mercoledì 14 novembre 2018

Nuove uscite romance Butterfly Ed. - Quixote Ed.



Buongiorno cari lettori! Ho due recensioni da preparare, di due libri che mi sono piaciuti moltissimo; spero di postarle entro stasera :)

Intanto, eccomi con un paio di uscite romance.

TI TROVERÒ
di Lia Carnevale

Editore: Butterfly Edizioni
Genere: Romance
Collana: Love self
Prezzo: 2,99 € [in offerta a 0,99 € dal 12 al 25 novembre]
Data di uscita: 12 novembre 2018
Disponibile su Amazon e Kindle Unlimited


Clara lavora per una rivista importante e la sua quotidianità è divisa tra la madre con cui abita e le sue due amiche fidate.
È proprio con loro che decide di partire per Marrakech, ma quella che doveva essere una vacanza all'insegna del relax e del divertimento, si trasformerà ben presto in un incubo quando Clara viene rapita.
 Il suo obiettivo primario diventa sopravvivere e cercare una via di fuga da quegli uomini che la vogliono vendere come schiava.
 Ma nella vita tutto può succedere... anche trovare l'amore in uno dei posti più ostili al mondo.




NON LASCIARMI MAI ANDARE
Never let you go
di Katy Regnery


AMBIENTAZIONE: Virginia
TRADUZIONE: Ellie Greene
COVER ARTIST: Angelice Graphics and book cover Designer
SERIE: A modern fairytale #2
GENERE: Contemporaneo
FORMATO: E-book (Mobi, Epub, Pdf) e cartaceo
PAGINE: 653
PREZZO: 4,99 € (e-book) su Amazon, Kobo, iTunes, Google Play, Store QE
DATA DI USCITA: 21 novembre 2018


TRAMA

In questa rivisitazione moderna di Hansel e Gretel, Griselda e Holden, tredicenni in affido, scappano dal loro rapitore dopo tre anni di prigionia brutale, e provano ad attraversare il fiume Shenandoah a piedi. Purtroppo, lei riesce a mettersi in salvo, mentre lui viene lasciato indietro. Dieci anni dopo, il fidanzato di Griselda la trascina in un fight club e il suo mondo viene capovolto quando vede Holden salire sul ring. Sebbene la connessione tra di loro sia potente, i due sono separati da un amaro rimpianto, una rabbia sepolta e da un groviglio di ferite fisiche ed emotive, tanto pericolosi quanto le acque dello Shenandoah.

Never Let You Go è una storia di paura e speranza, sconfitta e sopravvivenza, e su due persone distrutte nel profondo, che scoprono che l’amore è l’unico sentimento che li può rendere di nuovo completi.

domenica 11 novembre 2018

Recensione: LA VITA DAVANTI A SE' di Romain Gary



"La vita davanti a sè" è la storia del giovanissimo Mohamed, chiamato da tutti Momò, un figlio di nessuno di origine araba, cresciuto nella banlieu di Belleville: orfano di madre, del padre non sa nulla, a tirarlo su è l'ex-prostituta Madame Rosa.
A dare voce a questo racconto di vita che sa commuovere e far sorridere è il bravissimo Marco D'Amore.



LA VITA DAVANTI A SE'
di Romain Gary


Ed. Neri POzza
trad. G. Bogliolo
241 pp
11.50 euro
2009
Momò ha dieci anni e vive al sesto piano di un condominio della periferia francese, accudito dalla polacca Madame Rosa che, quand'era giovane e piacente, "faceva la vita".
A vederla adesso, racchia, grassa, con pochi capelli, la faccia sporca di un patetico trucco che non l'abbellisce affatto ma che anzi la rassomiglia ad un pagliaccio, nessuno penserebbe che c'è stato un tempo in cui è stata bella e desiderata.
Eppure... c'è stato.
Certo, è passato tanto tempo..., e comunque si parla di prima che venisse presa dai tedeschi e portata in un campo di concentramento ad Auschwitz in quanto ebrea; la donna è sopravvissuta ma, da quell'inferno, una parte di lei non è mai uscita e il piccolo Momò infatti ci racconta di come le sue notti siano ossessionate da incubi, dal terrore che qualcuno venga di nuovo a prenderla e portarla chissà dove.

Madame Rosa è la sola figura materna con cui il bambino - tecnicamente musulmano di nascita ma più versato nella conoscenza di usi e costumi ebraici - cresce, visto che sua madre l'ha lasciato lì perchè anch'ella faceva la vita, suo padre non si sia chi sia ma una cosa è certa: qualcuno paga ogni mese la retta di Momò, altrimenti Madame Rosa non avrebbe ragione di tenerlo con sè, no?

In questo misero e caotico sesto piano, quindi, vivono questa grassa e brutta ex-meretrice e i suoi piccoli "protetti", tutti figli di sue ex-colleghe che, essendo appunto prostitute, hanno perso la patria potestà sui figli, e si son viste costrette a darli a Madame Rosa affinchè avessero un tetto sulla testa e qualcosa da mettere nello stomaco.
A volte qualcuno dei piccoli ospiti viene adottato, la maggior parte riceve le visite da parte delle madri, ma non è il caso di Momò, che non vede mai nessuno della propria famiglia e che ha deciso allora di voler restare lì con la sua Madame Rosa, e infatti farà di tutto perchè le cose restino immutate.

Momò è il simpaticissimo narratore di se stesso, del proprio passato speciale e singolare ma che non è per lui fonte di preoccupazione alcuna; il ragazzino vive giorno per giorno, ha tutta la vita davanti a sè e ciò che conta è l'oggi, le persone che incontra, che frequentano la casa, le marachelle di cui è autore...
Se potesse, farebbe semplicemente in modo di restare l'eterno ragazzino di Madame Rosa, cui ogni tanto fa qualche dispetto, cui non risparmia giudizi irriverenti e molto sarcastici, ma alla quale vuole un gran bene, anche perchè alla fin fine è ciò che di più simile ad una mamma egli abbia mai avuto.

Certo, a dargli qualche preoccupazione è il dato di fatto che la vecchia ha i suoi anni, la sua mole non indifferente le dà un minaccioso fiatone quando deve farsi tutti e sei i piani, ha i suoi acciacchi ed ha una fifa matta di ammalarsi di tumore (è una vera e propria ossessione); per non parlare del fatto che il dubbio che non ci stia tanto con la testa tormenta il giovane arabo, che è terrorizzato all'idea che la sua Madame Rosa possa morire e lasciarlo solo, col rischio che lui poi sia messo in quei luoghi terribili e deprimenti che qualcuno chiama brefotrofio.

Certo, può essere pure che un giorno qualcuno venga a rivendicarlo.... ma Momò è troppo disilluso e sorprendentemente pragmatico per crederci davvero, anche se la vita sa organizzare per benino certe sorprese che faranno tremare di paura il povero Momò, il quale però saprà come affrontarle con il piglio semiserio e coraggioso che gli è proprio, facendo le proprie scelte e ritrovandosi così "più grande" da un momento all'altro.

Il racconto delle giornate al sesto piano, i capricci e i piccoli dispetti degli ospiti, gli inquilini dello stabile (per lo più africani), l'allegra e buona Madame Lola (anch'ella prostituta, ma trans), il saggio signor Hamil con le sue proverbiali espressioni, tanto amate ed usate dallo stesso Momò (ad es. "come ho avuto l'onore di dirvi",  "date retta alla mia vecchia esperienza"), l'attento e comprensivo dottor Katz....: ogni episodio e ogni personaggio ci vengono raccontati con un "tono" da ragazzino che si atteggia ad adulto e che è convinto di sapere tutto ormai, di aver imparato tanto sulla vita, sull'essere umano..., e questa sua sicumera è simpatica e buffa, perchè davvero lui pensa di avere chissà quanti anni sulle proprie piccole e minute spalle; un modo di parlare, quindi, che fa sorridere di tenerezza il lettore, consapevole di trovarsi sì di fronte ad un ragazzetto, ma al contempo di come questi abbia un occhio realmente più "vissuto" e più maturo di quanto ci aspetti alla sua età, perchè è la vita stessa ad averlo fatto crescere in fretta.

"Non ero mai stato bambino, avevo sempre altri pensieri per la testa".

Le parole di Momò ci giungono in tutta la sua schiettezza e franchezza assolutamente priva di filtri: parla in maniera sboccata, se deve dire una parola volgare e assumere un linguaggio colorito per farci capire esattamente ciò che vuol comunicare, lo fa senza imbarazzo; i suoi giudizi sugli adulti attorno a sè - Madame Rosa in primis - sono spesso impietosi, cinici, crudi, perchè egli non ha peli sulla lingua, non è un bambino che ha respirato dolcezza, gentilezza, che ha avuto una vera e propria educazione così da sviluppare le "buone maniere"; no, Momò è per il "pane al pane, vino al vino", ma anche se può sembrarci maleducato e a volte ingrato verso la sua benefattrice, quest'impressione è solo frutto della sua visione di tutto - del mondo come della vita e delle persone attorno a sè - fin troppo realistica e disincantata; i suoi giudizi non sono mai di tipo morale, per lo meno non verso quella fetta d'umanità - disprezzata - cui è avvezzo da sempre, come coloro che che "fanno la vita", "attività" per la quale lui non crede proprio di essere portato.

Traspare ad ogni pagina la fame d'amore di Momò, come quando ci racconta che c'è stato un periodo dell'infanzia in cui ha sognato ogni notte che una leonessa entrasse in stanza, si avvicinasse al suo letto e iniziasse a leccarlo sulla faccia; e cosa rappresenta questo animale - spiega il dottor Katz ad una spaventata Madame Rosa - se non il bisogno di protezione, come fa appunto la leonessa con i suoi piccoli?

C'è molta ironia tra queste pagine, i racconti di Momò hanno la capacità di toccare profondamente il lettore, di farlo ridere di certe situazioni assurde descritte in modo esilarante, di intenerirlo ed emozionarlo perchè se c'è una cosa che emerge nell'esistenza giovanissima di questo indimenticabile protagonista e narratore fenomenale è l'assoluto e imprescindibile bisogno di sentirsi amato, protetto, al sicuro, perchè "non si può vivere senza amore", e anche un orfanello come Momò lo ha capito, e ha compreso che pure una donna vecchia e brutta come Madame Rosa ha il diritto di ricevere amore, fino alla fine dei suoi giorni, e di poter godere di qualche istante di felicità, visto che di sofferenze ne ha già vissute troppe.

"Anche quando uno è molto vecchio, la felicità può sempre servire".

E' un romanzo che travolge il lettore con la sua carica di energia, perchè spigliato, vivace ed esuberante è il protagonista, grazie al quale conosciamo una galleria di personaggi particolari, bizzarri, e con cui condividiamo inevitabilmente tutta la gamma di emozioni, dalla malinconia all'ilarità, dalla tristezza alla speranza. Quest'ultima, poi, non deve mancare mai.

"La speranza è una cosa che è sempre la più forte".

Marco D'Amore è di un'espressività straordinaria, immaginavo ogni scena come se fossi lì con Momò, al sesto piano; l'attore sa come enfatizzare certi passaggi, come trasmetterci il carattere del suo "alter ego", la sua passionalità e la sua innocenza, il suo "realismo ingenuo", ciò che lo fa arrabbiare e ciò che lo fa felice.
Consigliato, è un bel libro davvero e merita di essere conosciuto.


"La vita era l'unica cosa che le restava. La gente tiene alla vita più che a tutto il resto. È anche buffo se si pensa a tutte le cose belle che ci sono al mondo".
"Io penso che per vivere bisogna mettercisi molto presto, perché dopo si perdono tutte le forze, e regali non te ne fa nessuno".


Curiosità.
Romain Gary è uno dei diversi pseudonimi usati dallo scrittore lituano Romain Kacev, che in virtù di questo suo "vezzo" è finora l'unico autore ad aver vinto due volte il premio letterario Goncourt, prima con il suo pseudonimo usuale, per Le radici del cielo nel 1956, e la seconda volta con lo pseudonimo di Émile Ajar, per La vita davanti a sé nel 1975.
È morto suicida nel 1980.

sabato 10 novembre 2018

Frammenti di... TUTTI I FIGLI DI DIO DANZANO di Murakami:



Augurandovi buon sabato, vi lascio due frammenti tratti dal libro in lettura TUTTI I FIGLI DI DIO DANZANO di Murakami:


"...gli prese la mano e gliela tenne stretta a lungo. Cercò di comunicare i pensieri che aveva dentro con quella stretta: il nostro cuore non è fatto di pietra. La pietra a un certo punto può andare in frantumi, sbriciolarsi, perdere ogni forma. Ma il cuore non può andare in frantumi. E questa cosa senza forma che ci portiamo dentro, buona o cattiva che sia, possiamo trasmetterla gli uni agli altri senza limiti."




"Che cosa ho cercato facendo tutto questo?, si chiese (...) continuando a camminare. Volevo accertare una sorta di legame col mio essere qui adesso? Speravo di entrare a far parte di una nuova trama, che mi venisse concesso un nuovo ruolo, più definito? No (...), non è così. Ciò che ho inseguito fin qui è quella specie di coda buia che porto con me. L'ho vista per caso, l'ho seguita, mi ci sono attaccato, e alla fine l'ho lasciata cadere in un buio ancora più fondo. So che non la rivedrò mai più."

venerdì 9 novembre 2018

Anteprima: IL GIOCO DEL SUGGERITORE di Donato Carrisi - dal 3 dicembre in libreria



Che bellissima notizia 😍 Gongolo all'idea di un nuovo, adrenalinico e contorto romanzo di Donato Carrisi, tanto più se si tratta del seguito del bellissimo L'uomo del labirinto, che mi aveva mozzato il fiato e lasciata stupefatta una volta giunta all'ultima pagina.

 A dieci anni dall’uscita del "Suggeritore", il gioco continua nel nuovo attesissimo romanzo.

Saga del Suggeritore:



IL GIOCO DEL SUGGERITORE
di Donato Carrisi


Longanesi ed.
USCITA
3 DICEMBRE 201
La chiamata al numero della polizia arriva verso sera da una fattoria isolata, a una quindicina di chilometri dalla città. A chiedere aiuto è la voce di una donna, spaventata. 
Ma sulla zona imperversa un violento temporale, e la prima pattuglia disponibile riesce a giungere soltanto ore dopo.
Troppo tardi.
Qualcosa di sconvolgente è successo, qualcosa che lascia gli investigatori senza alcuna risposta possibile – soltanto un enigma.
C’è un’unica persona in grado di svelare il messaggio celato dentro al male, ma quella persona non è più una poliziotta. Ha lasciato il suo lavoro di cacciatrice di persone scomparse e si è ritirata a vivere un’esistenza isolata in riva a un lago, con la sola compagnia della figlia Alice.

Tuttavia, quando viene chiamata direttamente in causa Mila Vasquez non può sottrarsi. Perché questa indagine la riguarda da vicino. Più di quanto lei stessa creda.
Ed è così che comincia a prendere forma un disegno oscuro, fatto di incubi abilmente celati e di sfide continue.
Il male cambia nome, cambia aspetto, si nasconde nelle pieghe fra il mondo reale e quello virtuale in cui ormai tutti trascorriamo gran parte della nostra vita, lasciando tracce digitali impossibili da cancellare.
È un gioco, ed è soltanto iniziato. Perché lui è sempre un passo avanti.
La sfida ricomincia…



QUANTI DI VOI FREMONO ALL'IDEA 
DI AVERE TRA LE MANI QUESTO THRILLER??




Recensioni di altre opere dell'Autore.


LA RAGAZZA NELLA NEBBIA (libro)

giovedì 8 novembre 2018

Nata l'8 novembre: Margaret Mitchell



Ha scritto soltanto un romanzo nella sua vita ma le è bastato perchè il suo nome non fosse mai più dimenticato: sto parlando di Margaret Mitchell, l'autrice di Via col vento.


Nata ad Atlanta l'8 novembre 1900, la piccola Margaret aveva solo tre anni quando ebbe un piccolo incidente domestico: la sua gonna prese fuoco su una griglia di ferro e sua madre, per evitare che accadesse di nuovo, iniziò a vestirla coi pantaloni, tanto che si guadagnò il soprannome "Jimmy", cosa che la bimba si portò dietro fino all'adolescenza.
Ma tutta la sua vita fu costellata da eventi poco fortunati, come tre incidenti automobilistici, due cadute da cavallo e una commozione cerebrale quando una bottiglia di whisky lanciata da un ospite ubriaco la colpì alla testa.

Margaret ha iniziato a scrivere in tenera età, avendo cura di "rilegare" i suoi libri; all'età di undici
anni, "fondò" la propria "casa editrice" chiamata Urchin Publishing Co.; in seguito, avrebbe cominciato a scrivere le sue storie in quaderni rilegati.

Durante la sua adolescenza, ha scritto un romanzo intitolato The Big Four, sulle ragazze in collegio; il manoscritto è andato perduto, del resto lei stessa ha distrutto alcuni manoscritti e altri sono stati distrutti dopo la sua morte.

E' stata una studentessa indolente e svogliata; nutriva vaghe aspirazioni ad entrare in psichiatria. Ma quando sua madre morì durante la pandemia di influenza del 1918, Mitchell lasciò lo Smith College e andò a casa per gestire la casa per suo padre e suo fratello.

Mitchell era nota per la sua civetteria nei circoli sociali di Atlanta, per la lingua tagliente e il linguaggio "poco pulito", oltre che per fumare tre pacchetti di sigarette al giorno e bere grandi quantità di alcol.
Nei primi anni '20, Mitchell iniziò a collezionare libri erotici; lei e le sue amiche erano interessate a "tutte le forme di espressione sessuale". In una lettera alla sua amica Harney Smith, la  Mitchell nomina Fanny Hill di ohn Cleland e Aphrodite di Pierre Louÿs tra i suoi libri preferiti. Durante questo stesso periodo, stava già scrivendo Via col vento (che vinse il premio Pulitzer nel 1937).

Margaret Mitchell ha subito un infortunio alla caviglia che ha interrotto la sua carriera di giornalista. Suo marito John Marsh portò a casa tantissimi libri dalla biblioteca per intrattenerla durante la convalescenza; non solo, ma un giorno portò a casa una macchina da scrivere Remington Portable n. 3 e le suggerì di scrivere il suo libro. Cominciò immediatamente a lavorare su un romanzo dell'era della Guerra Civile con un protagonista di nome Patsy O'Hara, usando occasionalmente parti del manoscritto per sostenere un divano traballante.

Sono state intervistate circa 14.000 attrici per il ruolo di Scarlett O'Hara; per pubblicizzare l'uscita del film, i fans della scrittrice furono invitati a votare per le loro attrici preferite - e Vivian Leigh ottenne solo un voto. Ma Margaret Mitchell ha personalmente approvato la scelta di questa attrice per la propria Rossella.

La seconda guerra mondiale spinse la scrittrice a fare volontariato per la Croce Rossa americana, cucendo camici da ospedale e mettendo toppe sui pantaloni dei soldati. Ma la più importante responsabilità di Mitchell era scrivere lettere di incoraggiamento ai soldati.

Margaret Mitchell morì il 16 agosto 1949, cinque giorni dopo essere stata investita da un taxi mentre attraversava Peachtree Street nel centro di Atlanta. Non aveva neanche 49 anni.



https://blog.bookstellyouwhy.com

Nato l'8 novembre: Bram Stoker



In questo giorno, di  anni fa, nel 1847, a Clontarf, in Irlanda, nasceva Abraham Stoker.

Bram vantava un lignaggio antico da parte di sua madre; tra i suoi avi c'era il leggendario sceriffo di Galway, che impiccò il proprio figlio.

-
Stoker è stato un bambino malaticcio, spesso costretto a letto durante i suoi primi anni di vita. Durante questo periodo, sua madre lo intrattenne con storie e leggende di Sligo (città irlandese), che includevano racconti soprannaturali e resoconti di morte e malattie.

Bram ha avuto una formazione accademica scientifica, ha studiato al Trinity College di Dublino e fu lo stesso Stoker a proporre l'ingresso di Wilde alla Philosophical Society della scuola.
I due scrittori si sono contesi la stessa donna, ma è stato Bram a spuntarla, sposando Florence Balcome; Wilde lasciò l'Irlanda e si trasferì in Inghilterra per la grande delusione.
Stoker e Balcombe rimasero sposati fino alla morte di lui e per quanto riguarda Oscar, non serbò rancore all'amico.

Bram si guadagnò da vivere come assistente personale di un attore britannico, che in quegli anni diventò famoso per la sua interpretazione di Frankenstein, Henry Irving; in realtà, iniziò a lavorare come collaboratore freelance del Daily Telegraph nel 1890, entrando a far parte con regolarità dello staff del giornale dal 1905 al 1910, durante il quale scrisse anche recensioni teatrali per il giornale. 
La sua recensione di Amleto impressionò Irving (1838-1905), che lo invitò a cena. Divennero amici e, pochi anni dopo, finì per dirigere il teatro di Irving, il Lyceum Theatre.

E' noto come Stoker sia amato per la sua narrativa soprannaturale, tanto che l'Associazione degli autori di horror conferisce annualmente i Bram Stoker Awards alle opere migliori in questo genere.
Dracula non è stata la sua unica opera horror, ma ciò che forse tanti non sanno è che oltre la metà della produzione letteraria di questo scrittore erano romanzi vittoriani.

È stato ispirato a scrivere Dracula (recensione) grazie a un saggio di Emily Gerard, "Transylvania Superstitions". Non avendo mai visitato l'Europa orientale, l'autore ha dovuto fare affidamento sulle proprie capacità di giornalista per il contesto del romanzo e ha fatto ricerche per sette anni. Il suo amico ungherese, Ármin Vámbéry, potrebbe avere ispirato il professor Van Helsing ma soprattutto il protagonista del romanzo: Vambery infatti gli raccontò la leggenda del principe rumeno Vlad Ţepeş Dracul; il già citato Henry Irving fu di ispirazione per il conte Dracula, almeno da un punto di vista fisico.
Il primo nome del romanzo non fu Dracula, bensì The Dead Un-dead.

Stoker morì il 20 aprile 1912, a causa presumibilmente della sifilide, ma non ci sono certrezze in questo senso e molto dipende dal biografo; fu cremato e in seguito alle sue ceneri si aggiunsero quelle di suo figlio Noel; sono custodite al Crematorio di Golders Green, ma per visitarle, bisogna essere scortati allo scopo di evitare atti di vandalismo.


https://www.telegraph.co.uk
https://www.forbes.com/sites/carolpinchefsky

mercoledì 7 novembre 2018

Le mie prossime letture (novembre 2018)



Vi presento tre mie prossime letture ^_^




IMPERFETTI
(Once perfect)
di Cecy Robson

Quixote Ed.
DATA DI USCITA:
7 novembre 2018


AMBIENTAZIONE: Philadelphia
TRADUZIONE: Claire Albion
COVER ARTIST: Rocchia Design
SERIE: Shattered Past #1
GENERE: Sport Romance
FORMATO: E-book (Mobi, Epub, Pdf) e cartaceo
PAGINE: 369
PREZZO: 3,99 € (e-book) su Amazon, Kobo, iTunes, Google Play, Store QE


Un tempo, il futuro di Evelyn Preston sembrava perfetto, finché il suo ricco padre non è stato coinvolto in uno scandalo finanziario e si è tolto la vita. Rimasta sola, nel tentativo disperato di pagare la retta del college e le bollette, Evelyn trova lavoro come cameriera all’Excess, un nightclub super esclusivo, dove un tempo lei stessa aveva fatto parte della clientela di studenti privilegiati delle scuole private. 
Qualcosa però l’attira verso il seducente e imponente buttafuori, Mateo Tres Santos, lottatore clandestino.
Mateo è un ex-militare, finito in prigione per aver aggredito l’uomo che ha fatto del male a sua sorella e ora prova quello stesso senso di protezione per la nuova cameriera bionda. È lui a soccorrere Evelyn durante un attacco di panico nel club, e quando Mateo viene ferito per averle fatto da scudo in una rissa, lei ricambia il favore correndo in suo aiuto.

Mentre la loro attrazione aumenta, Mateo si ripromette di scoprire quali incubi infestino il passato di Evelyn, anche se ciò significa affrontare i propri demoni per salvarla.

L'autrice.
Cecy Robson è un'autrice di romanzi contemporanei, young adult e vincitrice
di premi per l'urban fantasy. Finalista per due volte ai RITA 2016 per Once Pure e Once Kissed, ha pubblicato oltre diciassette titoli, e potete trovarla intenta a scrivere le sue storie al suo computer o a incespicare ciecamente in cerca di caffeina.


MAURICE
di Edward M. Forster



Ed. Garzanti
trad. M. Bonsanti
325 pp
14 euro
"Maurice" è forse il capolavoro di Forster e certamente il suo romanzo più intimo e commovente, uno squisito esercizio privato di scrittura della verità. 
Tra le pieghe della società vittoriana, Forster insegue affettuosamente la storia d'amore di Maurice e Clive, suo compagno di college, i tormenti di una passione complice e innominabile, che se per Clive è destinata a seppellirsi nella "normalità", per Maurice è il calvario che conduce a nuova vita. 
È forse il delicato ricamo d'epoca, su cui si staglia la tormentosa affermazione della diversità, che ha spinto un regista come James Ivory a cimentarsi, dopo "Camera con vista", anche con questo prezioso "libro-scandalo".

L'autore.
EDWARD MORGAN FORSTER (Londra 1879 - Coventry 1970) scrittore inglese. Fu in Italia per qualche tempo e qui ambientò due suoi romanzi: Monteriano (Where angels fear to tread, 1905) e Camera con vista (A room with a view, 1908). Nel luglio 1914 finì di scrivere il romanzo Maurice, pubblicato postumo nel 1971. In Il cammino più lungo (The longest journey, 1907) rievocò i suoi anni di studio, attaccando le convenzioni in vigore nelle public schools. Centrati sul tema della sensibilità atrofizzata o prigioniera e delle sue possibilità di liberazione a contatto con esperienze radicalmente nuove, questi romanzi rivelano un bizzarro accostamento di sofisticata ironia e di ingenua adesione alla concezione romantica della libera personalità. In Casa Howard (Howard’s end, 1910), romanzo più complesso, più ambizioso e soprattutto più maturo, F. esplorò le contraddizioni della personalità, ma velandole di una sottile allusività. Un soggiorno in India gli fornì il materiale per il suo capolavoro, Passaggio in India (A passage to India, 1924). In esso F. descrisse e analizzò i rapporti tra indiani e inglesi residenti in India non solo dal punto di vista sociale, ma anche come simbolo di problemi assai più vasti ed enigmatici, connessi ai rapporti dell’uomo con i suoi simili, con la cultura e con i propri istinti



TUTTI I FIGLI DI DIO DANZANO
di Haruki Murakami


Ed. Einaudi
trad. G. Amitrano
128 pp
10.50 euro
Sei incontri che possono cambiare il corso di un'esistenza, o che promettono una via d'uscita dal dolore, la cura di una ferita, la decifrazione di un mistero, o addirittura la salvezza di una città intera. 
Un uomo abbandonato dalla moglie parte per l'isola di Hokkaido per consegnare un pacchetto alla sorella di un collega. Cosa contiene il pacchetto? 
Forse il vuoto che sente dentro, quella "bolla d'aria" per cui la moglie lo ha lasciato. In una località di mare una ragazza stringe amicizia con un pittore la cui unica vera passione è accendere falò sulla spiaggia. 
Qual è la forma del fuoco? Quale il modo di ottenere un fuoco veramente libero?

L'autore.
Murakami Haruki è nato a Kyoto ed è cresciuto a Kobe. È autore di molti romanzi, racconti e saggi e ha tradotto in giapponese autori americani come Fitzgerald, Carver, Capote e Salinger. Con La fine del mondo e Il paese delle meraviglie Murakami ha vinto in Giappone il Premio Tanizaki. Tra i libri pubblicati da Einaudi troviamo Dance Dance Dance, La ragazza dello Sputnik, Underground, Tutti i figli di Dio danzano, Norwegian Wood, L'uccello che girava le Viti del Mondo, Kafka sulla spiaggia, After Dar.
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