sabato 17 dicembre 2016

LA CAPPELLA NERA di Gianluca Turconi, il capitolo conclusivo della "Saga del Pozzo"



E giunge a conclusione la Saga del Pozzo con il romanzo science fantasy "La Cappella Nera" dell'autore Gianluca Turconi.



LA CAPPELLA NERA
di Gianluca Turconi


Editore: Smashwords
Genere: Science fantasy
ISBN: 9781370797462
Serie: Saga del Pozzo
Edizione: Prima Edizione
Pagine: 456 
Costo: euro 0.99

Introduzione alla Saga del Pozzo

Dalle assolate spiagge dei moderni Caraibi fino alle fangose pianure dell'Europa del IX secolo dopo Cristo, passando per il Califfato di Baghdad e l'invincibile Konstantinoupolis bizantina, tra scienza e magia, si snodano le vicende che possono cambiare la storia dell'Umanità. Amori, fedi e superstizioni, potenti sette religiose medievali, interessi dinastici e le fragilità umane porteranno vigliacchi ed eroi, uomini del passato e del presente, vecchi e bambini a unire le forze per contrastare l'espansione del sovrannaturale Pozzo, insinuatosi nel Tempo, e a confrontarsi con l'Intelligenza oscura che vi si annida, mentre ciò che è stato si sgretola sotto il peso di ciò che avrebbe potuto essere.


Sinossi 

Il Tempo e la Morte sono confini che si possono violare.
Ne è cosciente Walbert Tredita, il guerriero sassone Pelle-di-lupo alla guida degli ultimi sopravvissuti dei Popoli del Nord - Franchi, Celti e Sassoni - che nel IX secolo d.C. hanno trovato rifugio in Irlanda, nel regno di Osraige. 
Essi fuggono dai Risorti, coloro che hanno eluso la vera morte grazie al potere smisurato del loro Signore, il Demone dai Cento Nomi, come viene chiamato l'uomo che li controlla, perché al momento del suo Ritorno nel Tempo si nascose dietro la falsa identità di Loki, il Dio ingannatore, e molti altri appellativi, ignaro egli stesso della propria origine.
Quei pochi superstiti in terra d'Irlanda sanno di essere condannati all'estinzione, non solo perché dal cielo ha ricominciato a cadere la Manna dei Risorti, la sostanza che rianima i defunti, ma anche a causa della Maledizione dei Nati, l'inspiegabile evento che non permette alle madri di partorire figli vivi. Ogni speranza pare ormai perduta, in vista dell'ultima battaglia campale contro le schiere del Signore dei Risorti.
Tuttavia, in altri luoghi e in altri tempi, uomini e donne coraggiosi lottano affinché il Signore dei Risorti non abbia la meglio.
A Konstantinoupolis, Harald Haraldsson, mercenario vichingo della Guardia imperiale bizantina sopravvissuto insieme al fratello alla calamità sovrannaturale che ha travolto l'Europa medievale, è impegnato nella caccia a Fenrir, il mutaforma figlio di Loki, in possesso di uno strumento per uccidere il padre: la Pietra che conserva una traccia del suo sangue, perduto prima che la sua natura si rivelasse. Per aiutarlo nell'impresa, gli è stato affidato un prigioniero con poteri eccezionali e un destino particolare. Si tratta dell'ultimo bambino nato vivo sulla Terra, un Sassone di cui i sacerdoti del suo popolo ebbero così tanta paura da forgiare una Catena munita di sigilli runici che lo soggiogassero.
Eppure, qualcosa di inaspettato si inserirà in quest'epica lotta. E se il Signore dei Risorti non fosse il nemico più pericoloso, ma qualcosa di ignoto avesse violato il Tempo, a partire dal XX secolo della Guerra Fredda tra USA e URSS, approfittando del Creato in disfacimento generato dall'esistenza del negromante e perseguendo propri fini?
Per opporsi a questa nuova minaccia, non rimarrebbe altro da fare che comprendere quanto è scritto sul Muro dei Ricordi alla Cappella Nera, la dimora scelta dal Signore dei Risorti a Konstantinoupolis. E' una frase breve, ma dal significato molto ambiguo, destinata a tutti coloro che ancora credono nella salvezza dell'Umanità, in qualunque tempo e luogo vivano: "Seguite il bambino, egli sa".


Collegamenti per l'acquisto e/o lettura primi capitoli dei romanzi della Saga

Le cover di RED LEAVES ("La casa delle foglie rosse")



Ecco alcune delle cover di Red Leaves, il romanzo che in Italia verrà pubblicato il 19 gennaio da HarperCollins Italia.

Tra tutte, preferisco la cover italiana!! E voi? ^_^






venerdì 16 dicembre 2016

Recensione: LA SECONDA NOTTE DI NOZZE di Pupi Avati



Piacevole e simpatica commedia ambientata negli anni immediatamente successivi alla seconda guerra mondiale, con pochi ma caratteristici personaggi, che ci fanno sorridere per le loro stranezze o per la loro candida ingenuità.


LA SECONDA NOTTE DI NOZZE
di Pupi Avati


Ed. Mondadori
137 pp
"Ve lo ricordate quando venivate giù al mare... venivate... con la vostra famiglia?"
"Allora?""Io ero lì dalla mattina presto... ad aspettarvi.... da presto..."le confidava. "E senza guardare, senza girarmi.. lo sapevo se c'eravate o no... lo sapevo, io...""E come facevate?""Dall'odore del vostro sapone.. aspettavo quello... non c'era bisogno che mi girassi per vedere... sapevo che c'eravate ed ero contento... ero..." farfugliò in un momento di sconquasso sentimentale.Lei lo guardò e, all'improvviso, ebbe paura di quella sconfinata tenerezza".

Giordano Ricci è un uomo che vive a Torre Canne, in Puglia (Brindisi) ed è famoso, nel suo paese, perche è interviene per togliere le mine, evitando che scoppino uccidendo poveri innocenti, come purtroppo è accaduta alla povera piccola Maria, una bimba morta tragicamente proprio a causa di una mina.
Giordano vive con le zie Eugenia e Suntina (sorelle del babbo), che si prendono cura di lui, soprattutto perchè lui è un po' tonto; sì, insomma, Giordano è buono, timido, generoso ma tutti lo trattano per quello che è: lo scemo del villaggio.
Giordano, infatti, è matto e negli anni passati è stato ricoverato in ospedale e gli hanno fatto pure l'elettroshock.

Intanto, a Bologna, vive Liliana, vedova e con un figlio scapestrato e bugiardo, Nino.
I due non se la passano benissimo, fanno la fame e i tentativi di Nino di raccattare soldi finiscono sempre male, a causa delle sue azioni sconsiderate. Disperata, Liliana fa un gesto di cui poi si pente: chiede aiuto a Giordano Ricci, il fratello del marito che vive in Puglia.
Giordano, da ragazzo, è stato innamorato di Liliana, che però è odiatissima dalle zie Eugenia e Suntina, che quando sentono che il nipote desidera ospitare la vedova e il figlio, e offrire loro tetto e cibo, danno di matto, convincendolo a non fare un gesto tanto stupido, che potrebbe solo recargli dolore...

Liliana e Nino arrivano in Puglia e si ritrovano quindi in casa di quest'uomo strano, impacciato ma anche tanto altruista, ingenuo, quasi fanciullesco nei comportamenti e nei modi di parlare e ancora innamorato di Liliana, e dovranno vedersela con le due zie streghe, contrarie alla presenza dei due opportunisti familiari del nord.

Pupi Avati ci racconta una piccola storia buffa, con personaggi strampalati ma simpatici: l'incosciente Nino, le zie zitelle e iperprotettive, la vedova dai sani principi accusata di essere una poco di buono; un uomo innamorato che, nonostante sia "matto", alla fine forse è quello che ragiona meglio di tutti; è una commedia con molti dialoghi vivaci, una trama semplice ma raccontata con ironia e umorismo.
Una lettura veloce e carina.

giovedì 15 dicembre 2016

Epigrafe da... L'ESTATE PRIMA DELLA GUERRA di Helen Simonson.



LA mia prossima lettura è un romanzo prestatomi gentilmente da un'amica lettrice: L'ESTATE PRIMA DELLA GUERRA di Helen Simonson, che tratteggia un vivido, acuto ritratto della società inglese di inizio Novecento, evocando un’intera epoca attraverso la descrizione delicata e struggente dell’estate che ha preceduto il primo grande conflitto mondiale.

Vi riporto la citazione introduttiva  ^_^


"Fu soprattutto, e bizzarramente, una sensazione... la sensazione che le migliori condizioni di luce, aria, cielo e mare, insieme con la più bella estate inglese che si potesse concepire, si mescolassero alla violenza di azione e passione... Mai festa disperate erano state mitemente sottolineate come accade durante  due mesi indimenticabili che avrei trascorso a osservare la striscia blu brillante della  Manica dall'alto del vecchio bastione di una cittadina fabbricata su un'altura del Sussex."

Henry James, Within the Rim





ANCHE IL LIBRO CHE STATE LEGGENDO VOI 
HA UNA CITAZIONE INTRODUTTIVA O UNA BELLA DEDICA?


"Iscrizione in fronte a un libro o scritto qualsiasi, per dedica o ricordo; più particolarm.,
citazione di un passo d’autore o di opera illustre che si pone in testa
a uno scritto per confermare con parole autorevoli quanto si sta per dire


mercoledì 14 dicembre 2016

Recensione: LA TEOLOGIA DEL CINGHIALE di Gesuino Nemus (RC 2016)



Un romanzo particolarissimo, un esordio sorprendente, personaggi che affiorano da un mondo che ci appare antico (pur non essendo così lontano da noi, nè nello spazio nè cronologicamente), separato da tutto e tutti, soggetto a leggi proprie, portatore di lingue, costumi e usi arcaici, a volte incomprensibili ma forse proprio per questo affascinanti.

"La Teologia del Cinghiale" è stato premiato con il Premio Bancarella "Opera Prima" 2016; il vero nome del suo autore è Matteo Locci.


LA TEOLOGIA DEL CINGHIALE
di Gesuino Nemus



Ed. Elliot
Collana Scatti 
pp. 240 
€ 17,50
Settembre 2015
La storia raccontata dall'Autore - che usa come pseudonimo* il nome del personaggio principale del romanzo - è collocata in Sardegna, nei Tacchi dell'Ogliastra, nel luglio 1969.

Sono giorni che la Storia ricorderà per quel memorabile sbarco sulla luna che tenne tanti incollati alla tv (per chi ce l'aveva), ma  Telévras, piccolo paese dell'entroterra sardo, ne conserverà memoria per altri fatti, strani e misteriosi.

Due ragazzini, amici per la pelle, vengono in qualche modo coinvolti in una serie di eventi apparentemente inspiegabili e che riguardano la morte di più persone.

C'è Matteo Trudìnu, talentuoso figlio di un sequestratore latitante: l'altro ragazzino è Gesuino Némus, un bambino silenzioso e con problemi "di testa", da tutti considerato "scemo".
I due ragazzini crescono sotto le ali protettive del parroco del paese, il prete gesuita don Cossu, che si prende cura di loro, dandoli non solo da mangiare ma anche un'istruzione, come fossero figli suoi.

Un giorno il padre di Matteo, scomparso da settimane, viene trovato morto a pochi chilometri di distanza da casa.

Ad indagare c'è il maresciallo dei carabinieri De Stefani, un piemontese che fatica a prendere confidenza con la realtà montanara sarda, con le sue logiche e le sue leggi non scritte ma note a tutti e da tutti seguite; accanto a lui, ad aiutarlo a districare la matassa - che si ingarbuglia quando vengono ritrovate morte altre due persone, collegate al primo morto - ci sono il carabiniere scelto Piras e lo stesso don Cossu che, in quanto "del posto", possono fornire al maresciallo una lettura e una comprensione degli eventi "interna".

Matteo ci viene presentato come un ragazzetto super dotato, intelligentissimo, che parla il latino speditamente senza averlo studiato per anni, che sa suonare le musiche senza aver studiato uno strumento musicale; conosce a menadito tutti i nomi dei diavoli che Don Co' scaccia dagli indemoniati e, soprattutto, è un tipo che sa osservare la realtà attorno a sè, comprendendo ciò che gli adulti pensano di potergli nascondere.

Di questa sua capacità mette a parte l'amico carissimo Gesuino, che lui non tratta come uno sciocco ritardato, anzi, lo rispetta e gli parla seriamente per insegnargli ciò che sa.
E Gesuino capisce tante cose, e ha pure un'ottima memoria, tant'è che ricorda, ad es., perfettamente strade e sentieri di montagna nei quali pure un pastore esperto rischierebbe di smarrirsi.
Certo, non parla, pare muto e per questo tutti lo ritengono scemo, ma non sanno che Gesuino scrive, e scrive pure tanto; scrive senza virgole e senza punti, fa impazzire chi legge le sue parole deliranti, ma intanto scrive sempre, e in ciò che esce dalla sua testa c'è più verità di quella che preti e marescialli saranno mai capaci di scovare e portare alla luce.

La verità riguardante Matteo, ad esempio.
Eh già perchè il suo amico, una sera, dopo il ritrovamento del cadavere del papà e dopo un ulteriore tragico avvenimento famigliare, decide di fuggire, di notte, andandosene su per i monti, nascondendosi in anfratti dove nessuno potrà trovarlo.
O per lo meno, così è convinto don Co', che teme che al suo pupillo possa accadergli qualcosa, solo soletto nella montagna aspra e solitaria, ma allo stesso tempo spera che il ragazzo, sveglio com'è, sappia cavarsela. Magari non tornerà, ma l'importante è che, ovunque vada, Matteo stia bene...

Ma cosa è accaduto davvero a Matteo?
E quelle morti che stanno rattristando Televras, a cosa o a chi sono da ricondurre? Chi è il colpevole?

Misteri, colpe antiche, segreti e rivelazioni giungono agli occhi del lettore pagina dopo pagina, mentre la storia pare tingersi di giallo..., ma attenti!, non è un giallo come gli altri; quello delle morti misteriose è più un espediente preso in prestito dall'Autore che il cuore della faccenda.

Attraverso le parole di Gesuino veniamo immersi in eventi sapientemente orchestrati, imprevedibili e tanto originali, che ci stupiscono per il tocco pieno di umorismo e di inventiva, per i personaggi caratteristici, che ci fanno ora sorridere ora ci suscitano tenerezza.

Ci piace don Cossu, per la sua cultura che sa essere tanto astratta (se vuole, sa filosofeggiare) quanto pratica, vicina al piccolo mondo in cui è nato, alle semplici anime di cui accoglie (non le ascolta semplicemente) le confessioni e che assolve; è simpatico e tenero con i suoi pupilli, è arguto e ironico con il povero maresciallo, che non sa raccapezzarsi dietro a questi sardi incomprensibili e omertosi, che sanno tutto di tutti ma non parlano manco se minacci di sgozzarli.

Così arrestare un delinquente diventa davvero un'impresa, e lo sa bene Piras, che svolge questo lavoro da una vita tra la propria gente e che sa quanto sia difficile acchiappare i colpevoli, perchè si finisce per conoscere tutti e chiudere non soltanto un occhio, ma pure l'altro, e orecchie comprese.

A differenza del maresciallo, un altro forestiero si troverà coinvolto - seppur come spettatore - nei fatti di quel luglio del '69 e nel corso della narrazione vedremo le cose anche dal suo punto di vista. 
Carlo è un giornalista che scrive articoli di viaggio ed infatti si trova in quella zona della Sardegna per prepararne uno che illustri la bellezza di quei posti per fini turistici.
Carlo si trova di fronte - anzi, dentro - ad una realtà a lui ignota, diversissima dalla sua Milano; conosce di persona questi sardi dal cuore grande, dalle mani generose, dall'atteggiamento affabile, ti chi subito di fa sentire a tuo agio, ti dà confidenza, trattandoti come uno di casa, offrendoti vino, liquore, formaggio, e mangiare insieme, si sa, è forse l'espressione massima della condivisione.
Carlo resta piacevolmente stupito dall'accoglienza calorosa del vivace e acuto don Co' e di tutti gli altri personaggi che incontra; comprende anche che il piccolo e minuto Gesuino non è stupido, anzi...: se quella bocca parlasse e dicesse tutto ciò che sa, quante verità emergerebbero!

Ma Gesuino è un sardo DOC; le parole le misura, le pesa, le scrive sul proprio "libro" e le sussurra all'orecchio solo di persone che si porteranno i suoi piccoli grandi segreti nella tomba.
Ma tranquillo, lettore, Gesuino non ti lascia nell'incertezza e il finale dà tutte le risposte, ma lo fa spiazzandoti. 

"La teologia del cinghiale" è un'opera pirotecnica, geniale e ricca di suspense che ci catapulta in un "piccolo mondo antico" (eppure odierno), come antichi, arcaici sono le sue voci, i suoi sapori, che ci avvicinano almeno un po' alla magia della terra sarda, raccontando gli ultimi cinquantanni di un'Italia sospesa fra modernità e tradizione.

Tutto è sardo, in questo libro, e per comunicarcelo l'Autore non esita a riempirci di parole e frasi in dialetto, perchè il sardo è una vera e propria lingua a sè; è sarda la mentalità dei suoi personaggi, i loro nomi e soprannomi; lo è il riferimento al paesaggio, che sa essere tanto brullo e aspro (come le montagne di notte) quando incantevole (come le spiagge e il mare cristallino); lo è nel cibo, nell'arrosto di pecora o di cinghiale, nel sapore deciso dei formaggi fatti in loco, nel cannonau che ti dà alla testa.

La narrazione è ora chiara, logica e ordinata, ora è un fiume in piena di parole e pensieri in apparenza sconnessi, quando è affidata a Gesuino.

Leggete questo romanzo, ve lo consiglio, perché credo che anche voi, come me, vi lascerete coinvolgere e lo troverete singolare e incredibile, per stile e trama, per il linguaggio genuino e verace, per il tono, ironico e nostalgico insieme, di chi questa terra meravigliosa la conosce da vicino e la ama; per la schiettezza dei suoi personaggi..., e non restarne affascinati sarà davvero un'ardua impresa.
Consigliato!!!


*ad essere precisi, l'Autore parla di eteronimo; Nemus in sardo vuol dire "nessuno", ma Locci non vuol dargli un'accezione negativa, bensì rimandare alla figura mitologica di Nessuno (Ulisse).



13. Uno dei finalisti del Premio Bancarella 2016

Anteprima Harper Collins: LA CASA DELLE FOGLIE ROSSE di Paullina Simons - dal 19 gennaio!!




In quanti hanno imparato a conoscere e ad amare Paullina Simons attraverso la trilogia de Il cavaliere d'inverno?

Se siete tra questi, probabilmente come me aspetterete con entusiasmo il suo nuovo romanzo edito da Harper Collins Italia!
Dalla trama si evince una storia ricca di suspense e segreti da svelare!!


LA CASA DELLE FOGLIE ROSSE
di Paullina Simons




Ed. HarperCollins Italia
14.90 euro
USCITA:
19 GENNAIO 2017

Sinossi (fonte)


Conni, Albert e Jim sono inseparabili fin dal primo anno di università: vivono, studiano e giocano a basket insieme, legati da un'amicizia totalizzante che ruota intorno all'anima del loro gruppo, la bellissima Kristina Kim, ma che negli ultimi tempi inizia a dare segni di cedimento. 
Quando il corpo di Kristina viene trovato nudo e semisepolto dalla neve nei boschi che circondano il college, tocca a Spencer O'Malley far luce sulle circostanze poco chiare di una morte che lo turba profondamente, forse per via dell'istintiva affinità che ha provato nei confronti della vittima nel momento stesso in cui l'ha conosciuta, pochi giorni prima. 
Com'è possibile che nessuno di quegli amici così stretti abbia denunciato la sua scomparsa?
O'Malley è sicuro che la chiave di tutto sia lì, nei rapporti intricati e per certi versi inquietanti tra i quattro ragazzi, e le sue domande insistenti portano alla luce una rete di segreti, gelosie, reticenze e mezze verità che vanno ricomposti pezzo per pezzo, come un puzzle misterioso e complesso in cui ogni rivelazione è più scioccante della precedente. 



Segnalazioni: "Gustav Lafav e la camera Segreta" di L'Umorismo di Piton /// "OLTRE I CONFINI. Saga della realtà immateriale" di Noemi Gastaldi



Carissimi lettori, questa giornata ha inizio con un delle segnalazioni.

Il primo romanzo che vi presento è un fantasy/umoristico/parodia - "Gustav Lafav e la Camera Segreta" - a cura di Rinald Sefa e Luca Gariboldi, admin della famosa pagina Facebook "L'umorismo di Piton".

La parodia demenziale di una certa famosa saga di magia continua, con il ritorno dello strambo studente messicano e delle sue assurde peripezie in compagnia di Jerry Porker, Ronaldo Whiskey, Hermagone, Drago Adolfoy e altri simpaticoni che vi potrebbero ricordare qualcuno... Questa volta entreranno in gioco i "Gigimon", un assassino misterioso e altre simpatiche facezie. Attenzione: non consigliato a chi è infastidito dalle espressioni volgari.



Gustav Lafav e la Camera Segreta
di Rinald Sefa e Luca Gariboldi



Data di uscita: 14 dicembre 2016 
Genere: Fantasy, Parodia, Umorismo 
Collana: “Fantasy”
Ebook 3.99€
cartaceo 12€ 
170 pp


A LasHogwarts i casini sembrano non finire mai: alcuni degli scapestrati studenti (e professori) ricevono un invito sospetto per un improbabile festino in quel di Nigga Island, altri spariscono dopo essere entrati in una misteriosa "Camera Segreta", che si rivela un portale per nientepopodimeno che il Gigiworld.
Ne seguiranno rivalità d'amore tra Maghi e Hobbit, Gigimon particolarmente volgari, razzisti, osceni o con accento friulano, assassini seriali, complotti per la conquista del mondo e altre simpatiche amenità.


Dopo il clamoroso e controverso successo di "Lo Studente Dimenticato", le diaboliche menti responsabili della famigerata pagina Facebook "L'Umorismo di Piton", Luca Gariboldi e Rinald Sefa, tornano sul luogo del delitto per firmare un'avventura ancora più lunga, più scabrosa e più allucinante, vagamente ispirata a una certa serie fantasy relativamente famosa...
In "Gustav Lafav e La Camera Segreta" ritroviamo quindi lo sfigatissimo Jerry Porker, l'ingenuo Ronaldo Whiskey, l'irritante Hermagone, il razzista Drago Adolfoy, l'ambiguo Autobus Stilente e, soprattutto, il bulletto di origine messicana che sembrava sparito ma è ancora in circolazione, se non altro perché dà lui il titolo alla saga...


Gli AutoriRinald Sefa nasce il 13 Ottobre del 1993 in Albania. A soli 4 anni si ritrova catapultato in Italia, letteralmente, da un gommone, dove impara le antiche arti del dialetto friulano, bestemmie comprese.
Trascorre i migliori anni della sua vita studiando e giocando a calcio fino alla pubertà, dove conobbe la patata e perse la retta via. Continuò gli studi, e senza nessuna aspettativa, finì pure l’università. Si dice che comprò anche 5 lauree in Albania, al fianco del “Trota”.
Affascinato dalla comicità e dalle donne, conobbe l’artista di strada Luca Gariboldi, ed insieme formarono un gruppo comico di cabarettisti. Nacque così L’umorismo di Piton, una multinazionale attiva principalmente sul mercato petrolifero. Nel 2015 uscì “Gustav Lafav – Uno Studente Dimenticato”, primo e forse ultimo libro, solo le vendite ce lo diranno. Attualmente viaggia per il mondo e lotta per la protezione delle balene... e nel tempo libero si occupa dell'inevitabile sequel, “Gustav Lafav e la Camera Segreta”

Luca Gariboldi nasce a Nazareth il 7 gennaio 1996. Sin da bambino la sua parola risuonava profetica e si formarono attorno a lui sempre più discepoli.
Famoso in tutto il mondo come pugile, Luca vanta una carriera scolastica piena di successi: a 20 anni aveva già terminato i suoi studi presso Oxford e Cambridge.
Un giorno un uomo di mezz’età ubriaco rivolse a Luca una critica per le sue scarpe, così il giovane lo ammazzò di botte finendo in carcere dove potè dedicarsi assieme al suo compagno di cella al suo più grande successo “Gustav Lafav”
.


OLTRE I CONFINI.
Saga della realtà immateriale
di Noemi Gastaldi


850 pp
2.99 euro (ebook)
16, 63 ero (cart.)

Lucilla soffre di allucinazioni fin da quando era molto piccola.
Francesca è in grado di viaggiare tra due mondi: la realtà materiale e quella immateriale.
Lucilla e Francesca conosceranno il mondo oltre i confini.
Confini labili, personaggi misteriosi, situazioni imprevedibili.
Nel racconto di un percorso di crescita interiore molto speciale…


Questa trilogia completa comprende i volumi: (Vol. 1) Il tocco degli Spiriti Antichi (2012), (Vol. 2) Il battito della Bestia (2014), (Vol. 3) Il canto delle Forze Ancestrali (2015), in forma rivista e perfezionata. 

L’autrice.
NOEMI GASTALDI nasce ogni sera quando le incombenze quotidiane hanno fine. Vive per scrivere e anche un po’ per sognare, infine, muore ogni mattina. Odia svegliarsi, preferisce rinascere.

Attualmente ha pubblicato:

Trilogia “Oltre i confini”

* Vol. 1, Il tocco degli Spiriti Antichi (2012)

* Vol. 2, Il battito della Bestia (2014)

* Vol. 3, Il canto delle Forze Ancestrali (2015)

Racconti in edizione digitale:

* Casamatta (2015)

* Male Dire (2015)

* Il Coltello (2016)

Per Eroscultura:

* 22 fiori gialli (2009 - prima edizione, 2012 - edizione attuale, rivista e perfezionata da Eroscultura)

Per saperne di più: noemigastaldi.wordpress.com

martedì 13 dicembre 2016

Recensione film: NON ESSERE CATTIVO di Claudio Caligari



Due amici che sono come fratelli; una vita tra droga e malavita nelle borgate romane; la voglia di non soccombere davanti a un'esistenza che di facile non ha nulla e la paura di non farcela.


NON ESSERE CATTIVO


2015 
Il film è l'epilogo della trilogia del regista iniziata con Amore tossico e proseguita con L'odore della notte. Il regista Claudio Caligari è deceduto poco dopo il termine delle riprese e la realizzazione della pellicola si deve soprattutto grazie a Valerio Mastandrea, amico del regista e attore protagonista in L'odore della notte.
Tra i diversi riconoscimenti: Nastri d'Argento come Film dell'anno.

Regia di Claudio Caligari

Con Luca Marinelli, Alessandro Borghi, Silvia D'Amico, Roberta Mattei, Alessandro Bernardini, Valentino Campitelli, Danilo Cappanelli...


Vittorio (A. Borghi) e Cesare (L.Marinelli) sono amici dall'infanzia e condividono la medesima esistenza disperata, ai limiti dell'illegalità, della droga; di andare a lavorare non ci pensano proprio, ma siccome il denaro serve, si procacciano soldi facili attraverso spaccio e attività simili, e le loro giornate e le loro notti sono quindi caratterizzate da sballo, locali notturni, sesso, cocaina..

Cesare, poi, sa di aver bisogno di soldi perchè la sua nipotina Debora (figlia della sorella morta per Aids) è malata e ha bisogno di cure.
Quando è a casa, Cesare cambia e diventa affettuoso e premuroso verso le due donne che ama (mamma e nipote), ma quando è con gli amici è un'altra persona: completamente sballato e in balia delle sensazioni forte che gli danno la droga e l'alcool.

Una notte, mentre è in compagnia di Cesare, Viviana (S. D'Amico) e altre due"amiche", Vittorio fa un uso eccessivo di pasticche e ha una serie di spaventose allucinazioni; l'esperienza si rivela traumatica ma decisiva perchè da quel momento decide di prendere le distanze dal mondo marcio in cui finora ha sguazzato, e quindi anche dall'inseparabile Cesare, e di provare a vivere onestamente.

Cerca, infatti, anche lavoro come manovale e trova sia un'occupazione che l'amore, in Linda, una brava ragazza con un figlio adolescente a carico.
Va a vivere da lei e prova davvero a ricostruirsi una nuova vita, lontana dalle brutture di prima.
Ma gli amici non si abbandonano e Vittorio vorrebbe che pure Cesare cambiasse vita; purtroppo questi pare cadere sempre di più nel baratro della droga e di una vita allo sbando..., soprattutto, quando sopraggiunge un forte dolore che lo fa sprofondare sempre più nella disperazione.

Eppure anche in Cesare c'è il desiderio di vivere una vita normale, sognando magari una famiglia, una casa...

Quella presentata da Caligari è una realtà dura, difficile, in cui è più facile e automatico andare sempre più a fondo in un'esistenza sporca e misera, che risalirne e smettere di "essere cattivo", provando a guardare al futuro con occhi nuovi e pieni di speranza, perchè la vita mette a dura prova e anche i soldi guadagnati onestamente non bastano per tirare avanti

Recitato tutto in romanesco, realistico nel presentarci queste borgate romane lasciate a se stesse, con attori bravi tra cui spiccano in particolare i due protagonisti, che con la loro interpretazione efficace e convincente, creano momenti intensi e ci trasmettono con forza sensazioni ed emozioni.
Un bel film, fatto bene, che può piacere soprattutto se si predilige questo genere.
ueEppureIta


Anteprima Butterfly Edizioni: UN AMORE DI NATALE di Flavia Principe



Cari lettori, eccomi nuovamente in vostra compagnia per presentarvi un romanzo romantico immerso nella magica atmosfera natalzia!


UN AMORE DI NATALE
di Flavia Principe


Casa editrice: Butterfly Edizioni
Pagine: 184
Prezzo: 2,99 € 
Data di uscita:
14 dicembre 2016
Disponibile solo in ebook su Amazon e kindle unlimited

in offerta a 0,99 fino a domenica


TRAMA

Daniela ha 28 anni, si è lasciata alle spalle una relazione finita male ed è segretamente innamorata di Massimiliano, che lavora due piani sotto al suo nello stesso centro commerciale.
Ha avuto a disposizione anni per osservarlo, studiarlo, ammirarlo e si è costruita un sogno a occhi aperti su loro due.
Resistere ai bellissimi occhi blu di lui è quasi impossibile, soprattutto quando le si presenta l'occasione che ha sempre aspettato: uscirci insieme e conoscerlo.
Tutto potrebbe andare per il meglio se nel loro camino non si palesasse l'amico di lui: William.
Tra loro c'è una sintonia sconvolgente che la confonde, hanno molti interessi in comune, inoltre lui sembra saperle leggere dentro. Daniela comincia a provare un'irresistibile attrazione per entrambi, e la paura di ferire e deludere le aspettative di uno dei due le impedisce di fare una scelta. 
Ma il cuore conosce già la risposta che la mente rifiuta e alla fine saranno i sentimenti a trionfare, consentendole di rendere ancora più magico il suo Natale.

lunedì 12 dicembre 2016

Recensione: HO VOGLIA DI TE di Federico Moccia



Un week end alla ricerca della lettura-svago, senza impegno ma solo con la voglia di “intrattenermi”.
E così sono finita in compagnia di Moccia.


HO VOGLIA DI TE
di Federico Moccia


Ed. Feltrinelli
L’avevamo lasciato così: solo con la sua moto, pronto a gettarsi alle spalle la storia d’amore con Babi Gervasi e il dolore provocato dalla fine di questo rapporto;  e per dimenticarla Stefano Mancini, meglio conosciuto come Step, è “fuggito” negli USA, dove ha trascorso due anni.

Ora che è tornato nella sua Roma, ad ospitarlo c’è il fratello maggiore Paolo, che è sempre lo stesso: un po’ banale e scontato nei discorsi, noiosetto e “vecchio” nell’animo, ma in fondo simpatico e accomodante (e facile da “fregare”); con la madre è rimasta una freddezza frutto di una precedente rottura e col padre i rapporti sono distanti, eppure è proprio lui a trovare al figlio un lavoretto niente male.
Intanto, sin dalle prime pagine comprendiamo che c’è qualcuna che sta tampinando Step da quando è sceso dall’aereo; si tratta di Ginevra Biro – Gin per gli amici -, che muore d’amore dietro all’irraggiungibile Step.
I due si incontrano, anzi si scontrano, la prima volta presso una pompa di benzina, con lei che sta per fregare 20 euro a Step.
Tra i due scatta una simpatia immediata, nonostante le provocazioni sarcastiche di Step, la cui strafottenza l’ha seguito dagli States, e le risposte pungenti di lei, che sembra prendersela e attaccarlo (anche fisicamente) ad ogni minima battuta (ma si capisce che in realtà ne è divertita).
L’amicizia tra i due è destinata a crescere, anche grazie al fatto che si ritrovano nel medesimo posto di lavoro: Step, infatti, fa da assistente a un certo Marcantonio che lavora in uno studio tv, mentre la vivacissima Gin, con la sua buffa amica Ele, passa il provino come valletta per una trasmissione.
Tra una litigata e l’altra, tra punzecchiamenti vari, sorrisi sornioni di lui e maliziosi di lei, l’attrazione comincia a farsi sentire e pian piano Gin capisce che  si sta sempre di più innamorando del “mitico Step”, il picchiatore, colui che amava vincere le sfide in moto alla Serra, che si beccava querele per risse, il terrore di genitori disperati all’idea che alle proprie figlie possa piacere un tipaccio così poco raccomandabile...: proprio lui, il bellissimo Step, l’idolo di tante ragazze, l’ex di quella snob di Babi Gervasi.

Ma l’avrà davvero dimenticata? Due anni in America gliel’avranno tolta dalla testa o no?

Gin ha paura ma riesce a superarla buttandosi a capofitto in un amore giovane, fresco, genuino, vivace, che alla fine conquista anche lui.

Step è sempre il solito: ama fare lo sbruffone, prendere in giro chi gli è di fronte, ha sempre quell’aria da sufficienza che irrita, eppure con Gin non riesce ad essere uno str**** completo; pur battibeccando tanto, prova per lei tenerezza per quel suo carattere spontaneo, divertente. Gin è bella non solo fisicamente, ma soprattutto come carattere, è un uragano, un vulcano di idee, intelligente, scaltra, schietta, un po’ rompi… ok ma con una così non ti puoi annoiare di certo.

Step si sta innamorando nuovamente? Ha dimenticato la bella Babi, il primo vero amore che però ormai è legato al passato?
E soprattutto, il passato si deciderà a lasciarlo in pace o tornerà a bussare alla porta del cuore di questo bellimbusto tenerone?

La storia raccontata da Moccia nel seguito di “Tre metri sopra il cielo” è di per sé semplice, ruota tutto attorno alla crescita graduale di questo rapporto scoppiettante e romantico insieme tra Gin e Step; attorno satellitano altri personaggi: anzitutto compare qua e là Babi, e la ritroviamo ancora più smorfiosa di quando andava a scuola: c’è Pallina (ormai non più amica del cuore di Babi, che ha altre amicizie), ancora molto legata al ricordo del defunto Pollo; seguiamo le vicende di Daniela (la sorella minore di Babi), impegnata a gestire la sua “fantomatica prima volta”;  il padre delle due sorelle, Claudio, che s’è accorto di aver un forte desiderio di libertà; soprattutto nella prima parte del libro, ricompaiono gli amici di Step, strafottenti, simil-delinquenti e piantagrane, verso i quali l’Autore prova ancora un’immensa simpatia (mentre io li trovo detestabili), ancor più quando fanno caciara nei locali, mangiano a sbafo senza pagare e litigano con altri clienti; non dimentichiamo la mamma di Step, questa donna da lui tanto amata ma tenuta a distanza, come per  difendersi da un dolore e da una delusione troppo grandi provati per colei che, per un figlio, è l’esempio della perfezione.

Cosa dire di questo secondo libro…?
Io mi auguravo che lo stile e il linguaggio fossero diversi, nel senso di….. “più maturi”, rispetto al precedente romanzo, invece ahimè ho ritrovato gli stessi dialoghi un po’ banalotti, poco curati, poveri linguisticamente; cambi di punti di vista e di scena improvvisi e scollegati (si passa dalla “voce di Step” a quella di Gin …“così”, semplicemente passando da un rigo a un altro, in modo confuso).
I personaggi hanno tutti un che di caricaturale, nel senso che sono un po’ troppo sopra le righe (ehm… coatti?), sono tutti strani, quasi dei decerebrati, e del resto lo stesso Step assume spesso quell’aria di superiorità annoiata  di fronte alla mediocrità dei soggetti con cui deve a che fare – porello, manco lui stesso fosse ‘sta cima di intelligenza.

Gin è un bel personaggio, perché ha carattere, spiazza l’arrogante Step, che con lei non può dare mai nulla per scontato.

Rispetto al film, il libro dà ovviamente più spazio all’amore tra Step e Gin, che tra le pagine ha più modo di crescere e rafforzarsi, invece nel film si corre (comprensibilmente) di più, e molti avvenimenti e particolari sono stati eliminati del tutto o modificati; resta il fatto che “il vantaggio” del film è che i dialoghi sembrano meno sciocchi e i personaggi meno infantili di come ci appaiono nel romanzo, dove riescono a snervarti per quante banalità dicono e fanno in un nanosecondo.

Concludo confermando ciò che dissi per “3msc”: per quanto mi riguarda, il “problema” di Moccia non è tanto il tipo di storia in sé, che potenzialmente non è male, in fondo parliamo di storie d’amore giovanili, dove il romanticismo si mescola alla spontaneità di questi ragazzi romani con una gran voglia di divertirsi e vivere ogni esperienza a tutto tondo.
Il punto è come sono raccontati questi amori, sia come linguaggio che come personaggi, che non mi convincono per niente…; se solo avessero più spessore! Ahimè, non so perché… non ne hanno, o almeno io non lo trovo.
Anche se riconosco che attraverso Step ci vengono offerti spunti per argomenti più seri; la sua sofferenza per la perdita dell'amico, ad es., oppure il fatto che non è solo il ragazzo belloccio che se la tira e che va divertendosi con gli amici stupidi e combina guai, ma è anche un figlio con un rapporto conflittuale con la madre, davanti alla quale diventa fragile come un bambino, e questa cosa gli dà più carattere.

Complessivamente, è un romanzo leggero, a me non è dispiaciuto perché avevo voglia di qualcosa ad impegno zero e questo libro è effettivamente senza pretese, ma a modo suo caruccio, godibile.



“Molto d’accordo. Ma che vorrà dire poi. L’accordo è qualcosa che ha che fare con la musica. O peggio coi contratti. L’amore è invece è quando non respiri, quando è assurdo, quando ti manca, quando è bello anche se è stonato, quando è follia… Quando solo all’idea di vederlo con un altro attraverseresti a morsi l’oceano”.
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