lunedì 15 settembre 2014

Anteprima De Agostini: LA STRADA TRA NOI di Nigel Farndale (dal 23 settembre)



Due storie lontane nel tempo ma riunite dalla mano del destino.
Nigel Farndale, che ci regala non soltanto una storia d’amore, ma anche e soprattutto una trama intrigante per il suo complesso e sapiente dipanarsi su differenti piani temporali.

BOOKME, la nuova collana di De Agostini dedicata alla narrativa per adulti e cross over, va così ad arricchirsi di un altro titolo, che consigliamo vivamente di leggere.

LA STRADA TRA NOI
di Nigel Farndale


De Agostini
Bookme
384 pp
16.90 euro
USCITA 23 SETTEMBRE
2014
Trama

Dal suo osservatorio privilegiato, una portafinestra che affaccia sul balcone dell’albergo, Charles Northcote non riesce a vedere il piede sul quale Eros si tiene in equilibrio...
È oscurato dalle ali aperte della statua, dalle sue piume, che sembrano in movimento. L’illusione è forse dovuta alla foschia dell’afa, o ai cangianti colori dorati, rossi e rosa dei cartelloni al neon tutt’attorno. Comunque sia, il dio dell’amore pare fluttuare, scintillante, nell’aria notturna, nel pieno della sua attività
.”

1939: In una stanza d'albergo che si affaccia su Piccadilly Circus, due giovani vengono arrestati. Charles è condannato dalla corte marziale per “condotta disdicevole”, il tedesco Anselm viene deportato in Germania per “rieducazione” in un campo di lavoro. Separati dallo scoppio della guerra e da un ordine sociale che rifiuta il loro amore, ciascuno di essi deve fare una scelta difficile e viverne le conseguenze.

2012: Edward, un diplomatico tenuto in ostaggio per undici anni in una grotta afgana, torna a Londra e trova il suo mondo completamente sgretolato. Sua moglie è morta, sua figlia, ormai cresciuta, pare esistere solo per ricordargli il suo amore ormai perduto. Ormai anestetizzato dal dolore, tenta di ricostruire la sua vita e rispondere alle domande che lo tormentano. 
La morte della moglie è stato un incidente? 
Chi ha pagato il riscatto? E come si lega il suo rilascio a Charles, suo padre?

The Road Between Us
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Cupo e sfaccettato quanto potente e commovente, La strada tra noi è un romanzo di sopravvivenza, redenzione e amore proibito. La sua complessità tormenta il lettore anche oltre l’ultima pagina.

L'autore.
Nigel Farndale è nato Ripon, North Yorkshire, nel 1964. E' autore di sei libri, tra cui The Blasphemer e Haw-Haw: The Tragedy of William and Margaret Joyce Il suo ultimo romanzo è The Road Between Us (La strada tra noi).

Recensione: 'IO, TE E LA VITA DEGLI ALTRI' di Vincent Maston



Buongiorno e buon lunedì!
Ho perso un post preparato sabato e che sarebbe dovuto andare oggi.. Dove s'è cacciato? >_<

Vabbè, mi sa che dovrò rifarlo!
Ma intanto eccoci a una recensione di un breve ma godibile romanzo uscito di recente.

IO, TE E LA VITA DEGLI ALTRI
di Vincent Maston

Ed. Salani
Trad. M. Finassi Parolo
221 pp
13.90 euro
dall'11 settembre 2014
Trama

A volte vorresti ribaltare il mondo.
Vorresti urlare e invece taci, anche quando la vita è così ingiusta e stupida da far male.
Eppure ci sono dei momenti in cui quella stessa vita offre inaspettatamente un piccolo, temporaneo sollievo.
Come un eroe invisibile. Germain vive in due mondi: in uno è un bravo ragazzo, serio e lavoratore, appassionato di musica, un po' troppo introverso per colpa di una grave balbuzie che lo affligge dalla nascita, perfino innamorato; nell'altro, che assume le dimensioni tentacolari della metropolitana cittadina, si trasforma, giocando d'azzardo sul limite invisibile tra bene e male.
Fino al giorno in cui incontra una ragazza che fa esattamente come lui... e, all'improvviso, Germain è costretto a cambiare le regole del gioco.

L'autore.
Vincent Maston è nato a Le Mans nel 1978 ed è cresciuto nel Sud Ovest della Francia. Ha provato a studiare per diventare ingegnere, ma la sua unica passione era la musica. Voleva diventare una rock star ma alla fine si è trovato meglio di fronte a una macchina da scrivere. Questo è il suo primo romanzo
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Germain è un giovanotto parigino trentenne, tranquillo, serio, un coscienzioso lavoratore, simpatico ai più, che però vive con molto disagio un suo difetto linguistico che non gli consente di instaurare delle vere e proprie relazioni sociali: è balbuziente, da sempre.
Pur parlando di questo suo problema con una simpatica dose di ironia, esso è comunque qualcosa che lo rende un po' "asociale", sia sul lavoro (porta un cartellino con su scritto "muto", pur non essendolo, ma per risparmiare tempo e spiegazioni ai clienti curiosi) che nella vita privata.
Non che sia solo al mondo e non abbia amici.
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Ha una bella ed affettuosa famiglia alle spalle, in particolare ha un padre molto premuroso, comprensivo, accondiscendente (troppo per Germain, da risultargli irritante), che non si arrabbia mai, che sorride a tutti e sempre, positivo e buono oltre ogni dire.
Insomma, tutto il contrario del figlio, che invece si irrita più facilmente e non si tira indietro quando si tratta di rispondere per le rime (con le azioni.. perchè con le parole ci metterebbe troppo tempo) a chi fa il prepotente!
E poi c'è il simpatico capo di Germain, Renaud, che cerca in tutti i modi di appioppargli una fidanzata.
Ma il nostro amico ha già mente e cuore impegnati: è innamorato da tempo della sua logopedista, la bella e ritardataria Clotilde; lei forse non è bravissima nel proprio mestiere (visto che il paziente progressi non ne fa) ma a Germain non importa: lui alle sedute ci va volentieri per il gusto di stare con lei, sperando che un giorno riuscirà a formare una frase di senso compiuto ed invitarla a cena o a bere qualcosa.
Ce la farà mai?

Intanto, per avere qualcosa da fare e risollevarsi il morale, il ragazzo si è scelto un "passatempo" singolare: dare fastidio alle persone in metropolitana.

Urtare qualcuno, mettere lo sgambetto, provocare...: Germain sceglie il bersaglio giusto e su di lui applica quest'azione "disturbante", e in questo modo riesce a sfogare frustrazioni, solitudine, e soprattutto a ergersi a "giudice" e a punire quanti si comportano ingiustamente.

Eh sì, perchè il criterio col quale Germain sceglie le proprie vittime, cui dare fastidio, è quello dell'applicazione della giustizia; in che senso?

Germain capisce chi è la sua vittima dai comportamenti della stessa, o anche da solo un gesto, un'occhiata..., qualsiasi cosa gli faccia capire che quella persona è un maleducato, un insensibile ecc.... ad esempio, un giovane che non ha ceduto il posto a una vecchietta, un uomo che cerca di palpeggiare una povera ragazza indifesa, una ragazza un po' snob che ascolta una brutta musica..., cose così.

E in questo modo Germain si sente bene, si sente quasi onnipotente, quasi come se potesse decidere della vita delle persone solo osservandole per qualche minuto, in un metrò come tanti, in una sera qualsiasi, mentre esse sono ignare di ciò che le spetta e si comportano con indifferenza e senza riflettere.
Germain sente di essere qualcuno lì, tra quegli sconosciuti, di avere un potere che, durante il giorno, a lavoro e con le poche persone che frequenta, non può manifestare, consapevole delle proprie debolezze, della timidezza, della balbuzie.

La metro è un po' la sua casa, lui la conosce così bene che solo lì si sente al sicuro, protetto, forte, invincibile.

E qual è la sua sorpresa quando scopre che ci sono altre persone come lui che amano fare questi "scherzi" agli ignari passeggeri e lo fanno addirittura in modo "professionale", avendo cioè un piano ben architettato!
Claire, Marc e Vianney: una giovane ragazza e due uomini che pianificano "azioni" in metropolitana, importunando chiunque - dalla donna giovane e carina alla zitella di mezz'età, dall'anziano al giovanotto - e senza adottare lo stesso criterio "giustizialista" di Germain.
Loro lo fanno, infatti, per il puro gusto di creare scompiglio e dar fastidio senza farsi scoprire, senza prendersela necessariamente con il "cattivo di turno".

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Per quanto all'inizio sia un po' perplesso, l'eccitazione di far parte di una vera e propria band e di agire al limite tra ciò che è giusto e ciò che non lo è, tra lo stare attenti e l'essere scoperti dalla sicurezza o dagli stessi passeggeri importunati, è davvero troppa e Germain non può non assecondarla.
Soprattutto perchè da quando ha conosciuto Claire e organizza le azioni con lei e i suoi amici, pare aver risolto il suo più grande problema...
Non solo..., ma l'autostima gli è cresciuta e forse... forse riesce a farsi avanti con Clotilde?


La vita di Germain sembra aver assunto una piega più eccitante, serena, soddisfatta... Non potrebbe chiedere altro per essere felice.

Ma a volte accadono cose non previste e il male si insinua lì dove non c'era alcuna intenzione di commetterlo...
Questo può succedere quando ci si infila in rapporti umani più complessi di quanto si pensava all'inizio, che si era deciso dovessero essere governati da certe regole.
E basta una regola violata, un passo oltre quella linea sottile che divide bene/male, lecito/illecito... per non capirci più niente e trovarsi nei guai..., in serissimi guai.

Germain è un bravo ragazzo ma questo non gli impedirà di trovarsi nei pasticci, che aumenteranno a motivo della sua natura leale e corretta..., di chi sa di essere nei guai e non ha alcuna intenzione di uscirne mettendo in mezzo gli amici e le persone cui tiene.

A volte, la vita ci scuote e quell'imprevista esperienza forte e ingiusta forse può servire a risvegliarci per farci apprezzare quelle piccole cose, quegli atteggiamenti, quelle persone... che finora avevamo un po' "snobbato", e magari potrà rivelarsi per noi l'occasione giusta per crescere e liberarci di certe abitudini, di certi vizietti di cui non c'è molto da andar fieri, imparando a controllare noi stessi e a trovare la felicità in qualcosa di più vicino a noi, di più vero e di più semplice.

Ironico, divertente, tenero, dall'atmosfera a volte quasi surreale eppure tanto "urbana", in una Parigi caotica, frettolosa eppure affascinante, con uno stile delicato e un protagonista che fa simpatia e tenerezza insieme - con la sua intelligenza e la sua arguzia miste ad un modo di vedere e agire semplice, ingenuo, spontaneo, quasi da bambino -, "Io, te e le vite degli altri" è un romanzo breve ma piacevole, drammatico pur essendo divertente, che attraverso il suo particolare protagonista ci mostra come ognuno possa considerasi, a buon diritto, normale a modo suo ed essere comunque amato e apprezzato per ciò che è, difetti compresi.

Ve lo consiglio, è una bella lettura.

Pretty titles


Ed ecco i titoli di questo lunedì!!

Vi piacciono? ^_-


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di Maria Duffy (25 set. 2014)

di Cristina Chiabotto 

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di Patrizia Emilitri (7 ott. 2014)

di Renzo Samaritani ecc... (Sett. 2014)

domenica 14 settembre 2014

Frammenti da "Il corpo" (Stephen King)



Un altro pezzetto di "Il corpo", da cui è stato tratto il bel film di Rob Reiner con River Phoenix, "Stand by me".

"Si allontanò, sempre ridendo, muovendosi con agilità e con grazia (...)
Come se non avesse il minimo pensiero al mondo, come se se ne stesse
andando in un gran bel posto invece che solo a casa, in una casa 
(una baracca, sarebbe più vicino alla verità) 
di tre stanze senza servizi e con le finestre rotte coperte di plastica 
e un fratello che probabilmente lo stava aspettando nel cortile davanti. 
Anche se avessi saputo la cosa giusta da dire, probabilmente non avrei potuto dirla. 
I discorsi distruggono le funzioni dell'amore
credo — è un bel casino per uno scrittore dire una cosa del
genere, penso, ma sono sicuro che è così.
(...) La parola è danno. (...) 
L'amore ha i denti; i denti mordono; i morsi non guariscono mai. 
Nessuna parola, nessuna combinazione di parole, 
può chiudere quelle ferite d'amore. 
È tutto il contrario, questo è il bello. Se quelle
ferite si asciugano, le parole muoiono con loro. Credetemi pure. 
Io mi sono fatto una vita con le parole, e so che è così."







Frammenti da "Il corpo" (S. King)



Un passaggio tratto dal racconto di King IL CORPO (in "Stagioni diverse").

Stavo per alzarmi quando guardai verso destra e vidi una daina, sul letto dellaferrovia a meno di dieci metri da me.Il cuore mi saltò in gola, così in alto che avrei potuto mettermi una mano inbocca e toccarlo. Sentii lo stomaco e i genitali riempirsi di un'eccitazionerovente. Non mi mossi. Non avrei potuto nemmeno volendo. I suoi occhi nonerano marroni, ma di un nero profondo, polveroso — come il velluto che sivede sul fondo delle vetrine dei gioiellieri. Le piccole orecchie erano di unapelle vellutata. Mi guardava con tranquillità, la testa leggermente inclinata inquella che mi parve un'espressione di curiosità, a vedere un ragazzo con icapelli arruffati per il sonno, con i jeans con i risvolti e una camicia beige conle toppe ai gomiti e il colletto rialzato secondo la moda del giorno. Quelloche vedevo io era una sorta di dono, un dono offerto con una disinvoltura chemi spaventava.Ci guardammo a lungo... credo che fosse a lungo. Poi si girò e si allontanòdall'altra parte della ferrovia, con la corta coda che scattava svogliata.(...)Stavo proprio per dire della daina; ma poi finii per non farne niente. È unacosa che mi tenni per me. Finora, fino a oggi, non ne avevo mai parlato oscritto. E devo dirvi che scritto sembra una cosa di poco conto, quasiinsignificante. Ma per me fu la cosa più bella della spedizione, la parte piùpulita, e fu un momento a cui mi sono trovato a ritornare, quasiinevitabilmente, ogni volta che mi sono trovato in difficoltà nella mia vita —(...) Sempre avrei trovato che i miei pensieri tornavano aquella mattina, al morbido pelo delle sue orecchie, al lampeggiare biancodella coda. Ma a ottocento milioni di cinesi rossi non gliene frega proprioniente, giusto? Le cose più importanti sono le più difficili da dire, perché le parole le rimpiccioliscono. È difficile far in modo che un estraneo proviinteresse per le cose belle della tua vita.

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Gioco domenicale: ICE CREME BOOK TAG



La domenica è spesso.... giorno di tag/meme librosi!!!
Questo che vi propongo l'ho visto su "Pagine magiche" di Aenor Lullaby e ve lo propongo!
E' molto estivo (gelatoso!!) e tecnicamente non fuori stagione, visto che l'autunno non è ufficialmente ancora arrivato (anche se le temperature fanno su e giù).
Se vi piace, partecipate anche voi lasciandomi le vostre risposte!!!

ICE CREME BOOK TAG


Pistacchio: un libro con una cover verde

Non l'ho ancora letto..! :)
ma è il seguito di "Le streghe di East end" e spero di
leggerlo prsto

Nocciola: una serie molto lunga che vorresti leggere quest'estate ma che probabilmente non farai e perché

La serie della Gabaldon (La straniera)
ne sento parlare bene....
la inizierò mai?


Fragola: il libro con la storia d'amore più dolce

Il confine di un attimo
Andrew a Camryn mi hanno
commossa moltissimo!

Vaniglia: il tuo classico preferito
non avrò mai dubbi sulla risposta
a questa domanda

Menta: un libro per bambini che ti piace

W Tommy ed Huck!
Forever *_*

Fiordilatte: un libro molto lungo che hai letto velocemente

Come una rosa d'inverno
il seguito di
"I giorni del tè e delle rose"
(888 pp)

sabato 13 settembre 2014

Dietro le pagine di 'I RAGAZZI BURGESS' di Elizabeth Strout


Ed ecco qualche piccola curiosità sul "dietro le pagine" di un libro molto noto di un'Autrice apprezzatissima ed elogiata.

I RAGAZZI BURGESS
di Elizabeth Strout

Fazi editore

numero: 220
pagine: 448
anno pubblicazione: 2013
prezzo: € 18,50
Sinossi

I ragazzi Burgess, Jim, Bob e Susan, sono nati a Shirley Falls, nel Maine, e sono cresciuti in una piccola casa gialla in cima a una collina, in un angolo di continente appartato. 
Da adulti si sono allontanati, ognuno a scacciare il ricordo di un antico dramma familiare mai spento. 
Lassù è rimasta solo Susan, mentre gli altri due vivono a Brooklyn, New York. Nei Burgess si possono scorgere tre anime distinte e tanto diverse che è quasi impensabile immaginarli nella stessa foto di famiglia. 
Eppure, quando inizia questa storia, Susan chiama e chiede aiuto proprio a Bob e Jim: suo figlio, loro nipote, è nei guai. 
E allora non solo i tre fratelli sono costretti a riavvicinarsi, a dividere la preoccupazione e a tentare di ricomporre un trauma che alimenta ogni minima increspatura della loro intimità, ma sono anche travolti da una rivoluzione privata che implica, per tutti, il progetto di una nuova vita. 

L'autrice.
Elizabeth Strout è tra le più importanti autrici statunitensi contemporanee. È nata a Portland, nel Maine, nel 1956 e da quasi trent’anni si è stabilita a New York. Fra i molti premi letterari ricevuti, il Premio Pulitzer nel 2009, il Premio Bancarella nel 2010 e il Premio Mondello nel 2012. Dell’autrice Fazi Editore ha pubblicato Amy e Isabelle, Resta con me e Olive Kitteridge. La produzione televisiva americana Hbo ha annunciato la lavorazione di una miniserie ispirata a Olive Kitteridge i cui protagonisti sono gli attori Frances McDormand e Richard Jenkins
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Ciò che leggiamo spesso è frutto della fantasia dell'Autore ma altre volte quest'ultimo trae ispirazione da storie/situazioni/persone reali, di cui ha avuto conoscenza diretta o indiretta.

La rubrica "Dietro le pagine" prende nome e idea da una presente nel blog "Itching for books" e cercherà di rispondere (cercherò di darle una cadenza settimanale, sempre in base alle piccole ricerchine che riuscirò a fare) a questa curiosità: Cosa si nasconde dietro le pagine di un libro? Qual è stata la fonte di ispirazione?".


Alla domanda "da dove nasce il suo libro?", l'Autrice rivela di non riuscire a dare una risposta razionale, però una cosa la si può dire con certezza: era da molti anni che aveva abbozzato la storia di un incidente che sconvolge le vite di alcuni personaggi, e che diventa un tabù. 
Del resto, ogni piccola città ha la sua tragedia, e in quella della Strout c'era la vicenda di un ragazzo che aveva ucciso per sbaglio il fratello. Lei conosceva la sorella dei due ragazzi e da piccola la inquietava il fatto che di quel dramma non si potesse parlare.

Uno dei temi del libro è l'isolamento all'interno della famiglia, un tema che l'ha sempre affascinata; ma il libro dice qualcosa anche sul fatto che il passato non finisce mai di parlarti e a volte perseguitarti; lo stesso vale per i conflitti razziali che esplodono nel microcosmo in cui viviamo.

Originariamente i ragazzi Burgess erano stati inseriti in un'altra storia scritta molti anni prima e solo dopo diverso tempo Elizabeth ha cominciato a interessarsi alle dinamiche presenti nei rapporti tra fratelli e a riflettere attorno ad essi 
Quando comincia a scrivere, di solito Elizabeth parte da qualcosa che sente molto vicino, e in questo caso si tratta di questo difficile rapporto tra fratelli, a ciò che significa per loro andare a New York.

L'Autrice si interroga su quale sia il senso della parola casa e se siamo davvero in grado di uscire di casa perchè troviamo troppo doloroso rimanervi. Com'è uscire e ricominciare da capo e vivere come uno straniero.
Scrivere questo libro l'ha portata a fare ricerche, nello specifico sulla Somalia e sulla popolazione della comunità somala in questo paese. La ricerca che ha fatto è stata enorme e per quattro-cinque anni ha avuto un sacco di libri accatastati, interessandosi a questa cultura, compresi i proverbi.

Insomma, ciò che ha spinto la Strout a scrivere "The Burgess Boys" è il pensiero che solo una parte della nostra vita è scritta da noi stessi, il resto è spesso frutto di casualità, la casualità degli eventi che proiettano le loro ombre su di noi per decenni, la casualità della nostra natura, l'influenza del tempo in cui viviamo (ad es. la guerra civile per i somali). 
E poi la memoria, i ricordi, naturalmente; ma più di tutto quello che l'ha appassionata maggiormente è stato pensare come questi temi siano tutti collegati; ad e., il matrimonio non è separato dalla classe sociale o dai ricordi - da cui magari stiamo cercando di fuggire -, o ancora dal nostro personale significato dato alla parola "casa". 

AttesaAnteprima: 'IL CACCIATORE DEL BUIO' di Donato Carrisi (dal 29 settembre 2014)



Di questo bravissimo autore italiano ho potuto, finora, solo apprezzare (e tantissimo) "L'ipotesi del male" (recensione), anche se mi riprometto, un giorno sì e l'altro pure, di leggere gli altri suoi romanzi... Fatto sta, che mentre io mi scardino per cercare di leggere tutti i libri che vorrei..., Donato Carrisi continua a scrivere (fortunatamente!!!) ed eccoci alla sua prossima ed attesissima uscita...

IL CACCIATORE DEL BUIO
di Donato Carrisi

Ed. Longanesi
18.60 euro
USCITA 29 SETTEMBRE
2014

Trama

«Se non sarà fermato, non si fermerà.»
Non esistono indizi, ma segni. Non esistono crimini, solo anomalie. E ogni morte è l’inizio di un racconto.
Questo è il romanzo di un uomo che non ha più niente – non ha identità, non ha memoria, non ha amore né odio – se non la propria rabbia… 
E un talento segreto. 
Perché Marcus è l’ultimo dei penitenzieri: è un prete che ha la capacità di scovare le anomalie e di intravedere i fili che intessono la trama di ogni omicidio. 
Ma questa trama rischia di essere impossibile da ricostruire, anche per lui.
Questo è il romanzo di una donna che sta cercando di ricostruire se stessa. Anche Sandra lavora sulle scene del crimine, ma diversamente da Marcus non si deve nascondere, se non dietro l’obiettivo della sua macchina fotografica.
Perché Sandra è una fotorilevatrice della polizia: il suo talento è fotografare il nulla, per renderlo visibile. 
Ma stavolta il nulla rischia di inghiottirla. 
Questo è il romanzo di una follia omicida che risponde a un disegno, terribile eppure seducente.
E ogni volta che Marcus e Sandra pensano di aver afferrato un lembo della verità, scoprono uno scenario ancora più inquietante e minaccioso.
Questo è il romanzo che leggerete combattendo la stessa lotta di Marcus, scontrandovi con gli stessi enigmi che attanagliano Sandra, vivendo delle stesse speranze e delle stesse paure fino all’ultima riga.
E non dimenticherete più.
L'autore.
Donato Carrisi è nato nel 1973. Si è laureato in Giurisprudenza con una tesi su Luigi Chiatti, il “mostro di Foligno”, per poi seguire i corsi di specializzazione in criminologia e scienza del comportamento. Nel 1999 ha iniziato l’attività di sceneggiatore per cinema e televisione. Fra le altre, ha scritto la sceneggiatura di Nassiriya – Prima della fine per Canale 5 ed è autore di soggetto e sceneggiatura della miniserie thriller Era mio fratello per Rai 1. Vive a Roma.
Nel 2009 pubblica con Longanesi il suo primo romanzo, Il Suggeritore.
Il libro diventa un caso editoriale prima ancora di essere pubblicato in Italia, con 7 case editrici straniere che se ne aggiudicano i diritti. In pochi mesi, il numero dei paesi in cui il libro sarà pubblicato salirà a 25. Nel 2011, la storia si ripete con Il Tribunale delle Anime. Nel 2012, pubblica il breve noir La donna dei fiori di carta.
È del 2013, invece, l’attesissimo seguito de Il Suggeritore, con il titolo L’ipotesi del male che si aggiudica il Premio Scerbanenco.

Recensione. 'DIECI PICCOLI INDIANI' di Agatha Christie



Ok, dieci minuti di vergogna per me.
Perché?
Eh..., non avevo mai letto nulla di Agatha Christie.
Finora.
Ma con "Dieci piccoli indiani" è iniziato il mio riscatto!!! ^_-

DIECI PICCOLI INDIANI
di Agatha Christie


Un'isola deserta, arida e rocciosa, in cui c'è una sola casa, grande e misteriosa, che da poco è stata acquistata da un certo sig. Owen.
Non si sa molto di costui ma certo la sua bizzarria diventerà fin troppo nota ed evidente alle dieci persone che verranno misteriosamente invitate a trascorrere qualche giorno su quest'isola, Nigger Island, nella bella casa di uno sconosciuto.
Le dieci persone vengono convocate con uno strano invito, specifico per ciascuno di loro, consegnato/ricevuto in circostanze poco chiare, ambigue (tanto da far pensare ai dieci che di certo questo Owen ciascuno di loro lo conosce, anche se nessuno di essi ricorda bene come e dove l'ha conosciuto... Forse c'è qualche errore...?); eppure, ad esso tutti e dieci rispondono e accettano di recarsi a questa "riunione".

Chi sono questi invitati?
Sono tutti personaggi diversi l'un dall'altro, per estrazione sociale, professione e carattere.
Abbiamo il dott. Armostrong, la zitella acida e bigotta, Emily Brent; c'è il sig. Blore (ispettore di polizia borioso e sicuro di sè); Vera Claythorne, una graziosa maestra; l'inquietante Philip Lombard; il silenzioso generale Macarthur, il giovane, bello e un po' snob Marston, i coniugi (e maggiordomi ingaggiati da Owen per il soggiorno a Nigger Island) Rogers e infine il burbero e un po' cinico giudice Wargrave.

Cos'hanno in comune questi dieci individui, che praticamente neanche si conoscono?

Apparentemente nulla... se non uno stesso passato "oscuro", in cui tutti loro si sono macchiati - più o meno volontariamente e consapevolmente - di una colpa, che ha portato alla morte di alcune persone.
Dieci individui che si ritrovano, loro malgrado, sotto lo stesso tetto per aver malauguratamente accettato un invito inspiegabile e curioso da questo U.N. Owen (che si legge come "unknowen", quindi "sconosciuto"), che però si rivela essere da subito un cattivo padrone di casa, visto che ha solo provveduto al maggiordomo, alla cuoca e ai cibi in scatola..., senza donare la propria presenza...!
Di lui, infatti - chiamato a far gli onori di casa - neanche l'ombra.

La situazione è talmente singolare e strana da risultare subito assurda...: gli invitati non si spiegano perchè U.N. Owen li abbia invitati per poi non presentarsi: qual è il suo obiettivo?

A rappresentare ironicamente l'esperienza dei dieci ospiti sarà la presenza di dieci statuine raffiguranti dei negretti e, associata ad esse, una filastrocca per bambini, simpatica, infantile... e inquietante, visto che Owen si è divertito a metterla in bella vista nelle nove camere destinate agli ospiti.


“Dieci piccoli negretti se ne andarono a mangiar, 
uno fece indigestione, solo nove ne restar. 

Nove poveri negretti fino a notte alta vegliar: 
uno cadde addormentato, otto soli ne restar. 

Otto poveri negretti se ne vanno a passeggiar: 
uno, ahimè, è rimasto indietro, solo sette ne restar. 

Sette poveri negretti legna andarono a spaccar: 
un di lor s’infranse a mezzo, e sei soli ne restar. 

I sei poveri negretti giocan con un alvear: 
da una vespa uno fu punto, solo cinque ne restar. 

Cinque poveri negretti un giudizio han da sbrigar: 
un lo ferma il tribunale, quattro soli ne restar. 

Quattro poveri negretti salpan verso l’alto mar; 
uno un granchio se lo prende, e tre soli ne restar. 

I tre poveri negretti allo zoo vollero andar: 
uno l’orso ne abbrancò, e due soli ne restar.

I due poveri negretti stanno al sole per un pò: 
un si fuse come cera e uno solo ne restò. 

Solo, il povero negretto in un bosco se ne andò: 
ad un pino s’ impiccò e nessuno ne restò”.

Cosa vogliono comunicare questi versi in rima, 
brevi e concisi?

Certo è che i dieci ignari ospiti si ritroveranno a vivere insieme un incubo, caratterizzato da una serie di omicidi spaventosi, a breve distanza tra loro, apparentemente inspiegabili e che li porteranno, gradualmente, a guardarsi  l'un l'altro con indifferenza, chiedendosi chi tra loro sia l'assassino e perchè li abbia convocati per ucciderli uno ad uno.

Cosa vuole da loro? E' forse pazzo?

Il sig. U.N. Owen, geniale e crudele, a suo modo la spiegazione la fornisce, da subito, sin dalla prima sera: una voce inidentificabile, proveniente da un grammofono nascosto, annuncia con un tono inumano i delitti di cui i dieci sono accusati, senza però fornire altre spiegazioni.
L'unica cosa che appare chiara da subito è che la morte è entrata in questa casa isolata e dimenticata da tutti e che il primo invitato, il giovane Marston, è il primo a lasciarci le penne.

Cosa accadrà agli altri?

Se il primo morto giunge troppo improvviso da risultare inspiegabile e il secondo pare frutto di un semplice malore.., beh dal terzo in poi qualche dubbio - che dietro le morti ci sia una mente contorta e, allo stesso tempo, diabolicamente intelligente che ha orchestrato tutto nei minimi dettagli - si affaccia prepotente nella mente di tutti loro, che cominciano a vestire i panni ora dell'investigatore, ora del probabile assassino, ora della vittima (ruolo "obbligatorio").

L'autrice ha costruito una storia davvero molto originale, che cattura l'attenzione del lettore da subito, per quall'alone di mistero che avvolge tanto l'isola e la casa quanto i dieci personaggi, così lontani l'un dall'altro eppure così simili di fronte alla valutazione delle proprie colpe (atteggiamento chiaramente indulgente) e di quelle altrui (sicura colpevolezza, senza scusanti); non solo, ma emergono anche le personalità, le debolezze umane, i rimorsi di coscienza che frullano nella mente dei meno cinici, il desiderio di doversi necessariamente fidare di qualcuno (in un posto dal quale è impossibile fuggire e che sta diventando man mano sempre più pericoloso urge il bisogno di capire chi mente e chi no..., con chi puoi fare "alleanza" e chi invece è inaffidabile) che però si contrappone puntualmente alla consapevolezza che ognuno è estraneo all'altro e che tutti possono essere dei bugiardi e pazzi pericolosi, quindi c'è poco da fidarsi e fare amicizia.

Tra sospetti, tentativi di ricostruire le dinamiche dei silenziosi ma feroci assassinii che ora dopo ora e giorno dopo giorno si susseguono, tra accuse esplicite o insinuate, tra confessioni mormorate e silenzi diffidenti, gli ospiti di U.N. Owen verranno pian piano decimati e con essi spariranno via via anche le statuette,  inquietanti testimoni di come la morte abbia preso piede tra le stanze della casa e abbia tutta l'intenzione di finire il lavoro iniziato...

La curiosità e la voglia di capire chi ci sia dietro gli assassinii sono elevate ed accompagnano la lettura dalla prima all'ultima pagine e non si può non apprezzare la bravura della scrittrice nella scelta del contesto (isola deserta, unica casa presente, nessun collegamento con il resto del mondo) e nel mettere a nudo la psicologia dei personaggi, la complessità dei loro pensieri ed emozioni, che oscillano tra paura/terrore e rabbia, unite alla sensazione di ineluttabilità (scappare è impossibile) e impotenza.
Dieci persone in attesa che la morte le li prenda, uno ad uno.

Possibile che non esista una via di salvezza? Certo, l'istinto di sopravvivenza non è sparito e ognuno proverà a mettersi al sicuro come può... ma è difficile difendersi da un nemico sconosciuto ed invisibile, che la logica suggerisce essere uno dei dieci..., anche se....

Vi invito a leggerlo e a scoprire cosa succede ai dieci ospiti e a immergervi in una storia che vorrete leggere fino alla fine per trovare tutte le risposte...!
Un giallo di quelli classici, molto piacevole e originale.

venerdì 12 settembre 2014

Recensione: 'IL PUZZLE DI DIO' (Costantini, Falcone)


Ed eccoci alla seconda recensione della giornata, seppur... molto alla fine! ^_-


IL PUZZLE DI DIO
di Laura Costantini,
Loredana Falcone


COLLANA: Pesci rossi
€ 4,99 
Cartaceo: € 14,99
Disponibile online
nei formati EPUB e Kindle
disponibile su Amazon (cartaceo)
Siamo in presenza di una spy story, intrisa di elementi thriller e fantasy, scritta molto bene e dall'intreccio davvero accattivante, in grado di tener desta l'attenzione del lettore.

Il vero protagonista di questo romanzo, prima ancora dei suoi personaggi, è un gigantesco mosaico, chiamato il Puzzle di Dio, composto da 348 enormi tessere di pietra, vecchie 120 milioni di anni, che "qualcuno" si è divertito a spargere per il mondo.
Non solo non si sa chi sia il suo creatore, ma anche il suo messaggio risulta indecifrabile; l'unica chiave per cercare di capirci qualcosa è il documento lasciato dal gesuita Ippolito Desideri, missionario sugli altopiani dell'Himalaya nel 1700, che ha permesso di venire a conoscenza del numquam mortuo nondumque nato daemonio, il demonio mai morto e non ancora nato.

Di chi si tratta? Quando apparirà questo personaggio diabolico e che intenzioni avrà (certo non buone...)?

A cercare di sviscerare l'arcano ci sono diversi scienziati/dottori appartenenti ad agenzie segrete tra loro contrapposte - da una parte italiani, dall'altra statunitensi - tutti interessati a scovare per primi le tessere, in un gioco pericoloso che vedrà tutti ad un passo dalla morte, spesso e volentieri, ma anche ad un passo dallo scoprire la verità.

Il ritmo della narrazione è molto dinamico e concitato e ci si sposta, insieme ai protagonisti, in un continuo viavai tra la grande e caotica Roma, tra il lontano e l'affascinante Nepal, e ancora in Marocco e a Torino, e tutto segue il filo di una spasmodica ricerca della verità, che però non in tutti desterà desideri ed azioni virtuose, ma anzi darà il via a scontri, vendette e tradimenti. 

Il primo a trovare la tessera è l'italiano colonnello Lorenzo Demedici, insieme al suo fidato collaboratore medico ed amico  Mattias Landi; da Roma essi giungono in Nepal e ad attenderli c'è una bellissima e misteriosa donna, Sumitra, sacerdotessa e custode del segreto che riguarda proprio il messaggio del puzzle.
Ma per quanto fondamentale, non sarà la saggezza imperturbabile di questa donna affascinante - che entrerà nel cuore e nella mente del razionale colonnello Lorenzo - a risolvere l'enigma, bensì un'altra donna, che vive in Marocco e che ignora il proprio compito, la propria importantissima missione che potrebbe salvare la vita di tanta gente da una catastrofe dal vago sapore apocalittico.
-
Questa donna è l'avvocatessa Nesayem Imitithal, depositaria di antichi saperi e poteri di cui però diverrà consapevole, suo malgrado, solo in età adulta, all'improvviso e senza che lei si possa opporre.
Accettare la propria missione e le proprie capacità extrasensoriali non sarà automatico per Nesayem e solo il trovarsi faccia a faccia con il pericolo e con l'urgenza di agire per salvare la sua pelle e quella dei suoi compagni di ventura (Lorenzo, Mattias e Sumitra), potrà costituire per lei la motivazione giusta per compiere ciò per cui è nata.
I quattro, quindi, si ritroveranno ad attraversare le sabbie roventi del Grande Erg, con alle calcagna il crudele e cinico Cameron Cayden, chiamato "Mister Liberty", feroce emissario di una potenza straniera; ma il problema non saranno solo i nemici dichiarati, bensì quelli "interni", le talpe, disposti a tutto pur di ottenere i propri scopi.

Quella di Demedici e compagni è davvero una corsa contro il tempo, che gradualmente e tassello dopo tassello, tra ostacoli e pericoli, essi riusciranno a portare avanti, prima che sia troppo tardi e che qualche fanatico porti a compimento una catastrofica missione...

E' un romanzo molto bello, appassionante, con una storia originale ben raccontata, dei personaggi convincenti, ambientazioni affascinanti e una buona dose di tensione narrativa.

Lo consiglio davvero!!!
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