Caro Paolo, la lotta che hai sostenuto dovrà diventare
e diventerà la lotta di ciascuno di noi
(parole che pronunciò il giudice Caponnetto il giorno dei funerali, il 24 luglio 1992).
Ieri ricorreva l'anniversario della
morte del giudice Paolo Borsellino, vittima della Mafia, ucciso vent'anni fa davanti casa della madre, che ogni mattina lui andava a salutare.
Con lui morirono anche gli agenti della scorta:
Emanuela Loi (prima donna della Polizia di Stato caduta in servizio),
Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina; unico sopravvissuto
Antonino Vullo.
In occasione di questa "giornata del ricordo", segnalo un libro, che parla di lui, di questo coraggioso magistrato che, insieme a Giovanni Falcone, son diventati IL SIMBOLO della lotta alla mafia.
ERA D'ESTATE
a cura di R. Puglisi e A. Turrisi
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Ed. Vittorietti
144 pp
12 euro
2010 |
Sinossi
Era quasi estate quando Giovanni Falcone fu massacrato con la moglie e gli uomini della scorta, mentre tornava a casa.
Era estate piena quando Paolo Borsellino lo seguì, con gli uomini della sua scorta, un attimo prima di suonare il citofono di sua madre.
Cosa rimane di quell'estate nella mente e nel cuore?
Come possiamo ancora ricordare, senza cadere nelle trappole involontarie della retorica, nei tranelli delle lacrime di convenienza, nel marasma della commozione a buon mercato che tutto copre e pareggia fino a svuotare di senso il dolore che abbiamo davanti agli occhi?
Noi abbiamo pensato che per recuperare la vista giusta, la luce esatta degli occhi, fosse necessario ripartire dalla voce. Anzi dalle voci, dagli accenti di tanti che attraversarono quell'estate di morte.
Qui c'è il racconto delle metamorfosi, delle vocazioni alla giustizia e alla bellezza che sono nate nel nome e nel ricordo di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
Qui sono piantate le corone di spine di un travaglio, di un sentiero di sassi che ha avuto come sbocco la resurrezione civile di più generazioni.
Una galleria di ritratti individuali, ognuno col suo timbro e col suo tono specifico, nella filigrana di un'identica presa di coscienza collettiva.
Il libro termina con una bellissima e toccante lettera di Manfredi Borsellino, figlio di Paolo.