giovedì 5 novembre 2015

Recensione: LEGIONE RIVER di Simona Colombo



E' il momento della recensione di un libro per il quale ringrazio l'Autrice, Simona Colombo, che me ne ha inviato una copia.

LEGIONE RIVER
di Simona Colombo


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Sinossi

Diventare un legionario può essere un privilegio o una condanna. Questa è la storia di River che a diciotto anni scopre la Legione Segreta quasi per errore. È la storia dei suoi amici e delle sue avventure. È la storia della sua missione più importante e pericolosa.
1883 - Cinque membri della Legione Segreta sono in missione nella leggendaria città di Kenorah, sperduta nel deserto australiano. Scompaiono insieme all'intero altopiano su cui è costruita.
1993 - Africa centrale. Il diciottenne River Peacock resta, suo malgrado, coinvolto in un esperimento sui viaggi nel tempo. Suo padre, legionario a capo del progetto, è costretto a rivelargli l'esistenza della millenaria organizzazione e portarlo con sé.
2013 - River ha lasciato la Legione Segreta da dodici anni e vive con la figlia Maya in una casa di pietra. Un giorno riceve la visita di un legionario che lo informa del ritrovamento del diario di Garrard, uno degli uomini scomparsi durante la spedizione a Kenorah. River scopre, così, che il suo nome compare su quelle pagine scritte centotrenta anni prima.





Al centro dei romanzi di questa saga - comprendente 5 libri, di cui tre sono già stati pubblicati - c'è la Legione Segreta. Di che si tratta?

"La Legione Segreta non era un'organizzazione militare, nè era controllata da alcun governo, il suo scopo era proteggere e studiare il mondo senza che il mondo lo sapesse".
Circa la sua origine, pare che a fondarla siano stati "personaggi molto potenti che custodivano un patrimonio di conoscenze che andava ogni immaginazione e cresceva ogni giorno grazie alle missioni affidate ai legionari nel corso dei secoli per risolvere misteri, sventare minacce sperimentare nuove vie verso il progresso. (...). Tutto questo senza interferire con il naturale corso degli eventi perchè l'umanità doveva evolversi secondo la propria strada (...) il pianeta andava difeso anche dagli uomini stessi."

Il protagonista di questo primo romanzo è un giovane uomo, River Peacock, con un passato da legionario alle spalle, ma che da un po' di anni ha deciso di vivere tranquillamente con la propria donna, Aurora (ex legionaria anche lei), e la loro figlioletta 12enne, Maya, al di fuori dell'organizzazione.

La storia narrata è collocata in tre diversi piani temporali: il primo è ambientato nel 2013 (il presente), in cui c'è River che sta tentando di condurre la sua vita poco spericolata, pur provando in cuore nostalgia per quel brivido di eccitazione che gli dava andare in missione come Pirata (legionari col compito di evacuare zone pericolose) e in quanto eccellente pilota.

Il secondo piano temporale è il 1883, la cui narrazione dei fatti sarà più breve ma molto importante per lo svolgersi degli eventi futuri: in quell'anno, cinque legionari avevano avuto il compito di seguire le tracce di una tribù molto antica, ai margini del deserto australiano; la loro missione non andò a finir bene perchè accadde qualcosa di molto grave, vale a dire la scoperta delle "porte dell'inferno" che vanno assolutamente tenute chiuse, pena un disastro di immani dimensioni per l'umanità intera.
I cinque uomini non faranno mai più ritorno a casa ma ai posteri giungerà il diario della spedizione, che rivela come River sia suo malgrado coinvolto.

Quest'ultimo, cresciuto in Africa, in piena libertà e maturando un forte spirito avventuroso,  si ritrova a far parte della Legione quasi per caso, a partire dal 1993 (terzo livello temporale).
Un'avventura imprevista ed incredibile farà sì che la sua esistenza si incroci con quella dei 5 leggendari legionari, e questo avrà notevoli effetti sull'esistenza tanto di River quanto di chi gli è vicino.

La narrazione è quindi costituita da mini-capitoli che ci fanno conoscere il presente di River e il suo passato di coraggioso legionario, comprendente le sue avventure pericolose ma entusiasmanti con i cari amici e colleghi, Tim e Taylor.

Ed è in seno alla Legione che conosce Aurora; i due si innamorano e lavorano insieme fino a quando un evento particolare li convince a lasciare le missioni.
Per sempre? Beh, l'intenzione è quella ma River ed Aurora lo sanno bene: un legionario è tale per sempre e prima o poi il desiderio di rientrare in missione e mettersi in gioco si fa sentire.
Quando poi è l'urgenza di salvare qualcuno a chiedertelo, c'è poco da starci a pensare.

I legionari si caratterizzano per determinate capacità ed abilità specifiche e in tanti casi sovrumane (comunicare con l'aldilà, saper combattere contro creature mostruose...), ma soprattutto per qualità morali: coraggio, spirito di sacrificio, lealtà, esercizio della propria libertà nel rispetto delle regole di quella che è, alla fin fine, una grande famiglia, aiuto reciproco, altruismo.
River è tutto questo e, benchè abbia un bel caratterino,  quanti lo conoscono sanno che egli è disposto a dare tutto se stesso per le persone che ama e pur di portare a termine una missione.
E un tipo come lui non può che essere la persona giusta per compiti importanti, dai quali possono dipendere le sorti dell'umanità.

La fedeltà a certi princìpi richiederà a River e compagni sacrifici molto grandi.
Avranno la possibilità di tirarsi indietro o saranno costretti ad affrontare anche l'inimmaginabile?

Legione River è un romanzo che racchiude in sè fantasy e tanta avventura, amore e amicizia, e attraverso i viaggi dei personaggi ci mostra non solo l'affascinante e indomabile forza della Natura con i suoi fenomeni spesso ingestibili e devastanti, ma anche la triste realtà dell'uomo nel corso del tempo, il suo egoismo, la sua stoltezza e la folle mania di iniziare guerre e genocidi, anch'essi dalle conseguenze catastrofiche.
E se il male presente nell'animo umano non dovesse bastare, c'è anche il Male "sovrannaturale", quello che viene dagli Inferi e che è pronto ad uscir fuori al primo spiraglio, creando danni anche in soli 39 minuti.

Il romanzo è strutturato in modo complesso, articolato ma estremamente ordinato e chiaro; il ritmo narrativo è molto vivace, le vicende sono avventurose e non ci sono mai "tempi morti"; vi è una equilibrata distribuzione di descrizioni di fatti e luoghi e la presenza di molti dialoghi, che rendono il tono della narrazione sempre sostenuto, accattivante, anche grazie a personaggi ben delineati nei loro caratteri, degli eroi non privi di insicurezze e paure.

Il linguaggio è accurato e preciso, nulla è lasciato nel vago, l'Autrice immerge il lettore nel proprio misterioso mondo mescolando sapientemente finzione e realtà e la lettura scorre in modo  molto fluido, giungendo ad un finale carico di pathos e tensione (dal, sempre affascinante, sapore apocalittico) e inevitabilmente aperto a successive avventure.

Non posso che consigliarvene la lettura, soprattutto considerando che i successivi due volumi ci sono già.

Lettura correlata: SHIKASTA di Doris Lessing (recensione)

In libreria “La profezia delle triglie” il romanzo di Michele Caccamo e Luisella Pescatori



In libreria è disponibile “La profezia delle triglie” il romanzo di Michele Caccamo e Luisella Pescatori che affronta il tema della clandestinità.

LA PROFEZIA DELLE TRIGLIE
di Michele Caccamo e Luisella Pescatori

David and Matthaus
Prezzo: 15,90 euro
ISBN: 978-88-6984-056-2
Pagine: 166
“Le triglie, nel Mar Mediterraneo, hanno nell’occhio spento una riga di sangue. Era un dettaglio insignificante per i pescatori della Sobek, su quell’imbarcazione non facevano caso ad altro che alla quantità di pesca portata a bordo.”
Un successo notevole che ha superato ogni aspettativa per il libro La profezia delle triglie già dalla prevendita, che ha ricevuto un boom di prenotazioni, tanto che la prima tiratura è andata esaurita e ne è già stata mandata in stampa una seconda per soddisfare le numerose richieste. 
Una conferma per l'apprezzato poeta Michele Caccamo che, in questo suo lavoro in cui si avvale della collaborazione della valente penna di Luisella Pescatori, parla di immigrazione, profughi, barconi come nessuno aveva mai fatto prima.

Il romanzo nasce dalla testimonianza vera di un ragazzo egiziano che ha dovuto affrontare la giustizia italiana, accusato di essere uno scafista e che ancora oggi è rinchiuso in carcere. 
La sua storia si mescola quindi, in una prosa delicata e poetica, mai scontata, che alterna la drammaticità degli eventi della migrazione alle incantevoli leggende della sua terra e alla sacra poesia delle Sure del Corano, a quella di tante speranze, di sofferenze indicibili per le quali la partenza sul motopesca è già l'approdo di un lungo e terribile viaggio attraverso il deserto, la sua atmosfera di morte e le sue insidie.

“La profezia delle triglie” è quindi un testo che concede al lettore di vivere storie individuali, intense e crude; ne disegna una triplice esistenza. Ispira metafore, così come il Corano. Offre, nella vita di ogni clandestino e del suo massacrante viaggio, la possibilità di una rinascita. Un testo illuminante, spirituale, con un finale inaspettato. Un sano riconoscimento alla dignità della cultura araba che affronta argomenti di grande attualità, ma con lo stile di una delicata e struggente poesia.

Gli autori
Michele Caccamo è Poeta drammaturgo e scrittore. È pubblicato e tradotto all’estero e conosciuto nel mondo arabo come il Poeta della fratellanza: per la sua attenzione all’integrazione e il suo impegno letterario nell’incontro tra popoli e religioni. Firma per un magazine on line estero articoli di critica musicale. È anche autore di testi di canzoni.

Luisella Pescatori è attrice di teatro al suo debutto letterario. Si avvicina a vari generi di scrittura creativa, dapprima con un adattamento teatrale, su drammaturgia di Michele Caccamo, poi come web editor, e come contributor per un magazine on line, sul quale cura una rubrica personale di poesia e tendenza.

In lettura: Il segreto di Emanuela Orlandi: Papa Wojtyla, la tomba del boss e la banda della Magliana di Pino Nazio



Il libro in lettura da oggi è un accurato e documentato saggio (sotto forma di romanzo) del giornalista e scrittore Pino Nazio circa un fatto di cronaca molto noto: la sparizione di Emanuela Orlandi, avvenuta negli  Anni Ottanta e che ha visto (e vede) coinvolti diversi "personaggi" del mondo della criminalità organizzata... e non solo.

Il segreto di Emanuela Orlandi: 
Papa Wojtyla, la tomba del boss e la banda della Magliana
di Pino Nazio


Sovera Edizioni
175 pp
15 euro
2012



Lunedì 14 maggio 2012, la lapide che copre il sarcofago di Enrico De Pedis viene alzata. I resti del capo della banda della Magliana sono lì da 20 anni, in molti pensano che siano vicini a quelli di Emanuela Orlandi, scomparsa il 22 giugno del 1983. 
La ragazzina, figlia di un commesso del Papa e cittadina vaticana, sparì misteriosamente tra i vicoli del centro di Roma.
Indagini, rivelazioni, depistaggi e decine di ipotesi: intrigo internazionale o ricatto interno al Vaticano, festini sessuali o maniaco isolato? 
Una vicenda ambigua, oscura ma che, se si mettono in relazione alcuni fatti salienti, rivela un chiaro disegno. 
L'analisi oggettiva di quanto è accaduto in questi 30 anni è servita all'autore - che ha incontrato decine dei protagonisti, visitato tutti i luoghi, raccolto testimonianze inedite - per proporre una ricostruzione che permette di leggere questo libro come la trama di un romanzo e la documentazione di un saggio. Dalla prima all'ultima pagina.

Di quest'autore ho letto e recensito: "Il bambino che sognava i cavalli" (RECENSIONE

Anteprima Longanesi: dal 23 novembre, LA RAGAZZA NELLA NEBBIA di Donato Carrisi



E' già da un po' che circolava in web la lieta novella: in autunno Carrisi (non Al Bano, Donato ^_^ )ci avrebbe deliziato con un altro dei suoi geniali thriller.

La data c'è: il 23 novembre.


LA RAGAZZA NELLA NEBBIA
di Donato Carrisi


Ed. Longanesi
350 pp
18.60 euro
in libreria:
23 NOVEMBRE 2015
«La giustizia non fa ascolti. La giustizia non interessa a nessuno. La gente vuole un mostro… E io le do quello che vuole.»

Trama

Avechot è un paese rintanato in una valle profonda fra le ombre delle Alpi ed è qui che, in una notte di ghiaccio e nebbia, succede qualcosa.
L’auto dell’agente speciale Vogel è finita in un fosso, forse proprio per colpa della fitta nebbia.
Fortunatamente Vogel non s'è fatto niente, anche se non ricorda perché è lì e come ci è arrivato. 
Ma una cosa è certa: dovrebbe trovarsi da tutt’altra parte, lontano da Avechot. 
Sono ormai passati due mesi da quando una ragazzina del paese è scomparsa nella nebbia: un caso cui lui si è dedicato perchè convinto che, lungi dall'essere un caso di allontanamento volontario (come ipotizzato inizialmente) si tratti piuttosto di rapimento.
Inevitabile che la notizia fosse diventata da lì a poco un colossale caso mediatico. 
Del resto, a Vogel non interessa nulla del dna, non sa che farsene dei rilevamenti della scientifica, però in una cosa è insuperabile: manovrare i media. Attirare le telecamere, conquistare le prime pagine. Ottenere sempre più fondi per l’indagine grazie all’attenzione e alle pressioni del «pubblico a casa». Santificare la vittima e, alla fine, scovare il mostro e sbatterlo in galera. 
Questo è il suo gioco, e questa è la sua «firma», ed è il migliore in questo campo: privo di scrupoli, sicuro dei propri metodi,  riesce a fare in modo che un crimine riceva ciò che realmente gli spetta: non tanto una soluzione, quanto un’audience.
 Sono passati due mesi da tutto questo, e l’agente speciale Vogel dovrebbe essere lontano, ormai, da quelle montagne inospitali. 
Ma allora, cosa ci fa ancora lì? Perché quell’incidente? 
Ma soprattutto, visto che è illeso, a chi appartiene il sangue che ha sui vestiti?

L'autore.
Donato Carrisi è nato nel 1973 a Martina Franca e vive a Roma. Dopo la laurea in Giurisprudenza, si è specializzato in criminologia e scienza del comportamento per poi diventare sceneggiatore di serie televisive e per il cinema. È una firma del Corriere della Sera ed è l’autore di romanzi bestseller internazionali. Ha vinto prestigiosi premi fra cui il Bancarella in Italia, il Prix Polar e il Prix Livre de poche, il più importante premio dei lettori in Francia.

Recensioni correlate


mercoledì 4 novembre 2015

Libri in sala d'attesa (#14)



Due romanzi che vorrei leggere presto!
Speriamo di sfoltire un po' di  letture!!

Cosa ne pensate di questi due libri?

ALICE ADAMS
di Booth Tarkington 


Ed. elliot
trad. L. Leonardi
254 pp
17.50 euro
2013

Trama

"Alice Adams" apparve nel 1921, pochi anni prima della Grande Depressione, in un'America ancora ottimista ma inconsapevolmente avviata allo sconquasso. 
L'anno dopo il romanzo vinse il Pulitzer e nel '35, superata la crisi, venne trasposto in pellicola da George Stevens (con Katharine Hepburn nel ruolo di Alice).
Quella di cui Booth Tarkington scriveva era una borghesia già spaventata, e forse non è un caso che dalla sua penna sia uscito un personaggio come la giovane eroina protagonista di questo romanzo, ora tradotto per la prima volta in italiano. Alice ha una madre ambiziosa, un fratello scapestrato e impresentabile al gran mondo, un padre che per l'ennesima volta si rivela incapace di raggiungere il benessere economico. 
Solo Arthur Russell, bello e perfetto gentiluomo decisamente benestante, le dà una speranza, una via d'uscita dalla claustrofobica agitazione in cui la sua famiglia sembra sprofondare. 
Ma il fantasma bizzoso del destino è in agguato. 

Tarkington racconta una storia che a distanza di un secolo continua a sembrarci familiare, una precarietà economica e umana ante litteram, lo spartito di un mondo che predispone i suoi attori a un copione beffardo.

LA CASA DELLE DONNE CHE VOLEVANO RINUNCIARE ALL'AMORE
di Lambert Karine


Ed. Sperling&Kupfer
272 pp
19.50 euro
Giugno 2015

Nel suo bel palazzo parigino, Regina, affascinante ballerina in pensione, ha deciso di far entrare solo donne. 
Nei vari appartamenti, quindi, vivono Carla, una siciliana scappata dal padre padrone, che vende antiquariato al mercato delle pulci; Simone, amante della natura, che è stata lasciata da un sudamericano traditore; Rosalie, placida maestra di yoga, e Juliette, l’ultima arrivata che cerca ancora l’amore. 
L’unico maschio è Jean-Pierre, un gattone vagabondo e molto intelligente. 
Grazie a lui la vita della casa prende una piega del tutto imprevista: e gli uomini (insieme all’amore), usciti dalla finestra, rientrano dalla porta. 

Un romanzo sull’amicizia tra donne, sempre in bilico tra solidarietà e competizione, sulla passione per il lavoro, la freschezza e l’intensità dei sentimenti.

Recensione: I MIEI MARTEDI' COL PROFESSORE di Mitch Albom



Certi libri sono in grado di conquistarti per la loro semplicità, genuinità e perchè parlano direttamente alla parte più profonda di te.

E' il caso di

I MIEI MARTEDI' COL PROFESSORE
di Mitch Albom


Ed. Rizzoli
200 pp
7.90 euro
2000

Mitch Albom è un giornalista vicino ai 40, un po' cinico e disincantato verso la vita; preso com'è dal proprio lavoro e dalle preoccupazioni quotidiane, sembra aver dimenticato cosa voglia dire godersi ogni singolo attimo della propria esistenza in modo sereno.
Mitch è solo in apparenza un uomo soddisfatto; in realtà, cova dentro di sè più di un vuoto, che - anche se non lo ammette neppure con se stesso - desidera colmare.
E per farlo ha bisogno di qualcuno che lo aiuti.
Mitch ha un urgente bisogno dii un maestro di vita.

Durante gli anni dell'università ha avuto un docente - di  sociologia - che ha amato e apprezzato, come uomo e come insegnante, per la sua profondità spirituale, per la sua umanità, per la capacità empatica nel rapportarsi agli altri, studenti compresi.
Quell'uomo è il professor Morrie Schwartz, che però Mitch non va a trovare di più di 16 anni, pur conservandone un bellissimo ricordo.
Ma un giorno vede alla tv proprio lui, il professore, che parla di sè per un noto programma televisivo; Morrie, ormai anziano e malato di SLA, sta parlando a milioni di persone di se stesso e di come egli concepisce la vita, con i suoi aspetti fondamentali, e la morte.
Morrie ha ancora quel modo di parlare così dolce, saggio, amichevole, che Mitch non può restarne indifferente, così decide di andarlo a trovare, ritrovando  il suo vecchio e stimato professore, con cui dialogare di tutto è sempre stato un vero piacere.

mitch
Apprendendo dello stato avanzato della malattia del vecchio Morrie, Mitch decide di recarsi da lui almeno una volta a settimana - il martedì - e ritornare studente, allievo, di un uomo che ha nel sangue il proprio essere educatore, maestro.

Conosciamo Morrie attraverso il resoconto di Mitch, e restiamo insieme a lui stupiti e commossi di fronte alla forza d'animo di un uomo che vede il proprio corpo deperire, ma la cui mente e il cui cuore continuano, in un processo inversamente proporzionale, a restare non solo lucidi, ma ancora, se possibile, più sensibili a tutto ciò che è umano.

Morrie diventa, nel corso della lettura, anche il nostro maestro.
Avete mai avuto davvero un maestro? Uno che vi vedeva come qualcosa dirozzo ma al tempo stesso prezioso, un gioiello che, con la saggezza, sarebbepotuto assurgere a fulgidi splendori. Se siete così fortunati da trovare insegnantidel genere sulla vostra strada, sarete sempre capaci di tornare da loro. A volte solo con la vostra mente.

Le conversazioni tra Mitch e Morrie sono profonde per tematiche, ma allo stesso "leggere" e amichevoli per il tono con cui vengono affrontate; del resto, il professore piace proprio per questa ragione: sa insegnare e parlare di grandi temi esistenziali con naturalezza, umiltà, senza voler fare la parte di quello che ha capito tutto, ma offrendo la propria esperienza, il proprio punto di vista in modo "socratico", stimolando l'altro al ragionamento, a farsi domande, a cercare dentro di sè le risposte ai grandi dubbi che la vita, giorno per giorno, ci mette davanti.

Morrie è un uomo che ha sempre avuto questa innata capacità di essere aperto verso l'altro, di volerlo accogliere e comprendere, indirizzare, e con l'esperienza del dolore - fisco, psicologico... - essa si è acuita, è diventata esperienza vissuta.
Chi soffre è in grado, più di chiunque altro, di consolare chi è scoraggiato, smarrito, sofferente.

morrie e mitch
Davanti alla concreta possibilità di morire tra una settimana come tra due mesi, Morrie è sereno.
Come è possibile?

Mitch e il lettore non possono fare altro che sedersi accanto a questo maestro, prendergli la mano, lasciarsi toccare dal suo sguardo buono e paterno, e ascoltare quello che è di certo il suo ultimo corso sulla vita.

E Morrie ha molto da dare, nonostante sia fisicamente limitato; famiglia, morte, matrimonio, lavoro, amore...: non c'è argomento che Mitch non possa affrontare con lui, consapevole che avrà sempre da imparare, da riflettere, da tenere custodito nel cuore per potersene "servire" nei momenti "no", in cui avrà bisogno di sentire, dentro di sè, la voce del suo professore preferito, il suo impareggiabile Mister, che gli sorride e gli mostra le prospettive giuste dalle quali guardare i vari aspetti dell'esistenza.

La vita di Mitch - così soffocata dalla ricerca del successo materiale - ha bisogno di una virata, di essere reindirizzata verso ciò che davvero è utile, ciò che fa bene al suo cuore, che gli permette di riconoscere e gestire emozioni, problemi, speranze, paure inconfessate.

I miei martedì col professore non è un romanzo, quanto piuttosto il resoconto di una serie di incontri privati tra un allievo e un insegnate; incontri talmente ricchi e preziosi che non potevano restare privati, così sono stati condivisi con noi lettori.

Scritto con semplicità ma anche tanta passione, questo breve libro ci porta a riflettere su tante questioni della vita in modo genuino, senza speculazioni filosofiche, senza il ricorso a paroloni inutili, ma unicamente attraverso conversazioni intime, di quelle che si caratterizzano per l'atmosfera familiare, confidenziale, serena e amichevole, in cui non ci sente giudicati, sminuiti, ma apprezzati e considerati unici e speciali.
Chi non vorrebbe - e non ha avuto bisogno - di un amico, di un insegnante così?

Consigliato a chi ha voglia di una lettura profonda, che arriva al cuore del lettore, che sprona chi legge ad essere migliore, a non sprecare la propria vita dietro le frivolezze e la superficialità, ma a impegnarci per renderla speciale ogni singolo giorno.

Acquista una copia di MR. HOLMES di Mitch Cullin e vai al cinema gratis!!



Cari lettori e amanti anche del cinema,

dal 2 al 29 novembre,

acquistando su www.lafeltrinelli.it una copia del romanzo

 MR. HOLMES di Mitch Cullin 

riceverete un codice valido per scaricare 
un biglietto omaggio per la visione del film

MR. HOLMES E IL MISTERO DEL CASO IRRISOLTO,

tratto dal romanzo, dal 19 novembre al cinema.





Trama romanzo:

Nel 1947, Sherlock Holmes ha 93 anni e vive in una fattoria nel Sussex, dove si dedica a tempo pieno all'apicoltura, studiando i benefici della pappa reale e del frassino spinoso. 
Guarda ormai con distacco alle gesta della propria giovinezza e si è reso conto che quella logica deduttiva che lo ha reso così celebre in passato, adesso lo sta abbandonando. 
Tuttavia, forse per colpa dell'età o della memoria che inizia a giocargli qualche scherzo, un giorno Sherlock ricorda un particolare di un caso irrisolto che risale a molti anni prima; risorge in lui il desiderio di risolverlo!. 
Pur con fatica, l'anziano detective inizia ad indagare, finendo per rimanere invischiato in un'appassionante ricerca che lo porterà in Giappone, alle porte di una Hiroshima che sta rinascendo dalle ceneri della bomba atomica.

Anteprima: DESTINI INGANNATI di Cristina Vichi



Cari lettori, tempo fa vi presentai un romance storico, CELESTE di Cristina Vichi - ne parlammo QUI.
Oggi vi parlo del secondo romanzo del'Autrice, del quale potete provare a vincere una copia cartacea o digitale partecipando ad un giveaway.

Clicca sull'immagine per essere indirizzato
alla pagina del blog





DESTINI INGANNATI
di Cristina vichi


Editore: Selfpublishing su Amazon 
Genere: Romanzo fiabesco 
Data di pubblicazione:
15/11/2015 
Pagine: 210 
Prezzo ebook: € 0,99 
Prezzo cartaceo: € 8,00



TRAMA

Oscar e Ariel hanno nove anni, sono gemelli, ma non lo sanno.
Il loro destino era quello di stare insieme, ma qualcuno ha tramato nell’ombra affinché questo non avvenisse.
Oscar è di famiglia nobile, Ariel di famiglia povera, entrambi vivono con uno dei loro genitori, che sono all’oscuro di tutto. I loro genitori sono Edoardo e Miriam.
Dieci anni prima il loro amore sembrava invincibile, in grado di sfidare l’intera nobiltà, eppure lui, all’improvviso, l’ha abbandonata per sposare una donna del suo stesso rango.
Chi ha cospirato contro di loro ha molto da nascondere ed è disposto a tutto pur di tenere celati i propri segreti. 
Ma per quanto tempo il destino può essere ingannato? Le azioni di chi vuole impedire a tutti i costi che la verità venga svelata saranno proprio le cause che porteranno ad essa: ecco la vendetta del destino.
I sentimenti e le emozioni affolleranno i cuori, i legami ritrovati saranno inscindibili, ma scoperte inquietanti e pericolose metteranno nuovamente tutto a rischio. 
Come reagiranno Miriam ed Edoardo incontrandosi nuovamente dopo dieci anni?
Come potrà, Miriam, resistere al fascino di Jacopo, uomo misterioso arrivato sul suo cammino con il preciso compito di impedirle di conoscere la verità?
Ma soprattutto, quanto dovranno pagare care le colpe dei loro genitori?

*** 3°classificato al Concorso Letterario “Quel libro nel cassetto”(III edizione 2015) ***

BIOGRAFIA
Cristina Vichi nasce a Rimini nel 1985 e si diploma al liceo Psicopedagogico.
Come tante persone fantasiose ha sempre amato molto inventare storie, ma l’idea di concretizzare un romanzo si affaccia inaspettatamente quando ha tre figli, che sono per lei grande fonte di ispirazione.
La sua prima opera, “Celeste”, romanzo a sfondo fiabesco, è stata auto pubblicata su Amazon il 28/03/2015.
Dopo questa prima e importante esperienza segue “Destini Ingannati”, auto pubblicato su Amazon.
Con il suo terzo romanzo si lascia affascinare da un genere diverso, l’Urban Fantasy, attraverso il quale la fantasia ha margini molto più ampi in cui spaziare. “Tander (Dentro noi, l’energia dei Fulmini)”, sarà la sua prossima uscita.



Recensione film: PHILOMENA di Stephen Frears (tratto da una storia vera)



Come vi dicevo ieri sera, c'è un altro film che ho guardato nel fine settimana.


PHILOMENA



Regia:  Stephen Frears

Cast: Judi Dench, Steve Coogan, Charlie Murphy

Presentato in concorso al Festival di Venezia 2013.

Alcuni riconoscimenti:

2014 - David di Donatello Miglior film europeo a Stephen Frears
2013 - Mostra del cinema di Venezia Migliore sceneggiatura a Steve Coogan e Jeff Pope

Irlanda, 1952. Philomena Lee, ancora adolescente, resta incinta. Cacciata dalla famiglia, viene mandata al convento di Roscrea. Per ripagare le religiose delle cure che le prestano prima e durante il parto, Philomena lavora nella lavanderia del convento e può vedere suo figlio Anthony un'ora sola al giorno. A tre anni Anthony le viene strappato e viene dato in adozione ad una coppia di americani. Per anni Philomena cercherà di ritrovarlo. Cinquant'anni dopo incontra Martin Sixmith, un disincantato giornalista, e gli racconta la sua storia. Martin la convince allora ad accompagnarlo negli Stati Uniti per andare alla ricerca di Anthony.


Tratto dal romanzo “The lost child of Philomena Lee”, pubblicato in Italia da Piemme col titolo “Philomena” (info).

I film tratti da storie e fatti realmente accaduti hanno su di me un certo fascino; se poi ci aggiungete un convento di suore in cui avvengono cose che non dovrebbero accadere e casi di ingiustizia… beh, mi invitate a nozze.
Ma qui della gioia delle nozze c’è davvero poco.
In questo film drammatico c’è la storia di un’ingiustizia che non ha riscatto, ma solo sofferenza e lacrime.
Eppure esse arrivano a noi senza pesantezza, ma anzi con una certa dose di humor e leggerezza che però non vanno a ridicolizzare i fatti, ma a darcene una lettura sentimentale e mai stucchevole.

Philomena Lee è una donna ormai anziana, che ha un grande cruccio e dolore nella propria vita; un dolore ben riflesso nei suoi espressivi occhi azzurri e narrato dalle rughe che solcano il suo viso.
j. dench
Un dolore di nome Anthony. 

Philomena è stata una ragazza madre che ha partorito il proprio bambino in un istituto religioso in Irlanda, una delle tante “Casa Magdalene” (sorte nel XIX sec. In Irlanda e Inghilterra; l’ultima è stata chiusa nel 1996) che raccoglieva ragazze orfane o ritenute immorali per la loro condotta peccaminosa. In queste comunità, le ragazze – alcune davvero giovanissime – venivano trattenute anche contro la propria volontà (ovviamente perché i primi a volerlo erano i famigliari) e soprattutto costrette a lavorare con ritmi e in mansioni estenuanti con la “scusa” di dover espiare i propri peccati; in realtà, gli istituti, sfruttando il lavoro delle poverette, ci guadagnavano un sacco e tutto grazie a una manodopera praticamente gratis.

In questo posto poco caritatevole è finita, da adolescente, la nostra protagonista, che ha fatto l’errore di cedere alle lusinghe di un bel giovanotto e di rimanerne incinta.

Non solo il parto è stata una brutta esperienza perché il bimbo era in posizione podalica e, dovendo lei soffrire per redimersi, non meritava assistenza medica, ma dopo la nascita le era permesso di vedere il piccolo per poche ore alla settimana, con il terrore sempre presente che, da un momento all’altro, egli le fosse strappato via.
E così fu.
Una mattina, una coppia americana, venuta per adottare una bimba, pensa bene di prendersi anche quel bimbetto così carino e affezionato alla bambina prescelta, il tutto senza tener conto delle povere mamme.

Anthony ha tre anni quando viene strappato via alla propria legittima madre, la cui indicibile sofferenza la segnerà e le peserà sul cuore per anni e anni.
A nulla varranno i tentativi personali di cercare il figlio, di carpire informazioni dalle suore, così dopo tanti anni, ormai con una propria famiglia alle spalle, Philomena decide di rivolgersi a un aiuto esterno, cioè ad un giornalista, Martin Sixsmith.
Inizialmente Martin non è convinto di volersi imbarcare in una storia di vita vissuta, essendo lui un giornalista che si occupa di argomenti più elevati e intellettuali, e non di fatterelli adatti a casalinghe ignoranti e volubili.

Ma la simpatia, la vena dolce e ironica di Philomena e la sua tenacia nel voler andare a fondo alla sua storia di ingiustizia, vincono ogni resistenza e reticenza, e i due partono insieme per quest’avventura, sperando chiaramente in un lieto fine.

martin sixsmith e philomena lee
Avventura che li riporterà nel convento di Roscrea dove tutto è cominciato fino ad approdare negli States, lì dove fu portato il piccolo Anthony dalla famiglia adottiva.

Le vicende di questa signora anziana, simpatica e buona, ci stanno a cuore e vorremmo che lei abbracciasse il suo figlio perduto.
Sarà così?

Non sempre la vita ci ripaga del male ricevuto dandoci del bene, ma ciò che colpisce di Philomena è la sua forza morale, la sua dolcezza, il suo saper andare oltre la malvagità subita, l’odio, il risentimento, che umanamente comprenderemmo, e che forse tanti di noi, nella sua medesima situazione, avremmo provato e ci sentiremmo in diritto di esternare.

Martin si fa prendere dalla ricerca di Anthony e dalla storia di Philomena e di tutte le ragazze come lei, passate per quegli istituti, e il suo punto di vista sarà quello del giornalista alla ricerca della storia da raccontare, magari un tantino scandalistica, che faccia sorgere nelle persone un sentimento di indignazione davanti a comportamenti scorretti da parte di persone da cui ci aspetteremmo carità e comprensione.

A prescindere da come andrà la ricerca del figlio da parte di questa madre combattiva e tenera, ciò che mi è piaciuto è come affronta e vive tutto la protagonista, la cui bontà d’animo, la capacità di perdonare e di non condannare coloro che le hanno fatto del male, mi hanno toccata, perché non è automatico e naturale non cadere nell’odio verso chi ci ha procurato tanto dolore.

Sapere come ha vissuto e chi è riuscito a diventare il proprio bambino, quali opportunità di vita un gesto malvagio e crudele è comunque riuscito a donargli, permettono a Philomena di provare un’incredibile serenità; il dolore per una vita non vissuta accanto al frutto del proprio ventre resta e sarà sempre lancinante, ma viverlo scevro dell’odio, che tanto non cambia il passato, è una conquista, una vittoria.

Un bel film, come dicevo, drammatico eppure non pesante grazie ad una protagonista ancora piena di vita, dolce e pronta alla battuta simpatica.

Consigliato a chi privilegia le storie vere e drammatiche.

Uno degli ultimi film recensiti: IO CHE AMO SOLO TE

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martedì 3 novembre 2015

Recensione film: QUELLA COSA CHIAMATA AMORE di Peter Bogdanovich



In questo week end ho visto un paio di film che avevo voglia già da un po' di vedere  ^^

Il primo di cui vi parlo non è recente ma ha nel suo cast un attore da me molto amato: River Phoenix.

QUELLA COSA CHIAMATA AMORE

(Regia: Peter Bogdanovich)

    Prima data di uscita: 
    16 luglio 1993 (Stati Uniti)
    Regista: Peter Bogdanovich
Miranda Presley (Samantha Mathis) è una ragazza che lascia N.Y. per recarsi a Nashville e provare a sfondare come cantautrice. 
Il giorno della audizioni nel bar di una certa Lucy – al The Bluebird Cafè – arriva tardi e incontra un ragazzo, che è lì per lo stesso motivo, James Write (River Phoenix). Avendo fatto entrambi tardi, i due non solo litigano ma sono costretti a rimandare l’audizione alla settimana prossima.

Ma se per James le cose sembrano mettersi bene perchè le sue canzoni piacciono immediatamente, per Miranda ci sono le prime delusioni.

Intanto conosce Linda Lue (Sandra Bullock) e Kyle (Dermot Mulroney), che sono già amici di James e con i quali anche Miranda fa amicizia; tra i quattro nasce un bel legame, e Miranda si sente sempre più attratta dall’irresistibile James, un tipo sicuro di sé, talentuoso, simpatico, ma anche sfuggente e sentimentalmente poco affidabile.

A sua volta, Kyle è attratto da Miranda ma suo malgrado dovrà fare un passo indietro nel vedere il feeling che c’è tra lei e il suo amico James.
Due amici che si contendono una biondina? Eh, è un classico e i due ragazzi lo sanno.
Ma lei farà la scelta giusta?

Ad unire tutti loro c’è il sogno di scrivere e cantare la canzone giusta, quella che si fa ricordare, che lascia a bocca aperta gli spettatori perchè capace di suscitare in loro emozioni intense.

E mentre James sembra scrivere dei successi uno dietro l’altro, Miranda continua a sentirsi dire no; cosa manca alle sue canzoni perchè siano emozionanti?

.
La ragazza forse deve imparare a scrivere col cuore, per se stessa prima che per piacere agli altri, deve esprimere quello che è dentro di lei, e a volte proprio le esperienze dolorose sono quelle che ispirano di più…

E cosa ne sarà dell’amore con e per l’irrequieto James? La sua apparente superficialità nasconde una grande insicurezza, che – unita alla voglia di far successo come musicista – potrebbe costargli l’opportunità di vivere un grande amore.

Un film "musicale" sul filo di un romanticismo tenero, vissuto sull’onda delle passioni e dei sogni giovanili, dove forse la vera e indiscussa protagonista è la musica, e il sogno di far di essa il centro della propria vita.

Le canzoni cantate da River e Samantha sono molto belle, un country irresistibile, nostalgico, di quello che ascolti nelle cuffie mentre sei solo davanti a un tramonto, o mentre sei tra le braccia di chi ami; le colonne sonore sono altrettanto belle, romantiche e un po’ malinconiche.

Sandra Bullock esuberante, Samantha Mathis carinissima e determinata, River sempre bello e dall’aria inquieta, pieno tanto di talento quanto di irrequietudine, che arriva e affascina per la sua voce, la sua gestualità e i suoi sguardi che bucano lo schermo, quel modo di fare sì sfuggente ma anche fragile e tenero, proprio di un ragazzo di 23 anni che aveva ancora tanto da dare al mondo del cinema, che ci ha lasciati davvero troppo presto e che pure, dopo un ventennio dalla sua morte, si fa ancora ricordare e amare.


Consigliato a chi ha voglia di un film romantico e fresco, con bella musica e in perfetto stile Anni Novanta.

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