Ed ecco qualche piccola curiosità sul "dietro le pagine" di un libro molto noto di un'Autrice apprezzatissima ed elogiata.
I RAGAZZI BURGESS
di Elizabeth Strout
Fazi editore
numero: 220
pagine: 448
anno pubblicazione: 2013
prezzo: € 18,50
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I ragazzi Burgess, Jim, Bob e Susan, sono nati a Shirley Falls, nel Maine, e sono cresciuti in una piccola casa gialla in cima a una collina, in un angolo di continente appartato.
Da adulti si sono allontanati, ognuno a scacciare il ricordo di un antico dramma familiare mai spento.
Lassù è rimasta solo Susan, mentre gli altri due vivono a Brooklyn, New York. Nei Burgess si possono scorgere tre anime distinte e tanto diverse che è quasi impensabile immaginarli nella stessa foto di famiglia.
Eppure, quando inizia questa storia, Susan chiama e chiede aiuto proprio a Bob e Jim: suo figlio, loro nipote, è nei guai.
E allora non solo i tre fratelli sono costretti a riavvicinarsi, a dividere la preoccupazione e a tentare di ricomporre un trauma che alimenta ogni minima increspatura della loro intimità, ma sono anche travolti da una rivoluzione privata che implica, per tutti, il progetto di una nuova vita.
L'autrice.
Elizabeth Strout è tra le più importanti autrici statunitensi contemporanee. È nata a Portland, nel Maine, nel 1956 e da quasi trent’anni si è stabilita a New York. Fra i molti premi letterari ricevuti, il Premio Pulitzer nel 2009, il Premio Bancarella nel 2010 e il Premio Mondello nel 2012. Dell’autrice Fazi Editore ha pubblicato Amy e Isabelle, Resta con me e Olive Kitteridge. La produzione televisiva americana Hbo ha annunciato la lavorazione di una miniserie ispirata a Olive Kitteridge i cui protagonisti sono gli attori Frances McDormand e Richard Jenkins.
Ciò che leggiamo spesso è frutto della fantasia dell'Autore ma altre volte quest'ultimo trae ispirazione da storie/situazioni/persone reali, di cui ha avuto conoscenza diretta o indiretta.
La rubrica "Dietro le pagine" prende nome e idea da una presente nel blog "Itching for books" e cercherà di rispondere (cercherò di darle una cadenza settimanale, sempre in base alle piccole ricerchine che riuscirò a fare) a questa curiosità: Cosa si nasconde dietro le pagine di un libro? Qual è stata la fonte di ispirazione?".
Alla domanda "da dove nasce il suo libro?", l'Autrice rivela di non riuscire a dare una risposta razionale, però una cosa la si può dire con certezza: era da molti anni che aveva abbozzato la storia di un incidente che sconvolge le vite di alcuni personaggi, e che diventa un tabù.
Del resto, ogni piccola città ha la sua tragedia, e in quella della Strout c'era la vicenda di un ragazzo che aveva ucciso per sbaglio il fratello. Lei conosceva la sorella dei due ragazzi e da piccola la inquietava il fatto che di quel dramma non si potesse parlare.
Uno dei temi del libro è l'isolamento all'interno della famiglia, un tema che l'ha sempre affascinata; ma il libro dice qualcosa anche sul fatto che il passato non finisce mai di parlarti e a volte perseguitarti; lo stesso vale per i conflitti razziali che esplodono nel microcosmo in cui viviamo.
Uno dei temi del libro è l'isolamento all'interno della famiglia, un tema che l'ha sempre affascinata; ma il libro dice qualcosa anche sul fatto che il passato non finisce mai di parlarti e a volte perseguitarti; lo stesso vale per i conflitti razziali che esplodono nel microcosmo in cui viviamo.
Originariamente i ragazzi Burgess erano stati inseriti in un'altra storia scritta molti anni prima e solo dopo diverso tempo Elizabeth ha cominciato a interessarsi alle dinamiche presenti nei rapporti tra fratelli e a riflettere attorno ad essi
Quando comincia a scrivere, di solito Elizabeth parte da qualcosa che sente molto vicino, e in questo caso si tratta di questo difficile rapporto tra fratelli, a ciò che significa per loro andare a New York.
L'Autrice si interroga su quale sia il senso della parola casa e se siamo davvero in grado di uscire di casa perchè troviamo troppo doloroso rimanervi. Com'è uscire e ricominciare da capo e vivere come uno straniero.
Scrivere questo libro l'ha portata a fare ricerche, nello specifico sulla Somalia e sulla popolazione della comunità somala in questo paese. La ricerca che ha fatto è stata enorme e per quattro-cinque anni ha avuto un sacco di libri accatastati, interessandosi a questa cultura, compresi i proverbi.
Insomma, ciò che ha spinto la Strout a scrivere "The Burgess Boys" è il pensiero che solo una parte della nostra vita è scritta da noi stessi, il resto è spesso frutto di casualità, la casualità degli eventi che proiettano le loro ombre su di noi per decenni, la casualità della nostra natura, l'influenza del tempo in cui viviamo (ad es. la guerra civile per i somali).
E poi la memoria, i ricordi, naturalmente; ma più di tutto quello che l'ha appassionata maggiormente è stato pensare come questi temi siano tutti collegati; ad e., il matrimonio non è separato dalla classe sociale o dai ricordi - da cui magari stiamo cercando di fuggire -, o ancora dal nostro personale significato dato alla parola "casa".