto a frequentare la gente ricca della città, mescolandosi ad essa senza sentirsi inferiore.
"La paura prese il sopravvento. Uno strano silenzio calò sulla città come un drappo nero. C’era un’immobilità sospesa, un’oscurità appiccicosa che affaticava il passo, i gesti, i pensieri, e somigliava alla rassegnazione."
"Invece degli stormi di uccelli, a riempire il cielo di Giaffa nella sua ultima primavera fu una raffica di ventimila proiettili, che la colpirono al cuore per tre giorni consecutivi, indiscriminatamente, fino a metterla in ginocchio. (...) Caddero sugli ospedali e confusero i morti con i vivi e i bisognosi di cure.
(...) Nessun rumore se non quello che riempiva il cielo azzurro di grigio, di fumo, di morte. E morti e feriti furono abbandonati per strada. Gli altri, quelli che non restavano a terra, si davano alla fuga, come potevano. E allora sì, si sentivano voci e grida, ma soffocate: scappa, fuggi, mettiti in salvo, o entrerai anche tu nel regno dei morti. (...) E nel teatro di tanta distruzione si avvertiva il fruscio della paura, la violenza dei saccheggi, delle aggressioni, la vergogna delle rapine. Niente più acqua, niente luce, niente benzina. Non c’era un forno per fare il pane, non un negozio per comprare farina. La città era una macchina che aveva smesso di funzionare."
"Scomparso, pensava ossessivamente. È tutto scomparso. La sua famiglia, la sua casa, scomparse. I vicini, il quartiere, scomparsi. (...) E, soprattutto, era scomparsa Shams. A cosa gli serviva l’abito inglese adesso che sposarsi era diventato un sogno impossibile? (...)
Era scomparsa Giaffa, “la Madre dei Forestieri”. Adesso la straniera era lei. Il 9 maggio era stata dichiarata “città aperta”. Per Subhi quell’espressione evocava l’immagine di uno stupro. Sì, Yaffa ‘Arous el Bahar, Giaffa la Sposa del Mare, era stata violentata, disonorata."
«Maledetta la vostra mucca ebrea! Se ci punite per aver rubato una mucca, cosa vi meritate voi per aver rubato una nazione intera?»
"Avevano (...) imparato che passaporto e religione non hanno niente a che fare con la struggente bellezza delle anime generose."
"I loro figli, e i figli dei loro figli, si aggirano ancora oggi in quelle terre sconosciute, lontano da casa."
"Non sapeva se ciò che andava cercando fosse il suo passato o il suo futuro, ma una cosa era certa: il presente gli era insopportabile."
«Lontano da casa non si è mai a casa.» Ripeteva questa frase come un mantra. E poi aggiungeva: «A casa tua muori una volta sola. Ma fi il ghurbeh, in esilio, muori ogni giorno, per tutta la vita.»
Suad Amiry si è fatta hakawati, narratrice di una storia di amore e dolore; un dolore che va raccontato perché - anche se a volte le parole non danno conto appieno delle sofferenze provate - la Storia passa anche attraverso di esse, per questo le parole sono fondamentali per conservare la memoria di ciò che è stato.
domenica 16 agosto 2020
Le mie letture - agosto 2020
Due libri attualmente in lettura!
Il primo l'ho scelto non soltanto per l'argomento e per l'autrice, ma anche perchè attratta dal titolo particolare e curioso.
STORIA DI UN ABITO INGLESE E DI UNA MUCCA EBREAdi Suad Amiry
Ed. Mondadori 240 pp 18 euro Giugno 2020 |
Peccato che non siano tempi facili, tanto più per le storie d’amore: gli inglesi, che da oltre vent’anni amministravano la Palestina, dichiarano concluso il loro mandato e finiscono con il fomentare le già forti tensioni tra gli ebrei sempre più numerosi e i residenti palestinesi.
Suad Amiry ha saputo ascoltare i veri protagonisti di questo racconto, ha saputo narrare con sapienza e humour una promessa d’amore, ha saputo mettere nel cuore di un ragazzino la meraviglia di esistere e ha intessuto tutto questo dentro una delle pagine più drammatiche e meno note del secolo scorso.
I RICORDI NON FANNO RUMOREdi Carmen Laterza
Libroza 259 pp Luglio 2020 |
Bianca è una bambina allegra e vivace e vive con sua madre Giovanna in casa dei signori Colombo, presso i quali la madre fa la cameriera. La vita di Bianca è fatta di cose semplici: le torte della cuoca Ida, le confidenze con l’amica Maria, le fantasticherie sul padre mai conosciuto e morto da eroe nella Guerra d’Africa, e soprattutto la presenza rassicurante e affettuosa della madre.
Bianca lascia dunque Milano e se ne va con la madre nelle campagne del Pavese, dalla zia Augusta, dove pensa di poter cominciare una nuova vita.
Sullo sfondo di un’Italia divisa tra due guerre, quella ufficiale degli eserciti e quella clandestina dei partigiani, Carmen Laterza mette in scena una straordinaria parabola di formazione e resilienza, una storia in cui l’innocenza e la spensieratezza dell’infanzia lasciano il posto alla consapevolezza dell’età adulta e in cui, ancora una volta, il messaggio di rinascita e speranza è affidato a figure femminili profonde e indimenticabili.
sabato 20 giugno 2020
Recensione: DALLA PARTE DELL'ASSASSINO di Pietro De Sarlo
DALLA PARTE DELL'ASSASSINO
di Pietro De Sarlo
Altrimedia Ed. 228 pp 18 euro Maggio 2020 |
domenica 19 aprile 2020
Recensione film: "L'IMMORTALE" di Marco D'Amore
Da fan di Gomorra - La Serie, in attesa della quinta stagione, non potevo di certo perdermi la visione de L'Immortale, il film incentrato sull'amato personaggio Ciro Di Marzio e diretto da Marco D'Amore stesso; accanto a lui, Giuseppe Aiello, Salvatore D'Onofrio, Gianni Vastarella, Marianna Robustelli, Martina Attanasio, Nello Mascia.
"Ho campato tutta la vita con la morte vicino a me. Non ho paura di morire".
Non iniziano a chiamarti l'Immortale tanto per dare fiato alla bocca.
Il destino di Ciro Di Marzio è scritto e deciso sin da quando, piccolino, sopravvive miracolosamente tra i cumuli di macerie causati dal terremoto del 1980.
Quel Ciro bambino e indifeso adesso è un uomo; un uomo che è sopravvissuto a tanti agguati e tentativi di farlo fuori; del resto, se vivi all'insegna del doppiogioco e dei tradimenti, non puoi aspettarti altro che te la facciano pagare, prima o poi.
Ma se c'è una cosa che capiamo di questo antieroe, di questo criminale che ha scelto di seguire la via del Male anche a costo di grandi perdite, che sa essere spietato, cinico e violento, è che la determinazione che guida le sue azioni è, ormai, priva di paura: uno che ha già perso ciò che di più importante aveva - la famiglia -, non ha più nulla da perdere. C'è davvero qualcosa che può ancora fargli paura?
Eppure Ciro non è di certo un robot, non è una macchina da guerra senza sentimenti, e benché il più delle volte sembri anaffettivo e antiempatico, in realtà è costantemente angosciato e tormentato dai demoni e dagli errori del passato, che lo seguono ovunque vada.
Lo hanno seguito quando ha lasciato Napoli per andarsene ad espiare la proprie malefatte in Bulgaria (inizio terza stagione); lo hanno spinto già nella acque del Golfo di Napoli quando si è sacrificato per salvare l'amico fraterno Genny da Sangue Blu; gli restano attaccati addosso anche quando da quelle acque viene ripescato in fin di vita, e ancora quando lascia nuovamente Napoli per recarsi in Lettonia e occuparsi di spaccio di droga per conto di don Aniello, al servizio dei russi.
Qui rivede, dopo molti anni, Bruno, una persona che ha segnato la sua infanzia e la prima parte della sua vita.
Inevitabilmente si riaffacciano i ricordi e basta poco per tornare indietro nel tempo: Ciro ha dieci anni, è orfano e continua a sopravvivere, conducendo una vita fatta di espedienti insieme ad alcuni suoi coetanei, tra le pericolose strade di Napoli.
Come purtroppo spesso accade, questi ragazzini soli, senza una famiglia solida alle spalle che se ne prenda cura, finiscono per diventare facile preda dei criminali del posto, ed è ciò che succede anche al piccolo Ciro, che sarà pure magrolino ma è svelto, scaltro e già dimostra la grinta e la cazzimma che lo caratterizzeranno negli anni a venire.
Proprio perché sveglio e senza paura, pronto a ubbidire agli ordini dei grandi ai quali offre i propri "servigi", diviene il pupillo di uno di loro, Bruno (lo stesso che rivede a Riga, in Lettonia, anni dopo), il quale lo coinvolge nei propri illeciti affari e nella propria ambizione di non essere sottomesso ad altri ma di poter gestire attività criminali da solo.
Bruno è fidanzato con Stella, una bella ragazza con la passione del canto, e Ciro vede in questa coppia di amici quella famiglia che lui non ha mai avuto.
Ma ancora una volta dovrà fare i conti con la dura e crudele realtà di Secondigliano, con una vita che non fa sconti a nessuno, neanche a un bambino.
La narrazione del passato - nel quale veniamo a conoscenza dell'infanzia e dell'educazione criminale dell'Immortale, e che offre elementi capire come si è evoluto il personaggio e come certe cose del passato non l'abbiano mai abbandonato, anzi, abbiano contribuito a renderlo l'adulto che è - si incrocia con il presente, che vede un duro e distaccato Ciro alle prese con lo sporco business della droga e al centro di una faida tra criminali lettoni, e dove conoscerà altri napoletani, tra i quali c'è, appunto, Bruno.
Come è inevitabile in un mondo marcio come questo, Ciro sa di non potersi fidare di nessuno, che deve continuamente guardarsi le spalle e ricordarsi che il nemico non va mai lasciato vivere (del resto, lo chiamano Ciro l'Immortale, non Ciro "il misericordioso").
Come dicevo all'inizio, ci tenevo a vedere questo film di Marco D'Amore e, sin da da quando era venuta fuori la notizia, mi incuriosiva molto l'idea di questo spin-off, di un capitolo dedicato interamente al suo personaggio (mi piace che l'abbia diretto lui stesso), che ho sempre trovato interessante, enigmatico, ambiguo, e che affascina proprio per la sua complessità: dietro lo sguardo duro e cupo e dietro i suoi silenzi eloquenti, c'è un uomo che paga ogni giorno dentro di sé il peso di scelte e sbagli, e ancora più in fondo, c'è un bambino (interpretato da un bravissimo ed espressivo Giuseppe Aiello), che ha dovuto contare sulla propria forza e intraprendenza per farsi strada in un mondo di adulti senza scrupoli.
Il film si colloca tra la quarta e la quinta stagione della serie e infatti il finale apre nuovi scenari in vista del prossimo appuntamento con Gomorra.
giovedì 19 marzo 2020
Recensione: IL LIBRO NASCOSTO di D. M. Pulley
IL LIBRO NASCOSTO
di D. M. Pulley
Amazon Crossing trad. R. Maresca 457 pp |
Jasper è un bambino intelligente e abbastanza ubbidiente: conosce bene sua madre e sa che quando lei decide e ordina qualcosa, lui non deve fare storie e non deve azzardarsi a discutere, altrimenti sono guai.
Althea è una mamma decisa, dai modi spicci, che alterna momenti e gesti affettuosi con altri sgarbati nervosi, al limite dell'isteria; Jasper è avvezzo agli sbalzi d'umore della madre e sa che, se c'è una cosa che la manda in collera, sono le domande del figlio: non gli è concesso farne né tanto meno protestare.
Questa regola fondamentale deve ricordarsela ancor più ora che starà per un po' di tempo dallo zio: se non vuole irritarlo, Jasper deve tenere la bocca chiusa e le orecchie bene aperte.
Lei, Althea, tornerà il prima possibile a riprenderlo, ma prima deve sistemare una cosa da sola e chiede al burbero fratello contadino di prendersi cura per un tempo imprecisato del nipote, e di stare attento a lui, di "proteggerlo".
Da chi o da che cosa? C'è forse qualcuno che vuol fare del male ad Althea e anche a Jasper?
Le prime domande cominciano ad affollare la mente confusa e impaurita del ragazzino, che si accorge ben presto di come gli adulti attorno a lui non abbiano alcuna intenzione di fornirgli le risposte che cerca: la madre è scappata senza dire né perchè né dove fosse diretta né se avesse intenzione davvero di tornare.
Zio Leo, di poche parole e piuttosto ostile nei confronti della sorella (di cui ha una pessima opinione), non è proprio il tipo con cui intrattenere conversazione, tutto dedito com'è ai faticosi lavori della fattoria; zia Velma - la moglie di Leo - è buona e comprensiva, ma non sembra possedere informazioni utili; Wendell - il papà di Jasper - è disperato dalla scomparsa della moglie, anche se non pare esserne enormemente sorpreso, ma soprattutto non ha nulla da dire al figlio, se non un generico e poco rassicurante: "Andrà tutto bene, figliolo".
Insomma, nessuno sa dove sia andata la madre, ma Jasper ha un disperato bisogno di vederla e non si arrende davanti al silenzio dei grandi.
"il libro pesava dei segreti della madre. O forse erano soltanto bugie..."
"Non ficcare il naso negli armadi altrui, figliolo. Gli scheletri che ci sono dentro possono essere davvero cattivi".
"La verità è strana, Jasper. A volte riesci a credere soltanto a quello a cui sei disposto a credere".