Questa è la testimonianza di fede di Stan Telchin, un ebreo che va in crisi profonda dopo aver ricevuto una notizia sconvolgente: sua figlia Judy è diventata un'ebrea messianica, crede in Gesù come Messia. per Stan è l'inizio di una vera e propria ricerca, volta inizialmente a confutare sua figlia e a dimostrarle che sta sbagliando, che Gesù non è il Messia; ma non sa che questo lo porterà verso una personale ricerca delle proprie radici e identità ebraiche e a una vera e propria rinascita spirituale.
TRADITO!di Stan Telchin
Fino al giorno in cui una telefonata sconvolge tutti gli equilibri.
La figlia maggiore Judy ha una confessione da fare ai genitori: ha fatto un'esperienza unica e importantissima, che le ha cambiato la vita.
Ha riconosciuto Gesù quale Messia.
È quindi diventata... un'ebrea messianica.
Stan è allibito: Judy è forse impazzita? Come può un ebreo credere nel Gesù dei Cristiani, rinnegando di fatto le proprie radici, l'identità e la storia del popolo a cui appartiene?
La reazione dei famigliari è di completa disapprovazione per questa "conversione" della ragazza, che però, per quanto dispiaciuta all'idea di deludere e dare loro un dolore, è consapevole della propria scelta e di come questa sua fede nel Messia sia per lei l'inizio di una nuova nascita, di una nuova vita.
Stan è un uomo colto, intelligente e non si dà pace: deve capire perché la sua bambina - da loro tanto amata e che altrettanto intensamente ama i propri cari - si stia comportando così: a cosa è dovuto questo cambiamento che egli considera inappropriato per un ebreo?
Si convince quindi della necessità di indagare, di capirci di più: Judy ha deciso di credere nel Gesù del Nuovo Testamento? Bene! Allora è da lì che egli partirà per smontare ogni falsa convinzione che ha portato la figlia a prendere questo grosso abbaglio.
Inizia così un periodo di studio, una full immersion nella lettura del Nuovo Testamento, che porterà Stan a comprendere e conoscere la figura di Gesù di Nazareth come mai avrebbe pensato che fosse possibile: Gesù non ha portato nulla di opposto e di antitetico rispetto al Giudaismo (per quanto, ovviamente, gli ebrei del suo tempo, come i farisei, lo abbiano considerato un rivoluzionario, uno che voleva abolire la Legge e i Profeti). Egli era ebreo, viveva in un contesto ebraico, osservava tradizioni e festività giudaiche..., i suoi discepoli erano anch'essi ebrei...: insomma, altro che due binari paralleli inconciliabili e che non si incontrano!
Giudaismo e Cristianesimo sono strettamente e intimamente collegati e un ebreo che crede in Gesù quale suo Messia non smette certamente di essere ebreo e non deve rinnegare assolutamente nulla della storia e dell'eredità antica del proprio popolo.
Questa è la storia toccante di un brav'uomo e della sua famiglia; di un ebreo che, in fondo, aveva perso il senso dell'appartenenza alla storia del popolo ebraico e che s'era allontanato da tutto ciò che avesse a che fare con Dio: osservava tradizioni giudaiche senza vederci, in esse, nulla di "divino".
A un certo punto, infatti, Stan dovrà trovare il coraggio di chiedersi: "Ma... io credo in Dio? Chi è Dio per me?".
Quello di Stan è un percorso di rinascita, di riscoperta di quel Dio della Torah che, negli anni, nella sua famiglia era stato tenuto lontano, come se fosse ormai qualcosa di vago, di poco concreto, che nulla più a che vedere con il presente degli ebrei (sparsi per il mondo).
La storia di Stan è la storia di conflitto e di una conseguente guarigione.
Con lo scopo (e l'atteggiamento irritato) di chi vuol capirci di più per controbattere alle nuove convinzioni della figlia e dimostrarle che sta sbagliando, l’autore comincia una ricerca ritornando indietro nel tempo.
Lungo il cammino deve affrontare sfide personali che richiedono una risposta che cambia la vita.
È stato davvero interessantissimo leggere le graduali scoperte di quest'uomo assetato di risposte, e con lui ripercorrere alcune tappe e i principali fatti che hanno portato alla triste separazione del Giudaismo dal Cristianesimo; è stato emotivamente coinvolgente seguire i suoi tormenti, i suoi dubbi, le sue incertezze e la progressiva presa di coscienza di chi sia questo Gesù e del perché lui, da ebreo, non fa un torto a se stesso, alla sua famiglia o al suo stesso popolo, credendo in Lui, tutt'altro: ripone fede nelle promesse e nelle profezie scritte nell'Antico Testamento.
Un libro-testimonianza molto scorrevole e intenso.
"...non mi vergogno del vangelo; perché esso è potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede; del Giudeo prima e poi del Greco" (Romani 1:16)
Indubbiamente un romanzo profondo e interessante mia cara Angela. Delicato se vogliamo, ed interessante a leggere. Grazie per il tuo consiglio vedrò di non perderlo
RispondiEliminaCiao nella, un tema importante di certo :)
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