lunedì 2 giugno 2014

Recensione: LE LUCI NELLE CASE DEGLI ALTRI di Chiara Gamberale



Recensione di inizio settimana!!

LE LUCI NELLE CASE DEGLI ALTRI

di Chiara Gamberale

Mondadori
20 euro
392 pp
2010
Trama

Mandorla è la bambina felice di una ragazza madre piena di fantasia. Maria, la mamma, lavora come amministratrice d'immobili e ha lo speciale dono di trasformare ogni riunione condominiale in toccanti sedute di terapia di gruppo...
Quando un tristissimo giorno Maria muore cadendo dal motorino, i condomini di via Grotta Perfetta 315, quelli che più le volevano bene, scoprono da una lettera che proprio nel loro stabile la piccola Mandorla è stata concepita... ma su chi sia il padre, la lettera tace. Proprio perché con tutti Maria sapeva instaurare un legame intenso, nessun uomo tra i condomini si sente sollevato agli occhi degli altri dal sospetto di essere il padre di Mandorla.
È così che verrà presa la decisione di non fare il test del DNA su Mandorla, e stabiliscono di crescere la bambina tutti assieme.
È questo il fatale presupposto di una commedia umana che, con l'alibi del paradosso, in realtà ci chiama in causa tutti.
E mentre, di piano in piano, Mandorla cresce, s'innamora, cerca suo padre e se stessa, ci si avventura con lei verso rivelazioni luminose e rivelazioni scomode, si assiste a nuove unioni e a separazioni necessarie
.

 

il mio pensiero

Mandorla ha 17 anni e si è messa nei guai.
A voler essere precisi, tutta la sua vita, sin da quando è nata (anzi, no: dal concepimento), sembra avere i tratti di “un grosso guaio”.
Sua madre Maria è morta quando lei era solo una bambina e da allora Mandorla è vissuta all’interno del condominio in cui viveva con la mamma, accudita dal resto dei condomini, tutti diversi l’un dall’altro e anche un po’ strani, ma a modo loro affezionati a Maria e alla figlia.
Ci sono Paolo e Michelangelo, due omosessuali che vivono insieme, che cercano in tutti i modi di far valere i propri diritti e la propria libertà di amarsi; c’è la anziana, generosa e piagnucolosa Tina Polidoro, colei che adotterà formalmente Mandorla alla morte di Maria; ci sono i coniugi Cesare e Giulia Barilla, con i loro figli Matteo e Giulia; c’è la saggia Caterina con il marito Samuele; e poi Lidia – filosofica e chiacchierona – insieme all’eterno fidanzato Lorenzo.

Tutti occupati a prendersi cura di questa bambina, spaurita, magrolina, taciturna.
Sola.

Maria, sua madre, era una giovane donna benvoluta da tutti in condominio – per la sua vitalità e spontaneità - e la sua morte (in seguito ad un incidente) turba e rattrista tutti; ma non quanto riesce a fare la sua lettera d’addio alla figlioletta.
Lettera in cui l’allegra Maria dichiara che Mandorla è frutto di una fugace relazione sessuale con uno degli uomini del condominio…

La lettera spiazza tutti perché la domanda sorge spontanea: di chi si tratta?
Chi ha tradito il proprio partner con Maria, e quindi chi è il papà della piccola Mandorla?

Una lettera, dunque, che non potrà che scatenare litigi, dubbi, sospetti, che potrebbero mettere in bilico e a rischio dei matrimoni….; a meno che non ci si esoneri dal fare il famoso test del DNA.
Eh sì, perché l’unico modo per star tranquilli in via Grotta Perfetta 315 è astenersi dal sottoporsi all’esame del DNA e decidere di prendersi Mandorla in casa un po’ ciascuno, di anno in anno.
Come se fosse figlia di tutti.

E così, tra tantissimi flashback - che ci raccontano “cosa è accaduto prima” a tutti gli abitanti dei cinque piani - e ritorni al presente, in cui l’adolescente Mandorla ci racconta, dalla cella in cui è finita, come lei ha vissuto la sua infanzia nello strambo condominio, il lettore conosce pian piano tutto il contesto in cui le vicende si svolgono, e per ogni uomo presente non potrà non domandarsi: è forse lui (Matteo, Samuele, Lorenzo, Michelangelo) il padre di Mandorla, che è così vigliacco da non farsi avanti e non dichiarare: ”Sono io che ho fatto l’amore con Maria, tanti anni fa, nell’ex-lavatoio”?

Seguiamo le vicende di Mandorla, i suoi pensieri, i suoi sentimenti, i dubbi, le paure, il senso di inadeguatezza rispetto ai propri coetanei (che lei chiama gli Altri Della Mia Età), la solitudine, la mancanza della mamma ma anche del papà, di cui lei ovviamente non sa nulla.

Mandorla è intelligente e sensibile, ma anche molto insicura e cresce circondata da tante persone che, in un certo senso, le fanno sì da mamma e papà, ma che non lo sono, in realtà, e che anzi le stanno nascondendo “quella importante informazione”.

Il lettore segue le elucubrazioni della ragazza, i suoi innamoramenti, la voglia di essere bella e amabile come lo sono le altre della sua età (ed in particolare l’amica del cuore Eva, bella e vivace, che fa, dice e si veste sempre nel modo giusto), il desiderio di piacere ai ragazzi (a Matteo Barilla, in particolare), il suo diventar grande, imparando ad amarsi, a comprendere gli altri e a perdonarli, se è necessario.
Il desiderio, il bisogno, la voglia, la necessità... di essere amata, di essere parte di una famiglia.
E il condominio di via Grotta Perfetta è l’unica famiglia di Mandorla, con i suoi pregi e i suoi tanti difetti.

Scritto in prima persona, quando è Mandorla la narratrice, ed in terza quando l’Autrice ci fa fare un salto in dietro per farci entrare nelle “case degli altri”, la narrazione l’ho sentita a tratti un po’ disordinata, “a singhiozzi” (cosa che, molto probabilmente, non è a caso, anzi è voluta), per il fatto che si salta di qua e di là, da un personaggio all’altro, da un anno all’altro; il linguaggio e lo stile della narrazione riflettono la stranezza e la stramberia dei personaggi, oltre che la confusione e la complessità degli anni dell’adolescenza vissuti dalla protagonista.
C’è da dire che l’autrice è efficace, a mio avviso, nel farti entrare nel condominio, immergendoti nelle singole storie fino ad accompagnarti in un finale a sorpresa, che spiazza, stupisce e che personalmente non avrei mai immaginato.

Nel complesso, l’ho letto con interesse, scorre con sufficiente vivacità e non mi priverò di un eventuale secondo approccio con quest’Autrice.

domenica 1 giugno 2014

Novità: Passaggio a Bombay di Sue Gee



leggendOrientale

Una saga familiare
Una storia d'amore nata in India

PASSAGGIO A BOMBAY
di Sue Gee


Ed. Newton Compton
R. Prencipe,
F. Noto
448 pp
14.90 euro
2014
Trama

1944. Will e Flo Sutherland si sono conosciuti e sposati in India, un paese che entrambi hanno molto amato.
Ma ora la guerra e il crollo dell’Impero britannico li costringono a tornare in Inghilterra. 
Qui provano a rifarsi una vita nella splendida campagna del Devonshire, eppure le loro aspettative vengono ben presto spazzate via dalla realtà dei fatti: il duro lavoro nei campi mina l’incerta salute di Will, e Flo non riesce a barcamenarsi tra la famiglia e il suo desiderio di dedicarsi alla scrittura. 
E negli anni seguenti, mentre i loro figli crescono, i Sutherland dovranno affrontare altre prove, che metteranno in discussione tutte le loro certezze. 
Riusciranno Will e Flo a restare insieme, nonostante i conflitti, i malintesi e le piccole grandi tragedie che riempiono la loro quotidianità? 

Passaggio a Bombay è un appassionante e struggente affresco di una famiglia inglese attraverso tre decenni, un emblematico e vivido spaccato delle gioie e dei dolori che ci riserva la vita.

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Coming home


L'autrice.
Sue Gee, già autrice di nove romanzi – tra cui The Mysteries of Glass, selezionato per l’Orange Prize – e di una raccolta di racconti, dirige il corso di scrittura Write to Life e insegna alla Faber Academy. Vive tra Londra e l’Herefordshire
.

Recensione: VALERIE SWEETS. LA GENTE MI CHIEDE PERCHE’ BEVO di Manuel Marchetti



Recensione domenicale...:

VALERIE SWEETS. LA GENTE MI CHIEDE PERCHE’ BEVO
di Manuel Marchetti

Valerie Sweets copertina ebook
Nativi Digitali Edizioni
Pagine: 188
Prezzo: 0.99€
Genere: Urban Fantasy, Thriller
Dura la vita per Valerie Sweets, tenente nella Polizia di Cold Hill che ogni giorno deve tenere a bada criminali e maniaci. È proprio per questo che beve, e tanto: per dimenticarsi delle pallottole, sparate e ricevute, e per cacciare via i fantasmi. Ed è proprio al Rusty Bar, il posto dove ama sbronzarsi, che inizieranno le grane serie per Valerie, che stavolta non si troverà contro i soliti scagnozzi e gangster, ma un nemico ben più temibile…

Sangue, sacrificio e tanti bossoli sul pavimento: questi sono gli ingredienti di “Valerie Sweets – La gente mi chiede perché bevo”, che vi introdurrà al caratterino dell’omonima protagonista, una “sbirra buona” con il vizio del whiskey e la cattiva abitudine a trovarsi in mezzo a storie più grandi di lei. Così, in questo primo capitolo della sua trilogia, Valerie vi racconterà le sue disavventure tra gang di farabutti vendicativi e colleghi troppo premurosi, ma addirittura fotografie che predicono il futuro e la consapevolezza che c’è qualcuno che non vede l’ora di raggiungere il nostro mondo per farlo diventare un vero inferno.

Non è il solito poliziesco, non è il solito fantasy, la storia di Valerie Sweets è entrambe le cose e molto di più. La volete scoprire? Preparatevi un bel bicchiere di roba forte, ne avrete bisogno… o altrimenti offritelo a lei, non rifiuterà.




Valerie Sweets: un nome così dolce che mal si addice alla protagonista di questo paranormal (che sfocia nell’horror, quasi) che inizia in modo “normale”, nel senso che è collocato nel nostro mondo.
Più o meno normale.
Eh sì, perché è proprio la parola normalità che – come dolcezza – attribuita a Valerie non sai mai che significato potrà assumere.
Perché Valerie tutto è fuorchè normale.
Anzitutto, è una sbirra, una poliziotta (col grado di tenente) di Cold Hill, ed è pure brava; sa fare il proprio lavoro, perché è decisa, determinata, senza peli sulla lingua, “tosta”, capace di mettere a tappeto più di un delinquente, nonostante sia una donna.
Una donna che però non mostra mai la propria femminilità; ama l’abbigliamento punk e il trucco dark/gothic, come nera e gotica è anche la sua anima, la sua personalità.
È un tipo solitario, poco incline ai rapporti sociali (che sia sul lavoro, in amore o in amicizia), della sua famiglia non ci vien detto praticamente nulla; la sua vita ruota attorno a due cose: il lavoro.. e l’alcool.
Eh già perché l’efficiente e sveglia poliziotta Valerie ha un “piccolo” difetto: beve..!
Ma non un bicchiere ogni tanto – magari con un collega o un’amica… -, bensì intere bottiglie, e da sola!! Anzi, è consigliabile non darle noia mentre è nel pieno della bevuta, perché tanto vi accorgerete subito che è poco socievole.
Siede al solito bancone del solito bar “Rusty Bar” e lì ci da sotto con il suo caro whiskey…
E non smette di versarsene nel bicchiere finché non è fradicia d’alcool, tanto da non riuscire quasi più ad alzarsi.
E la gente (barista compreso) – che immancabilmente non si fa i fatti propri! -  le chiede perchè beve.
Forse gli altri vedono una donna giovane, magari carina, sola… e non capiscono che problemi può mai avere per affogare completamente in una bottiglia di whiskey.

Ed è proprio a partire da questa domanda che la cara Valerie ci racconta le sue mirabolanti avventure.
Avventure che – unite al già complicato e pericoloso mestiere del poliziotto – spiegano come mai lei si serva dell’alcool per dimenticare.
Dimenticare cosa?
Beh, anzitutto le malvagità, le depravazioni e tutti i problemi annessi al proprio lavoro; non è facile avere a che fare ogni giorno con stupratori, delinquenti, spacciatori, uomini violenti, prostitute, omicidi e furti…. Insomma, è facile cadere in depressione, sentirsi frustrati ed impotenti davanti a tanto male e a tanto “schifo” (scusate il termine), sapere di dover combattere quotidianamente contro tutto questo con la consapevolezza che domani le cose non saranno migliorate.
Però intanto si fa lo stesso, perché nonostante il carattere bizzarro, solitario, il modo di pensare anche un po’ cinico, Valerie è una sbirra coscienziosa, che ci tiene davvero al proprio lavoro, che crede davvero nella necessità di “spazzar via” i delinquenti e cercare di proteggere gli innocenti.
Ma non è affatto semplice, ok! Quindi qualche aiutino, tanto per sapere come comportarsi, male non farebbe.
E questo aiutino dall’alto a un certo punto arriva davvero…

Ed è qui che la sfera della realtà si intreccia con quella dell’irrealtà, del paranormale.

A contattare la povera e stanca sbirra alcolizzata è un’amica sconosciuta, che si presenta a lei tramite fotografie “piovute” dal cielo, che mostrano ad una scettica Valerie momenti della sua vita futura, cose che stanno per accadere da lì a qualche minuto.
Insomma, piccoli accorgimenti utili a salvare la vita della stessa Valerie, che per natura e professione non è propriamente lontana dai pericoli.

Io non vorrei rischiare lo spoiler, quindi preferisco fermarmi qui con gli elementi relativi alla narrazione e vi invito a leggere il romanzo e a gustarvelo da soli.

Valerie ci racconta in prima persona, un po’ come se ci facesse una confidenza, raccontandoci di sé e della sua vita avventurosa, seduti al bancone di un bar tranquillo, con davanti qualcosa da bere, mentre davanti ai nostri occhi scorrono le immagini, vivide e vivaci, delle incredibili esperienze da lei vissute a causa tanto di esseri umani perversi (che di umano hanno ben poco, ormai), quanto di esseri extra-terrestri, che sanno dimostrarsi, però, non meno spietati e feroci delle persone

Ironico, caustico, pungente, senza peli sulla lingua, colorito (quando ci vuole, ci vuole), nudo ed essenziale è il linguaggio che l’Autore mette sulla bocca della narratrice-protagonista; vivaci, dinamiche, ricche di azioni, surreali ( non mancano le scene  splatter), con diversi momenti di suspense, scene da “combattimento” corpo a corpo, frenetiche… sono le situazioni e gli episodi narrati, che seguono un ritmo veloce, quasi lasciando il lettore senza fiato.

Devo dire che mi ha catturata, non sono riuscita a non terminarlo subito perché ero molto curiosa, via via, di seguire lo svolgimento degli eventi, di capire cosa avrebbe fatto Valerie – il cui “approccio” al lettore/interlocutore è molto diretto e ci sembra davvero di averla davanti a noi a raccontare tutto -  davanti al nemico, umano e non.
Vi avverto: ci sono i demoni, si parla di poteri paranormali, di essere cattivoni che ce l’anno su con noi poveri ed ignari umani; tutti elementi, quindi, che alcuni potrebbero ritenere già utilizzati ampiamente e che di per sé non costituirebbero una novità; al che, mi viene da riflettere che, del resto, mi pare pur giusto che ci siano, nel genere letterario in questione: di cosa deve parlare un paranormal fantasy? Di come cucinare le orecchiette baresi?
La storia e lo stile (e il soggetto protagonista!) sono assolutamente piacevoli, divertenti, originali, non ci si può annoiare, a mio avviso, e Valerie a me sta troppo simpatica!!

Detto questo, non solo vi invito nuovamente a leggerlo, ma vi anticipo che tra non molto avrete il mio parere anche sul secondo libro della trilogia su Valerie Sweets (“I supereroi non esistono”).

sabato 31 maggio 2014

Dietro le pagine di "Dove sussurra il mare"



E dopo avervi illustrato l'anteprima "Dove sussurra il mare" di Yvette Manessis Corporon, scopriamo insieme cosa c'è dietro il libro e la sua storia.
E' l'Autrice stessa a svelarcelo!





Ciò che leggiamo spesso è frutto della fantasia dell'Autore ma altre volte quest'ultimo trae ispirazione da storie/situazioni/persone reali, di cui ha avuto conoscenza diretta o indiretta.

La rubrica "Dietro le pagine" prende nome e idea da una presente nel blog "Itching for books" e cercherà di rispondere (cercherò di darle una cadenza settimanale, sempre in base alle piccole ricerchine che riuscirò a fare) a questa curiosità: Cosa si nasconde dietro le pagine di un libro? Qual è stata la fonte di ispirazione?".

"Dove sussurra il mare" è una storia ispirata dalla mia famiglia e dalla magica Grecia, che ancora chiamiamo "la nostra casa".
Appena sette miglia dalla più grande e principale delle isole greche - Corfù -, Erikousa non è più grande di un granello di polvere su una mappa  ma per me e tutti quelli che la visitano, essa è un vero paradiso.
Io vi trascorso delle estati idilliache, facendo il bagno nel Mar Ionio, a ballare la danza del ventre, a canticchiare canzoni popolari con decine di miei cugini, e seduta davanti al fuoco, ipnotizzata dalle storie di spiriti che vagano per sentieri sterrati di nott, per proteggere Erikousa e coloro che la amano.

La mia nonna Yia - yia amava condividere storie di vita sull'isola, raccontare di come le cose fossero difficili quando, da giovane mamma, è stata lasciata sola ad Erikousa perchè mio nonno aveva lasciato l'isola per andare a lavorare nei ristoranti di New York. Il suo intento era risparmiare denaro e tornare dalla sua famiglia. Ma quando scoppiò la guerra, non potè tornare in Grecia e nonna rimase sola con due figli e senza marito in quegli anni difficili.

Ma di tutte le storie che mia nonna amava condividere, ce n'era una, che mi è rimasto nel cuore: la storia di Savas e le sue ragazze.

Nel giugno del 1944, appena due giorni dopo che le forze alleate erano sbarcate in Normandia, i nazisti, che stavano occupando Corfù, arrestarono tutti gli ebrei dell'isola mandandoli ad Auschwitz. In una comunità di 2000 ebrei, solo circa 200 sono sopravvissuti. Uno di loro era Savas.

Savas era un sarto e un amico per molte delle famiglie a Erikousa; viveva appena fuori dal quartiere ebraico di Corfù e questo probabilmente ha contribuito a salvare la sua vita.
Quando i nazisti rastrellarono gli ebrei dell'isola, egli, insieme con le sue 3 figlie e una nipote, fuggì a Erikousa.

Nonostante il fatto che i nazisti decretarono che chiunque avesse aiutato gli ebrei sarebbe stato ucciso, nessuna persona di Erikousa disse ai tedeschi che una famiglia ebrea era nascosta sull'isola. A rischio della propria vita, e delle loro famiglie, non una sola persona ha svelato il segreto di Savas.

La mia nonna Yia - yia divenne particolarmente cordiale con una nipote di Savas, Rosa.
Mio padre, che a quel tempo aveva 9 anni, ricorda come fosse felice Yia - yia quando Rosa andò a trovarla di notte, col favore delle tenebre, quando era più sicuro per lei lasciare il suo nascondiglio. Insieme, Rosa e Yia - yia parlavano e cucivano fino a notte fonda.

I tedeschi non occuparono mai Erikousa ma sarebbero venuti ogni poche settimane a cercare casa per casa gli ebrei fuggiti. La gente di Erikousa avvertivano Savas ogni volta che vedevano tedeschi e Savas e le ragazzefuggivano verso l'altro lato dell'isola a nascondersi in una casa abbandonata.
Di volta in volta, gli isolani andavano a visitare Savas di notte, senza candele o luci, per non allertare i nazisti, portando così e portare cibo e rifornimenti alla famiglia ebrea.

La gente di Erikousa condivise quel poco che aveva e rischiò la propria vita senza esitare perché erano brave persone, ed era la cosa giusta da fare. Non ci furono premi, riconoscimenti e onorificenze per gli isolani dopo la guerra. La famiglia di Savas è sopravvissuta e la vita sull'isola semplicemente andò avanti.

Spero che in qualche modo, Dove sussurra il mare possa finalmente aiutare gli altri a riconoscere la bellezza e il coraggio della gente di Erikousa. E' una storia che sono onorato di raccontare, e una sono orgoglioso di far parte di quest'isola che è come una famiglia.

Come Arachne al suo telaio, ""Dove sussurra il mare" è un arazzo della mia vita realizzato da ricordi, leggende, storie e relazioni per me sacre.

http://yvettecorporon.com/ (tradotto da me)

RomanticAnteprima: DOVE SUSSURRA IL MARE di Yvette Manessis Corporon



Magica e dolce anteprima....!
Che ne pensate?

DOVE SUSSURRA IL MARE
di Yvette Manessis Corporon

Ed. Newton Compton
352 pp
15 euro
USCITA 19 GIUGNO
2014
Trama
Daphne è una giovane donna di origini greche, che vive a New York, dove gestisce un ristorante di successo.
L’amore sembra aver bussato di nuovo alla sua porta, dopo il grande dolore che l’ha segnata: sta infatti per risposarsi con Stephen, un uomo d’affari che le dà sicurezza e tranquillità.
Le nozze si celebreranno a Erikoussa, un’isoletta vicino a Corfù, dove da piccola trascorreva le vacanze insieme alla nonna, la sua Yia-yia.
È lei che le ha insegnato a conoscere la natura di quella terra, i suoi antichi miti, le sue leggendarie tradizioni.
Ritrovare l’adorata Yia-yia, che non vede da anni, risveglia in lei il profondo legame con la Grecia e le fa percepire improvvisamente una grande distanza dal mondo di Stephen.
La personalità della nonna, la sua magica sensibilità in grado di udire e interpretare i sussurri che arrivano dal mare e si perdono tra le fronde dei cipressi le ricordano un’infanzia felice sull’isola, così diversa dalla frenetica vita della metropoli.
E l’incontro inatteso con Yanni, un misterioso, coltissimo pescatore, la mette di fronte a una scelta difficile e decisiva.

Buy When The Cypress Whispers
When the cypress whispers
L'autrice.
Yvette Manessis Corporon scrittrice e produttrice, vive a New York. L’autrice è al suo esordio ma ha già vinto un Emmy Award. I diritti di traduzione di Dove sussurra il mare sono stati venduti in Grecia, Germania, Polonia, Norvegia, Olanda, Brasile, Russia e Serbia.

venerdì 30 maggio 2014

Un libro in più...!!!



Ed ecco la mia ultima new entry, per la quale ringrazio Glinda di "Atelier dei libri" (giveaway).

VOLEVO ESSERE AUDREY HEPBURN
di Valentina Valentinuzzi


978-88-541-6064-4
Ed. Newton Compton
320 pp
9,90 euro
Trama

E se la tua vita si trasformasse all'improvviso in un film romantico?

Viola Parini ha trent’anni, vive a Roma e sogna di diventare sceneggiatrice di commedie romantiche. 
Dopo lo shock per la fine di una storia, proprio quando le sembra che la sua vita stia andando a rotoli, è invece in arrivo qualche sorprendente novità. 
Si trasferisce in una nuova casa dove, con l’aiuto di un’amica e della nonna Miriam, organizza cene raffinate per ospiti selezionati. Nasce così il Cous cous club. 
Come se non fosse abbastanza, Viola ottiene un colloquio con la presentatrice TV più famosa del momento: Zazie Bernardi. 
Donna pratica, potente e sagace, Zazie arruola Viola nella sua trasmissione A letto con Zazie, un salotto spregiudicato dove ogni notte si parla di eros, senza tabù. 
Ma quando Viola riesce a ottenere una rubrica tutta sua, Il cappello di Audrey Hepburn, e si trova a dover fare i conti con il giovane e affascinante direttore di rete, è chiaro che Cupido è pronto a ripresentarsi nella sua vita, quando lei meno se lo aspetta…


L'autrice.
Vanessa Valentinuzzi è nata a Roma, dove si è laureata in Lingue e Letterature straniere. Si è specializzata con una seconda laurea come traduttrice e interprete. Lavora come traduttrice e ha la passione per i tacchi a spillo, la corsa e la cucina. Nel 2011 ha esordito con il suo romanzo Volevo essere Coco Chanel.

INTERVISTA A SOFIA DOMINO, AUTRICE DI "COME LACRIME NELLA PIOGGIA"



Buongiorno carissimi lettori!!
Questo è un appuntamento speciale perchè siamo nel mondo delle interviste con gli autori...!
Anzi, per essere precisi, con un'Autrice, già ospitata nel blog...!
Sto parlando di Sofia Domino e del suo secondo romanzo, "Come lacrime nella pioggia" (RECENSIONE), legato ad un'importante iniziativa di cui vi ho parlato più volte nei giorni scorsi.

  1. D. Ciao Sofia! Anzitutto grazie per essere di nuovo qui su Chicchi di pensieri, insieme a me e a quanti ci stanno leggendo!
    Grazie di cuore a te per questa opportunità, e un saluto a tutti coloro che ci stanno leggendo!
  2. D: "Come lacrime nella pioggia" è il tuo secondo romanzo pubblicato e ancora una volta hai deciso di affrontare una tematica quanto mai reale e forte. In "Quando dal cielo cadevano le stelle" hai collocato la tua storia nel difficile contesto della Seconda guerra Mondiale e della persecuzione degli Ebrei. In questo secondo libro, invece, trasporti il tuo lettore in un Paese esotico, tanto affascinante quanto vasto e non privo di diversi aspetti "negativi".
    Cosa ti ha spinta a scegliere l'India come ambientazione della tua storia?
    Adoro parlare di tematiche forti e scrivere di argomenti che, secondo me, meritano di avere una voce, come la persecuzione degli ebrei nel mio romanzo d’esordio “Quando dal cielo cadevano le stelle” e come le condizioni di vita delle donne in India in “Come lacrime nella pioggia”.
    Nonostante l’India mi abbia sempre affascinata, ho deciso di scrivere “Come lacrime nella pioggia” in maniera molto naturale. Ricordo che stavo navigando su internet quando m’imbattei in alcune fotografie che ritraevano bambine, ragazze e donne impegnate a manifestare. Alzavano dei cartelloni al cielo e nei loro occhi era impressa la forza e il coraggio. Ammiro molto le persone forti e indipendenti, e subito mi sono chiesta per che cosa stessero manifestando quelle donne indiane.
    Ecco come, giorno dopo giorno, mi sono ritrovata catapultata in una realtà di cui non potevo rimanere indifferente.
    L’India è definito dalle Nazioni Unite il Paese peggiore in cui nascere donna. Nascere donna è in India è la tua condanna. Una bambina indiana, solitamente, non raggiunge il quinto anno di età. Si stima che ogni venti minuti una ragazza indiana sia violentata...
    Ancora oggi le ragazze – specialmente nei villaggi rurali – sono obbligate a interrompere gli studi per sposarsi con uomini che non conoscono, sono vendute a delle aste, sono picchiate… Le donne in India non sono nessuno.
    Come potevo rimanere indifferente davanti a tutto questo? Prima di scrivere “Come lacrime nella pioggia” mi sono chiesta se avessi materiale a sufficienza per trasformare le mie idee in romanzo, e quando ho scoperto che potevo trovare numerose informazioni e leggere testimonianze, ho capito che questo sarebbe stato il mio secondo romanzo, anche se sia “Come lacrime nella pioggia” sia “Quando dal cielo cadevano le stelle” sono stati scritti senza pensare a una pubblicazione. Ma adesso sono molto contenta di aver pubblicato anche “Come lacrime nella pioggia”, di accendere i riflettori sull’India, su tutte quelle bambine, ragazze e donne che meritano una vita migliore.
  3. D: Quando hai deciso di incominciare a scrivere un libro impegnativo come questo - in cui la violenza sulle donne indiane e le loro condizioni di vita davvero terribili sono poi il fil rouge della storia -, come ti sei mossa nelle tue ricerche per poter presentare delle vicende che fossero il più possibile vicine alla realtà?
    Prima di scrivere “Come lacrime nella pioggia” ho svolto numerose ricerche e ho raccolto altrettante testimonianze. Volevo che il lettore potesse sentirsi in India, immerso nei colori e nei sapori del Paese. Ho cercato numerose informazioni sulle varie città indiane, e naturalmente su Kailashpur, il villaggio rurale in cui si svolge gran parte della storia.
    Per quanto riguarda il personaggio di Asha, ragazzina indiana quindicenne, ho dovuto svolgere un lavoro molto attento. Lei è la “portavoce” di tutte le ragazzine che vivono in India. I suoi modi di parlare, pensare e reagire sono ispirati a testimonianze di ragazze che hanno subìto gran parte di quello che subisce Asha durante la storia.
    È stato scioccante rendersi conto che ci sono ragazze della mia età che vivono in condizioni disumane. Molte di loro non lavorano, non hanno soldi, e per loro anche solo un sogno costa troppo.
    Fortunatamente nelle più grandi città indiane le cose si stanno smuovendo, e sempre più donne riescono a trovare la loro indipendenza, il loro posto nel lavoro, ma non basta. Anche in città come Nuova Delhi le donne vivono sotto la costante paura di essere avvicinate dagli uomini, di essere violentate.
    La polizia indiana, corrotta, non offre alcun sostegno alle ragazze vittime di stupro. In India si dice che se una donna viene violentata, la colpa è sua, del suo modo di vestirsi, di atteggiarsi…
    E, naturalmente, anche le bambine sono violentate. Basta ricordare la vicenda di quella bambina di quattro anni, violentata il 17 aprile 2013 nella città di Ghansaur, rapita da due uomini che le avevano promesso una barretta di cioccolata. Oppure basta ricordare il caso della bambina indiana di cinque anni, torturata e mutilata nei genitali da due uomini. Caso che ha fatto scendere in strada numerosi manifestanti.
    Ma queste sono soltanto due delle vicende che rendono l’India un Paese terribile.
    Una donna in India non ha alcuna difesa, alcuna protezione. Bambine sono costrette a lavorare, e ragazzine dei villaggi rurali inseguono delle promesse che, alla fine, si trasformano in incubi.
    Ho letto testimonianze di bambine di nove anni vendute in spose, di ragazzine che vorrebbero solo studiare, di ragazze vendute ad aste, costrette a prostituirsi, rinchiuse, bruciate vive…
    Tutto ciò che Asha subisce nel mio romanzo, e che subiscono le altre ragazze indiane, è realtà. Non è frutto della mia immaginazione.
    Naturalmente, i rapporti tra Asha e Sarah e gli altri personaggi sono frutto della mia fantasia, così come i vari avvenimenti, ma le atrocità che circondano Asha, in India sono all’ordine del giorno.
    L’India non è un Paese per donne, eppure troppe bambine, ragazze e donne sono costrette a viverci.
    Non avrei mai creato il personaggio di Asha senza avere la certezza di non poter dare alle donne indiane la loro giustizia, senza avere la certezza di poter dare loro quella voce che, ancora, non riesce a varcare il confine dell’India.
  4. D: Sarah è molto giovane eppure tanto determinata nel voler far sua la "causa" di Asha. Potremmo dire che in lei c'è quella parte di te che si vuol impegnare in modo personale (per quel che ti è possibile chiaramente) in "battaglie" come queste?
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    Sì, credo di sì. Sia io sia Sarah vogliamo dare una voce alle donne dell’India, vogliamo accendere i riflettori sulle verità nascoste di quel Paese e vogliamo migliorare le condizioni di vita delle donne indiane. Anch’io sono molto forte e determinata, e nonostante abbia molti lati diversi da Sarah, ci unisce la stessa voglia di lottare. Credo sia bellissimo che lei abbia avuto la possibilità di conoscere Asha, una ragazzina tanto dolce quanto vogliosa di lottare per la sua vita, una ragazzina con tanti ideali e con molti sogni, come quello più grande, il sogno di poter essere libera.
    Anni fa adottai a distanza una bambina indiana, Reshma, aveva sette anni e ho ancora la sua fotografia. Un giorno, però, l’associazione alla quale mi ero rivolta per adottare un bambino a distanza m’informò che Reshma e la sua famiglia avevano lasciato la zona in cui si trovava l’associazione per andare alla ricerca di fortuna. Di conseguenza, loro non avrebbero più potuto mandarmi sue notizie ed io non avrei più potuto sostenerla e ricevere dei disegni da parte sua.
    Mi dispiacque molto, e ancora adesso mi chiedo dove sia, se ha trovato quella fortuna che tanto cercava e meritava.
    Come accennato prima, sono sempre stata affascinata dall’India, e chissà, se prima credevo che sarei andata in India per incontrare Reshma, adesso mi chiedo se ci andrò mai, magari per aiutare di persona quei bambini, quelle ragazzine, quelle donne che sognano un futuro migliore.
  5. D. E quanto invece c'è di te nel personaggio dolce e forte insieme della piccola Asha?
    Nonostante Asha viva in una nazione molto lontana dalla mia, e nonostante le nostre culture siamo molto diverse, la ammiro molto e in lei c’è qualcosa di me. Siamo accomunate dalla forza, dalla voglia di lottare per quello in cui crediamo e da quel lato sognatore, che ci fa alzare lo sguardo sull’immensità del cielo e sul volo di un uccello... Asha, però, ha anche molti aspetti diversi da me, dati dalla nascita in un Paese con determinate leggi e usanze. Inoltre, durante il corso della storia, Asha vive nella violenza, nella paura, vive circondata da persone che vogliono annientarla, che vogliono rubarle anche l’ultima goccia di vitalità. Io, invece, sono estremamente fortunata a vivere in un Paese sicuro, dove posso godere del rispetto altrui.
    Comunque, mi sento molto legata a entrambe le protagoniste di “Come lacrime nella pioggia”, e so che ormai fanno parte della mia famiglia.
  6. D: Se è vero che gli uomini indiani, per la maggior parte, nella storia narrata, non spiccano per la propria gentilezza e, anzi, molti di essi appaiono come dei bruti senza sentimenti, a "riscattare" la categoria, in un certo senso, ci pensa Abhai, fidanzato di Sarah. Cosa vorresti dire su questo tuo personaggio?
    Abhai ha lasciato l’India alla tenera età di cinque anni, per cercare fortuna negli Stati Uniti assieme a suo padre Ijay. Credo che l’aver lasciato da bambino la mentalità ristretta del suo villaggio abbia favorito il comportamento di Abhai, e credo anche che il merito sia di suo padre, che nonostante il suo essere nato e cresciuto in India, ha insegnato al figlio che le donne valgono quanto gli uomini.
    Abhai è un personaggio tranquillo, sincero e follemente innamorato di Sarah. Vuole avere una famiglia con lei e, come vediamo nel romanzo, farebbe qualsiasi cosa per Sarah. Se delle volte Abhai può sembrare un personaggio di sfondo, lentamente ci rendiamo conto che per Sarah la sua presenza è fondamentale, e scopriamo che Abhai dovrà affrontare delle scelte molto importanti.
    In “Come lacrime nella pioggia”, con il personaggio di Abhai, ho voluto mostrare che ci sono numerosi uomini che rispettano le donne e vorrebbero vederle felici e protette.
  7. D: Sofia, non ti nascondo che diversi passaggi (soprattutto relativi al punto di vista di Asha) mi hanno "turbata", nel senso che - essendo molto "forti" - ho trovato quasi difficile leggerli, come se l'immedesimazione con il personaggio facesse soffrire anche me. Ecco, volevo chiederti se e quanto immaginare e scrivere certe scene ed esperienze dure di Asha ti sia "costato", dal punto di vista della partecipazione emotiva.
    Sono sempre contenta quando una lettrice mi dice di essere rimasta “turbata” da alcuni passaggi dei miei libri, perché sento di aver raggiunto il mio scopo, di aver mostrato al  alcune realtà, in questo caso le condizioni di vita di troppe ragazze indiane.
    Come ho accennato prima, il personaggio di Asha è stato arricchito da numerose testimonianze di ragazze vendute, rapite, violentate e picchiate. Scrivere certe scene è stato emotivamente pesante e anche doloroso. Quando scrivo i miei romanzi lascio il posto ai miei personaggi, e nella parte di “Come lacrime nella pioggia” scritta dal punto di vista di Asha, ho lasciato il posto a lei. Era lei che scriveva, e tutto era così vero… La sua paura era vera, la sua speranza era la mia, così come quel dolore che le toglieva il respiro, che le ricordava che ormai aveva perduto tutto, anche la sua innocenza.
    Scrivere certi passaggi è stato peso e mi sentivo struggere nel sapere che tutto quello non era frutto della mia fantasia, ma che le varie vicende erano ispirate a testimonianze che avevo letto. Però solo scrivendo la verità e solo mostrando ogni lato, ogni piccola emozione, sapevo che avrei dato alle donne indiane la voce che meritavano.
  8. D. Qual è il messaggio, lo scopo principale, che desideri i tuoi lettori possano conservare, dalla lettura di questo tuo romanzo?
    Ho scritto “Come lacrime nella pioggia” per accendere i riflettori sulle condizioni di vita delle donne in India, sui diritti negati, sulla forza delle donne e sull’importanza di una vera amicizia. Sono stata molto contenta di aver ricevuto dei messaggi da parte di alcune lettrici che mi hanno fatto sapere che ne sapevano poco o niente di questi argomenti. Una di loro, proprio ieri, mi ha detto che ormai tutto questo le sta a cuore, altre mi hanno detto che si sentono tanto fortunate di vivere in una nazione in cui le donne valgono quanto gli uomini…
    Ho reso il mio romanzo leggibile gratuitamente (per ricevere il pdf di “Come lacrime nella pioggia” basta inviarmi un’e-mail all’indirizzo sofiaromanzo@yahoo.it) perché voglio che le condizioni di vita delle donne indiane siano conosciute, perché voglio aiutare le donne dell’India. Ecco perché sostengo Change.org e Amnesty International.
    Su Change.org (piattaforma online gratuita di campagne sociali) ho lanciato una petizione indirizzandola al governo indiano, per migliorare le condizioni di vita delle donne, e incoraggio tutti a firmarla.
    Firmare la petizione è veloce e gratuito e, una volta che avrò raccolto un elevato numero di firme, farò pressione sul governo indiano (accompagnando le mie parole dalla petizione), oppure mi rivolgerò a chiunque altro possa aiutare le donne indiane.
    Per crescere, la mia petizione ha bisogno di ogni firma.
    Prima di lasciare il link diretto alla mia petizione, ci tengo a ringraziarti ancora una volta, Angela, per aver già firmato la mia petizione e per aver già parlato delle cause benefiche che supporto.
    L’unione fa la forza.
     
    Con il mio romanzo, incoraggio anche a sostenere Amnesty International, che da cinquant’anni difende i diritti umani. Il loro lavoro è impressionante, e credo fermamente che ogni essere umano vada protetto, difeso.
    Amnesty International vive solo grazie al supporto economico dei loro soci e sostenitori: per rimanere imparziale e indipendente, infatti, non accetta soldi dai governi. Anche le imprese e le istituzioni economiche possono contribuire attivamente. 
    Sostenerli vuol dire difendere i diritti e le libertà fondamentali di ogni essere umano.
    Chiunque può sostenere Amnesty, una famiglia, un privato, un'associazione e anche uno studente!
    Sostenere Amnesty International è semplicissimo e sicuro: puoi farlo versando una delle quote associative o una quota libera!
    Vai al link:
    Oppure puoi attivarti con Amnesty contattando il Gruppo Locale o l’ufficio regionale della tua zona. Puoi partecipare alle manifestazioni di Amnesty, firmare gli appelli dell’associazione, iscriverti alla Newsletter per tenerti aggiornata o fare shopping acquistando gli articoli a marchio Amnesty International, prodotti dal commercio equo e solidale!
    Vai al link:
     
    Grazie a nome mio e a nome di tutte le donne dell’India!
     
     
    9) D. Finora ci hai donato due romanzi non fiction, intensi e strettamente aderenti alla realtà (tanto del passato quanto del presente). Pensi di allargarti anche al genere fiction? Stai già lavorando a un nuovo libro?
    Al momento sono molto interessata a scrivere dei romanzi in cui tratto situazioni nascoste o dimenticate. Non scrivo testimonianze, ma scelgo un tema che mi sta a cuore, che mi emoziona, e poi cucio una storia intorno ad esso. In questo modo posso esprimermi quanto voglio, posso far accadere numerose cose, posso decidere io i vari passaggi e i rapporti tra i personaggi. Posso aggiungere vari ingredienti, quali l’amore, l’amicizia e della suspense, continuando però a portare alla luce delle tematiche che, secondo me, meritano di essere lette.
    Per dei progetti futuri ho delle idee in testa, ma sono ancora in alto mare. Non so ancora con esattezza se riuscirò a trovare delle informazioni sufficienti per trasformare le mie idee in un romanzo, ma sicuramente m’impegnerò al massimo, anche perché la storia che ho in mente m’interessa molto.
    Inoltre, vorrei far tradurre “Come lacrime nella pioggia” in lingua inglese, così da far conoscere mondialmente le condizioni di vita delle donne indiane.
    Naturalmente, qualunque cosa sceglierò di fare, terrò sempre aggiornati i miei lettori e tutti i blogger che mi hanno sostenuto dall’inizio di questa bellissima avventura, come hai fatto tu!
10.D. Sofia, sei stata gentilissima e, ringraziandoti di cuore per la tua disponibilità e per questa chiacchierata, ti faccio ancora una volta i miei in bocca al lupo per altri progetti futuri!
  1. Grazie a te per la disponibilità e per la bella chiacchierata, è sempre un piacere essere ospite nel tuo blog! Un caro saluto anche a tutti i lettori!

giovedì 29 maggio 2014

Two cover for us



E per finire questo giovedì insieme, eccomi con il momento delle cover che mi hanno colpito!!
Che ne pensate?
Vi lascio anche una sintesi della trama.

Hardcover, 448 pages
Published May 27th 2014
 by Picador
Una storia di amore e stregoneria nella Londra del Seicento.
La figlia di un musicista veneziano, Aemilia Bassano,visse alla corte della regina Elisabetta. Favorita della regina,  sviluppa amore per la poesia e desiderio di apprendere,  diventando una giovane donna conosciuta non solo per la sua bellezza ma anche la sua mente acuta e la lingua sciolta. Aemilia diventa l'amante di Lord Hunsdon, ma la sua posizione è precaria. 
Poi la sua strada si incrocia con un drammaturgo impetuoso di nome William Shakespeare e inizia una relazione appassionata, ma sfortunata. 
Un decennio più tardi, la regina è morta, e Aemilia Bassano è ora Aemilia Lanyer, caduta in disgrazia e sposata con un pazzo. 
Come pazzo è il resto di Londra, che teme la peste. 
E quando il suo giovane figlio Enrico si ammala, Aemilia decide di fare qualcosa per salvarlo, anche se questo significa cercare aiuto dal suo amante Will o, peggio, fare un patto con il Diavolo in persona. 
In una storia di ricchi e vividi dettagli, Sally O 'Reilly dà vita alla prima poetessa d'Inghilterra, una donna misteriosa, quasi del tutto dimenticata dalla storia. 
Pieno di passione e schemi diabolici, Dark Aemilia è una storia degna del Bardo.


ebook, 320 pages
Published May 27th 2014
 by Thomas Nelson Publishers
Nella mente di Sarah Collins, solo una cosa ostacola il suo successo: un bimbo mai nato.
Sarah sta per ricevere una promozione che le darà tutto quello che ha sempre voluto:. un enorme aumento di stipendio, una macchina nuova, un favoloso appartamento, e viaggi di prima classe, ma poi scopre di essere incinta.
E mentre lei crede di amare il suo fidanzato, Matt, non è però altrettanto certa che egli possa essere un padre responsabile. 
Sarah non sa che fare ed è divisa tra i consigli dei suoi colleghi, l'insistenza della madre e della sorella di tenere il bambino, la sua insicurezza circa il suo rapporto con Matt, Sarah non sa che decisione prendere. 
Una cartolina di Natale da una misteriosa donna anziana, unita a tre visioni inaspettate del futuro, potrebbe essere il miracolo di cui ha bisogno. 
Ma lei può fidarsi delle visioni? O sono solo i desideri di un cuore in conflitto? 
O ancora....: sono vere visioni di quel Dio che aveva creduto le avesse voltato le spalle? 
Per ogni donna che ha preso decisioni dolorose, "Sarah's Choice" offre conforto, saggezza, speranza e incoraggiamento.

Recensione: L'EREDE DI TALARANA di A.H. Den



Eccomi qui a parlarvi del secondo libro appartenente ad una serie fantasy che ho cominciato un po' di tempo fa: "Le pietre di Talarana" di A.H. Den; potete leggere QUI la recensione del primo libro ("L'ombra del tiranno").

L'EREDE DI TALARANA
(vol. 2)
di A.H.Den

1.99 euro
434 pp
.mobi, .epub
Trama

La guerra tra l'impero di Selthon e il regno di Naren è infine scoppiata e il mondo è sull'orlo del baratro. 
Molti pericoli e rivelazioni attendono Greg e i suoi compagni, in una corsa folle contro il potere dei Pari e la rinascita del loro Signore. 
Una volta ancora la più grande battaglia sarà però quella contro i propri mostri, alla ricerca di una verità che non può più essere nascosta.




il mio pensiero


Mi sono avvicinata a "L'erede di Talarana" sapendo di aver già fatto conoscenza con i suoi personaggi principali nel primo libro; ed infatti, ho rivisto il giovane Greg-Althas - ora più consapevole dei propri poteri sovrannaturali e ancor più coraggioso -, i suoi amici fedeli e pronti a sacrificarsi per lui e per la missione in cui sono coinvolti - Lisa, Andrew e Mark -, il maestro di magia Dovan, e poi altri personaggi via via incontrati precedentemente, tutti impegnati, in un modo o nell'altro e in base ai propri ruoli e coinvolgimenti, nella battaglia portata avanti dal malvagio Samerlec (autoproclamatosi imperatore di Selthon).
Battaglia intrapresa contro i Nareniani e che rischia di provocare conseguenze terribili sul mondo.

Prosegue quindi anche in questo secondo capitolo la lotta tra il Bene e il Male, la presenza di creature eteree ed angeliche contro altre demoniache, oscure e senza scrupoli.


Essendo il romanzo abbastanza corposo, la narrazione è senz'altro ricca di particolari, avvenimenti, descrizioni; come dico sempre, l'abbondanza di particolari, se da una parte è apprezzabile perchè dà merito all'Autore di non voler cadere in nessuna forma di improvvisazione, anzi di voler far entrare il lettore in modo totale nella storia e nel mondo da lui creato, facendo attenzione ai particolari, dall'altra un minimo rischio di rallentare il ritmo delle vicende c'è, ed io l'ho riscontrato.

Ciò non toglie che mi è piaciuto quanto il primo, anche perchè - un po' come nel precedente - si dà un certo spazio alle dinamiche e ai rapporti personali, alla personalità di Greg, che resta comunque il protagonista e colui sul quale grava un destino importante, che apprende gradualmente e il lettore insieme a lui.

Come dicevo all'inizio, si tratta di una storia complessa, ben articolata, in cui ci sono i tipici elementi del fantasy "classico" (mondi ed oggetti fantastici, con nomi fantasiosi, ecc...), in cui c'è la forte ed imprescindibile presenza della magia, che può essere usata per il Bene come per il Male, per difendersi come per scatenare guerre apocalittiche.
In un susseguirsi di battaglie e macchinazioni "diaboliche" alle quali far fronte, i nostri eroi dovranno combattere coraggiosamente fianco a fianco, e qualcuno per via potrebbe, purtroppo, perdersi per sacrificare la propria vita per il Bene di tutti.

L'ho letto con piacere, continuo ad apprezzare lo stile, il linguaggio e il tipo di storia creata dall'Autore; il finale è chiaramente aperto a nuovi sviluppi, e presto parleremo anche del terzo libro, "La congiura delle lune".

Frammenti di.... un incantevole imprevisto!!



Un estratto preso da UN INCANTEVOLE IMPREVISTO di Marianne Kavanagh.

"Non conosceva affatto George. 

Non puoi prendere la mano di qualcuno se non lo conosci. 
Così camminò nella sua scia, cercando di stargli vicino, cercando di tenere a bada quel subbuglio di emozioni che la invadeva, minacciando di erompere dalla bocca in una specie di ululato animale.
Perché conosceva George. Lo conosceva bene. Era così familiare, così carino, era evidentemente qualcuno che lei avrebbe dovuto incontrare anni prima. 
Non capiva niente, ma al tempo stesso aveva tutto perfettamente senso. 
Quello era George. 
Le apparteneva. E non poteva averlo."
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