martedì 5 marzo 2013

Un libro in più: HO SPOSATO UNO STRUZZO



Ok, devo lasciare i chicchi di pensieri, tra poco si lavoricchia ^_^

Però prima vi segnalo un libro che spero davvero di iniziare presto a leggere!!
Proprio oggi è entrato nella mia libreria virtuale!

HO SPOSATO UNO STRUZZO
di Antonietta e Silvia Scarabelli

Ed. Butterfly
collana Tracce
105 pp
12 euro
Gennaio 2013

TRAMA:

Anna è una donna come tante: una relazione finita, un licenziamento alle spalle e un lavoro part-time. La vita di Anna, tuttavia, sta per subire una svolta: il portafogli di un tale Arturo Bonomi trovato per strada, l’amicizia con la signora Tina che abita nella casa dai gerani rossi e, soprattutto, un’incredibile proposta di matrimonio in arrivo.
Tuttavia, sarà davvero azzurro questo principe apparso dal nulla?
Con questo romanzo psicologico, Antonietta e Silvia Scarabelli dipingono a tinte vivaci la storia di una donna come noi, timida e sensuale, coraggiosa e timorosa allo stesso tempo.
Una protagonista concreta nelle mani della quale le autrici pongono il segreto stesso della felicità: il coraggio di credere in se stessi e di riaprirsi all'amore, sotto qualunque forma esso si presenti." Una vita già ricca di avvenimenti spiacevoli che, come si suol dire, fortificano...ma fino a che punto è vera questa citazione?
Qual è la linea che determina la fortificazione allo smarrimento?
 Spesso ci troviamo catapultati in un viaggio non programmato, le circostanze, oppure il destino, mettono sul tuo percorso persone che hanno la capacità di condizionare le tue scelte.
La vita sembra ti offra quell'opportunità che cercavi, ti senti stimolato, appagato, e credi sia finalmente giunto il momento di gioire.
Proiettato in questa nuova esperienza, sottovaluti le avvisaglie. Convinto che l'amore possa superare ogni ostacolo, hai la presunzione di poter modificare alcuni tratti della personalità altrui e non ti accorgi o non vuoi accettare la realtà: le persone non cambiano!

silvia e Antonietta
Le autrici.

Antonietta Scarabelli, nata a Milano nel 1955, vive a Pozzuolo Martesana (MI).
Di professione artigiana, gestisce una pizzeria a Cernusco Sul Naviglio.
Amante della natura, della musica e della buona lettura, molto del mio tempo libero lo dedica alla
famiglia. Sposata, madre di due figli, Davide e Aldo, ma riesce comunque a ritagliarsi il mio spazio
quotidiano per far vivere le mie emozioni e fantasie scrivendo.


Silvia Scarabelli, nata a Milano nel 1958, di professione impiegata, sposata e madre di due figli,
Dario e Rossella. Dal carattere mite, sognatrice, ama vagare con l’immaginazione.
Ama leggere e condivide con mia sorella, la passione per lo scrivere.
La fonte delle sue ispirazioni sono le situazioni, i pensieri i ritratti della gente con cui ama confrontarmi.


Antonietta e Silvia sono due sorelle che condividono da sempre la passione dello scrivere; prima di scrivere un libro, discutono insieme a voce selle proprie idee e dopo aver ben strutturato la trama, si alternano alla stesura dei capitoli, scrivendone uno ciascuno, in un simpatico passaparola!!


Hanno pubblicato un primo libro nel 2010.

IL CORAGGIO CHE MAI HO AVUTO


Ed. Sensoinverso
134 pp
13 euro
2010
Trama

Mi ha lasciato sola. Non sa nulla della mia vita, di cosa può essermi successo durante tutti questi anni ma ha la sfacciataggine di piombarmi addosso!

Piera è una donna che vive serenamente assieme a David, suo figlio, e Andrea, suo futuro marito. Tutto sembra andare per il meglio fino a quando un giorno, improvvisamente, dopo dieci anni, si fa risentire il suo ex fidanzato, residente a Londra. 
L’uomo, tanto amato ai tempi della giovinezza, ma che abbandonò Piera senza spiegazioni, irrompe, come se niente fosse, nell’equilibrio costruito con tanti anni di fatica. 
Finché…

Romantic Readings: "Qualcosa di meraviglioso"...



Ma non è che il romanticismo va bene solo il 14 febbraio, vero? ^_^
No perchè mi è saltato all'occhio qualche romance travolgente e appassionante, così provvedo a segnarmelo e a condividerlo con voi!!!

QUALCOSA DI MERAVIGLIOSO
di Judith McNauth


EMOZIONI_11
Ed. Moondadori
Trad. c. Sibaldi
462 pp
Serie "Sequels" (n.2)
Febbraio 2013
Ambientazione: Inghilterra, 1816 ( periodo regency )

Premi e riconoscimenti della critica: 
Premio Reviewer’s Choice Award di Romantic Times nel 1987-88 come Miglior Romanzo Storico ( Best Historical Romance ); Romantic Times 4.5 G

Sinossi

Assalito dai briganti sulla via di casa, Jordan Townsende, duca di Hawthorne, viene salvato da un misterioso cavaliere in armatura che poi, però, perde i sensi. 
Solo dopo averlo fatto visitare, Jordan scopre che in realtà si tratta di una ragazza, e basta una notte per comprometterle la reputazione. 
Così Alexandra si ritrova precipitosamente sposata, seppur altrettanto rapidamente innamorata. 
Ma pochi giorni dopo il matrimonio, Jordan scompare per riapparire parecchi mesi più tardi, quando Alexandra, credendolo morto, si è ormai trasferita a Londra ed è diventata la lady più corteggiata del ton. 
Tra gelosie e vendette, la ragazza non si scoraggerà di fronte alla fredda e arrogante reazione di Jordan, confidando che dietro quella maschera si celi ancora l’uomo tenero e sensuale che ha sposato…

Cover.... *_*


0671737635
3
0671637797
4
0671737635
2
0671737635
1














Il primo romanzo della serie "Sequels" invece è...

-25% sugli Oscar Mondadori



Ecco un'interessante promozione sugli Oscar Mondadori!!!

clicca sul banner
per poter scoprire i titoli
in promozione
sul sito Mondadori!

Per questo mese grande sconto su tutti gli Oscar Mondadori.

Dal 1 al 31 marzo -25%
di sconto su tutti i titoli Oscar nei negozi che aderiscono all’iniziativa. Esclusa la collana Oscar Junior.

IN ARRIVO: "L'ANIMO LEGGERO" e "UN RIGIDO INVERNO"



Prossime uscite Mondadori!!!

Questo primo libro in uscita ha una trama che mi ha attirato subito....

L'ANIMO LEGGERO
di Kareen De Martin Pinter


L'animo leggero
Ed. Mondadori
Scrittori Italiani e Stranieri
216 pp
17 euro
USCITA 12 MARZO 2013
Trama

Marta ha dieci anni e tre amiche. Insieme hanno inventato un gioco crudele e segreto: a turno una di loro diventa la nemica del gruppo, quella su cui riversare tutto l'odio di cui sono capaci. 
Ogni settimana scolastica prevede cinque giorni di solitudine, di corse fino a casa per non farsi fare male; cinque giorni di complicità negata, di sguardi affilati, minacce; cinque giorni d'insulti, di paure, senza lasciare che nessuno, al di fuori del loro piccolo gruppo, se ne accorga.
D'altro canto il mondo dei grandi non sembra avere molto da offrire: tra i genitori di Marta le cose non funzionano da tempo, e la città in cui vivono è attraversata da tensioni costanti e quotidiane. Perché Marta abita in Alto Adige, una terra divisa - tra K, i tedeschi, e V, gli italiani arrivati dopo la Prima guerra mondiale. 
Una terra ricca eppure lacerata in ogni gesto quotidiano dalle regole della "proporzionale etnica" e, ancor più, dalla lama della lingua che nomina ogni oggetto con parole diverse e rivali. Crescere qui significa farsi carico di un'eredità di divisioni, prepotenze, speranze, e iniziare presto a interrogarsi su ciò che ci unisce e ci oppone gli uni agli altri.
Per i grandi come per i piccoli, molte sono le guerre esplose, dentro e fuori casa, molti i suoni che scivolano nelle orecchie e si insinuano nella memoria per sempre. 
Sopra a tutti quello di una goccia che, dicono, sale le scale, di tanto in tanto, e martella le notti del condominio di Marta con il suo rintocco incessante e misterioso.
Per fortuna, Marta ha una passione in grado di aprirle in ogni momento una porta sull'incanto: la musica.
Solo che per riuscire a sentirla forte e nitida dovrà liberarsi dagli stridori e dai rumori di fondo, respirare profondamente e prestare orecchio alla melodia che, inascoltata, suona dentro di lei.

Al suo esordio, Kareen De Martin Pinter racconta la formazione di una bambina piena d'immaginazione e sentimento, colta nell'attimo prima della separazione dall'infanzia. Nel suo sguardo limpido, fatti privati e avvenimenti storici si mescolano come in un caleidoscopio narrativo di intensa energia emotiva.
Per raccontarci come una ragazzina può scrollarsi dalle spalle il peso dell'odio e imparare a camminare nel mondo con l'animo leggero.

L'autrice.
Kareen De Martin Pinter è nata nel 1975 a Bolzano.
Ha vissuto in varie città tra Italia e Francia lavorando in musei, gallerie d'arte, agenzie pubblicitarie e uffici stampa.
L'animo leggero è il suo romanzo d'esordio
.

Viaggiare leggendo: Eyam Plague Village



viaggiare leggendo

Il viaggio di oggi non sarà tanto un giro turistico come le altre volte, in cui visitavamo più di un luogo, in base a come l'Autore del momento cambiava lo scenario alle vicende narrate.
In merito ad ANNUS MIRABILIS il luogo sarà uno soltanto, che è poi quello in cui è ambientata la storia che, come dicevo nella recensione (che trovate sul blog), si basa su episodi storicamente fondati.
Il viaggio di oggi inizia e termina a Eyam.

Eyam (pron. /i:m/; "luogo tra corsi d'acqua";  900 ab. ca.) è un villaggio con status di parrocchia civile dell'Inghilterra centro-settentrionale, facente parte della contea del Derbyshire (Midlands orientali) e del distretto di Derbyshire Dales e situato nel tratto sud-orientale del parco nazionale del Peak District.

La località era un tempo un centro minerario per l'estrazione del piombo ed è storicamente ricordata per il sacrificio dei suoi abitanti durante l'epidemia di peste del 1665-1666.

Il 7 settembre 1665, il villaggio fu colpito da un'epidemia di peste bubbonica.

L'epidemia fu causata da una partita di abiti infestata da alcune mosche infette, portata da Londra (colpita dalla pestilenza) ad Eyam da un sarto locale, George Viccars, che fu anche la prima vittima della pestilenza.
i

Per evitare il propagarsi dell'epidemia anche nelle località limitrofe, gli abitanti di Eyam - su consiglio del parroco del luogo, William Mompesson e del suo predecessore, Thomas Stanley - si misero spontaneamante in quarantena.
Durante la quarantena, gli abitanti pagavano il cibo, lasciato ai margini del villaggio, attraverso delle ciotole disinfettate con l'aceto, dove depositavano le monete.

L'emergenza cessò nel novembre del 1666: dei 350 abitanti di Eyam, ne morirono 250-260 (tra questi, anche la moglie del parroco, Catherine Mompesson), mentre le località limitrofe furono appena sfiorate dalla pestilenza.

ECCO un sito in inglese dedicato proprio al villaggio di Eyam.

Foto di Eyam Plague Village Museum, Hope Valley
church
Foto di Eyam Plague Village Museum, Hope Valley
tomba Catherine Mompesson
(Elinor Mompellion nel romanzo!!)

Foto di Eyam Plague Village Museum, Hope Valley
una delle case dove molte
famiglie morirono


Foto di Eyam Plague Village Museum, Hope Valley
church

Foto di Eyam Plague Village Museum, Hope Valley
si leggono alcuni nomi
presenti anche nella finzione narrativa!!
come
Georgie Viccars,
Mary Hatfield...

Questa foto di Eyam Plague Village Museum è offerta da TripAdvisor.

Plague Cottage
la casa in cui soggiornò Viccars e da
cui partì l'epidemia nel villaggio

Eyam Hall, built in 1671.
Eyam Hall

lunedì 4 marzo 2013

Prossime uscite Feltrinelli: "Mi riconosci" - "Canada"



Prossimi arrivi Feltrinelli!!!

MI RICONOSCI
di Andrea Bajani


Mi riconosci
Ed. Feltrinelli
I Narratori
144 pp
12 euro
USCITA 6 MARZO 2013
Trama

Mi riconosci è la storia di un'amicizia tra uno scrittore giovane e uno maturo. A quello maturo la storia ha tributato quel che doveva - gli onori, i premi, la fama - però la morte gli ha sbarrato la strada all'improvviso, prima del tempo. Lo scrittore più giovane sa che è un privilegio l'amicizia dello scrittore maturo, ma il vero privilegio è l'azzurro alone di follia che quest'ultimo disegna ogni volta che trascina il più giovane dentro il nonsenso delle cose della vita. Tutto anzi prende le mosse da una straziante nostalgia per l'essere vivi, vivi di sogno, vivi di parole. E il fatto che lo scrittore maturo cominci a morire è un'ingiustizia. 
È un'ingiustizia che ribalta i ruoli, e chiama la morte al centro del circo. Ed è lì che si affaccia il dolore, e insieme al dolore la dolcezza del commiato, le braccia spalancate di una domanda che resta aperta. 
Mi riconosci è un racconto sull'amicizia, sulla libertà, e su quei legami necessari con cui la vita sorprende chi l'attraversa. Ma è anche un racconto di vita, in cui è la vita che, sottraendosi, dice che è più forte, che trionfa, sempre superstite, sempre nella luce. Mi riconosci è l'omaggio commovente, profondo e ironico, che Andrea Bajani ha voluto rendere alla memoria di Antonio Tabucchi.

L'autore.
Andrea Bajani è nato a Roma nel 1975 e vive a Torino. Presso Einaudi ha pubblicato Cordiali saluti (2005 e 2008), Se consideri le colpe (2007 e 2009), il reportage sul lavoro precario Mi spezzo ma non m'impiego(2006), Domani niente scuola (2008), Ogni promessa (2010) e Presente(2012, con Michela Murgia, Paolo Nori e Giorgio Vasta).
Per il teatro è coautore di Miserabili, uno spettacolo di Marco Paolini. Collabora con Rai Radio 2, con i quotidiani «La Stampa», «l'Unità», «Il Sole-24 ore» e con la rivista «Lo straniero».
Se consideri le colpe ha vinto il Premio Super Mondello, il Premio Recanati e il Premio Brancati. Ogni promessa ha vinto il Premio Bagutta 2011.



CANADA
di Richard Ford


Canada
Ed. Feltrinelli
I Narratori
432 pp
19 euro
USCITA 6 MARZO 2013
“Prima di tutto parlerò della rapina commessa dai nostri genitori. Poi degli omicidi, che avvennero più tardi.” Ai nostri giorni, a distanza di mezzo secolo dai fatti, il professor Dell Parsons, americano trapiantato in Canada e alla vigilia della pensione, ricorda i due avvenimenti che hanno impresso una svolta decisiva alla sua vita e a quella di Berner, la sua gemella. Nel 1960, l’anno dei fatti criminosi, Dell e Berner hanno quindici anni e i Parsons sono una famiglia americana assolutamente normale, da cui sarebbe stato assurdo aspettarsi cose simili. Ma, come scrive Richard Ford, “il preludio a cose molto brutte può essere ridicolo, ma può anche essere casuale e insignificante. Cosa che merita di essere riconosciuta perché indica il punto da cui possono originarsi eventi disastrosi: a un pelo dalla vita di tutti i giorni”.

Trama

Ai nostri giorni, a distanza di mezzo secolo dai fatti, il professor Dell Parsons, americano trapiantato in Canada e alla vigilia della pensione, ricorda i due avvenimenti che hanno impresso una svolta decisiva alla sua vita e a quella di Berner, la sua gemella. 
Una rapina in banca e un duplice, feroce assassinio. La rapina in banca è stata commessa dai loro genitori: due persone assolutamente normali da cui sarebbe stato assurdo aspettarsi una cosa simile. 
Rapidamente scoperti e incarcerati i genitori, abbandonati a se stessi i figli, la famiglia va in frantumi.
 Mentre la ragazza scappa di casa, il maschio viene contrabbandato in Canada da amici prima che la legge ne imponga l'affidamento a un orfanotrofio. E proprio in Canada avrà luogo il secondo avvenimento che cambierà radicalmente la vita di Dell. Uomo affascinante e tenebroso, americano espatriato come il ragazzo, Arthur Remlinger è una specie di piccolo grande Gatsby sul cui passato corrono voci inquietanti. 
Potrebbe avere sulla coscienza un assassinio per cui persone dalla memoria lunga sono da tempo sulle sue tracce. Ma quando i vendicatori si presentano, Remlinger è pronto ad accoglierli. Coinvolto suo malgrado nell'agguato, Dell sarà costretto a scavare le buche in cui nascondere i corpi degli assassinati. 
Diventato professore, canadese tra canadesi ma sempre americano nel midollo, insegnerà per quasi vent'anni.

L'autore.
Richard Ford, nato nel 1944 a Jackson (Mississippi), è considerato uno dei più grandi scrittori americani contemporanei. Con Il giorno dell'Indipendenza (1995, Feltrinelli 1996) ha vinto i due premi più prestigiosi d'America, il Pen/Faulkner Award e il Pulitzer Prize. Feltrinelli ha pubblicato anche: Rock Springs (1989),L'estrema fortuna (1990), Incendi (1991), Sportswriter (1992), Il donnaiolo(1993), Donne e uomini (2001), Infiniti peccati (2002) e Lo stato delle cose
.





Books&Titles (41)



lips
FRESCO SULLE LABBRA, FUOCO NEL CUORE (H. Al-Shaykh, Ed. Piemme, 294 pp, 17.50 euro, 2013).
Parole che mi creano sensazioni contrastanti, fresco-caldo; mi ha colpito per questo e lo trovo molto intrigante, oltre che "diretto", "sensoriale"....!

IL GIOCO SEGRETO DEL TEMPO (P. Sanchez-Garnica, Ed. Piemme, 588 pp, 20 euro, 2013).
A questo titolo associo il mistero, sia per la parola "segreti" che per il tempo, il cui fluire ha sempre, per me, un che di misterioso ed affascinante.




00
LA VOCE DEL CREPUSCOLO  (D. Walcott, Ed. Adelphi, 304 pp, 22 euro, 2013).
Questo titolo mi è piaciuto perchè riflette una parte della mia personalità, sempre presente; la malinconia, lo stare in silenzio, lontano dai rumori e dal chiasso esterno, per restare un po' con se stessi.

LONTANI SUONI DI FISARMONICA (P. Nardon, Ed. Eumeswil, 192 pp, 14.50 euro, 2013).
Anche queste parole mi rimandano ad emozioni e stati d'animo malinconici, di pensieri rivolti al passato, a suoni ed esperienze che sembrano appartenere ad un tempo che non c'è più, ma che comunque continua a fare capolino...

A VOI PIACE QUALCUNO DI QUESTI TITOLI?

Da domani in uscita....



Domani in libreria arrivano...

I MIEI SOGNI NEI TUOI
di Alawiya Sobh


I miei sogni nei tuoi
Ed. Mondadori
Trad. C. Cartolano
483 pp
17 euro
USCITA 5 MARZO 2013
Trama

È notte fonda a Beirut, Dunia è seduta sul divano dell'appartamento in cui vive da anni e che al mattino dovrà lasciare per trasferirsi in una nuova casa, verso un futuro incerto. Ha in mano dei fogli, l'ultimo capitolo di un libro che non è sicura di voler finire, perché c'è qualcosa che la tormenta in quelle pagine, qualcosa che la tocca da vicino e che non è sicura di voler scoprire.
A turbarla sono i personaggi del libro, perché in essi Dunia ritrova le sue più care amiche, le vicine, le confidenti, donne che con i loro segreti riempiono le pagine di un romanzo, opera di una scrittrice misteriosa, che abita nello stesso palazzo ma che nessuno ha mai visto.
Dunia legge e intreccia i fili della sua storia con i destini di quelle donne. E sono racconti di amori assoluti e tragici, di speranze e passioni vissute all'ombra di regole antiche e oppressive, storie di violenza sociale e religiosa, di esistenze scorticate dai pregiudizi e dai veti di una società maschilista e patriarcale.
Ma non sono donne che si piangono addosso, sono donne che lottano per affermare se stesse, sono Ferial, con la sua cieca passione per Khaled, e Maghy, così bella e persa nell'ossessione del suo corpo, e Soha, l'angelo custode che protegge i segreti amorosi delle amiche. E naturalmente Dunia, con quel marito un tempo temuto e ammirato, ora ridotto a un corpo paralizzato che vorrebbe paralizzare il mondo intorno a sé.
Mescolando il profumo di antiche leggende al racconto di un presente palpitante e contraddittorio, Alawiya Sobh ammalia con il fascino di una Sherazade contemporanea. E con una dolcezza visionaria dà voce a una femminilità che sorprende e interroga la nostra sensibilità di occidentali aperti ed emancipati.
I miei sogni nei tuoi non è solo un punto d'arrivo nell'opera di una scrittrice che da anni combatte coraggiosamente contro l'oppressione di cui la donna è vittima nel mondo arabo. È anche la scoperta di un mondo, di un modo di vivere e di sentire, che forse ha qualcosa da insegnarci.

L'autrice.
Alawiya Sobh è nata a Beirut negli anni Cinquanta. Ha studiato arabo e letteratura inglese all'Università di Beirut. Tra il 1980 e il 2005 ha collaborato con i principali quotidiani e riviste libanesi, tra cui Annahar, Assafir e al-Hayat, e con la radio nazionale libanese. E' stata invitata a diverse conferenze culturali nel mondo arabo (Beirut, Cairo, Bahrain, Amman, Emirati) e non (Parigi, Corea del Sud). Nel 1985 ha partecipato alla conferenza organizzata dall'Unesco a Parigi "Donne e creazione". Nel 2010 è entrata nella giuria di Beirut 39, importante premio lettario per giovani scrittori del mondo arabo. Nel 1986 è diventata direttrice del principale magazine femminile arabo, al-Hasna. Nel 1990 ha fondato Snob, un incrocio tra Vogue e Vanity Fair che dirige ancora oggi.
Scrittrice, ha al suo attivo tre romanzi. Il secondo,Mariam delle storie (2002), che narra della vita nei villaggi del Libano meridionale, ha vinto il premio del Sultano Qabus nel 2006 ed è stato tradotto in Francia da Gallimard e in Germania da Suhrkamp. Al centro di tutte le sue opere troviamo le donne e la loro vita quotidiana, ma anche tematiche socio-politiche ed un'esplorazione dei tabù del mondo arabo quali la struttura patriarcale della famiglia, la sessualità, la violenza, la religione, l'ignoranza e la superstizione. È l'autrice di Il suo nome è passione, pubblicato con successo da Mondadori nel 2011.

CHAOS
di Lauren Oliver


Chaos
Ed. Piemme
Freeway
Trad. di F. Flore
324 pp
17 euro
USCITA 5 MARZO 2013
Trama

Nel mondo di Lena l'amore è bollato come delirium, una terribile malattia che va estirpata da ogni ragazza. Lena non vede l'ora di ricevere la cura, perché ha paura di innamorarsi, ma proprio il giorno dell'esame conosce Alex, un ragazzo bellissimo e ribelle. 
L'amore tra Lena e Alex cresce ogni giorno di più, fino a che i due innamorati non decidono di scappara nelle Terre Selvagge. 
Ma purtroppo i piani non vanno come previsto... Lena si ritrova sola, senza Alex, che è rimasto dall'altra parte della rete, e senza la vita che conosceva. 
Vuole dimenticare quello che è successo, perché ricordare fa troppo male. Adesso è il tempo di farsi nuovi amici ed è il tempo di unirsi alla ribellione: contro chi vuole estirpare la possibilità di amare dal cuore di tutti gli uomini e contro chi le ha portato via Alex...

L'autrice.
Laureata in letteratura americana, Lauren Oliver ha lavorato per diversi anni come editor di libri young-adult, finché, dopo il successo di E finalmente ti dirò addio, il suo primo romanzo, ha deciso di dedicarsi interamente alla scrittura. Per Piemme ha pubblicato anche Delirium, primo libro di una trilogia che ha entusiasmato il pubblico e conquistato la critica. Abita a Brooklyn, ama leggere, cucinare, comprare scarpe col tacco e ballare fino a tardi.

USCITA MARZOLINA: "UNA PRINCIPESSA IN FUGA"



Un romanzo dalla trama e dall'ambientazione molto attraenti e rientranti tra i miei generi preferiti!

UNA PRINCIPESSA IN FUGA
di Elizabeth von Arnim


Ed. Bollati Boringhieri
Varianti
Trad. S. Garavelli
A MARZO 2013
Trama

La giovane principessa Priscilla è stanca, stanca morta della vita di corte, del protocollo, delle dame di compagnia e di tutti gli obblighi cui deve sottostare per il solo fatto di essere figlia del granduca di Lothen-Kunitiz. Così progetta la fuga da palazzo, una fuga inesorabilmente e frettolosamente anticipata non appena il granduca decide di dare Priscilla in moglie a un cugino. Accompagnano Priscilla il bibliotecario Fritzing – ufficialmente bibliotecario, in realtà una via di mezzo tra un padre, troppo assente quello vero, e la madre che Priscilla ha perso anni prima – e la cameriera Annalise, ignara del fatto che la principessa abbia deciso di trasferirsi in un piccolo cottage della campagna inglese soffocato dai rampicanti, senza servitù, per condurre finalmente una vita del tutto normale. Priscilla può adesso cominciare la vita che sogna da sempre: non avere nessun obbligo, se non quello di essere buona e aiutare i bisognosi.
Ma la sua idea di bontà – distribuire banconote di grosso taglio tra i paesani allibiti, rimpinzare di dolciumi i bambini, somministrare del rum a una vecchietta malata – non è delle più canoniche. Neanche a dirlo, presto i sogni si infrangono: i soldi finiscono, la cameriera avvilita tesse un ricatto ai danni di Priscilla, le famiglie del villaggio mal tollerano lo scompiglio che l’arrivo della principessa ha portato con sé. Ma come in ogni fiaba che si rispetti, non manca il lieto fine. O quasi.
Elizabeth von Arnim, dama geniale e crudele delle lettere inglesi, mette a segno un altro dei suoi capolavori d’ironia, con i quali ha conquistato un sempre maggior numero di lettori.

L'autrice.
Mary Annette Beauchamp - vero nome di Elizabeth von Arnim - , nata in Australia nel 1866 e cresciuta in Inghilterra, fu cugina di Katherine Mansfield e amica di E. M. Forster. Sposa del conte H. A. von Arnim, figlio adottivo di Cosima Wagner, visse diciotto anni in Pomerania. Rimasta vedova, tornò in Inghilterra. Fu l'amante di H. G.Wells, che nell'autobiografia la descrisse come «la donna più intelligente della sua epoca»; sposò poi Francis Russell, fratello di Bertrand. Visse tra Inghilterra, Svizzera e Francia. Mori negli Stati Uniti nel 1941.

Recensione "Annus mirabilis" di Geraldine Brooks



«Un romanzo avvincente che ci lascia il ricordo di personaggi struggenti».  Arthur Golden

ANNUS MIRABILIS
di Geraldine Brooks



Annus mirabilis
Ed. Neri Pozza
Biblioteca Neri Pozza
Trad. di F. Diano
352 pp
14 euro
2009


«Annus mirabilis è davvero un romanzo mirabile: congiunge storia e linguaggio in una maniera mai vista prima».  Anita Shreve 


Trama

È una mattina del 1666 a Eyam, un piccolo e isolato villaggio di montagna del Derbyshire, in Inghilterra, e nel grazioso cottage in cui vive, Anna Frith ha appena finito di allattare il piccolo Tom e di scrutare amorevolmente Jamie, che gioca da solo accanto al focolare, spargendo ovunque pezzetti di rami.
Riempita una brocca d’acqua fresca e tagliata una fetta di pane, Anna si avvia verso la scala della soffitta, per raggiungere la stanza dove dorme Mr. Viccars. 
Dal giorno in cui Sam Frith se n’è andato, sepolto da una valanga nel giacimento di piombo in cui lavorava, è trascorso un inverno intero. 
In primavera, Gorge Viccars è venuto a bussare alla porta del cottage in cerca d’un alloggio e Anna, vedova a diciotto anni con due bambini, ha pensato bene che l’avesse mandato Dio. 
Viccars è un sarto girovago, conosce Londra e York, l’intensa vita portuale di Plymouth e il traffico di pellegrini di Canterbury. Ha visto mercanti di seta che hanno attraversato l’Oriente e fatto amicizia con produttori di merletti persino tra gli Olandesi; ha visto marinai di Barberia che si avvolgono il volto color rame in turbanti di intenso color indaco, e mercanti che hanno mogli tutte velate. 
Ed è straordinariamente gentile: ieri le ha fatto dono di un meraviglioso vestito di lana fine verde dorato, con l’orlo e i polsi ornati di pizzo genovese. 
Perché però ora l’accoglie con strani gemiti e non con la sua solita, contagiosa allegria?
Anna entra nella stanzetta dal soffitto basso e per poco la brocca non le cade di mano. 
Il volto giovane e bello della sera precedente è scomparso. Gorge Viccars giace con la testa spinta di lato da un bubbone grande quanto un maialino appena nato, un rigonfiamento di carne lucida e pulsante.
Così, nelle pagine di questo romanzo, la peste giunge a Eyam, in una mattina del 1666. Inaspettata e innocente eroina, Anna deve affrontare la morte nella sua famiglia, la disintegrazione della sua comunità (non appena la peste penetra nelle loro case, gli abitanti di Eyam smarriscono la loro fede e si abbandonano a ottusità e superstizione) e il pericolo di un amore illecito.
L’Annus Horribilis della peste, però, è destinato a trasformarsi in un Annus Mirabilis, un anno di meraviglie…
Romanzo indimenticabile che svela «la meraviglia del coraggio umano» (Library Journal), Annus Mirabilis è anche un’avvincente storia d’amore in cui dolore e gioia, perdita e resurrezione si alternano mirabilmente.

L'autrice.
Geraldine Brooks ha vinto il Pulitzer Prize con il romanzo L’idealista (Neri Pozza 2005). Autrice di due saggi di grande successo: Nine Parts of Desire: The Hidden World of Islamic Women e Foreign Correspondance, corrispondente di guerra per il Wall Street Journal, il New York Times e il Washington Post, Brooks è nata in Australia e vive oggi in Virginia, negli Stati Uniti. Il suo primo romanzo, Annus mirabilis, è stato un bestseller internazional
e.

il mio pensiero

“Annus mirabilis” è un romanzo a sfondo storico che trae ispirazione da un fatto realmente accaduto ed è l’autrice stessa a darcene spiegazione a fine libro.
Le vicende narrate sono ambientate a Eyam, una cittadina inglese (nel Derbyshire) che la storia ha ribattezzato come IL VILLAGGIO DELLA PESTE, in quanto negli anni 1665-1666 i suoi abitanti furono afflitti da un’epidemia terribile di peste, che decimò la popolazione, la quale – coraggiosamente – decise di restare entro i confini del villaggio per evitare che il morbo potesse diffondersi nei paesini vicini.

A dar voce alla storia, nella finzione narrativa, è una contadina, la domestica del rettore del villaggio, l'integerrimo Michael Mompellion, sposato con la raffinata e buona Elinor: Anna Frith, giovane vedova con due figli.

Anna ci appare subito come una donna matura ed intelligente, assennata, osservatrice; il romanzo inizia presentandoci la situazione finale, per farci fare poi un salto temporale ai mesi precedenti (il passato, il racconto della diffusione della peste bubbonica nel villaggio) per poi, a fine romanzo, riprendere la narrazione dal punto in cui l’avevamo lasciato all’inizio (il presente).

Anna è una giovane vissuta in una famiglia in cui la violenza era il modo principale usato dal padre, l’ubriacone Josiah, per “comunicare” con la povera moglie e con la figlia Anna, che da piccola fa esperienza dell’animo selvaggio di cui è capace l’essere umano.

Il matrimonio precoce la salva da una vita di cattiverie ma dura troppo poco: Sam Frith, che fa il minatore, muore sul lavoro; proprio lui che doveva proteggerla, amarla, come del resto ha fatto nel poco tempo in cui hanno vissuto insieme, un tempo che ha dato modo ad Anna di avere due bimbi, da lei amati teneramente.
Sola e senza la speranza di poter avere un altro uomo da amare, il destino manda in casa di Anna il giovane sarto George Viccars; proprio quando questi inizia a mostrare un certo serio interesse per la donna – oltre ad aver portato equilibrio e serenità ai bambini – la morte giunge crudelmente a strappare dal mondo Viccars e la causa della morte appare immediatamente in tutta la sua chiarezza terrificante e porta il nome di: PESTE.

Da qui ha inizio l’inferno nel villaggio di Eyam, che verrà letteralmente devastato da questa epidemia che attacca giovani e bambini spietatamente, rivelandosi inspiegabilmente più benevola con gli anziani.
L’autrice ci lascia entrare nel vivo della quotidianità del villaggio, e attraverso il punto di vista di una donna instancabile e forte come Anna, riusciremo a vedere tutti i livelli di devastazione che la pesta porta con sé: a livello fisico, psicologico, emotivo, economico, sociale, religioso.

Mi prendo la licenza di definire quest’opera un romanzo “sensoriale” e mi spiego: attraverso Anna, il lettore può davvero “sentire” tutto questo con i cinque sensi!
Di fronte ad una narrazione tanto vivida e cruda, non ho potuto non “sentire” insieme ad Anna i tanti odori da lei descritti: da quello delle mele marce a quello profumato delle spezie ed erbe da lei raccolte per curare i malati; dalla puzza fetida dei corpi martoriati dalla malattia a quello dolcissimo e tenero della pelle di un bambino.
Ho udito insieme ad Anna le urla di dolore, rabbia, rancore… di coloro che vedevano i propri cari deperire tra atroci sofferenze; le grida feroci e crudeli di quanti facevano ricadere su alcune persone (donne, in particolare), accusate di stregonerie e di aver rapporti con satana, la loro furia animalesca, che si concretizzava in atti assurdi di omicidio brutali…
Ho udito anche le parole dolci, consolanti, vere ed oneste di persone pure, come Elinor, che sapevano portare conforto e carezze; ho sentito i sermoni del rettore Michael Mompellion, gridati con forza e vigore, per scuotere le coscienze e per aiutarle a reagire con dignità e fede in Dio alla piaga della peste…

Ho visto le piaghe fisiche causate dal morbo, i suoi bubboni, ma anche le piaghe e le ferite provocate dagli esseri umani ai propri simili: violenze e percosse alle proprie deboli moglie, ai figli, al prossimo ritenuto un peccatore incallito – responsabile di tutta la sofferenza del villaggio -; ho visto il sangue, gli sguardi folli di chi perde la ragione a causa del dolore insopportabile, le lacrime di rassegnazione…

Ho sentito il sapore di brodo e quel po’ di carne arrostita sul fuoco, quali alimenti principali per sfamare la povera gente.
Ho sentito sotto le mani la ruvidezza di stracci logori utilizzati alla meglio per coprire il corpo nudo e malato, il freddo lasciato da corpi senza vita…
Insomma, ho letto questo libro “con tutta me stessa” e mi ha dato spesso molte emozioni, soprattutto in alcune scene molto forti.
Come anticipavo sopra, la peste – quale flagello crudele che colpisce buoni e cattivi – viene affrontato in modo diverso dalle persone coinvolte; c’è chi, per fede, decide di credere che essa non sia necessariamente una punizione divina, ma una prova che va presa con coraggio e preghiera; c’è chi ne attribuisce la causa a satana, alla superstizione, e cerca dei capri espiatori; e sappiamo come in genere, nella storia, a pagare in questo senso siano quasi sempre state le donne, in particolare quelle che si dimostravano esperte nella conoscenza delle proprietà curative delle erbe e delle spezie.

C’è chi si ostina a credere che la peste sia un flagello dell’ira di Dio, da espiare con penitenze, digiuni e privazioni, all’estremo della ragione e della forza fisica.

Quanti diversi tipi di reazioni genera nell’uomo la sofferenza troppo grande, alla quale non si riesce a dare una spiegazione ragionevole!
Quante storture essa può ingenerare nella natura umana, tirando fuori in qualcuno il peggio in altri il meglio di sé?

La serie di personaggi che si incontra leggendo “Annus mirabilis” è davvero vasta e variegata e c’è posto per tutti i tipi di personalità, dalla mamma tenera e amorevole a quella folle, dal marito/padre sensibile a quello rude e selvaggio, dal ricco arrogante al povero umile e fragile, dal vicino che accorre in tuo aiuto a quello che ti prende a sassate per tenerti più lontano possibile…
Certo è che, a prescindere dalla cultura o dal ceto economico, il dolore e la morte non fanno sconti a nessuno.

Anna si ritroverà bene o male sempre al centro delle vicende narrate, in quanto non solo molto vicina alla famiglia del rettore – chiamato in causa per il proprio ruolo di guida, non solo spirituale – ma anche in virtù del proprio carattere generoso, altruista, volto a ad aiutare chi soffre, a salvarlo dalla disperazione; del resto, lei stessa non resterà immune al passaggio “dell’Angelo della Morte”, che le causerà dolori e perdite.
In Anna ho apprezzato molto la capacità di perdonare, di mettere da parte l’orgoglio pur di agire per il bene; forse non riuscirà ad essere perfetta in misericordia verso il padre, uomo iniquo che il villaggio punirà severamente, ma certo cercherà di recuperare molto verso Aphra, la moglie di lui, soprattutto per amore della figlioletta Faith…
Ma non tutte le persone possono essere recuperate e non tutte le vite salvate…; e a pagarne il prezzo sono spesso coloro che hanno cercato di aiutare e alleviare le sofferenze altrui.

Anche in un contesto di morte c’è spazio per l’amicizia e l’amore genuini, e Anna ci dimostra cosa significa la vera e genuina amicizia (come quella tra lei e Elinor Mompellion), l’amore disinteressato per gli indifesi, da proteggere a tutti i costi.
Ed è proprio in un contesto e in un tempo di morte e follia, che Anna troverà il coraggio di prendere in mano il proprio futuro e, attraverso una piccola vita miracolosamente sbocciata grazie a lei, di rinascere, in un altro luogo, in mezzo ad altra gente.

“Annus mirabilis” mi è piaciuto davvero molto perché anzitutto si basa su fatti reali, e poi per la vividezza, se vogliamo la crudezza, con la quale vengono descritti persone e fatti, che costringono il lettore a calarsi nella realtà e nelle vicende narrate, tramite le quali entriamo nella mente e nel cuore dei personaggi, conoscendone i pensieri più segreti, le paure e le speranze, la fede cieca come la paura più nera che si prova quando ogni certezza crolla irrimediabilmente.
Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...