mercoledì 23 dicembre 2020

Recensione: UN UOMO A PEZZI di Francesco Muzzopappa



Simpatico, schietto, provvisto di un senso dell'umorismo che fa nascere sorrisi e mette il buon umore, Muzzopappa si racconta facendosi "a fette" e mettendo sul vassoio, a vantaggio dei suoi lettori, aneddoti, incontri, esperienze di vita passate e recenti che ci restituiscono il ritratto di un giovane uomo sagace, che guarda il mondo con quella dose di sano ottimismo che dovremmo avere tutti per barcamenarci con più leggerezza tra i piccoli e grandi problemi della vita.


UN UOMO A PEZZI
di Francesco Muzzopappa


Fazi Ed.
142 pp
Francesco è un giovane uomo di origini pugliesi, fidanzato con Carmen, con cui convive a Milano nel quartiere di Chinatown.
I due non potrebbero essere più diversi: lei è in fissa per un'alimentazione sana che più sana non si può, lui..., beh, lui è figlio di madre pugliese e padre calabrese, cresciuto nel tarantino con fiumi di latticini in una culla a forma di frisella.

"Che un pugliese non mangi latticini è fantascienza. Le nostre mamme da piccoli ci hanno svezzato a omogeneizzati di mozzarelle. Nei biberon infilavano le burrate".

Per non parlare poi dell'attenzione di Carmen per evitare ogni forma di spreco, il che significa comperare solo indumenti non di marca e che costino pochissimo (meglio se usati) e librerie a prezzi stracciati, pazienza se sono storte e pendono.

Ma non conosciamo solo Carmen e le sue piccole, adorabili manie; Francesco condivide tra queste pagine altri pezzetti di sé, in primis il suo essere un pugliese che ha vissuto l'esperienza  della salsa di pomodoro fatta rigorosamente in casa sotto il solleone di agosto.
Il capitolo relativo alla maratona della salsa l'ho amato perché... è qualcosa che conosco bene, in quanto è una "tradizione" immancabile e immarcescibile anche a casa mia: la salsa si fa ogni anno, non si scappa, e da bambina/ragazzina, confesso, per me era un vero e proprio incubo. Però, ripeto, è sempre stato - e lo è tutt'ora - un appuntamento annuale sacro, e poiché dura non più di due-tre giorni (tra salsa e pelati), il sacrificio si fa, anche perché poi ce l'hai tutto l'anno :-D

"Per noi pugliesi fare la salsa in casa è come andare al militare: un'esperienza che ti forma e non vorresti mai più ripetere. Mentre il resto del mondo civilizzato ha imparato a comprare pelato e passata industriale al supermercato, dalle mie parti è considerata una bestemmia".

Sparsi tra i tanti frammenti della propria vita, ci sono diversi personaggi con tratti bizzarri e simpatici: il coinquilino napoletano - convinto che "a Napoli le cose sono più buone" (ehm,.. ho avuto una coinquilina simile: "Ma o vuò' capì ca' a' pizzà buona sta sul a Napule??", mi diceva ogni volta che mangiava un pezzo di pizza in terra di Puglia) -, il condomino russo esperto nell'ars amatoria che... Siffredi scansati; l'idraulico maschilista, convinto che un uomo vero non debba assolutamente mettersi ai fornelli; il personal trainer dal fisicaccio palestrato impegnato in un eterno (e vano) tentativo di rimorchiare esponenti dell'altro sesso.

Insomma, tra incontri strani ed episodi spassosi, in questo libro l'Autore si racconta con il suo piglio vivace ed ironico, e ne viene fuori il ritratto di un'esistenza che in fondo è comune a quella di tanti di noi lettori, eppure, se ci soffermiamo su certi dettagli, ingrandendoli con la lente dell'autoironia e della spensieratezza, ci rendiamo conto forse di come le nostre esistenze siano un po' come un romanzo, la cui trama si dipana spesso attraverso eventi tragicomici e bislacchi, alcuni più semplici, altri meno ordinari, che sia lo stupore provato da bambini davanti alle giostre dei luna park, i tentativi di seguire una dieta o l'euforia fanciullesca di chi, ritrovandosi da un giorno all'altro con una bella sommetta di denaro da spendere in cibarie varie, si concede il lusso di "sfamarsi" in un supermercato per ricconi.

Un libro che, quindi, non ha un'unica trama ma che è composto, come si evince dal titolo, da tanti pezzi di vita vissuta, raccontati in modo divertente, familiare, che regalano sicuramente sorrisi e momenti di svago al lettore.

Finora il mio preferito resta Dente per dente, ma in generale devo dire che Muzzopappa è piacevole da leggere e scaccia mestizia e pessimismo.
E di questi tempi, abbiamo urgente bisogno di essere positivi ... di un po' di ottimismo e buon umore.

martedì 22 dicembre 2020

Occhio ai libri || segnalazioni editoriali

 

Oggi voglio presentarvi alcune pubblicazioni segnalatemi da autori e/ case editrici.


Partiamo da una storia dark ambientata in Italia: IL CERCHIO DI PIETRE di Enrico Graglia (Goware ed. 390 pp,).


Vincenzo, ragazzo di provincia, fa una strana scoperta al fiume. Ne derivano sogni oscuri e vivide allucinazioni, che ostacolano la sua relazione con l’intraprendente e affascinante Lavinia e lo spingono a credere che in gioco ci sia più della propria sanità mentale. 
È possibile che qualcuno – o qualcosa – stia cercando di mettersi in contatto con lui? E cosa ci fa un antico e misterioso cerchio di pietre nella campagna piemontese? 
Ad aiutare Vincenzo, lo scrittore-guru Saverio, in cerca di riscatto da un’esistenza mediocre. 
I tre protagonisti di questa storia dark, che affonda le sue radici nella provincia italiana, si confronteranno con l’ignoto, causa delle nostre più grandi paure, in cui a decidere l’esito dell’eterno scontro fra Bene e Male è la fragilità stessa dell’animo umano.

Autore
Enrico Graglia, nato a Torino nel 1980, non ricorda di aver trascorso un giorno della sua vita senza leggere. In casa non c’era un televisore e nel 1990 Il signore degli anelli cambiò per sempre il suo immaginario, indirizzandolo al fantastico. Al liceo scrisse i primi racconti, ispirato dalla letteratura italiana e rapito dai libri di Stephen King e Clive Barker, che rimangono tra i suoi autori preferiti. Laureato in legge, oggi vive in Piemonte, sulle colline del Monferrato. Il cerchio di pietre, vincitore del premio Vallavanti Rondoni 2019, è il suo romanzo d’esordio
.


Il secondo libro è un Fantasy illustrato da Lorenzo Nicoletti: "Hollow World - Il ragazzo senza memoria" di Luca Damiani (autopubblicato, 300 pp).
Si tratta di un’opera complessa e ricca di spunti, ma scorrevole e dai toni spesso leggeri. Ispirato alle
Light Novel, il romanzo attraversa vari generi (Fantasy, Romanzo Storico, Romanzo di formazione, Thriller, Mistery e Romance) per raccontarci le vicende di personaggi memorabili e offrirci qualcosa di davvero fresco e innovativo, soprattutto per un autore italiano.

Cosa faresti se ti svegliassi in un posto che non conosci? Se non ti ricordassi nemmeno chi sei, come ti chiami, da dove vieni? Se l’unica cosa che hai con te fosse un libro in una lingua incomprensibile, e dormissi in un peschereccio incastrato dentro la roccia a dieci metri da terra?
Se qualcuno ti insegnasse a rubare, per sopravvivere, e a pelare patate in un ospedale pieno di feriti, con una guerra sempre più vicina? Cosa faresti se poi questa nuova normalità venisse sconvolta da un profumo di mandorle, da qualcosa che non hai mai provato prima?
E se questa cosa ti cambiasse?
Se ti togliesse il sonno, e anche la fame?
E se poi la guerra la mettesse in pericolo e di colpo ti facesse rischiare di perderla?
Se fossi tu stesso a metterla in pericolo?
Cosa faresti per salvarla?
Fino a che punto ti spingeresti?

L’autore
Luca Damiani, classe ’78, vive a Torino con quattro ragazze (tre mordaci e l’altra... pure). Ama la pizza in tutte le sue forme e condimenti (tranne quella all’ananas!) e odia l’ultima goccia di shampoo al fondo del flacone. Tra un libro e un altro si occupa di mandare avanti un’azienda del food. Si innamora del teatro all’età di quattordici anni e dopo aver frequentato l’accademia d’arte drammatica, lavora come attore professionista per circa un ventennio. L’esperienza maturata in campo teatrale, e la passione che da sempre lo accompagna per la cultura Jpop, sfociano nel progetto “Hollow World”: un mondo in continua espansione dove spera che altri ne rimangano affascinati e, nel pieno rispetto della cultura Anime, contribuiscano alla sua crescita, caratterizzazione e diffusione
.



L'ultima pubblicazione è un romanzo dalle atmosfere molto misteriose: SORTILEGIO MORTALE di Roberto Marconi (Kimerik Ed. 210 pp).

In una stazione di polizia, di fronte a un ambiguo vice ispettore, Marco Robertini si trova improvvisamente invischiato nella misteriosa scomparsa di un’ex fidanzata e, di lì a poco, nell’omicidio di un’accompagnatrice di uomini. 
Egli ha un legame apparentemente opposto con entrambe e le circostanze sembrano prospettarlo come duplice presunto colpevole. 
L’iniziale innocenza del protagonista, che si basa sulla logica e il raziocinio, man mano stinge nell’ambiguità per l’irrompere del mistero e dell’esoterico, rappresentato da altrettante donne intrise di pensiero magico. Sarà l’indagine dentro se stesso che potrà aprire la strada alla spiegazione della realtà, ma ricorre la ciclicità del Fato e del Cigno Nero nella sua vita. Come finirà?

L'autore: Nato vicino a Jesi, nelle Marche, e vissuto quasi tutta la vita a Senigallia, Roberto Marconi si è laureato a Bologna in Giurisprudenza e lavora da sempre nel settore assicurativo e finanziario. Ha cominciato a scrivere, nei primi anni del nuovo millennio, brevi racconti e poesie pubblicati su siti per appassionati, in coincidenza casuale, ma densa di affinità elettive, con l’articolo letterario del noto scrittore americano Chuck Palahniuk intitolato La chiesa delle storie. Ha già pubblicato un’opera, Il segreto di Paracelso, edita da Booksprint Edizioni, che partecipa alla XXXIV edizione del Premio Italo Calvino. Ha tre figli e tre sogni nel cassetto che forse non aprirà mai.

sabato 19 dicembre 2020

Oggi nasceva... Eleanor Hodgman Porter


"Pollyanna, che con la sua dolcezza regala tenerezza e il cuore ti aprirà...Pollyanna, che porta sempre il sole con semplici parole e buona volontà".

Uno dei cartoni animati che ho guardato senza stancarmi, da bambina, è stato Pollyanna, la bambina sempre solare e ottimista che desiderava portare un sorriso di gioia e speranza a tutti coloro che incrociavano il suo cammino.

Questo simpatico personaggio è frutto della mente di una scrittrice britannica: Eleanor Hodgman Porter, e la sua Pollyanna è diventata sinonimo di "una persona che crede che sia più probabile che accadano cose buone che cose cattive, anche quando ciò è molto improbabile" (Cambridge dictionary), o  più semplicemente (e con un'accezione più negativa) "persona costantemente ed eccessivamente ottimista" (Collins dictionary).

Eleanor è nata a Littleton (New Hampshire) il 19 dicembre 1868.

(wikipedia)

Sin da ragazzina ha manifestato diversi talenti artistici, ad es. nel canto, tanto da essere spesso invitata come cantante in occasione di eventi sociali organizzati dalla comunità e della chiesa. 

Ha frequentato le scuole locali ma poi ha dovuto continuare l'istruzione a casa a motivo di problemi di salute. 

Andando controcorrente, la scrittrice ha coltivato i suoi interessi e talenti: ha studiato al New England Conservatory of Music. 

Nel 1892 sposò un uomo d'affari, John Lyman Porter e si trasferirono in Massachusetts. 

Ha scritto il suo primo racconto all'età di 33 anni e il suo primo romanzo, Cross Currents, nel 1907.
Secondo libro: Turn of the Tide (1908), in cui tratta il tema del lavoro minorile.
Terzo libro: Miss Billy (1911), in cui la vita di tre scapoli viene stravolta da una donna; ad esso fanno seguito Miss Billy's Decision e Miss Billy Married.
Ma il libro più famoso è sicuramente Pollyanna (1913), tradotto in 12 lingue, cui segue Pollyanna grows up.

Questo celebre romanzo per bambini è il racconto sentimentale di una ragazzina che "giocava" a trovare sempre il lato positivo delle cose, riuscendo in qualche modo a cambiare coloro che incontra, donando speranza ai disperati.

Pollyanna è diventato un film nel 1920 (regia di Paul Powell) e nel 1960 ("Il segreto di Pollyanna"), con Haley Mills nei panni della protagonista.

"Il gioco consiste nel trovare qualcosa per cui essere sempre felici", diceva la gioiosa fanciulla.

Bene, la psicologia cognitiva ha preso spunto dal  "gioco della felicità" per individuare la cosiddetta "sindrome di Pollyanna" o "ottimismo idiota": si tratta della tendenza che le persone hanno a concentrarsi principalmente sulle cose positive, atteggiamento che le porta a dare per scontato che tutto andrà bene quando si tratta di prendere decisioni anche senza avere tutte le informazioni pertinenti.
A parlarne per primi sono stati Matlin e Stang negli anni '70, che hanno spiegato come i processi cognitivi tipici di questa inclinazione favoriscano selettivamente l'elaborazione di informazioni piacevoli rispetto a quelle spiacevoli, e questo porta ad essere più ottimisti e positivi; per contro, fa sì che si tenda a ricordare eventi neutri come più positivi di quanto non fossero in realtà (quindi a falsare un po' i ricordi).

È morta a soli 51 anni di tubercolosi il 21 maggio 1920.

Fonti consultate:

https://golittleton.com/
https://www.literaryladiesguide.com/
https://www.britannica.com/
https://positivepsychology.com/

mercoledì 16 dicembre 2020

Frammenti di... LEGGERE LOLITA A TEHERAN

 

Alcuni significativi passaggi tratti da LEGGERE LOLITA A TEHERAN, l'ultimo libro recensito qui sul blog.



"Per capire quello che la guerra ha devastato, per vedere bene i crateri dove una volta c'erano le case, bisogna aspettare la pace. Solo allora le voci ridotte al silenzio, gli spiriti maligni intrappolati nella bottiglia volano fuori."

"Tornai dunque la bambina che ero stata quando prendevo il primo libro che mi capitava sottomano e mi buttavo in un angolo a leggerlo per ore. Assassinio sull'Orient Express, Ragione e sentimento, Il maestro e Margherita, Herzog, Il dono, Il conte di Montecristo, Tutti gli uomini di Smiley -i libri della biblioteca di mio padre, delle librerie di seconda mano, delle case degli amici. Li leggevo tutti, come un alcolizzato che annega il suo dolore inespresso. Se mi rivolsi ai libri fu perché erano l'unico rifugio che conoscevo, ciò di cui avevo bisogno per sopravvivere, per proteggere una parte di me stessa che sentivo sempre più in pericolo. Il mio altro rifugio, quello che mi aiutava a restituire un po' di sanità mentale e di spessore alla mia vita, era di natura più intima e personale."






Un grande romanzo acuisce le vostre percezioni, vi fa sentire la complessità della vita e degli individui, e vi difende dall'ipocrita certezza nella validità delle vostre opinioni, nella morale a compartimenti stagni…».


Per vivere una vita vera, completa, bisogna avere la possibilità di dar forma ed espressione ai propri mondi privati, ai propri sogni, pensieri e desideri; bisogna che il tuo mondo privato possa sempre comunicare col mondo di tutti. Altrimenti, come facciamo a sapere che siamo esistiti? «I fatti concreti di cui parliamo non esistono, se non vengono ricreati e ripetuti attraverso le emozioni, i pensieri e le sensazioni»


Siamo tutti perfettamente in grado di trasformarci nel censore cieco, di imporre agli altri la nostra visione, i nostri desideri. Una volta che il male viene, come dire, personalizzato, ed entra dunque a far parte della vita quotidiana, la strategia per resistervi diventa anch'essa personale, individuale. In che modo l'anima riesce a sopravvivere? è la domanda essenziale. E la risposta è: con l'amore e la  fantasia.



martedì 15 dicembre 2020

Recensione. "Echi di Romanticismo" di Eleonora Zizzi

 

"Echi di Romanticismo" è una raccolta di poesie scritta con elegante ricercatezza, in cui i temi trattati e lo stile di scrittura attingono alla cultura classica, nonché al genere gotico e al Romanticismo.



Echi di Romanticismo
di Eleonora Zizzi



CTL (Livorno)
94 pp
>>  LINK AMAZON >>


"Non è forse questo il vero poeta?
Trasparenti dalle crude parole,
l’inspiegabile, l’astrazione del vissuto"


Le emozioni e i contenuti cui l'Autrice dà voce - che siano il Dolore, l'Amore, la Passione, il potere dei ricordi... - vengono espressi come esperienze travolgenti, che lacerano, straziano, che sono sentite in modo intenso, viscerale,  come qualcosa che pretende il proprio spazio nel vissuto di chi scrive e fa quindi sentire la propria presenza, ora con forza, ora con tenerezza.

"Non parlare,
il tuo silenzio comunica oltre mille parole.
Sarà valso un solo sguardo,
per perdermi in un dolce sognar
e così nel nostro Destino,
unico plasmato respiro
(Il cerchio del nostro destino)



"Cupido non trafisse con il modesto dardo,
bensì con la spada,
uccise con la gelida lama
nel sangue della nostra passione,
ma batte ancora per l’eternità." 

(Come una lama nel cuore)


Sono versi scritti con una penna raffinata, originale, intensa, che ben sa esprimere la capacità della poetessa di guardare dentro di sé e dentro l'Uomo in generale (analizzandone pensieri, paure, sentimenti, coscienza), di sentirsi un tutt'uno con la Natura, che al pari di un personaggio a tutti gli effetti, con un'anima e un sentire propri, di volta in volta è descritta in modo da rispecchiare emozioni e riflessioni diverse.
Le poesie sono rese suggestive da un'aura onirica, da atmosfere da sogno in cui a guidare ogni descrizione di paesaggi o pensieri è il potere creativo e immaginifico della mente di dare vita a mondi che vanno oltre il terreno e l'umano.


È una silloge i cui componimenti sono ricchi di metafore, simbolismi, richiami ancestrali, che attingono a tematiche e a un linguaggio che appartengono alla mitologia, alla narrativa fantastico-fiabesca e a quella classica.

Opera consigliata in special modo a chi ama le poesie e apprezza un linguaggio poetico ricercato e forbito. 

lunedì 14 dicembre 2020

Segnalazioni editoriali (dicembre 2020)



Buon pomeriggio, oggi vi presento alcune recenti pubblicazioni appartenenti a diverse realtà editoriali.


Partiamo da un ROMANCE pubblicato da Delos Digital.


Ubriaca d'amore di Marina Rodriguez  (LINK C.E.     -     LINK AMAZON)

Delos digital Srl
Collana: Odissea Romantica 
151 pp
Formati: epub, kindle
 2,99 euro
USCITA: Dicembre 2020

Leslie ha 35 anni e una vita tutta da reinventare, dopo che il suo fidanzato Daniel, chef e proprietario di un ristorante a Londra, l'ha lasciata per una esperta di vini. 
Leslie, pasticcera di origini italiane, senza una carriera ben definita, decide di saperne di più di vini pregiati e finirà per frequentare un corso di sommelier. Nella sua vita, però, si affaccia un bell'imprevisto: il dottor Adrian Miller, che sembra portarle di nuovo il sorriso. 
Aiutata dalla sua amica Monica e dal suo amico di sempre Jack, Leslie cambierà totalmente modo di guardare alla vita.

L'autrice.
Marina Rodriguez è nata a Napoli, 34 anni fa. Scrive poesie. Ha lavorato come giornalista per giornali locali campani e come insegnante di lezioni private. Ha partecipato a molti concorsi di poesia (finalista al premio Aletti editore 2020). Questo è il primo romanzo che pubblica.



POESIA
Kimerik Ed.
84 pp


Gocce di rugiada sulle spine del mondo di Maria Alberti

Gocce di rugiada sulle spine del mondo racchiude i pensieri, i ricordi e gli affetti più intimi dell'autrice. Si ritrovano le tematiche a lei più care - dalla religione alla natura, sino al dolore e alla perdita di figure importanti - con l'attenzione rivolta sempre al presente e alla sua problematicità.

Note autore: Maria Alberti è nata a Milazzo nel 1945 e vive a Barcellona Pozzo di Gotto (ME). E' stata docente di scuola media. Autrice di poesie, trae ispirazione soprattutto da temi religiosi e dal quotidiano.


NOIR/GIALLO


Dall’abile penna della scrittrice Marina Bertamoni, una nuova indagine per l’Ispettrice Luce Frambelli - edito da Fratelli Frilli Editori.


LA PAZIENZA DELLA FORMICA  di Marina Bertamoni (256 pp, 14.90 euro)
 
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Milano, nei pressi della stazione ferroviaria di Rogoredo, vicino al famigerato “boschetto”, tristemente noto alle forze dell’ordine come quartiere di spaccio della droga, viene trovato il cadavere di un senza tetto morto per assideramento. L'uomo sembra avere due identità.
La foto che appare nel documento ritrovato all’interno della giacca del defunto appartiene a un certo Andrea Lorchi, pilota di velivoli da turismo dato per disperso vent’anni prima in un tragico incidente in cui ha perso la vita Alberto Castrovillari (manager di alcuni dei nomi più noti del mondo dello spettacolo) mentre il nome che appare nel documento è di Charles Martin, cittadino francese.

Su quello strano incidente aereo, sul quale non si è fatta ancora chiarezza, deve occuparsene la Questura di Lodi.
Riorganizzare il lavoro e le idee non è facile per la squadra composta dall’ispettrice Luce Frambelli, Fabrizio Calligaris (suo collega) e l’ispettore capo Pasquale Campiglio, soprattutto dopo la drammatica morte per suicidio del Vice Questore Paolo Binaschi, avvenuta solo poche settimane prima. 
Il romanzo conduce su binari diversi, non solo per il mistero di una morte ancora tutta da chiarire e che risulterà sempre più complesso e intrigante, ma anche per un altro mistero non risolto che coinvolge Luce in prima persona e riguarda la sua sfera privata e le sue origini. 

L'autrice.
Marina Bertamoni è nata a Milano nel 1961. Laureata in Scienze Geologiche, lavora da più di trent’anni in una multinazionale dell’energia. Scrive racconti e romanzi gialli e noir, ambientati nella provincia italiana. Suoi racconti sono presenti nelle antologie dei premi “Orme Gialle“ e “Garfagnana in Giallo”, mentre i romanzi che hanno per protagonista Luce Frambelli, giovane ispettrice della Questura di Lodi, pubblicati da Fratelli Frilli Editori, sono stati premiati in prestigiosi concorsi letterari, tra i quali ricordiamo il “Premio Letterario Internazionale Lago Gerundo” e il “Premio Letterario Festival Giallo Garda”.

domenica 13 dicembre 2020

Recensione: LEGGERE LOLITA A TEHERAN di Azar Nafisi



Tra queste pagine la scrittrice ripercorre le discussioni avute con i suoi studenti su diverse opere letterarie, collegandone i temi ai ricordi della vita vissuta in Iran prima, durante e dopo la rivoluzione iraniana. Si analizzano autori come Nabokov, Austen, James... e si affrontano temi quali il potere della letteratura, la politica, la condizione della donna nella società musulmana, la religione.




LEGGERE LOLITA A TEHERAN 
di Azar Nafisi


Adelphi Ed. 
trad. R. Serrai
379 pp
I ricordi della professoressa Nafisi si riferiscono al periodo in cui ha insegnato all'Università di Teheran e all'Università Allameh Tabataba'i negli anni '70 e '80, fino alle sue dimissioni nel 1995 (lascerà il Paese per andare negli USA nel 1997); rimasta senza lavoro, la donna decise di organizzare a casa propria un corso segreto di letteratura occidentale, scegliendo sette studenti interessati al gruppo di studio.

Questo memoir è quindi suddiviso in quattro parti: nella prima, intitolata "Lolita", conosciamo gli studenti del gruppo di lettura e ci si concentra sulle restrizioni imposte alla vita delle donne, specialmente nelle scuole e nelle università. 

Nella seconda parte, "Gatsby", il romanzo di Fitzgerald è messo "sotto processo", in quanto ritenuto, nella società islamica, un libro che induce a peccare, inneggiando all'immoralità tipica dell'occidente imperialista.

Nella terza parte, "James", la professoressa Nafisi si sofferma sul periodo in cui l'Iran era in guerra con l'Iraq; nell'ultima sezione, "Austen", si torna agli anni '90, e quindi ai suoi studenti, all'amico e compagno di profonde conversazioni (chiamato il "mago") e alla sua decisione di lasciare, insieme al marito Bijan e ai figli, l'Iran per andare in America.

Il contesto di riferimento sono quindi i decenni successivi alla rivoluzione di Khomeini, anni caratterizzati da violenze e soprusi, perpetrati tanto per le strade quanto nei campus di Teheran.

La "missione" di Azar Nafisi diventa quella di spiegare a ragazzi e ragazze, esposti in misura crescente alla catechesi islamica, una delle più temibili incarnazioni dell’Occidente: la sua letteratura. 

Nell'introdurre le sue memorie, l'Autrice precisa di aver cambiato i nomi alle persone menzionate per proteggerle da possibili punizioni o imbarazzi.
E rivolgendosi al lettore, gli chiede:

"ho bisogno che anche tu, lettore, cerchi di pensare a noi, perché altrimenti non potremo esistere  davvero. Contro la tirannia del tempo e della politica, cerca di immaginarci come a volte neppure noi osavamo fare: nei momenti più intimi e riservati, nelle più straordinariamente normali circostanze della vita, mentre ascoltiamo un po' di musica, ci innamoriamo, camminiamo per strade ombrose, o leggiamo Lolita a Teheran. E prova a ripensare a noi dopo che quelle cose ci sono state confiscate diventando una volta per tutte un piacere proibito."

Chi sono le ragazze che partecipano al gruppo di discussione nel soggiorno di casa di Azar?
Sono giovani donne (tra i venti e trent'anni) le cui vite sono state in qualche modo plasmate dalla rivoluzione iraniana. 
C'è chi ha fatto l'esperienza della prigione in quanto membro di un'organizzazione religiosa dissidente e si è visto interdire l'accesso all'università per due anni dopo il suo rilascio.
C'è la ragazza fidanzata, che viene costantemente vessata dal fratello fondamentalista; c'è chi sogna di emigrare in Canada, chi ha subito molestie da uno zio e chi è stato sposato più volte.
Tutte loro sono accomunate da una condizione di "disagio", frutto della confisca, da parte del regime, dei loro momenti più intimi e dei loro desideri.

"Con i mullah al governo, la religione era diventata uno strumento di potere, un'ideologia, ed era proprio questo approccio ideologico alla fede che distingueva l'oligarchia dai milioni di cittadini comuni".


Riunirsi privatamente per metter su una sorta di "laboratorio letterario" è un modo per trovare un po 'di libertà in mezzo a troppe restrizioni.

I romanzi (e i loro autori) analizzati - da Lolita di Vladimir Nabokov ad Orgoglio e pregiudizio della "zia Jane", da Il Grande Gatsby  di F. Scott Fitzgerald a Gli Ambasciatori di Henry James - sono solitamente annoverati tra i classici della letteratura inglese e americana; queste (ed altre) opere, all'interno del regime repressivo della Repubblica islamica dell'Iran, erano considerati veleno, dei cattivissimi e pericolosi esempi di decadenza occidentale, per cui la loro lettura era assolutamente sconsigliata, in particolare per le giovani donne iraniane, che addirittura rischiavano di incorrere in un reato punibile; ergo, da un'insegnante come la Nafisi, ci si aspettava che, attraverso lo studio di tali subdole opere, ella insegnasse agli studenti iraniani a combattere l'immoralità americana.

Ma, al contrario, con le sue accese discussioni in aula, la docente desiderava offrire ai suoi studenti una sorta di "aiuto", di rifugio, per resistere alla repressione e alla paura - che, ci ricorda bene questo libro, possono danneggiare la vita delle persone, e che erano le armi privilegiate dal regime, privo di alcuna empatia - attraverso la finzione letteraria e l'immaginazione.

"La letteratura non era una panacea, ma ci offriva uno strumento critico per valutare e capire meglio il mondo - non solo il nostro, anche l'altro, l'oggetto dei nostri desideri."

"l'immaginazione è equiparata all'empatia, alla capacità di immedesimazione: non possiamo vivere ciò che hanno vissuto gli altri, però in letteratura siamo in grado di comprendere anche i personaggi più mostruosi. Un bel romanzo è quello che riesce a mostrarci la complessità degli individui, e fa sì che tutti i personaggi abbiano una voce; è allora che un romanzo si può definire democratico - non perché sostiene la democrazia, ma per la sua stessa natura. L'empatia è il cuore di Gatsby, come di molti altri grandi romanzi - non c'è niente di più riprovevole che restare ciechi di fronte ai problemi e ai dolori altrui. Non vederli significa negare la loro esistenza». 


Durante il corso della lettura, i lettori ottengono informazioni sia su Nafisi, sui suoi studenti, sulla sua famiglia e sui suoi amici, che sulla cultura della Teheran post-rivoluzionaria.

Confesso di essermi trascinata questo libro per diverse settimane; l'approccio iniziale è stato positivo, mi aveva coinvolta molto e trovavo oltremodo interessanti tutti i ragionamenti e le riflessioni su Lolita e Humbert; stesso interesse nel conoscere lo sfondo storico e politico, o ancora nell'osservare le studentesse nelle loro fragilità, contraddizioni,dubbi, il loro prendersi in giro, nel sarcasmo e nel fervore con cui interagivano tra loro su argomenti che, partendo dall'analisi letteraria delle opere, poi venivano calati nella loro vita di tutti i giorni, che fossero i rapporti con famiglia e fidanzato, o l'uso del chador, o le discriminazioni e i maltrattamenti cui erano soggette in quanto donne.
Però non posso non ammettere che, dalla metà in poi, il livello di attenzione è andato diminuendo, ho trovato che il ritmo narrativo rallentasse un po' e ho faticato a proseguire.

Nel complesso è comunque un libro interessante, che  ci fa conoscere la posizione della donna nella società islamica iraniana dopo la rivoluzione e lo fa mettendo al centro la letteratura e il potere che essa ha (attraverso la finzione, l'immaginazione) di farci sentire liberi anche - o soprattutto! - quando il contesto in cui siamo immersi vuol privarci di libertà fondamentali.


sabato 12 dicembre 2020

Oggi nasceva... GUSTAVE FLAUBERT



In questo giorno, 199 anni fa, nasceva a Rouen (Alta Normandia) Gustave Flaubert, romanziere famoso soprattutto per il suo romanzo d'esordio, Madame Bovary (1857).

Ha iniziato a scrivere molto presto, nell'età dell'adolescenza, vincendo anche un premio scrivendo un saggio sui funghi. Risale ai quindici anni il suo amore platonico per una donna sposata e più grande di lui, Elisa Schlésinger, che lui ricorderà sempre come un amore puro e immacolato.

fonte
Gustave ha studiato legge a Parigi (dove ha conosciuto Victor Hugo), per poi abbandonare gli studi in seguito all'insorgere dell'epilessia; si è dedicato, quindi, alla letteratura. 

Oggetto di interesse per Flaubert erano le persone comuni della classe media, le cui esistenze egli ha cercato di ritrarre con obiettività.
Dal punto di vista stilistico, era un perfezionista, sempre attento all'accuratezza psicologica dei suoi personaggi e molto meticoloso nel cercare e trovare la parola esatta per esprimere esattamente i significati che desiderava trasmettere. 
Lo stile di Flaubert ha influenzato molti scrittori a lui successivi, tra cui Émile Zola, Guy de Maupassant e i naturalisti americani.

Madame Bovary è stata la sua prima opera pubblicata; in essa, l'autore descrive la caduta morale di una donna che non riesce a vedere il mondo in modo realistico; proprio il suo disperato tentativo di farlo, la spinge a intraprendere una storia d'amore adulterina, che la porterà a un tragico epilogo.
Quando Madame Bovary fu pubblicato in serie su un giornale, il governo francese citò in giudizio l'autore e l'editore con l'accusa di immoralità, ma perse la causa.

Il secondo romanzo di Flaubert, il romanzo storico Salammbó (1862), era di tutt'altro genere ed era basato su ricerche approfondite e sul suo viaggio in Africa.

Ma ad essere considerata la sua migliore opera è L'Educazione sentimentale (1869), la storia di un giovane sentimentale (somigliante in molti tratti a Flaubert), la cui debolezza e l'idealismo confuso saranno la causa della rovina della sua vita.
Ha avuto una lunga relazione con la poetessa Louise Colet, con cui ha intrattenuto una corrispondenza epistolare (le lettere sono arrivate fino a noi). Non ha mai tenuto nascoste le sue relazioni occasioni con prostitute.

È morto a Croisset, in Francia, l'8 maggio 1880.


Fonti consultate: 

https://factspage.blogspot.com/
http://manoflabook.com/

mercoledì 9 dicembre 2020

Recensione: GLI ESSERI OSCURI di Fernando Camilleri



L'esistenza relativamente tranquilla di un undicenne si colloca all'interno di una cornice dai colori scuri e dall'atmosfera misteriosa, resa sinistra e surreale dalla comparsa di creature della notte, la cui presenza inquieta tanto il protagonista che il lettore: cosa possono mai volere questi esseri oscuri da un bambino fondamentalmente innocuo, solo ed emarginato?


GLI ESSERI OSCURI
di Fernando Camilleri


Delos digital
55 pp
Fur ha undici anni, anche se ne dimostra settanta a causa di una sindrome che inevitabilmente lo limita molto nelle attività fisiche e nelle relazioni sociali.

Le stranezze non sono circoscritte alla sua fisicità, ma si estendono anche alla famiglia; e no, non è solo colpa della spremuta di cappero da bere al mattino (che da sola, già basterebbe), ma anche per altri piccoli particolari: la mamma è sparita, la sorella s'è messa ai fornelli e prepara pietanze disgustose e intanto tiranneggia su di lui; l'apatico padre, se non sta a casa spiaggiato davanti alla TV, va in falegnameria, dove si taglia pezzetti di dito...

A dare un ulteriore tocco di inquietudine all'esistenza di questo undicenne ci pensa la comparsa di tre creature oscure, che si acquattano nel ripostiglio di casa.

Gli inspiegabili e sinistri esseri hanno l'aspetto di bambini della sua età, anche se al posto degli occhi hanno due buchi neri; ad ogni apparizione, aumentano di tre unità.

Non dicono una parola, si limitano a guardare il bambino e ad aiutarlo se è nei guai con la scorbutica sorella maggiore.

Inizialmente Fur è spaventato da queste creature: chi sono quegli strani bambini che lo osservano muti? Cosa vogliono da lui?

Con il passare delle notti comincia a pensare che essi non siano poi tanto pericolosi ma resta comunque il dubbio su chi siano e sul perché non se ne vadano.

Per sciogliere ogni domanda, chiede aiuto all'unico amico che ha, il custode del museo di Cefalù, Dario Lampa.
L'uomo si dimostra molto interessato (forse anche troppo?) a questi esserini che popolano la casa del suo giovane amico, e cerca di dargli qualche consiglio su come fare per capire chi essi siano e cosa vogliano da lui.

Queste creature sono presenze amiche o hanno intenti distruttivi?
Ad esse, intanto, si è aggiunto un altro essere, dall'aspetto decisamente mostruoso e spaventoso...

Cosa vogliono da Fur tutti questi mostri?
Il povero ragazzino lo scoprirà in una notte scura e drammatica, in cui rivedrà l'amata mamma e si compirà il proprio destino.

Questo racconto di Fernando Camilleri è horror , ma in un modo "soft": anche se non è messo davanti a situazioni e personaggi che provocano veri e propri brividi di paura e fiato sospeso,  il lettore è portato a immedesimarsi nel giovanissimo protagonista, che nella sua innocenza e semplicità è terrorizzato al cospetto di questi esseri sinistri, di queste creature del buio e della notte che appaiono e scompaiono all'improvviso e in maniera inspiegabile.

Fur è un ragazzino dolce, bravissimo a scuola, dove però non riesce a fare amicizia con nessuno: le ragazze rifiutano anche solo di parlargli e i ragazzi più grossi (e stupidi) lo bullizzano; purtroppo a casa non va molto meglio, tra i piatti bizzarri e poco invitanti cucinati dalla sorella Ele, la quale è fisicamente l'opposto suo (tanto è grassa e grossa lei, quanto è minuto e secco lui) e non fa che rimproverarlo, facendo sentire il fratellino sempre sbagliato; il padre è una presenza-assenza, un'ameba priva di vitalità.

Aleggia, tra le mura della casa di questa bislacca famiglia, il ricordo della madre, un esserino minuscolo misteriosamente sparito senza che nessuno sappia come e perché. Ma nessuna madre dimentica i suoi figli, e al momento opportuno potrebbe farsi viva per il bene del suo Fur.

Dal canto suo, il bambino ha una sola persona della quale si fida ciecamente, il già citato amico Lampa Dario: saprà davvero aiutare Fur a mandar via gli esseri oscuri?

Il finale è amaro e lascia di sasso il lettore, che inevitabilmente si trova a provare una sensazione di tristezza verso il dolce undicenne, che in un corpo malato e considerato sgraziato agli occhi del mondo, nasconde un cuore puro, buono, che non scorge il male ed è volto sempre verso il bene.

Anche in questo racconto ho trovato la penna di Camilleri ammaliante, capace di disegnare ambientazioni apparentemente comuni ma che poi nascondono qualcosa di oscuro, da cui sbucano personaggi fantastici che stuzzicano le paure più ancestrali di ogni uomo (chi di noi, da bambino, non ha mai immaginato di vedere delle ombre strane in cime alle scale che portano in soffitta o in un angolo della propria camera?).

Ve lo consiglio, è uno scrittore che non delude e sa catturare l'attenzione dei suoi lettori, dando vita a scenari e personaggi intriganti.



Biografia.
Fernando Camilleri è nato e vive a Cefalù, in Sicilia. La vista sul mare, il silenzio e la solitudine sono gli elementi indispensabili per la sua scrittura. Adora i granchi, i ragni e i sorrisi degli umani. I suoi generi letterari preferiti sono il weird, l'horror e la bizarro fiction.
Esordisce nel 2016 con il romanzo fantasy/horror Zucchero Filato Volante edito da Eretica Edizioni. Nel 2020 vince il Premio Gianfranco Viviani con il racconto fantasy Malattia da reflusso. Sempre nel 2020 pubblica il racconto weird/horror Gli esseri oscuri con Delos Digital.


Altri libri dell'Autore recensiti sul blog:

lunedì 7 dicembre 2020

Recensione: PENNY PORTAFORTUNA (Natale in città, vol 3) di Jill Barnett



A volte la vita mette a dura prova, e quando lo fa attraverso la perdita di persone care, può essere davvero molto difficile riprendersi dal dolore provocato dal lutto; e se lo è per gli adulti, figuriamoci per una bambina!
Ma proprio quando la confusione e lo smarrimento sembrano ormai far da padroni, ecco che irrompe l'Amore a scombinare piani e a portare una ventata di felicità e di speranza!


PENNY PORTAFORTUNA
(Natale in città, vol 3)
di Jill Barnett



trad. Isabella Nanni
89 pp
Come già "L'eroe di Eleanor", anche questa novella di Jill Barnett è ambientata a New York, verso la fine del 1800 e nel festoso periodo natalizio. 

Il protagonista è il giovane e famoso architetto Edward Lowell, i cui affari vanno a gonfie vele, ma non così la vita personale e famigliare: apprende, infatti, con dolore e sconcerto, della morte della sorella minore Josie, deceduta in un incidente in barca assieme al marito.
La coppia lascia una bambina di quattro anni, la dolce Penelope, di cui Ed diventa improvvisamente tutore.


La bimba arriva a New York, nella grande e sconosciuta casa dello zio, con un fardello e un carico di sofferenza troppo grande per le sue piccole e fragili spalle.
La sua vita è stata totalmente messa sottosopra; Penelope è comprensibilmente afflitta, disperata, addolorata; piange scossa da violenti e strazianti singhiozzi, davanti al quale lo zio si sente inadeguato, impreparato; soffre per la perdita della sorella ma anche per la nipotina, che lui teme di non riuscire a consolare come dovrebbe.

Eppure sente nascere e crescere per lei un affetto viscerale e sincero, tanto più perché la bambina gli si affeziona a sua volta e, benché si sia chiusa in una sorta di mutismo selettivo, si aggrappa allo zio - unico affetto rimastole e che le ricorda l'amata mamma - come un naufrago al suo pezzo di legno sbattuto qua e là dalle onde di un mare agitato e pericoloso. 

Edward è socio di uno studio ben avviato e ha molto lavoro da fare, ma sa di avere il dovere morale di occuparsi della piccola e di aiutarla a sbloccarsi, così decide di consultare un bravo psicologo; durante il percorso in carrozza che conduce lui e Penny dal dottore, la bimba resta incantata nello scorgere una bambola nella vetrina di un negozio: forse per la prima volta da quando è giunta negli USA, Ed scorge i primi segni di felicità e di entusiasmo negli occhi della nipotina. 

Purtroppo la bambola viene venduta prima che Edward possa comprarla e questo lascia Penny molto delusa, anche perchè la bambolina aveva un visino e dei capelli simili a quelli della sua adorata mamma defunta; non solo, ma come spiega loro il negoziante, la bambola si chiamava addirittura come la sorella di Ed (Josephine)!

Poter ottenere la bambolina diventa per Ed una missione vera e propria, per portare a termine la quale è disposto a girare tutti i negozi nei dintorni e a ingaggiare un investigatore privato!

Ma Cupido ha già deciso di scoccare le sue frecce e mette sulla strada di Ed una donna, la 25enne Idalie Everdeane: i due si incontrano, o meglio si "scontrano" casualmente, e sentono dal primo secondo in cui i loro occhi si incrociano e i loro corpi si sfiorano, un'attrazione irresistibile, che coinvolge il corpo ma anche la loro mente, visto che entrambi non possono smettere di pensare l'uno all'altra.

A creare un legame importante e prezioso tra i due ci pensa la piccola Penelope - che non a caso diventa, per lo zio, "Penny portafortuna" - con il suo desiderio di poter avere la bella bambola dai capelli biondi di nome Josephine: e la bella Idalie è infatti l'unica persona che potrebbe realizzare il sogno della bambina... e anche quello del giovane e affascinante zio, il cui cuore ha incominciato a battere per la donna.

La felicità sta facendo timidamente capolino nelle esistenze di tre anime smarrite, che hanno perso un affetto molto caro, la cui assenza si fa sentire tanto, disegnando nel loro cuore e nella loro vita inevitabili solitudini e tristezze.
Fa tenerezza la dolce Penny, così desiderosa di ricevere amore, protezione, cura da parte di qualcuno che non l'abbandoni più, come purtroppo hanno fatto i suoi sfortunati genitori.
Ed, pur non avendo alcuna pratica coi bambini, viene completamente rapito da questo scricciolo che gli ricorda l'amata sorella perduta; farebbe qualsiasi cosa per non deludere la nipotina e dimostrarle tutta la sua incondizionata devozione!

Dal canto suo, Idalie è una ragazza che ancora sente il doloroso peso della perdita di sua sorella, di cui l'è rimasto il gatto e qualche ricordo in soffitta; vive in un appartamentino che ha dovuto combattere per avere, fa un lavoro che adora e nel quale è brava, ma è fondamentalmente una persona sola, diffidente verso il "sesso forte", orgogliosa e, quando si sente fragile e indifesa - davanti ai propri sentimenti e ai segnali inequivocabili che le lancia il proprio corpo quando Edward Lowell è nei paraggi - tira fuori una lingua tagliente e sarcastica.

Ma è Natale..., la neve scende silenziosa e riveste di una coltre bianca e incredibilmente romantica la bella New York, e intanto una bimba di quattro anni, bisognosa di amore e di una famiglia, aspetta che la festa più attesa e suggestiva dell'anno porti finalmente con sé qualcosa di bello, e chissà... una bella bambola di nome Josephine sotto l'albero!!

Un racconto a tema natalizio, romantico e tenero, con una scrittura piacevolissima, ideale per chi ha voglia di una storia d'amore non impegnativa ma sicuramente molto dolce, da leggere in un pomeriggio di relax.

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