mercoledì 18 gennaio 2023

🏔️💙 RECENSIONE 🏔️💙 TUTTO IL BLU DEL CIELO di Mélissa Da Costa



Cosa faremmo se ci venisse detto che ci restano da vivere non più di due anni a causa di un male incurabile?
Ci rinchiuderemmo, afflitti e disperati, in un guscio di dolore? Soli, magari, o tutt'al più con accanto pochi intimi, disposti per amore a scendere con noi nel nostro personale inferno di sofferenza.
Tenteremmo il tutto e per tutto per combattere la malattia, tra interventi e terapie sperimentali?
O forse, chissà!, spinti dall'euforia di non sprecare i giorni che ci restano tra lacrime, ospedali e flebo, ci faremmo guidare da quella gioia di vivere che, per un'amara ironia, continua a scorrerci nelle vene fino all'ultimo giorno di lucidità, fino a quando il corpo e la mente non ci abbandoneranno del tutto, e che ci spinge a cercare di godere di ciò che ancora ci circonda finché ne abbiamo la possibilità.



TUTTO IL BLU DEL CIELO 
di Mélissa Da Costa


Ed. Rizzoli
Trad. E. Cappellini
624 pp
19.50 euro
2022
"Ragazzo di 26 anni, affetto da Alzheimer precoce, desidera partire per un ultimo viaggio. Cerca un/una compagno/a d’avventura per condividere quest’ultima esperienza.
Itinerario da definire insieme: Alpi, Alte Alpi, Pirenei? Viaggio in camper con tratti a piedi (zaino e tenda in spalla). Si richiedono condizioni fisiche adeguate.
Partenza: il prima possibile. Durata del viaggio: 2 anni al massimo (in base alle previsioni dei medici)."

Queste sono le prime parole dell’annuncio che il ventiseienne Émile pubblica online un giorno di fine giugno. 

Gli è stato da poco diagnosticata una forma di Alzheimer precoce, una malattia neurodegenerativa che causa la perdita progressiva e 
irreversibile della memoria. 
Col passare delle settimane e dei mesi, verrà colpito, e man mano distrutto, il tronco encefalico, responsabile delle funzioni vitali: battito del cuore, pressione arteriosa, respirazione…
Se è vero - e lo è, senza ombra di dubbio - che la morte arriva per tutti prima o poi, beh, a lui arriverà decisamente prima e alla svelta. Tra due anni al massimo. 

Che fare?

I suoi genitori e sua sorella Marjorie, addolorati e sopraffatti dalla terribile notizia, si aspettano che il giovane si ricoveri e si sottoponga ad una terapia sperimentale, che gli allunghi la vita, e - chi lo sa, la scienza fa passi da giganti!! - potrebbe scoprire una nuova e più efficace cura!

Ma Émile è più razionale e pratico, forse anche un tantino rassegnato: non guarirà. Il countdown è 
iniziato e nulla si interporrà tra lui e la Nera Mietitrice.
Non se ne starà in caso e poi su un letto ad aspettare di esalare l'ultimo respiro: vuole occupare il tempo che gli resta VIVENDO.
E poi non ha voglia di diventare un peso per i famigliari, riducendosi a un stato via via più grave di demenza senile. Preferisce godersela, in quei due anni che la scienza gli ha annunciato.

E così decide di organizzare un viaggio, anzi il viaggio, quello che ancora non ha mai fatto, che ha sempre rimandato: vuole partire per un'esperienza on the road, setacciare paesaggi vicini eppure mai esplorati, affondare occhi e naso là dove non c’è altro che natura e silenzio, senza data di ritorno. 

Confessa il suo proposito soltanto all'amico d'infanzia Renaud, che non lo ferma, seppur con il cuore sofferente e gli occhi rossi dal pianto.

Émile posta l'annuncio ma in realtà non si aspetta che qualcuno davvero risponda al suo appello.
E invece, qualche giorno dopo in una stazione di servizio, c'è la sua compagna di viaggio: si chiama Joanne, è una ragazza piccola, dal fisico minuto e dallo sguardo serissimo; protetta da un informe abito nero, con un cappello a tesa larga, sandali dorati ai piedi e zaino rosso in spalla, è pronta a partire con questo sconosciuto nel suo camper.

I due, silenziosi, intimiditi dai reciproci silenzi, un po' diffidenti e circospetti, si mettono in viaggio e attraverso boschi profumati, torrentelli rumorosi, sentieri e stradine che si snodano tra le vette dei Pirenei e certi bellissimi borghi dell’Occitania, s’incamminano per un'avventura su quattro ruote che inizia come qualcosa di strano, bizzarro: un giovanotto che di lì a qualche mese, o comunque nel giro di un anno, comincerà a ricordarsi a malapena il proprio nome, e una ragazza taciturna che di sé non dice nulla (almeno nei primi tempi). 

Entrambi si avvicinano l'uno all'altra cauti, discreti, non conoscendo la personalità e il carattere e non potendo prevedere reazioni, ma a poco a poco, con sensibilità e pazienza, qualcosa comincia a rompersi e vengono a galla le parole giuste per bucare, senza fare troppo male, ognuno il dolore acuto dell’altro.


Attraverso sia racconti personali che flashback, conosciamo gradualmente il passato di entrambi.

Di Émile, ad es., apprendiamo episodi legati all'infanzia, al rapporto coi genitori e con l'amata sorella maggiore, all'amicizia fraterna con Renaud e, soprattutto, alla relazione con Laura, la ragazza che avrebbe desiderato sposare, colei con cui sarebbe stato pronto a mettere su famiglia.
Desiderio che, però, gli è sorto troppo tardi, quando lei l'aveva già lasciato. 

Di Joanne, invece, tanto Émile quanto il lettore imparano a conoscere alcuni aspetti e fatti del suo passato un po' alla volta: la ragazza, infatti, è molto riservata, non parla di sé facilmente, tranne quando si tratta di raccontare di suo padre, Joseph, un uomo buono, acculturato, amante dei libri e delle citazioni profonde, della natura, un padre amorevole, comprensivo, la cui morte ha lasciato un buco enorme nel cuore della giovane figlia. Una perdita che l'ha segnata e che, ahilei, non è stata neppure la sola.

Ascoltando per caso una telefonata di Joanne,  Émile sente un nome: Lèon. Al telefono, con questo Lèon, la ragazza è dura, distante; pare che lui la preghi di tornare a casa ma che lei non sia ancora pronta e potrebbe non esserlo mai.

I due viaggiatori vivono insieme molte piccole e piacevoli avventure, conoscono luoghi suggestivi e meravigliosi, dove la natura li avvolge in una bolla di comfort e sicurezza che fa bene al corpo e allo spirito; incontrano sul loro cammino molte persone che diventeranno importanti e care: l'anziana Myrtille e sua figlia Annie, i volontari che li accolgono tra loro all'interno di comunità ben organizzate, tranquille, laboriose e in cui si respira aria di famiglia, in cui la solidarietà e l'altruismo sono componenti fondamentali.

Questo viaggio diventa un'esperienza che cambia la vita ad entrambi, stravolge il loro personale modo di vedere la vita, il senso che finora le hanno dato; tanto Émile quanto Joanne matureranno insieme, diventeranno adulti più consapevoli, più sensibili e rispettosi verso sé stessi e verso ciò che li circonda.


«Se ti sforzi di guardarti attorno con consapevolezza, anche solo per qualche istante durante la giornata, quegli istanti finiranno per tornare.»

 

Se Émile, grazie all'approccio intimistico e spirituale di Joanne, impara a riflettere e ad assaporare ogni piccola o grande esperienza con consapevolezza, gratitudine, dando spazio a sensazioni, emozioni, ricordi, vivendo in prima persona e con tutti i sensi ogni attimo, rendendolo importante, prezioso, la ragazza imparerà, grazie alla compagnia di Émile, a sorridere di più, ad osare, a far riemergere quel lato di sé protettivo e materno che la vita le stava soffocando.

Entrambi, quindi, li vediamo evolvere, migliorare, crescere insieme.

"Aveva preso la decisione di andarsene per sempre. Non poteva fare altro che godersi le ultime briciole di felicità che gli avrebbe offerto la vita, prima di scomparire. (...) Ma invece di partire da solo, aveva deciso di postare quello stupido annuncio… Aveva raccolto quella ragazza totalmente persa da una piazzola dell’autostrada, e al posto di lasciare andare la vita a poco a poco, ci si era aggrappato con più forza. Per colpa sua. Perché lei gli aveva mostrato la bellezza del mondo, la purezza dei sentimenti, la bontà che poteva emanare dagli esseri umani."


È un viaggio che dona a entrambi il mai scontato privilegio di viaggiare dentro sé stessi, di vedere le cose con altri occhi, di perdonarsi, se necessario. Non solo, ma avvicina i due viaggiatori talmente tanto da renderli in grado di prendere, ciascuno su di sé, il dolore altrui, di ascoltare ed empatizzare con le sofferenze fisiche ed emotive del proprio compagno di ventura.

Dietro un'espressione sempre impassibile, un'ostentata indifferenza e dietro quei pochi sorrisi di Joanne, Émile comprende che c'è un enorme dolore che aspettava di essere condiviso, buttato fuori, perché quel fardello dentro al cuore fosse un po' meno pesante e un po' più sopportabile: dividere la sofferenza, darla e riceverla come un dono prezioso, piangendo insieme e dire all'altro: so che soffri, non posso eliminare la tua angoscia, ma posso piangere con te e dirti che non sei più sola nel tuo dolore, perché da oggi ci sono anch'io.

Ma la sabbia nella clessidra continua a scendere, crudele e ineluttabile: Émile non ha molto tempo e sa che dovrà dire addio ai suoi cari (ai quali si premura di scrivere, per spiegare loro le sue scelte e le sue volontà), a tutto ciò che ha contato in passato e che ha imparato in ventisei anni di vita; dovrà dire addio anche alla sua piccola e dolce Joanne.

Con il passare di settimane e mesi, la malattia si fa sentire attraverso episodi - via via sempre più gravi - di amnesia e confusione, che lasceranno ogni volta smarrito e impaurito il povero Émile e preoccupata Joanne, che dovrà prendere decisioni importanti per mantenere fede al "patto" con il suo compagno di viaggio: un patto che la vede quale unica responsabile della vita e della salute di lui, che le ha chiesto di non portarlo dai suoi né in ospedale qualunque cosa accada. 

Non sarà facile affrontare il deperimento fisico e cognitivo di Émile, restare accanto a una persona che hai imparato a voler bene e sapere che, da lì a breve, la perderai; sarà una prova durissima per Joanne, che però dimostrerà di avere una tempra forte, un animo sincero, leale, una capacità di cura che solo una persona piena di amore e con un'anima bella e generosa possiede.


Il romanzo di Mélissa Da Costa è una storia di rinascita: dal dolore, dalla sofferenza, possono ancora sbocciare una gioia di vivere nuova, pura e irrefrenabile, e la voglia di guardare gli altri esseri umani e la natura con uno sguardo rinnovato, che ci permetta di vederne davvero tutta la bellezza e di goderne appieno, senza filtri e senza fretta.

Tra queste pagine si sorride, ci si intenerisce, ci si commuove (fino alle lacrime, per quanto mi riguarda, soprattutto verso la fine), si apprezza l'evoluzione psicologica ed emotiva dei protagonisti, si entra nelle loro storie, nelle loro piccole conquiste come nelle loro amarezze e pene.

Un libro davvero intenso, poetico, ricco di pensieri profondi, emozionante, delicato nello stile, nel suo mostrare con dolcezza e sensibilità l'animo dei personaggi, l'inesauribile fascino della natura, con un messaggio di speranza e una dolce esortazione a non lasciarci appesantire da un'esistenza piatta e monotona, che ci scorre tra le dita in modo quasi inconsapevole, ma a riconoscere e godere di ogni attimo che la vita ci dona, rendendolo speciale.

Consigliato... e preparate i fazzoletti!


ALCUNE CITAZIONI

«Se piangiamo perché il sole è tramontato, le lacrime ci impediranno di vedere le stelle».
Le ho detto che l’avevo capito grazie a lei, grazie al suo modo di volermi ancorare al presente. Le ho detto che ora, grazie a lei, vedevo le stelle.

«L’unico vero viaggio non consiste nell’andare verso nuovi paesaggi, ma nell’avere occhi nuovi». (M. Proust)

«Il più grande viaggiatore è colui che ha saputo fare almeno una volta il giro di se stesso.» (Confucio)

"Soffrire significa dare a qualcosa un’attenzione suprema." (Paul Valéry)



L'autrice
Mélissa Da Costa si occupa di comunicazione in ambito energetico e climatico. I quaderni botanici di Madame Lucie, pubblicato da Rizzoli nel 2021, è il suo primo romanzo tradotto in Italia. Il suo esordio letterario, Tutto il blu del cielo, è stato tra i dieci libri più venduti in Francia nel 2021.


lunedì 16 gennaio 2023

** NUOVI ARRIVI IN LIBRERIA ** FIGLI DELLA LIBERTÀ di Paullina Simons || MRS ENGLAND di Stacey Halls




Dall’autrice di Una valigia piena di sogni (RECENSIONE) e La casa delle foglie rosse (RECENSIONE), il prequel de Il cavaliere d'inverno (RECENSIONE): una storia di sulla forza dell’amore e della passione, popolato da personaggi indimenticabili in un’America che corre veloce verso il futuro.


FIGLI DELLA LIBERTÀ
di Paullina Simons 



Bur_rizzoli historiae
trad. R. Zuppet
Prezzo: 17.00 €
Pagine: 368
Dal 17 GENNAIO 2023
È una mattina del 1899, il porto di Boston è avvolto nella nebbia.
Un piroscafo partito da Napoli comincia le operazioni di attracco; a bordo c’è Gina, un’adolescente con il fuoco nelle vene che ha lasciato il suo paesino alle falde dell’Etna in cerca di un futuro migliore. 
Quando Gina mette piede nel nuovo mondo, l’America l’accoglie con i suoi spazi infiniti e le sue ciminiere, il melting pot di visi e lingue, il labirinto di strade e palazzoni: per Gina quel caleidoscopio di promesse e opportunità è una vera e propria folgorazione e non vede l’ora di gettarsi anima e corpo in quella nuova vita. 
Quasi fosse un segno del destino, la prima persona che incontra sul molo è Harry Barrington, un giovane timido e insicuro. 
I due non potrebbero essere più diversi – lei, un’immigrata senza un soldo; lui, rampollo di uno degli uomini d’affari più in vista di Boston –, eppure l’amore tra loro è immediato, inesorabile, e, come prevedibile quando si incontrano mondi tanto lontani, ostacolato dalle rispettive famiglie. 
È con queste premesse che Gina e Harry saranno chiamati a fare una scelta di campo, sofferta e radicale: seguire la strada che altri hanno tracciato per loro o disegnarne una propria, contro tutto e tutti, trovando un difficile equilibrio tra vecchio e nuovo, obblighi e desideri, aspettative e realtà. 


❤❤❤❤❤❤


Mrs England è il ritratto di un matrimonio inglese di inizio Novecento: un matrimonio che cova, sotto la cenere delle relazioni fallite, le braci dell’inganno e della brama di potere.


MRS ENGLAND
di Stacey Halls

Ed. Neri Pozza
trad. M. Ortelio
336 pp
19 euro
Dal 24 GENNAIO 2023

Riposta la graziosa divisa del Norland Institute, la prestigiosa scuola londinese di bambinaie qualificate in cui si è diplomata, e indossatigli abiti adatti a un faticoso viaggio in treno, in un giorno del 1904 Ruby May giunge nello Yorkshire per prendere servizio presso la famiglia di Mrs England. 
Ha accettato l’incarico senza batter ciglio. Benché è la direttrice dell’istituto le abbia detto che nessuna famiglia è perfetta, gli England, con i loro bambini, la nursery separata dal resto della casa, una fabbrica tessile di proprietà e una grande dimora di campagna, le sono sembrati davvero la famiglia perfetta per una giovane bambinaia alle prime armi. 
Ad accoglierla nella fitta oscurità della notte è Charles England in persona. Grandi baffi neri, panciotto verde e l’aria di un avvenente locandiere venuto a prendere una cliente, nell’aria densa e umida dello Yorkshire, Mr England la conduce in carrozza fino a una grande casa incastonata nel fianco di una collina, poi scompare lasciandola sola in una stanza al buio con un vago odore di muffa. 
Di lì a poco, Ruby si ritrova al cospetto di Mrs England, una giovane donna con la vestaglia aperta sopra la camicia da notte, i capelli lunghi fino alla vita, un naso aggraziato e grandi occhi scuri. Soprattutto, una donna così sorpresa e impaurita da quell’incontro che a Ruby viene il dubbio di aver sbagliato casa. 
Una sensazione che si accrescerà nei giorni seguenti nei quali, in quella dimora silenziosa come una tomba e cupa, cinta com’è da una fitta foresta, Lilian England, così misteriosamente indifferente alla cura con cui una madre dovrebbe trattare i suoi figli, la guarderà non più con occhi smarriti, ma con ferocia e risentimento allorchè Mr England si concederà un atteggiamento troppo confidenziale nei suoi confronti.

domenica 15 gennaio 2023

>> RECENSIONE << L'INVENZIONE DI NOI DUE di Matteo Bussola


Stare insieme per anni e poi, a un certo punto, non riconoscersi più, come se la persona che ci è accanto, che amiamo e che diceva di amarci, d'un tratto non fosse più quella che pensavamo di conoscere così bene e lei stessa non vedesse in noi ciò che l'aveva fatta innamorare.
Che si fa in questi casi? Si va avanti per inerzia, passivamente, coltivando la segreta e troppo discreta speranza che qualcosa cambi, che l'amore e la passione riesplodano all'improvviso? Oppure lasciarsi, accettando il comune fallimento?
E se invece provassimo a inventare una nuova versione di noi?


L'INVENZIONE DI NOI DUE
di Matteo Bussola



Ed. Einaudi
216 pp
11.50 euro
"Lo lessi una volta, da qualche parte: l’amore è un privilegio. Non è un elemento previsto dalla natura, ma un’invenzione umana. Pare che la natura viva benissimo senza. Il mondo vive, respira, lotta, muore e risorge ogni  giorno per necessità. Senz’amore.
Ma se alcuni amori fossero una forma di necessità?
La nostra storia era nata così: due poli che si erano attratti, inesorabili."

Milo è sposato con Nadia da quindici anni; il loro è un amore nato tra i banchi di scuola, in un modo particolare che ha reso speciale il loro incontro e poi la loro relazione.
L'espressione "sui banchi di scuola"va intesa letteralmente: si sono lasciati messaggi scritti sul banco per diverso tempo, e a partire dalla domanda più semplice e complicata che ci sia ("Chi sei tu?") hanno imparato a comunicare, a confidarsi, ad aprirsi l'uno all'altra, a conoscersi. A piacersi.
E tutto questo senza mai incontrarsi di persona, senza dare un volto a quelle parole scritte a matita e cancellate subito dopo averle lette.
La fine della scuola (era l'anno della maturità) mette anche la parola fine a quella corrispondenza speciale, allontanando i due ragazzi.
Ma evidentemente è un po' vero quel modo di dire "se due persone sono destinate a stare insieme, prima o poi si ritroveranno" e infatti succede proprio così: passa del tempo e Milo e Nadia si incontrano per caso, si "riconoscono" e si mettono insieme, fino a sposarsi.

L'amore c'è, anche la passione, la complicità, gli interessi comuni; ciò che li differenzia è una ricchezza e non li divide, tutt'altro.
Eppure, a distanza di tre lustri, qualcosa è cambiato per forza: Milo si è accorto che Nadia ha smesso di amarlo, di desiderarlo; non lo guarda più con gli occhi innamorati di un tempo, non lo ascolta, non condivide quasi nulla di sé e, anzi, certi tratti tipici del coniuge paiono irritarla enormemente. 
Sembra essersi spenta, e con lei la fiamma del loro amore che teneva in vita il matrimonio. 

Cosa ancor più triste - come non di rado capita nelle coppie -  lei non si decide a lasciarlo, ma resta con lui per inerzia, per dipendenza, per "comodità", o forse per paura.

"E avrei voluto che ci fosse qualcosa in grado di arrestare la nostra caduta, il nostro mulinare  con le braccia nel vuoto, qualcuno in grado di impedirci di andare in pezzi e farci tornare quel che eravamo stati."

Non sarà mica vero che il matrimonio è la tomba dell'amore, come dicono in tanti?

Ma Milo non è affatto disposto ad arrendersi con Nadia, che lui reputa essere l'amore della sua vita: l'ama come il primo giorno, nei suoi pregi e difetti, nei cambiamenti che l'età ha segnato sul suo viso e sul suo corpo; certo, negli anni ci sono state delle cose che hanno creato frizioni o disagi nel rapporto, come il fatto di non riuscire ad avere bambini o, ultimamente, il libro che Nadia sta scrivendo e che le ruba non solo tempo, ma anche qualcos'altro.
Questo progetto di scrittura sembra essere diventato una sorta d'amante, di terzo incomodo che li sta separando, che rende lei sempre impegnata, nervosa, sulle sue...

Cosa fare per recuperare il rapporto?
Cosa inventarsi per riavere indietro la sua Nadia - innamorata, curiosa, piena di vita?

"Cominciai a scrivere a mia moglie dopo che aveva del tutto smesso di amarmi". 

Visto che a lei piace scrivere, lui sceglie di avvicinarsi a lei proprio attraverso la scrittura, utilizzandola per aprirsi, per raccontarsi, per dire di sé qualcosa che faccia re-innamorare Nadia, che sicuramente non vede nel suo "Miles" l'uomo per cui aveva perso la testa.

Ed è così che Milo decide di scrivere un'email a sua moglie fingendo di essere un'altra persona e di averle scritto per errore...

I semi vengono gettati, ora bisogna aspettare e capire cosa accadrà e se nascerà qualcosa, di bello possibilmente.
E in effetti, inaspettatamente, lei gli risponde, dando inizio a una corrispondenza segreta.

I due si scrivono mentre intanto, dentro casa, si parlano a malapena; in queste lettere, sempre più fitte e intense, entrambi si raccontano, si confidano, rivelano parti di sé all'altro come mai forse avevano fatto prima.

Nadia è coinvolta da quest'uomo sbucato dal nulla e per caso, e Milo, da una parte ne è compiaciuto - perché questo suo "alter ego" piace a sua moglie, che lo trova interessante e si dilunga anche a parlare molto di sé e del proprio matrimonio, dello stesso Milo, di ciò che l'ha delusa, delle qualità e dei difetti di lui... -, dall'altra, egli è un po' geloso e capisce di essersi messo in trappola con le sue stesse mani. 

Come può cavarsi d'impaccio, lui che ha dato vita al proprio avversario?
Come far vedere a Nadia che quel tipo con cui lei conversa amabilmente in forma scritta non è altri che il Milo che ha sposato e con cui, ad oggi, non ha nulla da condividere?
Riusciranno Milo e Nadia a ritrovarsi? 

Matteo Bussola ci racconta un amore che è forte pur nel suo essere imperfetto, sciupato, stanco, incompreso; ci racconta di come un uomo che ama non accetta che il suo amore si stia tramutando in cenere e ci mostra come provi a farlo rinascere da quelle stesse ceneri: ci sarà rimasto qualcosa di loro due che valga la pena recuperare, salvare, rinvigorire?

Milo e Nadia non si riconoscono più, sono cambiati negli anni (come succede a tutti), ma se il primo non è spinto da questi cambiamenti a mettere in discussione i propri sentimenti e il matrimonio stesso, per Nadia non è così: quel Milo che le sta accanto oggi non è lo stesso di prima, è una versione di lui ingrigita, appiattita, annoiata e annoiante che a lei proprio non piace.

Milo aveva ambizioni da architetto ma sono anni che lavora come cuoco in un'osteria e questo suo abbandonare i propri sogni per cucinare è incomprensibile per Nadia.

Per la donna, Milo è l'esempio perfetto della staticità, mentre lei è l'opposto: ora è affabile e romantica, e l’attimo dopo malinconica e distante; cambia stato d’animo decine di volte al giorno. 

"Io sono pazzo, perché l’amavo pure per questo, ma era come amare il vento o un’onda dell’oceano: non è mai uguale. Il fatto è che il nostro cuore ama le cose difficili, essere sorpreso, mentre la nostra mente e le nostre ossa non amano la fatica. Cercano le situazioni facili, rassicuranti. Credo sia il motivo per il quale, alla fine, anche gli uomini più illuminati finiscono spesso per sposare delle geishe. Una relazione deve dare forza, la forza è garantita dalla stabilità, la miglior forma di stabilità è la prevedibilità. Quest’ultima è all’origine della monotonia."

Come si scacciano la prevedibilità e la monotonia? Come si reinventa un nuovo vocabolario per parlare d'amore e, ancor più, per viverlo e condividerlo in modo genuino e vero?

"..l'amore lavora sempre, sempre sulla trasformazione e sulla possibilità e i futuri migliori prendono spesso la rincorsa dai presenti senza speranza".

Milo è consapevole che a mancargli sono quelle che di solito chiamiamo "le piccole cose", che poi sono proprio quelle che diamo più per scontate e che ci sembrano sempre le stesse di sempre.
È proprio di esse che egli ha più nostalgia: il fare colazione insieme, il modo in cui vivevano l'intimità, il disordine dei fogli di Nadia sparsi ovunque, il loro linguaggio giocoso e affettuoso e, soprattutto, la fiducia di un futuro insieme e migliore.

Milo è caparbio e farà di tutto, rischierà anche grosso pur di ricucire quel loro amore che, più che un abito su misura, è diventato un cappotto della taglia sbagliata, un maglione troppo grande e informe; tutto affinché la sua Nadia torni a contemplare le loro vite non più come macerie, ma come possibilità.

Ho ascoltato questo libro direttamente dalla voce del suo autore e mi è piaciuto molto: la sua lettura appassionata, sentita, intensa ed espressiva mi ha guidata nell'immergermi nella storia di Milo e Nadia, in questo grande amore che a un certo punto è diventato una gabbia per entrambi, rendendoli prigionieri di una vita a due che, col passare degli anni, si è ingobbita, si è chiusa su sé stessa, come se avessero esaurito le cose da dirsi, i progetti da vivere insieme, gli interessi da condividere, i segreti da confidarsi, le paure e gli errori da confessare, i difetti da accettare.

Un romanzo coinvolgente, con molti passaggi belli, di quelli che trascrivi perché esprimono ciò che pensi/senti alla perfezione; un libro che parla dell'amore, della relazione di coppia con i suoi piccoli e grandi problemi, e lo fa con intensità e semplicità insieme, senza mai essere sdolcinato, anzi, con ironia e leggerezza.

L'esperienza letteraria col mio "primo Bussola" è positiva.


ALCUNE CITAZIONi

"...forse i prigionieri hanno a che fare con gli amanti piú di quanto si creda. Perché lo sguardo di chi amiamo ci accoglie, però anche ci racchiude."

"Pare che la bellezza di una perla sia la risposta organica a un dolore.
La perla cresce attorno alla ferita che un singolo granello di sabbia, penetrando nella conchiglia, provoca all’ostrica. È la risposta a un elemento imprevisto che riesce ad attraversare le sue difese.
L’amore non è diverso: è la reazione a qualcuno che è riuscito a superare tutti i nostri muri. La risposta accogliente a una potenziale minaccia che ha valicato il confine. L’accettazione di un rischio."

"Troppo tardi imparai che, per chiunque di noi, è impossibile  prendersi la responsabilità di un’altra vita, perché le crepe che si aprono nelle giunture dipendono dalla contiguità di due materiali differenti e le asperità, gli attriti, fanno parte della scommessa. Non possiamo che cercare di essere responsabili per noi stessi, e sperare che basti."

«Un buon piatto, – diceva, – è una maniera per prendersi cura di qualcuno. Il fatto che un alimento, quella singola pietanza, entri nel corpo della persona per cui l’hai cucinata, è un gesto di profonda intimità, un vero atto d’amore. Il risultato del tuo lavoro diventa letteralmente parte degli altri.»

"Mi definiscono una persona riservata, ed è abbastanza vero. Lo dicono quasi fosse un limite. Io, al contrario, ho sempre pensato alla riservatezza come a una specie di regalo. Riservare qualcosa ha a che fare col tenerlo in  serbo per qualcuno".

venerdì 13 gennaio 2023

"...ho sempre continuato a salire"

 

In questi giorni mi è tornata alla mente una poesia letta negli anni delle scuole elementari (penso fosse una versione adattata all'età di noi giovanissimi alunni) e che mi è rimasta nel cuore.

Sono certa che in tanti la conoscono e, forse, l'amano come me.


Madre al figlio 

Figlio, ti dirò che la mia vita
non è stata una scala di cristallo
ma una scala di legno tarlato
con dentro i chiodi e piena di schegge
e gradini smossi sconnessi
e luoghi squallidi
senza tappeti in terra.
Ma ho sempre continuato a salire,
ed ho raggiunto le porte
ed ho voltato gli angoli di strade,
e qualche volta mi sono trovato nel buio,
buio nero, dove mai è stata luce.
Così ti dico, ragazzo mio,
di non tornare indietro,
di non soffermarti sulla scala
perché penoso è il cammino,
di non cedere, ora.
Vedi io, continuo a salire...
E la mia vita,
non è stata una scala di cristallo.



giovedì 12 gennaio 2023

Due anteprime romance (contemporaneo - regency)

 

Buon pomeriggio, cari lettori!

In attesa di terminare di scrivere la seconda recensione dell'anno, vi segnalo un paio di pubblicazioni.

La prima è un racconto ispirato a "La Bella e la Bestia", e narra le vicende di una ragazza di nome Luna, costretta dalla madre a prostituirsi.
 

MALEDETTA LUNA
di Francesca de Angelis



Autopubblicato
Numero pagine: 15
Data di uscita: 14/11/2022
Genere: Romance/drammatico
Prezzo ebook: 3,99
disponibile anche in Kindle Unlimited



“Quando aveva quattordici anni, sua madre aveva portato a casa una bambina africana. Luna dormiva sul suo letto macchiato e fatto di stracci, quando la piccola era stata scaraventata nella sua stanza, ferita e terrorizzata; la ragazza si era alzata e aveva provato a consolarla, ma sua madre l’aveva minacciata di tagliarle la gola se solo ci avesse provato. La bambina, che dimostrava a stento dieci anni, si chiamava Rya, aveva anelli fra i riccioli color rame, trucco pesante e un abito oro, in netto contrasto con la pelle color mezzanotte, che le metteva in evidenza le forme ancora acerbe. I loro sguardi si erano incrociati per un brevissimo istante ed era stato come vedersi allo specchio, entrambe abusate, impaurite e afflitte da inesorabile impotenza. Rya si era rifiutata di toccare cibo e acqua per giorni, fino a che non era arrivato un
uomo dagli occhi color fango e dal ventre prominente che si era portato via la bambina, non prima di appestare casa con il suo odore rancido, essersi scambiato un’occhiata compiaciuta con sua madre e averle mormorato un: “Grazie di cuore, Alba” dalla porta di ingresso. Da quel giorno e per tutta la settimana successiva, Alba aveva avuto accesso a pane fresco e bistecche, lasciando banchettare anche sua figlia. Luna aveva attinto selvaggiamente a quell’abbondanza, sentendo la sua integrità venire meno. In seguito, aveva vomitato tutto, mentre lacrime di vergogna si mescolavano ai resti mortali di quell’anima innocente.”


Sinossi

Alessio Brandimarti è un giovane professore universitario dall’animo buono e generoso.
Una sera, tornato da una festa a casa di amici, nota sul ciglio della strada il corpo di una ragazza priva di sensi. Dopo qualche giorno di lotta fra la vita e la morte, la giovane, il cui nome è Luna, si risveglia e racconta ad Alessio la sua drammatica realtà; ella ha diciott’anni e viene costretta dalla madre a prostituirsi. In vita sua ha conosciuto solo stenti, percosse e violenza e rimane inevitabilmente stregata dalla bontà e dalla dolcezza di Alessio.

Una storia d’amicizia e d’amore che porterà Luna a iniziare un cammino verso una vita più umana e felice.

L'autrice.
Francesca De Angelis è nata a Roma nel 1991 e ha iniziato a leggere alla tenera età di tre anni. Passa il
50% del tempo a inventare storie, creare personaggi inquietanti, giocare ai videogiochi e imitare i quokka; il resto, a far disperare suo marito Alessio, sposato nel 2021. A lui è dedicato il suo terzo
romanzo “Maledetta Luna” che racconta la loro storia d’amore in chiave romanzata.

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Dal 1° febbraio uscirà il nuovo romance regency in italiano della serie “I figli segreti del duca” di Jess Michaels, in preordine a questo link.

È una storia di seconde possibilità, un protagonista rimasto parzialmente invalido dopo una ferita in guerra e una protagonista curvy che si ritrovano dopo essere stati separati dalle circostanze, e non solo.

Il problema di un marchese 
(The matter of a marquess)
di Jess Michaels 


Trad. Isabella Nanni
Editore: The Passionate Pen LLC
Genere: Romance storico
Prezzo ebook: € 3,99
disponibile anche in Kindle Unlimited
Prezzo cartaceo: € 14,55
Data 1° febbraio 2023
La Viscontessa Aurora Lovell è stata innamorata di un uomo per tutta la vita, ma il destino avverso non le ha mai permesso di stare con lui. 
Arrivata ad accettarlo, si è sposata per avere un titolo piuttosto che per amore. Ora è vedova e sta cercando di capire come gestire uno scandalo che sta per distruggere il suo mondo quando viene invitata a un ricevimento in campagna. 
Nel disperato tentativo di sfuggire alla triste realtà della sua vita, accetta. 

Nicholas Gillingham ha sempre vissuto a cavallo tra due mondi. Cresciuto da una serva, ma segretamente figlio illegittimo del famigerato Duca di Roseford, non ha mai sentito di appartenere a nessuno dei due. 
Dopo essere rimasto ferito per salvare altre persone, ora è un eroe di guerra e, contro ogni aspettativa, è in lizza per ricevere un titolo per il suo servizio. 
Un modo per non sentirsi mai così impotente come quando ha perso Aurora la prima volta. 
Ma per influenzare le persone giuste, ha bisogno dell’aiuto di suo fratello e si ritrova a un ricevimento in campagna. 
Il tempo e la distanza non significano nulla quando Aurora e Nicholas si incontrano di nuovo. 
Ma riusciranno a superare un passato intricato pieno di amari tradimenti, uno scandalo che potrebbe rovinare il futuro e un cane molto invadente per ritornare insieme? O l’amore sarà altrettanto doloroso la seconda volta? 

Grado di sensualità: Tenete pronti gli estintori


Estratto

"Aurora non riusciva a respirare. Era ferma davanti alla sua carrozza, con le ginocchia che tremavano, mentre Nicholas si allontanava da lei, e non riusciva a respirare. Anche dopo che se n’era andato, era rimasta lì a boccheggiare.
Come faceva a essere qui? E come faceva a essere ancora più bello di quanto fosse stato tanti anni prima? Allora era stato un ragazzo con il viso ancora imberbe. Ora era tutto angoli, tutto morbida barba rossiccia, tutto sguardo penetrante di un uomo che aveva visto il mondo. Era tutto ciò che lei aveva sognato, tutto ciò che aveva desiderato in quegli interminabili anni vuoti... e anche di più.
E ora lui era qui. In una casa dove lei aveva giurato a sé stessa che non lo avrebbe trovato. E l’aveva guardata con totale disprezzo prima di zoppicare via, ricordandole tutto quello che aveva quasi perso quando aveva coraggiosamente salvato altri uomini. Aveva sofferto enormemente negli ultimi anni dopo il suo infortunio. Vederla, ovviamente, aumentava il suo dolore.
«Io... dovrei... andarmene» riuscì a dire a nessuno e a tutti. Dio, gli occhi di tutta la famiglia la fissavano. Aveva lasciato Londra per evitare il biasimo. Avrebbe preferito affrontare la gente che la considerava caduta piuttosto che questo.
«No!» disse Katherine, precipitandosi in avanti per sostenerle il gomito. «Non capisco cosa stia succedendo, ma tu non andrai via. Robert...» Si voltò verso il duca, che dal gradino sopra sembrava incombere su Aurora, il suo sguardo scuro concentrato fin troppo intensamente su di lei. «Vai a parlare con tuo fratello. Selina, Derrick e Morgan, andate con lui. Sembra che abbia bisogno di tutti voi. E Aurora, tu vieni con me e Lizzie.»
I gruppi si separarono, e Aurora sentì di non avere altra scelta che fare come aveva suggerito Katherine. Inoltre, non aveva alcun interesse a risalire sulla carrozza dissestata per fare un viaggio di tre giorni per tornare a Londra. Aveva già esaurito i suoi fondi mensili con il viaggio.
Quindi era in trappola."

L'autrice.
Jess Michaels è un’autrice bestseller di USA Today. Sebbene abbia iniziato come autrice tradizionale pubblicata da Avon/HarperCollins, Pocket, Hachette e Samhain Publishing, e anche da Mondadori in Italia nella collana “I Romanzi Extra Passion”, nel 2015 è passata al self publishing e non si è mai guardata indietro! Ha la fortuna di essere sposata con la persona che ammira di più al mondo e di vivere nel cuore di Dallas.
Quando non controlla ossessivamente quanti passi ha fatto su Fitbit, o quando non prova tutti i nuovi gusti di yogurt greco, scrive romanzi d’amore storici con eroi super sexy ed eroine irriverenti che fanno di tutto per ottenere quello che vogliono senza stare ad aspettare.

Biografia traduttrice:

Isabella Nanni si è laureata in Lingue e Letterature Straniere Moderne ed è iscritta al Ruolo Periti ed Esperti per la categoria Traduttori e Interpreti. Le sue lingue di lavoro sono Inglese, Tedesco e Spagnolo, da cui traduce verso l’italiano, lingua madre. A gennaio 2019 è risultata vincitrice ex aequo del concorso di traduzione de “La Bottega Dei Traduttori”. Dopo un MBA da diversi anni è libera professionista e si occupa di traduzioni, sia editoriali che tecniche. È inoltre consulente commerciale per editori di testate trade.
È l’orgogliosa madre e di due splendide giovani dal sangue misto come Harry Potter, emiliano e campano. Coltiva rose di tutti i colori e con una vita di riserva studierebbe arabo, cinese e russo. Non potendo, si affida ai colleghi traduttori per allargare i suoi confini culturali.

martedì 10 gennaio 2023

☆★ RECENSIONE ☆★ I DONI DELLA VITA di Irène Némirovsky

 

Ambientato nel periodo che comprende le due guerre mondiali, questo romanzo della scrittrice ucraina ci racconta la storia di una famiglia, gli Hardelot, ci narra di matrimoni, nascite, morti, piccole e grandi gioie accompagnate da problemi e preoccupazioni, e soprattutto ci mostra, con grazia e decisione insieme, come la quotidianità delle esistenze venga scossa da quell'evento terribile che è la guerra, che inevitabilmente porta con sé sangue, bombardamenti, figli e mariti chiamati alle armi, donne che aspettano angosciate di ricevere notizie dal fronte, gruppi di sfollati e disperati. Macerie su cui bisognerà ricostruire.

Può la vita continuare ad andare avanti, a resistere, a mostrare i propri meravigliosi doni nonostante attorno ci siano morte, paura, desolazione?


I DONI DELLA VITA
di Irène Némirovsky


Adelphi Ed.
trad. L.Frausin Guarino
218 pp
18 euro
Pierre Hardelot è un giovanotto di buona famiglia, erede delle cartiere del burbero e severo nonno Julien; costituisce sicuramente "un buon partito" per le signorine di Saint'Elme in attesa di marito e ad averla spuntata è la paffutella Simone, anch'ella appartenente ad una ricca famiglia.
Peccato che Pierre non ne sia innamorato: il suo cuore batte solo per una donna di nome Agnès, una ragazza snella, carina, delicata, con cui il ragazzo è praticamente cresciuto assieme.
I due si amano e si incontrano di nascosto; se le rispettive famiglie sapessero dei loro tentativi di vedersi e stare insieme, ne verrebbe fuori uno scandalo e sui due si abbatterebbe l'ira funesta della madre di Pierre (Marthe) e della famiglia di Simone.

Pierre sta per acconsentire a un matrimonio combinato pur di non disubbidire a genitori e al nonno (che sarebbe capace di diseredarlo), consapevole che essi non darebbero mai il consenso al matrimonio con Agnès, che appartiene sì a una rispettata famiglia ma piccolo-borghese e priva dei mezzi per procurare una buona dote alla fanciulla. 

Che fare? I due innamorati riusciranno a far valere la forza del sentimento che li unisce e a combattere contro pregiudizi e divieti?

Mentre leggevo le prime pagine del romanzo, quasi mi sembrava di essere in un classico "alla Austen", in cui al centro vi sono questioni di amore, l'osservanza di etichette e convenzioni sociali, unioni matrimoniali che sanno più di contratti d'affari che di appassionate promesse al chiaro di luna.
Ma questa sensazione dura poco: sì, il lettore assiste alla vittoria dell'amore ma la gioia per una coppia innamorata, che può vivere in libertà il proprio sentimento, presto viene oscurata dall'ombra cupa e terribile della prima guerra mondiale.

Siamo nell'estate del 1914 e il mondo intero sembra "vacillare e franare da ogni parte come il fondale di un palcoscenico, e anche Saint-Elme ne era scossa. Erano gli ultimi giorni del luglio 1914. Non si voleva ancora credere alla guerra, ma se ne avvertiva il soffio ardente."

Pierre Hardelot è costretto ad arruolarsi per difendere il proprio Paese, insieme a tanti altri.
Con lui lontano, in casa cresce l'angoscia per quel figlio e giovane sposo che da un momento all'altro potrebbe essere ferito, morire, dato per disperso. L'attesa di notizie dal fronte diventa di giorno in giorno più snervante e carica di ansia e, come se non bastasse, il nemico a un certo punto penetra nel Nord della Francia e arriva nei pressi di Saint-Elme. 
Eppure, nonostante le voci di questa marcia giungano frenetiche e spaventosamente sempre più vicine, la gente sembra anestetizzata, incredula, impaurita ed immobile: che fare? Fare fagotto e scappare?

"...Saint-Elme non si muoveva. Adagiata nella sua ingannevole sicurezza, dormiva; metteva la testa sotto la sabbia e si credeva invisibile. Se qualcuno diceva: «Potrebbero combattere anche da queste parti...», veniva guardato con incredulità. A Saint-Elme? Ma via!"
Eh sì, non resta che quello, se si vuol tentare di salvare la pelle: fare armi e bagagli e mettersi in marcia, unirsi alla schiera di sfollati che lascia in fretta e furia le proprie case, i mobili, gli arredi, gli oggetti, i ricordi di una vita, per cercare rifugio, per provare a non morire sotto i colpi del nemico.

L'autrice descrive con parole semplici ma efficaci i sentimenti e gli stati d'animo che emergono in frangenti drammatici come quelli indotti dallo stato di guerra.

All'inizio di un conflitto, ci si dispera per tutti i caduti, si piange per tutti quelli che partono, per poi - purtroppo! - farci l'abitudine; il pensiero man mano si fa più "egoistico" e si pensa unicamente al proprio caro, ma prima di arrivare a quel momento, si condivide con gli altri una comune pena e i giovani caduti sono un po' figli di tutti.

La guerra arriva, distrugge, divide, uccide, impoverisce, costringe singole persone, famiglie, città, nazioni, a ricostruire ciò che è stato ridotto in macerie, a ricominciare a vivere dopo lo sconquasso.

Passa il 1918, le esistenze di tutti sembrano pian piano tornare alla normalità; è così anche per Pierre ed Agnès, che hanno due figli: Guy e Colette.
Guy cresce, diventa un giovanotto sfuggente, tormentato...; i suoi non riescono a capire cos'abbia, finché tutto diventa chiaro a seguito di un gesto drammatico da parte di Guy.
Ma non ci si ferma: la vita è affamata e prosegue e così, tra vecchi rancori fra genitori, il nonno sempre arcigno e testardo, tradimenti, figlie ribelli, sopraggiunge anche la seconda guerra mondiale.

"...questa guerra non sarà l'ultima, come abbiamo sempre creduto, ma la prima di una lunga serie di guerre più implacabili, più atroci. Guerre e rivoluzioni. Sangue e ancora sangue."

Dopo la fine del primo conflitto, il mondo si era rialzato a fatica per assomigliare "a un malato che si sveglia e geme, e si gira e rigira nel letto cercando invano di dimenticare i suoi dolori."

Ma è il ciclo della vita e della storia: ritorna, e nella sua forma peggiore e più temuta.

La gente si ritrova di nuovo ad aspettare la guerra, come l'uomo aspetta la morte: sa che non può sfuggirle, al massimo, può sperare che la sua ora sia solo rimandata di un altro po': ancora qualche mese di pace, ancora un anno, ancora una stagione dolce e spensierata... 

Ed ecco che la storia si ripete: giovani e meno giovani costretti ad imbracciare armi, a rischiare la vita per combattere contro un nemico che avanza pericoloso; donne - madri, fidanzate, mogli, sorelle... - che restano a casa ad aspettare, ancora una volta!, notizie, a sperare, a piangere in silenzio e di nascosto, a cercare di placare i palpiti del cuore al solo pensiero - terribile!! - che il proprio congiunto non torni più.

Le persone devono accettare la comune sventura, grande oltre ogni dire, e trarre da essa - volenti o nolenti - la forza per non cedere.

"I doni della vita" è un romanzo dalle tinte cupe, tristi, e non potrebbe essere diversamente, visti il periodo storico e l'ambientazione; la Némirovsky ha una penna delicata e decisa allo stesso tempo, ci dipinge il quadro di una società borghese persa nelle proprie abitudini, in certi suoi pregiudizi, impegnata a coltivare troppo spesso sentimenti di diffidenza, animosità, risentimenti, rancori, egoismi, facendo attenzione a proteggere il proprio "orticello" da pericoli e insidie di ogni tipo.

Fino al giorno in cui qualcosa di enorme si abbatte sulle loro vite, sulle case e sulle città, travolgendo tutto e tutti.
Leggendo, ci si sente un po' sfollati e smarriti tra le strade di questa Francia immersa in una straziante desolazione; si ha pietà per queste famiglie allo sbaraglio, per i reduci di guerra - che si portano dietro una fatica immensa, fisica, mentale, spirituale.

Avvertiamo la forza distruttiva della guerra: già soltanto il pensiero, l'idea che essa possa scoppiare basta a stritolare il cuore; i presagi di conflitti imminenti pervadono e si respirano in ogni momento, in ogni gesto e parola.

"...niente concedeva all'anima un attimo di tregua; tutto sembrava ripetere: «È la guerra... la guerra... la guerra...».

Ma non vorrei che passasse il messaggio che questo libro trasudi e trasmetta qualcosa di negativo, di opprimente, di triste nel suo senso più cupo e tragico: c'è in esso una grande forza che figlia della speranza.
I personaggi della Némirovsky hanno il loro bel carattere, anche coloro che, a prima vista, possono sembrarci dei deboli; Pierre, ad es.,può apparire, in alcune occasioni, come un uomo volubile, insofferente, tendente allo scoraggiamento e ad ad abbattersi, a differenza di Agnès (e, più tardi, di sua nuora Rose) che mantiene costantemente un temperamento vigoroso, una maggiore fermezza nel prendere decisioni. Ma anche Pierre maturerà e avrà modo di mostrare la propria forza interiore, il proprio valore, quando la Storia glielo chiederà.

Ci si affeziona a queste persone, si spera con tutto il cuore che non soccombano, che possano vedere sorgere l'alba di un nuovo giorno e poter dire: "C'è stata la guerra. Ma ora è finita e per noi, per i nostri figli, c'è ancora la vita ad attenderci, con i suoi doni."

«Nonostante le apparenze, è questo che conta. La guerra finirà, finiremo anche noi, ma questi piaceri semplici e innocenti ci saranno sempre: la freschezza, il sole, una mela rossa, il fuoco acceso in inverno, una donna, dei bambini, la vita di ogni giorno... Il fragore, il frastuono delle guerre si spegneranno. Il resto rimane... Per me o per qualcun altro?».


Un romanzo intenso per l'ambientazione, piacevole per la sua trama e fluido nello stile.

venerdì 6 gennaio 2023

LETTURE DI INIZIO ANNO



Buon pomeriggio, cari lettori!
Con quale/i libro/i avere iniziato il 2023? Vi sta/stanno piacendo?

Ecco la mia situazione librosa 📚.

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Sto leggendo:

I DONI DELLA VITA di Irène Némirovsky: attraverso la storia degli Hardelot si percorrono trent'anni di storia francese, da quelli che precedettero la prima guerra mondiale a quelli che vedono l'occupazione della Francia da parte dei tedeschi.
IL NIDO di Tim Winton: il toccante racconto dell’incontro salvifico tra due solitudini che trovano l’una nell’altra un barlume di speranza.
FIORI SOPRA L'INFERNO di Ilaria Tuti: la prima indagine di Teresa Battaglia.
TUTTO IL BLU DEL CIELO di Melissa Da Costa: una storia di rinascita che dalla sofferenza vede sbocciare, pura e irrefrenabile, una gioia di vivere nuova, la bellezza assoluta della scoperta dell'altro, la magia del sentirsi umani.



.


Il libro del mese del gruppo di lettura su FB è 🧭 L'INVENZIONE DI NOI DUE di Matteo Bussola: una storia delicata e feroce, come tutte le storie d'amore.

Mi è stato proposto e ho accolto volentieri una copia di 👧 BUBULINA. UNA STORIA STRAORDINARIA di Giovanni Boschetto: una fiaba che narra lo sconfinato amore di una bimba per la sua mamma scomparsa nel darla alla luce.


Per la RC del mese di gennaio devo scegliere, come leggete nell'immagine, un libro tra:

📗 un classico 
🇮🇹 un contemporaneo italiano
📖 un contemporaneo straniero.
❤️ un libro amato dall'organizzatrice della RC (una biografia).

Sono indecisa tra le due autrici contemporanee, ma comunque più orientata verso la Oates.
In particolare mi sento di scegliere uno fra questi tre:

            👧SORELLA, MIO UNICO AMORE: ispirato a un fatto di cronaca nera che sconvolse gli Stati Uniti negli anni novanta;
            🧟 ZOMBIE: un romanzo che ci introduce nella mente di un serial killer;
            🕵️‍♀️ HO FATTO LA SPIAun romanzo toccante e implacabile sulla ferocia dei sentimenti, un ritratto impietoso della società americana raccontata attraverso un personaggio femminile indimenticabile.

Se avete suggerimenti in questo senso, fatevi sotto; saranno graditi! 😉

 

mercoledì 4 gennaio 2023

INVERNO IN VERSI

 

Inauguriamo il mese di gennaio con delle poesie a tema gennaio, inverno, freddo, neve.



GENNAIO (G. Pascoli) 
Nevica: l’aria brulica di bianco;
la terra è bianca, neve sopra neve;
,

gemono gli olmi a un lungo mugghio stanco, 
cade del bianco con un tonfo lieve.
E le ventate soffiano di schianto
e per le vie mulina la bufera;
passano bimbi; un balbettio di pianto;
passa una madre; passa una preghiera!


GENNAIO (G. Pontremoli)

Nel mese dell'inverno,
quando c'è freddo e gelo
vogliamo intorno al fuoco
far risate e canzoni
parlare con gli amici
e dipingere il cielo
dedicarci all'amore
non avere padroni.



INVERNO (S. Catalano)

È di gennaio. Al guizzo delle stelle
la stanca luna si diffonde tanto
che pare un’alba a fiore di lagna.

Un’aria lieve, un canto senza accento
– voce diffusa nell’immensità –
fan baratro del cielo senza vento.

Anima mia, sei sola nel pensiero,
quale spettrale forma di ghiacciaio
.

che dà respiro ad un silenzio freddo.


NEVE (U. Saba)

Neve che turbini in alto e avvolgi
le cose di un tacito manto.
neve che cadi dall’alto e noi copri
coprici ancora, all’infinito: Imbianca
la città con le case, con le chiese,
il porto con le navi,
le distese dei prati…..


UN BIANCO INCANTESIMO (A. Negri)

Sui campi e sulle strade
silenziosa e lieve,
volteggiando la neve cade.
Danza la falda bianca
nell’ampio ciel scherzosa,
poi sul terren si posa stanca.
In mille immote forme
sui tetti e sui camini,
sui cippi e sui giardini
dorme.
Tutto d’intorno è pace:
chiuso in oblio profondo,
indifferente il mondo tace…

domenica 1 gennaio 2023

BUON 2023

 

Carissimi lettori, un nuovo anno è entrato da poche ore; tutti ci auguriamo che ciò che sarà o potrebbe essere sia meglio di ciò che è stato.

Ma a prescindere dai buoni propositi dichiarati, pensati, sperati, sospirati..., la verità è che possiamo programmare ben poco e che il fattore imprevedibilità, le incertezze, i problemi, le sorprese belle e brutte..., possono essere dietro l'angolo e prevederle non sempre è possibile.

Possiamo solo predisporci per affrontare ogni cosa che ci capiterà con serenità, impegno, tenacia, coraggio, pazienza, fede, speranza, insomma con tutte le virtù utili e necessarie a vivere giorno per giorno ("a ciascun giorno il suo affanno", dice Gesù) in modo da trarne gioia, amore, più libertà, più giustizia, più altruismo, più onestà... Ognuno sa cosa dà senso alla propria vita e per cosa valga la pena resistere, insistere, combattere, piangere, pregare. Vivere, in una parola.

Non sono brava a far discorsi, per cui concludo semplicemente augurando a chiunque passi di qui un sereno anno nuovo, che per innumerevoli aspetti sarà uguale al precedente, in altri forse diverso, ma in ogni caso vi auguro sia migliore.





venerdì 30 dicembre 2022

LE MIE LETTURE PIÙ BELLE DEL 2022

 

Questo post è per tirare le somme del mio 2022: quali sono le letture più belle che mi hanno accompagnata nel corso dell'anno che stiamo per lasciarci alle spalle?

In QUESTO POST avevo decretato i libri più belli della prima metà dell'anno; vediamo com'è proseguita la seconda metà!



NARRATIVA CONTEMPORANEA


Mi resteranno impressi sicuramente IL DUCA di Matteo Melchiorre per lo stile classicheggiante eppure molto piacevole; L'ISOLA DELLE ANIME di Johanna Holmostrom per la tematica della follia dal punto di vista della donna; immancabile per me citare Lucinda Riley, con LA SORELLA PERDUTA, settimo libro della serie, che si concluderà con la pubblicazione dell'ottavo romanzo nel 2023.


LIBRI LETTI: 16.



THRILLER/NOIR


Questa categoria mi ha regalato delle storie davvero belle e interessanti, difficile scegliere LA più bella; per dirne alcuni: coinvolgente come un film d'azione COME LEONI. RITORNO A BULL MOUNTAIN di Brian Panowich, un romanzo ruvido come i suoi personaggi e aspro e selvaggio come la natura in cui è immersa la storia; intricato e ricco di colpi di scena IL CASO  ALASKA SANDERS di J. Dickel e un noir/thriller al cardiopalma LA SETTIMA LUNA di Piergiorgio Pulixi.

LIBRI LETTI: 8.

FANTASY/ DISTOPIA

Ripetitiva fino alla nausea ma onesta: L'AMULETO D'AMBRA di D. Gabaldon, secondo vol. della serie La straniera (Outlander).

LIBRI LETTI: 4.


Per la sezione ROMANCE, 4 libri; 
- un saggio di storia; 
- due libri di INCHIESTE/CRONACA
- un romanzo storico
- due AUTOBIOGRAFIE e un memoir in prosa poetica che vi menziono e consiglio, UNA - TRILOGIA PALESTINESE del poeta Mahmud Darwish: merita perché tratta un argomento di cui bisogna parlare sempre più e senza pregiudizi, quello della vita del popolo di Palestina sotto occupazione.
- POESIA: una raccolta, RIFQA del giovanissimo Mohammed El-Kurd, che si concentra - parlandone in versi - su una tematica vicina a Darwish;
- GRAPHIC NOVEL: 1
- NARRATIVA PER L'INFANZIA: 1


TOTALE LIBRI LETTI DA LUGLIO A DICEMBRE: 42

LIBRO INIZIATO E NON ANCORA TERMINATO (ahimé): IL NIDO di T. Winton.

 
Ho iniziato due saghe nel 2022: 

        OUTLANDER (LA STRANIERA) di Diana Gabaldon; sono solo all'inizio ma ho molta voglia di proseguire, anche se i libri che compongono la serie non sono pochi;
        THE CAZALET di Elizabeth J. Howard, di cui ho letto i primi due volumi.


Sono contenta di essermi avvicinata per la prima volta ad autori come

Alessia Gazzola
Flannery O'Connor
Mahmud Darwish
Fabio Bacà
Sally Rooney

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