martedì 4 febbraio 2014

Prossima lettura..: IL MURO INVISIBILE di Harry Bernstein



Libro presto in lettura.

Voi lo avete letto? Che ve ne pare?

IL MURO INVISIBILE
di Harry Bernstein


Il muro invisibile
Ed. Piemme
Trad. C. Lenzi
320 pp
9.90 euro
2009
Trama

Harry è un ragazzino di quattro anni, il più piccolo di cinque fratelli. 
Il padre, un ebreo immigrato dalla Polonia, lavora alle manifatture tessili, sperperando gran parte del suo salario al pub e sfogando sui figli la rabbia per una vita di stenti. 
La madre manda avanti la famiglia come può, ricorrendo a mille espedienti. 
La loro povera casa si allinea con altre simili su una strada di ciottoli di una cittadina industriale nel nord dell’Inghilterra. 
Una strada come tante, ma solo in apparenza, perché al suo centro scorre un muro invisibile: gli ebrei da una parte, i cristiani dall’altra. 
Due mondi con usanze, credenze, pregiudizi diversi si fronteggiano, quasi non fossero parte di un’unica realtà, quella della miseria.
La Prima Guerra Mondiale incombe, e con essa eventi che cambieranno per sempre la vita della famiglia, e quella della strada. 
Ma solo l’amore contrastato di Lily, la sorella maggiore di Harry, per Arthur, un ragazzo cristiano, sarà in grado di aprire una crepa nel muro, lasciando filtrare un raggio di luce.

L'autore.
Nato nel 1910 ed emigrato con la famiglia negli Stati Uniti dopo la Grande guerra, ha scritto per una vita.
Prima di andare in pensione, a 62 anni, ha collaborato come giornalista freelance con vari giornali tra cui «Newsweek» e ha lavorato per alcune case di produzione cinematografica.
A 93 anni, dopo la morte della moglie Ruby, si è dedicato alla stesura del suo primo libro, Il muro invisibile, seguito da Il sogno infinito e Il giardino dorato.
La sognatrice bugiarda è il suo ultimo romanzo
.

lunedì 3 febbraio 2014

Anteprime del 12 febbraio




VIVIANNE ELISABETH FAUVILLE
di Julia Deck


Viviane Elisabeth Fauville
Ed. Adelphi
128 pp
15 euro
USCITA 12 FEBBRAIO
2014
Trama

In una stanza disperatamente vuota una donna culla su una sedia a dondolo una bambina di pochi mesi. 
Ha l'impressione di avere commesso qualcosa di terribile, ma non ne è certa, tutti i suoi ricordi sono sfocati. 
Contempla la piccola quasi si aspettasse da lei una risposta, una rivelazione. Poi, un bagliore: ha quarantadue anni e ha abbandonato il bel marito che la tradiva, la sua casa, una vita invidiabile per rintanarsi lì, in un appartamento spoglio, in un quartiere popolato di bazar orientali dov'è una straniera. 
Il giorno prima ha ucciso a coltellate il suo analista, incapace di alleviare le crisi di terrore di cui soffre, in segreto, da tre anni. 
Di quel che è stata ambiziosa direttrice della comunicazione con ufficio sugli Champs-Elysées, moglie e figlia devota, non le resta che un nome, Viviane Elisabeth Fauville, regale e fragile relitto di un'esistenza inappuntabile, della scrupolosa obbedienza alle leggi dell'abitudine e della necessità. 
Certa solo del delitto che ha commesso, e del colpo di grazia che non potrà tardare, per tutti minacciosa e impenetrabile, ancorata alla realtà solo dall'ingombrante presenza della figlia, Viviane esce dai binari che guidavano il suo destino, si addentra in una Parigi oscura e parallela, affonda, e ci trascina, in un gorgo di insostenibile angoscia, di acuto disagio sino all'esplosivo epilogo.


LA FRAGILE BELLEZZA DEL GIORNO
di Giorgio Montefoschi


Ed. Bompiani
264 pp
17 euro
USCITA 12 FEBBRAIO
2014
Trama

Ernesto ha 65 anni e, da poco più di un anno, ha perso la moglie che amava moltissimo. 
Ha due figli adulti, entrambi sposati, e due nipoti ai quali è legato da grande affetto. 
Ernesto, da quando la moglie è morta, pur essendo un romanziere di grande successo, non scrive più: il suo è una specie di rifiuto della vita. 
Invece, si preoccupa molto per le vicende dei suoi figli: segue le loro esistenze complicate, fra bambini che crescono e amanti che arrivano a sconvolgere il ménage matrimoniale. 
Poi, mentre il figlio minore sta per separarsi, conosce un'amica di suo nuora. 
Una donna molto bella e sensuale che ha più o meno la stessa età di sua nuora: vent'anni meno di lui. 
Ma questo non impedisce l'attrazione, il sesso, l'amore. È un amore che rimette in discussione tutto. 
La vita si riprende il suo posto? Ernesto dimenticherà Carla? 

Come gestire allora l’opposizione fra il ricordo e l’onda della vita che conosce soltanto il presente? 

È questa la storia che ci racconta Giorgio Montefoschi nel suo nuovo romanzo, forse il suo più intimo e universale, tutto proteso a cogliere le intermittenze del cuore, quelle che ci costringono a sfidare, ogni volta di più, il tempo.
Un romanzo sull'amore coniugale e sulla legge del desiderio che sconfiggono il tempo.

L'autore.
Giorgio Montefoschi (1946) è autore di quindici romanzi. Tra i suoi libri ricordiamo: La casa del padre (Bompiani, 1994, Premio Strega), Il segreto dell’estrema felicità (2001), La sposa (2003), Lo sguardo del cacciatore (2003), L’idea di perderti (2006), Le due ragazze con gli occhi verdi (2009), Eva (2011), pubblicati da Rizzoli.

Titles&Wings



I titoli di oggi hanno... le ali!!!

Come sono le tue ali, lettore...?

SULLE ALI DELL'AMORE
(E. Lane, Hm, 2013)



SULLE ALI DI UN SOGNO
(D. Fedele, 2012)



COME ALI DI FARFALLA
(V. Palieri)



SULLE ALI DELLA LIBERTA'
(S. Liubicich, 2013)

,

Recensione SE NON ORA, QUANDO? di Primo Levi



Terza recensione di oggi!!

SE NON ORA, QUANDO?
di Primo Levi


Einaudi
1982
Sinossi

La trama di Se non ora, quando? prende spunto da una storia vera: una banda di ebrei russi e polacchi combatte la sua guerra partigiana contro gli invasori nazisti, percorrendo l’Europa in lungo e in largo.
Questa lunga epopea – le vicende narrate si estendono dal luglio 1943 all’agosto 1945 – smentisce il cliché dell’ebreo remissivo, che si lascia condurre allo sterminio senza ribellarsi; per di più, il raccontarla ripaga Levi dell’essere stato, nel 1943, un partigiano inesperto, ben presto catturato dalla milizia fascista.





il mio pensiero

“Se non ora, quando? è il viaggio di una banda di partigiani, uomini e donne che, stanchi ma determinati,  partecipano a modo loro, e con i mezzi che hanno, alla guerra, con lo scopo di dare fastidio ai tedeschi  e sopravvivere al freddo, all’inedia, alla solitudine, alla confusione, ai Russi, agli alleati… per poter finalmente giungere “a casa”.
È un gruppo eterogeneo, formato in particolare da ebrei, ma anche da polacchi, russi.

Tutto ha inizio nel luglio 1943, con Mendel, un orologiaio ebreo che, dopo aver trovato in un certo Leonid (un giovane schivo e di poche parole) il proprio compagno di viaggio, si unisce alla banda di un altro giovane, Gedale, un ebreo partigiano, che con i suoi compagni (i gedalisti) cerca di sabotare l’esercito tedesco e di dare il proprio contributo, parallelamente ai Russi, alla cacciata dei nazisti.
Levi ci racconta in questo libro uno spaccato di vita partigiana, il modo in cui un gruppo di uomini e poche donne hanno cercato di sopravvivere a tutti i costi ad una guerra lunga e logorante, con la speranza di poter “tornare a casa", lasciandosi alle spalle gli orrori vissuti e quelli ascoltati dai racconti di chi è sopravvissuto ai lager.

Tornare a casa per questo gruppo di ebrei significa tutto e niente: forse per qualcuno vuol dire tornare al proprio paese di provenienza, per qualcun  altro provare a ricostruirsi una vita in Palestina; per qualcun altro è semplicemente fermarsi, finalmente, lasciando dietro sé la spaventosa sensazione di vivere continuamente braccati, guardandosi le spalle, tenendo la mano sempre pronta ad afferrare un’arma…

Un viaggio avventuroso attraverso l’arida e fredda Europa dell’Est e che si conclude in Italia, a Milano; un viaggio caratterizzato da discussioni interne e con altri gruppi di soldati, dalla ricerca di cibo, armi, mezzi di trasporto, di tentativi di creare problemi agli assassini nazisti, di dare un aiuto alla povera gente fatta prigioniera nei campi di concentramento; un viaggio fatto anche di amicizie, relazioni sentimentali..

Mendel – che è poi il protagonista della storia, anche se è narrata in terza persona e dando spazio anche ad altre prospettive – ad esempio si legherà a una donna, Line, pur consapevole che ella non è un tipo da relazione duratura: spigolosa, sicura di sé, ferma nelle proprie posizioni, restia a piangersi addosso…, disposta a darsi a più uomini…
Eppure, c’è un gran bisogno di creare legami, di sentirsi uniti, di sentirsi parte di una banda…., nonostante l’esperienza della guerra e il dover vivere in fuga, nascosti ed armati, renda necessariamente le persone sempre sul chi va là, diffidenti, fredde, poco inclini ai sentimentalismi e, per contro, pragmatiche e razionali.
Non di rado, i riferimenti alle relazioni uomo-donna hanno un che di “animalesco”, di primitivo: Gedale, Mendel, Marian, Piotr… scelgono alcune delle poche donne presenti come “loro donne” e viceversa, ma senza che questo implichi necessariamente una relazione amorosa, un sentimento; è più una necessità fisica, almeno in apparenza.
Eppure, Mendel, che soffre interiormente perché ha visto uccidere la propria famiglia e la propria donna, ha dentro sé l’intimo desiderio di sentirsi un uomo completo anche grazie ad una vera compagna, ad una casa, ad una vita .. normale, in cui i rumori della guerra non ci siano più.

La guerra rende feroci, anestetizzati davanti al dolore, alla morte; ha reso questi partigiani non necessariamente crudeli e indifferenti al male (Levi è ebreo e l'appartenenza a questo popolo percorre tutta la narrazione, nel tratteggio dei personaggi - che sentono e sanno di appartenere ad un popolo “particolare”, odiato da molti, non compreso ,- nelle parole usate, nei riferimenti a personaggi e storie bibliche; c’è una certa conoscenza della legge ebraica, dei comandamenti, delle tradizioni e un certo timore verso queste cose, nonostante gli uomini di Gedale si dichiarino poco osservanti) ma comunque desiderosi di vendetta; eppure, la loro non è una vendetta fine a se stessa e a muoverli nel loro cammino non è solo questo sentimento verso il nemico… Ciò che accomuna questi circa quaranta individui, diversi per età, carattere, ideologia, capacità…, e che fa da collante tra di loro nonostante le diversità, è la disperazione, il senso di smarrimento di fronte ad un mostro gigantesco, qual è la guerra, che va affrontato a muso duro, con astuzia, coraggio e un pizzico di fortuna.

Ho trovato buona parte della narrazione un po’ lenta e di per sé le dinamiche legate agli appostamenti, ai sabotaggi, agli incontri con i soldati, non mi hanno molto catturato; ho trovato più coinvolgenti gli aspetti legati alla psicologia dei personaggi (che comunque non sono tratteggiati con particolare finezza e ricchezza introspettiva, anzi ci appaiono essenziali, per taluni versi “piatti” emotivamente, da conoscere più che altro  attraverso le parole e le azioni), alle relazioni umani instaurate tra loro, alle riflessioni di Mendel sulla guerra e su se stesso; in particolare, la parte finale del viaggio è quella che ho seguito con più interesse, forse perché è come se il velo di cupezza e tristezza che Levi ha posato sulla storia e sui personaggi durante la loro fuga lungo l’Europa dell’Est, sembra essere rimosso una volta giunti “a destinazione”, per far spazio a uno scenario meno lugubre e solitario ma anzi illuminato da uno spiraglio di speranza per il futuro, simboleggiato dalla nascita di una nuova creatura.


Non è un romanzo che mi ha molto coinvolta, sia perché, ripeto, il ritmo è abbastanza lento e sia dal punto di vista emozionale, se non nel suscitarmi molta tristezza e pietà per coloro che hanno vissuto quel periodo e quelle esperienze, tra cui lo stesso Levi, che da ebreo-sopravvissuto e partigiano, sapeva bene di cosa stava parlando…; resta comunque un libro che merita d’esser letto perché, avendo sicuramente elementi autobiografici, ci fa stare gomito a gomito con chi, pur essendo sopravvissuto al conflitto bellico, ha dovuto caricarsi di tutto il suo inevitabile peso morale e psicologico. 

Recensione ONYX di J.L. Armentrout



Come promesso, ecco la seconda recensione....!

Il libro terminato sabato è...

ONYX


Ed. Giunti
368 pp
12 euro
Gennaio 2014


Trama

Daemon Black ultimamente è cambiato: dolce, passionale, protettivo e addirittura geloso, sembra davvero prendere sul serio la relazione con Katy, che adesso è qualcosa di più di una bizzarra connessione aliena.
 E Katy? Ancora combattuta, non può più negare di esserne perdutamente innamorata. 
Però non è facile godersi una storia d’amore quando il pericolo è in agguato: una minacciosa presenza che viene da un altro mondo e nasconde segreti impensabili.
Katy è sconvolta per aver appreso cose che non poteva lontanamente immaginare e l’improvvisa apparizione di qualcuno creduto morto non rende certo la situazione più semplice. Determinati a scoprire la verità sulla scomparsa di Dawson e della sua ragazza, Katy e Daemon si trovano ad affrontare una lotta di dimensioni cosmiche. 
Nessuno è ciò che sembra e i segreti nascosti per così tanto tempo reclameranno le loro vittime. 
A volte esistono nemici più forti dell’amore...
Nel secondo, avvincente episodio della serie “Lux”, suspense, intrighi e passione sono... alle stelle!

Link del libro su Giunti Editore:

Link allo sfoglialibro:


L'autrice.
Jennifer L. Armentrout autrice bestseller di USA Today, vive in un paesino del West Virginia, proprio dove è ambientata la serie “Lux”, inaugurata dal grande successo di Obsidian. È una scrittrice molto versatile e scrive anche apprezzati romanzi per adulti.
Per Giunti usciranno tutti gli episodi della serie “Lux”: Shadows, Opal e Onyx
.




il mio pensiero

Se in “Shadows” (leggi recensione) abbiamo imparato a conoscere l’alieno Luxen Dawson e la sua ragazza, l’umana Bethany, facendoci una prima idea di cosa siano questi “luccicanti” e bellissimi alieni, nel primo libro “Obsidian” (leggi recensione), ci siamo imbattuti nel fratello gemello di Dawson, Daemon, e nella sua particolare amicizia con l’umana Katy, un’adolescente amante della lettura, tranquilla, riservata, carina e, per sua sfortuna (?), vicina di casa proprio dei Black, ormai composti dal bellissimo ma scostante e minaccioso Daemon e da sua sorella, l’eterea e dolce Dee, che lega moltissimo con Katy.

Non vorrei spoilerare, so che è una cosa antipatica, ma giunti a questo punto mi risulta un po’ difficile fare la recensione del secondo volume della trilogia senza dir qualcosa dei libri precedenti.

QUINDI, PER SICUREZZA, CHI NON HA LETTO SHADOWS ED OBSIDIAN ED HA INTENZIONE DI LEGGERLI, FORSE E' MEGLIO SE NON SI ROVINA LE SORPRESE LEGGENDO QUESTO POST... ^_^

Obsidian inizia con il dato di fatto che Dawson Black è sparito insieme alla fidanzata Bethany; cosa ne è stato di lui? E quanto c’entra con la scomparsa dei due il Dipartimento della Difesa, che da sempre tiene sotto stretta sorveglianza i nostri alieni?

Katy imparerà a proprie spese, in “Onyx”, che il Governo dà del filo da torcere ai Luxen e lo fa con scopi tutt'altro che nobili, servendosi di mezzi altrettanto ignobili.

Una buona parte di Onyx è incentrato sullo sviluppo della crescita dell'attrazione tra i due, Daemon e Katy, i quali a modo loro cercano di non lasciarsi andare alla voglia che hanno di stare insieme e ai sentimenti che cominciano a provare reciprocamente. 

Entrambi hanno paura di infilarsi in guaii seri, considerato cosa è accaduto al povero Dawson.. 

Ma l’amore anche in questo caso sarà più forte di tutto? 

A complicar le cose ci penserà l’arrivo di un ragazzo (umano) molto molto carino, che punterà gli occhi proprio su Katy, iniziando praticamente a corteggiarla, sotto gli occhi di un arrabbiatissimo, geloso e sospettoso Daemon.
Ma il problema principale non sarà tanto il triangolo cui darà vita l’ingombrante presenza di Blake, la new entry, quanto il fatto che costui è un tipo alquanto strano, uno di quelli che, poco ma sicuro, nasconde un segreto.

E di segreti da scoprire, nella vita di Daemon e Katy, ce ne sono, soprattutto quando la stessa ragazza si renderà conto che la vicinanza con i Black e certe esperienze condivise con l’antipatico ma affascinante Daemon, la stanno man mano cambiando e che dal suo corpo e dalla sua mente si stanno sviluppando capacità “sovrumane” che finora non aveva di certo mai posseduto.

Se essere alieni, e contemporaneamente pretendere di vivere in Virginia in mezzo agli umani come se niente fosse, non è proprio una passeggiata, essere un “ibrido”, cioè un umano con poteri straordinari, è forse ancor meno semplice.

La vita di Katy sta per subire una serie di sconvolgimenti, che vedranno coinvolta non solo la sua vita sentimentale e l’amicizia con Dee e Blake, ma anche quella familiare, con il compagno della mamma, Will.

Tra colpi di scena e sorprese, Katy maturerà e comprenderà che ci sono legami che si creano e che non solo non possono essere sciolti facilmente, ma ti cambiano, mettendo in subbuglio la tua vita!

Pericolo di essere presi e portati via dal governo, tradimenti, persone dalla falsa identità, battaglie cui far fronte per proteggere se stessi e chi si ama, gente che si credeva morta e che fa il suo “ritorno” quando meno c’era da aspettarselo…: insomma, gli eventi che si susseguono sono diversi e il ritmo della narrazione, da un certo momento in poi (diciamo dalla seconda metà del romanzo) diventa più serrato, dinamico, incalzante e il livello di curiosità e attenzione sale moltissimo.

Dico questo perché nella prima metà l’ho trovato un po’ meno intrigante, ma sono disposta a “passare oltre” e a rivedere il giudizio non proprio positivo che ho nutrito per il libro per la maggior parte della lettura, se penso che andando verso la fine, l’Autrice ha saputo “riscattarsi” e catturare il mio interesse.

Dunque, il mio giudizio complessivo sul secondo libro di Lux non è affatto negativo; certo, Daemon e Katy hanno alcuni modi di essere /parlare ed agire che in molti  momenti mi hanno un po' irritata....  

Ma se è vero che rispetto ad Obsidian, i due evolvono un po’ e gradualmente, diminuiscono i “gestacci cortesi" e le frasi sciocche di lui (che anzi palesa il suo interesse per lei più facilmente e anche prima di Katy, che resta più a lungo infantile, a mio avviso, per gran parte della storia), è altrettanto vero che ho ritrovato lo stesso stile troppo adolescenziale..., in particolare per come sono strutturati i dialoghi e il linguaggio in generale, soprattutto quello relativo alle riflessioni e ai pensieri della protagonista e voce narrante Katy.

In una parola, ho trovato dialoghi e modo di parlare dei personaggi un po’ infantile, banale…., fin troppo da teen ager! Lo so che mi si potrebbe dire che l’età dei protagonisti è sotto i 19 anni e che anche il target cui si rivolge l’Armentrout è younger, ma non so, io mi son ritrovata più volte a storcere il naso davanti a certe espressioni e reazioni un po’ “sciocchine”, tipo cartone animato; ad esempio, lei che si volta di colpo a guardare Daemon e pensa “Quant’è bello! Ora svengo”, “Che figo!” ecc…. Abbiamo capito che ti piace, ma basta con queste reazioni svenevoli...!

Sì, ecco, a parte questo eccesso di linguaggio da teen ager  "da serie tv americana ambientata in una high school", la storia non mi dispiace affatto, come non mi dispiace che un umano possa essere intimamente e personalmente coinvolto dalla natura aliena; inoltre, ripeto che soprattutto le ultime 100 pp si sono rivelate più dinamiche, frizzanti e piene di sorprese, il che ha reso la lettura vivace e interessante.

Come per Shadows, trovo carina e tenera la descrizione dell’amore nascente tra due adolescenti e qui ho trovato le scene romantiche non stucchevoli o sdolcinate, quanto piuttosto dolci e piacevoli.

Concludo dicendo che questa tappa intermedia di Lux è forse più interessante della prima e rende la serie sufficientemente interessante, capace di accattivarsi il lettore, soprattutto verso le battute finali, dove ci vengono regalate più sorprese e più azione.

Lo consiglio a chi ha letto i volumi precedenti e, in generale, a chi piace leggere urban fantasy che risultano letture senza dubbio piacevoli.

Cineromanzo... da Oscar: QUALCUNO VOLO' SUL NIDO DEL CUCULO



Il libro diventato film che oggi ricordiamo ha vinto, a suo tempo, tutti e cinque gli Oscar principali (miglior film, miglior regista, miglior attore, miglior attrice, migliore sceneggiatura non originale).

Personalmente mi mancano sia il libro che il film...; vorrei potervi dire che a breve colmerò la lacuna, ma è meglio non farsi troppe promesse... ^^

Voi avete letto il libro o visto il film?

QUALCUNO VOLO' SUL NIDO DEL CUCULO
di  Ken Kesey


Qualcuno volò sul nido del cuculo
Ed. Bur
Trad B. Oddera
394 pp
9.90 euro
2001
Trama

Miss Ratched governa con pugno di ferro e un soave sorriso il suo reparto, in un ospedale psichiatrico dell'Oregon. 
All'improvviso arriva McMurphy, un irlandese cocciuto, spavaldo, allegro e ribelle. 
Fra lui e la Grande Infermiera inizia subito un duello all'ultimo sangue. 
McMurphy risveglia gli altri pazienti ormai svuotati e avviliti dalle "terapie" e riesce a portare una ventata di umanità e calore. 

    Per la stesura di Qualcuno volò sul nido del cuculo Kesey trasse ispirazione dalla sua esperienza nell'ospedale dei veterani di Menlo Park. Qui Kesey passò molto tempo a parlare con i pazienti, a volte sotto l'effetto delle droghe psicoattive che aveva volontariamente deciso di testare. Egli riteneva che questi pazienti non fossero "pazzi", bensì individui rifiutati dalla società perché non conformi agli stereotipi convenzionali di comportamento e pensiero.

L'autore.
Ken Kesey, nome completo Kenneth Elton Kesey, è stato uno scrittore statunitense. Esponente della controcultura statunitense della seconda metà del secolo scorso, Kesey divenne noto per il romanzo Qualcuno volò sul nido del cuculo
.
Da questo romanzo è stato tratto l'omonimo film interpretato da Jack Nicholson, Will Sampson e Danny De Vito.
-

Qualcuno volò sul nido del cuculo (One Flew Over the Cuckoo's Nest) è un film del 1975 diretto da Miloš Forman.

Ha segnato la storia del cinema nella trattazione innovativa di un argomento molto delicato come il disagio presente negli ospedali psichiatrici, denunciando in maniera drammatica il trattamento inumano cui sono stati sottoposti i pazienti ospitati nelle strutture ospedaliere statali, verso i quali è stato vigente un atteggiamento discriminatorio, alimentato dalla paura dell'aggressività che caratterizza in qualche caso la malattia mentale.

VEDI UNA SCENA DEL FILM


Curiosità.

  • Il titolo è altamente simbolico, ma la traduzione italiana limita la comprensione effettiva del suo significato. Letteralmente riprende il verso di una filastrocca: Three geese in a flock, one flew East, one flew West, one flew over the cuckoo's nest ("Uno stormo di tre oche, una volò ad est, una volò ad ovest, una volò sul nido del cuculo").  Il termine inglese "cuckoo" indica propriamente il cuculo, ma in senso traslato significa anche "pazzo" e quindi il titolo potrebbe essere tradotto con "qualcuno diventò pazzo".  Il cuculo non costruisce un proprio nido ed è solito deporre le sue uova in quelli altrui. I piccoli di cuculo, una volta venuti al mondo, spingono fuori dal nido i figli degli uccelli che lo hanno costruito. Questa prole adottiva viene poi nutrita dai nuovi genitori che, guidati dall'istinto, continuano ad accudire i nuovi nati come se fossero i loro.  Un ulteriore significato può essere dato dal fatto che, il protagonista, giunto nell'ospedale psichiatrico, porta gli altri pazienti ad interpretare la loro permanenza all'interno della struttura in modo innovativo, fuori dai canoni infermieristici e cambiando abitudini, stravolgendo cioè "il nido" e le sue precedenti regole.
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  • Il film fu girato in un vero ospedale psichiatrico.
  • Kesey, inizialmente coinvolto nella lavorazione del film, rinunciò nel giro di due settimane. Disse di non aver nemmeno mai visto la pellicola perché vi fu una diatriba riguardo alla somma di $20,000 con cui fu inizialmente ricompensato per i diritti della sua opera. Inoltre non condivise la scelta di non far narrare la vicenda dal Capo Bromden, come avviene invece nel libro.
  • Il film evidenziò alcuni attori allora sconosciuti o poco in rilievo: come Danny DeVito, Christopher Lloyd o Brad Dourif.
  • Jack Nicholson e Scatman Chroters si ritrovarono a lavorare nuovamente insieme 5 anni dopo in "Shining" di Stanley Kubrick.
  • Dean R. Brooks che interpreta il dottor Spivey, era un vero dottore ed il principale dell'ospedale dove è stato girato il film.
  • Le scene e gli ambienti del video di "Basket case" dei Green day riprendono si rifanno chiaramente a quelle del film.

Recensione LA PICCOLA MERCANTE DI SOGNI di Maxence Fermine



Buongiorno e buonissimo inizio settimana!!

Inizio questa giornata nel blog postandovi il mio pensiero su un libro piccolo ma delizioso.
Durante il giorno seguiranno altre due recensioni!!!

LA PICCOLA MERCANTE DI SOGNI
di Maxence Fermine

La Petite Marchande de rêves
Ed. Bompiani
Trad. C. Conti
190 pp
12 euro

USCITA 20 NOVEMBRE
2013
Trama

Malo ha undici anni e due genitori ricchi e distratti, con cui vive a Parigi, noiosamente, in mezzo al benessere. 
Il giorno del suo compleanno la madre gli organizza una festa lussuosa e lo ficca in taxi per farcelo andare da solo ma il taxi, sul Pont Neuf, viene urtato da un bus e finisce nella Senna. 
Il tassista riemerge, mentre Malo viene dato per disperso. 
In realtà, Malo ha trovato una botola in fondo al fiume, l'ha aperta ed è entrato in un mondo parallelo, dove incontra alberi che starnutiscono, gatti che parlano, ombre che rassicurano e una venditrice di sogni (belli) in bottiglia. 
Sono proprio i sogni però a mettere alle strette Malo: per comprarne qualcuno, il ragazzino si ritrova vittima del ricatto di un alchimista cattivo, che lo minaccia di farlo restare per sempre nel mondo delle ombre, al suo servizio. 
Per fortuna, Malo saprà come cavarsela - risvegliandosi in un mondo reale in cui il sottosuolo è solo un ricordo.

L'autore.
Maxence Fermine è nato ad Albertville, ha trascorso parte della sua infanzia a Grenoble e attualmente vive tra le nevi dell'Alta Savoia. Bompiani ha pubblicato il suo primo romanzo, Neve(1999), che ha già avuto nove edizioni
.


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Un bambino di 11 anni, un po' solitario e molto sognatore, tanto da essere rimproverato da genitori ed insegnanti proprio per la sua propensione a "sognare ad occhi aperti", a stare "con la testa tra le nuvole" o "sulla luna"....; un bambino che si sente trascurato da mamma e papà, troppo presi dalla carriera e dal benessere per fermarsi a parlare col piccolo Malo, chiedergli cosa pensa, cosa sente, cosa desidera...
E come se fosse un'incombenza alla quale non si può dire no, ecco che la madre, la mattina dell'11° compleanno di Malo, decide di organizzargli una festa in uno strano albero parigino... ma un incidente in taxi, proprio mentre il bimbo si reca curioso e dubbioso alla propria festa, sarà per lui l'occasione per vivere in prima persona una magica esperienza... nel mondo dei sogni!, anzi, nel Regno delle Ombre...!

Dalle acque della Senna, Malo si ritroverà catapultato in un posto straordinario, incontrando man mano, e nell'arco praticamente di una sola notte, tanti personaggi bizzarri, alcuni strani, altri inquietanti, altri malinconici e teneri...
Con sua somma sorpresa, farà la conoscenza di una quercia raffreddata e che starnutisce sempre, di un'acacia altezzosa e piena di sè, di un gatto, Merchator, che dirige un albergo particolare, in cui si terrà la tanto attesa festicciola.
E quella sera Malo conoscerà altri bambini particolari, e soprattutto, in mezzo ad un mondo sconosciuto che ha come caratteristica principale l'essere totalmente in bianco e nero, conoscerà la affascinante e coloratissima Lili, dagli occhi color dell'oro e i capelli dritti in testa, tanto bella quanto scostante e, allo stesso tempo, comprensiva verso lo smarrito e sorpreso nuovo arrivato.
Lili, poi, è un personaggio interessante agli occhi del ragazzino perchè fa un lavoro davvero particolare: vende delle scatole magiche nelle quali sono rinchiusi dei sogni: le scatole della felicità, quasi tutte colorate, tranne che quelle nei quali è rinchiuso un incubo; la ragazza, per riempire le scatole, va alla ricerca dei sogni ... E dove li prende? In un cimitero, lì dove le persone morte da poco hanno ancora dei sogni che vagano qua e là.

Ma gli incontri di Malo non saranno tutti simpatici e divertenti, bensì anche più sgraditi, come nel caso del mago Septimus, pronto a ricattare il piccolo ragazzino per cercare dei tenerlo con sè nel Regno delle Ombre.
Ma grazie all'aiuto della bella amica Lili, Malo potrà avere l'opportunità di pagare il proprio "riscatto" e tornare alla sua vita, dai suoi distratti genitori, non prima però di aver incontrato altri singolari personaggi, ognuno con una sua caratteristica indimenticabile ma tutti accomunati dal desiderio di aiutare il loro piccolo visitatore.

Che dirvi?
E' una favola dolce e carina, che ricorda molto il "viaggio fantastico" di Alice nel paese delle meraviglie, per gli incontri con animali che parlano, con personaggi un po' scorbutici e prepotenti e altri commoventi, per lo stupore ingenuo che caratterizza il piccolo viaggiatore/sognatore, che si renderà conto, a fine sogno, di aver vissuto la notte più bella e magica della propria piccola vita!

Breve e scorrevole, si legge col sorriso sulle labbra, con un pizzico di nostalgia per la capacità di sognare e stupirsi propria dell'infanzia - che mai dovremmo perdere, nell'età adulta! -, il lettore viene catapultato da Fermine, insieme a Malo, in un mondo parallelo, in una realtà fantastica, di quelle che forse, da bambini, almeno per una volta, abbiamo desiderato che esistessero per davvero..: un posto da sogno in cui fare un salto una volta ogni tanto, per ritrovare la voglia di giocare, scoprire, dare importanza a ciò che ci circonda, il calore di un sorriso, la bellezza di fermarsi a guardare il cielo tappezzato di stelle, la sensazione che spesso la felicità si racchiude nelle piccole cose....

Consigliato a... chi vuol sognare!!

domenica 2 febbraio 2014

Anteprima Sperling: ASPETTANDO DOMANI di Guillaume Musso



Un autore che piace a molti lettori, capace di mescolare con naturalezza la realtà con elementi surreali e suggestivi....!
Come sarà questo suo ultimo romanzo?


ASPETTANDO DOMANI
di Guillaume Musso

Aspettando domani
Sperling&kupfer
Pandora
352 pp
18.90 euro
USCITA 4 FEBBRAIO 2014
Con Aspettando domani, Guillaume Musso torna alla formula che lo ha reso celebre: amore, mistero e un pizzico di fantastico, elementi che personalmente ho trovato nell'unico libro che ho letto di quest'autore (Chi ama torna sempre indietro).

Trama

Emma ha trent’anni anni e vive a New York.
Ogni giorno con passo svelto e leggero si destreggia tra i tavoli di uno dei più prestigiosi ristoranti della città, dove lavora come sommelier consigliando e servendo vini a selezionatissimi clienti.
In amore ha dato tanto, forse troppo, a persone che non lo meritavano ma non per questo ha smesso di cercare l’uomo della sua vita.
Matthew invece abita a Boston e insegna filosofia all’Università di Harvard. Ha perduto sua moglie in un terribile incidente e da allora ha cresciuto da solo la figlia di quattro anni.

Nella sua vita ha imparato a non dare niente per scontato, soprattutto la felicità.
I due si conoscono, per caso, grazie a internet, e iniziano a scriversi via mail, finché un giorno decidono di incontrarsi. Si danno appuntamento in un piccolo ristorante italiano a Manhattan. Lo stesso giorno alla stessa ora, ognuno dei due varca la porta di quel ristorante. 
Avvolti dall’atmosfera intima e accogliente del locale, vengono accompagnati allo stesso tavolo ma… non si incroceranno mai. 
Com’è possibile? Uno scherzo del destino? 
Vittime di un intrigo ai confini della realtà, Matthew e Emma ben presto si renderanno conto che non si tratta soltanto di un semplice appuntamento mancato…

L'autore.
Guillaume Musso è nato nel 1974 ad Antibes. Figlio di una bibliotecaria, che gli ha trasmesso l'amore per i libri, già a dieci anni sognava di diventare scrittore. Sogno che si è avverato alla pubblicazione del suo primo romanzo L'uomo che credeva di non avere più tempo (Sonzogno, 2005), un grande bestseller internazionale. Oggi Musso è diventato in Francia l'autore più venduto in assoluto. I suoi libri sono tradotti in trentatré Paesi e hanno venduto più di tredici milioni di copie.

"Breithlá sona duit!" - Buon compleanno, James Joyce



Oggi nasceva uno scrittore irlandese tra i più grandi del Novecento:

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JAMES JOYCE (1882-1941)

Nacque in una modesta famiglia cattolica, maggiore di dieci figli, e fu educato dai gesuiti per essere avviato al sacerdozio. L'istruzione ricevuta avrà una notevole influenza nel bene e nel male su di lui, come pure la ebbe la figura del padre alcoolista.

Studia lingue moderne all'University College di Dublino, diplomatosi nel 1902, parte per Parigi col pretesto di condurvi studi di medicina: abbandona ben presto la facoltà per dedicarsi alla scrittura, ma anche cadendo nell'alcoolismo. Nel gennaio del 1904 inizia a tratteggiare Dedalus, ritratto dell'artista da giovane, e quella stessa estate si innamora di Nora Barnacle, che inizia ad accompagnarlo per l'Europa, da Pola a Trieste, dove Joyce trova lavoro, insegnando l'inglese alla Berlitz e dando lezioni private. A Nora resterà attaccato tutta la vita, sposandola nel 1931. Nel 1905 nasce il loro primo figlio, Giorgio.

Nel giugno 1915, s'installa in Svizzera con la famiglia, dove tra lavori saltuari continua soprattutto a vivere della generosità dei suoi amici e dei suoi ammiratori, trqa cui Ezra Pound, Yeats, T.S. Eliot. Le sue opere iniziano a essere pubblicate: nel 1916 Dedalus e nel 1918 il dramma Gli esiliati. A Zurigo, Joyce intraprende la scrittura di Ulisse, abbozzato già nel 1906, che esce a puntate sulla Little Review.

Sempre nel 1921, comincia il suo ultimo libro, Finnegans Wake, alla cui stesura si dedicherà per sedici anni e che esce nel 1939. Allo scoppio della Seconda Guerra mondiale, volendo rifugiarsi in un paese neutrale, Joyce, ormai molto malato, ottiene l'autorizzazione di tornare a Zurigo, dove morirà il 13 gennaio 1941.

fonte

Qualche estratto...


Da GENTE DI DUBLINO (raccolta di racconti è un sunto delle sue esperienze vissute a Dublino)
Comincio con il finale di "Eveline", un racconto presente in Gente di Dublino e che da ragazzina amavo leggere e rileggere...


Stava in mezzo alla folla ondeggiante nella stazione al North Wall. Lui le teneva la mano e lei sapeva che le stava parlando, che ripeteva qualcosa sulla traversata più epiù volte. La stazione era piena di solda­ti con bagagli scuri. Attraverso le ampie porte dei capannoni intravede­va la massa nera della nave, ormeggiata accanto al muro del molo, con gli oblò illuminati. Non rispose nulla. Si sentiva le guance pallide e fredde e, da un labirinto di angoscia, pregò Dio di guidarla, di indicarle quale era il suo dovere.La nave mandò un lungo fischio lugubre nella bruma. Se andava, domani sarebbe stata sul mare con Frank, diretta a tutto vapore verso Buenos Aires. I biglietti per latraversata erano stati presi. Poteva ancora tirarsi indietro dopo tutto quello che lui aveva fat­to per lei? L'angoscia le fece venire la nausea mentre continuava a muovere le labbra in silenziosa fervente preghiera.

Una campana le squillò sul cuore. Lo sentì afferrarle la mano:

«Vieni!».

Tutti i mari del mondo le si rovesciarono intorno al cuore. La stava attirando dentro di essi: l'avrebbe affogata. Si aggrappò con entrambe le mani alla ringhiera di ferro.

«Vieni! »

No! No! No! Era impossibile. Le mani strinsero convulse e freneti­che il ferro. Lanciò in mezzo ai mari un grido di tormento. «Eveline! Evvy! »

Lui si precipitò oltre la barriera e le gridò di seguirlo. Gli urlarono di andare avanti, ma la chiamava ancora. Fissò su di lui il viso bianco, passivo, da animale indifeso. Isuoi occhi non gli dettero nessun segno di amore o di addio o di riconoscimento.


Da ULISSE (Il romanzo si articola in diciotto capitoli, ognuno dei quali ha delle caratteristiche peculiari nello stile, occupa una particolare ora della giornata ed è un parallelo con l'Odissea, come i personaggi stessi, che restano comunque delle parodie. Ad ogni capitolo sono associati anche un colore, un'arte o una scienza e una parte del corpo.)

“Per imparare bisogna essere umili. Ma la vita è la grande maestra.”

“Ogni vita è una moltitudine di giorni, un giorno dopo l’altro. Noi camminiamo attraverso noi stessi, incontrando ladroni, spettri, giganti, vecchi, giovani, mogli, vedove, fratelli adulterini, ma sempre incontrando noi stessi.”

"Quando hai una cosa, questa può esserti tolta. Quando tu la dai, l'hai data. Nessun ladro te la può rubare. E allora è tua per sempre."

Citazioni "librose"



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"Che cos’è un libro prima che qualcuno lo apra o lo legga?
Solo un insieme di fogli incollati di lato…
Siamo noi lettori ad infondergli un alito di vita."

Isabel Allende
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