mercoledì 7 agosto 2019

Recensione: PIANO CONCERTO SCHUMANN di Paola Maria Liotta



Tra queste pagine, intrise della magia che solo la musica sa  creare, conosciamo l’intrigante storia di una talentuosa pianista di fama internazionale,  la cui esistenza verrà sconvolta da una particolare proposta di lavoro e da un prestigioso regalo la cui provenienza è avvolta nel mistero.



PIANO CONCERTO SCHUMANN 
di Paola Maria Liotta


Ed. Il Seme Bianco
168 pp
15.90 euro

«Anche nelle passioni più forti, da cui si lasciava irretire, credeva che risiedesse il segreto del suo unisono con il pianoforte. Quale sfida, quando lo strumento diventava duttile ai suoi voleri e ai suoi sensi, compenetrandosi della sua stessa sostanza eterea! Così sparivano ai suoi occhi la terra e tutta l'umana sofferenza...»

Fiamma Fogliani è una giovane donna che ha il privilegio di vivere della propria passione: la musica.
È infatti una pianista di fama internazionale che sa incantare tutti non soltanto col suo innegabile talento ma anche con la classe, il fascino e l'intelligenza che la contraddistinguono.

Vive insieme alla sua gatta Camelia a Londra, seguita dalla sua efficiente e materna agente Emma e sotto le premurose attenzioni dell’amica Paulette.
Pur non vivendo più con la famiglia, ne sente tutto l'appoggio morale e la vicinanza, in quanto i suoi genitori hanno sempre fatto sì che la loro bambina potesse trovare tra i tasti bianchi e neri del pianoforte la propria strada, dandole modo di studiare e di diventare la bravissima artista che oggi è. Anche se Fiamma è  molto impegnata con lezioni e concerti, trova sempre il tempo per contattare i propri genitori, soprattutto per informarsi con costanza sulla salute precaria della mamma.

Intanto la sua carriera non fa che avanzare ed essere via via più luminosa, e a darle ancora più slancio si aggiunge una inaspettata e gradita collaborazione: qualcuno d'importante - la cui identità per ora non le viene svelata - l'ha scelta come solista nel Piano Concerto Schumann, opera da lei molto amata; a dirigere l'orchestra sarà il direttore Albert Marni, tanto affascinante quanto richiestissimo e apprezzato in tutto il mondo.
L'esecuzione dovrà avvenire al cospetto di un pubblico selezionato e l’incasso sarà devoluto a favore di un principato del Vicino Oriente devastato dalla guerriglia.

La bellissima notizia entusiasma Fiamma, che ha già suonato in passato con Albert e ne conosce sia la l'elevatura artistica e professionale che il grande carisma da lui emanato e che l'ha sempre affascinata.

Il pensiero di rivedere Albert viene accantonato quando Fiamma ritrova una vecchia conoscenza: Sergio Martini, figlio di una famiglia molto amica dei Fogliani; egli è ormai un chirurgo affermato e i due non si vedono da diversi anni. Entrambi sono diventati un uomo e una donna impegnatissimi con i rispettivi lavori e rivedersi è per loro un'esperienza travolgente, perché entrambi si lasciano sedurre l'uno dal fascino dell'altra.

Sergio resta a bocca aperta nel notare come la dolce pianista sia oramai una donna molto bella, seducente nella sua semplicità e raffinatezza; dal canto suo, Fiamma resta colpita positivamente dai modi gentili e cortesi dell'avvenente dottor Martini.

I due si sentono molto attratti reciprocamente e lui non esita ad iniziare un discreto corteggiamento: la simpatia sbocciata così spontaneamente potrebbe sfociare in qualcosa di più?

Per quanto sia indipendente e costantemente piena di impegni nel mondo della musica, Fiamma sente la necessità di un legame con un uomo che le dia quell'amore e quel senso di protezione che lei ha respirato in famiglia, attraverso i suoi amati genitori.

Certo, non è facile conciliare i loro due lavori e le loro esistenze differenti con una relazione stabile....; ma poi, chi le assicura che Sergio voglia davvero impegnarsi con lei?

Ciò che Fiamma non immagina è che la sua vita, già sempre ricca di cose da fare e delle incredibili emozioni che le dona ogni giorno suonare il pianoforte e perfezionarsi sempre più in questo strumento, sta per ricevere ulteriori scosse e brividi.

Rivedere Albert Marni è per lei fonte di gioia e la fa sentire euforica l'idea di poter suonare in un'orchestra da lui diretta, ben conoscendo le competenze dell'uomo, dal quale si sente molto attratta; e se lui non fa che manifestarle apertamente tutto il trasporto che prova in sua presenza, a sua volta la giovane donna prova un piacevole turbamento anche soltanto incrociando il suo sguardo intenso.
Cosa le suggerisce il cuore?  Quale nome sussurra: Sergio o Albert?

Come se non bastasse, ad aggiungere altro pepe ci pensa la cara amica Paulette, che le fa dono di un oggetto di prestigio: un antico strumento musicale, una spinetta che pare essere originale e di antica fattura.

Sarà proprio questo regalo tanto prezioso a dare una svolta movimentata  alle vicende narrate, che si tingono di "giallo": dietro la spinetta, infatti, si nasconde una storia misteriosa… e conoscerla potrebbe essere importante per evitare che qualcosa di spiacevole accada durante la tanto attesa serata in cui dovrà essere eseguito il Piano Concerto Schumann.

Questo romanzo è un vero e proprio inno alla bellezza e alla magia della musica, al suo potere nel risvegliare emozioni e sogni; ci mostra, attraverso la sua attraente protagonista, quanto sia gratificante e coinvolgente vivere inseguendo le proprie aspirazioni e i propri talenti, che richiedono però non solo passione, ma soprattutto studio, sacrifici, disciplina.

Fiamma è una pianista affermata, una donna indipendente che, grazie alla propria tenacia e alle proprie capacità, ha saputo aprirsi una strada nel mondo della musica, ricavandone grandi soddisfazioni, senza per questo montarsi la testa e perdere di vista le cose importanti, come la famiglia, l'amicizia e l'amore.

L'autrice ha costruito una storia che sa suggestionare il lettore immergendolo in un mondo in cui la musica, con le sue pause e i suoi ritmi, le sue sinfonie, regna indiscussa ed è raccontata con uno stile attento, ricercato, elegante, poetico e armonico; a uno stile così curato, in cui ogni parola è carica di intensità e musicalità, si affianca il fascino della personalità di Fiamma - dolce e forte allo stesso tempo - e delle situazioni emozionanti e intricate in cui è coinvolta.

Una lettura davvero piacevole, di cui ho apprezzato sia il contenuto della narrazione che l'aspetto formale, stilistico, la scelta di usare in modo consapevole un linguaggio forbito (assolutamente adeguato all'universo musicale e ai personaggi che gravitano in esso) e sensibile nei confronti dell'arte. 



martedì 6 agosto 2019

Il papavero: piccole curiosità




"Lo sai che i papaveri son alti alti...."

Il papavero rosso (così come il papavero da oppio), per via delle sue caratteristiche blandamente sedative e antispasmodiche, soggetto all'influenza di Saturno, è stato considerato il simbolo della pigrizia, della misantropia e della mollezza di carattere.
In passato, il fiore di papavero veniva anche usato per rappresentare la fedeltà:  si prendeva un suo petalo e, dopo averlo posato sul palmo della mano, si colpiva con un pugno: se si sentiva un rumore come di schiocco voleva dire che non c'erano corna in vista e l'amato/a era fedele.


Significato e leggende.

La tradizione mitologica narra che Demetra, dea delle messi e dei raccolti, disperata dopo la perdita della figlia, riuscì a trovare conforto solo bevendo infusi di papavero.
Ed infatti, oltre ad essere simbolo di semplicità, questo fiore rappresenta anche la consolazione.


Storia.

Sin dall'antichità sono state riconosciute al papavero proprietà terapeutiche ed eccitanti.

Gli Egizi lo utilizzavano come antidolorifico, mentre in Grecia, essendo i semi del papavero considerati portatori di salute e forza, gli atleti ne bevevano una pozione energizzante prima delle gare a base di miele e vino.

L'uso del papavero da oppio come droga dilaga nell'Europa dopo la Rivoluzione Industriale e si diffonde fra artisti ed intellettuali come Baudelaire, Byron e Dickens.



fonti consultate: http://www.elicriso.it e letteratour

lunedì 5 agosto 2019

Recensione: IL CUORE NERO DI PARIS TROUT di Pete Dexter



Pete Dexter ci racconta una storia drammatica in cui il crimine non è che il triste e cinico riflesso di una società malata, che sembra non dare alcuna importanza alla distinzione tra ciò che è giusto e ciò che non lo è, tra il bene e il male.



IL CUORE NERO DI PARIS TROUT
di Pete Dexter

Ed. Einaudi
trad. S. Negrini
312 pp
14.90 euro
2005
"Certa gente cerca sempre di sembrare ciò che non è (...) Magari riesce a convincerti e certe volte se ne convince lei stessa. Poi un bel giorno le succede qualcosa che la costringe tutto d'un colpo a dimostrare che è ciò che finge d'essere. E perde completamente il senso della realtà…"

Siamo negli anni successivi alla seconda guerra mondiale e a Cotton Point (Georgia) bianchi e neri convivono, tra pregiudizi e discriminazioni razziali più o meno evidenti.

Rosie Sayers è una ragazzina di colore di quattordici anni che un pomeriggio viene morsa da una volpe, fatto preoccupante in quanto, stando alle voci che passano di bocca in bocca in paese, quella primavera pare che le volpi abbiano contratto la rabbia.
L'incidente le accade tornando da una commissione affidatale dalla madre, che l'ha mandata a comprare dei proiettili al negozio del signor Trout, un commerciante tanto ricco quanto scontroso, che incute timore alla giovanetta; a dire il vero, non solo a lei...

"Quell'uomo fa paura a chiunque abbia un po' di buon senso."

Trout intimorisce un po' tutti, per il suo essere costantemente burbero, incattivito, allergico alla felicità e ai sorrisi, incapace di manifestare anche la più piccola forma di gentilezza.

Quando torna a casa ferita alla gamba e senza proiettili (li ha persi scappando dalla volpe), sua madre la caccia via di casa, dandola come cameriera a un brutto ceffo che non esita a maltrattarla da subito.
In soccorso della povera Rosie arriva un angelo custode, un donnone (anch'ella di colore) di nome Mary McNutt, tanto grossa quanto affabile e gentile, che si impietosisce e prende con sè, in casa propria, la giovane Rosie.
Mary ha diversi figli, tra cui Henry Ray, un giovanotto un po' irruente e incline a cacciarsi nei guai, che un giorno decide malauguratamente di acquistare un'auto nuova da Trout.

Il negoziante è molto rispettato in città, essendo un bianco benestante, che lavora sodo e si fa i fatti propri; ha una moglie (Hanna, ex insegnante) ed è un americano perbene come tanti.
L'uomo non è amico di nessuno ma fa affari con tutti, neri compresi, anche se con loro è ancor meno tenero che con i suoi "pari"; ai poveri neri della città offre denaro in prestito, prendendo soldi dalla cassaforte nella stanza sul retro del suo negozio, e pretende che tutti paghino come da accordi.

Purtroppo il giovane e sciagurato Henry Ray ha un piccolo incidente con la macchina presa da Trout, la quale gli costa un migliaio di dollari e che lui ha promesso, dietro stipula di un contratto scritto e firmato, di pagargliela a rate mensili; quando si accorge che la macchina è mezza scassata, il ragazzone perde le staffe e la riporta da Paris, lasciandogliela nei pressi del negozio e urlandogli che non ci pensa proprio a pagargliela.

Per Trout è l'inizio della guerra: nessuno può permettersi di pensare di fregarlo e farla franca, tanto meno un inutile negro.
Così, dopo averlo minacciato, pochi giorni dopo, in compagnia di un ex-poliziotto, tale Buster Devonne - noto per essere una testa calda -, va a casa dei McNutt per esigere il pagamento da Henry; lui non c'è e i due uomini, armati, se la prendono con il fratello minore, Thomas, e le due donne presenti in veranda, Mary e Rosie.

Paris Trout entra deliberatamente in casa altrui e, pensando di difendere i propri diritti, ha la pretesa di ristabilire l’ordine naturale delle cose con una pistola in mano, costringendo così i neri a stare al loro posto con l'uso della violenza.
Cosa accade quel pomeriggio in casa McNutt?
Nella baruffa che si crea tra i presenti, un dato di fatto emergerà dirompente: vengono sparati dei colpi di pistola che feriscono Mary e Rosie; quest'ultima muore dopo pochi giorni in ospedale.

Paris viene accusato di omicidio e questa tragedia infiamma gli ambigui sensi di colpa di un’intera comunità, divisa davanti all'improvviso e drammatico evento.

Trout si difende e, senza provare il benché minimo rimorso, si dimostra ottusamente convinto di aver agito secondo ciò che la ragione e il proprio senso di giustizia gli hanno suggerito: lui voleva soltanto prendersi i suoi soldi; è colpa sua se questi neri sono dei ladri che pensano di poter prendere in giro un rispettabile bianco?

A difendere Trout c'è Harry Seagraves, un bravo avvocato che, nonostante cerchi di assolvere degnamente il compito di difendere il proprio assistito, non può fare a meno di restare sconvolto dinanzi al cinismo e all'imperturbabilità di un uomo che davvero nasconde un cuore nero, un'anima marcia, assolutamente priva di sensibilità e mostruosamente persuasa che la vita di una persona di colore valga meno di quella di un bianco

La tranquilla vita nella cittadina viene quindi stravolta dalla morte di Rosie, presumibilmente per mano di Trout, che fornisce la propria personale versione dei fatti.
Tutti sono costretti da questo evento a guardarsi dentro, a scavare nel proprio cuore e a fare i conti con  loro stessi e con i propri radicati pregiudizi razziali, che se in condizioni "di pace" sembrano qualcosa di normale, in condizioni straordinarie come queste esplodono in tutta loro brutalità.

L'avvocato Seagraves è turbato e in fondo porta avanti malvolentieri la difesa dell'imputato, provando per lui una naturale ed inevitabile avversione: Trout è sgradevole sotto tutti i punti di vista. E' borioso, maleducato, malignamente astuto, violento, prepotente, crede di poter fare e dire ciò che vuole senza accettare di essere contraddetto; se si infuria, tira fuori la pistola dalla tasca e con essa minaccia, anche senza dir nulla.

A inquietare e confondere ancora di più l'avvocato ci pensa Hanna Trout, l'infelice moglie di Paris; entrando in casa Trout attraverso i suoi occhi, conosciamo un ulteriore aspetto nero e cupo di quest'uomo, che sembrerà pure - agli occhi superficiali e indifferenti delle persone in vista nella società - un tipo stimabile, ma che in realtà è capace di gesti mostruosi e maligni verso la moglie, che tiene unita a sè in un rapporto di sudditanza psicologica.

Forse questo triste episodio potrà costituire la spinta giusta per la donna affinché si allontani da questo matrimonio privo di dolcezza e amore, che la sta inaridendo e spegnendo ogni giorno di più?
Hanna scopre di avere, da qualche parte nascosta dentro di sè, un coraggio che non ha mai tirato fuori da quando ha fatto l'errore di sposare Paris.
Ad aiutarla legalmente c'è il giovane avvocato Carl Bonner, alle prese con i propri piccoli problemi matrimoniali e con la sensazione di sentirsi un estraneo nella cittadina che l'ha visto crescere.

Paris Trout sarà riconosciuto colpevole per i reati commessi e, in primis, per la morte della povera Rosie Sayers? Si renderà conto delle proprie colpe e si ravvederà?

Con una narrazione incisiva ed essenziale, da abile cronista, Dexter ci racconta una storia cupa, in cui gli eventi e i personaggi coinvolti si incamminano verso un crescente vortice di violenza e degenerazione morale al quale sarà difficile sottrarsi.

L'azione incresciosa di un bianco da tutti giudicato "perbene" mette in crisi il resto della cittadinanza, che è alquanto apatica e annoiata al pensiero dell'assassinio di una ragazzetta nera che nessuno conosceva, e in più non sa come giudicare l'uomo che è, a differenza dei neri, "uno di loro". E' davvero colpevole Paris Trout, o semplicemente voleva prendersi ciò che era suo?
Possibile che si faccia tutto questo clamore in città per due nere coinvolte in un tafferuglio privato sfortunatamente finito male?

Paris Trout dovrà essere giudicato per il suo crimine in un processo in cui tutti – l’avvocato, il giudice, la giuria, ogni pacifico abitante della sonnecchiosa città del Sud degli Stati Uniti – scopriranno che il suo è un mondo terribile, con tantissimi angoli oscuri, sconosciuti a tutti, dominati da orgoglio e brutalità, passioni e violenza, sopraffazione e illegalità. 

Ma alla fine non è soltanto Trout a dover essere esaminato, bensì ogni persona di Cotton Point, col suo perbenismo ipocrita, il suo essere portatore nell'animo di un modo di pensare ed essere profondamente razzista, reso ancor più grave dal non voler accettare che esso è sbagliato.

Dexter è spiazzante per la sua onestà, l'assoluta lucidità e pungente franchezza con cui solleva il coperchio su ciò che si cela dentro "i sepolcri imbiancati", nelle case e nella testa di questa gente ammodo che vigliaccamente si nasconde dietro pregiudizi e indifferenza. 
"Il cuore nero di Paris Trout" avvince come un giallo, impressiona e convince per la maturità e profondità con cui l'autore sa fare psicologia senza perdersi in speculazioni introspettive e sequenze riflessive, ma attraverso i dialoghi e le azioni che coinvolgono i suoi vulnerabili e volubili personaggi.


Da questo romanzo è stato tratto l'omonimo film (1991), con Dennis Hopper.

domenica 4 agosto 2019

Io, noi, gli altri



C’era una volta un vecchio saggio seduto ai bordi di un’oasi all’entrata di una città del Medio Oriente.

Un giovane si avvicinò e gli domandò:
“Non sono mai venuto da queste parti. Come sono gli abitanti di questa città?”
L’uomo rispose a sua volta con una domanda:
“Come erano gli abitanti della città da cui venivi?”
“Egoisti e cattivi. Per questo sono stato contento di partire di là”.
“Così sono gli abitanti di questa città!”, gli rispose il vecchio saggio.

Poco dopo, un altro giovane si
avvicinò all’uomo e gli pose la stessa domanda:
“Sono appena arrivato in questo paese. Come sono gli abitanti di questa città?”
L’uomo rispose di nuovo con la stessa domanda:
“Come erano gli abitanti della città da cui vieni?”.
“Erano buoni, generosi, ospitali, onesti. Avevo tanti amici e ho fatto molta fatica a lasciarli!”.
“Anche gli abitanti di questa città sono così!”, rispose il vecchio saggio.

Un mercante che aveva portato i suoi cammelli all’abbeveraggio aveva udito le conversazioni e quando il secondo giovane si allontanò si rivolse al vecchio in tono di rimprovero: “Come puoi dare due risposte completamente differenti alla stessa domanda posta da due persone?

“Figlio mio”, rispose il saggio, “ciascuno porta nel suo cuore ciò che è. Chi non ha trovato niente di buono in passato, non troverà niente di buono neanche qui.
Al contrario, colui che aveva degli amici leali nell’altra città,troverà anche qui degli amici leali e fedeli.
Perché, vedi, le persone sono ciò che noi troviamo in loro".



sabato 3 agosto 2019

Cosa sto leggendo: "Piano concerto Schumann" di Paola Maria Liotta



Carissimi, oggi voglio presentarvi un libro che ho avuto il piacere di ricevere e che ho iniziato a leggere ieri sera.

Si tratta di Piano concerto Schumann di Paola Maria Liotta, edito da Il Seme Bianco (Collana: Magnolia, Narrativa Paperback, 168 pagine, € 15,90), che racconta l’intrigante storia di una talentuosa pianista di fama internazionale, Fiamma Fogliani, la quale vedrà la sua vita tranquilla sconvolta da una peculiare proposta di lavoro e da una spinetta, ricevuta in regalo da una sua amica, la cui storia è avvolta nel mistero.

«In quel fiume di note, la stessa armonia della vita e l’Eternità si sarebbero rivelate in essenza...»

Fiamma Fogliani è una pianista di fama internazionale e una donna dotata di classe, fascino e intelligenza. Vive a Londra, seguita dalla sua agente Emma, sotto le attenzioni dell’amica Paulette e coccolata dalla sua gatta Camelia; con Sergio è sbocciata una simpatia che potrebbe sfociare in qualcosa di più… insomma, la sua è una vita quasi perfetta.
Fino al giorno in cui un uomo, che non rivela la propria identità, la sceglie come solista nel Piano Concerto Schumann: Fiamma dovrà eseguirlo per un pubblico selezionato e l’incasso sarà devoluto a favore di un principato del Vicino Oriente devastato dalla guerriglia. 
Come se non bastasse, Paulette le regala un antico strumento musicale, una spinetta che ha una storia misteriosa…

In un romanzo che è una lode alla musica e alla bellezza, un susseguirsi di situazioni emozionanti e intricate, di pause sapienti e improvvise accelerazioni degne di una sinfonia. 
La protagonista si fa eroina e portavoce di tutte le donne consapevoli del proprio valore; dalla spirale che la avvolge, dopo una lotta accesa, uscirà vincente, riscoprendo nell’amore per la musica la sua unica possibilità di fronteggiare il male. 

Il libro si può acquistare nelle librerie e, online, su:
Paola Maria Liotta vive ad Avola (Siracusa) ed è docente di materie letterarie e latino nei licei. Appassionata di letteratura da sempre, cura presentazioni di libri, salotti letterari ed eventi culturali. Ha pubblicato quattro sillogi poetiche, ottenendo premi di rilievo nazionale. Al 2013 risale la pubblicazione del suo primo romanzo, Ed era colma di felicità. È anche appassionata di gastronomia: ha curato una rubrica gastronomica sul «Gazzettino del Sud-Est» e nel 2014 ha pubblicato Miele, mandorle e cannella, finalista al Premio Letterario “Città di Pentelite”. A sei anni dal suo debutto nella narrativa, torna in libreria con Piano Concerto Schumann, edito da Il Seme Bianco. 

venerdì 2 agosto 2019

Recensione: BACIO FEROCE di Roberto Saviano



Ritroviamo la Paranza dei Bambini (recensione libro), questi ragazzi nati in una terra di assassini e assassinati, derubati dell'infanzia e dell'adolescenza, destinati a fare i conti con un mondo che non regala niente, anzi, toglie molto. Forti di fame. Forti di rabbia. Pronti a dare e ricevere baci che lasciano un sapore di sangue, perché "Se la strada del bene non c’ha portato niente, forse la strada del male porterà qualcosa."


BACIO FEROCE
di Roberto Saviano



Ed. Feltrinelli
387 pp
"I baci feroci non sono classificabili. Possono sigillare silenzio, proclamare promesse, impartire condanne o dichiarare assoluzioni. (...) i baci feroci occupano sempre tutto lo spazio possibile, usano la bocca come accesso. La bocca è solo la pozza in cui immergersi, per scovare se c'è anima, se c'è davvero altro a rivestire il corpo oppure no - il bacio feroce è lì a scandagliare quell'abisso insondabile o a incontrare un vuoto. Il vuoto sordo, buio, che nasconde. (...) Esistono i baci e poi i baci feroci. I primi si fermano entro il confine della carne; i secondi non conoscono limiti. Vogliono essere ciò che baciano. I baci feroci non vengono dal bene né dal male. Esistono, come le alleanze. E lasciano sempre un sapore di sangue".

Nicolas Fiorillo, detto O' Marajà, è a capo della sua paranzina - la Paranza dei Bambini - ed è riuscito, con una tenacia e una determinazione da adulto, a ottenere Forcella e a gestire lo spaccio nelle sue piazze.
Finalmente ora comanda e il suo obiettivo è far fuori chiunque gli si metta contro, a partire dai "vecchi" camorristi, che finora si sono serviti delle giovani leve per espandersi sempre più nei propri "commerci" ma non hanno tenuto conto della brama di potere dei "guaglioni", come Nicolas e compagnia.

Il ragazzo si sente ogni giorno più forte, più uomo, più leader, e sa che, se anche adesso a Napoli sembra regnare la pace, affinché la città sia tutta sua e dei suoi brò, bisogna arrivare ad una confederazione di tutte le paranze.
In pratica, questo vuol dire far scoppiare una nuova guerra.

Chi ha letto il precedente libro, sa che Nicolas ha dovuto subire un gravissimo lutto famigliare, il che ha fatto sorgere in lui una cieca voglia di vendetta nei confronti di chi gli ha rubato uno dei suoi affetti più cari.

Una delle scene iniziali di questo romanzo è feroce proprio perchè vediamo Nicolas sull'orlo di un baratro, indeciso se commettere un'azione atroce e crudele per appagare la propria sete di vendetta contro un ex-amico, uno che ha fatto parte della Paranza ma poi si è rivelato un infame traditore.
Eppure, insospettabilmente, anche un cuore indurito come quello di O' Marajà esita quando si tratta di far del male a un'anima innocente... (misericordia che in altre occasioni non avrà modo di essere praticata).

Non solo, ma il giovanotto ha imparato pure ad essere più diplomatico quando si tratta di non far arrabbiare il boss per il quale lavora, don Vittorio detto l'Arcangelo, anche se in cuor suo ritiene che il vecchio dovrebbe farsi da parte perchè ormai a Napoli c'è posto solo per i giovani.

Ma la paranza da sola non può comandare e per scalzare le vecchie famiglie della camorra e tenersi il centro storico, Nicolas O' Marajà capisce di dover fare alleanza con un'altra paranzina, quella dei Capelloni, capeggiata da ’o White.

Alleanze tutt'altro che scontate in quanto anzitutto i tradimenti sono sempre nascosti dietro l'angolo (non ci si può davvero fidare di nessuno) e poi i vecchi boss non sono affatto disposti a farsi da parte, infatti meditano piani per dimostrare a questi "muccusielli" che sono soltanto dei bambini sbruffoncelli e incapaci di portare avanti seriamente i loschi affari criminali.

Insomma, per evitare di farsi ammazzare, i "bambini" devono restare uniti, anche se non è facile perché ogni paranzino ha i suoi personali obiettivi: Nicolas, oltre a vendicarsi di chi ha fatto del male alla sua famiglia, vuole diventare il re della città; Drago’ porta un cognome potente, ed è combattuto tra la fedeltà ai suoi "fratelli" e l'opportunità che avrebbe se scegliesse di stare dalla parte della propria famiglia (di cui fa parte il boss il Micione); Dentino, ormai fuori dalla paranza, vuole eliminare ’o Maraja; Biscottino, il piccolo del gruppo (ha soltanto 11 anni), ha sua madre che gli sta col fiato sul collo per aver scoperto il segreto del figlio, che potrebbe costargli la vita se venisse fuori; Stavodicendo è "in esilio" a Milano e si convince di poter tornare nella sua Napoli (perché "da Napoli non si può andare via (...) quell'origine te la porti come un distintivo"), continuando a latitare, ma....; Drone, Pesce Moscio, Tucano, Briato’ e Lollipop sono fedeli a Nicolas, pur sognando una paranza tutta loro...

Ragazzi cresciuti in mezzo alla strada e troppo in fretta, privi di una vera infanzia, di punti di riferimento positivi; figli con madri preoccupate che i loro bambini muoiano con una pallottola in corpo; padri rassegnati davanti al cammino deviato e ormai segnato intrapreso da questi ragazzi affamati di soldi e potere; giovanotti che vogliono far colpo sulle ragazze e le fidanzate facendo loro regali costosi.

Nicolas e i suoi amici si considerano fratelli di sangue, si giurano lealtà assoluta ma la realtà è che devi sempre guardarti le spalle, anche da chi credevi fosse tuo alleato, perché in un mondo comandato dalla brama di comandare e far soldi su soldi, è facile restare sedotti da chi "ti offre la partita migliore".

E come i baci possono sancire silenzi, alleanze, perdonare o condannare, legare due persone in un unico destino (per cui se muoio io, muori pure tu; se vinco io, vinci pure tu), così essi possono anche rivelarsi baci di Giuda, traditori.

O' Marajà e la sua Paranza devono fare i conti con sfide quotidiane che pian piano mineranno la serenità e l'unità del gruppo: contrattazioni, delazioni, vendette e ritorsioni, appoggi da parte delle vecchie famiglie, che però a un certo punto potrebbero rivoltarsi contro e ostacolarli, seminando discordia direttamente in seno alle paranze.

È una realtà, questa descritta da Saviano, che trova il suo senso più immediato nell'aggettivo contenuto nel titolo: feroce.
Provoca tanta amarezza pensare come queste giovani vite si siano immolate a certi non-valori, a degli "ideali" assolutamente distorti, a un tipo di esistenza criminale che sembra portarli in alto e offrire denaro facile, nonché una sorta di rispetto da parte degli altri, per poi in realtà attaccare come una sanguisuga e succhiar loro tutto ciò che hanno e sono.

È un tipo di vita che ti chiede indietro più di quel che sacrifichi, e non c'è modo di sfuggire a un destino che, di giorno in giorno, si rivela un'enorme ragnatela pericolosa, in cui finisci per restare intrappolato, vulnerabile, sottoposto agli attacchi di chi non aspettava altro che vederti inerme per poterti dare il colpo mortale.

Non basta

"avere imparato che chi sa sparare sta sempre dalla parte giusta"

e che

"chi tiene paura di sparà, viene sparato".

E non basta neppure aver imparato qual è il tipo di bacio che devi pretendere:

"Non voglio il bacio sulla guancia che si prende l'affetto. Non voglio il bacio sulle labbra che si prende l'amore. Voglio il bacio feroce che si prende tutto".

Se non sei pronto, se non guardi dalla parte giusta, da fottitore passi velocemente ad essere fottuto.

Lo spaccato sociale narrato da Saviano inquieta il lettore, lo turba, non può lasciarlo indifferente perché comunque gli tira fuori emozioni, pensieri, considerazioni su ciò che sta leggendo, molto probabilmente gli fa scuotere il capo indignato; personalmente, trovo difficile (se non impossibile) non provare rabbia per questi ragazzi che hanno deciso di seguire una certa "strada" e che non hanno alcuna intenzione di ravvedersi, tutt'altro; provoca altresì angoscia e una punta di dolore constatare che non si tratta soltanto di giovani consapevoli ma pure di ragazzini, - anzi bambini, perché a 11 anni questo sei, un bambino - che si fanno trascinare dai più grandi, che per loro sono degli eroi da imitare, e che per questo maledetto spirito di emulazione si trovano impigliati in una rete terribile, mortale.

Fa paura la rassegnazione di alcune (la maggior parte?) famiglie di fronte alla bruttissima piega che ha preso l'esistenza dei propri figli.
Delude l'omertà di chi non riesce a denunciare per timore di ritorsioni, per non parlare di chi sta muto come un pesce fino a quando gli conviene, perché la verità è che "il silenzio che garantisce la protezione ha sempre la data di scadenza, e corrisponde al momento in cui rischi la vita in prima persona".

Saviano utilizza, ancora una volta, un linguaggio diretto, crudo, per renderci in modo più verace e realistica possibile una realtà che ha queste stesse caratteristiche di crudezza e ferocia, che è implacabile e inclemente verso i suoi "figli" più fragili, più piccoli, ancora in formazione, e che qui sono completamente in balìa di un contesto malavitoso senza scrupoli, privo di pietà, che non guarda in faccia a nessuno, che ti fa del male, sia tu maschio, femmina, adulto, vecchio o bambino.

Un romanzo che è sì finzione letteraria ma che al contempo trasuda fin troppo di elementi realistici, tristemente autentici, che purtroppo ci capita spessissimo di sentire nei telegiornali.
Il racconto delle imprese di Nicolas e compagni cattura sempre più l'attenzione andando avanti nella lettura, e in particolare si resta col fiato sospeso quando si sente odor di imbroglio, di tradimento, di morte, di gente che colpisce alle spalle.
L'uso del dialetto napoletano e di espressioni colorite contribuisce a rendere i dialoghi e la narrazione in generale molto genuini e aderenti alla realtà descritta; è una narrazione fluente, "cinematografica", che sta attenta ai particolari perché quelli contano più di tutto.
Finale tutt'altro che dolce e che lascia una sensazione di ineluttabile mestizia quasi soffocante.

Si tratta di quel genere di lettura che, se da una parte mi avvince e alla quale mi avvicino sempre con molta motivazione, dall'altra mi mette alla prova emotivamente, perché è una "porzione di mondo" sporca, angosciante, che fa paura (anche perché so che è terribilmente reale, soprattutto in certi contesti) e alla fine, quando arrivo all'ultima pagina, tiro un sospiro di sollievo e penso: "Ok..., sono fuori da Forcella".
Consigliato agli amanti del genere ^_-

giovedì 1 agosto 2019

Bilancio letture di luglio 2019


Le mie letture di luglio:

  • LA BAMBINA CHE ANNUSAVA I LIBRI di Manuela Chiarottino. Stella ama i libri, per tutte le loro caratteristiche: ama le storie che vi sono narrate tra le loro pagine, ama l'odore della carta, dell'inchiostro, ama ogni particolare di ogni volume che le capita sotto mano e anche solo “annusarlo” le reca gioia. Questa passione l'ha ereditata dalla madre e dal nonno, e sarà proprio grazie a una lettera di quest’ultimo che la ragazza si ritroverà coinvolta in una avventurosa caccia al tesoro, al termine della quale scoprirà qualcosa in più sulla sua famiglia, su se stessa... e sull'amore!
  • IL LATO OSCURO DELLA MAFIA NIGERIANA di Fabio
    Federici.
     In questo saggio, con la prefazione di Nando Dalla Chiesa, il colonnello dei Carabinieri Fabio Federici, docente universitario, crime analyst e giornalista pubblicista, ci offre un'analisi chiara e illuminante di un fenomeno criminale di grandissima attualità e dalla portata, purtroppo, molto pericolosa: la mafia nigeriana.
  • NON TI LASCERÒ di Chevy Stevens. Fuggire da un amore possessivo e violento per dare a se stessa e alla propria bambina una prospettiva di vita nuova e più rosea: è il legittimo desidero della protagonista di questo romanzo, che parte puntando i riflettori su un amore malato per poi colorarsi di suspense e mystery.
  • L'INVERNO DI GIONA di Filippo Tapparelli. Solo accettando di ricordare non più le menzogne ma la verità, il giovane protagonista, Giona, potrà uscire dal suo inverno, da quel "paese" di cui è allo stesso tempo padrone e schiavo e nel quale si era nascosto per non vedere la realtà.
  • FIABE IRLANDESI di William B. Yeats. Una galleria di creature fatate, dispettose, malefiche, burlone, sfuggenti....: Yeats ci trasporta in un magico universo di leggende proprie del folclore irlandese, popolato da spettri, folletti, diavoli, giganti, streghe, re e principesse.
  • LA STRADA di Cormac McCarthy. In un mondo impazzito e ormai ridotto a un lugubre cumulo di macerie, è possibile coltivare la speranza in un futuro più luminoso e umano?
  • HIGHLANDER. TORNA DA ME di Karen M. Moning. Una storia d' amore e passione travolgente ambientata nelle suggestive Highlands scozzesi nel lontano XVI sec.: quello tra la bella Jillian St Clair e il coraggioso guerriero Grimm Roderick è un legame forte e indissolubile, che supera paure, ostacoli e nemici pericolosi.
  • DICIANNOVE - VENTUNO di E. S. Carter. Jake ed Emma non potrebbero essere più diversi e i loro mondi più lontani. Lui è un dongiovanni in cerca solo di avventure di una notte, non si è mai innamorato e non ha alcuna intenzione di lasciarsi ingabbiare da relazioni sentimentali durature. Lei è dolce, ingenua, una ragazza seria e pulita: potrebbe far perdere la testa a un tipo come Jake? Nonostante il destino sembri mettere più di un bastone tra le ruote, i due si sentono attratti l'uno dall'altra in modo irresistibile...
  • PROMESSE. Due indagini di Lincoln Rhyme e Amelia Sachs di Jeffery Deaver. Due brevi racconti con protagonisti il criminologo Lincoln Rhyme e la sua compagna di vita, il detective Amelia Sachs, impegnati a risolvere due casi avendo a disposizione pochi elementi d'indagine.
  • VOCI SOFFOCATE di Beppe Quintini. A Cimego, un paesino in provincia di Trento, la polizia è sulle tracce di un killer spietato che va assolutamente individuato e fermato. E' Natale ma l'atmosfera di festa e magia è disturbata dal sangue che sporca la neve che scende ad imbiancare il paesaggio, che sta perdendo il proprio incanto a causa di una mente diabolica e astuta che sta mietendo vittime seguendo rituali macabri e terribili.

Tra questi libri, sul podio vanno il thriller Voci soffocate, che mi ha coinvolta moltissimo, l'intrigante Non ti lascerò e l'interessantissimo Il lato oscuro della mafia nigeriana.

Attualmente ho in lettura:

TRADITI E CONSEGNATI ALLA MORTE di E. Anzanello, un romanzo storico ambientato nella seconda guerra mondiale;
BACIO FEROCE di Saviano, uno spaccato tristemente reale di una gioventù immersa nella malavita.


mercoledì 31 luglio 2019

Frammenti di letture (Ventuno, E. S. Carter)



Alcuni brevi passaggi tratti da VENTUNO, il romanzo di cui vi ho parlato ieri.


"...voglio essere un uomo che ti merita, Emma. Mi fai volere di più. Mi fai desiderare di essere migliore. Combinerò disastri, non c’è dubbio, ma tutto ciò che sento per te mi è nuovo. Aiutami, guidami, e prometto che passerò ogni singolo giorno ad assicurarmi che tu non rimpianga mai di avermi dato un’occasione."


"L’amore è un’unica anima che vive in due corpi, batte in due cuori, rendendoli completi."


"Troppo spesso siamo così impegnati a cercare di creare qualcosa di bello, che non ci fermiamo a osservare la bellezza che ci circonda."


"Nulla fa sentire una stanza più vuota, anche quando è piena, che sentire la mancanza di una persona che dovrebbe esserci dentro." 


"È facile realizzare che ami qualcuno : è il momento in cui vuoi proteggere il suo cuore più di quanto tu voglia proteggere il tuo."

"Casa non sono quattro mura e un tetto. È dentro di te; risiede nelle poche persone che lasci entrare nel tuo cuore."

martedì 30 luglio 2019

Recensione: VENTUNO di E.S. Carter


Anche se la vita gioca a far incontrare "per caso" e ripetutamente Emma Campbell e Jake Fox, allo stesso tempo sembra divertirsi nel mettere continui intralci sul loro cammino, separandoli.
Ciò che il destino non ha ancora capito è che le corde che legano i due innamorati è più forte di qualsiasi infausta circostanza o difficoltà.



VENTUNO
di E.S. Carter



QUIXOTE EDIZIONI
trad. A. Esposito
Serie: Love by Numbers #2
291 pp
€3,99
Emma Campbell e Jake Fox si sono incontrati per caso e si sono sentiti immediatamente attratti l’uno dall’altra; ma un evento inaspettato e drammatico li aveva allontanati, lasciandoli a macerare in tutta una serie di pensieri negativi e di rimpianti. Finché il destino non li mette nuovamente di fronte ed essi capiscono che ciò che li unisce va ben al di là dell’attrazione fisica: è un legame che parte da dentro, dal cuore, e che li ha fatti sentire uniti sin dal primo momento, come due metà solitarie che, finalmente, si sono ritrovate e non hanno alcuna intenzione di perdersi perché perdere l’altro significherebbe perdere anche un po’ se stessi.

Lui intanto, bellissimo e corteggiatissimo, è diventato un astro nascente del cinema - rivestendo il ruolo del protagonista in una nota serie tv -,  mentre lei si sta riorganizzando l’esistenza dopo la brutta esperienza subita a causa di una feroce aggressione.
Emma adesso è una ragazza serena, sulle soglie dei ventuno anni, ha un lavoro che le piace ad Ibiza, in uno dei lussuosi locali di Nate Fox, fratello di Jake e fidanzato di Liv, la migliore amica di Emma; pensa sempre a quel ragazzo dagli occhi di un blu intenso che le ha rubato il cuore ma sa che un tipo così, all’apice del successo e pieno di bellissime donne che gli gironzolano intorno, non potrebbe mai perdere tempo con una ragazza acqua e sapone, e per di più con esperienze complicate alle spalle, com’è lei.

E invece, è proprio ciò che accade: quando i loro occhi si incrociano nuovamente, Em e Jake sanno che nulla più potrà dividerli perché entrambi, separati l’una dall’altro, sono incompleti, vuoti e infelici.
Organizzano quindi di trascorrere una giornata da soli, in una baia romantica e solitaria, per parlare e conoscersi meglio; tra coccole e sguardi d’intesa, i due sentono che finalmente anche per loro si sta affacciando la possibilità di un futuro insieme.

Ma ancora una volta il destino capriccioso ci mette lo zampino e alla fine del precedente libro (DICIANNOVE) li lasciamo in una situazione davvero angosciosa.

ATTENZIONE: la successiva sequenza, a mio avviso, non costituisce spoiler in quanto riguarda essenzialmente la fine del libro precedente (che in teoria uno dovrebbe aver letto prima di arrivare a questo); ma eventualmente ci siano lettori che si accostino alla serie per la prima volta, per evitare di rivelare troppo, la racchiudo tra gli asterischi così chi vuole, può saltarla. 

****Jake ed Emma si ritrovano bloccati sulla baia (raggiungibile soltanto via mare), l’imbarcazione che li ha portati qualche ora prima, e che già da un po’ sarebbe dovuta essere di ritorno, tarda ad arrivare, la sera si avvicina e loro due sono terrorizzati all’idea di dover stare lì senza aver modo di tornare a casa. Che fare? Impetuoso e pieno di energie, Jake ha un’idea: e se cercasse di raggiungere a nuoto la costa e chiedere aiuto per tornare a prendere Emma? Nonostante le insistenze di lei a non provare l’ardua e incosciente impresa, lui va, anche perché sa di avere importanti impegni lavorativi a breve cui non può rinunciare.
Purtroppo accade un altro incidente: Jake scompare tra le acque del mare scuro e di lui si perdono le tracce per giorni e giorni ****

Fortunatamente le cose si risolvono e ai due ragazzi vien concessa un’altra chance per stare insieme.

Riusciranno a vivere il loro amore liberamente, con tutta la passione che arde dentro i loro cuori (e i loro corpi) e a rifugiarsi l’uno nelle braccia dell’altra?

Jake è un attore in ascesa, con mille impegni e con una popolarità che inevitabilmente ha due facce, tra cui quella negativa dell’essere sempre sotto i riflettori, assediato da giornalisti e paparazzi e con l’incubo che qualche “vecchia fiamma” si inventi bugie per ricattarlo o per far soldi vendendo pseudo interviste choc.
Come se non bastasse, ad approfittare della notorietà di Jake - e di quella, indiretta, di Emma, che ormai è ufficialmente la sua ragazza - si aggiunge una persona insospettabile, le cui indebite intromissioni saranno motivo di sofferenza per Emma, che dovrà fare i conti con vecchie ferite mai definitivamente rimarginate.

Non solo, ma la vita spesso ci mette davanti a prove davvero difficili ed una persona vicina alla coppia si ritrova a combattere con una terribile malattia, gettando tutti nel dolore e nella preoccupazione.

Anche in Ventuno Emma e Jake, quindi, non se la passano sempre bene ma tra queste pagine finalmente riescono comunque a vivere il loro amore pienamente e senza inibizioni.

La narrazione passa sempre, di capitolo in capitolo, da Jake ad Emma, per cui abbiamo modo di conoscere i loro pensieri, le insicurezze e le speranze, i timori di non essere all’altezza di questo amore e della persona che ormai si è impossessata del loro cuore. È una tecnica narrativa che a me personalmente non infastidisce, anche se a volte può rischiare di essere ripetitiva quando la narrazione, passando da una “voce” all’altra, invece di proseguire direttamente per andare avanti col racconto, riprende un po’ troppo ciò che è stato già detto.

Le scene bollenti ci sono e i due protagonisti danno decisamente il meglio di loro stessi; il linguaggio, consono all’universo giovanile, pieno di passione, voglia di vivere e divertirsi cui appartengono i personaggi, è “frizzante”, goliardico, spesso colorito, ironico e scherzoso.

È un new adult con una storia d’amore sensuale e romantica insieme, cui attorno gravitano circostanze ed eventi inaspettati non sempre lieti, ma che si affrontano insieme; l’amicizia è un valore importantissimo, così pure la famiglia.

Una lettura senza dubbio adatta a chi desidera lasciarsi travolgere da amori  appassionati e tanto forti da superare le piccole tempeste della vita.


domenica 28 luglio 2019

Recensione: IL LATO OSCURO DELLA MAFIA NIGERIANA di Fabio Federici



In questo saggio, con la prefazione di Nando Dalla Chiesa, il colonnello dei Carabinieri Fabio Federici, docente universitario, crime analyst e giornalista pubblicista, ci offre un'analisi chiara e illuminante di un fenomeno criminale di grandissima attualità e dalla portata, purtroppo, molto pericolosa: la mafia nigeriana.



IL LATO OSCURO DELLA MAFIA NIGERIANA
Fabio Federici



Oligo Editore
Pagine 164
20 euro
Luglio 2019
Oggi la presenza della Mafia Nigeriana in Italia è una pericolosa realtà ed è assolutamente urgente e necessario che le Istituzioni competenti (Ministero Interno, magistratura, DIA, Forze di Polizia) vi pongano la giusta attenzione.
Si tratta di un fenomeno criminale molto complesso in cui convivono tanti lati oscuri, aspetti per lo più ignoti che devono essere esplorati con un approccio sistemico di natura criminologica-olistica per poter intervenire in maniera opportuna. 

Il saggio si propone proprio l'obiettivo precipuo di fornire un quadro analitico ed evolutivo del problema per capirne l'entità, il radicamento nel territorio italiano (e non solo), le origini, il modo in cui si insedia, i rapporti con le "mafie locali" (italiane), il rapporto (inscindibile) con l'altro triste fenomeno delle migrazioni clandestine.

Il sistema mafioso nigeriano è mutuato dalla "mafia nostrana" e ripercorre la struttura gerarchica delle confraternite africane (ad es, la Black Axe).

Esso è un “network criminale” di caratura internazionale che in Italia ha fatto il suo primo "ingresso" ufficiale alla fine degli Anni '80, a partire dal Nord Italia per poi approdare al Centro-Sud, in particolare nel casertano, fino ad allargarsi ovunque; gli ambiti in cui ha allungato i suoi tentacoli sono, ovviamente, quelli del traffico delle sostanze stupefacenti, dello sfruttamento della prostituzione, del favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, nonché del traffico di organi, della tratta degli esseri umani e della riduzione in schiavitù

L'Autore, con estrema competenza e servendosi dell'importantissimo contributo di un "esperto del settore" - Massimo Kunle d'Accordi, professionista nell'ambito dell'immigrazione, esperto di mafia nigeriana e dei secret cults - chiarisce molti concetti ed aspetti importanti di questo fenomeno.

A proposito di migrazioni, sottolinea come esse possano diventare, se non controllate a dovere, un problema per la sicurezza delle nazioni e internazionali.
Chi sono i migranti? Si tratta realmente solo di un folto gruppo di disperati che scappano da situazioni di guerra, o tra essi si nascondono e si mimetizzano anche affiliati di organizzazioni criminali?
Le leggi italiane chiariscono le condizioni giuridiche dello straniero e l'Autore precisa anche termini che, non di rado e comunemente, possono essere usati come sinonimi, pur non essendolo: richiedente asilo, migrante, profugo, rifugiato, clandestino...

Ecco, è proprio la clandestinità a dover essere combattuta perché essa rischia di essere la leva prencipe su cui la poggia la mafia nigeriana.

Entrando maggiormente nel dettaglio, Federici traccia un esauriente e chiaro profilo del "mafioso nigeriano" e della struttura stessa che sta alla base dell'organizzazione, la quale è talmente vasta ed articolata da risultare difficile da decriptare, in quanto i suoi membri si sentono legati tra loro da un "vincolo del culto" molto forte, oltre che da obblighi di segretezza e da atteggiamenti di omertà.

Dopo averci parlato per sommi capi e sinteticamente della Nigeria (dai vari punti di vista - geografico, socio-politico, demografico, economico, culturale...), sottolineandone in particolare l'alto tasso di povertà e la progressiva crescita demografica, entra più specificatamente all'interno del fenomeno in oggetto.
La mafia nigeriana si muove secondo precisi steps, che vanno dal reclutamento di nuovi membri attraverso dei "reclutatori", passando per il "viaggio della speranza", fino all'arrivo nel nuovo Paese e allo "smistamento" in vista dell'attività criminale cui ciascuno è destinato.
In questo processo si colloca il giuramento che il migrante fa promettendo la restituzione dei soldi prestati (difficilmente chi parte ha i soldi per pagare il "biglietto" per arrivare in Italia, quindi contrae necessariamente un debito...) attraverso la partecipazione (coatta) ad arcaici e truculenti riti Vodoo/juju a carattere esoterico-religioso, capaci di soggiogare psicologicamente la vittima, sottoposta a torture fisiche e psicologiche, minacce ecc...
La cultura d'origine, quindi, ha un ruolo fondamentale nella cultualità del crimine e leggendo questo libro il lettore se ne fa un'idea molto nitida (e terrificante).

Lo scrittore ci fa conoscere i contesti in cui nasce questo organismo velenoso, le sue ramificazioni interne, i ruoli, le caratteristiche dei cosiddetti secret cults (le confraternite), i segnali da non ignorare per individuare soggetti sospetti, la figura rilevante delle madam/maman, la presenza di elevate tecnologie (necessarie per gestire in modo efficiente e sofisticato le attività) che convivono paradossalmente con le credenze tradizionali (di origine tribale).

Siamo in presenza di un sistema mafioso - Cosa Nera -  sviluppato e non certo improvvisato e primitivo, che ha saputo evolvere e passare da una condizione di "servilismo" rispetto alle mafie autoctone, al collaborare con loro, fino a raggiungere un'autonomia di controllo del territorio.

Le ultime battute sono dedicate a uno studio attento degli atti processuali e all'encomiabile azione investigativa degli organi competenti, anche se, nonostante il loro operato, la comunità nigeriana nel nostro Paese sta crescendo, proseguendo nelle proprie attività delinquenziali, il che ci fa capire come non si possa abbassare la guardia ma sia impellente e imprescindibile continuare a studiare il fenomeno e a fare tutto ciò che serve per fermarlo.
Lottare contro questi criminali - ci ricorda il colonnello Federici - è non solo un dovere istituzionale ma un imperativo morale, per togliere da condizioni di abietta schiavitù tanti innocenti.

"Il lato oscuro della mafia nigeriana" è un libro piccolo ma prezioso, utile per farsi una precisa idea della questione, trattata tra queste pagine con estrema chiarezza attraverso l'esposizione competente di materiale, di informazioni e prospettive analitiche apprezzabili, di immediata comprensione non solo per gli "addetti ai lavori" e gli studiosi di scienze sociali, ma per chiunque abbia uno sguardo attento alla realtà in cui viviamo e alle sue continue evoluzioni e che, nello specifico, voglia saperne maggiormente circa questo argomento di grande attualità.

Non posso che consigliarlo; una lettura che sicuramente richiede tutta l'attenzione del lettore ma che, vi garantisco, è estremamente interessante.

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