Oggi nasceva....
HONORE' DE BALZAC
Honorè De Balzac nasce a Tours il 20 maggio 1799; la sua infanzia grigia e fredda, segnata dal disaccordo perenne che regna fra i genitori, trascorre in solitudine. Studia al collegio degli oratoriani di Vendôme caratterizzato da una disciplina assai rigida e dalla grande pressione richiesta nello studio. Troppo per uno spirito libero e svagato come quello di Honorè, che ne risentirà psicologicamente.
L'attività letteraria agli inizi era assai avara di soddisfazioni: sempre irrequieto e incapace di stare fermo, sia mentalmente che fisicamente, gli piace rischiare, sperimentare e e lo fa improvvisandosi imprenditore, anche se molti suoi progetti falliranno ben presto.
h. de balzac |
La prima opera di una certa importanza è il romanzo storico, firmato col suo vero nome, "Gli Sciuani", cui fa da sfondo la rivolta della Vandea. Il 1829 è anche l'anno di quel capolavoro che è "La fisiologia del matrimonio", che gli procura grande notorietà.
Nel frattempo inizia anche una relazione epistolare con la contessa Eva Hanska, che risulterà poi essere la donna della sua vita (lo scrittore la sposerà solo nel 1850, pochi mesi prima di morire).
Braccato dai creditori, inizia una serie di viaggi per sfuggire loro; viene in Italia e soggiorna per lungo tempo a Milano, dove frequenta il salotto della contessa Maffei, incontrandovi Manzoni.
Il 14 marzo 1850 si celebra il tanto sospirato matrimonio, ma le condizioni dello scrittore sono ormai disperate. Il 20 maggio gli sposi sono a Parigi. Pochi mesi per godersi il matrimonio e il 18 agosto Balzac muore. I funerali si svolgono solenni e commossi al Père-Lachaise di Parigi.
Braccato dai creditori, inizia una serie di viaggi per sfuggire loro; viene in Italia e soggiorna per lungo tempo a Milano, dove frequenta il salotto della contessa Maffei, incontrandovi Manzoni.
Il 14 marzo 1850 si celebra il tanto sospirato matrimonio, ma le condizioni dello scrittore sono ormai disperate. Il 20 maggio gli sposi sono a Parigi. Pochi mesi per godersi il matrimonio e il 18 agosto Balzac muore. I funerali si svolgono solenni e commossi al Père-Lachaise di Parigi.
Opere principali: Eugenia Grandet, Il medico della campagna (1833), Papà Goriot (1834), Il giglio della valle (1836), La cugina Betta (1846), Illusioni perdute (1843), Piccole miserie della vita coniugale (1855).
EUGENE GRANDET
Mondadori 271 pp 8.50 euro |
Trama
Nato come una delle Scene della vita di provincia e inizialmente concepito come una novella destinata a una rivista letteraria, incentrata sulla piccolezza dell'animo di certi affaristi che popolavano la campagna francese nel periodo successivo alla Rivoluzione, il libro andò sempre più ampliandosi. E mentre cresceva la mole del racconto, diventava sempre più significativa la figura della protagonista, Eugénie, che con il suo amore puro e ferito, la sua personalità generosa e disinteressata è uno dei personaggi più riusciti di tutta la Commedia umana, simbolo dei tanti "martiri ignorati" balzachiani, vittima dei crudeli rapporti di forza che si creano nella famiglia e nella società e specchio dell'intera condizione femminile.Mondadori 368 pp 9 euro |
PAPA' GORIOT
Trama
In Papà Goriot Balzac scolpisce il ritratto intenso e pregnante di un uomo totalmente dominato dall'amore esclusivo e cieco per le proprie figlie. Avide, egoiste e frivole, esse lo prosciugano a poco a poco di ogni avere e lo abbandonano: il vecchio Goriot – dietro cui in filigrana si può scorgere il vecchio re Lear shakespeariano – è ridotto a vivere in una squallida pensione. L'impietoso realismo di Balzac non soltanto mette in luce i caratteri dei personaggi e le dinamiche delle loro interazioni, ma ne sonda i movimenti più interni e sotterranei, esasperandoli e rendendoli drammaticamente evidenti.
«Guardò la tomba e vi seppellì la sua ultima lacrima di ragazzo, una lacrima strappata dalle sacre emozioni di un cuore puro, una di quelle lacrime che, dalla terra in cui cadono, risalgono fino al cielo.»
Mondadori 800 pp 13.50 euro |
ILLUSIONI PERDUTE
Sinossi
«È il volume monstre! È l'opera capitale nell'opera.» Così, in una lettera del 1843, Balzac annunciava a madame Hanska la scrittura di Illusioni perdute: un'ampia narrazione che si colloca tra Scene della vita di provincia e Scene della vita parigina e che insieme a Splendori e miserie delle cortigiane compone un dittico imperniato sulla figura di Lucien de Rubempré. Opera esteticamente innovativa e alimentata dalle esperienze centrali nell'esistenza di Balzac (i diversi mestieri del libro e della scrittura, dal tipografo al giornalista), Illusioni perdute narra infatti la vicenda di questo giovane di provincia bello, povero e ambizioso, parente stretto del Rastignac di Papà Goriot, che sogna la gloria poetica e il successo mondano e si trasferisce a Parigi sperando di procurarsi entrambi. Nella capitale finirà per perdere la propria integrità morale e, infine, ogni fortuna. Meno determinato e vitale di Rastignac, Rubempré rimane uno dei personaggi più scolpiti di Balzac.
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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz