Recensione dell'ultimo libro letto:
IL VELO DIPINTO
di W. Somerset Maugham
Trad. F. Salvatorelli
2006, 9ª ediz., pp. 234
Letteratura inglese
€ 18,00
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Che ragione poteva avere l’incantevole Kitty – occhi splendenti, capelli alla garçonne – per sposare il gelido e inamabile dottor Fane – batteriologo alle dipendenze del governo inglese – se non il puro panico? Panico, soprattutto, di fronte alla prospettiva di deludere la madre, implacabile tessitrice di brillanti matrimoni.
Non meraviglia allora che Kitty cada subito vittima del sorriso ammaliatore dell’uomo più popolare di Hong Kong, Charlie Townsend, a sua volta regolarmente sposato.
Ma nei romanzi di Maugham la beffarda complessità della vita scompiglia a ogni pagina le carte e rimette in gioco i destini, spiazzando il lettore.
E spiazzata, e sgomenta, è Kitty allorché il marito, che ha scoperto tutto, le propone di seguirlo in una città dell’interno, Mei-tan-fu, devastata dal colera.
Che cosa cela la flemma disumana del dottor Fane? Un sinistro disegno di morte? O una perversa, demiurgica macchinazione?
Più semplicemente, la possibilità di un nuovo destino, che si dischiuderà alla frivola Kitty a poco a poco, come un oscuro segreto, nella putrescente Mei-tan-fu, dove il colera miete uomini, convenzioni e certezze...
Fisicamente non è spiacevole, anzi, Kitty riconosce che egli possiede dei tratti estetici di per sé avvenenti che però, nell’insieme, chissà perché, lo rendono sgradevole; addirittura, per lei, ripugnante!
Stordita ma speranzosa di poter finalmente vivere il proprio amore con Charlie liberamente e senza l’inquietante ombra del coniuge, la donna si scontra con la dura realtà di un amante che, pur dichiarandosi innamorato, non ha alcuna intenzione di creare scandalo divorziando dalla moglie per fuggire con l’altra donna, quindi Kitty si ritrova abbandonata al proprio destino, costretta a seguire un marito che non ama e col quale c’è solo un mutuo disprezzo e tanta distanza, di certo incolmabile, e per di più a seguirlo in un luogo di morte.
Davvero
Walter desidera che Kitty muoia infettata dal colera?
il mio pensiero |
Kitty
è una giovane donna sposata con Walter Fane, che lavora come impiegato
governativo, a Tching-Yen.
Un
matrimonio non proprio benedetto dall’amore, quanto dalla “convenienza”.
La
giovane Kitty viene da una famiglia benestante, cresciuta da un padre non
proprio autorevole e da una madre esageratamente ossessionata dall’idea di
maritare le proprie due figliole al più presto, per levarsele di torno e non
doversi occupare di loro.
Nonostante
Kitty sia più avvenente ed estroversa della sorella minore e abbia anche un più
ricco seguito di ammiratori (con relative richieste di matrimonio), è proprio
la piccola a maritarsi per prima, con sommo dispiacere di madre e sorella
maggiore.
La fretta fa fare i figli ciechi - recita un proverbio - ed infatti Kitty, per non ritrovarsi zitella, si sente
costretta ad accettare la proposta di matrimonio dell’insistente Walter, pur
non provando per lui alcun tipo di trasporto, né fisico né affettivo.
Kitty
non è proprio una donna che spicca per intelligenza e sagacia; anzi, è frivola,
leggera, interessata solo ai divertimenti, ai balli, ai pettegolezzi… e la sua
vita ruota attorno a questo, senza alcun desiderio di renderla più “profonda”.
Walter
è l’esatto opposto di lei, caratterialmente: è un uomo intelligente,
silenzioso, acuto osservatore, poco avvezzo a tenerezze e frivolezze, riservato
e parco nella dimostrazione dei propri sentimenti; ma è anche un uomo leale,
colto, onesto.
Fisicamente non è spiacevole, anzi, Kitty riconosce che egli possiede dei tratti estetici di per sé avvenenti che però, nell’insieme, chissà perché, lo rendono sgradevole; addirittura, per lei, ripugnante!
Proprio
in virtù di queste sue sensazioni spiacevoli verso il marito, che non solo non
ama ma non riesce a stimare perché si rende conto di come e quanto lui l’ami e
non si accorga di non essere ricambiato, Kitty ben presto cede alle lusinghe e
al corteggiamento di un altro uomo, anch’egli funzionario governativo, dai modi
gentili e suadenti, che riesce a farla innamorare di sé.
Inizia
così la relazione adulterina tra Charlie Townsend e Kitty, ed è proprio da uno
degli incontri clandestini tra i due che prende inizio la nostra storia.
Ma
Kitty dovrà fare i conti con un marito non certo sciocco e innamorato cieco, come
pensava lui fosse; Walter decide di patire per Mei-Tan-fu in qualità di medico
(lui è batteriologo) per cercare di fermare l’epidemia di colera che sta
affliggendo questa zona della Cina.
E
vuole che la moglie venga con lui, altrimenti chiederà il divorzio.
Stordita ma speranzosa di poter finalmente vivere il proprio amore con Charlie liberamente e senza l’inquietante ombra del coniuge, la donna si scontra con la dura realtà di un amante che, pur dichiarandosi innamorato, non ha alcuna intenzione di creare scandalo divorziando dalla moglie per fuggire con l’altra donna, quindi Kitty si ritrova abbandonata al proprio destino, costretta a seguire un marito che non ama e col quale c’è solo un mutuo disprezzo e tanta distanza, di certo incolmabile, e per di più a seguirlo in un luogo di morte.
Forse
Walter vuol vendicarsi della moglie fedifraga portandola in un posto in cui
molto probabilmente si ammalerà di colera?
Kitty
perde ogni baldanza e sicurezza e si riscopre fragile e piena di timore,
davanti ad un uomo che sente di non conoscere e che ha perso ogni affetto per
lei, diventando quasi “un mostro” ai suoi occhi.
Forse
andare a Mei-tan-fu potrebbe costituire un’occasione per recuperare un matrimonio
finto e macchiato dall’adulterio? O al contrario i due si allontaneranno sempre
di più?
Forse
il contatto col dolore, la malattia, con la gente semplice e generosa, potrebbe
aiutare la sciocchina Kitty a tirar fuori il buono che c’è anche in lei, a comprendere
e afferrare il valore di cose ben più importanti del ballo e dei divertimenti?
Il
velo dipinto ci mostra un doppio mondo, fatto di frivolezze e discorsi sciocchi
e vuoti accanto ad un altro contrassegnato dalla malattia e dall’esigenza di
rimboccarsi le maniche per aiutare il prossimo.
Abituata
com’è all’atmosfera superficiale del primo, il contatto diretto col secondo
sconvolgerà tanto Kitty da cambiarla interiormente?
Il
velo dipinto è anche un po’ la storia di un possibile “riscatto”: il riscatto
di una donna da se stessa e da un modo di vivere e pensare che la teneva più
prigioniera che libera, che in fondo la rendeva ottusa e prossima
all’infelicità, e che lei potrà avere finalmente modo di abbandonare per
restituire dignità a se stessa, come donna.
Pur
essendo scritto con un linguaggio “antico”, un po’ retrò, la narrazione procede
abbastanza fluida, con una giusta alternanza tra dialoghi e descrizioni: mi ha
ricordato quei film in bianco e nero degli anni ’50, che ogni tanto mi piace
riguardare.
L’autore
si concentra sulla coppia, sui problemi al suo interno, sui comportamenti di
singoli personaggi, dando spazio alla comprensione del loro carattere attraverso
non solo momenti riflessivi (riguardanti solo Kitty, visto che siamo
all’interno della sua prospettiva) ma anche la descrizione delle espressioni
facciali e degli atteggiamenti.
E’
un romanzo piacevole, con un finale che potrebbe non soddisfare o convincere
tutti, anche se personalmente non saprei dire esattamente quale finale sarebbe stato "l'ideale".
Kitty
è un personaggio che alla fine piace al lettore; dico alla fine perché irrita
la sua ironia e il suo sentirsi superiore al marito cornuto, ma l’autore le dà
modo di rifarsi e di maturare, e l’evoluzione psicologica del protagonista è
sempre un aspetto positivo in un romanzo.
Carino,
consigliato a chi ama le storie tranquille, collocate nei tempi passati e dall’atmosfera
un po’ (lasciatemi passare l’espressione) vintage!
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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz