Un' anteprima che aspetto è sicuramente l' ultimo romanzo di Joël Dicker:
UN ANIMALE SELVAGGIO (La Nave di Teseo, trad. M. Zemira Ciccimarra, 416 pp, USCITA 25 MARZO 2024)
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Un' anteprima che aspetto è sicuramente l' ultimo romanzo di Joël Dicker:
UN ANIMALE SELVAGGIO (La Nave di Teseo, trad. M. Zemira Ciccimarra, 416 pp, USCITA 25 MARZO 2024)
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EDITORE: COLLANA MILOS (PUBME) 2,99 (ebook) 20,89 (cart.) 298 pp USCITA gennaio 2024 Link acquisto Amazon |
EDITORE: COLLANA MILOS (PUBME) 3,99 (ebook) 15 (cart.) 122 pp USCITA gennaio 2024 |
Il primo mese di questo nuovo anno è trascorso e io mi accingo a tirar le somme delle mie letture di gennaio.
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I colori di Arcoiris di Thokozile Martucci Schiavi è un racconto illustrato per bambini che ha come protagonista un ragazzino di nome Samu, il quale è in viaggio con la famiglia; a un certo punto, però, l'aereo su cui si trova Samu deve fare un atterraggio di emergenza e finisce nei pressi di una località remota e poco nota: Arcoiris.
Le Mezzelane Casa Editrice Ill. Marco Ghergo 40 pp 15 euro LINK |
Samu è un bambino curioso e, quando incontra il sindaco di quel posto bello, incastonato tra rigogliosi boschi e prati in fiore, non può fare a meno di porgli un sacco di domande per conoscere meglio Arcoiris, che gli pare, a una prima occhiata, un posto davvero singolare.
Cosa rende Arcoiris un luogo diverso da tutti gli altri?
Qui la vita scorre tranquilla ed equilibrata, c'è un'armonia speciale tra gli abitanti, che amano vivere in quel posto e starsene tra di loro; passeggiando col sindaco Murino, chiacchierando con lui ed ascoltando le sue risposte, Samu capirà come sia la vita ad Arcoiris e quanto essa sia straordinaria nella sua incredibile semplicità.
Tra una domanda e l'altra, Samu imparerà a mettere in discussione il proprio modo di vedere le cose, ad adottare "occhi nuovi" per esplorare e conoscere, con sincero stupore, il mondo, la natura, le persone, gli animali, i fiori.
Perché ad Arcoiris non hanno importanza le apparenze, l'esteriorità: se una cosa è bella, lo è perché porta gioia a chi la guarda, a prescindere da come sia esteriormente e da quale nome si scelga per nominarla.
Questo racconto si rivolge a lettori molto giovani ed è piacevole e di facile lettura, grazie ad uno stile chiaro e semplice, alle belle illustrazioni e agli spunti che offre per riflettere insieme ai piccoli su tematiche come l'accoglienza dell'altro - diverso da noi e, allo stesso tempo, simile a noi per tanti aspetti -; l'importanza data alla sostanza, all'interiore prima ancora che a ciò che vediamo dall'esterno, in superficie; il saper vivere in comunità, godendo della compagnia di chi ci è vicino, apprezzare il posto in cui si vive e goderne la bellezza.
Insomma, un libro che ha qualcosa di importante da dire a grandi e piccini.
L’autriceThokozile Martucci Schiavi, italiana di origine eritrea, dopo gli studi in Comunicazione espatria nel Regno Unito e poi si trasferisce in Germania.Lavora come editor e copywriter, si dedica allo studio della criminologia e la sua più grande passione è viaggiare, soprattutto nel suo amato Brasile. Attivista per i diritti umani e le minoranze, con la sua penna mira a diffondere importanti messaggi di sensibilizzazione. Oltre a racconti per bambini, scrive di mondi immaginari e persone reali.
Ed. Newton Compton trad. F.Gazzaniga S. Decio 384 pp |
"Al mio tocco la terra arida si trasformava e diventava fertile, e il grano brillava alla luce del sole, in quantità tali da esaudire i sogni di qualsiasi contadino. Perché quello era il mio dono. Era per quello che i mortali mi veneravano, perché portavo loro l'abbondanza dei raccolti."
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"...se la storia e la memoria pubblica sono un antidoto dovremmo chiedercelo sempre, dove eravamo e dove siamo. Per provare a non correre il rischio di finire in quel maledetto scantinato stantio, a rifugiarsi nello studio, mentre i bambini gridano nella notte. “La memoria della Shoah è di tutti”, ha sostenuto sul sito di “Gariwo” la storica Anna Foa, e ha ragione: è anche delle donne e dei bambini intrappolati a Gaza o nei campi profughi di tutto il Medio Oriente. Sempre che sopravvivano.Forse, chissà, un giorno succederà quello che immagina Elie Duprey (“Contretemps”, 23 dicembre 2023):
"La situazione non lascia spazio all'ottimismo. In Palestina, innanzitutto e prima di tutto, dove il sostegno incondizionato dato a Israele dalle potenze occidentali rende difficile immaginare qualcosa di diverso dall'approfondimento delle dinamiche attuali: pulizia etnica, apartheid, fascistizzazione sempre più spinta della società israeliana, indignazione generale – da parte dell'Occidente – di fronte alle esplosioni di violenza più spettacolari, indifferenza generale – da parte dell'Occidente – di fronte alla violenza quotidiana della colonizzazione. La storia degli Stati Uniti dimostra che certi processi coloniali possono trionfare e certi popoli scomparire. Forse un giorno qualche turista entrando in un casinò di Gaza verserà una lacrima in memoria dei crimini passati, prima di tornare a godere dei benefici della civiltà. Forse no".
Forse sarà così, forse no – in ogni caso decine di migliaia di persone non ci sono più. Dipende anche da noi, dal poco – pochissimo – che contano le nostre voci. Se non le alzeremo abbastanza, e se non verremo ascoltati, chissà, può essere che un giorno qualcuno ci verrà a cercare, sempre che non sia già troppo tardi. Quando busserà alla nostra porta chiedendoci se davvero non sentivamo, non vedevamo, non parlavamo, noi, o almeno io, probabilmente non sapremo cosa dire."
(stralcio di un articolo di Carlo Greppi presente su Gariwo)
Buongiorno, lettori!
Il post di oggi accoglie un paio di news, che mi fa piacere condividere in quanto a qualcuno di voi potrebbero interessare.
La prima comunicazione ha a che fare con un concorso, per cui se avete un manoscritto nel cassetto, tiratelo fuori ^_-
Giunge quest’anno al traguardo della trentesima edizione il Trofeo RiLL per il miglior racconto fantastico, premio letterario bandito dall’associazione RiLL Riflessi di Luce Lunare, col patrocinio del festival internazionale Lucca Comics & Games e della casa editrice Acheron Books.
La Bottega delle parole 135 pp |
"Incidere, drenare e tagliare. E proprio come per una strana infezione, che ti fa stare male al punto da girarsi e rigirarsi nel letto in preda agli spasmi, bisogna praticare un’incisione nel punto nevralgico, favorire la fuoriuscita di quel male oscuro e tagliare via tutto ciò che non serve più..."
Nel parlare di sé, egli è, come dicevo più su, un fiume inarrestabile, che va da un episodio all'altro, collegandoli tra loro attraverso associazioni e ricordi che si succedono di seguito e che sono un po' come delle tappe nel suo percorso esistenziale, tanti piccoli "qualcosa" che hanno spezzato, anche soltanto per un po', la solita routine fatta di gesti abitudinari, più o meno inconsapevoli "che somigliano sempre più al movimento di un automa".In fondo, fermarsi a ricordare qualcuno e qualcosa ha la sua importanza, perché significa che non ci siamo limitati a vivere senza renderci conto del chi, dove, come quando, perché, ma che abbiamo, anzi, conservato dei frammenti di certe esperienze, di certi attimi, parole, sguardi, silenzi, persone.
Ed. Feltrinelli trad. E. Cantone 339 pp |
Emma riuscirà a scoprire cosa è successa alla sua Abigail, consapevole di come solo sapendo la verità si possa trovare un po' di quiete per poter poi proseguire verso altre strade, altre direzioni.
Buongiorno e buona domenica, lettori!
Il post di oggi è una sorta di promemoria e mi serve per fare il punto della situazione delle letture che mi attendono in relazione:
READING CHALLENGE
GENNAIO |
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Londra, 28 Novembre 1962. È una piovosa serata di fine autunno, gelida e cupa.Due giovani avventori del locale "The Star" si stanno godendo gli ultimi minuti di una serata blues. Il chitarrista del gruppo è un tipo strano, cupo, eccentrico.La sua terribile storia è una storia di sopravvivenza estrema contro il male; la Storia di un sopravvissuto al campo di sterminio di Mauthausen.
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Bassam Aramin è palestinese. Rami Elhanan è israeliano. Il conflitto colora ogni aspetto della loro vita quotidiana, dalle strade che sono autorizzati a percorrere, alle scuole che le loro figlie, Abir e Smadar, frequentano, ai checkpoint. Sono costretti senza sosta a negoziare fisicamente ed emotivamente con la violenza circostante. Come l’Apeirogon del titolo, un poligono dal numero infinito di lati, infiniti sono gli aspetti, i livelli, gli elementi di scontro che vedono contrapposti due popoli e due esistenze su un’unica terra. Ma il mondo di Bassam e di Rami cambia irrimediabilmente quando Abir, di dieci anni, è uccisa da un proiettile di gomma e la tredicenne Smadar rimane vittima di un attacco suicida. Quando Bassam e Rami vengono a conoscenza delle rispettive tragedie, si riconoscono, diventano amici per la pelle e decidono di usare il loro comune dolore come arma per la pace.
Nella sua opera più ambiziosa, Colum McCann crea Apeirogon con gli ingredienti del saggio e del romanzo, e ci dona un racconto nello stesso momento struggente e carico di speranza.