venerdì 23 marzo 2018

Segnalazione novità Metropoli d'Asia: Lancio a effetto di Omar Shahid Hamid



Per gli amanti della narrativa orientale,una nuova uscita Metropoli s'Asia:


Lancio a effetto 
di Omar Shahid Hamid

Trad. G. Garbellini


Una caccia all’uomo avvincente e originale: non si cerca l’assassino, che è in prigionia fin dall’inizio, ma il destinatario delle sue lettere. È anche la storia di un’amicizia fra tre persone e il ritratto di un Paese, anzi di un territorio più allargato (si parla del conflitto tra India e Pakistan per il controllo del Kashmir, di Afghanistan, dell’11 settembre).

È di grande attualità, anche perché le modalità con cui agisce Uzair (decapitazione filmata di un prigioniero) ricordano molto l’Isis. Inoltre l’Autore ha un’esperienza diretta, essendo un poliziotto e avendo subito un attentato e minacce da parte di terroristi.
 Vengono descritti vari ambienti, dalle scuole elitarie in Pakistan e Stati Uniti, ai campi di addestramento per jihadisti in Afghanistan, dal deserto pachistano a Londra, dai gruppi fondamentalisti religiosi alle squadre scolastiche di cricket. Si sottolineano le differenze tra Oriente e Occidente, che provocano spaesamento nei rampolli delle famiglie ricche pachistane che vanno a studiare nei college americani.
 L’Autore mette in ridicolo non solo il fanatismo religioso, ma denuncia anche la corruzione di polizia e governo.



giovedì 22 marzo 2018

Recensione: LA CUSTODE DEI BAMBINI MORTI di Maria Ielo



Una bambina morta, il cui "fantasma" continua a vagare tra le stanze della dimora in cui ha vissuto con l'amata madre, è al centro di questo romanzo dalle atmosfere malinconiche e struggenti.


LA CUSTODE DEI BAMBINI MORTI
di Maria Ielo



goWare
148 pp
2017
«Ho il lavoro perfetto per te. Si tratta di fare la custode della mia bambina. Ho un casale in campagna, a due ore di auto da qui. È disabitato. Una coppia di contadini se ne prende cura. Non manca nulla. In realtà, non è esatto dire che sia disabitato. Beatrice vive ancora in quelle stanze. Ha tredici anni. Le farai compagnia. Non dovrai stare con lei tutto il giorno. Avrai un sacco di tempo libero.»

Queste parole si sente dire Cristiana da uno sconosciuto che di lei sa diverse cose; Alessio è un ex-insegnante che ha viaggiato molto e che attualmente si è ridotto allo status di un barbone ubriacone.
Eppure quel "fagotto di stracci" sembra incredibilmente lucido quando le propone questo strano lavoro e le racconta la storia della sua famiglia.
La figlioletta, Beatrice, muore nel 1977, a tredici anni, in un incidente nella campagna umbra. 
E' trent’anni dopo che suo padre chiede a Cristiana di fare da custode alla figlia, rimasta sola nel casale di famiglia. 
La donna, perplessa ma evidentemente incuriosita, accetta, e si ritrova immersa in un mondo favoloso e inquietante, in cui si affollano misteri, protagonisti e “fantasmi” del passato.


"Chissà com’è restare per sempre ragazzini. Si mostrava nuda al mio sguardo. Non pensavo che l’avrei mai vista. Anche tu, Alessio, eri scettico. È come se lei avesse intravisto il mio cuore spezzato e compreso tutto. Nel preciso istante in cui apparve a me, la realtà di quella creatura, tutto quello che rappresentava e ancora mi era oscuro, divenne l’unica realtà possibile per me. (...) Ovunque fosse andata, l’avrei seguita. Ero venuta in questa casa per custodire una ragazzina morta: mi resi conto che era la cosa più importante da fare, ora. L’unica davvero necessaria, anche se non avevo idea di quale sarebbe stato il mio compito." 

A Cristiana si affianca Myrsine, una “governante” con poteri speciali e misteriosi.

Conosciamo quindi, grazie prima al racconto di Alessio e poi ai ricordi e alle parole di altri personaggi importanti - la stessa Cristiana, Myrsine, e un'amica di famglia, Alessandra - ciò che è avvenuto tra le mura de I Cipressi, il casale in campagna in cui la piccola Beatrice ha vissuto con la mamma Federica e dove la sua presenza ha aleggiato per più di trent'anni, dopo la morte improvvisa.
Federica era una donna che amava cimentarsi con la buona cucina umbra, e questo amore per i fornelli la induce ad aprire una piccola trattoria; ad aiutarla in cucina c'è un giovanotto discreto e fedele (innamorato di lei), Fabrizio, che le starà sempre accanto, anche quando la donna perderà ogni interesse per la vita in seguito alla tragica morte della figlia e inizierà a lasciarsi andare, a trascurare se stessa e la cucina.

Un'altra persona le resta vicina dopo la tragedia: Alessandra, un'amica carissima, che già frequentava i Cipressi quando Beatrice era viva e che diviene nel tempo anche l'amante di Federica; al contempo la donna, rendendosi conto di come Federica, pur stando bene con lei, non la ami davvero (non con la stessa intensità con cui è amata, quanto meno), non si risparmia dall'avere altre relazioni, tra cui quella, più importante e duratura, con una certa Marta; dal canto suo, Alessio aveva già da tempo lasciato il casale per vivere per conto proprio, in giro per il mondo, tornando di tanto in tanto a far visita all'ex-moglie e alla figlioletta.

Le mura de I Cipressi sono testimoni silenziosi di tutto questo, della tragedia di Beatrice come della depressione che ha spento ogni luce negli occhi di Federica, dell'amore passionale di Alessandra e di quello devoto di Fabrizio; a vegliare su di essi, contemplando impotente i giorni che trascorrono malgrado tutto e tutti, c'è lei, Beatrice, il cui spirito si è risvegliato poco tempo dopo la morte e ha iniziato a girovagare per le stanze della casa e per i terreni circostanti, guardando, con un dolore e una tristezza infiniti - consapevole di non essere vista da nessun essere vivente -, sua madre abbandonarsi all'alcool e al sesso con gli sconosciuti.

A farle compagnia, infatti, c'è solo un "fantasma" come lei, Samuele, un dolce bambino morto molti anni prima, che le sta attaccato come un'ombra, felice di avere finalmente un'amica con cui passare il tempo.

Beatrice fa tenerezza per questo suo struggente desiderio di "esserci ancora", di poter partecipare alla vita delle persone amate; vorrebbe con tutta se stessa che Federica, Alessandra... si accorgessero di lei, perchè lei c'è davvero, va da una stanza all'altra, continua a disegnare come faceva prima, trascorre ore ed ore in bliblioteca, legge tantissimo ed in particolare ama alla follia "Cime tempestose" e vorrebbe avere un'amica come Catherine, ribelle e impetuosa.

Myrsine e Cristiana riescono a "vedere" la figura evanescente di Beatrice, un'eterna tredicenne, che la morte ha reso bambina per sempre, ma questo non ha impedito al tempo di trascorrere anche per lei.
Arriverà un momento in cui il fantasma inquieto di Beatrice si stancherà di vagabondare, stanco di portarsi dietro il peso di una non-esistenza, fatta di invisibilità e di occasioni perdute per sempre?

Cristiana e Myrsine trascorrono molti anni insieme, custodi dei Cipressi e delle anime dei bambini morti che, negli anni, si affacceranno numerosi al casale, popolandolo invisibilmente di voci e risate, e per queste creature che solo loro vedono e ascoltano, esse cucinano amorevolmente, ignorando i commenti schernitori della gente di fuori.
Aspettando che la morte, serenamente, arrivi a prendere anche loro.

"C’è soltanto un modo per vincere la morte: riconoscerla. Aprirle la porta con un sorriso. (...) È struggente l’amore infinito che proviamo per il nostro corpo, perfino quando è corroso dalle malattie più terribili. Una nostalgia invincibile invade l’anima. Non vorremmo lasciarlo: è la nostra vera casa, l’unica che duri tutta la vita. Ci dà sicurezza, senso di protezione. L’idea di affrontare l’ignoto senza corpo è mostruosa. Che bello sarebbe portarlo con noi, di là... Però, se ci convinciamo che morire non è spiacevole né spaventoso, se comprendiamo che è stata la nostra mente, lei soltanto, a creare il mondo, e il mondo sarà sempre dentro di noi, attenueremo, e forse sconfiggeremo, il desiderio di tornare."

"La custode dei bambini morti" è un romanzo breve e corale che mi ha trasportato in una vecchia casa di campagna che, pur essendo collocata in una precisa regione italiana, in realtà è come se fosse isolata da tutto ciò che è ordinario, comune, normale..., terreno.

Procedendo tra passato e presente, dando voce a più di un personaggio e alla sua prospettiva personale, la prosa dell'Autrice affascina il lettore per il suo vestirsi di evanescenza, come se i fatti e le persone di cui si narra fossero sospesi tra la vita e la morte, tra la terra e il "regno dei morti", senza con questo assumere tratti angoscianti, bensì malinconici, tristi... ma di un triste non fastidioso, anzi dolce, quasi commovente.
Tra queste pagine ho trovato diverse interessanti dicotomie: ad es., da una parte c'è Alessio, che trascorre gran parte della propria vita come vagabondo, senza radici, dall'altra ci sono gli abitanti de I Cipressi, come Myrsine, Cristiana, Fabrizio, la cui esistenza sembra avere senso solo in quanto radicata lì, tra quelle mura.
Ancora, vi è tanto - per dirla "alla Freud" - una pulsione alla vita quanto un istinto di morte: se Federica muore dentro e si autodistrugge dopo la morte della figlioletta, quest'ultima sembra non accettare l'idea di essere morta, restando legata alla vita nel casolare di famiglia e desiderando con tutta se stessa che qualcuno si accorga di lei.

Se è vero che la morte sembra dominare tra queste pagine, accanto ad essa è però molto presente anche l'Amore: l'amore disperato e triste di una madre verso la figlia perduta per sempre; l'amore pacato e silenzioso di Fabrizio verso Federica; l'amore sensuale tra alcune delle donne di questa storia, un amore quasi sempre passionale, a tratti selvaggio, dirompente, affamato, voglioso di perdersi nell'unione di corpo e anima, senza freni; e ancora l'amore ossessivo di Cristiana verso l'unico uomo che abbia mai amato e che, per sua sfortuna, amava un'altra.
Una serie di inseguimenti d'amore, in cui sembra che nessuno trovi davvero appagamento e pace, ed infatti c'è sempre un filo di inquietudine e tormento che attraversa tutto il romanzo, fino a quando, dirigendoci verso la fine, una sorta di tranquilla serenità sopraggiunge nel casolare dei Cipressi, e tutti i sentimenti, i pensieri, le paure, le angosce, le tante emozioni che hanno mosso i suoi abitanti trovano finalmente requie.
Intrigante il riferimento a "Cime tempestose", il classico che personalmente amo di più, e che ben si colloca in questa atmosfera suggestiva, malinconicamente spettrale, impalpabile, intrisa di una ineluttabile nostalgia verso un passato che vive unicamente nella mente di chi ancora resiste allo scorrere impietoso del tempo.

Lettura molto piacevole, che cattura per la sua scrittura ammaliante e profonda, che sa esprimere la complessità dei sentimenti umani con vividezza pur essendo essi collocati in uno sfondo surreale, che ha i contorni di un sogno etereo.

mercoledì 21 marzo 2018

LA CUSTODE DEI BAMBINI MORTI di Maria Ielo - epigrafe



Ultima lettura terminata di cui vi parlerò domani: LA CUSTODE DEI BAMBINI MORTI di Maria Ielo; un libro intriso di un'inafferrabile malinconia di cui vi riporto l'epigrafe:



La notte intorno a me s’oscura,
Venti selvaggi soffiano gelidamente;
Ma un incantesimo tiranno mi avvince
E io non posso andare, non posso.
Giganteschi alberi protendono
I nudi rami gravidi di neve, 
E la tempesta velocemente discende;
Ma io non posso andare.
Nuvole su nuvole mi sovrastano,
Dappertutto aridità e deserti,
Ma nessun orrore mi smuove;
Non andrò, non posso andare.

(Emily Brontë, trad. E. Passananti, S. Bartoli)


[...] Is it a kind of shadow,
reaching into the night,
wandering over the hills unseen,
or is it a dream?
There’s a high wind in the trees,
a cold sound in the air,
and nobody ever knows when you go,
and where do you start,
oh, into the dark.
Bright eyes,
burning like fire
Bright eyes,
how can you close and fail?
How can the light that burned so brightly
suddenly burn so pale?
Bright eyes.

(da Bright Eyes, Art Garfunkel, Mike Batt)



"Iscrizione in fronte a un libro o scritto qualsiasi, per dedica o ricordo; più particolarm.,
citazione di un passo d’autore o di opera illustre che si pone in testa
a uno scritto per confermare con parole autorevoli quanto si sta per dire




lunedì 19 marzo 2018

Recensione: SI CHIAMAVA ANNA FRANK di Miep Gies, A. Leslie Gold (RC2018)




Il Diario di Anne Frank (RECENSIONE)è una delle testimonianza sull’Olocausto più toccanti, e sicuramente è tra le più note, lette e amate da lettori di tutto il mondo, piccoli e grandi.

Com’è giunto fino a noi quel quadernetto con la copertina a scacchi bianchi e rossi (ad essere precisi, più che di un diario si dovrebbe parlare di diari, perché Anna scrisse su vari fogli sparsi e quaderni e fece anche delle revisioni, seppur parziali, dei propri scritti, in vista di una possibile pubblicazione dopo la guerra), che una 15enne ha riempito di parole e pensieri con la propria grafia minuta e che è in grado ancora di emozionare, commuovere?


SI CHIAMAVA ANNE FRANK 
di Miep Gies, A. Leslie Gold



,
A raccontarcelo è Miep Gies, una delle persone che aiutarono i Frank e gli altri quattro amici a restare nascosti all’interno dello stabile in cui erano situati gli uffici della ditta in cui lavorava Otto Frank, papà di Anna. 

Miep è un’austriaca che da bambina viene inviata in Olanda grazie a un programma che aiutava i bimbi austriaci denutriti; vi resterà per sempre e anzi acquisirà la cittadinanza olandese; nel 1933 ottiene un lavoro presso la ditta Travies & Co, lavorando con il signor Frank, ebreo tedesco trasferitosi ad Amsterdam con la moglie Edith, le figlie Margot e Anne per sfuggire alle persecuzioni naziste.

Discreta, volenterosa e gentile, Miep piace ad Otto, che a sua volta è un uomo dolce, cortese e pacifico; con la famiglia Frank ben presto nasce un rapporto d’amicizia, che coinvolge anche il fidanzato di Miep, Henk.

Un’amicizia leale e sincera, che farà sì che Miep diventi un supporto fondamentale per i Frank – e non solo – quando nel 1942 i rastrellamenti delle SS rendono ormai impossibile la vita agli ebrei.
Per evitare di essere deportati nei campi di lavoro, Otto decide di nascondere la propria famiglia in un appartamento segreto sopra gli uffici dell’azienda; a loro si aggiungono i van Daan – Herman, sua moglie Petronella e il loro unico figlio, l’adolescente Peter – e più tardi il dottor Albert Dussel (chirurgo dentista).

Aiutata da altri amici e colleghi di Otto - i signori Koophuis e Kraler, e la giovane Elli Vossen, oltre che dal coraggioso fidanzato -, Miep per due anni si occuperà della famiglia di Anne e degli altri rifugiati, non solo fornendo loro cibo e tutto ciò di cui hanno bisogno materialmente, ma anche dando loro conforto e condividendo le novità che giorno per giorno emergono da una situazione che degenera velocemente

Mi ha fatto un certo effetto leggere la testimonianza di Miep, soprattutto perché mi sembrava di conoscerla in quanto ho riletto innumerevoli volte il Diario di Anne, e avendo provato - dalla prima lettura dello stesso, da ragazzina – un senso di familiarità ed empatia verso questa giovanissima ragazza, mi è sempre sembrato di essere lì con lei nel rifugio e di conoscere quasi personalmente, grazie alle sue descrizioni attente e spontanee, sia i rifugiati che gli amici/aiutanti, tra cui Miep in particolare.

Ho ritrovato quindi la “mia Anne”, questa ragazzina schietta, allegra, dagli occhi vispi e profondi, dal sorriso sbarazzino, e grazie a Miep mi è sembrato di risentire la sua voce fresca e gioiosa; quella voce che raccontava ciò che accadeva nel rifugio, che guardava con romanticismo Miep ed Henk e che si affrettava a chiedere all’amica le novità del “mondo là fuori”, quel mondo che per lei era temporaneamente off limits.


“Quando la mia faccia appariva, tutti gli sguardi si illuminavano, e si fissavano su di me con gioia. Erano sguardi assetati e avidi di novità. Poi Anna, sempre Anna, mi si piazzava davanti col suo fuoco di fila di domande: Che sta succedendo? Che cosa hai nella borsa? Hai sentito le ultime notizie?”.

Miep è il collegamento tra il rifugio, nel quale si è tenuti a muoversi con cautela, non facendo rumore, non aprendo le tende…, e l’esterno; lei è, per gli otto clandestini, i loro occhi, le loro orecchie; è la fonte di informazioni, che ora gettano nell’angoscia, ora donano un pizzichino di speranza.


“In un periodo in cui le strade di Amsterdam erano piene di terrore e di pericolo, entrare in quel nascondiglio era come un tempo mettersi al riparo in un santuario o in un luogo sacro. Dava un senso di sicurezza e sentivamo che i nostri amici lì potevano sentirsi al riparo. Ogni volta che spostavo lo scaffale, mi sforzavo di avere uno sguardo sorridente, di nascondere l’affanno interno. Respiravo profondamente, spostavo la libreria e cercavo di assumere un’espressione calma e confortante…”.

Miep è una giovane donna sensibile, attenta, completamente dedita al proprio compito di aiutare i suoi amici; non si può non ammirarne il coraggio, l’altruismo, lo spirito di sacrificio, le ansietà di cui si sobbarca in quel tempo di clandestinità; fa tenerezza il pensiero che Miep stesse attenta a non ammalarsi non per se stessa, bensì perché se fosse stata male non avrebbe potuto andare nel rifugio dai suoi amici, portar loro il necessario, e in più essi si sarebbero preoccupati per lei, cosa che andava assolutamente evitata, visto che vivere nascosti, senza poter vedere la luce del sole e con la paura di essere scoperti e portati via, è già un fatto drammatico di per sé e difficilissimo da affrontare.

In queste pagine veniamo immersi in quegli anni terribili, in cui la popolazione olandese (non solo essa, chiaramente) visse giorni, settimane, mesi, anni… di restrizioni, di fame, di paura: gli ebrei erano destinati a un infausto destino, a meno che non fossero riusciti provvidenzialmente a fuggire in altri Paesi o non riuscissero a restar nascosti grazie a qualche buon amico; gli olandesi non ebrei erano anch’essi tenuti sotto scacco dai tedeschi invasori, e Miep ci racconta come sia stato difficile trovare da mangiare in quel periodo e come ogni libertà fosse stata loro rubata.
Ci trasmette anche tutta l'ansia al pensiero di essere scoperti e la paura al pensiero di ciò che questo significhi, tanto per gli "aiutanti" quanto per gli "aiutati".

Ci fa sorridere la cara Anne, così curiosa, attiva, piena di idee, chiacchierona, acuta osservatrice di tutto ciò che le era attorno…, ma allo stesso tempo non si può non sentire una tristezza opprimente sapendo già qual è stato l’epilogo di questa testimonianza vera e dettagliata…

Personalmente, mentre mi avviavo verso la fine del libro, mi sono sentita quasi sopraffatta dall’emozione, come sempre mi è capitato ad ogni rilettura del Diario; una parte di me, ogni volta, si rifiuta emotivamente di accettare quello che è successo, non solo ad Anne ma in generale alle vittime dell’Olocausto.

Quando quel 4 agosto 1944 gli otto clandestini vengono arrestati, Miep ed Elli riescono a salvare i quaderni e i fogli usati da Anna, con la speranza, da parte di Miep, di restituirli alla legittima proprietaria, a guerra finita.

Perché Miep, in cuor suo, spera con tutta se stessa che i suoi cari amici, ai quali si è
miep
dedicata con convinzione e affetto, senza risparmiarsi e incurante del pericolo che costituiva il fatto di aiutare degli ebrei, ritorneranno dai campi in cui sicuramente sono stati inviati dai nazisti.


E quando Otto torna, magro ed emaciato ma sempre lui, col suo sorriso dolce e timido, con i suoi modi di fare riservati ma gentili…, Miep ci spera ancora di più: Anne e Margot torneranno e Anne potrà pubblicare il suo diario.

Ma così non è purtroppo…., e per diverso tempo Miep non riuscirà a leggere le pagine scritte dalla sua giovanissima e sfortunata amica, nonostante le sollecitazioni di Otto, che dopo la guerra riuscirà a far pubblicare il Diario, perché troppa era l’emozione, e leggere certi ricordi di certo avrebbe acuito il dolore per la perdita di Anna (e di tutti gli altri).

Inevitabilmente, si arriva a fine libro con una domanda martellante nella testa: Miep ha mai saputo/scoperto come e perchè siano stati scoperti i rifugiati? È stato un caso, frutto ad es. dei ripetuti furti in magazzino, che magari hanno fatto sì che qualcuno scoprisse la presenza di persone oltre la libreria girevole?
O forse c’è stato qualcuno che ha tradito?

Nel 1948 la polizia olandese fece delle indagini per accertarsi chi avesse tradito i nostri amici; secondo i documenti contenuti negli archivi, qualcuno aveva tradito. Nessun nome comparve sul rapporto; vi si diceva solo che la persona aveva ricevuto sette fiorini e mezzo per ogni ebreo, cioè un totale di sessanta fiorini. Noi sapevamo che i nostri amici dovevano essere stato traditi; alcuni sospettavano di qualcuno in particolare (…). Il signor Frank era l’unico a poter scoprire qualcosa; ma decise di non farlo”.

A prescindere da quale sia la verità, una cosa è certa: Anne è sì morta a Bergen-Belsen, ma la sua eredità, i suoi pensieri, il suo cuore, le sue speranze… hanno travalicato i cancelli e il filo spinato dei campi di concentramento, e hanno raggiunto milioni di persone nel corso degli anni, e di certo il Diario di Anne Frank ha ancora tanto da donare a quanti si accostano ad esso per conoscere questa ragazzina vispa e intelligente che desiderava diventare una scrittrice e che ha raccontato l'orrore del nazismo con la naturalezza e l'innocenza tipiche della sua età.

E persone come Miep restano per noi un esempio di cosa voglia dire sacrificarsi per il prossimo, mettere a repentaglio la propria sicurezza e la propria vita per aiutare chi è in difficoltà e che sta subendo un’enorme ingiustizia a causa di un’ideologia folle e spregevole.

È un libro che desideravo leggere dai tempi della scuola media e che ho trovato in un mercatino di oggetti e libri usati; una lettura che consiglio, in particolare a quanti sono interessati a questo periodo storico e ai tragici fatti che l’hanno contrassegnato.


Reading Challenge
obiettivo n. 29.
Un libro che nel titolo abbia una parola palindroma.


giovedì 15 marzo 2018

Antonio Lanzetta torna con il nuovo thriller: "I figli del male" - dal 15 marzo in libreria



Autore rivelazione del 2017, con Il buio dentro (RECENSIONE), il suo precedente romanzo, viene inserito nella rosa dei migliori thriller non inglesi dal Sunday Times, che lo definisce lo Stephen King italiano e che esce, in questi stessi giorni in Francia, Belgio e Canada edito da Bragelonne, una delle più rinomate case editrici francesi.

Con I figli del male tornano i personaggi che tanto hanno ammaliato i lettori italiani: Lanzetta sa infatti entrare in maniera sottile nei meandri della mente umana, fino ad attingere alle sue pieghe più oscure creando una trama di vissuti e avvenimenti che si intrecciano in un crescendo di tensione fino al colpo di scena finale.
Sullo sfondo, la terra del Cilento mostra tutta la sua bellezza e oscurità.

L’autore, dal 15 marzo sarà impegnato in una serie di Festival e presentazioni letterarie (da Torino a Catania, Salerno, Milano, Pisa, Assisi e molte altre) che lo vedranno partecipare anche al prestigioso Quais du Polar di Lione, come uno dei pochissimi rappresentanti del thriller italiano insieme ad autori del calibro di Carrisi, De Giovanni e Lucarelli.


TRAMA
La Corte Editore
356 pp


È ancora notte quando Damiano Valente viene svegliato da una telefonata e in pochi minuti si ritrova sulla scena di un crimine atroce e inspiegabile: davanti ai suoi occhi un uomo con la gola tagliata, riverso in un’auto su una spiaggia vicino Castellaccio. Sporco di sangue e conficcato nella ferita, un biglietto con un messaggio contenente solo due parole: Lui vede.
Damiano, lo Sciacallo, uno scrittore diventato famoso ricostruendo i casi di cronaca nera nei suoi libri, aveva promesso di non farsi più coinvolgere, di non scrivere più. Per dimenticare. Per sfuggire a un passato di morte e sangue che invece continua a tormentarlo.
Ma gli incubi non sono finiti e lui non può tirarsi indietro. Anche perché il suo amico Flavio viene inghiottito dal buio, mentre cerca di aiutare una paziente della clinica psichiatrica in cui lavora.
Quale può essere il collegamento?
Per scoprire la verità Damiano dovrà tornare indietro fino al 1950, nel suo Sud profondamente segnato dalla guerra e dal regime fascista.
Sono gli anni del giovane Mimì e del suo amore per Teresa. Gli anni del piccolo Tommaso e del pomeriggio in cui ritrova il corpo martoriato di un bambino sulla riva di un fiume.
Gli anni in cui tutto ebbe inizio.

Un thriller intenso e feroce. Una storia di amicizia e dolore, di ferite e innocenza perduta.
L'autore.
ANTONIO LANZETTA è un autore salernitano, che dopo aver iniziato la sua carriera da scrittore come autore di romanzi fantasy (sempre per La Corte Editore ha pubblicato WARRIOR e REVOLUTION), vira verso il thriller prima con il racconto breve Nella Pioggia, finalista al premio Gran Giallo Cattolica e poi con IL BUIO DENTRO, romanzo che lo consacra come uno dei più talentuosi scrittori del genere della nuova generazione e gli permette di valicare i confini nazionali venendo tradotto da Bragelonne, una delle più prestigiose case editrici di lingua francese, in Francia, Canada e Belgio. Il Buio Dentro viene anche citato dal Sunday Times come uno dei 5 thriller non inglesi migliori del 2017. Da quest’autunno, Lanzetta è anche opinionista di cronaca nera per “La vita in diretta” su Rai Uno
.

On my wishlist (marzo 2018)



Carissimi, in questo post voglio presentarvi proprio dei libri che mi hanno incuriosita e che mi sono balzati agli occhi... così...!, senza preavviso e in modo del tutto casuale.

Parto da uno che ho notato all'edicola della stazione: mi ha colpito per il titolo:



LASCIA DIRE ALLE OMBRE 
di Jess Kidd



Ed. Bompiani
trad. S.C. Perroni
Titolo originale: ''Himself''
400 pp
19 euro
Gennaio 2018
Quando Mahony, cresciuto in orfanotrofio a Dublino, torna a Molderring, quattro strade e un pub sulla costa occidentale dell'Irlanda, porta con sé solo una foto sbiadita di Orla, la madre che non ha mai conosciuto, e l'ostinato desiderio di dissipare la cortina di bugie che avvolge il villaggio.
Nessuno, vivo o morto, vuole raccontare cosa è successo più di vent'anni prima alla ragazzina che l'ha dato alla luce e poi abbandonato, eppure Mahony è certo che sono in molti a conoscere la verità.
Un prete che assomiglia a una donnola, l'arcigna infermiera del villaggio, una banda di alcolisti sentenziosi, una caustica attrice imparruccata al di là del tramonto decisa ad aiutare Mahony infilando tra le pieghe dell'annuale messinscena un'indagine in piena regola: sono solo alcuni dei personaggi che animano una storia nera e grottesca, sovrannaturale ma più che mai umana, che avvolge e trattiene il lettore fino all'ultima pagina.


Questo romanzo horror (ahimè, un genere che non amo affatto, ma non so, questo vorrei provare a leggerlo ^_^ ) è del 1962 e ne hanno fatto un film, che dovrebbe uscire nei prossimi mesi.


ABBIAMO SEMPRE VISSUTO NEL CASTELLO
di Shirley Jackson



Ed. Adelphi
trad. M. Pareschi
192 pp
18 euro
È infatti con toni sommessi e deliziosamente sardonici che la diciottenne Mary Katherine ci racconta della grande casa avita dove vive reclusa, in uno stato di idilliaca felicità, con la bellissima sorella Constance e uno zio invalido. 
Non ci sarebbe nulla di strano nella loro passione per i minuti riti quotidiani, la buona cucina e il giardinaggio, se non fosse che tutti gli altri membri della famiglia Blackwood sono morti avvelenati sei anni prima, seduti a tavola, proprio lì in sala da pranzo. 
E quando in tanta armonia irrompe l’Estraneo (nella persona del cugino Charles) si snoda sotto i nostri occhi, con piccoli tocchi stregoneschi, una storia sottilmente perturbante che ha le ingannevoli caratteristiche formali della commedia brillante. 
Ma il malessere che ci invade via via, disorientandoci, ricorda molto da vicino i «brividi silenziosi e cumulativi» che – per usare le parole di un’ammiratrice, Dorothy Parker – abbiamo provato leggendo La lotteria. 
Perché anche in queste pagine Shirley Jackson si dimostra somma maestra del Male – un Male tanto più allarmante in quanto non circoscritto ai ‘cattivi’, ma come sotteso alla vita stessa, e riscattato solo da piccoli miracoli di follia.

mercoledì 14 marzo 2018

Premio letterario "Parole magiche" per Poesia e Narrativa



Cari lettori che desiderate emozionare voi stessi e gli altri attraverso la scrittura, ecco un concorso letterario organizzato da flower_ed edizioni.


Premio letterario "Parole magiche" per Poesia e Narrativa




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La casa editrice flower-ed organizza la terza edizione del Premio letterario “Parole magiche” rivolto ai poeti e ai romanzieri italiani.

Art. 1 – Sezioni

Il premio prevede due sezioni:

  1. Poesia
  2. Narrativa (romanzi)



Art. 2 – Requisiti

Sezione Poesia

Ogni autore può partecipare con un massimo di tre poesie, senza limiti di battute. Le poesie devono essere inedite, originali e in lingua italiana. Ciascuna poesia deve essere dotata di un titolo. Il tema è libero.


Sezione Narrativa (romanzi)

Ogni autore può partecipare con un solo romanzo, senza limiti di battute. Il testo deve essere inedito, originale e in lingua italiana. Il romanzo deve essere dotato di un titolo. Il tema è libero.


Art. 3 – Quota di partecipazione

La quota di partecipazione è di 15 euro da versare mediante bonifico bancario.

Intestatario: Michela Alessandroni
IBAN: IT26F0306903237100000002172
Causale: indicare il nome del partecipante


Art. 4 – Premio

Sezione Poesia

Il premio per il poeta vincitore è la pubblicazione digitale e cartacea di una raccolta di poesie, con contratto di edizione (senza contributo economico da parte dell’autore). Il libro sarà inserito nel catalogo di flower-ed, nella collana Pegaso, dedicata alla poesia contemporanea. La casa editrice si occuperà di distribuirlo attraverso i propri canali, visibili sul sito www.flower-ed.it alla voce Distribuzione. La pubblicazione delle proprie poesie non obbliga l’autore all’acquisto di copie.

Sezione Narrativa

Il premio per il romanziere vincitore è la pubblicazione digitale e cartacea dell’opera presentata al concorso, con contratto di edizione (senza contributo economico da parte dell’autore). Il libro sarà inserito nel catalogo di flower-ed, nella collana Il Grimorio, dedicata alla narrativa fantastica contemporanea, o nella collana Il Vaso di Pandora, dedicata alla narrativa contemporanea, a seconda del genere. La casa editrice si occuperà di distribuirlo attraverso i propri canali, visibili sul sito www.flower-ed.it alla voce Distribuzione. La pubblicazione del proprio romanzo non obbliga l’autore all’acquisto di copie.


Art. 5 – Scadenza e modalità di invio

Il termine di scadenza è fissato per il 13/05/2018. I componimenti dovranno pervenire, come allegato, all’indirizzo mail manoscritti@flower-ed.it entro tale data.
Il file allegato dovrà essere obbligatoriamente .doc .rtf o .pdf. 

L’oggetto dell’email dovrà essere “Parole magiche”.
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martedì 13 marzo 2018

Novità Narrativa Kimerik Edizioni (marzo 2018)



Lettori, buongiorno!
Eccomi col presentarvi alcune nuove proposte della Casa Editrice Kimerik, che spero catturino il vostro interesse!



Il mistero Blue Whale
di Felice Diego Licopoli


€ 19,00
Genere: Thriller
Anno: 2018
Pagine: 271
Un gioco su Internet tristemente noto alla cronaca.
 È questo il Blue Whale, che, persuadendo menti deboli con delle pericolosissime regole, diviene ben presto deleterio per le giovani vittime. 
Attraverso le vicissitudini di Alice e Vanessa, due ragazzine romane di quattordici anni, e di tanti loro coetanei, l’Autore sviluppa un thriller ricco di continui colpi di scena che mettono costantemente tutto in discussione.




SALVAMI!
di Alessandro Severi 

LINK LIBRO
Alessandro è un giovane studente di vent’anni molto estroverso, amante delle belle ragazze e delle serate in discoteca. 
La sua vita subisce un violento scossone quando suo fratello minore, Matteo, viene ucciso in circostanze tutte da scoprire. 
In un primo momento prova a ignorare quanto accaduto, poi i sentimenti hanno il sopravvento. 
Da dove partire? Chi era davvero Matteo? Un’opera che è un viaggio di scoperta in primis di se stessi, poiché se non ci si comprende appieno non si potrà mai conoscere davvero chi ci è accanto.

L'autore.
Alessandro Severi è nato a Milano nel 1984 e sin dall’età di quattro anni ha vissuto in vari paesi dove ha imparato tre lingue straniere. Nutre una grande passione per i viaggi e per la scoperta. Ha toccato svariate mete, fra cui l’Isola di Pasqua e Yellowknife, nell’estremo Nord canadese. Salvami! è la sua seconda prova editoriale. Attualmente vive a Firenze.



LA NARRAZIONE
di Marco Scarpati

LINK LIBRO
Arriva un momento nell’età adulta in cui nasce il desiderio di raccontarsi, così come un treno che parte ad andatura lenta, la narrazione percorre città e paesi, in ogni stazione vedrà scendere dei passeggeri e nel contempo ne accoglierà altri.
Il treno prosegue il suo viaggio lasciando la possibilità di ammirare le bellezze e le diversità circostanti. Nel tragitto tante persone ammirate dal finestrino sembreranno stare ai margini della nostra vita, ma in realtà anch’esse sono motivo di coinvolgimento e di arricchimento. Dove arriverà questo treno? Sarà lo stesso viaggio a farci vivere esperienze straordinarie nel raggiungimento di ogni nuova meta, già pronta per essere lasciata. 
Ah dimenticavo: c’è sempre posto, caro passeggero, per poter salire e cominciare il tuo viaggio.

L'autore.
Marco Scarpati è counselor professionista e didatta presso l’ISPPREF (Istituto Psicologia Psicoterapia Relazionale e Familiare) di Napoli. Nel 2011 fonda e diviene presidente del CDA (Centro d’Ascolto a bassa soglia) “Parliamone” sul territorio di Arzano. È consulente e mediatore familiare.


DIARIO DI UN'EQUIVOCABILE FOLLIA
di Valentina Orlando



LINK LIBRO
Virginia Romano è una giovane professoressa precaria, sposata e con una figlia piccola. Giorgio Moretti è il dirigente scolastico presso cui Virginia prende servizio, sposato, e con due figli.
Le loro vite si intrecceranno inesorabilmente nel piccolo plesso scolastico di Bressagliago, scoprendo verità nascoste su se stessi e su chi sono in realtà, mentre cercano solo di essere felici.

L'autrice.
Valentina Orlando nasce a Varese, il 29 dicembre 1983. Di carattere particolarmente timido e riservato, fin da piccolissima si serve della scrittura come mezzo di comunicazione più diretto e naturale. Dopo il diploma socio-psicopedagogico, frequenta la facoltà di Lettere Moderne, presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, laureandosi nel 2007. Nel 2010, termina il suo percorso accademico con la specializzazione in Filologia Moderna, presentando una tesi sui poeti e la musica. Per quanto riguarda la letteratura creativa, partecipa a diversi concorsi letterari nazionali, presentando racconti e poesie. Attualmente, insegna italiano e storia nella scuola secondaria di secondo grado, presso l’ “ISIS Valceresio” di Bisuschio (VA). Diario di un’equivocabile follia è il suo primo romanzo.


domenica 11 marzo 2018

Novità dalle case editrici (romance, fantasy, noir...)



Cari lettori e lettrici alla ricerca di letture emozionanti, eccovi qualche novità dalle C.E. che potrebbero - spero! - incontrare i vostri gusti; si spazia da fantasy al romance, dal noir alle biografie.



BIOGRAFIA:

Non ho paura delle tempeste. 
Vita e opere di Louisa May Alcott
di Romina Angelici



FLOWER-ED
In questo 2018 si celebrano i 150 anni dalla pubblicazione di Piccole donne e noi abbiamo voluto rendere omaggio alla sua straordinaria autrice nella maniera più intima e coinvolgente: raccontandone la vita. 
Romina Angelici, che ha già pubblicato con flower-ed Jane Austen. Donna e scrittrice, ha ripercorso l’intero arco della sua esistenza raccontandoci degli eventi familiari, di quelli storici e dei libri pubblicati, lasciandoci esplorare, pagina dopo pagina, il mondo interiore di Louisa May Alcott. 
Quest’opera va a colmare finalmente la vistosa lacuna dovuta all’assenza di una biografia recente, aggiornata e compelta.

Romina Angelici, Non ho paura delle tempeste. Vita e opere di Louisa May Alcott: in uscita venerdì 9 marzo, ebook e cartaceo.




FANTASY:

LE TERRE DI PANTHYA. LA PROFEZIA
di Sabia Eileen




Quando le Terre di Panthya saranno unite in un solo Grande Regno guidato da un forte condottiero potranno assurgere alla potenza suprema piegando e sottomettendo anche le Terre oltre i Mari e il mondo si inginocchierà all’Imperatore degli Imperatori.
Comincia così l'antica profezia delle Terre di Panthya, in attesa che l'Imperatore degli Imperatori possa essere unico sovrano del Grande Regno. Una profezia che si tramanda da secoli, che ha visto l'esplodere di conflitti eterni tra i vari regni di quelle lontane e inospitali terre, che ha visto scorrere il sangue di numerosi guerrieri che si sono immolati in battaglie senza fine per arrivare alla creazione di un unico Grande Regno che avrebbe visto uniti tutti i Regni di Panthya e che ha visto sterminare interi popoli in nome di essa.
E dopo anni di combattimenti sono rimasti solamente in due, due reami che stanno consumando gli anni in una guerra che sembra non avere mai fine.
Sylia di Gallian, un minuscolo reame che unico e solo sta resistendo alla forza spietata del dominatore, il forte e potente Nikos di Sallen, che è riuscito a sottomettere tutti i regni delle Terre di Panthya. Sylia e Nikos sono nemici da sempre e per sempre, si odiano, si combattono e solo uno dei due sarà riservato il destino di essere l'Imperatore degli Imperatori.
Solo l'esito di questa ultima infinita battaglia potrà stabilire chi dominarà per sempre le Terre di Panthya.
Due sovrani che sembrano destinati a combattersi per il resto dei loro giorni, una guerra che potrebbe non finire mai, due maghi che tramano nell'ombra perché la profezia si compia, due eserciti che si stanno decimando, un conto in sospeso tra Sylia e Nikos, una battaglia personale nella guerra tra i loro regni, una ferita aperta che non smetterà di sanguinare fino a che la profezia potrà essere compiuta e un amore profondo e intenso che rischia di essere ignorato perché sepolto dall'odio.


ROMANCE CONTEMPORANEO:




Edy Tassi arriva a casa di Emma Books e inaugura la serie "Sulle punte":


ASSOLO
di Edy Tassi



Emma Books
Titolo: Assolo
Serie: Sulle punte
Autore: Edy Tassi
Collana: Love
Formato: L
Prezzo: €3,99
Arianna Radburn vive a Londra e balla in una prestigiosa compagnia di danza, ma quando di notte varca la soglia dell'Icing on the Cake la sua vita cambia completamente, e Arianna si trasforma nella conturbante e bellissima Sweet Thunder, il cui corpo perfetto ammalia e seduce gli uomini di tutto il locale. 
Tutti tranne uno: Nicholas Morgan, il suo coreografo. Uomo affascinante e sicuro di sé, Nicholas le proporrà di cominciare a esibirsi solo per lui, privatamente, in cambio di un lauto compenso. Così Arianna, uscita dalle prove del promettente spettacolo che sta preparando, si recherà a casa di Nicholas e lo sedurrà coi suoi passi sexy notte dopo notte. 
Nessun pericolo finché il coreografo manterrà fede alla sua regola ferrea: mai andare a letto con una sua ballerina. 
Ma quando dovrà fare i conti con il fatto che Sweet Thunder e Arianna sono la stessa persona, la passione esploderà, cominciando ad assumere forme inaspettate. 




L'AMORE DELLA MIA VITA
di Antonietta Agostini



Butterfly Edizioni

Love self

Genere: contemporary romance
Data di uscita: 9 marzo 2018
Prezzo: 1,99 €
Disponibile su Amazon e 
Kindle Unlimited
Mia sa cosa vuole dalla vita: divertimento, lavoro, amici, la sua ordinata quotidianità e soprattutto niente sorprese.
Abituata ad avere il controllo su tutto, si trova impreparata quando il destino decide di cambiare le carte in tavola. 
Un importante appuntamento di lavoro salta a causa di un incidente. La sua giornata iniziata male non può che finire peggio: il ragazzo con cui ha tamponato è freddo, scorbutico e non fa altro che prenderla in giro. 
Complice la neve e i telefoni fuori uso, i due sono costretti a trascorrere la serata in un motel dove la situazione si fa più intrigante di quanto potesse immaginare. 
Ma lasciarsi andare alle emozioni è una scommessa troppo rischiosa e Mia non è ancora pronta ad affrontare gli imprevisti. L'unico modo per farle cambiare idea è convincerla a fidarsi... 
Perché, anche se ci sono dei rischi, l'amore è l'affare più importante che potrebbe concludere.



NOIR:

Ossessionata dalla vendetta, Veronica De Donato fa ritorno a Foggia, sua città natia, per unirsi ai vertici della mala locale sotto falso nome. Il suo unico scopo è quello di trovare ed eliminare i mandanti e gli esecutori del brutale assassinio di mafia che la rese orfana dieci anni prima, nonché di diventare il boss più potente della Capitanata.

Lady Mafia: la regina del noir. Dal fumetto alle pagine di un romanzo.


LADY MAFIA
di Pietro Favorito



Cuore Noir Edizioni
LINK LIBRO
"C’è chi piange. Chi si dispera. Chi si rassegna. E chi impazzisce. Io uccido!”, dice Veronica De Donato nelle prime pagine di Lady Mafia. E il lettore immediatamente intuisce che quelle non sono parole al vento. Ritmo incalzante e atmosfere pulp sono quindi gli ingredienti di questo libro avvincente, pronto a far discutere e a dividere, come è nel destino di ogni cosa che induca a pensare.

Questa è la storia di Lady Mafia e dei suoi mille volti. È la storia del killer del Brenta, spietato sicario del nordest italiano. È la storia della Conegliana, la nipote del Pacchiano, il trevigiano capo di un impero economico fatto di riciclaggio e rifiuti tossici. È la storia dell’Angelo della Morte, tornato in Puglia per scalare i gradini della mafia foggiana e allearsi con la “Santissima Trinità”. Ed è la storia, insieme, della fidanzata di Pierluigi, figlio di quel Calabrese ai vertici della malavita locale, della sexy Federica Neri, pericolosa seduttrice del commissario di polizia più inviso alla “Nuova Società”, e di Veronica De Donato, l’amante segreta della bellissima Sabrina Morganti.
Ma Lady Mafia è soprattutto una storia di vendetta. Sullo sfondo di una Foggia nascosta e umbratile, fatta di night-club e prostituzione, droga e gioco d’azzardo, Veronica ha solo una missione nella testa e nel cuore: infiltrarsi nelle mafie d’Italia per ritrovare Giacomo, il fratellino scomparso, e farla pagare personalmente agli assassini dei De Donato.
Riuscirà una giovane donna a vincere lo scetticismo di un ambiente selvaggio e maschilista? Riuscirà Veronica a mettersi sulle tracce del branco di malviventi che dieci anni prima fece irruzione in casa sua per stuprarla e sterminare la sua famiglia? E riuscirà ad arrivare fino al Dottore, il misterioso mandante della strage?


sabato 10 marzo 2018

Recensione: PERCHE' I BAMBINI DICONO LE BUGIE? di Monica Tognoni



Un piccolo e scorrevole manuale utile per genitori ed insegnanti (ed in generale, per quanti ricoprono ruoli educativi) che, partendo dalla domanda "Perchè i bambini dicono le bugie?", si propone di offrire delle risposte a diversi quesiti che nascono da questo interrogativo principale, fornendo indicazioni importanti sulle modalità di intervento più adeguate, a scuola come in famiglia.


PERCHE' I BAMBINI DICONO LE BUGIE?
di Monica Tognoni



Ed. Giunti
122 pp
8 euro
2008
La bugia è un fenomeno umano che appartiene tanto all'universo degli adulti quanto a quello infantile; non solo, ma essa caratterizza il "normale" e sano sviluppo psicologico del bambino.
Ma cosa fare e come comportarsi quando l'intenzionale alterazione della realtà è usata dal bambino per nascondere ansie, bassa autostima ed altre problematiche a carattere emotivo e psicologico?

Il testo è suddiviso in sei brevi capitoli e parte dal cercare di definire cos'è la menzogna e come la definiscono i bambini stessi; dalle risposte raccolte in alcuni studi, emerge come essi capiscano che dire una bugia significhi dire qualcosa che non corrisponde alla realtà.

Ma la menzogna ha sfaccettature complesse e non di rado dietro un'affermazione non rispondente al vero non sempre c'è la reale e chiara intenzione di ingannare il prossimo.

Infatti, spiega l'Autrice (psicologa e psicoterapeuta, oltre che insegnante di scuola primaria), è possibile distinguere le distorsioni della realtà dovute a:


  • falsificazione: distorcere volontariamente e con consapevolezza la realtà per un determinato motivo/scopo;
  • "scherzi della memoria" (ricordi inesatti, falsati..., detti senza voler falsificare);
  • confabulazione (bugie frutto di danni cerebrali);
  • dissimulazione (omettere, nascondere delle informazioni importanti).


A questi casi si aggiungono i racconti sull'amico immaginario (non ascrivibili però al fenomeno menzogna), oppure si può mentire addirirttura dicendo tecnicamente la verità (ad es. enfatizzando un racconto veritiero attraverso l'ironia, il sarcasmo, essendo ambigui od evasivi e quindi inviando messaggi confusi a chi ci ascolta); anche un sorriso falso o enigmatico può sviare l'altro dalla verità.
Insomma, il mondo della menzogna è complesso e se lo è per gli adulti (per diene una: è difficile riconoscere una menzogna in modo inquivocabile, nonostante pensiamo ci siano dei segnali non verbali tipici della persona bugiarda), figuriamoci per i bambini, che più sono piccoli e meno hanno la capacità di spiegare fatti ed emozioni con chiarezza.

L'elemento fondamentale resta l'intenzionalità: in che momento dello sviluppo il bambino comincia a dire bugie perchè vuole effettivamente ingannare l'adulto?

I ricercatori non sono tutti unanimi nella risposta, c'è chi sostiene che prima dei 7 anni il bambino non menta con intenzionalità ma semplicemente perchè non distingue ancora realtà e fantasia, e altri studiosi che ritengono come già a 4 anni i bimbi sappiano organizzare strategie menzognere per ingannare i genitori intenzionalmente, ad es. con l'obiettivo di evitare una punizione.
Crescendo cambiano, nel bambino più grande e nell'adolescente poi, sia il concetto stesso di bugia che le motivazioni che li spingono a mentire; una menzogna può essere espressione di un bisogno, di un timore, può indicare una bassa fiducia in se stessi e nelle proprie capacità, può essere un modo per richiedere attenzioni...

Il testo prosegue quindi nell'analizzare il perchè di certe bugie dette ai genitori (o agli insegnanti), cosa esse possono rivelare del bambino, quando vanno considerate delle spie di effettivi disagi ed eventualmente di disturbi psicologici.

I bambini sono sicuramente i protagonisti di questo libro, ed infatti al suo interno si dà loro voce, e il lettore può farsi un'idea di ciò che loro stessi pensano della bugia e del perchè si ritrovano ad utilizzarle.
Similmente, gli adulti vengono messi al centro del riflettore, perchè anch'essi possono mentire ai figli, magari con la convinzione di evitare loro dispiaceri o perchè non sanno gestire emotivamente la verità e le sue conseguenze nella vita dei propri bambini.

Un breve ma interessante percorso in questo fenomeno che appartiene all'esistenza umana e che quindi va indagato con lucidità, per poter intervenire in modo efficace cercando di capire il problema di partenza, e quindi approntando risposte educative adeguate, coerenti, che rafforzino i comportamenti positivi e scoraggino quelli negativi, e possibilmente prevedendo collaborazione tra le diverse agenzie educative, in particolare tra famiglia e scuola.

Adatto agli adulti - educatori, docenti, ma anche "semplici" genitori - che vogliono soffermarsi su quest'argomento, presentato in modo sintetico ma con chiarezza, con un linguaggio comprensibile anche "ai non addetti ai lavori".
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