giovedì 28 aprile 2022

[[ RECENSIONE ]] ☆☆ LE PICCOLE LIBERTÀ di Lorenza Gentile ☆☆



Quando Oliva riceve un biglietto inaspettato dall'amata zia Vivienne, sparita da 16 anni, un brivido di eccitazione l'attraversa. Proprio lei, che dentro di sé sente un vuoto incolmabile, che vive in una bolla di infelicità e rassegnazione di cui le persone attorno a lei non si accorgono, si sente attratta dall'idea di raggiungere quella zia (la sua preferita ma, in verità, anche l'unica) eccentrica ed anticonformista, l'unico essere umano con cui riesce ad essere se stessa.
Una volta a Parigi, Oliva si ritroverà davanti ad una scelta importantissima e decisiva: tornare indietro, a un destino che sembra già deciso da altri per lei, o scrivere un nuovo capitolo della propria esistenza.



LE PICCOLE LIBERTÀ
di Lorenza Gentile


Ed. Feltrinelli

Trent'anni, un lavoro (precario, ma con margini di carriera) nel settore marketing di un'azienda che vende barrette energetiche, un fidanzato (Bernardo) che rasenta la perfezione, due genitori amorevoli, anche se irrimediabilmente tristi.
Tristi perché nella famiglia di Oliva c'è una tragedia, un lutto che ha lasciato una voragine di dolore, una ferita profonda mai ricucita: la morte prematura del fratello, quand'era ancora piccolo.
Un dolore da cui, in casa, non ci si è mai ripresi e che, in qualche modo, Oliva sente che ha condizionato la vita di tutti loro.

Oliva è abituata a vivere come se indossasse sempre una maschera, abiti che non le appartengono, sorrisi educati e di circostanza, e tutto per apparire perfetta, serena, appagata per il tipo di vita che conduce.
È prossima a convolare a nozze, ma una vocina dentro di lei le sussurra che non sono proprio "giuste nozze".
Per carità, lei è innamorata di Bernardo, il bell'avvocato vestito sempre in modo impeccabile, cortese, pacato, colto: il partito che piace alla mamma, sempre in fissa per la moda e per il rigido abbinamento di colori e capi.

Mentre mangia di nascosto snack orientali e si diverte a fingersi Rossella O’Hara quando è certa di non essere vista, Oliva sente che quella che sta vivendo non è la sua vita, nel senso che non è quella che lei sceglierebbe per sé, se potesse.
Oliva avrebbe voluto provare a far teatro, ad es., passione alla quale ha rinunciato per iscriversi a Legge, su incoraggiamento del padre, con cui condivide la mania di risolvere sudoku.

Di Oliva nessuno sa che soffre di insonnia e di tachicardia, o che neppure le sedute dalla psicologa Manubrio le stanno servendo granché.
La vita è come il mare, Oliva, e tu devi imparare a tenerti in equilibrio sulla tavola da surf, le ripete la Manubrio.
Facile a dirsi, un po' meno a farsi.

Fino al giorno in cui si vede recapitare in ufficio un biglietto per Parigi.
Ecco un'onda anomala che rischia di travolgerla!
Dopo anni di silenzio, la carismatica e bizzarra zia Vivienne – che le ha trasmesso l’amore per il teatro e per la deliziosa pasticceria francese – le invia un messaggio sibillino (conoscendola, non potrebbe essere diversamente) in cui dice di andare da lei a Parigi perché deve parlarle di questioni urgenti. 

Oliva decide di partire senza rivelare a nessuno (non subito, almeno) la ragione del viaggio.

Non immagina che Vivienne "le darà buca", non presentandosi all’appuntamento al posto convenuto, che la conduce dritta dritta in un luogo magico e meraviglioso, che per lei sarà un punto di riferimento e di svolta.
Ma Oliva tutto questo non può saperlo appena giunta, quando si ritrova a contatto con i giovani membri di una sgangherata comunità bohémienne di aspiranti scrittori, attori, artisti, che vivono allegramente  in una delle più famose librerie parigine, la Shakespeare and Company

Anche lei viene accolta dalla figlia del fondatore e proprietario, George Whitman, e per godere dell'alloggio deve osservare un paio di regolette: aiutare un po’ tra gli scaffali e leggere un libro al giorno. 

E così, una perplessa ma affascinata Oliva si interfaccia con un mondo per lei nuovo, caratterizzato dalla più assoluta libertà: di azione e pensiero, libertà di sognare, di scegliere cosa fare e quando farlo, di frequentare chi si vuole.
Conosce Victor, un ragazzo che ha fatto tanti lavori e ora dichiara di essere un... tumbleweed!
Avete presente quelle sfere fatte di arbusti che rotolano nelle praterie? Ecco, coloro che passano per la libreria, e vi restano per un certo tempo, sono chiamati tumbleweeds, perché rotolano per il mondo sospinti dal vento.

E poi ci sono Julia, Ben, Ocean, Sylvia, Odette, John..., e insieme a loro i tantissimi scrittori e scrittrici che Oliva sentirà citare da questi suoi nuovi strampalati amici.
Gli amici che, forse, mai avrebbe pensato di avere e che non si sognerebbe di presentare né a mamma né a Bernardo, con quel noioso golf color carta da zucchero.

Intanto le ore e i giorni passano e zia Vivienne sembra sfuggirle: quando le dà un nuovo appuntamento, non si presenta, per poi mandare un biglietto di scuse, dicendole che si rivedranno in un'altra occasione.
Mentre la ragazza cerca di capire a che gioco stia giocando, insegue la zia recandosi nei luoghi da lei indicati, e ogni volta c'è qualcosa di bello da vedere, imparare e di cui godere nella romantica e spensierata capitale francese, così piena di fascino, sorprese, attrazioni di ogni genere.

Assieme a Victor e agli altri, Oliva comincia a capire verità importanti e, forse, per certi aspetti anche "banali", eppure per lei sono delle piccole e quotidiane rivelazioni.
Non  c'è un solo modo di stare al mondo e la vita è troppo breve per rinunciare a inseguire le proprie passioni.

"...avere una passione ti fa sentire vivo, ti dà una ragione per stare al mondo, e la mia è essere qui a cercarla. È meglio avere una passione e non sentirsi all’altezza, piuttosto che non averne affatto e vivere una vita piatta.".

Quando i suoi cari scoprono il motivo di quel viaggio e di quel soggiorno a Parigi che si allunga sempre più e inaspettatamente, sono delusi dallo strano comportamento di Oliva, che è sempre stata ligia al dovere, calma e razionale, obbediente e responsabile.

Responsabilità: quali responsabilità ha Oliva e alle quali non può sottrarsi? E soprattutto, verso chi le ha? Non le ha principalmente verso sé stessa, verso la propria idea di felicità e di futuro?

Le responsabilità sono la base della felicità, non fa che ripeterle suo padre.
Ma allora perché finora, malgrado si sia presa sempre le proprie responsabilità, non è mai stata felice?

Oliva realizza che tutto ciò che è stata e che ha fatto, fino a prima di partire per Parigi, non corrispondeva a quello che realmente desiderava per sé stessa.

Ancora non sa di preciso cosa vuol essere o diventare, ma di certo è decisa a scoprirlo.
A volte “...è buona abitudine lasciarsi indietro tutto, per vedere il mondo con occhi nuovi, tornare a casa migliori", perché la felicità non sempre ha a che fare con l’ottenere: forse è arrivato il momento di perdere qualcosa o qualcuno, di "lasciar morire" la "vecchia Oliva", che poco somiglia alla vera Oliva - quella emersa tra le strade e i cafè parigini, nella storica libreria, a contatto con persone fantastiche, anime colorate non soggette a regole e stereotipi, ma libere - e di rinascere.

Sua zia sembra non volersi far trovare, coerente, in fondo, con il suo stile di vita all'insegna dell'indipendenza, inafferrabile e misteriosa: cosa fare? Continuare a rimandare il ritorno a Milano e cercare di incontrare Vivienne o cedere al proprio senso del dovere e tornare a casa? 
Restare fedele a ciò che gli altri si aspettano da lei o a sé stessa?

Questa sorta di vacanza parigina la porterà a conoscere una verità, sulla propria famiglia, che le era stata nascosta; cosa più importante, l'aiuterà a ritrovarsi e a riappropriarsi di tante piccole libertà che le stavano sfuggendo di mano.

“Ci sono piccole libertà che ci cambiano per sempre. Perché tante piccole libertà ne fanno una grande."

Sii come i fenicotteri, Oliva: animali eccezionali, inconsueti, atipici, che simboleggiano il ciclo della morte e della rinascita, come l'araba fenice. Rinascere è essenziale e inevitabile se si vuol dare nuovo slancio alla propria vita.
L'unica vera responsabilità che abbiamo, prima di tutto verso noi stessi, è essere felici.
E, chissà, anche arrivare a provare la folle ebbrezza di rotolare per il mondo come una sfera di arbusti nelle praterie.

"Le piccole libertà" di Lorenza Gentile è stata una bella scoperta, una lettura davvero deliziosa, che mi ha messo, tra le altre cose, una gran voglia di andare a Parigi e fare un salto alla Shakespeare and Company; ho apprezzato tanto i riferimenti letterari, i libri e gli scrittori menzionati (una carrellata interessante, alla quale poter attingere).

Leggero e fresco nello stile, un ritmo agile e molto scorrevole, un'ambientazione magica, vivace, attraente, una protagonista dolce e desiderosa di crescere e cambiare, andando oltre le proprie insicurezze, i personaggi - che le ruotano attorno - sono particolari e spontanei, anch'essi fragili, ciascuno con i propri problemi, ma allo stesso tempo coraggiosi e pieni di vita.
Pur avendo una trama che trasmette molta spensieratezza e una gran voglia di perdersi in una città piena di sorprese, il messaggio che attraversa il libro è profondo: non dobbiamo aver paura di cambiare strada, se quella che stiamo percorrendo non riflette le nostre attitudini, i nostri desideri. C'è sempre il tempo e il modo di aggiustare la rotta, di lasciarci alle spalle ciò che ci blocca e ci rende insoddisfatti, per imboccare nuovi sentieri, opportunità diverse e più stimolanti. Morire e rinascere, in un susseguirsi di tappe che ci vedono crescere, diventare più saggi... e un po' più liberi e felici.

Molto bello, ve lo consiglio. 


CITAZIONI

"Mi sento pietra, mi sento sole, mi sento albero. Per un attimo non so più come mi chiamo e nemmeno voglio saperlo. Mi sembra di fluttuare in una dimensione lontana, senza punti di riferimento."

“... abbiamo la possibilità di morire e rinascere in vita, tante volte quante vogliamo. Spesso ci capita di farlo senza neanche accorgercene: un grande dolore ci uccide e quando torniamo a vivere siamo persone diverse. Siamo persone altre, ma se nessuno intorno è disposto ad accettarlo, se nemmeno noi vogliamo questo cambiamento, ecco che lo soffochiamo e teniamo in vita una forma morta di noi. Ognuno di questi passaggi, invece, ognuna di queste rinascite, ci renderebbe più saggi, più umani.”

"Se esiste un campo elettrico del cuore e noi siamo in grado di captarlo e nessuno riesce a captare il mio è perché l’ho seppellito troppo in profondità sotto la sabbia? Perché voglio sempre che gli altri mi pensino felice?"

"Ogni amico rappresenta un mondo in noi, un mondo che non è ancora apparso finché egli non arriva, ed è solo da questo incontro che nasce un nuovo mondo." (Anaïs Nin.)

"Le regole bisogna trasgredirle, se si vuole sviluppare uno stile personale."

“...molti di noi vivono vite che non sono la loro. Cerchiamo di essere la versione perfetta di noi stessi. In questo caso, il nostro destino quale potrà mai essere, se non quello di qualcun altro?”


4 commenti:

  1. Ciao Angela, non avevo letto pareri molto positivi su questo romanzo, invece la tua recensione mi ha messo una gran curiosità, perchè sembra davvero una bella storia con i suoi significati :-)

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    1. Ciao Ariel!
      Guarda, io non ho cercato recensioni di questo libro, l ho iniziato senza sapere cosa aspettarmi... e mi è piaciuto molto! Sì, ho trovato in esso dei messaggi belli e tutt'altro che superficiali 🙂

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  2. Come sempre una straordinaria recensione per un libro che nonostante tratti un tema non nuovo, è cmq in questo momento, un tema molto importante e quindi una giustissima segnalazione da parte tua di questo libro.

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    1. Sì, mi è piaciuto proprio per il messaggio alla base, fa sempre bene ricordare l'importanza di essere sé stessi e di assecondare inclinazioni e ambizioni 😉

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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz

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