mercoledì 11 maggio 2022

RECENSIONE ❤ ★ "La mia favola da Le mille e una notte" di Ilaria Carioti ★ ❤




Un romance contemporaneo che, con un tocco di suspense e in uno scenario affascinante e misterioso insieme, racconta una storia d'amore ispirandosi alla famosa raccolta di novelle “Le mille e una notte”.


"La mia favola da Le mille e una notte" 
di Ilaria Carioti



313 
È il 1986 e il ricco sultano dello Sharjarian ha appena avuto la gioia di diventare padre di un bambino bellissimo, che lo guarda con i suoi occhi innocenti e dello stesso colore del cielo.
Ma la felicità è offuscata dal dolore di essere diventato vedovo: sua moglie è morta dando alla luce il piccolo Salim e, come se non bastasse, ad aggiungere altra amarezza ci si mette una parente della defunta sultana che lancia una maledizione sia sul sultano Faysal che sul figlio appena nato, condannandolo all'infelicità: non avrà figli e la loro dinastia si estinguerà.
Preoccupato, Faysal consulta una veggente, che lo rassicura: c'è un modo per spezzare la magia nera di quella megera e sarà proprio Salim a farlo quando, una volta adulto, si innamorerà della donna giusta.
Ma non di una donna qualsiasi, bensì della figlia del più acerrimo nemico di Faysal, lo sceicco di Khairah.

Molti anni dopo, una ragazza di nome Melania vive a Roma con sua madre Clara; suo padre non c'è mai stato per lei, non sa chi sia, che nome o che faccia abbia e Clara ha sempre spento ogni curiosità su quell'uomo restando sul vago circa la sua identità. Economicamente mamma e figlia se la passano male ma un evento inaspettato sta per sconvolgerle.

La ragazza lavora come cameriera e un giorno viene convocata nella suite imperiale dell’hotel per cui lavora dal consigliere del sultano dello Sharjarian: scopre, così, di essere la figlia naturale dello sceicco del Khairah, morto da pochi mesi.
Non solo, ma come se da sola questa notizia non fosse già abbastanza, apprende di essere "destinata" a sposare il principe Salim dello Sharjarian; solo unendosi in matrimonio con lui, questi potrà veder spezzata la vecchia maledizione che gli impedisce di avere eredi e di essere felice in amore.

Com'è facile immaginare, la romana Melania, pratica e razionale (con una passione, però, per Orgoglio e pregiudizio e per l'amore romantico tra Darcy ed Elizabeth), non crede alle maledizioni e non è molto ben disposta per questo matrimonio.
Certo, con i problemi economici che ha, pensare di accasarsi con un ottimo partito - quale può essere un sultano ultramilionario - sarebbe un colpo di fortuna incredibile... ma decidere su due piedi di lasciare l'Italia, la madre, gli amici, la sua città e tutta una vita a Roma per andare in un paese arabo, sposando un perfetto sconosciuto, non è da lei!

Eppure, quando conosce il bel principe Salim, si rende conto che dopotutto quel matrimonio potrebbe essere la soluzione a tutte le sue difficoltà.

Salim, infatti, le fa una proposta conveniente dal punto di vista economico, che la vede impegnata a recitare il ruolo di sultana dello Sharjarian e di consorte devota solo per un anno, trascorso il quale... ognuno per la sua strada: il principe avrà comunque obbedito al padre - ossessionato dalla maledizione di tanti anni prima - e Melania si ritroverebbe ricca, cosa che mai accadrebbe continuando a pulire le camere d'albergo.

Certo, Salim non è proprio il principe azzurro delle fiabe o il gentiluomo dei romanzi dell'Ottocento: arrogante, irritante, nervoso, sarcastico, dai modi bruschi e anche un tantino autoritario, senza considerare che comunque appartiene ad un mondo con usi, costumi, tradizioni religiose molto differenti da ciò cui è abituata lei.

Accettare e dare una svolta a tutto o continuare la propria grama esistenza, lasciando il sultano dello Sharjarian a risolvere da sé i problemi con incantesimi e maledizioni?

La tentazione di accettare è forte e Salim sa come essere persuasivo; il fatto che sia bello, poi, non è un aspetto irrilevante (a dire il vero, Melania ne è attratta dal primo momento in cui il suo sguardo incrocia quello di lui, che le si presenta una sera in un locale ma sotto mentite spoglie, senza rivelare la propria identità) ma soprattutto le fa gola la controfferta del principe, se lei decidesse di sposarlo.
Sia chiaro, neppure lui è d’accordo con l’idea del padre di prenderla in moglie ed è per questo che spera che lei accetti le condizioni di un appetibile accordo segreto con cui portare avanti un matrimonio di sola facciata per un tempo limitato.

Melania, seppur titubante, si butta in questa incredibile avventura, che la conduce nello Sharjarian, a contatto con una società che segue i principi dell'Islam e in una realtà contrassegnata dalla ricchezza, da ogni comodità possibile, di cui mai lei si sarebbe immaginata di poter godere.

Le sembra di vivere in una favola, la sua favola, sicuramente poco romantica e molto particolare: non è l'amore ad unirla al bel Salim, e anzi a volte sembra che lui a malapena la sopporti; ma Melania non si lascia impressionare, sa come rispondergli per le rime, lasciandogli capire che lei non è una donnicciola senza carattere, una bambolina che dice sì ed obbedisce al signor marito, come forse lui si aspetterebbe, nonostante il loro sia un matrimonio sui generis.

A creare dinamiche nel loro rapporto ci pensano alcune persone che ruotano attorno ai due sposi, che tanto facilmente si provocano a vicenda, battibeccando con battute taglienti: il cugino di Salim, l'allegro e simpatico Majd, che ha due mogli (con una di esse Melania allaccerà un bel rapporto d'amicizia), Rasha, la dolce e fedele dama di compagnia che l'è stata assegnata, ma anche il triste ricordo delle due mogli precedenti.
Salim, infatti, è già stato sposato e purtroppo esse sono morte in circostanze piuttosto strane, poco chiare. 

Che la maledizione non c'entri nulla, lo pensano entrambi: Salim è convinto di essere lui la causa, di non riuscire a rendere felici le sue spose. L'amore sembra fuggire da lui e, cosa più drammatica, a farne le spese finora sono state le sue defunte consorti.
Dal canto suo, Melania pensa che dietro quei decessi, ci dev'essere sotto qualcos'altro... Ma cosa? A palazzo si vocifera che potrebbe essere colpa proprio dell'affascinante ma indecifrabile principe, ma la giovane sultana non lo vede capace di azioni deplorevoli. E poi perché dovrebbe macchiarsi di... non uno ma due delitti?

E se tra quelle magnifiche e grandi stanze della dimora del sultano si nascondesse qualcuno che crede di avere delle ragioni per voler danneggiare Salim e le mogli? Possibile che dietro all’apparente vita dorata di corte si celi qualcosa di oscuro e pericoloso?

I giorni e le settimane passano e Melania e Salim hanno modo di conoscersi sempre meglio, il che li porta a volte a discutere e punzecchiarsi, altre volte a trascorrere insieme serate tranquille - complice un romanzo molto amato dalla ragazza (come scriverebbe Dante: "Galeotto fu ’l libro e chi lo scrisse:
quel giorno più non vi leggemmo avante”) -, in cui tra loro sembra instaurarsi una chimica, un'intesa inaspettata ma sincera e piena di passione.

I rapporti tra i due sposi, dapprima burrascosi per via dei caratteri diversi, migliorano pian piano e proprio quando le cose tra marito e moglie sembrano andare per il meglio, la salute di Melania inizia a vacillare senza un'apparente ragione.
Cosa sta succedendo? Cosa si nasconde dietro al suo malessere? Si tratta della maledizione o qualcuno trama alle spalle del sultano?

“La mia favola da Le mille e una notte” è un romantic suspense ambientato ai nostri giorni, prima nella capitale italiana e poi nel magico e opulente regno dello Sharjarian, che vede la protagonista fare un salto di qualità nella propria esistenza; Melania deve confrontarsi con una realtà decisamente differente e lontana dalla propria, in particolare per quanto concerne il ruolo della donna - la sua sottomissione all'uomo, al marito in primis, il dover convivere con altre eventuali mogli del proprio consorte, l'osservanza di riti e tradizioni arabe.
I caratteri dei due protagonisti emergono con chiarezza dalle loro parole e dai loro comportamenti: entrambi hanno una personalità forte, sono testardi, orgogliosi, ma anche desiderosi di amore e presto o tardi dovranno capire se vogliono rendere il loro matrimonio un legame vero o lasciare che sia un semplice contratto a tempo determinato.

È un romanzo la cui struttura si basa sull'abbondanza di dialoghi, attraverso i quali seguiamo lo svolgersi delle vicende, i rapporti tra i personaggi, i loro modi di essere; intrigante il tocco "giallo" finalizzato a scoprire se e chi possa architettare del male contro Salim e consorte e per quale ragione.
Il linguaggio semplice e colloquiale e i dialoghi spigliati danno scioltezza e agilità alla lettura, che risulta gradevole e adatta ai lettori che abbiano voglia di leggere una storia sì romantica ma anche vivace all'interno di una cornice esotica e "da sogno".

martedì 10 maggio 2022

Anteprima Rizzoli Noir: 🌙 LA SETTIMA LUNA di Piergiorgio Pulixi 🌙 dal 31 maggio in libreria

 

Una bella notizia per i lettori che, come me, amano Piergiorgio Pulixi e aspettano, sempre come me, con trepidazione ogni suo nuovo libro: a fine mese lo scrittore sardo ritorna in libreria con il sequel di "Un colpo al cuore" (RECENSIONE) e "L'isola delle anime" (RECENSIONE).


Vito Strega, Eva Croce e Mara Rais tornano, insieme a tutta la squadra al completo, e non solo loro: anche il caso di Dolores Murgia, che arriva fino in Ticino, dove una ragazza è scomparsa.
Cosa unisce questo caso con quello seguito da Croce e Rais? E perché Vito è coinvolto? C'è forse qualcosa di personale che lo lega all'indagine?


LA SETTIMA LUNA
di Piergiorgio Pulixi


Ed. Rizzoli
408 pp
16 €
USCITA:
31 MAGGIO 2022

Il vicequestore Vito Strega ha di che festeggiare, mentre è in uno degli hotel più incantevoli della Sardegna:  la nascita della nuova unità investigativa sui crimini seriali.
Con lui ci sono le inseparabili ispettrici Eva Croce e Mara Rais e finalmente tutto sembra andare per il verso giusto.

Fino a quando una telefonata li riporta alla realtà: nelle terre paludose del Parco del Ticino è stato ritrovato il corpo di una ragazza.
Quando l’ispettrice Clara Pontecorvo arriva sul posto, stenta a credere ai propri occhi: la vittima ha le mani legate dietro la schiena e indossa una maschera bovina. Mancava solo questo per Clara, che ha già un grosso problema: è alta 1,98, non trova mai dei vestiti adatti a lei. Tantomeno un uomo.
L’istinto le dice che quella scena del crimine potrebbe essere la riproduzione di un altro delitto avvenuto anni prima in Sardegna.
E nessuno meglio di Strega, Rais e Croce, conosce quel caso, che aleggia ancora nelle loro vite come un’ossessione. Ora a piede libero c’è un emulatore, che vuole i riflettori puntati su di sé…
I poliziotti dovranno essere più uniti che mai, e Vito Strega, per la prima volta così vulnerabile, si troverà a fare i conti con il proprio passato.

Dall’inizio alla fine, una domanda, come un tarlo, accompagna Strega e noi lettori: sono i poliziotti a dare la caccia al killer o è lui a dare la caccia a loro?

lunedì 9 maggio 2022

[[ SEGNALAZIONE ]] QUANDO GIOVANNI DIVENTÒ FALCONE di Girolamo Lo Verso



A trent'anni dalla strage di Capaci, sarà presentato a Roma il libro QUANDO GIOVANNI DIVENTÒ FALCONE (PandiLettere ed., 126 pp, 14 euro) del professore Girolamo Lo Verso, ordinario di psicoterapia, Dir. Scientifico corso di specializzazione in psicoterapia individuale e di gruppo Scuola di PolisAnalisi. 

La presentazione avrà luogo il giorno 19 maggio alle ore 10:30 in occasione del trentennale della scomparsa di Giovanni Falcone, nell’ Auditorium di Piazza Adriana, 3 a Roma (Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi di Guerra) presso il Tribunale di Sorveglianza.

Battute di pesca spensierate, discussioni serali sulla Sicilia, il mare, i libri, la vita. 
Per Girolamo Lo Verso l’amicizia con Giovanni Falcone inizia prima del Pool antimafia. Prima della vita blindata alla Procura di Palermo. 
Inizia negli anni Settanta quando il giudice più famoso al mondo era semplicemente Giovanni, un instancabile nuotatore in servizio al Tribunale di Trapani, e l’autore semplicemente uno psicoterapeuta all’Asp di Trapani ed un appassionato esploratore e pescatore subacqueo.

Ricordi privati, ma sobri, custoditi con cura per molti anni dal professor Lo Verso, che vengono ora condivisi per diventare patrimonio di conoscenza condivisa ma, soprattutto, stimolo di riflessione sulla storia di Falcone, della Sicilia e dell’antimafia a trent’anni dalle Stragi del ‘92.

Il testo parla anche del suo metodo e della ricerca sulla psicologia mafiosa collegabile al suo pensiero. 
Il libro è arricchito dalla prefazione di Francesco La Licata e dalla postfazione di Roberto Di Bella.

Farà da moderatore Viviana Langher (Presidente laurea magistrale in psicologia clinica, Università degli Studi di Roma “La Sapienza”); interverranno a conversare con l'Autore Gigi Clemente (regista), Lara Di Carlo (editrice di PandiLettere), Pietro Grasso (già presidente del Senato e procuratore nazionale antimafia), Filippo Pergola (direttore Scuola di PolisAnalisi).
Letture dell’attrice Tiziana Narciso

sabato 7 maggio 2022

Il 7 maggio 1812 nasceva ROBERT BROWNING

 

Oggi è il compleanno di mia madre. 

Ma non solo, anche di Barbara D'Urso, Chiara Ferragni ed altri personaggi famosi, tra cui di uno dei più importanti poeti inglesi del periodo vittoriano: Robert Browning.

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Nato il 7 maggio 1812 a Camberwell, un sobborgo borghese di Londra, è cresciuto assorbendo l'amore per la musica dalla madre (di origini germaniche e scozzesi) e l'incoraggiamento ad intraprendere la carriera di letterato dal padre (importante bancario della Banca d'Inghilterra), i cui sogni artistici e accademici erano stati distrutti da necessità finanziarie e questo lo aveva resto ben disposto a sostenere la precoce passione per l'arte e la letteratura (in casa la biblioteca era vastissima, comprensiva di 6.000 titoli, da cui il piccolo Robert attinge sin da subito) e, successivamente, gli sforzi del suo amato figlio per pubblicare poesie.
Era portato anche per le lingue (parlava francese, greco, italiano, latino...).
È del 1833 la sua prima opera, pubblicata a spese della famiglia e privo della propria firma: "Pauline: frammento di una Confessione", lungo poema autobiografico, in cui Robert esprime i suoi conflitti interiori; purtroppo, questo primo lavoro non ottiene alcun successo.

Anche il secondo libro viene pubblicato con gli aiuti finanziari paterni: "Paracelsus", comprendente una ampia gamma di monologhi incentrati sulla figura sfuggente del leggendario ed omonimo alchimista; in esso è ravvisabile una certa crescita e maturazione poetica, che gli fanno guadagnare critiche positive da letterati, che cominciano ad invitarlo nei loro circoli.

Ma il suo talento di drammaturgo e compositore comincia ad emergere in modo palese quando, nel 1837, scrive la sua prima tragedia ("Strafford"), nonostante non si attiri molte critiche positive; fatto sta che da quel momento Browning viene chiamato a comporre e a riadattare numerosi drammi, comprese alcune tragedie shakespeariane, spesso su commissione del grande attore londinese W. Ch. Macready.

Altre opere di rilievo: "Sordello" (poema incentrato su un guerriero-poeta), "Pippa passa", "Poesie drammatiche", "Romanzi e liriche drammatiche", ad oggi ritenuto uno dei suoi migliori lavori.

Nel 1845 comincia una fitta corrispondenza epistolare con la poetessa di origini giamaicane Elizabeth Barrett; l'anno successivo i due si sposano in segreto per sfuggire al padre di Browning, il quale ha posto il divieto di matrimonio per entrambi i suoi figli.
casa Guidi
(beniculturali.it)

I due vengono in Italia, in Toscana, prima a Pisa e poi a Firenze, facendo di Casa Guidi la loro dimora dal 1847 fino al 1861. Qui, il 9 marzo del 1849, nasce il loro unico figlio, Robert Wiedemann Barrett Browning.

Durante il soggiorno italiano, continua a scrivere e pubblicare: "La vigilia di Natale e il giorno di Pasqua" (1850) e "Uomini e donne" (1855), ispirato dalla poesia d'amore di John Donne e formato da 51 componimenti.


Elizabeth Barrett
(Libreriamo)



Sua moglie Elizabeth muore nel 1861 e Robert fa ritorno a Londra, senza mai più mettere piede a Firenze. 
Devono passare tre anni prima che egli riprenda a pubblicare ed è la volta dell'apprezzatissima "Dramatis Personae", diciotto poemi in forma di monologhi raccontati da importanti personaggi della storia e della letteratura; segue l'altrettanto amata opera "Euridice a Orfeo".

Ma il suo indiscusso capolavoro è "L'anello e il libro" (1869), lungo e ambizioso poema in versi sciolti, composto da quattro libri e che lo consacrerà tra i grandi della letteratura inglese.

Mentre è in casa di suo figlio, a Venezia, Robert Browning muore all'età di 77 anni a causa di una complicazione per via della sua bronchite cronica. È il 12 dicembre del 1889 e in quello stesso giorno esce la sua ultima opera, "Asolando", che comprende altre liriche molto apprezzate.



INCONTRO NOTTURNO

Il mare grigio e la lunga riva nera;
e la mezzaluna gialla, grande e bassa;
e le ondine smosse che balzano
in circoli di fuoco destate dal sonno,
mentre approdo veloce alla cala,
e smorzo l’abbrivio nella sabbia melmosa.

Poi un miglio di tepida spiaggia profumata di mare,
tre campi ancora, appare una cascina;
un tocco ai vetri, il rapido secco strofinio,
il bagliore azzurro d’un fiammifero che s’accende,
una voce più sommessa, dalla gioia e la paura,
di due cuori che battono l’un per l’altro.


STARÒ ACCANTO

“Starò accanto alla fiamma luminosa,
sopra un sapiente libro, da uomo anziano,
mentre l’imposta batte, tormentosa,
voltando e rivoltando un foglio, piano:
ormai non più poesia, ma solo prosa.”

(da”Accanto al camino”,
trad. di Roberto Piumini,
Interlinea 2001)






Fonti:

https://www.poetryfoundation.org/
https://biografieonline.it/biografia-robert-browning
https://www.biography.com/writer/robert-browning (foto)
https://simposiodellapoesia.wixsite.com/simposiodellapoesia

giovedì 5 maggio 2022

RECENSIONE ★★ LA SORELLA PERDUTA di Kate Furnivall ★★



Mentre i rumori di una guerra imminente echeggiano in Europa e c'è chi è disposto a sacrificare la Francia e a consegnarla nelle mani della Germania nazista di Hitler, due gemelle - legatissime ma molto diverse tra loro, sia per carattere che per ideologia politica - condividono un segreto terribile: un evento tragico che le ha segnate e, pur legandole in un patto silenzioso, le ha allontanate.
Ma nonostante tante complicazioni, sotterfugi e tradimenti sembrino lavorare per separarle, le loro vite e le loro anime sono profondamente unite e l'una sarà sempre disposta a sacrificarsi per la felicità dell'altra.


LA SORELLA PERDUTA
di Kate Furnivall



Ed. Piemme
trad. C. Ingiardi
416 pp
Risvegliarsi nello studio del proprio padre, accorgersi di avere le mani insanguinate e che il proprio genitore è riverso sul pavimento, morto.

È il 1930 e la diciassettenne Romaine Duchamps è confusa, spaventata: non ha idea di cosa sia successo in quella maledetta stanza.
Ha ucciso suo padre?
Ci sono solo loro due e se lei è sporca di sangue e l'uomo è senza vita, la ragione suggerisce che non ci siano molte spiegazioni a quella situazione. 
E poi sua sorella gemella, Florence, glielo conferma: lei, Romaine, ha ucciso il loro padre. Inutile indagare sui perché, e del resto Romaine non ricorda assolutamente nulla e non saprebbe dire cosa sia successo e cosa possa averla spinta ad aggredire il padre fino ad ammazzarlo: non resta che preparare un piano per evitare che Romy sia accusata di omicidio e finisca condannata alla ghigliottina. 
Le bugie. Ecco a cosa bisogna ricorrere.

Otto anni più tardi, la bella, bionda e riccia Romy, passionale e irrequieta, vive una vita avventurosa, fatta di viaggi e amori passeggeri tra le spiagge mediterranee della Spagna e il freddo Atlantico.

A dare colore e vitalità alla sua giovane vita ci pensa l'aviazione: la ragazza, infatti, ha una grande passione per gli aerei ed è diventata un'abile aviatrice; ma quella che è nata come una semplice passione ben presto - in un'Europa sempre più scossa dai venti di guerra - diviene una missione di ben altro tenore.

Romy lavora per Léo Martel, un tempo ottimo pilota ma che, a causa di un brutto incidente aereo, ha perduto l'autorizzazione a volare.
L'uomo è un tipo molto riservato, restio a manifestare emozioni, di poche parole ma con un gran senso pratico e, più di tutto, pronto a collaborare alla nobile causa di fermare il nazifascismo, che si sta facendo ogni giorno più strada in Europa, Francia compresa.
È proprio lui a reclutare persone interessate alla medesima causa politica e a coordinare le loro azioni
con quelle delle altre cellule clandestine che si nascondono a Parigi; anche con la indomita Romy, Léo ha cominciato a parlare della guerra civile spagnola, delle idee e dei principi che erano in gioco. Le ha spiegato come i partigiani si stiano battendo contro i fascisti di Franco – che sono appoggiati invece da tedeschi e italiani –, e come stiano attraversando un brutto momento. 
E poiché anche Romy  ha un alto senso della giustizia e detesta la tirannia dei dittatori, è stata ed è ben felice di mettere le sue capacità di aviatrice al servizio della causa repubblicana, consegnando pacchi e viveri. 

Sua sorella Florance, dal canto suo, vive a Parigi, ha sposato un potente politico, Roland, e i due hanno una bambina, Chloé.

Il loro comune segreto - cos'è successo nello studio paterno, otto anni prima? Com'è possibile che Romy non ne abbia memoria, o meglio, che ne ricordi, e male, solo alcuni offuscati frammenti? - è un argomento tabù, e inutili sono sempre state le domande angosciate di Romaine, i cui grandi sensi di colpa per essere l'assassina del padre non l'hanno mai abbandonata.
Sarà per questo gravoso fardello che si porta sul cuore, che la donna negli anni si è lasciata andare ad uno stile di vita disordinato, contrassegnato dal gioco d'azzardo, dalla frequentazione di uomini poco raccomandabili, con cui condividere qualche ora di piacere tra le lenzuola, e dall'uso smodato di alcool.
Sì, Romaine Duchamps fa parte di quella schiera di persone disperate e sole che affogano i dispiaceri e i brutti pensieri in whisky e affini.

Chissà, magari perdendo conoscenza a furia di bere, qualche dettaglio importante che le faccia riaffiorare la memoria potrebbe affacciarsi e aiutarla a mettere ordine nella confusione che ha in testa!

Intanto, Romaine si rende conto che qualcuno sospetta del suo coinvolgimento nelle cellule clandestine di Martel e questo la mette in serio pericolo..., ma di certo non la ferma, anzi.

La donna non si ferma neppure quando, dopo aver conosciuto alcuno tedeschi - amici di suo cognato Roland -, realizza che essi le stanno col fiato sul collo e che sono intenzionati a stanare questi sporchi "comunisti" che vorrebbero ostacolare il nazifascismo e mettere i bastoni tra le ruote ad Hitler.

Romy e Martel - con i loro amici al seguito - hanno non pochi nemici nascosti nei vicoli bui di Parigi, che li seguono silenziosi, pronti ad ucciderli; ma a turbare la ragazza è il sospetto che sia implicato anche il marito della sorella: anche Roland è in combutta con i nazisti, coinvolto in pericolosi
maneggi segreti con la Germania allo scopo di consegnare una Francia docile e sottomessa nelle mani ingorde di Hitler?

E Florance è eventualmente al corrente delle attività politiche del marito, al soldo dei tedeschi?
Non si rende conto che questo potrebbe mettere a repentaglio anche la vita della piccola Chloé?

Chloé ha sei anni ed è la luce degli occhi non solo di sua madre, ma pure di zia Romy, che darebbe la vita per quella piccola, così somigliante a lei nel viso, negli atteggiamenti, nel carattere vivace e determinato.

Ma la gemella e la nipotina non sono le uniche persone per le quale Romaine è disposta a sacrificarsi; ce n'è un'altra: un uomo che lei stima e per il quale sente crescere, di giorno in giorno, un grande affetto.
È Léo Martel, il suo "capo", l'unico uomo che sa abbracciarla con tenerezza, che la tocca con rispetto e la fa sentire protetta e amata.

Purtroppo i tamburi di guerra suonano sempre più forti, la città di Parigi (e non solo essa) è attraversata da forze contrastanti, divisa tra chi odia il nazismo e chi vuole imporlo, e ciascuno schieramento è pronto ad uccidere senza scrupoli per impedire all'altro di portare avanti i propri piani.
La Storia entra con irruenza nelle vicende private delle sorelle Duchamps, contribuendo suo malgrado a schiarire le nebbie fitte dei ricordi confusi di Romaine circa quell'infausto giorno, in cui lei si è sporcata le mani del sangue di suo padre.

Di quell'omicidio fu ingiustamente accusata una persona innocente e Romy - negli anni - non s'è data pace e, a modo suo e per quello che le era possibile, ha cercato di alleviare le sofferenze della famiglia del povero malcapitato.

Ma il cuore non si placa e gli spettri del passato continuano a bussare impetuosi, e questi spettri parlano tedesco.
Sì, nei ricordi che man mano si fanno spazio nella sua mente, ci sono voci di uomini tedeschi che parlano in modo concitato con il padre.

È possibile che ci fossero altre persone nello studio, quel giorno? Se sì, di chi si tratta? Perché erano lì e stavano litigando con il padre?

Per quale ragione Florance non fa che incoraggiarla a dimenticare il passato e a smetterla di sentirsi schiacciata dai sensi di colpa?
E se le cose non fossero andate esattamente come la scaltra e razionale gemella le ha sempre raccontato?

Ciò che Romaine non avrebbe mai immaginato è scoprire di essere al centro di un intrigo di bugie, tradimenti, complotti per mettere a tacere verità scomode, che metterebbero nei guai le persone coinvolte.

A volte, ci si sente costretti a mentire anche per amore, per evitare a chi si ama conseguenze drammatiche e irreversibili.
Ma, si sa, prima o poi la verità viene fuori e il precipitarsi degli eventi, unito alla caparbietà di Romaine, scioglierà ogni nodo e chiarirà ogni dubbio su chi ha colpa e su chi, avendo troppi interessi in gioco, ha fatto di tutto per reggere una fitta rete di menzogne.

 Historical fiction appassionante, con uno sfondo storico ben preciso, che mette al centro due sorelle uguali fisicamente ma caratterialmente molto differenti, il cui destino sarà inevitabilmente condizionato dalla personalità di ciascuna; il legame che le unisce è viscerale, simbiotico, ma questo non impedisce che ci siano dei segreti a dividerle.

La Parigi di questo romanzo ambientato nel 1938 - sull'orlo della guerra con la Germania nazista -, non ha atmosfere attraenti e liete, tutt'altro: si respira tensione, una sensazione concreta di panico represso, di follia e concitazione, proprie di quel momento storico drammatico e denso di avvenimenti importanti; il lettore è immerso nelle continue avventure che coinvolgono Romaine, sempre vicina a continui pericoli, a provare sulla propria pelle i brividi della paura e l'eccitazione di chi è pronto a ingoiare ogni esitazione e ogni lacrima pur di non soccombere davanti al nemico.
La trama è ben strutturata, ricca di avvenimenti, con un ritmo incalzante, con momenti in cui la tensione emotiva sale e, disseminati qua e là, ci sono diversi indizi che fanno intuire al lettore determinate verità e colpi di scena; le personalità dei personaggi - principali e secondari - emergono con chiarezza, in particolare quelle delle due sorelle, i cui punti di vista si alternano nel corso della narrazione.

"La sorella perduta" è una storia di amore (tra sorelle, di coppia, per un'ideologia), di perdita, di rimorsi e sensi di colpa, di bugie, segreti e tradimenti, il tutto sotto la cupa ombra della guerra.

Unico neo, che però riguarda la scelta editoriale italiana, è il titolo: in lingua originale è "The betrayal", il tradimento, ed è assolutamente azzeccato; invece, nella traduzione nella nostra lingua diventa appunto "La sorella perduta", scelta che trovo fuorviante e non aderente alla trama; a meno che non si intenda quel "perduta" in senso moooolto metaforico... Ma insomma, resta comunque una traduzione un tantino forzata.

Però a parte questo devo dire che è stata una lettura trascinante e la consiglio se vi piace questo genere di romanzi con protagoniste femminili dalla tempra solida e robusta (non priva di fragilità, certamente) collocate in un periodo storico complesso come quello della seconda guerra mondiale. 

mercoledì 4 maggio 2022

Viaggiare leggendo... a Parigi ("Le piccole libertà" tour)



Uno degli ultimi romanzi letti - Le piccole libertà - mi ha portata a Parigi e mi ha permesso di fare un bel tour tra le sue strade.

Partiamo da Rue de la Bûcherie 37, la via della libreria Shakespeare and Company, cuore pulsante del romanzo.
Fondata da George Whitman nel 1951, inizialmente si chiamava Le Mistral e questo fino al 1964, quando il proprietario le cambiò nome in occasione del quattrocentesimo anniversario della nascita di Shakespeare, ribattezzandola, appunto, Shakespeare and Company in onore della leggendaria libreria che Sylvia Beach aprì, nel lontano 1919 in Rue de l’Odéon, proprio con questo nome e che era frequentata, tra i tanti, da Hemingway, Joyce e Fitzgerald. 
La libreria di Whitman vende libri in inglese ed è stata punto di riferimento per autori come Henry Miller, Anaïs Nin, William Burroughs; al suo interno si organizzano eventi con scrittori famosi e vengono ospitati giovani artisti e aspiranti scrittori provenienti da tutto il mondo.


https://shakespeareandcompany.com/




Altro luogo importante nella storia è rue Poulet ("via Pollo"), dove vive Vivienne (la zia della protagonista) e che prende nome dal proprietario del terreno su cui è stata aperta la strada.

google maps


So che può sembrare più decadente che romantico, ma Oliva ci porta, con i suoi amici, al cimitero di Père-Lachaise, più precisamente sulla tomba di Edith Piaf, cui rendono omaggio cantando una sua canzone.


fonte



Nel suo andare in giro per la capitale francese alla ricerca della zia, la protagonista si ritrova ad attraversare il Pont des Arts, un ponte pedonale che collega l’Académie des Beaux-Arts al Louvre.

È uno dei luoghi simbolo di Parigi, realizzato tra il 1802 e il 1804; rientra tra quei posticini romantici, ideali per passeggiare mano nella mano col proprio innamorato e che negli ultimi anni si era riempito di lucchetti tempestati di nomi, cuori e frasi d’amore. Un po' in stile Moccia, insomma.
Se non vado errata, qualche anno fa i lucchetti sono stati rimossi.

ponte e lucchetti

TripAdvisor
















Altra meta: il Caveau des Oubliettes,  un locale molto piccolo dove si fa jazz, con i soffitti ad arco scavati nella pietra e un seminterrato. 
Sito in rue Galande 52, a due passi da Notre Dame, nel cuore del Quartiere Latino, è un ritrovo per chi ama la musica, che sia un musicista, un cantante o un semplice ascoltatore.


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Quartiere di Saint-Germain. 

"Le strade sono affollate di turisti e di famiglie. È una giornata afosa, sembra quasi estate. L’insegna del Café de Flore spicca in mezzo a fioriere sospese straripanti di verde. Il perimetro del locale è delimitato da tavolini tondi con sedie impagliate rosse e bianche".

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Jodorowsky
Al caffè Le Téméraire, dietro la Gare de Lyon, la nostra Oliva va per consultare i tarocchi; o  meglio, in realtà ci va per incontrare sua zia, che le dà appuntamento lì e che ha prenotato per lei un incontro con Alejandro Jodorowsky, il quale le darà degli input importanti per guardarsi dentro e prendere determinate decisioni.

Questi è uno psicomago che, convinto di come il condizionamento psicologico positivo aiuti ad essere meglio predisposti nell’affrontare gli affanni della vita, incoraggia le persone a guardare i propri problemi da prospettive diverse da quelle consuete, per cercare di tramutare anche le cose negative in qualcosa di positivo.


(da Foursquare)



Appassionata di dolci (sia per prepararli che per mangiarli), Oliva si reca in una fornitissima pasticceria nel centro di Parigi, in Rue Montorgueil, 51: Patisserie Stohrer, che porta il nome del suo fondatore Nicolas Stohrer, pasticcere del re Luigi XV. Pare sia considerata la pasticceria più antica della capitale, dove è possibile gustare delizie sia dolci che salate; notevole è il sontuoso arredamento del negozio, classificato monumento storico.

fonte


Non so voi, ma io sono golosissima e moooolto volentieri farei un giro in questa (e non solo) pasticceria; fintanto che me ne sto a casa, ho dato un'occhiata al sito e m'è venuta un'acquolina... *_*

Se volete ingoiare a vuoto, fate un salto     QUI

Stiamo arrivando alla fine del nostro virtuale minitour e approdiamo alle Camargue (si trova tra i due bracci del delta del Rodano e il Mar Mediterraneo, a sud della città di Arles, nella regione Provenza-Alpi-Costa Azzurra) una porzione di terra di 75.000 ettari di sabbia, paludi, stagni e risaie, un immenso parco di natura incontaminata, dove è possibile ammirare fino a 340 specie di uccelli, tra cui i meravigliosi e leggiadri fenicotteri rosa, ma anche tori che pascolano nella brughiera e cavalli bianchi allo stato brado.





Ultima tappa: attraversiamo insieme alla cara Oliva l’Île de la Cité, l’isolotto che sorge sulla Senna nel cuore di Parigi e che ospita la cattedrale di Notre Dame, la gotica Sainte Chapelle e la celebre Conciergerie, il palazzo reale dei capetingi che divenne una prigione e in cui fu rinchiusa Maria Antonietta.

fonte



Fonti consultate

https://www.parigi.it/
https://planosinfin.com/
Wikipedia
Sito libreria
Google Maps
TripAdvisor
https://www.france-voyage.com/
https://www.ilgiardinodeilibri.it/autori/_alejandro_jodorowsky.php
https://en.parisinfo.com/
https://www.provenzafrancia.it
https://it.france.fr/

lunedì 2 maggio 2022

❤❤ LE MIE LETTURE DI APRILE 2022 ❤❤



Ed ecco le mie letture di aprile!




  1. I MEDICI. UNA DINASTIA AL POTERE di M. Strukul: romanzo storico, il primo libro della saga sulla famiglia fiorentina, la più potente del Rinascimento (3,5/5).
  2. LE PICCOLE LIBERTÀ  di L. Gentile: una libreria, Parigi, i fenicotteri e una ragazza sulle soglie di una rinascita (4/5) [narrativa contemporanea].
  3. OLIVA DENARO di V. Ardone: Oliva paga a caro prezzo il suo essere donna in una società dalla mentalità maschilista. Ma la libertà va conquistata e ad Oliva il coraggio non manca (4.5/5) [romanzo di formazione].
  4. I CURATORI DI SUNBLACK di N.M. Bellenzier: il mondo è devastato da una misteriosa e mortale malattia. Chi c'è dietro la sua diffusione? (3,5/5) [romanzo fantasy].
  5. COME IL VENTO TRA I MANDORLI  di M. Cohen Corasanti: nascere e crescere in Palestina, sotto l'occupazione israeliana, è dura, ma il giovane protagonista riuscirà ad andare incontro al successo grazie alle proprie capacità (5/5) [romanzo di formazione-narrativa storica].
  6. ANIMA LUPI di S. Cardullo: un uomo cambia identità pur di ottenere vendetta contro chi gli ha fatto del male  (2,5/5) [narrativa].
  7. LA STRANIERA  di D. Gabaldon: una donna scompare in un giorno del 1945 per ritrovarsi, grazie a un cerchio di pietre, nel 1743 nelle affascinanti Highlands scozzesi (5/5) [romanzo fantasy-storico].



8. E POI SAREMO SALVI di A. Carati: la tragedia di un popolo, di una famiglia e di una bambina, costretta a fuggire dal proprio paese in Bosnia per venire in Italia, alla ricerca di una nuova vita (5/5) [romanzo di formazione]. 
9. SPATRIATI di M. Desiati: un'amicizia che parte dalla Puglia, passa per Milano e arriva fino a Berlino, per cercare il proprio posto nel mondo e non essere più (soltanto) degli "spatriati" (3.5/5) [romanzo di formazione].
10. MORDI E FUGGI  di A. Bertante:  un giovane nel vortice degli anni di piombo, convinto di poter mettere sottosopra il mondo in nomi degli ideali (3/5) [narrativa storica].
11. QUEL MALEDETTO VRONSKIJ di C. Piersanti: un marito abbandonato dall'amata moglie e che non smette di aspettarne il ritorno (4.5/5) [narrativa contemporanea].


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Le letture più belle del mese scorso sono sicuramente E POI SAREMO SALVI, per avermi raccontato come certe rovine e macerie te le porti dentro per sempre, anche quando dietro le spalle ti lasci quelle materiali; COME IL VENTO TRA I MANDORLI per il contesto di riferimento (Israele-Palestina) e perché ci ricorda che è possibile andare oltre l'odio tra popoli senza con questo chiudere gli occhi davanti alle ingiustizie; LA STRANIERA per la bellezza del periodo storico, della location e dei personaggi.


CITAZIONE DEL MESE.

"La gente odia perché ha paura di ciò che non conosce: se solo le persone avessero l’occasione di conoscere coloro che odiano, di trovare degli interessi comuni, potrebbero superare l’avversione.” ("Come il vento tra i mandorli")


SERIE TV.

Ho accantonato un po' HANNIBAL per far spazio ad una serie che ho trovato girovagando su Raiplay in cerca di folgorazioni: MISS SCARLET AND  THE DUKE, ambientato nella seconda metà dell'Ottocento, in una Londra misteriosa e pericolosa.

La protagonista è una donna molto coraggiosa, testarda, intuitiva, indipendente - Eliza Scarlet -, rimasta al verde dopo l'improvvisa morte del padre Henry, un noto investigatore che le ha trasmesso la propria passione (e professionalità) per il crime. 
Henry collaborava con la polizia di Scotland Yard, in cui lavora l’ispettore William Wellington, noto come il Duca, ex-allievo e grande amico del padre di Eliza, alla quale è affezionato e verso cui nutre un certo interesse, ostacolato dal caratterino peperino di lei, che lo fa innervosire un giorno sì e l'altro pure.

Per non morire di fame, Eliza decide di prendere in mano l'attività investigativa paterna e continuare il 
suo lavoro, decisione ritenuta, da tutti i suoi conoscenti, bizzarra e sconveniente: una donna nubile e sola che se ne va in giro cercando indizi, anche nei posti più malfamati e contattando gentaccia inaffidabile, pur di risolvere i propri casi? Ma che donna insensata!

Senza contare che questo lavoro la mette costantemente nei guai!
Guai dai quali spesso (per non dire sempre) la salva proprio l'intervento tempestivo di William, che l'aiuta sì ma allo stesso tempo la rimprovera aspramente, esortandola ogni volta a smettere di infilarsi in questioni che non la riguardano e che sono pure molto pericolose per lei, donna sola e indifesa (secondo lui).
A volte, pur di fermarla, fa in modo di farle passare la notte in prigione, che forse è l'unica maniera per impedirle di investigare.

Ma Eliza è un vulcano, non la fermano i rimproveri e le urla del Duca né la possibilità di incappare in tipi senza scrupoli, rischiando infatti più di una volta di vedersela brutta.

Grazie alla scaltrezza della donna, alla sua caparbietà e alle indubbie capacità di risolvere casi complessi per la stessa Scotland Yard, William sarà indotto a mettere da parte pregiudizi e scetticismo, arrivando a cambiare idea e addirittura ad aiutarla nelle sue indagini.

La serie, creata da Rachael New e diretta da Declan O’Dwyer, è divertente (le baruffe tra Eliza e il Duca fanno sorridere e sono davvero simpatiche), ironica e avvincente per i casi crime che occupano, di volta in volta, ogni puntata; mi piace la personalità della protagonista, che si ribella alla disparità di trattamento che riceve in quanto donna e pur essendo brava in ciò che fa (anche più di un uomo).

Il personaggio di Eliza Scarlet è interpretato da una brillante Kate Phillip, William Wellington da Stuart Martin.

Le sei puntate della prima stagione mi sono piaciute molto e spero che preso arrivi la seconda.


domenica 1 maggio 2022

Segnalazioni: CINISCA DI SPARTA di Alessandra Leonardi [romanzo storico] /// 2030: APOCALYPSE WAR di Elisa Delpari [fantasy/distopico]



Cari lettori, quest'oggi voglio sottoporre alla vostra attenzione un paio di pubblicazioni: si tratta di un romanzo storico e di un fantasy.


CINISCA DI SPARTA
di Alessandra Leonardi



Editore: Montag
Genere: Narrativa storica
Collana: Le Fenici
Formato: cartaceo
Prezzo: € 19
Pagine: 374 - Brossura
Data di uscita: 
29 gennaio 2022
Le Olimpiadi antiche erano esclusivamente un discorso per uomini. Le donne, da regolamento, non potevano partecipare ai Giochi e potevano presenziare all'interno dello Stadio soltanto se ancora nubili. 
Questo in quasi tutta la Grecia ma non a Sparta dove c'era un'eccezione: la corsa dei carri. 

Questa non è solo la storia delle Olimpiadi, ma la storia di una donna, Cinisca, figlia di Archidamo II, l'austero Re di Sparta, prima donna nella storia che - fra complotti, intrighi, fughe e peripezie di ogni tipo - sentirà il pubblico urlare il suo nome alle Olimpiadi del 396 a. C., e che dopo 2400 anni è ancora un punto di riferimento per tutte le sportive.

Estratto - Incipit

"I dardi infuocati dell’astro trainato da Apollo mi trafiggono il corpo e stille di sudore imperlano la mia fronte, solcandomi il viso, il collo e assestandosi nell’incavo dei seni.
I capelli sciolti, ali di corvo sulla schiena, s’incollano alla pelle. Eolo non dona neppure un refolo di Zefiro a rinfrescare il mio corpo.
Allineata con le mie compagne attendo il segnale di partenza. In fondo c’è un traguardo e devo raggiungerlo per prima.
Nelle mie vene scorre il sangue di Eracle. Sono Cinisca, della dinastia Euripontide, principessa di Sparta.
E devo vincere."



Biografia autrice
Alessandra Leonardi nasce nel 1969 a Roma, dove risiede tuttora. Ha numerosi interessi, tra cui il cinema e le serie tv soprattutto di genere fantastico, i fumetti, i viaggi, l’archeologia, la storia antica e la mitologia. Scrive per alcune testate online e ha un blog, Infiniti universi fantastici.
Ha pubblicato nel 2017 “La fine del Tempo, la fine del Mondo” per la Collana Starlight di PubMe, nel 2018 “Oracoli”, edito da Nps edizioni, e “Il nome segreto”, edito da Arpeggio Libero, nel 2022 “Le streghe della Tessaglia” in ebook per Delos Digital.
Numerosi suoi racconti e poesie sono presenti in diverse antologie.
Nel 2016 ha vinto il 3° premio nella sezione Nanoracconti del Premio Internazionale Napoli Cultural Classic.


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Il secondo libro che vi segnalo è il seguito di 1944: THE REBELLION di Elisa Delpari (recensione >> QUI <<).

2030: APOCALYPSE WAR


Ed. Gruppo Albatros Il Filo
454 pp
Marzo 2022
Elektra ormai è diventata una donna adulta, che lavora come medico chirurgo nel più rinomato ospedale di New York, si è sposata con Daniel l’amore della sua vita… insomma, ora è felice e appagata come non mai.

Ma dopo molto tempo, le visioni che l’hanno accompagnata durante l’adolescenza ritornano prepotentemente nella sua vita. Questa volta gli episodi sembrano appartenere a un futuro post-apocalittico, nel quale la protagonista scorge una New York distrutta da un evento devastante. 
Da quel giorno queste premonizioni di morte e distruzione cresceranno di intensità fino a quando un giorno la sua città verrà invasa da un nemico molto potente: il generale dell’impero giapponese Yamamoto, che sottometterà gli abitanti attraverso i suoi metodi barbari e crudeli, riuscendo così ad avere il totale controllo della metropoli in brevissimo tempo. 

Elektra grazie all’aiuto di un gruppo di ragazzi dalle abilità molto speciali, formerà un team di ribelli con cui combatterà l’invasore fino allo scontro finale, per riconquistare la libertà.


sabato 30 aprile 2022

** RECENSIONE ** I MEDICI. UNA DINASTIA AL POTERE di Matteo Strukul



È il primo libro della saga sulla famiglia fiorentina, la più potente del Rinascimento. 
E proprio in virtù della loro influenza ed importanza, come non mancano i sostenitori, così non mancano gli oppositori.
Tra molte traversie, intrighi e colpi di scena, i fratelli Lorenzo e Cosimo de' Medici dovranno vedersela con chi vuole a tutti i costi liberarsi di loro per poter governare sulla bellissima Firenze.


I MEDICI. UNA DINASTIA AL POTERE
di Matteo Strukul


Ed. Newton Compton
384 pp
È il 1429 quando Firenze vede spegnersi Giovanni de' Medici.
I suoi figli, Cosimo e Lorenzo, si ritrovano privati della solida guida paterna ma ancora esortati dai saggi consigli della loro amata madre, Piccarda, che con amore e fierezza parla al cuore dei suoi figli e delle nuore, incoraggiandoli a continuare a portare in alto il nome della famiglia, amando Firenze e lavorando perché in essa regnino sempre la pace e la bellezza.

Giovanni era stato un uomo potente, che aveva costruito un autentico impero finanziario, e inevitabilmente si era fatto molti nemici negli anni; del resto, Firenze era magnifica ma anche un covo di serpi e traditori, tra i quali spiccavano in particolare
Rinaldo degli Albizzi e Palla Strozzi, esponenti delle più potenti famiglie fiorentine. 

"Firenze è come uno stallone selvaggio: magnifico ma bisognoso di essere domato"

...dice Piccarda al figlio Cosimo, mettendolo in guardia perché sul suo cammino troverà più nemici e uomini spregiudicati che amici sinceri disposti ad aiutarlo.

Ma i due fratelli non sono degli sciocchi o degli sprovveduti e, con scaltrezza, intelligenza, temerarietà e intraprendenza sanno cosa fare per conquistare più potere politico ed economico, rafforzando la propria posizione grazie agli affari, alle banche e al grande amore per l'arte e la cultura, cercando di guadagnarsi anche la devozione e il rispetto del popolo. 

E mentre Cosimo si assicura che il grande Brunelleschi prosegua con la realizzazione della cupola di Santa Maria del Fiore, gli avversari di sempre continuano a tessere le loro trame. 

Il già citato Rinaldo è tra i più ostili e determinati nel voler cacciare i Medici da Firenze per impadronirsi della città, anche a costo di scatenare una guerra interna e versare il sangue dei fiorentini.
Ma prima che questo avvenga, riesce comunque a ottenere l'allontanamento di Cosimo, che viene accusato di tradimento verso la città di Firenze.
Nonostante Rinaldo speri nella condanna a morte, la pena che viene comminata a Cosimo è l'esilio, durante il quale però questi non si lascia scoraggiare e, anche da lontano, sa come continuare i suoi affari economici e politici, creando le condizioni per alleanze con Venezia e con Ludovico Sforza, dai quali ottenere aiuti al momento opportuno.

A tramare contro la potente famiglia fiorentina non sono solo uomini avidi di potere, ma anche una donna, tanto bella e sensuale, quanto piena di livore e desiderio di vendetta: Laura Ricci, una ragazza con un passato contrassegnato da violenze e abusi che, crescendo, ha sfruttato la propria avvenenza e il proprio fascino maledetto per sedurre gli uomini e manipolarli, ricavandone sempre qualche beneficio per sè.
In particolare, è la favorita di Rinaldo, che stravede per la donna e con lei condivide l'odio per i due fratelli di Firenze.
Laura è convinta di avere della valide ragioni per volere la morte dei maschi della famiglia de' Medici, e ad aiutarla nei suoi perfidi propositi c'è un mercenario svizzero, grosso e forte, di nome Schwartz, che con un'arma in mano è capace di uccidere molti uomini senza troppo sforzo.

Nell'arco di più di dieci anni (1429-1440, con un salto nel 1453, nell'ultimo capitolo) Cosimo dovrà sfuggire a cospirazioni, alla guerra contro Lucca, dovrà vedersela pure con la peste, passare periodi lontano dalla propria famiglia - dal fratello Lorenzo, dall'amatissima moglie Contessina, dai figli... - ma non smetterà mai di lottare per riappropriarsi della posizione di prestigio che la sua famiglia ormai s'è guadagnata e che tanto lustro ha portato a Firenze.

Questo romanzo narra l'inizio dell'ascesa alla Signoria fiorentina della famiglia più influente del Rinascimento, e di come essa si sia mossa all'interno di un vortice di intrighi; leggiamo di omicidi, battaglie sanguinose, tradimenti, alleanze, giochi di palazzo e colpi di scena che vedono agire aristocratici senza scrupoli e desiderosi solo di tiranneggiare, capitani di ventura e sanguinari mercenari, fatali avvelenatrici.

I romanzi storici li leggo sempre molto volentieri e il Rinascimento è un periodo che mi piace molto perché caratterizzato dal rifiorire delle lettere, delle arti, della scienza e della cultura in generale; inoltre mi hanno sempre incuriosito ed affascinato le storie di queste famiglie così importanti, con i loro "intrallazzi" per conquistare/mantenere il potere, le alleanze, i matrimoni, le pugnalate alle spalle, gli intrighi, ma anche il loro accogliere, proteggere e finanziare artisti, letterati, scultori ecc..., contribuendo così a dare splendore e magnificenza al proprio casato e, di riflesso, alle città da esse governate.

Ho nutrito simpatia per i due fratelli, Lorenzo e Cosimo, per il loro rapporto così stretto e pieno d'affetto e stima; lo stesso vale per il legame fortissimo tra Cosimo e sua moglie, la dolce e saggia Contessina.

Adattissimo a chi ama il genere, il periodo di riferimento e una trama densa di avvenimenti, battaglie e giochi di potere.

giovedì 28 aprile 2022

[[ RECENSIONE ]] ☆☆ LE PICCOLE LIBERTÀ di Lorenza Gentile ☆☆



Quando Oliva riceve un biglietto inaspettato dall'amata zia Vivienne, sparita da 16 anni, un brivido di eccitazione l'attraversa. Proprio lei, che dentro di sé sente un vuoto incolmabile, che vive in una bolla di infelicità e rassegnazione di cui le persone attorno a lei non si accorgono, si sente attratta dall'idea di raggiungere quella zia (la sua preferita ma, in verità, anche l'unica) eccentrica ed anticonformista, l'unico essere umano con cui riesce ad essere se stessa.
Una volta a Parigi, Oliva si ritroverà davanti ad una scelta importantissima e decisiva: tornare indietro, a un destino che sembra già deciso da altri per lei, o scrivere un nuovo capitolo della propria esistenza.



LE PICCOLE LIBERTÀ
di Lorenza Gentile


Ed. Feltrinelli

Trent'anni, un lavoro (precario, ma con margini di carriera) nel settore marketing di un'azienda che vende barrette energetiche, un fidanzato (Bernardo) che rasenta la perfezione, due genitori amorevoli, anche se irrimediabilmente tristi.
Tristi perché nella famiglia di Oliva c'è una tragedia, un lutto che ha lasciato una voragine di dolore, una ferita profonda mai ricucita: la morte prematura del fratello, quand'era ancora piccolo.
Un dolore da cui, in casa, non ci si è mai ripresi e che, in qualche modo, Oliva sente che ha condizionato la vita di tutti loro.

Oliva è abituata a vivere come se indossasse sempre una maschera, abiti che non le appartengono, sorrisi educati e di circostanza, e tutto per apparire perfetta, serena, appagata per il tipo di vita che conduce.
È prossima a convolare a nozze, ma una vocina dentro di lei le sussurra che non sono proprio "giuste nozze".
Per carità, lei è innamorata di Bernardo, il bell'avvocato vestito sempre in modo impeccabile, cortese, pacato, colto: il partito che piace alla mamma, sempre in fissa per la moda e per il rigido abbinamento di colori e capi.

Mentre mangia di nascosto snack orientali e si diverte a fingersi Rossella O’Hara quando è certa di non essere vista, Oliva sente che quella che sta vivendo non è la sua vita, nel senso che non è quella che lei sceglierebbe per sé, se potesse.
Oliva avrebbe voluto provare a far teatro, ad es., passione alla quale ha rinunciato per iscriversi a Legge, su incoraggiamento del padre, con cui condivide la mania di risolvere sudoku.

Di Oliva nessuno sa che soffre di insonnia e di tachicardia, o che neppure le sedute dalla psicologa Manubrio le stanno servendo granché.
La vita è come il mare, Oliva, e tu devi imparare a tenerti in equilibrio sulla tavola da surf, le ripete la Manubrio.
Facile a dirsi, un po' meno a farsi.

Fino al giorno in cui si vede recapitare in ufficio un biglietto per Parigi.
Ecco un'onda anomala che rischia di travolgerla!
Dopo anni di silenzio, la carismatica e bizzarra zia Vivienne – che le ha trasmesso l’amore per il teatro e per la deliziosa pasticceria francese – le invia un messaggio sibillino (conoscendola, non potrebbe essere diversamente) in cui dice di andare da lei a Parigi perché deve parlarle di questioni urgenti. 

Oliva decide di partire senza rivelare a nessuno (non subito, almeno) la ragione del viaggio.

Non immagina che Vivienne "le darà buca", non presentandosi all’appuntamento al posto convenuto, che la conduce dritta dritta in un luogo magico e meraviglioso, che per lei sarà un punto di riferimento e di svolta.
Ma Oliva tutto questo non può saperlo appena giunta, quando si ritrova a contatto con i giovani membri di una sgangherata comunità bohémienne di aspiranti scrittori, attori, artisti, che vivono allegramente  in una delle più famose librerie parigine, la Shakespeare and Company

Anche lei viene accolta dalla figlia del fondatore e proprietario, George Whitman, e per godere dell'alloggio deve osservare un paio di regolette: aiutare un po’ tra gli scaffali e leggere un libro al giorno. 

E così, una perplessa ma affascinata Oliva si interfaccia con un mondo per lei nuovo, caratterizzato dalla più assoluta libertà: di azione e pensiero, libertà di sognare, di scegliere cosa fare e quando farlo, di frequentare chi si vuole.
Conosce Victor, un ragazzo che ha fatto tanti lavori e ora dichiara di essere un... tumbleweed!
Avete presente quelle sfere fatte di arbusti che rotolano nelle praterie? Ecco, coloro che passano per la libreria, e vi restano per un certo tempo, sono chiamati tumbleweeds, perché rotolano per il mondo sospinti dal vento.

E poi ci sono Julia, Ben, Ocean, Sylvia, Odette, John..., e insieme a loro i tantissimi scrittori e scrittrici che Oliva sentirà citare da questi suoi nuovi strampalati amici.
Gli amici che, forse, mai avrebbe pensato di avere e che non si sognerebbe di presentare né a mamma né a Bernardo, con quel noioso golf color carta da zucchero.

Intanto le ore e i giorni passano e zia Vivienne sembra sfuggirle: quando le dà un nuovo appuntamento, non si presenta, per poi mandare un biglietto di scuse, dicendole che si rivedranno in un'altra occasione.
Mentre la ragazza cerca di capire a che gioco stia giocando, insegue la zia recandosi nei luoghi da lei indicati, e ogni volta c'è qualcosa di bello da vedere, imparare e di cui godere nella romantica e spensierata capitale francese, così piena di fascino, sorprese, attrazioni di ogni genere.

Assieme a Victor e agli altri, Oliva comincia a capire verità importanti e, forse, per certi aspetti anche "banali", eppure per lei sono delle piccole e quotidiane rivelazioni.
Non  c'è un solo modo di stare al mondo e la vita è troppo breve per rinunciare a inseguire le proprie passioni.

"...avere una passione ti fa sentire vivo, ti dà una ragione per stare al mondo, e la mia è essere qui a cercarla. È meglio avere una passione e non sentirsi all’altezza, piuttosto che non averne affatto e vivere una vita piatta.".

Quando i suoi cari scoprono il motivo di quel viaggio e di quel soggiorno a Parigi che si allunga sempre più e inaspettatamente, sono delusi dallo strano comportamento di Oliva, che è sempre stata ligia al dovere, calma e razionale, obbediente e responsabile.

Responsabilità: quali responsabilità ha Oliva e alle quali non può sottrarsi? E soprattutto, verso chi le ha? Non le ha principalmente verso sé stessa, verso la propria idea di felicità e di futuro?

Le responsabilità sono la base della felicità, non fa che ripeterle suo padre.
Ma allora perché finora, malgrado si sia presa sempre le proprie responsabilità, non è mai stata felice?

Oliva realizza che tutto ciò che è stata e che ha fatto, fino a prima di partire per Parigi, non corrispondeva a quello che realmente desiderava per sé stessa.

Ancora non sa di preciso cosa vuol essere o diventare, ma di certo è decisa a scoprirlo.
A volte “...è buona abitudine lasciarsi indietro tutto, per vedere il mondo con occhi nuovi, tornare a casa migliori", perché la felicità non sempre ha a che fare con l’ottenere: forse è arrivato il momento di perdere qualcosa o qualcuno, di "lasciar morire" la "vecchia Oliva", che poco somiglia alla vera Oliva - quella emersa tra le strade e i cafè parigini, nella storica libreria, a contatto con persone fantastiche, anime colorate non soggette a regole e stereotipi, ma libere - e di rinascere.

Sua zia sembra non volersi far trovare, coerente, in fondo, con il suo stile di vita all'insegna dell'indipendenza, inafferrabile e misteriosa: cosa fare? Continuare a rimandare il ritorno a Milano e cercare di incontrare Vivienne o cedere al proprio senso del dovere e tornare a casa? 
Restare fedele a ciò che gli altri si aspettano da lei o a sé stessa?

Questa sorta di vacanza parigina la porterà a conoscere una verità, sulla propria famiglia, che le era stata nascosta; cosa più importante, l'aiuterà a ritrovarsi e a riappropriarsi di tante piccole libertà che le stavano sfuggendo di mano.

“Ci sono piccole libertà che ci cambiano per sempre. Perché tante piccole libertà ne fanno una grande."

Sii come i fenicotteri, Oliva: animali eccezionali, inconsueti, atipici, che simboleggiano il ciclo della morte e della rinascita, come l'araba fenice. Rinascere è essenziale e inevitabile se si vuol dare nuovo slancio alla propria vita.
L'unica vera responsabilità che abbiamo, prima di tutto verso noi stessi, è essere felici.
E, chissà, anche arrivare a provare la folle ebbrezza di rotolare per il mondo come una sfera di arbusti nelle praterie.

"Le piccole libertà" di Lorenza Gentile è stata una bella scoperta, una lettura davvero deliziosa, che mi ha messo, tra le altre cose, una gran voglia di andare a Parigi e fare un salto alla Shakespeare and Company; ho apprezzato tanto i riferimenti letterari, i libri e gli scrittori menzionati (una carrellata interessante, alla quale poter attingere).

Leggero e fresco nello stile, un ritmo agile e molto scorrevole, un'ambientazione magica, vivace, attraente, una protagonista dolce e desiderosa di crescere e cambiare, andando oltre le proprie insicurezze, i personaggi - che le ruotano attorno - sono particolari e spontanei, anch'essi fragili, ciascuno con i propri problemi, ma allo stesso tempo coraggiosi e pieni di vita.
Pur avendo una trama che trasmette molta spensieratezza e una gran voglia di perdersi in una città piena di sorprese, il messaggio che attraversa il libro è profondo: non dobbiamo aver paura di cambiare strada, se quella che stiamo percorrendo non riflette le nostre attitudini, i nostri desideri. C'è sempre il tempo e il modo di aggiustare la rotta, di lasciarci alle spalle ciò che ci blocca e ci rende insoddisfatti, per imboccare nuovi sentieri, opportunità diverse e più stimolanti. Morire e rinascere, in un susseguirsi di tappe che ci vedono crescere, diventare più saggi... e un po' più liberi e felici.

Molto bello, ve lo consiglio. 


CITAZIONI

"Mi sento pietra, mi sento sole, mi sento albero. Per un attimo non so più come mi chiamo e nemmeno voglio saperlo. Mi sembra di fluttuare in una dimensione lontana, senza punti di riferimento."

“... abbiamo la possibilità di morire e rinascere in vita, tante volte quante vogliamo. Spesso ci capita di farlo senza neanche accorgercene: un grande dolore ci uccide e quando torniamo a vivere siamo persone diverse. Siamo persone altre, ma se nessuno intorno è disposto ad accettarlo, se nemmeno noi vogliamo questo cambiamento, ecco che lo soffochiamo e teniamo in vita una forma morta di noi. Ognuno di questi passaggi, invece, ognuna di queste rinascite, ci renderebbe più saggi, più umani.”

"Se esiste un campo elettrico del cuore e noi siamo in grado di captarlo e nessuno riesce a captare il mio è perché l’ho seppellito troppo in profondità sotto la sabbia? Perché voglio sempre che gli altri mi pensino felice?"

"Ogni amico rappresenta un mondo in noi, un mondo che non è ancora apparso finché egli non arriva, ed è solo da questo incontro che nasce un nuovo mondo." (Anaïs Nin.)

"Le regole bisogna trasgredirle, se si vuole sviluppare uno stile personale."

“...molti di noi vivono vite che non sono la loro. Cerchiamo di essere la versione perfetta di noi stessi. In questo caso, il nostro destino quale potrà mai essere, se non quello di qualcun altro?”


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