domenica 5 giugno 2022

[[ RECENSIONE ]] PRIMAVERA, INDOMABILE DANZA di Guglielmo Aprile

 


PRIMAVERA, INDOMABILE DANZA 
di Guglielmo Aprile




Oedipus Ed.
88 pp
L'Autore guarda e descrive con ammirato stupore le meraviglie della natura attorno a sé, che in primavera esplode in tutta la sua bellezza, in una varietà di colori e profumi.

Di fronte a tale naturale magnificenza non si resta indifferenti e ci si chiede chi sia il sublime artefice che con la sua mano e il suo estro ha dato e continua a dar vita a tutto ciò che ci circonda, che sia la luna splendida nel cielo o i fiori, che siano i colori meravigliosi delle farfalle o le misteriose rotte dei gabbiani nel cielo.

La natura stessa, nella sua semplicità e perfezione, ci parla di Dio meglio di qualunque savio:

"La mia è la fede nell’erba che spunta
nei campi e in ogni crepa dell’asfalto...".

L'uomo, davanti a tale meraviglioso creato, è come un esegeta che tenta di leggere una storia lunga secoli e racchiusa tra le "rughe" della "pelle" degli alberi, che il poeta paragona a "salmi incisi dal sole e dalla pioggia".

Belle e suggestive le similitudini, le metafore, le personificazioni impiegate per descrivere la primavera nel suo splendore: il mandorlo in fiore sembra una ragazza agghindata per il primo appuntamento; i fiumi sono ora placidi ora impetuosi nel loro scorrere, e la loro corsa verso la propria "oscura foce" è un continuo ricominciare.
Con la primavera tutto rinasce e torna alla vita, proprio come una specie di resurrezione, a fronte di un inverno che con i suoi rami spogli simili a "monconi nudi di corpi contusi, oltraggiati"nei mesi precedenti ha avviluppato la terra nel letargo come un ragno.

È primavera e ognuno fa la sua parte, è una festa alla quale tutti partecipano: il tiglio sta per fiorire, i prati sono pronti a scalare le rocce mandando via gli ultimi resti di ghiaccio, gli uccelli esultano allietando l'aria profumata con i loro canti.

La natura va amata e custodita, come fosse una sorella o una madre, fragile ed incerta come lo è l'Uomo stesso, e proprio come gli elementi della natura bramano di ritornare alla vita, così è per l'essere umano:

"...come l’albero e, connubio unico
di terra e di cielo, protendiamo
verso l’alto, verso l’azzurro
gli occhi in una elemosina
di più spazi, più luce, l’attesa
mai doma, dolcemente divorante
di anche noi rifiorire."


Le poesie sono davvero tutte molto belle, trasmettono un senso di lieta serenità, una sintonia speciale con il mondo della natura; non per nulla, spesso è preferibile la silente compagnia degli alberi a quella della gente!

"Non ci so stare con la gente,
preferisco la compagnia degli alberi
a quella degli uomini:
posso parlargli, perché mi capiscono,
li sento vicini..."

Un linguaggio molto ben strutturato - l’autore sceglie con accuratezza le parole e come collocarle  all’interno del componimento -, ricco di figure retoriche, di parole ed espressioni che evocano nel lettore immagini chiare, dandogli la sensazione di essere al cospetto di un bellissimo quadro, in cui il poeta-pittore ha attinto dalla propria tavolozza i colori più brillanti, usandoli con sapienza, grazia e in modo efficace.


"Ho bisogno di spazi
aperti,
non limitati dal cemento,
per respirare,
ho bisogno di scrivere
un poema di passi
sulla pagina dell’erba –
perché Dio è ovunque siano
liberi cieli, e vasti."

Leggere questa raccolta è stato molto piacevole e, se amate le poesie, ve la consiglio; sono certa che l'apprezzerete anche voi, come me.


Concludo aggiungendo un'osservazione assolutamente personale: immergendomi in questi versi non ho potuto fare a meno di pensare ad un particolare salmo della Bibbia (Sal 19:1-6), che è lo stesso che mi viene in mente quando contemplo l'incanto della natura:

"I cieli raccontano la gloria di Dio
e il firmamento annuncia l'opera delle sue mani.
Un giorno rivolge parole all'altro,
una notte comunica conoscenza all'altra.
Non hanno favella, né parole;
la loro voce non s'ode,
ma il loro suono si diffonde per tutta la terra,
i loro accenti giungono fino all'estremità del mondo.
Là, Dio ha posto una tenda per il sole,
ed esso è simile a uno sposo che esce dalla sua camera nuziale;
gioisce come un prode lieto di percorrere la sua via.
Egli esce da una estremità dei cieli,
e il suo giro arriva fino all'altra estremità;
nulla sfugge al suo calore."




4 commenti:

  1. Ciao Angela :) meno male che in mezzo alle brutture del periodo odierno ci sono ancora poeti che, con la loro meravigliosa sensibilità, riescono a magnificare le meraviglie del creato. Consolante...

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    1. Ciao Erielle! Hai davvero ragione, e infatti queste poesie mettono un po' di pace in un tempo tormentato da guerre! ♥

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  2. Sai cosa più mi ha colpito di questi stralci di versi? Prescindendo dalla fede, il fatto di scrivere della serenità e della gioia in modo molto intenso, cosa non facile infatti spesso l'intensità si associa di più a versi malinconici, duri, graffianti e non serafici ma è proprio questo il punto, i versi di Guglielmo Aprile sono emotivi, forti, nonostante esprimano concetti gioiosi. Forse però in realtà sono così intensi perchè in mezzo a tanta serenità esiste tra le righe anche una pacata amarezza nelle sue liriche. Per esempio quando lui scrive
    "Non ci so stare con la gente,
    preferisco la compagnia degli alberi
    a quella degli uomini:
    posso parlargli, perché mi capiscono,
    li sento vicini..."

    In questi versi è evidente anche una malinconia un sordido dolore nell'ammettere di preferire la compagnia della Natura, degli alberi in questo frangente, a quella umana e detto da lui che è credente e quindi dovrebbe saper perdonare l'uomo o almeno convenire che è imperfetto e può peccare, è un concetto potente. "Misericordia ok -, sembra dire, - ma non chiedetemi di stare anche a loro stretto contatto" manifestando una resa comprensibile per quanto concerne il voler donare agli uomini parole come amore, solidarietà, giustizia.

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    1. ciao Daniele. Grazie per il tuo articolato commento, che mi fa pensare a quante riflessioni si possano fare partendo da pochi e brevi versi ma sicuramente ricchi di significato e che offrono più chiavi interpretative in base a ciascun lettore! è il bello del linguaggio poetico <3

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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz

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