Condito con le ricette delle sfide che lo hanno visto protagonista, insaporito da aneddoti da backstage e simpatiche curiosità, servito con uno stile frizzante, romanesco e sincero, il diario di viaggio di Chef Rubio ci svela un grande segreto: in cucina non importa che tu sia un cuoco stellato o un semplice appassionato, occorrono curiosità, amore per il cibo e la sua condivisione.
UNTI E BISUNTI. Viaggio nell'Italia dello street food
di Chef Rubio
Ed. Sperling&Kupfer 214 pp |
Mi capitava, le prime volte, di dare un occhio ai suoi programmi su DMAX e sul Nove (Unti e Bisunti, Camionisti in trattoria ecc...) ma senza soffermarmici più di tanto, anzi pensando si trattasse dell'ennesimo "programma di cucina", di quelli che nascono, si moltiplicano e abbondano su tutti i canali, a tutte le ore, a partire da celebri pasticcieri, passando per cucine e hotel da incubo e terminando con le sfide tra dilettanti appassionati di cucina, giudicati da professionisti del settore...
Insomma, ad essere sincera non sentivo il bisogno di conoscere un altro cuoco e un altro programma che nulla aggiungessero a ciò che già c'è in tv.
Finché un giorno non m'è scattata la curiosità; ho iniziato a seguire Rubio più che altro sui social, ho guardato e apprezzato moltissimo l'ultima trasmissione che l'ha visto protagonista sul Nove (Alla ricerca del gusto perduto) e... e boh, m'è salita la smania di recuperare quello che di lui mi ero persa in tv fino a quel momento.
E ho capito che a me Chef Rubio piace.
Mi piace il suo modo di raccontare il cibo, i luoghi visitati, le persone, le tradizioni culinarie di un posto - quelle antiche, che ancora resistono in alcuni angoli di mondo, nonostante il tempo passi e certe abitudini e modi di cucinare inevitabilmente cambino, diventando più... "raffinati" e adeguandosi a nuove esigenze e tecniche di cucina.
Il modo che ha Chef Rubio di presentarsi al pubblico - diretto, anticonvenzionale, ironico, autentico, rustico - è ciò che lo rende diverso dai suoi colleghi e, se piace, piace principalmente proprio per questo, almeno per come la vedo io.
Se c'è una cosa che emerge dall'approccio di Rubio all'universo cibo è il suo voler trasmettere una certa idea di cucina, che poi è quella che lui condivide: immersa nei luoghi e influenzata dalle persone che col cibo c'hanno a che fare tutti i giorni e da una vita.
E solo uno chef che di schizzinoso non ha nulla, che non storce il naso davanti a piatti e specialità dai sapori... non forti, di più, può andarsene in giro con i suoi fornelli per tutta l'Italia assaggiando di tutto e sfidando le leggende dello street food all'insegna del piacere estremo.
"...non è un caso che abbia scelto lo street food (...). Perché il cibo di strada (...) rispetta il passato e fa parte del folklore locale. Usa ingredienti tipici e li prepara in maniera artigianale. Informale, pronto, poco costoso. Questo, per me, è il cibo più vero".
Questo libro è una sorta di diario in cui Gabriele Rubini ci racconta a modo suo l'avventura professionale e umana che ha accompagnato i suoi viaggi da Nord a Sud lungo il nostro stivale girando le puntate della prima stagione di Unti e bisunti, e infatti qui ritroviamo le persone incontrate, le usanze e la storia dei cibi più tipici e più gustosi da mangiare per strada, e ogni tappa prende il via con la perlustrazione dei luoghi da parte di Rubio, il suo giro per vie, piazze e mercati lasciandosi guidare dall'olfatto, alla ricerca di piatti-sfida indimenticabili, per i quali è indispensabile rifornirsi di materia prima di qualità per realizzare le pietanze nel modo più fedele possibile.
Alla fine di ogni capitolo ci sono le ricette originali dei personaggi sfidati, che ci ricordano come in ogni piatto, in ogni sapore, in ogni ingrediente locale usato, c'è tutto un mondo dentro, c'è la storia di una città, di un paese, ci sono i racconti delle persone che hanno arricchito quest'esperienza... e, per me che ho imparato ad amare le trasmissioni di Rubio, è un modo per ripercorrere il viaggio gastronomico apprezzato già in tv.
L'unico problema è che mentre leggevo - che fossero le sette di mattina mentre mi recavo a lavoro, o all'una di pomeriggio mentre tornavo a casa da lavoro, non cambiava nulla - mi veniva fame, unita ad una gran voglia di visitare gli stessi posti e assaggiare le stesse cosette divorate da Rubio. Invidia pura.
Chef Rubio valorizza il cibo di strada, il modo di cucinarlo e tutto quello che c'è dietro, e questo mi piace e ci ricorda che attorno all'arte del mangiare convergono il nostro passato e il nostro presente, che il cibo è condivisione e cucinare per gli altri è una forma di amore; così tra queste pagine, corredate da istantanee prese dalle puntate, mi son ritrovata davanti al panino con il lampredotto, quello con la milza, il cuoppo di alici, la cicerchiata... roba fritta, unta, gustosa, decisa nei sapori, sfiziosa (sbizzarritevi pure con gli aggettivi) e che poco poco ti fa venire voglia di percorrere le orme di fra' Rubio lungo il cammino dei "santuari gastronomici italiani" per riscoprire la fede nel buon cibo - quello di strada, nel nostro caso.