lunedì 19 luglio 2021

Recensione: COSA NOSTRA SPIEGATA AI RAGAZZI di Paolo Borsellino (prefaz. Salvatore Borsellino)


Il 19 luglio 1992 in via D'Amelio, a causa di un attentato mafioso, trovano la morte il giudice Paolo Borsellino e gli agenti della scorta Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina.
Da allora sono passati 29 anni ma l'esempio e il sacrificio di uomini dello Stato, che hanno fatto della lotta alla criminalità organizzata il fulcro delle proprie esistenze, sono immutati e ricordarli è un dovere.


COSA NOSTRA SPIEGATA AI RAGAZZI è la trascrizione della lezione che il giudice Paolo Borsellino tenne nel 1989 in occasione di un incontro con gli studenti di un liceo di Bassano del Grappa.

Il fratello Salvatore ha voluto riportare le parole di Paolo sulla mafia perché arrivassero ai giovani, in quanto esse sono ancora attuali e meritevoli di attenzione e riflessione.
54 pp

Nel 1989 la seconda guerra di mafia aveva insanguinato la Sicilia e imposto sull’isola la dittatura armata dei corleonesi di Riina.

Con parole semplici, chiare e dirette, il magistrato comincia col parlare ai ragazzi di cultura della legalità, di quanto essa sia importante e di come debba essere oggetto di discussione a scuola perché parlarne vuol dire trasmettere alle giovani generazioni il concetto che in uno Stato ci sono delle leggi e queste devono essere osservate e non per la "semplice" paura della sanzione, ma per una questione di senso civico, di giustizia.

Borsellino solleva una questione delicata: l'assenza dello Stato e di risposte pronte ed efficaci ai tanti problemi dei cittadini ha fatto sì che gran parte del Meridione d’Italia (e soprattutto la Sicilia) si sia sentita lontana, estranea allo Stato, e quando un cittadino comincia per una qualsiasi ragione a ritenersi estraneo alle istituzioni, può accadere che smetta di osservare i comandi che da queste istituzione promanano, a infrangerli e a cercare strade diverse (e apparentemente più comodo e veloci) per risolvere i propri problemi.

Le organizzazioni di tipo mafioso traggono forza proprio da queste lacune istituzionali, proponendosi come una sorta di risposta alternativa alla sfiducia verso lo Stato, promettendo di dare una soluzione alle difficoltà di cui esso non si cura.

Con il suo modo di esporre il proprio pensiero in maniera schietta, Borsellino arriva a dire che "lo Stato italiano non si è mai preso veramente carico dei problemi della giustizia", e non solo...:

"La verità è che vi è stata una delega inammissibile a magistrati e polizia di occuparsi essi soli della mafia, poi lo Stato non ha fatto sostanzialmente nulla; non ha fatto nulla per creare un’amministrazione della giustizia efficiente in senso soprattutto civile, a cui il cittadino si potesse rivolgere quando doveva risolvere i suoi problemi..."

A proposito di questo, egli dice che in quanto magistrato non si sente protetto dallo Stato, perché il fatto di aver lasciato ogni responsabilità di lotta alla mafia a magistratura e forze dell'ordine ha portato automaticamente ad una loro sovraesposizione, per cui nella mentalità del criminale, togliendo il magistrato fastidioso di turno o i poliziotti che si occupano di mafia, si elimina il nemico numero uno (se non l'unico) della mafia.

Borsellino ricorda poi come a dare un ulteriore slancio all'enorme potenza economica che la mafia ha acquisito negli anni sia stato il traffico di sostanze stupefacenti.

Rispondendo alle domande degli studenti, egli espone il proprio pensiero sul fatto che il carcere possa o meno davvero essere un luogo in cui il criminale trovi la strada della redenzione; accenna al pentitismo, e alla indiscussa utilità della figura del pentito, le cui dichiarazioni possono offrire la chiave di lettura del fenomeno mafioso.

Salvatore Borsellino, nell'introdurre la trascrizione delle parole di suo fratello, ricorda come egli avesse ammesso che Palermo non gli piaceva, ma proprio per questo imparò ad amarla, "perché il vero amore consiste nell’amare ciò che non ci piace, per poterlo cambiare".

Paolo, ci dice ancora Salvatore, era pazzo d’amore, "di quell’amore che ha ispirato tutta la sua vita e ne ha determinato tutte le scelte, come quella di restare al suo posto anche quando avrebbe dovuto rendersi conto che pezzi deviati di quello stesso Stato a cui aveva prestato giuramento stavano tramando per ucciderlo."

Le sue parole, rivolte a quegli studenti ma che risuonano attuali ancora oggi, tanto alle orecchie dei ragazzi quanto degli adulti, rivelano il suo ottimismo e la fiducia che egli riponeva, per il futuro della sua lotta, proprio nei giovani.

Uno scritto breve ma denso di importanti verità e di riflessioni che possono aiutarci a tener desta la nostra coscienza per imparare a riconoscere la mafia in tutte le sue manifestazioni, dalle più eclatanti a quelle più nascoste e, per questo, insidiose.

venerdì 16 luglio 2021

Recensione: CHI MANDA LE ONDE di Fabio Genovesi



Un'altalena di fatti surreali, personaggi particolari e bizzarri, un mare di parole nel quale è facile annegare, momenti buffi alternati ad altri assurdi o tristi...: questo romanzo mi ha provocato una sorta di "mal di mare letterario"; non se questa espressione renda l'idea di ciò che ho provato (e che cercherò di spiegarvi)... ma a me questo hanno mandato le onde.


CHI MANDA LE ONDE
di Fabio Genovesi



Mondadori
391 pp
Luna è una bimba albina e, da quando ne ha memoria, i suoi capelli praticamente bianchi, la faccia pallida, gli occhi di un chiaro che più chiaro non si può... le hanno sempre attirato addosso sguardi curiosi, a volte compassionevoli (da parte degli adulti), altre volte di scherno (da parte dei coetanei).
La sua vita, però, scorre piuttosto serena a Forte dei Marmi, con mamma Serena e il fratello maggiore Luca, tanto bello quanto intelligente e super adorato da tutti.

Luca: il fratello, il figlio, l'amico, il fidanzato, l'alunno... che tutti vorrebbero. Perfetto, saggio, simpatico, allegro, inconsapevolmente affascinante, la mamma non sa dirgli mai di no, i professori ne sono ammaliati, le ragazze gli sbavano dietro. Insomma, tutti amano Luca.

E il ragazzo è al centro del cuore di mamma Serena, che - per carità - ama infinitamente pure la piccola Luna, ma è inevitabile che sia innamorata pazza di questo figlio, che lei ha cresciuto (come pure Luna) senza l'aiuto del loro padre.

Luca ama raccontare storie meravigliose alla sorellina e ama anche viaggiare, così a un certo punto comincia a chiedere alla madre di mandarlo in vacanza a Biarritz; lei non vuole (dopotutto è ancora minorenne), ma un professore - Sandro - intercede presso Serena e la donna acconsente.

Ma quel viaggio traccerà un drammatico spartiacque tra la vita di prima e quella di dopo, e sconvolgerà il quotidiano di Luna e sua madre.

Eppure, la vita, come il mare con le sue onde, riserva sempre sorprese, alcune belle altre meno, ma che importa? 
Ciò che a Luna interessa è continuare a cercare le mille cose straordinarie che il mare porta a riva per lei. 

A dare movimento alle giornate di Luna ci pensano vari personaggi che ruotano attorno a lei e alla sua mamma.

C'è Zot, un bimbo misterioso arrivato da Chernobyl con la sua fisarmonica stonata; vive con un signore burbero e bestemmiatore, Ferro, e si ostina a chiamarlo "nonno" nonostante l'uomo ci tenga a precisare che quel ragazzino radioattivo non è suo parente.
Zot è un bambino particolare, soprattutto nel modo di parlare: pur non essendo italiano, parla la nostra lingua meglio di tanti italiani; non solo, ma il suo linguaggio è forbito, ultra corretto e ricco di vocaboli ed espressioni che probabilmente tanti coetanei non conoscono. Si comporta come se fosse più grande di quello che è, è saggio, prudente, schietto e con Luna ha in comune una cosa triste: l'emarginazione.
Sì, perché entrambi i ragazzini vengono sbeffeggiati e/o isolati dai compagni di classe, per cui allacciano amicizia tra loro, provando a sentirsi meno soli ed incompresi.

C'è Sandro, il prof di inglese che abbiamo citato più su a proposito di Luca; Serena ha le proprie ragioni per detestarlo, mentre Sandro ne è perdutamente innamorato.
Quarantenne imbranato, vive ancora con i genitori, sua mamma lo coccola e lo vizia come se fosse ancora un bimbo piccolo; a scuola non va benissimo perché gli studenti non lo prendono molto sul serio e in più ha solo due amici, più inetti e sfigati di lui, Marino e Rambo, due adulti che parlano e si comportano come se avessero dodici anni.

Le vicissitudini che vedono coinvolti questi personaggi - principali e non - ci vengono  narrate in modo un po' confusionario, passando da un fatto all'altro, ma il problema per me non è stato quello, quanto il fatto che sono proprio gli episodi che compongono la trama ad essere un po'... come dire, messi così, alla rinfusa, e per di più assurdi...
Dico, ci fosse un personaggio "normale"...! Capisco che "normalità" non sia necessariamente una bella parola, e mi sta bene pure che ci sia un che di singolare in ciascuno di loro, il che quantomeno dà vita a circostanze buffe, in alcuni casi anche piuttosto divertenti.

In particolare, confesso di aver provato molta simpatia per Zot e Ferro: il primo così giovane e così "vecchio dentro", educatissimo, affettuoso, sinceramente entusiasta di ogni piccola grande scoperta, con quel suo modo di parlare "da grande" e il suo voler bene senza riserve a quel "nonnino" che invece gliene dice di cotte e di crude; Ferro mi ha fatto ridere un sacco, tra parolacce, frasi spinte, urla, paranoie su spie russe e una schiettezza da sforare nella maleducazione.

Sandro è un personaggio irritante, non l'ho sopportato; indolente, inetto, bugiardo per troppa viltà (combinerà qualche guaio pur di cercare di avvicinare Serena, che non lo può soffrire), un bambinone senz'arte né parte che aspetta che qualcosa di buono gli accada per caso o gli cada dal cielo..., o forse pure lui spera che le onde gli mandino un segnale interessante che gli diano una svegliata.
I suoi amici e i momenti in cui essi sono protagonisti di qualche scena sono quelli che forse ho trovato ancor simpatici, mi hanno irritata non poco, compreso un particolare (riguardante la mamma di uno dei due) che in teoria avrebbe dovuto dar adito a situazioni spassose e invece mi ha fatto sospirare di nervosismo.

Un altro particolare assurdo riguarda il padre di Luna e Luca; ovviamente non spoilero, però è chiaro che l'Autore ha voluto renderci noto cosa è accaduto quando le due creature sono state concepite ma, per quanto mi riguarda, la narrazione di questo aspetto del passato ha un che di .... fiabesco? surreale? Mi ha lasciato un po' così, dubbiosa.

Vabbè, avrete capito che è un po' tutto surreale, i personaggi sono troppo sopra le righe, finendo per risultare troppo poco veri; ho letto questo libro con molta lentezza perché, ahimè, quando lo lasciavo poi non avevo gran voglia di riprenderlo; l'ho terminato perché a un certo punto volevo conoscere l'epilogo, ma mentirei se vi dicessi che mi ha rapito.

In conclusione, ho trovato il romanzo artificioso, come se fosse un esercizio di stile, pieno di parole e dettagli secondo me inutili alla narrazione; ok il voler dare carattere e originalità ai personaggi, ma ho avuto l'impressione che l'Autore calcasse troppo la mano e che quindi essi risultassero più inverosimili che originali.

Detesto scrivere pareri negativi, ma non posso esimermi dall'essere sincera; di positivo ho trovato questi aspetti: diversi passaggi mi sono piaciuti, sia perché erano più scorrevoli di altri e in quei momenti la lettura era più fluida, sia per la bellezza e la profondità di contenuti; per me Luna e Zot sono gli unici personaggi simpatici e la loro amicizia mi ha fatto tenerezza; Ferro mi ha fatto ridere con le sue sparate senza peli sulla lingua, la sua scarsa delicatezza nel rivolgersi a chiunque, che inevitabilmente accendeva litigi. 

Per il resto, non posso dire che promuovo questo romanzo di Genovesi perchè, nel complesso, mi ha annoiata o irritata.
Ahimè.



Qualche citazione: 

"Mi sa che il problema non sono le bugie. il problema è la verità, che fa proprio schifo"

"Succede a tutti di perdersi, ma non è un male. Solo quando ti perdi puoi trovare le cose più belle."

Te l’avessero chiesto prima, cos’è il dolore, avresti detto che è una belva malefica, che ti salta addosso e ti graffia, ti morde, ti squarta. E avresti detto una cazzata. (...) Ora ha riempito la tua vita. Anzi, no, una vita non ce l’hai più, adesso il dolore è la tua vita, e hai capito che non ti salta addosso come una belva, il dolore non ha fretta. (...) Il dolore vero invece non arriva da un punto preciso, lui ti sta tutto intorno come il mare quando è mosso, un mare profondo e buio pieno di onde altissime che arrivano da tutte le parti. La corrente ti porta un po’ di qua un po’ di là, poi arriva un’onda più alta e ti travolge e vai sott’acqua, e non respiri e non sai più dove sei, da che parte è il fondo e dove la superficie, e cosa sono queste cose molli e viscide che ti si appiccicano ai polsi e alle gambe e ti portano giù. Allora ti lasci andare e affondi per sempre, e tutto gira più forte e insieme più piano, senti il cuore che batte lento nelle orecchie e il respiro che finisce, e proprio mentre stai per affogare, ecco che l’onda passa e ti ritrovi con la testa fuori dall’acqua, respiri e sei ancora qui, ma dove non lo sai.


mercoledì 14 luglio 2021

Recensione: TULIPANI di Francesco Nicolò

 

Il pensiero di due ore trascorse - per decisione dei genitori - a far compagnia al proprio nonno, burbero e sboccato, con cui si ha poca confidenza, non dev'essere il massimo per un undicenne, la cui giovanissima vita scorre in modalità touch screen attorno ai social. Ma magari, chissà...!, potrebbe rivelarsi un'occasione inaspettata per conoscersi un po'.


TULIPANI
di Francesco Nicolò

self-publishing
74 pp

Tra una protesta accennata ma smorzata immediatamente e uno sbuffare continuo, Federico non può che arrendersi all'evidenza dei fatti: resterà un'intera giornata con il nonno Lorenzo, anziano e malato, sempre taciturno, triste o distratto.
Insomma, roba deprimente, ecco. Menomale che a fargli compagnia ci sarà il tablet, così le ore di silenzio saranno meno pesanti da passare!

Peccato che il nonno quel giorno è in vena di chiacchiere!

I modi spicci, scontrosi, la risata sguaiata ci sono sempre, ma in più si è riscoperto chiacchierone.
E uno come lui non può che divertirsi a spiazzare quell innocente nipotino tutto concentrato sul tablet, che guarda con noncuranza i magnifici tulipani di Lorenzo e che risponde con sufficienza alle parole del vecchio.
Consapevole di attirare l'attenzione di Federico, spara una dichiarazione tanto bislacca quanto imbarazzante: "Ho perso la verginità con una escort".

Così, di punto in bianco e senza un apparente motivo.
Del resto, la motivazione dietro un'informazione del genere è una sola: Lorenzo ha voglia di sbottonarsi un po', di raccontare qualcosa di sè a questo nipote che conosce poco e che lo conosce ancora meno.

Senza preavviso e con un ghigno sardonico e divertito stampato in faccia, il nonno si lascia andare al racconto della sua lontana giovinezza e lo fa senza giri di parole e con schiettezza; per catturare l'attenzione del suo giovanissimo uditore, il vecchio rispolvera ricordi antichi, distanti cinquant'anni dal suo noioso presente, e narra di memorie intime appartenenti al suo tumultuoso passato sentimentale. 

Ora che è in là con gli anni, Lorenzo sembra sfacciato e sicuro di sè, ma c'è stato un periodo (e non breve) della sua vita in cui è stato un ciccione sentimentalmente sfigato.

Timido al limite dell'imbranataggine, Lorenzo a trentacinque anni non ha una fidanzata, non ha avventure... e soprattutto non è mai stato in intimità con una donna.
Non solo: è terrorizzato all'idea di trovarsi in una situazione del genere. Sa già che non saprebbe affrontarla e questo lo fa star male. 
E poi a quale donna potrebbe mai piacere un tipo come lui, grasso e sfigato?

Ma ormai è deciso a togliersi di dosso la sua ingombrante verginità, e se non riesce ad abbordare una donna e a conquistarla, allora vorrà dire che la pagherà.
Ci sarà una prostituta disposta ad andare oltre i cumuli di tessuto adiposo e a fare sesso con lui, dietro compenso economico?

Per non sbagliare, si rivolge ad un'agenzia di escort, che gli manda una bella signorina, che dice di chiamarsi Cristina.
Affascinante e accomodante, la professionista dell’amore cerca in ogni modo di mettere a suo agio il cliente, il quale suda copiosamente al pensiero di dover fare "quella cosa là" con la donna.
Per vincere ogni imbarazzo e reticenza, i due cercano di passare il tempo in modo tranquillo, senza pensare al sesso, anche perché Cristina capisce subito che Lorenzo è un omone particolare, che non va forzato a fare qualcosa per cui non è pronto.
Tanto, se deve accadere, accadrà...

Tra i due si instaura, quindi, un rapporto strano e singolare, ma anche tenero, sincero: una sorta di amicizia, un legame fatto soprattutto di rispetto.

Riuscirà il timidissimo e inibito Lorenzo a lasciarsi andare, superando paure e insicurezze?

Lorenzo racconta, e ogni tanto è costretto ad interrompere la narrazione a motivo delle domande curiose di un nipote stupito e ormai completamente attento alla voce di quel vecchio bizzarro, che a quanto pare ha qualcosa di interessante e, per certi versi, buffo da condividere.
Il ragazzino non avrebbe mai immaginato che quello sconosciuto nonno burbero e solitario avesse questo genere di ricordi nascosti nella sua testa, e ascoltandolo sente crescere una connessione con lui, nonostante le esistenze decisamente opposte e il gap generazionale non indifferente.

Assistiamo al confronto tra nonno e nipote, silenziosamente presenti come i bellissimi tulipani di Lorenzo, e ci troviamo a sorridere perché il racconto nostalgico non ha nulla di patetico, di mieloso, di triste, tutt'altro: è attraversato da ironia, consapevolezza di se stessi, delle proprie fragilità e paure e, se c'è malinconia, è rispetto al dolce ricordo di questo rapporto sui generis con la sua gentile e comprensiva prostituta.

"Tulipani" è un romanzo breve che, in un avvicendarsi di presente e passato, partendo dal rapporto tra i protagonisti, separati da due generazioni ed estranei l'uno all'altro fino a quel momento, indaga il sentimento tra due adulti nato e consumatosi decenni prima, e lo fa con un tono volutamente umoristico, ironico, in cui avvertiamo che il Lorenzo anziano quasi prende bonariamente in giro il se stesso di cinquant'anni prima, chiamandosi ciccione, sfigato e pateticamente vergine, terrorizzato all'idea di mostrare ad un'altra persona quel suo corpo sgraziato, grosso e grasso, convinto di non poter che suscitare ribrezzo e/o scherno. 
Ma a volte la vita ci stupisce in positivo e capita che sulla nostra strada ci metta le persone giuste, che sanno come prenderci, come farci sentire un po' meno sbagliati e degni di ricevere comprensione, amore, attenzioni.

È un romanzo che si legge tutto d'un fiato perchè ha il merito di essere molto scorrevole, di intrattenere con piacevolezza il lettore con una storia che fa sorridere ma anche riflettere. Una lettura particolare che non delude i lettori.


martedì 13 luglio 2021

LIBRI IN ARRIVO: LA FAMIGLIA DEL PIANO DI SOPRA di Lisa Jewell || LA VOCE DI ROBERT WRIGHT di Sacha Naspini



Un paio di anteprime che mi interessano ^_-

La prima è un thriller di Lisa Jewell, di cui ho letto ELLIE ALL'IMPROVVISO (RECENSIONE).


La famiglia del piano di sopra (Ed. Neri Pozza, trad. A. Biavasco, V. Guani, 334 pp, 18 euro, USCITA 22 LUGLIO 2021).


A Cheyne Walk, una delle strade più eleganti di Chelsea - il quartiere in cui vive la buona società 
,

londinese -, vivono i Lamb.
In seguito ad una una telefonata anonima che segnalava un possibile triplice suicidio, gli agenti di polizia accorrono al numero 16 di Cheyne Walk e trovano sul pavimento della cucina i corpi dei coniugi Martina e Henry Lamb e di un terzo uomo non identificato. 
In una camera al primo piano, c’era una bambina di circa dieci mesi in buone condizioni di salute, con una zampa di coniglio sotto la copertina della culla. 
 I vicini testimoniano che da alcuni anni in quella casa abitavano molti bambini e diversi adulti, tutti misteriosamente svaniti nel nulla, compresi i due figli maggiori dei Lamb.
Una vicenda di cronaca nera irrimediabilmente consegnata al passato per Scotland Yard, una ferita tragicamente riaperta per Libby, ovvero Serenity Lamb, la bambina che venticinque anni prima era stata adottata dai signori Jones, diventando Libby Jones.
La giovane donna ha ereditato la casa di Cheyne Walk e, con lei, il suo spaventoso passato, un passato fatto di indagini senza sbocco, tracce di sangue e DNA sconosciuti, messaggi e strane scritte sui muri, pannelli segreti e un orto di piante officinali, alcune delle quali erano state usate per il palese suicidio collettivo dei suoi genitori.
Cos’è accaduto davvero tra quelle mura? Che fine hanno fatto gli altri abitanti della casa di Chelsea? 
E, soprattutto, in che modo quei drammatici eventi hanno a che fare con gli strani rumori che Libby sente provenire dal piano di sopra, benché sia certa di essere sola in quella strana e tetra dimora? 

Avvincente, claustrofobico thriller psicologico, che, tra suspense e colpi di scena, riesce a tenere il lettore inchiodato alla pagina, La famiglia del piano di sopra costituisce una splendida conferma del talento dell’autrice di Ellie all’improvviso.


Il secondo libro uscirà in autunno ed è di Sacha Naspini, di cui ho letto OSSIGENO (RECENSIONE): 

LA VOCE DI ROBERT WRIGHT (Ed. E/O, 304 pp, USCITA 6 OTTOBRE).


immagine presa
dal profilo IG dell'Autore
Le Case è un borgo millenario scavato nella roccia dell'entroterra maremmano, paese morente, trappola di provincia. 
Un microcosmo di personaggi che si trascinano in un gorgo di giorni sempre uguali. 
Fino a quando la piccola comunità non viene sconvolta dall'arrivo di Samuele Radi, nato e cresciuto nel cuore del borgo vecchio e poi fuggito nel mondo. 
Il suo ritorno a casa è l'innesco che dà vita a questo romanzo corale: la storia di un paese dove ognuno è dato in pasto al suo destino, con i suoi sprechi, le aspettative bruciate, le passioni, i giochi d'amore e di morte. 
Perché a Le Case l'universo umano non fa sconti e si mostra con oscenità. Ogni personaggio lascia dietro di sé una scia di fatti e intenzioni, originando trame che si incrociano, si accavallano, si scontrano dopo tragitti capaci di coprire intere esistenze. 
A Le Case si covano segreti inimmaginabili, si ammazza, si disprezza, si perdono fortune, si tramano vendette, ci si raccomanda a Dio, si vendono figli, si vive di superstizioni, si torna per salvarsi, si tradisce, si ruba, ci si rifugia, si cerca una nuova vita, si gioisce per le disgrazie altrui. Talvolta, inaspettatamente, si ama.

sabato 10 luglio 2021

Le mie letture più belle nella prima metà del 2021 (gennaio-giugno)



Buongiorno e buon sabato!!

Eccomi a tirare le somme delle mie letture della prima metà del 2021 (QUI ci sono le recensioni da gennaio in poi).


NARRATIVA CONTEMPORANEA


Di questa categoria - generica, mi rendo conto - ho letto diversi libri e molti di essi mi resteranno a lungo in testa e nel cuore; nella lista dei miei preferiti (che corrispondono alle letture che mi hanno emozionata maggiormente), è difficile eleggere il vincitore di categoria ma... lo farò, perché nella vita siamo chiamati sempre a fare delle scelte :-D


Non posso non menzionare FIORE DI ROCCIA di Ilaria Tuti per avermi fatto conoscere "le portatrici carniche" e il loro importante contributo durante la prima guerra mondiale;  e poi sono contenta di essermi avvicinata a questa scrittrice, di cui leggerò sicuramente altro!

Dal punto di vista emozionale, tre dei libri che mi hanno travolta maggiormente e che ho letto con voracità perchè non riuscivo a staccarmene, sono stati:

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  • L'ARCIPELAGO DEL CANE di Philippe Claudel, che è in cima alle mie preferenze  (insieme al successivo): un romanzo dalle tinche fosche, cupe, che parla alla coscienza di ogni uomo, al suo senso di giustizia, alla sua voglia di cercare la verità, inducendolo ad interrogarsi su quanto grave sia la strada dell'indifferenza: in quale abisso di solitudine, di aridità, di brutalità è capace di scendere l'essere umano quando si fa guidare dall'indifferenza, quando girando il capo dall'altra parte, smette di considerare i propri simili degni di amore, rispetto, solidarietà, compassione?

  • LA SPINTA di Ashley Audrain è primo ex-aequo con il precedente romanzo, perché anch'esso mi ha tenuta incollata; le tematiche e il genere sono differenti, ma è della medesima intensità il coinvolgimento. Tutto ruota attorno alla maternità, quale esperienza meravigliosa ma al contempo complessa da tutti i punti di vista, e man mano emergono altri filoni tematici ad essa collegati (ad es. l'importanza della propria storia familiare, della genetica), che danno vita ad un intreccio narrativo ricco di suspense e colpi di scena.

  • L'AMORE E LE FORESTE di Eric Reinhardt perchè le vicissitudini e le sofferenze vissute dalla protagonista mi hanno indignata e suscitato molta pena.

TOTALE LIBRI LETTI IN QUESTA CATEGORIA: 24



THRILLER/NOIR/GIALLO


Ho letto meno thriller/noir rispetto a quanto avrei desiderato, considerando che è tra i miei generi preferiti.

Scegliere il primo in classifica è arduo, perchè questi che vi menziono mi son piaciuti moltissimo per svariate ragioni:

  • CORPO ESTRANEO di Stefania Sperandio per la sua coraggiosissima e tostissima protagonista;
  • IL TRIBUNALE DELLE ANIME di Donato Carrisi perché i suoi non sono libri ma labirinti narrativi, in grado di sorprenderti, inquietarti, confonderti;
  • ,
    LA MIA PREDILETTA di Romy Hausmann per la tensione emotiva che sale sale sale... e tiene col fiato sospeso fino alla fine;
  • MASTRO TITTA E L'ACCUSA DEL SANGUE di Nicola Verde: ecco, mi sa che il vincitore di categoria è lui, in quanto l'Autore, mescolando con sapienza il giallo/noir con il romanzo storico, ha giocato due carte vincenti, per quanto mi riguarda, cioè l'ambientazione della storia nella Roma della seconda metà dell'Ottocento e il protagonista, il misterioso boia papalino Mastro Titta.

TOTALE LIBRI LETTI IN QUESTA CATEGORIA: 7


FANTASY/PARANORMAL


Come dico spesso, è un genere che non amo alla follia, e quando mi capita di leggere libri appartenenti al filone fantasy (in tutte le sue infinite varianti) è perché perlopiù accetto proposte da Uffici stampa/Case editrici e autori; voi mi chiederete: "Puoi sempre di dir di no, se proprio non ti piacciono", e invece io dico sì sostanzialmente per due ragioni: per non precludermi la possibilità di leggere libri che, di mio, non sceglierei ma che potrebbero sorprendermi; "costringermi" a variare nelle letture, perché fosse per il mio istinto opterei sempre per drammoni famigliari o storie di serial killer e persone scomparse.

Questo discorso vale anche per i romance.

Ed è il caso (anche) di questi due romanzi (Il cerchio di pietre di Enrico Graglia è un dark fantasy con incursioni horror; Elbrus di Capocasa-di Clemente è un distopico/fantascientifico) che mi sono piaciuti più di tutti perché li ho trovati forniti di trame strutturate molto bene, con sviluppi narrativi interessanti, scritti con un linguaggio chiaro e pertinente.


RECENSIONE
RECENSIONE

 


TOTALE LIBRI LETTI IN QUESTA CATEGORIA: 7


ROMANCE


Non ho letto molti romance, ma quelli in cui mi sono imbattuta sono stati carini e piacevoli; tra tutti, vince questo perché bilancia il romanticismo con una vena ironica e frizzante.

RECENSIONE


TOTALE LIBRI LETTI IN QUESTA CATEGORIA: 4


MANUALI/SAGGISTICA


Devo dire che sono state letture che, quanto a livello di interesse stimolato, si equivalgono.


TOTALE LIBRI LETTI IN QUESTA CATEGORIA: 6



BIOGRAFICO


Ho apprezzato molto i racconti dell'avvocato Shehadeh e dell'architetto Amiry (SHARON 
RECENSIONE
 E MIA SUOCERA), entrambi palestinesi, che testimoniano - seppur con "toni" differenti - delle enormi difficoltà e delle tante forme di ingiustizia che ogni giorno e da troppi anni è costretto a 
 subire il popolo palestinese nei territori occupati da Israele.


Significativa e toccante la testimonianza di fede e conversione di Stan Telchin, ebreo che ha riconosciuto Gesù Cristo quale Messia (TRADITO!).


TOTALE LIBRI LETTI IN QUESTA CATEGORIA: 5



INCHIESTA/REPORTAGE


Tutti e tre i libri di questa categoria meritano di essere ricordati:

  • DIECI GIORNI IN MANICOMIO di Nellie Bly  perchè ha dischiuso il velo sulla realtà dei manicomi femminili in un periodo storico in cui versavano davvero in brutte condizioni;
  • L'INFERNO DI TREBLIKA di Vasilij Grossman per aver contribuito a rendere noti gli orrori del nazismo;
  • MIA SORELLA EMANUELA di Fabrizo Peronaci e Pietro Orlandi per l'instancabilità e la tenacia nel pretendere la verità su ciò che è accaduto alla cittadina vaticana in quel 22 giugno 1983.

TOTALE LIBRI LETTI IN QUESTA CATEGORIA: 3



LETTERATURA PER BAMBINI/RAGAZZI


Tre volumetti ho letto, appartenente a questo genere, nei primi sei mesi di quest'anno e tutti della medesima autrice, Annarella Asuncion Morejon, e ne ho apprezzato sia le storie - simpatiche, divertenti ed educative - sia le colorate e belle illustrazioni. 



TOTALE LIBRI LETTI IN QUESTA CATEGORIA: 3


POESIA



Tra le tre raccolte poetiche, ho preferito senza dubbio quella di Viviana Rizzo, una poetessa giovane ma con le idee chiare e in grado di esprimere la propria ricca interiorità attraverso il linguaggio poetico.

RECENSIONE


TOTALE LIBRI LETTI IN QUESTA CATEGORIA: 3



CLASSICI

Purtroppo i classici li ho messi da parte da qualche anno a questa parte, e un po' mi spiace, visto che l'amore per la lettura lo devo anche a loro; c'è stato un periodo, infatti, negli anni universitari, in cui leggevo quasi esclusivamente classici. Ad ogni modo, ho letto solo questo romanzo di Zola, THÈRÉSE RAQUIN.

TOTALE LIBRI LETTI IN QUESTA CATEGORIA: 1



Ho letto un totale di 65 libri da gennaio a giugno, e di 11.962 pagine.

giovedì 8 luglio 2021

Recensione: LA PERCENTUALE DELL'ANGELO di Orazio Santagati



L'affascinante tema dei viaggi nel tempo e nello spazio viene affrontato da Orazio Santagati con molta originalità e inserito all'interno di una storia ricca di suggestioni, di riflessioni filosofiche, esistenziali e psicologiche che fanno da cornice ad una storia d'amore, tanto turbolenta quanto tenera, basata su un sentimento che travalica tenacemente ogni barriera spazio-tempo, perché le emozioni, i sentimenti e le proiezioni intellettuali sono sia collegate al passato che in grado di contenere in sé germogli di futuro.


LA PERCENTUALE DELL'ANGELO 
di Orazio Santagati



Algra Ed.
284 pp
Conosciamo il protagonista, l'ex-militare Gerico Mancini, quando è già in pensione e quindi libero di dedicarsi con placida serenità, oltre che alla famiglia (è separato, con due figli), ai propri hobbies, come lo studio dell'astrofisica.

Un giorno, mentre è in biblioteca (vive a Londra) viene avvicinato da una sconosciuta: una donna dall'aria misteriosa, di nome Isabel,  gli parla di un libro, "La percentuale dell'angelo", dichiarando che ad averlo scritto è proprio lui, Gerico.
L'uomo resta allibito e senza parole: ma che va blaterando questa Isabel? Di quale libro parla? Gerico non ha scritto né pubblicato un bel niente!!

"Non ancora, Gerico. Ma accadrà... Anzi, nel futuro, è già accaduto": questa è, in sintesi, la teoria bizzarra di Isabel Cordoba, ricca imprenditrice di origine spagnola.

Confuso e scettico, Gerico comincia, quasi controvoglia, a lavorare al testo in questione, dando vita a un trattato in cui cerca di spiegare come le emozioni dell'uomo sappiano trascendere i limiti dell'intelligenza e del tempo biologico

Non molto tempo dopo, un'altra persona (un'ex-collega con cui ha avuto un'avventura anni prima) menziona La percentuale dell'angelo, il che lo manda ancora di più in confusione: se per assurdo e assecondando Isabel, esso è davvero un libro che sarà pubblicato tra diversi anni, come fa questa persona ad esserne a conoscenza? Ovviamente, la stessa domanda vale anche per l'enigmatica e affascinante Isabel, con la quale nasce un sentimento che va progressivamente consolidandosi e trasformandosi in un amore forte, sincero, appassionato, che eventi drammatici e pericolosi metteranno severamente alla prova.

Attorno a questo benedetto libro si scatena una serie di accadimenti strani, incredibili: numerosi pericoli, agguati, rapimenti, omicidi... diventano ben presto il pane quotidiano di Gerico, che rischia più di una volta di essere ammazzato.
Da chi? Chi ha motivo di volerlo vedere morto?

Certo, lui ha lavorato nei servizi segreti italiani, ha visto e vissuto di tutto e di più, è abituato a rischiare la pelle, a trovarsi invischiato in questioni complicate e ad imbattersi in gente poco raccomandabile (uomini potenti, spie, criminali di vario genere), ma è altrettanto vero che con quel mondo e con quel giro di "affari" ha  chiuso, andando in pensione; ma evidentemente non tutti la pensano così, visto che c'è qualcuno che vuol farlo fuori e che arriva a prendersela pure con la sua amata Isabel.

La cosa più strabiliante è che tutto il caos che si crea nella vita di Gerico da un giorno all'altro è legato al famoso libro scritto proprio da lui e che attualmente, nel presente!, è solo una bozza, non è ancora terminato. Il problema è che nel futuro lo è! Non solo, ma tra un tot di anni La percentuale dell'angelo sarà considerato sì un bestseller... ma anche un documento molto pericoloso e per questo ricercato e osteggiato da sinistri personaggi.
Isabel gli spiega, con qualche esitazione e in modo progressivo, che il motivo per cui a questo fantomatico trattato sono interessanti più d'una persona, è il suo collegamento a inquietanti esperimenti, che davvero potrebbero rivelarsi letali per le successive generazioni.

La ragione ovviamente non la rivelo, ma sappiate solo che tutto rimanda al fatto di poter viaggiare dal passato al presente e al futuro e viceversa.

Ma la verità, assurda e dolorosa insieme, con cui il nostro ex-colonnello dovrà confrontarsi, è che a La percentuale dell'angelo è strettamente legata la sua amatissima Isabel, depositaria di un angosciante segreto, su cui Gerico è chiamato a intervenire...

Questo romanzo di Santagati è difficile catalogarlo in un unico genere letterario e, benché abbia senza dubbio elementi  fantascientifici, è qualcosa di più: è anche un romanzo drammatico, con elementi thriller e diversi momenti da "spy story"; c'è una storia d'amore senza tempo, e soprattutto è attraversato da molti passaggi che stimolano considerazioni filosofiche sul tempo che passa, le emozioni, la memoria, le capacità e l'intelligenza dell'uomo di superare i limiti spazio-temporali come anche quelli dell'etica e della morale.

Gerico è un protagonista che è difficile non amare e l'Autore è stato bravissimo nel "disegnarlo" in tutte le sue molteplici sfaccettature: è un uomo tutto d'un pezzo, razionale, molto intelligente, ironico, coraggioso, dai sani principi (mi è piaciuto molto, ad es., il grande rispetto che ha per le donne con cui è stato, anche quelle con cui ha condiviso un'avventura da poco, e di cui mai osa dir troppo e male, proprio per una questione di rispetto verso l'universo femminile), profondo nel modo di pensare e riflettere su temi importanti che riguardano il vivere quotidiano, i rapporti con gli altri, la vita e la morte; è un compagno sensibile, premuroso, tenero e leale, un padre comprensivo e aperto al dialogo.

All'inizio della mia lettura, stavo per farmi l'idea che il libro di Orazio Santagati fosse un saggio romanzato infarcito di parecchie sequenze filosofiche e mi immaginavo che, proseguendo, avrei trovato una trama sempre più complicata in cui con difficoltà mi sarei raccapezzata.

Ed invece, proseguendo di capitolo in capitolo, ogni eventuale perplessità o domanda hanno trovato risposta, ogni tessera è stata collocata gradualmente al posto giusto, ed entrando nel pieno delle vicende avventurose che coinvolgono Gerico ed Isabel, mi sono lasciata travolgere da esse, apprezzando anche i momenti in cui il protagonista si lasciava andare a contenuti riflessivi, correlati alla filosofia, al misticismo e alle possibilità più paradossali della scienza fisica.
Trovo sia molto intrigante l'idea di base: questo libro che è stato scritto in un periodo posteriore a quello in cui è collocato il presente del protagonista, che non sa nulla, logicamente, di ciò che è diventato e ha fatto nel futuro, ma è messo nelle condizioni, suo malgrado, di venirne a conoscenza perché ciò che ha scritto potrebbe avere serie ripercussioni sul destino suo e di altre persone.

Interessante anche il concetto attorno cui ruota La percentuale dell'angelo: esso

"...ineriva il tasso di opportunità inespresse e di potere non esplicato contenuto in ogni emozione e in ogni ricordo, l’ombra insondabile che accompagna ogni scelta, azione, sentimento, aspirazione, dolore (...). Dunque, anche se ogni emozione porta con sé un carico immenso di energia nervosa, il cervello umano tenderà sempre a intuirne solo una piccola parte, quella gestibile e convertibile in informazioni spendibili per la sopravvivenza. E il resto?  Il resto viene archiviato da qualche parte nella coscienza come contenuto ambiguo, influsso misterioso...".

È un romanzo che parte in modo tranquillo per poi diventare sempre più misterioso e movimentato, fino a "colorarsi", verso l'epilogo, di sfumature nostalgiche, il che è inevitabile, se consideriamo ciò che dice lo stesso Gerico: 

"...il fenomeno nostalgico era essenziale alla mia ricerca: La percentuale dell’angelo, che trattava di emozioni, tempo e ricordi, doveva passare per forza da quel sentimento."

E se c'è nostalgia, è perché c'è il ricordo, e ciò che si ricorda non muore mai, e questo vale anche per i sentimenti e le emozioni che abbiamo provato.

Un romanzo davvero molto particolare, originale, scritto egregiamente, che cattura il lettore attraverso una trama complessa - ricca di particolari che si aggiungono di volta in volta e che creano dinamiche sempre più interessanti -, un ritmo incalzante, personaggi molto ben tratteggiati e un finale che soddisfa le aspettative.
Consigliato: leggere questo romanzo è un'avventura per nulla scontata!

martedì 6 luglio 2021

Classici a fumetti: JANE EYRE || ORGOGLIO E PREGIUDIZIO

 

Buon pomeriggio, cari lettori!

Oggi vi presento due graphic novel brevi ma molto piacevoli, che possono interessare sia a chi - come me - ama il classici, sia a chi magari desidera approcciarsi ad essi tramite una "via" più leggera, consumando, diciamo così, un antipastino letterario senza impegni ^_-

Entrambi i fumetti sono stati rielaborati dall'illustratrice romana Sicks, diplomata alla Scuola Internazionale di Comics e il primo, "Orgoglio e pregiudizio" di Jane Austen, rappresenta la prima uscita della nuova collana di bignami letterari illustrati, i Bignè. 

Nonostante sia stato pubblicato per la prima volta nel 1813, "Orgoglio e pregiudizio" resta un romanzo amatissimo, che ha passato a pieni voti "l'usura del tempo" e non uscendo mai fuori moda; questa versione manga-style color seppia, che dà un tocco davvero moderno al celebre classico, è davvero deliziosa, ironica e godibilissima.

La mamma della protagonista, Elizabeth Bennet, è sempre la donnina superficiale ed irritante, ossessionata dal pensiero che le sue figlie facciano un bel matrimonio, e quando in scena entra il galante Mr Bingley, che pare sinceramente interessato alla maggiore, Jane, il fidanzamento sembra già pronto, ma... come spesso accade, gli ostacoli non mancheranno e, tra molti pregiudizi e parecchio orgoglio, si creeranno non pochi fraintendimenti che rischieranno di far saltare due storie d'amore vere e sincere.

A sentire il cuore battere d'amore, infatti, non è solo la bella e raffinata Jane per il buon Mr Bingley, ma anche sua sorella minore, l'intelligente ed orgogliosa Liz, che si sente attratta dallo scontroso Mr Darcy, un giovanotto ricco, sempre sulle sue, con quell'aria da snob stampata in viso e il suo fare sprezzante verso la famiglia Bennet, reputata poco degna delle attenzioni di gente altolocata come lui.

Una commedia sentimentale illustrata che, lungi dall'essere stucchevole, ruota attorno ad una galleria di personaggi divertenti e indimenticabili, con le loro espressioni buffe e qualche incursione contemporanea (la playstation, ad es.) a rendere ancora più spensierata e simpatica una storia d'amore classica e, per questo, senza tempo. L'illustratrice si è sintonizzata alla perfezione sulla stessa lunghezza d'onda della "zia Jane", che - all'avanguardia rispetto ai suoi tempi - aveva ampiamente manifestato di possedere una spiccata vena ironica, acuta e intelligente, calando le proprie storie e i propri amati personaggi nel contesto d'appartenenza, fatto di regole, etichette e convenzioni sociali, davanti alla cui osservanza scrupolosa probabilmente la scrittrice avrà riso sotto i baffi.

Molto molto carino! Consigliato.


*****


L'altro fumetto  è la rivisitazione di"Jane Eyre" , il classico del 1847 della scrittrice inglese Charlotte Brontë, anch'esso appartenente alla collana di bignami letterari illustrati, i Bignè.

20 pp
La piccola Jane Eyre, rimasta orfana, viene affidata a una coppia di zii; morto lo zio, la moglie ha modo di sfogare sulla nipotina tutta propria incomprensibile cattiveria, trattandola male e, infine, spedendola  in uno dei collegi più duri d'Inghilterra, dove la bambina affronterà una vita dura, mitigata dal solo affetto dell'amica Helen.

Maggiorenne, uscita dal collegio, Jane trova lavoro come istitutrice presso i Rochester, dove si innamorerà del burbero padrone di casa, Edward. 
Tra una schermaglia verbale l'altra, tra i due fiorisce il sentimento e lui arriva a chiederle di sposarla.
Ma l'uomo sta nascondendo un segreto alla futura moglie, che lo scoprirà nel modo più umiliante e questo metterà a rischio il loro amore.

Credo di non sbagliare troppo dicendo che la storia d'amore tra Jane e Rochester, sullo sfondo dell'aspra e malinconica brughiera inglese, abbia appassionato milioni di lettori e che in tanti abbiamo amato questo personaggio femminile sfortunato, sì, praticamente solo al mondo eppure avente una rara forza d'animo e un'ammirevole determinazione: un classico senza tempo che Sicks rilegge in chiave delicatamente divertente, con una pennellata di ironia e leggerezza che male non sta alla seriosa signorina Eyre (anzi!) e permette a chi non conosce l'eroina della Bronte di avvicinarvisi e, chissà, magari di esserne incuriosito tanto da aver voglia di leggere il romanzo ^_-

Per quanto mi riguarda, io l'ho letto almeno due volte, eppure... non l'ho mai recensito, perché antecedente all'apertura del blog. Non vi nascondo che a volte mi viene la tentazione di rileggerlo solo per poter scrivere la mia sul blog e condividerla con voi..., poi però guardo tutti i libri da leggere che mi fanno l'occhiolino e rinuncio ad ogni velleità di rilettura! 
Però mai dire mai, eh! ^_-

domenica 4 luglio 2021

Recensione: IL MONDO TI ASPETTA di Kobi Yamada (narrativa per ragazzi)



Sto approfittando dell'abbonamento a Kindle Unlimited per leggere libri un po' diversi dalle mie letture usuali.
Vado un po' a "sensazione" e proprio seguendo l'istinto mi sono imbattuta in...

IL MONDO TI ASPETTA 
di Kobi Yamada


Ed. Terre di mezzo
ill. G. Barouch
47 pp
“Sei qui per illuminare luoghi bui da troppo tempo. 
Per svelare agli altri la bellezza di ogni giorno.”

Questo libro illustrato è un breve ma bellissimo viaggio che il lettore fa insieme ad una bambina speciale, che indossa uno strano copricapo da uccello e uno zainetto a forma di casa.
A farle compagnia c'è un dolcissimo maialino rosa.

Accompagnata da illustrazioni davvero  meravigliose, "da fiaba", colorate, con un'ambientazione autunnale - che conferisce un'atmosfera poetica, dolcemente malinconica -, la voce narrante parla con dolcezza tanto a questa bimba quanto a chi legge: sa che entrambi cercano il proprio posto nel mondo e regala loro messaggi preziosi, concisi, essenziali, che vanno dritti al punto... e al cuore.

Sono parole di autostima, che sottolineano l'unicità di ogni persona, le capacità che ciascuno ha e che deve far emergere; la bellezza della vita stessa, che non va sprecata, che è un continuo salire e scendere, fatta di momenti belli e altri meno, ed è giusto e bello inseguire i propri sogni... ma senza dimenticarci degli altri!
Cosa c'è di più gratificante che difendere chi è più fragile e solo, o chi non trova più la bellezza nella vita?

Un testo che, con un linguaggio semplice, immediato e profondo, esorta ad avere fiducia nelle proprie capacità, ad amarsi, apprezzarsi, e a non avere paura di prefiggersi dei traguardi da raggiungere.

Personalmente ho sfogliato (seppure solo digitalmente) questo albo più di una volta perché l'ho trovato davvero molto molto bello,  le illustrazioni, come vi dicevo, sono incantevoli e capaci di emozionare grandi e bambini.

Ideale come regalo per giovanissimi lettori, magari da leggere, sfogliare e commentare insieme.

venerdì 2 luglio 2021

** SEGNALAZIONI EDITORIALI ** "Io sono Gordon Bloom" di Francesco Cariti || "Al mutar del vento" di Paola Maria Liotta


Buongiorno cari lettori!!

Oggi vi presento un paio di recenti pubblicazioni appartenenti a generi differenti.

Il primo libro è "Io sono Gordon Bloom" di Francesco Cariti, un thriller dinamico e attuale, che scardina - impercettibilmente - le linee guida del genere. Protagonista è uno scaltro mercante d'arte, che narra la sua storia da un carcere di massima sicurezza. Un romanzo denso di echi drammatici, tramato di un umorismo lievemente sottotraccia.

322 pp
14.90 euro
Maggio 2021
LINK AMAZON
Cosa spinge il figlio di due genitori modello a trasformarsi in un criminale senza scrupoli? Ma è davvero una trasformazione? Forse no. Forse il destino di ognuno di noi è segnato dalla nascita, e non c’è molto che possiamo fare per cambiarlo.

Dal carcere di massima sicurezza di Cedar Junction, Massachusetts, Gordon Bloom ci narra la sua incredibile storia. Sta scontando la pena di tre ergastoli per un’impressionante serie di delitti. Tutto è nato da una menzogna che ha raccontato quando era un ambizioso mercante d’arte: da quella scintilla è nato un rogo.
Un crimine ne ha generato un altro, poi un altro, un altro ancora, e Gordon si è ritrovato a inscenare una fuga rocambolesca per tutti gli Stati Uniti, inseguito dalla polizia, dall’FBI, dalla criminalità  organizzata, dai cacciatori di taglie e dai giornalisti televisivi. Si è persino infiltrato in un campo di addestramento di suprematisti bianchi, assoggettandosi ai loro fanatici rituali e partecipando ai loro comizi farneticanti.
Eppure, Gordon non è pentito di quel che ha fatto. Perché non si può sfuggire alla propria natura, secondo lui. Il vero crimine è assoggettarsi alle regole imposte dalla società.

Un romanzo ricco di situazioni drammatiche ma anche pervaso di un cinico umorismo, che vi terrà incollati alle pagine, dalle prime righe fino all’inevitabile epilogo.

L'autore.
Francesco Cariti ha esercitato per vent’anni la professione di avvocato, ha insegnato diritto privato all’Università di Firenze e ha svolto mansioni di giudice onorario presso il Tribunale. Ha soggiornato per lunghi periodi negli Stati Uniti. Ora vive a Berlino.
Io sono Gordon Bloom è il suo primo romanzo ed è il frutto — dichiara l’autore — di un desiderio naturale che appartiene a tutti noi: «quello di riuscire a mantenere il controllo della propria vita».


*****

L'altro è "Al mutar del vento" di Paola Maria Liotta, che racconta le storie di Creta e, in particolare, il mito di Arianna e Teseo in chiave privata e multifocale. Articolata in tre parti, lo scritto alterna monologhi, dialoghi e una narrazione corale di grande vivacità.


Il Convivio Editore
134 pp
13 euro

Tutti conosciamo la figura di Arianna: il mito ce l’ha consegnata come una ragazza intelligente, ma non altrettanto fortunata. Nessuno, prima di lei, aveva pensato che bastasse un gomitolo per trovare la via d’uscita da un labirinto; ma Teseo, a cui lei consegna il prezioso filo, non ricambia i suoi sentimenti e la abbandona appena può.

Eppure, questo romanzo ci racconta una storia molto diversa...

Nella scrittura elegante di Paola Maria Liotta, il mito di Arianna rifiorisce e si trasforma in una storia d’amore e di passione.
Il romanzo ha una struttura plurifocale: tanti gli attori in gioco, individui colti al centro dei sentimenti, dove pulsioni e fragilità svelano il fondo dell’animo umano. Ogni personaggio propone il proprio punto 
di vista in un monologo; svela inganni e disinganni, giustifica le proprie azioni e nello stesso tempo aggiunge un tassello importante al ritratto di Arianna. 
La sedotta e abbandonata si trasforma così in una vera eroina, una donna capace di cogliere il buono di Teseo, di comprendere il valore della sua missione e — soprattutto — di trasformare costruttivamente il dolore.
Un’opera viscerale e riflessiva, femminile e raffinata, sostenuta da un intenso desiderio di narrare l’altra parte del mito.

Di quest'autrice ho letto e recensito: PIANO CONCERTO SCHUMANN.


Il libro si può acquistare nelle librerie e, online, su:

Amazon       laFeltrinelli       IBS 


L'autrice.
Paola Maria Liotta vive ad Avola (Siracusa) ed è docente di ruolo di materie letterarie e latino nei licei. Appassionata di letteratura da sempre, cura presentazioni di libri, salotti letterari ed eventi culturali. Dal 2018 ha un proprio blog letterario, “Di scritture, di sogni e di chimere” (www.paolaliotta.it).
Ha pubblicato quattro sillogi poetiche, ottenendo premi di rilievo nazionale. Al 2013 risale la pubblicazione del suo primo romanzo, Ed era colma di felicità. Nel 2014 ha pubblicato Miele, mandorle e cannella, finalista al Premio Letterario “Città di Pentelite”. Per Il Convivio Editore ha pubblicato La luce dell’inverno. Madrigali sciolti e rime varie (2018) e il testo teatrale Briseide (2019), finalista al Premio “Giuseppe Antonio Borgese” e menzione speciale per la qualità della proposta letteraria al Premio Dostoevskij. Nel 2019 è uscito per Il Seme Bianco il suo romanzo Piano Concerto Schumann, finalista al Premio “Città di Sarzana”, molto apprezzato dai lettori e recensito positivamente anche su riviste di argomento musicale.


giovedì 1 luglio 2021

SEGNALAZIONE ROMANZO STORICO: RAMONDO LO SCUDIERO di Antonio Chirico

 

Carissimi, oggi vi presento il romanzo storico RAMONDO LO SCUDIERO; il suo autore, Antonio Chirico, è avvocato civilista e risiede a Lecce; nato nel 1967, ha vissuto la sua infanzia nel brindisino, a Torre Santa Susanna. 

 >>  LINK AMAZON  <<


La storia è ambientata nel Regno di Napoli, a cavallo tra il 1300 e il 1400; vi riporto la sinossi e nelle prossime settimane vi dirò il mio pensiero sul libro, visto che l'Autore mi ha fatto omaggio di una copia digitale.

Youcanprint
484 pp
Data pubblicazione:
23.06.2021

Ramondello è il figlio cadetto del conte Orsini. Suo padre ha previsto per lui la carriera ecclesiastica, ma il ragazzo è innamorato perso di una fanciulla destinata a diventare contessa e non si arrende a un destino che non vuole. 

Trova una sponda amica in Ramondo del Balzo, fratello di sua nonna. Il pro-zio, che non ha avuto figli, gli risolve tutti i problemi designandolo suo successore. 

Unica condizione per ereditare le sue fortune è che Ramondello aggiunga al proprio cognome anche quello del suo benefattore. Ma le cose non vanno secondo i piani e il ragazzo si ritrova costretto a partire come scudiero per le crociate del Nord, senza nemmeno un ultimo saluto alla sua amata. 

Liberamente ispirata alla vita di Raimondello Orsini del Balzo, è una storia di amori, amicizie, tradimenti, conflitti familiari e battaglie avventurose. 

C’è spazio anche per delle incursioni nel mondo della cavalleria teutonica e nei misteri del Santo Graal. Il tutto, sullo sfondo storico della disputa tra due re pretendenti al trono di Napoli e dello scisma d’Occidente, con una Chiesa cattolica retta contemporaneamente da due papi in conflitto tra loro. 

Una storia antica ma con molte curiose analogie con la contemporaneità.

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