Dieci anni dopo essere scappata dallo scantinato in cui è stata imprigionata per tre anni, Sarah è in realtà ancora schiava e prigioniera: dei propri incubi, delle proprie fobie e manie, dell'ossessione di essere ancora ed eternamente in pericolo. Ed infatti la sua peggiore paura rischia di ripresentarsi più terribile che mai....
DOPO
di Koethi Zan
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Longanesi Ed.
trad. A.Biavasco,
V. Guani
365 pp |
"Chi era stata più fortunata, fra noi due? Me l'ero chiesto tante volte. Jennifer almeno non soffriva più la solitudine. Io invece ero ancora chiusa nella mia cassa personale, sola e incapace di lasciarmi avvicinare dagli altri. Prigioniera di me stessa, delle mie paure, delle mie paranoie. Irreparabilmente segnata, in trappola".
Sarah Farber è una giovane donna che vive da sola in un appartamento a Manhattan; dieci anni prima è stata
vittima del folle rapimento di un essere che l'ha sottoposta a una serie di torture fisiche e psicologiche atroci, che hanno segnato la mente della ragazza, la quale, anche dopo la liberazione, vive rinchiusa tra le mura di casa, rifiutandosi di avere alcun tipo di relazioni sociali.
Ogni contatto umano la terrorizza, la ripugna, le provoca dolore e brutti ricordi, ed è consapevole come lei, da quel maledetto scantinato, non se ne sia mai andata davvero e definitivamente.
Eppure, nonostante la solitudine, i giorni spesi tutti uguali nell'appartamento (non esce neppure per la spesa o per andare a lavorare, fa tutto da casa), l'ossessione di non sentirsi abbastanza al sicuro, Sarah - che si fa chiamare Caroline, proprio per tenere più lontano possibile il suo passato, la sua vera identità - a modo suo "galleggia", tra le psicoterapie con la dottoressa Simmons e gli aggiornamenti dell'agente dell'FBI McCordy.
E proprio lui, un giorno, la informa che Jack Derber, il mostro che l'ha tenuta prigioniera per più di mille giorni, attualmente accusato e in carcere per rapimento, sta per essere rilasciato.
Sarah non può consentirlo, perché lei sa.
Sa perfettamente di cosa Derber sia capace e di come egli non sia soltanto un rapitore. È un assassino.
Sì perchè negli anni di prigionia, Sarah non è stata da sola: erano in tre tra quelle quattro spoglie mura, impaurite, affamate, e soprattutto sottoposte alle perversioni del loro carnefice, che metteva alla prova il loro corpo - già indebolito dalle pessime condizioni di vita, dalla scarsità di cibo, dalle torture... - e la loro mente, cercando di manipolarle, di controllarle, di sottometterle.
In realtà, all'inizio della prigionia erano in quattro: Christine e Tracy (che erano già lì da due anni), cui si aggiunsero Sarah e la sua amica Jennifer.
Sarah e Jennifer sono sempre state grandissime amiche, sin dall'infanzia, sono cresciute insieme e sempre insieme hanno stilato la loro Lista dei Mai, vale a dire di tutte quelle cose da evitare (o quelle precauzioni da prendere) per evitare di trovarsi nei guai, in balia di stupratori, malintenzionati, ed altre eventualità drammatiche; le due amiche hanno trascorso gli anni dell'adolescenza cercando di vivere più al sicuro possibile, non lasciando nessun particolare delle loro giornate al caso, ma anzi programmando tutto, ogni spostamento, ogni relazione e amicizia, ogni luogo in cui si trovavano, e tutto per sentirsi protette, cercando di prevedere ed evitare ogni possibile pericolo.
Ma è bastato andare all'università, ritrovarsi tra tante persone, in un contesto vivo e stimolante, per allentare tutti quei limiti che fino a quel momento avevano ridotto la loro libertà; e addirittura una sera, in barba a tutti i mai immaginati e scritti nero su bianco, salgono - senza farsi domande on accertarsi di alcunchè - su un'auto che credono essere un taxi... ma che si rivelerà essere guidata dal loro rapitore, Jack Derber.
L'uomo le porta nella squallida cantina di casa sua, in un luogo solitario e lugubre, e là Sarah viene incatenata, ritrovandosi assieme delle sue "compagne" di prigionia, mentre per la povera Jennifer le cose si mettono peggio perchè morirà per mano di Derber, tra sofferenze inaudite.
Ma il cadavere della sua amata amica non viene ritrovato quando le tre recluse vengono liberate, e in assenza di un cadavere l'imputato non può essere condannato per omicidio.
La sola speranza, per tenere Derber tra le sbarre, è ritrovare il corpo di Jennifer, e affinché questo accada c'è bisogno della testimonianza delle tre sopravvissute: Sarah, Christine e Tracy.
Le tre donne non sono rimaste in contatto, anzi si sono evitate come la peste; non solo, ma Sarah è consapevole di come le altre due - in particolare, Tracy - la detestino e non abbiano alcuna intenzione di ritrovarsela davanti.
Del resto, rivedersi aprirebbe ancora di più le ferite - in fondo, mai chiuse davvero - che le accomunano, riaprirebbe un vaso di Pandora doloroso che va assolutamente tenuto sigillato.
Ma il pensiero che Derber torni in libertà le scuote, così proprio la fobica per eccellenza, Sarah, trova la forza di riallacciare i contatti con le altre sopravvissute, nonostante l’odio che loro provano per lei e nonostante i segreti che le dividono.
E' arrivato il momento fatidico di mettere a posto tutti i tasselli che compongono il tragico puzzle della loro prigionia, per dare al dopo un senso, per riprendere finalmente in mano le proprie esistenze e chiudere definitivamente quel capitolo della loro vita infelice e spaventoso.
Ma per costruire ciascuno un dopo, Sarah e le sue "amiche" devono avere il coraggio di tornare indietro, in quell'inferno che ha stravolto la loro vita, perchè solo lì c'è la verità: quella verità che può liberarle dai demoni che le opprimono e che può inchiodare una volta per tutte Derber alle sue responsabilità.
Sarah convince Tracy (Christine - l'unica, almeno in apparenza, ad essersi rifatta davvero una vita, ora è mamma e moglie e conduce un'esistenza dorata e soddisfacente - si aggiungerà solo più tardi) a indagare per conto proprio, per cercare di scoprire quante più cose sulla vita di Jack, il quale - fino a prima di essere arrestato - aveva condotto un'esistenza normale (di giorno), lavorando come professore di psicologia, stimato e venerato dalle sue studentesse, circondato da assistenti e collaboratori devoti, e conducendo, intanto, delle presunte "ricerche" pseudoscientifiche al limite della follia e della crudeltà...
Assieme alle due donne conosciamo un torbido mondo notturno e "sotterraneo" fatto di soprusi, violenze, atroci mostruosità perpetrate nei confronti di povere ragazze indifese da parte di persone che sembrano normali, perbene, ma che in realtà nascondono segreti vergognosi, alcuni dei quali celati da finti interessi scientifici.
Questo romanzo ci racconta sì la follia degli uomini, il livello più basso e meschino di malvagità al quale essi possono giungere, ma ancor di più la forza delle donne, decise a fare giustizia, e il coraggio di andare fino in fondo, mettendo in gioco tutto, anche quando si rischia di perdere quel po' di certezze duramente conquistate.
"Dopo" è un thriller psicologico che affronta un tema drammatico qual è quello delle persone scomparse perchè rapite da mostri di crudeltà, che le strappano alla loro vita per farne ciò che vogliono, per renderle schiave delle loro squallide voglie e intenzioni.
L'ho letto con slancio e interesse perchè la ricerca della verità, volta a sviscerare il passato di Derber, è fitta e densa di particolari e accadimenti intricati, che hanno catturato il mio interesse di capitolo in capitolo; leggere i supplizi cui il carnefice sottoponeva le sue vittime è stata dura emotivamente, perchè, anche se mi trovavo davanti a una storia romanzata, mi rendevo conto di come purtroppo di gente psicopatica che gode nel far del male agli altri ce ne sia davvero.
In queste pagine veniamo a conoscenza di un universo oscuro in cui le vittime sono soggette a controllo mentale e manipolazione da parte dei loro aguzzini, il che significa che esse possono arrivare a commettere azioni che, in casi normali, non farebbero.
Ho seguito anche con una certa angoscia le avventure di Tracy e Sarah, che si trovano più di una volta in pericolo, rischiando di ricadere nell'incubo da cui erano scappate anni prima, e l'Autrice è brava nel raccontare quei momenti tenendo alto il livello di tensione.
Certo, in alcuni momenti ho avuto la sensazione che certe situazioni fossero un po' troppo artificiose e poco realistiche, e onestamente non ho trovato l'utilità, di "sigillare" il capitolo finale, sfidando il lettore a proseguire nella lettura per capire se le proprie ipotesi, su come potrebbe finire la storia, trovino conferma o meno, volendo creare suspense, quando poi è scontato che si desideri arrivare all'ultima pagina e ottenere ogni risposta.
Comunque, a parte questo particolare della fine, "Dopo" mi è piaciuto, perchè mi ha coinvolta emotivamente e ho proseguito nella lettura con molta curiosità; interessanti i profili psicologici delle protagoniste e del rapitore.
"La prigionia ti cambia nel profondo, ti fa regredire allo stato animale. Faresti qualsiasi cosa pur di non morire, pur di soffrire un po' meno del giorno prima".