mercoledì 12 marzo 2014

Recensione CENTO GIORNI DI FELICITA' di Fausto Brizzi



Libro terminato oggi (recensione inviata anche ad Elle, salvo piccoli cambiamenti).

CENTRO GIORNI DI FELICITA'
di Fausto Brizzi


Ed. Einaudi
400 pp
18.50 euro
2013
Trama

Cosa faresti se mancassero cento giorni alla tua morte?

Non a tutti è concesso di sapere in anticipo il giorno della propria morte. Lucio Battistini, quarantenne ex pallanuotista con moglie e due figli piccoli, invece lo conosce esattamente.
Anzi, la data l'ha fissata proprio lui, quando ha ricevuto la visita di un ospite inatteso e indesiderato, un cancro al fegato che ha soprannominato, per sdrammatizzare, «l'amico Fritz».
Cento giorni di vita prima del traguardo finale.
Cento giorni per lasciare un bel ricordo ai propri figli, giocare con gli amici e, soprattutto, riconquistare il cuore della moglie, ferito da un tradimento inaspettato. Cento giorni per scoprire che la vita è buffa e ti sorprende sempre. Cento giorni nei quali Lucio decide di impegnarsi nella cosa piú difficile di tutte: essere felice.

Perché, come scriveva Nicolas de Chamfort, «la piú perduta delle giornate è quella in cui non si è riso».





il mio pensiero

"Fate in modo che la morte vi trovi vivi", ha detto qualcuno....
E questo è un po' la filosofia che muove ogni decisione ed azione  del protagonista di questo bel romanzo di Fausto Brizzi, "Cento giorni di felicità".

Lucio Battistini è un uomo di 40 anni, fa il personal trainer in una palestra e allena una squadra di pallanuoto, che non scala le classifiche per la bravura ma "galleggia" in campionato, senza troppa infamia e senza particolari lodi.
Lucio è un uomo simpatico, ironico, un amicone, un sentimentale; sposato con la bella Paola da 12 anni, padre di due intelligentissimi bambini (Lorenzo ed Eva), ha avuto uno scivolone imperdonabile nell'ambito del matrimonio: ha tradito la propria amata moglie con una cliente della palestra e questo ha messo seriamente a rischio il rapporto con Paola, tanto da dover lasciare casa e cercarsi un altro alloggio.
Ma niente paura, c'è l'allegro e goliardico suocero pasticciere, Oscar, che offre al genero il proprio sostegno morale e materiale.
Ma il nocciolo della storia non sono le beghe matrimoniali, bensì l'intrusione nella vita di Lucio, di un ospite indesiderato: l'amico Fritz.
"L'amico Fritz" è il nomignolo che il nostro eroe ha deciso di affibbiare alla malattia che ha scoperto, da un giorno all'altro, di avere: un tumore al fegato, in fase avanzata, inoperabile e inguaribile.
La scoperta del cancro è un fulmine a ciel sereno e fa crollare, inizialmente, ogni voglia di vivere, ogni speranza, desiderio.
Quando ti dicono che hai tre mesi, soltanto tre mesi, per mettere a posto i tuoi conti con la vita..., quali sono i primi pensieri che possono balzarti in testa?


Tre mesi = 100 giorni.

Lucio si ritrova immerso in una nuova realtà, fatta di visite, consulti ed ecografie, ore trascorse, notte e giorno, su Google alla ricerca di tutte le informazioni possibili sulla malattia, alla ricerca disperata di un qualche spiraglio di luce, di speranza...: forse ci sono casi come il mio in cui è stato possibile guarire....; forse nuovi farmaci, nuove scoperte.....? Forse forse....

Forse è semplicemente arrivata "l'ora X" e c'è poco da sperare che essa non arrivi o che passi oltre...

Tra momenti di sconforto e disperazione e momenti in cui la voglia di vivere e non lasciarsi andare sembra avere la meglio, Lucio decide di prendere in mano il tempo che gli resta e di non lasciarsi scappare neanche la minima occasione per essere felice, per vivere appieno ogni momento che ancora ha a disposizione.
E così ricorda e racconta qualcosa di sè, della propria infanzia, caratterizzata dalla presenza degli affettuosi nonni e dall'assenza dei disinteressati ed egoisti genitori; le amicizie di sempre, quella con il veterinario Umberto (serio e posato), il pilota Corrado (bello e dongiovanni) e con i quali forma l'affiatato trio "i tre moschettieri", inseparabili e uniti in ogni avventura e bravata, anche adesso che sono "cresciuti".
Conosciamo com'è nato l'amore con Paola, il suo rapporto particolare con Oscar, il padre di lei, allegro, chiacchierone e "creatore" della buonissima ciambella con lo zucchero, che Lucio ama mangiare e gustare, morso dopo morso, ogni mattina, come se fosse un rituale,  uno di quei momenti che trascorri in intimità con te stesso, mentre il mondo corre frenetico attorno a te, ansioso di infilarsi nuovamente in un'altra giornata piena di impegni.

Lucio è deciso a non lasciarsi sconfiggere dalla malattia e così, conscio del fatto che non gli resta molto da vivere e che arriverà un momento in cui, volente o nolente, il suo corpo comincerà a soccombere inesorabilmente davanti al progressivo svilupparsi del tumore..., prende un'importante decisione: fare il conto alla rovescia della propria vita, contando cento giorni dal momento in cui scopre di essere malato, fino ad arrivare "all'ultimo giorno" in cui la vita gli porterà il conto da pagare.

E come spendere questi ultimi cento giorni di vita se non cercando di fare tutte quelle cose importanti, che danno senso e colore all'esistenza, che lasciano un segno importante in coloro che amiamo e che ci amano, in modo da essere sicuro (o quasi) di non aver vissuto invano ma di aver lasciato un'impronta, seppur piccola, di noi in questo mondo?

E così, Lucio incomincia a farsi una piccola lista di cose da fare per vivere appieno: ci sono propositi importanti e "difficili", che riguardano la famiglia, ed altri più semplici, immediati, ma che danno quei momenti di rara felicità e frenesia che provi poche volte nella vita.
Conosceremo quindi un Lucio socievole e di compagnia, sereno e pago nell'intrattenersi a fare quattro chiacchiere con due nuovi amici; un Lucio scapestrato e ancora capace  di divertirsi come un adolescente insieme agli amici inseparabili; un Lucio romantico, sportivo, allenatore convinto e convinto motivatore della propria squadra non sempre al top; un Lucio papà premuroso, che si stupisce e commuove davanti alla prodigiosa intelligenza dei figli; un Lucio marito, che sa di essere in debito con la moglie tradita.

Seguiremo le sue piccole quotidiane avventure in questi cento giorni, alcune tranquille altre più esilaranti e divertenti, ma tutte ugualmente belle, perchè ruotano attorno ad un personaggio che non può non entrare nel cuore del lettore, con la sua ironia, la tenerezza, la sua natura a volte fanciullesca e solare ed altre volte malinconica, come non potrebbe evitare di essere quella di qualunque uomo che si trovi davanti alla certezza più tremenda: lasceremo tutto e tutti e i nostri piedi non calpesteranno più le strade di questo mondo, non potremo più parlare, abbracciare, ridere, piangere...

E' vero, la malattia e la morte sono due "presenze" inevitabili nella vita di ogni uomo (seppur, chiaramente, in misura diversa e/o tempi per ognuno di noi); sappiamo razionalmente che potremmo ammalarci, che potremmo morire da un momento all'altro e che, presto o tardi, la morte giungerà, sia che ci pensiamo, sia che evitiamo di fare questi sinistri pensieri.
Ma quanto può cambiare la prospettiva di vita quando ci viene detto che abbiamo un tot di tempo da vivere e che, finito questo, non avremo più modo e possibilità di fare o dire alcunchè?


Lucio accetta, suo malgrado, la presenza dell'amico Fritz e da esso coglie un'opportunità che fino a quel momento non aveva colto: dare un senso e un valore ad ogni singola giornata, ad ogni singola persona, esperienza, luogo, gesto, parola, non lasciandosi sfuggire nulla di tutto ciò che potrebbe donargli anche un piccolo momento di gioia e serenità.

Ironico, divertente, commovente, "Cento giorni di felicità" fa sorridere e fa versare lacrime, ci regala momenti spassosi ma anche altri malinconici e teneri, fa riflettere sulla vita e su come sia importante viverla giorno per giorno e appieno, senza moralismi e frasi fatte, ma attraverso personaggi e situazioni vicini ai sentimenti di ciascuno di noi, fino ad arrivare ad un epilogo tutt'altro che patetico ma in sintonia con il personaggio e il tono di tutto il libro.

Molto bello, una lettura che consiglio!!

Tratto da UN DELITTO MOLTO MILANESE



Ed ecco un piccolo brano tratto da CENTO GIORNI DI FELICITA' di Fausto Brizzi:

"Io sono stato Mazzarò"
per tanti anni della mia vita,
ho comprato oggetti inutili di ogni tipo,
collezionato fumetti e dischi,
magliette e costumi da bagno.
Forse sono ancora un po' Mazzarò,
mi dispiace lasciare la mia personale roba.
Ma ho il sentore che stia già avvenendo un progressivo distacco,
una lenta disaffezione dagli oggetti.
Me ne accorgo quando leggo un fumetto
e spiegazzo la rilegatura senza quel sacro rispetto
che gli concedevo fino a pochi mesi fa.
Capisco all'improvviso che gli uomini non si dividono in 
buoni e cattivi, meridionali e settentrionali,
intelligenti e stupidi, o le altre mille distinzioni
che inventiamo per vivacizzare l'esistenza.
Si dividono in "spiegazzatori di libri"
e "non spiegazzatori di libri".
I primi sono più felici.
I secondi possono diventarlo".


Cito e canto.... GRANDE



Ecco con un bel passaggio tratto da CENTO GIORNI DI FELICITA', di Fausto Brizzi, che mi sta regalando molte emozioni, sorrisi e qualche lacrimuccia.

"Ricordate sempre che la nostra unica ricchezza sono i sogni che facciamo da bambini. Sono la benzina della vita, l'unica forza che ci spinge ad andare avanti quando le cose si mettono male.Coronare i sogni del bambino che è dentro di voi, deve essere il vostro unico scopo.Non dimenticate mai che diventerete adulti solo nell'aspetto,ma quel piccolo uomo vive ancora dentro di voi.(...)Fate fate fate, anche a costo di sbagliare.E se sbagliate e causate del male a qualcuno, chiedete scusa.Chiedere scusa e ammettere un errore è la cosa più difficile di tutte.Quando invece qualcuno vi fa del bene, ricordatevelo sempre.Mostrare la propria gratitudine è altrettanto complicato.".

C'è in particolare la frase "diventerete adulti solo nell'aspetto, ma quel piccolo uomo vive ancora dentro di voi" che mi ha fatto pensare a questa canzone di Paolo Vallesi.

GRANDE

forse c'e' piu' dignita'
in un piccolo gesto 
che fai con grande amore
perche' sempre in fondo a un uomo vero
batte il cuore di un gigante
grande, non essere mai grande
per morire dentro
grande, e' questa liberta'
che c'e' in noi
fra mille strade, stelle e guai
anche chi ha gia' cent'anni ormai
non ha l'eta' della sua vita
ogni uomo lo sai 
non vorrebbe esser grande mai
e chissa' chissa'
quante sbagliate verita'
troverai
tra mille strade, stelle e guai
tu corri e non fermarti mai
fa' che sia grande la tua vita
e finche' non e' finita, e sara'
la tua grande liberta'
non essere mai grande
non essere mai grande mai
grande, non essere mai

"Se io fossi ricco....."



Ecco cosa apre la storia di Lucio Battistini e dei suoi "Cento giorni di felicità".

"Se io fossi ricco, passerei buona parte della giornata
sdraiato in una soffice poltrona a pensare alla morte.
Sono povero, invece, e posso pensarci solo nei ritagli
di tempo, o di nascosto"
.


Cesare Zavattini


ex-epigrafe

Il significato della parola EPIGRAFE al quale mi riferisco è questo: Iscrizione in fronte a un libro o scritto qualsiasi, per dedica o ricordo; più particolarm., citazione di un passo d’autore o di opera illustre che si pone in testa a uno scritto per confermare con parole autorevoli quanto si sta per dire. (Treccani)

Da oggi in libreria



Cosa troviamo da oggi in libreria??

I MISTERI DI RINA
di Rolando Zucchini


Leone Editore
128 pp
10 euro
dal 12 marzo
Trama

Rina e Dario nascono, vivono e crescono nello stesso paese. Fin da bambini tra loro c’è una reciproca attrazione. 
Da giovani però le loro strade si dividono. Dario si trasferisce all’estero, Rina si ritrova vedova a condurre un’esistenza ingrata. 
La donna, bellissima e affascinante, stanca di soffocare il suo erotismo innato, a quarant'anni intraprende con successo il mestiere di prostituta d’alto bordo. 
Ma un fatto imprevisto e imprevedibile sconvolge nuovamente la sua vita.
Sarà proprio Dario Morganti, tornato in Italia e ora venditore ambulante di libri e stampe antiche ai mercatini dell’antiquariato, a salvarla dall’arresto e da una probabile carcerazione.


ELEPHANT GIRL
di Henriette Gyland


Leone Editore
Trad. A. Santonocito
444 pp
12 euro
dal 12 marzo
Trama

Helen vive in India da cinque anni, e non ha alcuna intenzione di tornare in Inghilterra, dove la aspetta solo un tragico passato. Quando però l'avvocato della nonna le fa visita e la informa che Fay, la donna che ha ucciso sua madre, è uscita di prigione, Helen spinta dalla vendetta decide di tornare in patria. Fay però sembra essere la donna più buona del mondo, e l'incontro con Jason restituisce per un attimo a Helen la serenità perduta, finché dubbi su operazioni illecite da parte dell'attività di famiglia non la spingono a indagare...






Frammenti di... felicità




Ecco con un bel passaggio tratto da CENTO GIORNI DI FELICITA', di Fausto Brizzi, che mi sta regalando molte emozioni, sorrisi e qualche lacrimuccia.

"Ricordate sempre che la nostra unica ricchezza sono i sogni che facciamo da bambini. Sono la benzina della vita, l'unica forza che ci spinge ad andare avanti quando le cose si mettono male.Coronare i sogni del bambino che è dentro di voi, deve essere il vostro unico scopo.Non dimenticate mai che diventerete adulti solo nell'aspetto,ma quel piccolo uomo vive ancora dentro di voi.(...)Fate fate fate, anche a costo di sbagliare.E se sbagliate e causate del male a qualcuno, chiedete scusa.Chiedere scusa e ammettere un errore è la cosa più difficile di tutte.Quando invece qualcuno vi fa del bene, ricordatevelo sempre.Mostrare la propria gratitudine è altrettanto complicato.".

C'è in particolare la frase "diventerete adulti solo nell'aspetto, ma quel piccolo uomo vive ancora dentro di voi" che mi ha fatto pensare a questa canzone di Paolo Vallesi.

GRANDE

forse c'e' piu' dignita'
in un piccolo gesto 
che fai con grande amore
perche' sempre in fondo a un uomo vero
batte il cuore di un gigante
grande, non essere mai grande
per morire dentro
grande, e' questa liberta'
che c'e' in noi
fra mille strade, stelle e guai
anche chi ha gia' cent'anni ormai
non ha l'eta' della sua vita
ogni uomo lo sai 
non vorrebbe esser grande mai
e chissa' chissa'
quante sbagliate verita'
troverai
tra mille strade, stelle e guai
tu corri e non fermarti mai
fa' che sia grande la tua vita
e finche' non e' finita, e sara'
la tua grande liberta'
non essere mai grande
non essere mai grande mai
grande, non essere mai

martedì 11 marzo 2014

I libri che vorrei



In wishlist questi due libri, di cui uno molto recente, l'altro è del 2011, ma a fine marzo esce l'edizione economica Beat.
Li avete letti? Cosa ne pensate leggendo la trama?


CON RISPETTO PARLANDO
di Ana Nobre De Gusmao



Con rispetto parlando
Ed. Neri Pozza
Trad. R. Petri
368 pp
17 euro
Febbraio 2014
Trama

Laurinda è una domestica a ore. Chiama «padroni» i suoi datori di lavoro, ma nel suo tono di voce non c’è un briciolo di provocazione.
Per lei il mondo va così e non ce n’è da lamentarsene. 
Si dice contenta di essere vedova, è conservatrice, bacchettona, pettegola, sboccata, superstiziosa e parla con i fantasmi.
Insomma, in breve, è il ritratto dell’ignoranza. 
Eppure, quando varca la soglia di casa dei suoi quattro padroni e inizia a parlare con quel suo modo sboccato e sincero tutti pendono dalle sue labbra. 
Come Celeste, una donna divorziata che passa da un flirt all’altro, l’ultimo dei quali con un bamboccio apatico interessato solo ai suoi soldi. 
O Wanda, sposa e madre esemplare che si annoia a morte e passa il tempo a cucinare, senza rendersi conto che nessuno mangia quello che lei si ostina a preparare. 
Oppure Ursula, una ceramista svizzera nella cui casa affollata da quadri si muovono anime e fantasmi che solo la domestica può vedere. 
E infine Emanuel, «il professore»: uomo colto e scapolo. 
L’unico che Laurinda vizia e coccola nella speranza che ammetta la sua omosessualità, e dia una raddrizzata alla propria vita.

Romanzo irresistibile che ha ottenuto un grande successo al suo apparire in patria, Con rispetto parlando è una commedia umana scritta con grande delicatezza e senso dell’umorismo, in cui la protagonista accompagna i propri «padroni» tra fidanzamenti, divorzi, scandali e viaggi improvvisi, confermando quanto sia vero uno dei ritornelli da lei più ripetuti: «gli uomini, in fondo, sono tutti uguali».
Ana Nobre de Gusmão
.


L'autrice.
Ana Nobre de Gusmão è nata a Lisbona dove ha studiato Design e si è laureata in Filosofia. Vive tra il Portogallo e la Svizzera. Il suo primo romanzo, Delitto senza corpo (Cavallo di ferro, 2006), ha vinto il premio Revelação ed è stata accolto con un grande successo di pubblico. È già stata tradotta in Germania e Spagna
.



LA SOLA IDEA DI TE
di Rosie Alison


La sola idea di te
Beat Edizioni
352 pp
9 euro
dal 31 marzo 2014
(seconda edizione)
la prima: 2011
Trama

A otto anni, Anna Sands adora le avventure, e quella che inizia per lei nel settembre del 1939 è una grande avventura.
Con migliaia di altri bambini lascia la sua casa di Londra, minacciata dall’aviazione nazista, per trovare rifugio ad Ashton Park, nella campagna inglese. 
Un’immensa villa in cui si aggirano Thomas Ashton, il ricco e affascinante proprietario della tenuta, un uomo colto, gentile, riservato; sua moglie Elizabeth, elegantissima e algida; il pittore Pawel che ha vissuto la guerra sulla sua pelle e ora insegna la consolazione che può portare l’arte; la mite signorina Weir che apre i cuori a chi vuole ascoltare la poesia, e numerosi altri straordinari personaggi.
Ad Ashton Park Anna farà la sua educazione sentimentale, segnata da nobili scoperte e inconfessabili segreti. 
I sentimenti che uniscono Thomas ed Elizabeth Ashton le appariranno, infatti, ben altri da quelli che aveva immaginato, e dagli armadi del passato della loro vita, e del loro enigmatico rapporto, salteranno fuori insospettabili verità.
6622006
,

L'autrice.
Rosie Alison ha insegnato letteratura inglese al Keble College di Oxford e ha lavorato per oltre dieci anni in ambito televisivo come regista di documentari d’arte. Film producer della Heyday Films, la società di produzione della saga di Harry Potter, Rosie Alison vive a Londra con il marito e due figlie. La sola idea di te è il suo primo romanzo ed è stato finalista all’Orange Prize for Fiction 2010
.

Ricordando Frankenstein



L'11 marzo 1818 vide la sua primissima pubblicazione un romanzo horror che avrebbe dato vita ad uno dei personaggi fantastici e mostruosi più famosi di sempre: Frankenstein, o il moderno Prometeo (Frankenstein; or the modern Prometheus)romanzo scritto dall'inglese Mary Shelley, fra il 1816 e il 1817, all'età di 19 anni.

Tutto ha inizio .... in una notte buia e tempestosa?
Eh beh, praticamente sì!
mary
La sorellastra di Mary Shelley, Claire Clairmont, amante di lord Byron, convince i coniugi Shelley a seguirla a Ginevra. Il tempo piovoso costringe spesso tutti a star chiusi in albergo e quale modo migliore che impiegare il tempo libero leggendo storie di fantasmi ?
In particolare, Byron propone di comporre loro stessi una storia di fantasmi: tutti cominciano a scrivere, ma Mary non ebbe subito l'ispirazione.

Intanto le lunghe conversazioni degli uomini vertono sulla natura dei princìpi della vita, su Darwin, sul galvanismo, sulla possibilità di assemblare una creatura e infondere in essa la vita.
E qui trova terreno fertile l'immaginazione di Mary, ma anche il suo "incubo":

"Vedevo -a occhi chiusi ma con una percezione mentale acuta- il pallido studioso di arti profane inginocchiato accanto alla "cosa" che aveva messo insieme. Vedevo l'orrenda sagoma di un uomo sdraiato, e poi, all'entrata in funzione di qualche potente macchinario, lo vedevo mostrare segni di vita e muoversi di un movimento impacciato, quasi vitale. Una cosa terrificante, perché terrificante sarebbe stato il risultato di un qualsiasi tentativo umano di imitare lo stupendo meccanismo del Creatore del mondo."

Così Mary inizia il racconto, decisa a ricreare quel terrore che essa stessa ha provato nell'incubo: il successo dello scienziato nell'animare la creatura l'avrebbe terrorizzato ed egli sarebbe scappato dal suo lavoro, sperando che, abbandonato a se stesso, l'essere sarebbe morto; ma la creatura rimane sconcertata dalla sua solitudine e pretende una spiegazione....

In questo contesto nasce l'idea del mostro fabbricato in laboratorio e, giunti in Inghilterra, Mary e il marito, Percy Bysshe Shelley, proseguono nell'articolare meglio la storia.
Il romanzo gotico verrà pubblicato inizialmente in forma anonima

Il sottotitolo del romanzo, Il Prometeo moderno (The modern Prometheus), allude all'aspirazione degli scienziati di poter fare tecnicamente qualsiasi cosa. Vi sono due versioni della storia di Prometeo che Mary Shelley cerca di unificare:
  • il Prometeo della mitologia greca, un titano ribelle che ruba il fuoco dall'Olimpo per salvare l'umanità, da cui viene tratto il tema della ribellione contro il destino.
  • la rielaborazione romana della leggenda di Ovidio (dalle Metamorfosi), in cui Prometeo plasma gli esseri umani dalla creta.
Per quanto riguarda la figura dello scienziato creatore, Viktor Frankenstein, la Shelley si è ispirata a un tale Konrad Dippel, vissuto tra il 1673 e il 1734; di lui la scrittrice venne a conoscenza durante un viaggio del 1814 in Germania, assieme a Percy, visitando un castello vicino a Mannheim, noto come "Castello Frankenstein", dove Dippel era nato e dove furono loro narrate delle sulle storie riguardanti il misterioso Dippel. 
Pietista, osteggiò il cristianesimo in tutte le sue forme, soprattutto il luteranesimo, sostenendo invece la misticità spirituale. Fu inoltre chimico e scoprì l'olio di Dippel; ebbe una certa fama per le sue ricerche su come carpire il segreto dell'eternità e produrre oro partendo da materiali vili. 

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Sinossi

Al polo Nord, dall’equipaggio di una nave che è in procinto di circumnavigare il globo, su un lastrone di ghiaccio, viene ritrovato semi-assiderato il dottor Victor Frankenstein. 
L’uomo prima di morire racconta al suo capitano la sua tragica storia. 
Egli narra della sua infanzia felice e della sua macabra "opera" creatrice a partire dall'assemblaggio di parti di cadaveri, al fine di creare un essere superiore all'essere umano stesso. 
Purtroppo il suo esperimento riesce ma l’essere da lui creato è talmente ripugnante da incutere terrore nel suo stesso creatore, che lo scaccia dal suo laboratorio e dalla sua vita. 
Alla ricerca di un amore e di un rispetto che mai arriveranno, la creatura si ritrova sola e disprezzata e decide di vendicarsi del proprio inventore gettandolo nella sua stessa solitudine....
 

Prossima pubblicazione: L'AMORE IN GIOCO di Callie Wright



Due prossime pubblicazioni: amori, tradimento, segreti di famiglia...

L'UOMO CHE AMAVA TROPPO
di Charlotte Link


L'uomo che amava troppo
Ed. Tea
Trad. V. Montagna
406 pp
10 euro
dal 13 marzo 2014
(ripubblicazione)
Trama

Una mattina Leona stava rientrando a casa, dopo una visita medica, con l’unico pensiero di una doccia, un libro e un succo d’arancia. 
Poi aveva visto la donna cadere dall’edificio e schiantarsi al suolo a pochi metri da lei.
Da quel giorno aveva cominciato a non dormire. 
E poi suo marito le aveva confessato un tradimento. Non il primo, ma certamente l’ultimo, quello che aveva decretato la fine del loro matrimonio. 
Adesso è sola, Leona, ed è come se il mondo le fosse crollato addosso: sarà possibile amare di nuovo, ed essere veramente amata? 
Una timida speranza le giunge, inattesa, proprio dall’incontro con il fratello della donna suicida; e quella speranza si trasforma poi in qualcosa di più serio, e nuovo... 

L’intreccio di normalità e follia, una galleria di personaggi femminili complessi e decisi a difendere le ragioni del proprio cuore, una vicenda che avvince: Charlotte Link fa centro ancora una volta con un romanzo che ha i contorni del «giallo» ma che in realtà affronta la trama delle relazioni tra gli esseri umani, soprattutto quelle «d’amore».
1431948
.


L'autrice.
Charlotte Link, nata nel 1963, è una delle scrittrici tedesche contemporanee più affermate. Deve la sua fama soprattutto alla sua versatilità: conosciuta inizialmente per i romanzi a sfondo storico, ha avuto molto successo anche con i thriller psicologici, tanto che ogni suo nuovo libro occupa per mesi i primi posti delle classifiche tedesche.



L'AMORE IN GIOCO
di Callie Wright


Ed. Bollati Boringhieri
304 pp
17.50 euro
USCITA 13 MARZO
2014
Trama

È l'estate del 1994, a Cooperstown, New York, quando Joanie Cole, amata matriarca della famiglia Obermeyer, muore nel sonno, lasciando solo e smarrito l'anziano coniuge, ospite riluttante della famiglia della figlia. 
Per la prima volta tre generazioni si trovano a vivere insieme sotto lo stesso tetto, e rapidamente le rispettive, fragili orbite cominciano a collidere. 
In casa della figlia Anne, l'ottantaseienne Bob si sente sperduto, mentre la stessa Anne nutre sempre maggiori sospetti verso le cene mancate e i rientri a tarda sera del marito Hugh. 
Hugh, dal canto suo, direttore di scuola materna, è terrorizzato all'idea che una goffa scappatella possa far scoppiare uno scandalo e devastare la sua vita. 
La quindicenne Julia è intrappolata in un triangolo amoroso con Sam e Carl, i suoi migliori amici e compagni di squadra di tennis, mentre il diciassettenne Teddy, popolare ricevitore della squadra di baseball locale, sarà testimone di qualcosa che cambierà il destino della sua famiglia per sempre. 
Complice il ritrovamento di un vecchio libro-scandalo di tanti, tanti anni prima...
16045093
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L'autrice.
Callie Wright è reporter e ricercatrice per Vanity Fair; ha studiato a Yale, insegnato all'Università del Virginia; vive a Brookly, N.Y.


lunedì 10 marzo 2014

Recensione UN DELITTO MOLTO MILANESE di Antonio Steffenoni


Ed eccomi alla recensione di un bel giallo all'italiana!!!

UN DELITTO MOLTO MILANESE
di Antonio Steffenoni


Ed. Rizzoli
425 pp
17 euro
Gennaio 2014
Trama

Nelle vie centrali di Milano si lavora fino a tardi. E in un grigio venerdì sera, mentre la pioggia cade dura e incessante, il noto pubblicitario Marcello Luccioli viene assassinato nella sua agenzia. Viaggi in giro per il mondo, palco alla Scala, ragazze bellissime, un'affascinante ex moglie dell'alta borghesia milanese... Una volta morto, però, ricchezza e succe sso non contano più niente, e i trofei ricevuti per la brillante carriera smettono di luccicare, anzi, possono perfino diventare l'arma del delitto. E in un ambiente popolato da professionisti della dissimulazione, anche la vittima può rivelarsi un acrobata del falso. In questo tempio dell'interesse personale, del lusso e dell'avidità, Ernesto Campos è paradossalmente a suo agio, perché i tormenti degli altri pesano sempre meno dei propri. Ma la notte, quando il caos si ferma, per il commissario arriva il momento di fare i conti con se stesso, e con il ricordo di quell'istante che gli ha cambiato la vita per sempre. Antonio Steffenoni ci conduce nel soffocante e frenetico mondo della pubblicità, mettendo in scena un gioco delle parti in cui sesso, vizi e bugie la fanno da padroni. E l'anima di Milano, è l'anima di tutti.

il mio pensiero
In una grigia mattinata milanese, un uomo viene trovato morto, assassinato con un colpo alla testa, nel proprio ufficio, all'interno della ditta pubblicitaria di cui è proprietario.
Quest'uomo si chiama Marcello Luccioli, imprenditore noto nel capoluogo lombardo, proprietario dell'agenzia di pubblicità Sonora Advertising, il cui cadavere viene trovato da un suo dipendente.

Ovviamente, come ogni giallo che si rispetti, la fatidica domanda Chi ha ucciso Luccioli? costituirà praticamente il fil rouge della nostra storia e ci guiderà dall'inizio alla fine delle indagini condotte dal commissario Ernesto Campos.

Attraverso le argomentazioni, i ragionamenti, gli interrogatori condotti da Campos e dal suo simpatico ed indispensabile braccio destro Pazzi, il lettore segue, pagina dopo pagina, lo sviluppo delle indagini, che non possono non partire dall'ambiente di lavoro, visto che è stato l'ultimo luogo frequentato dalla vittima prima che qualcuno mettesse fine alla sua esistenza.
L'esistenza di un uomo di circa settant'anni che però non aveva mai smesso di godersela fino in fondo e le cui azioni e ambizioni erano sempre state mosse dal desiderio di far soldi e dal sesso; in una parola, dalla bella vita.

Per comprendere chi e perché potesse aver motivo di ammazzare l'imprenditore, Campos e Pazzi dovranno indagare nella vita non solo dell'uomo, ma anche dei suoi familiari e di chiunque, per motivi di lavoro e non, avesse a che fare con lui.
Verrà fuori un quadro della vita di quest'individuo molto complesso, pieno di ambiguità, di bugie, di relazioni scandalose (inizialmente ben nascoste e, da un certo momento, vissute alla luce del sole), di affari finanziari poco puliti e tutto in un giro di soldi,  corruzione e sesso nel quale non sarà semplice districarsi e venirne a capo.
Campos è un uomo tranquillo, tenace, razionale, attento, intelligente, come dev'essere un uomo che fa questo mestiere e che è chiamato ad interrogarsi e a capire verità e menzogne, vizi e virtù, personalità forti e determinate, al limite del cinismo, ed altre deboli e "insabbiate", relazioni sentimentali naufragate e rapporti economici sporchi.
Ma Campos è un uomo anche molto solo, che ha alle sue spalle anch'egli sconfitte e solitudine, come diversi dei sospettati interrogati.
Un passato di relazioni sentimentali (le due sono le ultime più importanti) finite molto male, la prima con una tragedia (di quelle che nessun genitore vorrebbe/dovrebbe MAI vivere) e la seconda finita a causa di un malessere interiore e di un atteggiamento di chiusura emotiva assunta da Campos e che gli impedisce di lasciarsi andare e di vivere e ricevere appieno l'amore di cui comunque ha voglia e bisogno.

Non sono moltissimi i momenti lasciati alla vita personale del commissario ma quei flashback presenti sono sufficienti a comprenderne la personalità, gli atteggiamenti, i modi di rapportarsi alla realtà ed anche al lavoro.
Scrupoloso e attento, Campos e il collaboratore Pazzi dilettano il lettore con i loro scambi dialettici, le loro argomentazioni argute, i tentativi di volta in volta di sbrogliare la matassa, che pare complicarsi ed infittirsi man mano che si va avanti nel raccogliere dati ed informazioni.

E via via che i due interrogano tutti i possibili sospettati, tanti segreti vengono fuori, segreti riguardanti non solo Luccioli ma anche coloro che gravitavano attorno a lui: dalla raffinata e criptica ex-moglie Susanna Monaci e dal padre di lei, l'austero Augusto Monaci (entrambi con le proprie personali motivazioni per volere la morte di Luccioli), alle persone che lavorano per e con Luccioli, con i quali avevano "le mani in pasta" in diverse situazioni dominate dalla corruzione e da un giro di danaro non proprio onesto.

Tra queste spicca inevitabilmente una donna, la conturbante Marella Sastri (Direttore Generale della Sonora Advertising), che si imporrà per la sua personalità, forte, dominante, di donna per nulla intenzionata a farsi mettere i piedi in testa da nessuno e desiderosa di dimostrare la propria intelligenza, determinazione e la capacità di essere indipendente da tutto e tutti, schivando ogni forma di dipendenza e legame.

I personaggi chiamati in causa sono diversi e per ognuno, attraverso i dialoghi e le riflessioni del commissario, conosciamo pregi e difetti, passato e presente, maturando anche noi, insieme e parallelamente a Campos e Pazzi, sospetti e dubbi, fino ad arrivare ad un finale, se vogliamo, "a sorpresa", e alla scoperta dell'assassino che probabilmente risulta "il meno sospettabile" tra tutti.


"Chissà se ognuno di loro sospettava, o sapeva, che anche gli altri protagonisti di quella storia avevano mentito e ancora mentivano. Se l'avessero saputo, avrebbero capito che quando tutti mentono, allora, conviene dire la verità, perchè le menzogne degli uni finiscono per smascherare quelle degli altri. Qualche bugia può depistare gl investigatori, troppe bugie illuminano il quadro".

Ed è inevitabilmente così che accade; tutti i personaggi coinvolti non esitano a mentire cerando di uscirne il più puliti possibile, scaricando responsabilità, accusando velatamente qualcun altro, svelandone pian piano e a gocce pettegolezzi e segreti inconfessabili, alcuni ostinandosi a far vedere una maschera che non è la propria, altri ostentando il proprio modo di essere senza paure e senza pudore; tutti uniti da un filo di menzogne sempre più grosse, e individuarle e smascherarle non sarà affatto semplice, ma l'Autore non ci lascia a bocca  asciutta e ci offre un finale degno di un giallo di tutto rispetto.

Il tutto all'interno di una Milano colta, ricca, la Milano di una certa categoria di persone guidate dagli intrighi finanziari, dalla bella vita, da ricevimenti d'elite e serate al teatro.
La Milano da bere, insomma, che ci appare ora un po' ambigua e "grigia", con le sue mille sfaccettature e sempre accompagnata dall'insistente picchiettare delle gocce di pioggia sui vetri, ora, per certi versi, affascinante, che nasconde in sè, tra le sue vie, i suoi palazzi, i suoi silenzi e i suoi infiniti intrattenimenti, misteri e segreti, divertimenti e solitudini, dolori e follie.

Un giallo appassionante, la cui lettura ho trovato davvero molto interessante, scritta in modo scorrevole, piacevole, con personaggi ben disegnati, una trama ben costruita e capace di tenere il lettore sempre curioso e desideroso di proseguire nel lettura per giungere alla fine e risolvere il caso, insieme al solitario Ernesto Campos, capace forse di sviscerare e capire le esistenze e l'anima degli altri, ma poco incline a risolvere il proprio passato.

Ringrazio Claudia del Giudice (Grandi&Associati) per l'opportunità di leggere e recensire questo appassionante romanzo, che non posso non consigliare, in particolare agli amanti del genere.
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