Buongiorno e buon lunedì!
Ho perso un post preparato sabato e che sarebbe dovuto andare oggi.. Dove s'è cacciato? >_<
Vabbè, mi sa che dovrò rifarlo!
Ma intanto eccoci a una recensione di un breve ma godibile romanzo uscito di recente.
IO, TE E LA VITA DEGLI ALTRI
di Vincent Maston
|
Ed. Salani
Trad. M. Finassi Parolo
221 pp
13.90 euro
dall'11 settembre 2014 |
Trama
A volte vorresti ribaltare il mondo.
Vorresti urlare e invece taci, anche quando la vita è così ingiusta e stupida da far male.
Eppure ci sono dei momenti in cui quella stessa vita offre inaspettatamente un piccolo, temporaneo sollievo.
Come un eroe invisibile. Germain vive in due mondi: in uno è un bravo ragazzo, serio e lavoratore, appassionato di musica, un po' troppo introverso per colpa di una grave balbuzie che lo affligge dalla nascita, perfino innamorato; nell'altro, che assume le dimensioni tentacolari della metropolitana cittadina, si trasforma, giocando d'azzardo sul limite invisibile tra bene e male.
Fino al giorno in cui incontra una ragazza che fa esattamente come lui... e, all'improvviso, Germain è costretto a cambiare le regole del gioco.
L'autore.
Vincent Maston è nato a Le Mans nel 1978 ed è cresciuto nel Sud Ovest della Francia. Ha provato a studiare per diventare ingegnere, ma la sua unica passione era la musica. Voleva diventare una rock star ma alla fine si è trovato meglio di fronte a una macchina da scrivere. Questo è il suo primo romanzo.
|
, |
Germain è un giovanotto parigino trentenne, tranquillo, serio, un coscienzioso lavoratore, simpatico ai più, che però vive con molto disagio un suo difetto linguistico che non gli consente di instaurare delle vere e proprie relazioni sociali: è balbuziente, da sempre.
Pur parlando di questo suo problema con una simpatica dose di ironia, esso è comunque qualcosa che lo rende un po' "asociale", sia sul lavoro (porta un cartellino con su scritto "muto", pur non essendolo, ma per risparmiare tempo e spiegazioni ai clienti curiosi) che nella vita privata.
Non che sia solo al mondo e non abbia amici.
|
. |
Ha una bella ed affettuosa famiglia alle spalle, in particolare ha un padre molto premuroso, comprensivo, accondiscendente (troppo per Germain, da risultargli irritante), che non si arrabbia mai, che sorride a tutti e sempre, positivo e buono oltre ogni dire.
Insomma, tutto il contrario del figlio, che invece si irrita più facilmente e non si tira indietro quando si tratta di rispondere per le rime (con le azioni.. perchè con le parole ci metterebbe troppo tempo) a chi fa il prepotente!
E poi c'è il simpatico capo di Germain, Renaud, che cerca in tutti i modi di appioppargli una fidanzata.
Ma il nostro amico ha già mente e cuore impegnati: è innamorato da tempo della sua logopedista, la bella e ritardataria Clotilde; lei forse non è bravissima nel proprio mestiere (visto che il paziente progressi non ne fa) ma a Germain non importa: lui alle sedute ci va volentieri per il gusto di stare con lei, sperando che un giorno riuscirà a formare una frase di senso compiuto ed invitarla a cena o a bere qualcosa.
Ce la farà mai?
Intanto, per avere qualcosa da fare e risollevarsi il morale, il ragazzo si è scelto un "passatempo" singolare: dare fastidio alle persone in metropolitana.
Urtare qualcuno, mettere lo sgambetto, provocare...: Germain sceglie il bersaglio giusto e su di lui applica quest'azione "disturbante", e in questo modo riesce a sfogare frustrazioni, solitudine, e soprattutto a ergersi a "giudice" e a punire quanti si comportano ingiustamente.
Eh sì, perchè il criterio col quale Germain sceglie le proprie vittime, cui dare fastidio, è quello dell'applicazione della giustizia; in che senso?
Germain capisce chi è la sua vittima dai comportamenti della stessa, o anche da solo un gesto, un'occhiata..., qualsiasi cosa gli faccia capire che quella persona è un maleducato, un insensibile ecc.... ad esempio, un giovane che non ha ceduto il posto a una vecchietta, un uomo che cerca di palpeggiare una povera ragazza indifesa, una ragazza un po' snob che ascolta una brutta musica..., cose così.
E in questo modo Germain si sente bene, si sente quasi onnipotente, quasi come se potesse decidere della vita delle persone solo osservandole per qualche minuto, in un metrò come tanti, in una sera qualsiasi, mentre esse sono ignare di ciò che le spetta e si comportano con indifferenza e senza riflettere.
Germain sente di essere qualcuno lì, tra quegli sconosciuti, di avere un potere che, durante il giorno, a lavoro e con le poche persone che frequenta, non può manifestare, consapevole delle proprie debolezze, della timidezza, della balbuzie.
La metro è un po' la sua casa, lui la conosce così bene che solo lì si sente al sicuro, protetto, forte, invincibile.
E qual è la sua sorpresa quando scopre che ci sono altre persone come lui che amano fare questi "scherzi" agli ignari passeggeri e lo fanno addirittura in modo "professionale", avendo cioè un piano ben architettato!
Claire, Marc e Vianney: una giovane ragazza e due uomini che pianificano "azioni" in metropolitana, importunando chiunque - dalla donna giovane e carina alla zitella di mezz'età, dall'anziano al giovanotto - e senza adottare lo stesso criterio "giustizialista" di Germain.
Loro lo fanno, infatti, per il puro gusto di creare scompiglio e dar fastidio senza farsi scoprire, senza prendersela necessariamente con il "cattivo di turno".
|
, |
Per quanto all'inizio sia un po' perplesso, l'eccitazione di far parte di una vera e propria band e di agire al limite tra ciò che è giusto e ciò che non lo è, tra lo stare attenti e l'essere scoperti dalla sicurezza o dagli stessi passeggeri importunati, è davvero troppa e Germain non può non assecondarla.
Soprattutto perchè da quando ha conosciuto Claire e organizza le azioni con lei e i suoi amici, pare aver risolto il suo più grande problema...
Non solo..., ma l'autostima gli è cresciuta e forse... forse riesce a farsi avanti con Clotilde?
La vita di Germain sembra aver assunto una piega più eccitante, serena, soddisfatta... Non potrebbe chiedere altro per essere felice.
Ma a volte accadono cose non previste e il male si insinua lì dove non c'era alcuna intenzione di commetterlo...
Questo può succedere quando ci si infila in rapporti umani più complessi di quanto si pensava all'inizio, che si era deciso dovessero essere governati da certe regole.
E basta una regola violata, un passo oltre quella linea sottile che divide bene/male, lecito/illecito... per non capirci più niente e trovarsi nei guai..., in serissimi guai.
Germain è un bravo ragazzo ma questo non gli impedirà di trovarsi nei pasticci, che aumenteranno a motivo della sua natura leale e corretta..., di chi sa di essere nei guai e non ha alcuna intenzione di uscirne mettendo in mezzo gli amici e le persone cui tiene.
A volte, la vita ci scuote e quell'imprevista esperienza forte e ingiusta forse può servire a risvegliarci per farci apprezzare quelle piccole cose, quegli atteggiamenti, quelle persone... che finora avevamo un po' "snobbato", e magari potrà rivelarsi per noi l'occasione giusta per crescere e liberarci di certe abitudini, di certi vizietti di cui non c'è molto da andar fieri, imparando a controllare noi stessi e a trovare la felicità in qualcosa di più vicino a noi, di più vero e di più semplice.
Ironico, divertente, tenero, dall'atmosfera a volte quasi surreale eppure tanto "urbana", in una Parigi caotica, frettolosa eppure affascinante, con uno stile delicato e un protagonista che fa simpatia e tenerezza insieme - con la sua intelligenza e la sua arguzia miste ad un modo di vedere e agire semplice, ingenuo, spontaneo, quasi da bambino -, "Io, te e le vite degli altri" è un romanzo breve ma piacevole, drammatico pur essendo divertente, che attraverso il suo particolare protagonista ci mostra come ognuno possa considerasi, a buon diritto, normale a modo suo ed essere comunque amato e apprezzato per ciò che è, difetti compresi.
Ve lo consiglio, è una bella lettura.