giovedì 4 maggio 2017

Recensione: CONSIGLI PRATICI PER UCCIDERE MIA SUOCERA di Giulio Perrone (RC2017)



A dispetto del titolo - sicuramente molto d'impatto e accattivante -, "Consigli pratici per uccidere mia suocera" non è il manuale ideale che un genero o una nuora possono consultare per carpire le metodologie più efficaci per far fuori la mamma del partner (e farla franca!); anzi, se lo regalate alla suocera, fate bene, perchè questo romanzo dolce-amaro di Giulio Perrone vi strapperà molti sorrisi e, allo stesso tempo, vi darà modo di considerare aspetti interessanti e quanto mai attuali che caratterizzano il nostro modo di rapportarci agli altri e alla nostra società.

L'autore, Giulio Perrone, è uno scrittore ed editore romano, e uno dei romanzi pubblicati dalla sua casa editrice è candidato al Premio Strega ("Le notti blu" di Chiara Marchelli).
Per quanto mi riguarda, la mia curiosità verso questo libro è nata, lo ammetto, dal titolo, ma è cresciuta dopo aver assistito all'incontro, nella libreria della mia città, con l'autore, che è stato così piacevole e stimolante nel parlarci del suo libro, leggendocene alcuni significativi (e divertenti!) estratti e rivelandocene alcuni "retroscena", da solleticare il mio interesse.





CONSIGLI PRATICI PER UCCIDERE MIA SUOCERA
di Giulio Perrone




"Il vero problema, il dramma oserei dire, è che nelle situazioni normali della vita è soprattutto nella convivenza con gli altri e con noi si finisce sempre per imparare troppo poco. Alle volte nulla. Si può acquisire la consapevolezza dell'errore e poi cercare di non rimettere sempre tutto in discussione per la stupida e cieca necessità di seguire il proprio istinto". 

 Leo è un uomo di quasi quarant'anni che vive contemporaneamente due relazioni sentimentali con due donne che più diverse tra loro non potrebbero essere.
Ma il problema non è neanche tanto questo.
Ad ingarbugliare la vita di Leo è un altro "piccolo particolare": lui è stato sposato con Marta - la forte, determinata, pratica, sexy e sempre comprensiva mogliettina con cui condivideva il sogno di aprire un caffè letterario -, ma l'ha lasciata per un'altra donna di quindici anni più giovane, la bella e dolce Annalisa, che va ancora all'università e ha tanti sogni da realizzare.
Dopo qualche tempo essere andato via di casa e aver preso la decisione di convivere con l'amante, Leo riallaccia i rapporti con l'ex-moglie, che diventa l'altra donna, quella con cui si vede di nascosto, negli appartamenti da vendere o affittare in cui lei (agente immobiliare) gli dà appuntamento per consumare i loro momenti di erotica intimità.
Ovviamente, tutto alle spalle di Annalisa, che nulla deve sapere della tresca del compagno con la ex...

Insomma, il "povero" Leo ha una bella gatta da pelare ed è quotidianamente agitato al pensiero che si sappia di questa sua ambigua e menzognera vita sentimentale, cui lui non riesce a mettere un punto: Leo non sa (o non vuole?) decidere con quale delle due donne stabilire una (sola)  relazione stabile (possibilmente fedele e monogama)
Annalisa - tenera, appassionata, inconsapevolmente seducente, ingenuamente innamorata di lui - o Marta, brusca, diretta, decisa nel prendere decisioni, tagliente e senza peli sulla lingua eppure così presente nella vita di Leo e pronta anche ad aiutarlo nei momenti di difficoltà?

Scegliere è davvero complicato per un eterno Peter pan come lui, che ha grosse reticenze a mettere radici, a fare scelte definitive e ad impegnarsi troppo e a lungo termine con qualcuno e in qualcosa. 
Eterno indeciso o semplicemente un bambinone quarantenne mostruosamente egoista e infantile?

Leo è cosciente dei propri difetti e, a onor del vero, non si dà pace per questo suo carattere così poco determinato, coraggioso, molto volubile e, diciamolo, vile e bugiardo, tant'è che è "in cura" da una psichiatra, dalla quale va regolarmente per parlare di sé, dei propri "casini", che non sono solo sentimentali, ma anche famigliari e lavorativi.

Eh sì, perché a complicare l'esistenza di Leo si aggiungono un padre assente per più di vent'anni e ricomparso quando ormai il figlio era già adulto, giusto per rifilargli qualche grana in più, e un datore di lavoro folle e assillante.

Il padre - Ernesto -  è un uomo che vuol fare ancora il giovanotto, cosa che gli dà un che di ridicolo e di patetico agli occhi di Leo; inoltre, ha il vizietto del gioco e racconta un sacco di bugie esilaranti; si fa chiamare Dustin perchè dice d'essere stato la controfigura di Dustin Hoffman nel Il Laureato, ma chissà quanto di quel che racconta è vero...; come se non bastasse, per colpa sua Leo sta per essere cacciato dalla casa in cui vive e ogni tanto il padre gli chiede aiuto perché si è infilato in qualche guaio. 

Come dicevo, non è che sul posto di lavoro le cose vadano meglio; il lavoro di Leo è tradurre e leggere/correggere manoscritti nella casa editrice di Enea Ranieri Malosi, che è un editore decisamente sopra le righe, che assilla con richieste fuori dal normale i suoi dipendenti, trattando con sufficienza alcuni e troppo generosamente altri (anzi, altre...), pretendendo che tutti siano ai suoi comodi e ai suoi piedi.
Ora che si è messo in testa di pubblicare - con la propria casa editrice!! - quello che lui è convinto si rivelerà il bestseller dell'anno,  è diventato, se possibile, ancora più esigente ed insistente, tanto da reclamare riunioni extra e conversazioni addirittura su WhatsApp per consultarsi in merito ad un aspetto importantatissimo della trama del suo romanzo.
Il futuro capolavoro letterario si intitolerà "Consigli pratici per uccidere mia suocera" ed Enea ordina ai suoi dipendenti di spremere le meningi per proporre dei metodi per eliminare un'eventuale suocera, creando appunto una chat su WhatsApp, appositamente creata per la condivisione di tutti gli spunti e le idee originali atte a risolvere questo "dilemma".

Leo è dunque pressato da più parti: il capo pazzo, su di giri e prepotente da accontentare; il papà giovanile, pieno di debiti e strampalato,che scarica i suoi problemi sul figlio come se niente fosse, prendendo tutto alla leggera; un'ex-moglie eccitante che sembra non pretendere nulla se non quelle ore di sesso felice... ma non si può mai dire; la fidanzatina innamorata e coccolona che ha lo sguardo giustamente rivolto al futuro, un futuro nel quale Leo non è assolutamente sicuro di voler rientrare...
E in questa confusione, a poco giovano le partite di calcetto o le conversazioni con l'attraente psichiatra che insiste sulla necessità di parlare delle proprie emozioni.

Leo è decisamente il compagno da cui ogni donna dice di voler star lontana per poi, in realtà, nella maggior parte dei casi, innamorarsene, proprio come accade alle due amanti, che pure sono caratterialmente agli antipodi, ed infatti il nostro protagonista non sa chi delle due scegliere come compagna di vita.
Forse il problema è a monte: Leo non vuol sentirsi costretto a decidere perché questo inevitabilmente significherebbe dover prendere delle nette responsabilità, cosa a cui non è stato più di tanto educato, né dalla madre né tantomeno dal padre, ricomparso nell'esistenza del figlio dall'oggi al domani e con un mucchio di irritanti (o simpatiche, dipende dal punto di vista) frottole da raccontare.

Ma il momento di crescere arriva per tutti, come arriva quello in cui dobbiamo capire se quel sogno chiuso in un cassetto è ancora lì pronto ad essere realizzato oppure no.

Devi solo armarti di un po' di coraggio, Leo, e forse qualche "casino" riesci a risolverlo...!


"Consigli pratici per uccidere mia suocera" è una commedia piena di humor, sono tante le scene che fanno sorridere perchè molto ironiche, buffe, in cui il lettore è spinto ad immedesimarsi grazie al punto di vista del protagonista, che a tratti - e come donna - un po' mi ha innervosita per le sue egoistiche insicurezze, un po' mi ha fatto quasi tenerezza, perché non c'è cattiveria e voglia di far del male, in lui: è che proprio sembra paralizzarsi quando si tratta di essere fermo e convinto nell'operare delle scelte, come se avesse sempre paura di fare la cosa sbagliata o di dire la propria opinione senza timori.

Riuscirà il nostro Leo a decidersi tra Annalisa e Marta, prendendosi le relative responsabilità? 
Imparerà a gestire il suo rapporto con il bizzarro Dustin e con il suo ancor più eccentrico datore di di lavoro?
E questa suocera immaginaria, alla fine, viene ammazzata? 

Per saperlo, siete invitati a leggere il romanzo, che - vi assicuro - è molto piacevole, e per stile e per storia, e che col sorriso ci parla di rapporti di coppia (con i loro inevitabili piccoli o grandi problemi), di rapporti famigliari e sul posto di lavoro, e non manca "l'infernale" (o meraviglioso?, fate voi)  mondo delle chat di WhatsApp, croce per alcuni, delizia per altri; non solo, ma Perrone ci fa conoscere anche il "dietro le quinte" del mondo dell'editoria (seppur con qualche voluta esagerazione per esigenze narrative).
È una storia deliziosamente intricata, dove trovate amore e eros, bisogno di tenerezza e voglia di evasione, paura di prendere in mano la propria vita e voglia di riaprire il cassetto col famoso sogno dentro; è dunque molto attuale nelle tematiche e si legge davvero tutto d'un fiato grazie alla penna intelligente, arguta e spumeggiante dell'Autore e al suo protagonista, il cui modo di essere e in particolare le sue debolezze - di cui è conscio ma che non riesce ad affrontare - ci danno modo di riflettere su questioni serie ma... sempre col sorriso e con leggerezza!






Obiettivo n.6 - Un libro che nel titolo abbia un grado di parentela.

mercoledì 3 maggio 2017

Da oggi disponibile: "Pandemonium Road" di Anonima Strega



Lettori, se siete amanti del paranormal romance, “Pandemonium Road" di Anonima Strega potrebbe fare al caso vostro; in questo suo nuovo romanzo l'autrice mescola horror, thriller e scifi, quindi c'è da aspettarsi una buona dose di azione!


Pandemonium Road
di Anonima Strega





Genere: paranormal romance/horror/thriller/scifi
Numero di pagine: 264
Editore: Self
Prezzo: 1,99 euro (ebook)
10,99 euro (cartaceo)
Data di uscita: 3 maggio 2017


Può un breve viaggio attraverso il caos ribaltare gli amori di una vita?

Tessa ha deciso di trasferirsi al nucleo Trenta per togliersi dalla testa Raoul, l’uomo irraggiungibile che si è preso cura di lei quando una pandemia ha decimato la popolazione terrestre, ora accentrata in un’unica strada che attraversa l’Europa.
Raoul è a capo di un’organizzazione del nucleo Dieci e sta cercando di arginare i danni provocati da un contagio che si attacca al cervello, nutrendosi di pensieri.
Gli umani infettati sono mine vaganti e si comportano come zombie, per cui Tessa non si stupisce quando Raoul le invia uno dei suoi collaboratori affinché la riporti indietro.
O forse questo amore non è più così platonico?
Jacko è un musicista che vive al nucleo Venti da quando è sbarcato dalle vecchie Americhe. Uno dei transatlantici che recuperano uomini sui continenti più desolati lo ha portato sulla Pandemonium Road con la sua ragazza Aisha, e insieme hanno iniziato una nuova vita. Ma il destino di Jacko è segnato e il contagio lo attende dietro l’angolo del garage.
L’organizzazione del Dieci, però, sa benissimo che alcuni infettati possono guarire grazie a un misterioso programma di recupero.
Cosa, di preciso, Raoul metterà a rischio, nel momento in cui deciderà di affidare il caso a un collaboratore che è di strada?

Altre opere di Anonima Strega:  “Le spose della notte”, "Killer di cuori e altri semi”, “Spettabile Demone”, “Il Diavolo e la Strega”, “L’Alchimista Innominato” e “Legione magica” 

Prossimamente in libreria (4 - 11 - 18 maggio 2017)



Diamo un'occhiata ai prossimi arrivi in libreria nel mese di maggio?


Il primo romanzo che vi presento non è solo uno squarcio su un periodo della storia russa, né è soltanto la storia straordinaria di un amore filiale forte. Zuleika apre gli occhi ci parla di antichi usi, sopraffazioni radicate, una suocera-arpia, un marito-despota e Zuleika-Cenerentola.


ZULEIKA APRE GLI OCCHI
di Guzel Yakhina 



USCITA
4 MAGGIO 2017
Nell'immensa e sperduta tajga siberiana, dal 1930 al 1946, Zulejcha è una contadina analfabeta, protagonista inconsapevole di eventi incredibili e capace soltanto di guardare con i suoi enormi occhi verdi una realtà sempre più complessa, sempre più sfuggente. 
Un racconto che mette a fuoco la difficile vita di una donna in un villaggio contadino ai confini dell'Unione Sovietica, maltratta dal marito, condannata a vivere senza diritti, incapace di ribellarsi alla sua condizione; la follia del regime staliniano che colpisce tutti, senza troppe distinzioni; l'arrivo brutale dell'Armata Rossa, le violenze, gli arresti e le uccisioni, in nome di leggi, decreti e politiche inconcepibili per persone comuni, per il popolo; la dekulakizzazione, l'esilio coatto, gli stenti e la fame nella gelida Siberia. 
Eppure, in mezzo a tanto orrore, si mostra una piccola luce, un'umanità diffusa, la resistenza dell'uomo e la sua volontà a restare umano, là dove sembra non ne sia rimasta più traccia.



LA SALA DA BALLO
di Anna Hope


trad. G. Calza
USCITA
11 MAGGIO 2017


Il manicomio di Sharston, nello Yorkshire, ha una magnifica sala da ballo dove i pazienti si radunano per danzare sotto la supervisione del dottor Charles Fuller, il cui amore per la musica va di pari passo con il profondo interesse per l'eugenetica. 
Nonostante sia il 1911, nel manicomio vigono ancora le severe regole dell'epoca vittoriana, quando ai cosiddetti deboli di mente veniva riservato un trattamento brutale e la separazione dei due sessi era rigidissima. 
L'iniziativa di Fuller, apparentemente umana e illuminata, è dunque rischiosa e, infatti, quando John Mulligan ed Ella Fay si incontrano durante uno di quei balli, l'attrazione fra loro è inesorabile.


Dopo Borgo Propizio, E le stelle non stanno a guardare e Un terremoto a Borgo Propizio, Loredana Limone torna con un nuovo appassionante

LA FELICITA' VUOL ESSERE VISSUTA
di Loredana Limone



Ed. Salani
468 pp
18 euro
USCITA
18 MAGGIO 2017
Dopo il terremoto che aveva sconvolto la vita cittadina, a Borgo Propizio tutti si adoperano per tornare alla serenità.
In questo fervore di iniziative, anche le esistenze degli abitanti seguono nuove strade e si intrecciano imprevedibilmente, mentre si attende con trepidazione la troupe televisiva che girerà il film sul leggendario fondatore, il principe Aldighiero.
E quella di Aldighiero sì che è una storia davvero intrigante e, aggiunge sibillino il regista, viene sempre il momento in cui bisogna rendere ciò che si è preso… 
Che cosa avrà voluto dire? Ci sono troppe verità nascoste, troppi segreti che aspettano solo l'occasione giusta per essere rivelati e il momento non tarda ad arrivare..



Un romanzo che si sofferma sulla tragedia dell'Olocausto ed in particolari sugli orrori perpetrati dal Dottor Mengele.



GEMELLE IMPERFETTE
di Affinity Konar


trad. E. Banfi
USCITA
18 MAGGIO 2017
È il 1944 quando le gemelle Stasha e Pearl Zagorski arrivano ad Auschwitz con la madre e il nonno. 
In questo nuovo, oscuro mondo le giovani Zagorski si rifugiano nella reciproca vicinanza, proteggendosi grazie a un particolare linguaggio in codice e a giochi risalenti alla loro infanzia. 
Inserite nel gruppo di gemelli noto come lo zoo di Mengele, le ragazze fanno esperienza di privilegi e orrori sconosciuti agli altri. 
Si trovano così cambiate, private della natura comune che le univa, le loro identità alterate dal peso della colpa e del dolore. 
Quell'inverno, durante un concerto organizzato da Mengele, Pearl scompare. Stasha, disorientata e afflitta, continua a sperare che sia ancora viva. 
Quando l'Armata Rossa è ormai vicina, Stasha e il suo amico Feliks, un ragazzo in cerca di vendetta per il fratello morto, intraprendono un viaggio attraverso una Polonia distrutta. 
Saldi nel loro intento nonostante le difficoltà, inseguono la speranza che Mengele possa essere catturato e consegnato alla giustizia presso le rovine dello zoo di Varsavia. 
Mentre i due giovani scoprono cosa è accaduto all'esterno durante la prigionia, dovranno anche cercare il proprio posto in un mondo a loro ormai sconosciuto.


L’armonia degli opposti è un romanzo che viaggia tra la dura e spietata realtà e il rassicurante limbo della fantasia e delle emozioni. Due anime alla deriva che si sfiorano per scoprire che solo remando controcorrente si può sconfiggere la tempesta.


LA SOTTILE ARMONIA DEGLI OPPOSTI
di Nicola Bolaffi



USCITA
18 MAGGIO 2017
Otto adora le favole che gli racconta suo padre quando lo accompagna a scuola. 
Perché con il potere della fantasia tutto è possibile. Anche far felice sua madre che passa le giornate nel letto, al buio, senza parlare con nessuno. 
Greta è una bambina bellissima e delicata che sogna un padre che la prenda in braccio, che partecipi alle sue recite, come succede a tutti suoi compagni. Lei che un padre non l’ha mai avuto. 
La madre non parla di lui, troppo intenta a lavorare per occuparsi di lei. Troppo incapace di farle arrivare il suo amore per farla sentire al sicuro.
Otto e Greta sono due bambini che sentono dentro una forte mancanza, una forte assenza.
I loro destini corrono su due binari paralleli. Opposti, ma profondamente simili.
Fino al momento in cui, in un istante che sembra infinito, si incontrano e da quel momento non sono più gli stessi. Eppure per cambiare ci vuole coraggio. Il coraggio di credere che anche nella realtà l’impossibile accade e due metà possono fondersi in un tutto.

Novità thriller psicologico/noir (goWare - selfpublishing)



Anche quest'oggi ho da segnalarvi un paio di romanzi, entrambi appartenenti al genere thriller/noir.


NESSUNO E' BUONO
di Michele Sciscio





 goWare Ed.
2017
pp. 146
Edizione digitale € 4,99 
Edizione a stampa € 10,99


Gualtiero Covella è un ex professore di latino. Solitario e disilluso, è finito dentro per rapina. Ha una mira eccellente e questo lo rende un tiratore apprezzato. Killer suo malgrado, un giorno riceve una strana proposta: uccidere un deputato per conto di una fondazione bancaria.

Gualtiero Covella è l'originale protagonista di Nessuno è buono - il romanzo d'esordio di Michele Sciscio, edito da goWare - un antieroe contemporaneo, comunque eroico nella sua personale lotta al male. Il titolo e la trama del romanzo riecheggiano il versetto di Marco: 

«Maestro buono, che cosa devo fare per avere la vita eterna?».Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo».(Marco, 10, 17-22).

Tra cronisti ficcanaso, amici pronti a tradire, ambiziose dive del web e ambigui sacerdoti, Michele Sciscio ci conduce all'interno di un noir crudele, ironico e disperato, coi piedi piantati nel reale e la capacità di tracciare scenari impensabili.
In una Puglia assolata e marginale, quasi una versione noir del Far West, Gualtiero Covella scoprirà una verità sconvolgente e la sua storia avrà un finale davvero a sorpresa.

L'AUTORE
Michele Sciscio, pugliese, insegna alle elementari e la sua passione è il calcio: tifa per una grande squadra che preferisce non nominare per evitare polemiche (quando dice così tutti capiscono qual è). Ha collaborato con diverse testate giornalistiche della sua regione e recitato in teatro. Ha pubblicato nel 1998 il racconto lungo La fine del lupo (Croce Editore) e la silloge Senza Musica (Tracce). Nessuno è buono (goWare) è il suo primo romanzo.


Al noi ironico e disperato dell'autore pugliese segue un thriller psicologico, permeato da mistero e da colpi di scena che si avvicendano fino all'inaspettato finale. È una storia sull'amicizia, sull'amore in tutte le sue forme e sfumature, sul perdono più sincero. E sul coraggio di una donna che, in epoche difficili, quelle del primo dopoguerra, lotta per esporre le proprie idee e la propria dignità. Sempre.


OMBRE DAL PASSATO
di Barbara Ghinelli



Editore: autopubblicato
Data di uscita: 28/04/2017 
Genere: Thriller Psicologico
Prezzo ebook 2.99€
cartaceo 10.40€ 




Sinossi

Italia. Anno 1930. Tutti i quotidiani locali recano l'annuncio di un naufragio al largo delle coste triestine. Nessun superstite. Duino. 
Anno 1960. Quattro ragazzine amanti del mistero e dell'avventura una sera vedono qualcosa che non avrebbero dovuto vedere. 
Nel castello di Duino, ubicato sulla rocca a picco sul mare, sta accadendo qualcosa di losco e di singolare. Le amiche osservano un ragazzo mentre sotterra una lettera e mentre compie un inquietante sacrificio. Sentono il vagito di un neonato, soltanto per pochi minuti. 
Poi, più nulla. Duino. 
Anno 1980. La città è sconvolta dalle misteriose sparizioni di alcune bambine e, mentre la polizia indaga, uno strano simbolo storico viene ritrovato sui luoghi delle scomparse. Le quattro amiche si vedono coinvolte in ciò che accade, mentre la loro amicizia viene messa a dura prova e il passato, concentrato in quella terribile notte di vent'anni prima, minaccia di sopraffarle. 
Cosa accomuna tutti questi elementi sparsi, raccontati su diversi livelli temporali? Cosa collega le sparizioni del 1980 con il ritrovamento dell'antico diario di una suffragetta sotterrato in mezzo alle rovine del vecchio castello di Duino? 

L'autrice.
Barbara Ghinelli, nata a Milano, vive a Desio (MB); dopo il liceo linguistico,iscritta alla facoltà di scienze biologiche all’università di Milano. Ha lavorato per diversi anni in un laboratorio di analisi del sangue, per poi intraprendere un master di un anno in archeologia e antropologia forense, tra Milano, Bologna e Pisa.
E, nonostante abbia poi rinunciato per amore a una carriera come antropologa forense nei RIS, questa esperienza le è servita e quelle preziose conoscenze vengono ora inserite nei suoi libri.
Da tre anni lavora come informatrice scientifica del farmaco, ma la sua vera passione è la scrittura. Ha scritto ad oggi quattro romanzi, due di fantascienza (uno il seguito dell’altro) e due thriller/mistery con componente psicologica, alcuni racconti brevi e diverse poesie. Attualmente sta lavorando al quinto romanzo, di genere mistery, ambientato in Cornovaglia.

martedì 2 maggio 2017

Curiosità letterarie: ALICE KYTELER



Carissimi lettori, di recente ho avuto il piacere di ricevere dei libri in omaggio, di cui vi parlerò in un prossimo post; per adesso voglio concentrarmi su un personaggio realmente esistito citato nel romanzo paranormal fantasy che sto leggendo: VIKTOR di Elena Ticozzi Valerio, il seguito di PALINDRA.

Si tratta della prima donna accusata di stregoneria in Irlanda:

ALICE KYTELER

(Kilkenny, 1280? – Inghilterra, 1325?)

,
I Kyteler erano una famiglia di commercianti fiamminghi che si erano stabiliti a Kilkenny, probabilmente nell'area conosciuta come Flemingstown.
Nel 1298 Alice Kyteler sposò William Outlaw, un ricco mercante di Kilkenny, da cui ebbe un figlio (chiamato anch'egli William e successivamente suo principale socio d'affari).
Nel 1302 Alice era già sposata con il suo secondo marito, Adam Ie Blund di Callan, il quale aveva dei suoi figli: saranno soprattutto essi ad accusare Alice di stregoneria, successivamente. 
Nel 1309 Alice aveva collezionato un terzo matrimonio, con Richard de Valle di Tipperary, anch'egli benestante e della cui ricchezza beneficiò sia lei che il figlio William.
Nel 1324, quando fu accusata di stregoneria, Alice si era già sposata per la quarta volta con il cavaliere Sir John Ie Poer.
Ma dopo poco tempo dalle nozze John si ammalò… Essendo stato informato del sinistro passato della moglie, John cominciò ad aver paura che la sua salute stesse peggiorando a causa di un maleficio da parte di lei, e si rifugiò nella abbazia di S. Francesco.
Fatto sta che l'uomo morì...

Intanto, la ricchezza che Alice aveva accumulato a scapito dei suoi figliastri (e dei consorti, che man mano avevano intestato i beni a lei e al figlio) li aveva resi arrabbiati e sospettosi, tanto che essi giunsero alla conclusione che la matrigna praticasse la stregoneria, ed infatti fu accusata davanti alle autorità ecclesiastiche di maleficium, un'accusa abbastanza comune.

La stregoneria era una forma di magia e inizialmente essa non aveva un'accezione negativa: la medicina popolare era spesso basata su preparati a base di erbe fatti da "streghe buone". 
L'idea della stregoneria come qualcosa di contrario al cristianesimo è venuta alla ribalta a partire dall'11° secolo. Nell'ultima parte del XIII secolo la Chiesa cominciò a considerare la stregoneria come eresia e a parlare di culto del diavolo. 

I figliastri di Alice Kyteler hanno portato la loro denuncia di stregoneria nel 1324 a Richard Ledrede, vescovo di Ossory, un ecclesiastico particolarmente ansioso di difendere le libertà e le giurisdizioni della Chiesa.

casa di Alice a Kilkenny
Sette furono le accuse portate contro Alice Kyteler e i suoi "compari", Petronilla de Meath (domestica) e William Outlawe (figlio di Alice): negavano Cristo e la chiesa; avevano tagliato animali vivi e disperso i pezzi per le strade come offerte a un demone; avevano rubato le chiavi della chiesa per tenervi delle riunioni di notte; nel cranio di un ladro avevano messo gli intestini e gli organi interni di cadaveri; da queste orribili poltiglie avevano fatto delle pozioni per incitare la gente contro i cristiani; la stessa Alice si univa a un demone; la donna aveva usato la stregoneria per uccidere alcuni dei suoi mariti e infatuare gli altri, con il risultato che essi avevano dato tutti i loro beni a lei e al figlio William, impoverendo così i suoi figliastri. Questi, inoltre, sostenevano che il quarto marito di Alice fosse stato avvelenato.

Proprio partendo dalla denuncia dei figliastri e della morte sospetta del quarto povero marito della Kyteler, il vescovo intervenne e cominciò un’inquisizione; non mancarono le "testimonianze" di quanti giuravano di averla vista spazzare strane polveri davanti la soglia di casa del figlio o di volare su una scopa (!) cantando: "Nella casa di William, mio figlio, vada tutta la ricchezza di Kilkeny..."

Nel 1324 Alice fu condannata per stregoneria ed eresia e tutti i suoi averi confiscati.

La condanna comprendeva torture e quindi morte al rogo, ma Alice conosceva persone influenti e riuscì a scappare dal castello di Kilkenny dov’era imprigionata; raccolse gli oggetti di valore che le erano rimasti e si rifugiò a Londra. Non fece più ritorno nella cittadina irlandese; di lei si disse che portò con sè la figlia di Petronella e che fosse figlia di William...
Ad ogni modo, la donna fuggì infischiandosene del destino tanto di Petronella quanto del figlio, che però supplicò misericordia e perdono, che gli furono concessi a condizione che pagasse varie penitenze, e infatti pagò per rifare il tetto della Cattedrale di Santa Maria.

Petronilla fu decisamente meno fortunata. Rivelò (sotto tortura...) che Alice le aveva insegnato tutto quello che sapeva sulla magia nera e che non c'era in tutto il mondo una più strega di Lady Alice Kyteler. 
Petronilla fu bruciata il 3 novembre 1324.


Fonti per articolo:

http://www.historyireland.com/
https://sjhstrangetales.wordpress.com
http://dublinonascosta.it/
https://www.historickilkenny.com (immagini)

Vi lascio i link di alcuni testi (in inglese) sull'argomento, nel caso foste interessati:


Segnalazioni editoriali (EventualMente - I Doni delle Muse)



Buongiorno, cari lettori!
Finalmente ho l'ADSL e posso aggiornare un po' il blog con segnalazioni e quant'altro!

Cominciamo con il romanzo di un autore di Cagliari, Claudio Demurtas, che con CHIARO DI VENERE concorrerà alla 55a edizione del Premio Campiello.

In una Sardegna onirica degli anni Sessanta, un giovane trova l’amore e scopre che il mondo è più grande di quello che credeva.

CHIARO DI VENERE
di Claudio Demurtas



Edizioni EventualMente 
Pagine: 192 
Prezzo di copertina: 15,00 € 
ISBN 978-88-96840-41-2


Il libro narra la storia di Federico Nemis, uno studente universitario di giurisprudenza, debole e titubante, insoddisfatto della vita, spesso invischiato in amori complicati, indifferente alle contraddizioni e alle problematiche di un’epoca che contesta idee, valori e comportamenti del passato, ma fanatico del mondo calcistico, l’unica sua vera passione giovanile.
La nomina di insegnante di lettere in una scuola media di uno sperduto paesino della Sardegna si rivela tuttavia provvidenziale.
Fare il professore gli permette di acquistare una certa autonomia economica e dalla famiglia d’origine, ma soprattutto di comprare la sua prima Seicento, un grande vanto per quegli anni.
Diventa pertanto il punto di riferimento di molti alunni, che lo apprezzano per la sua passione istintiva. L’iniziale indifferenza a tematiche politiche, sociali e religiose lascia così finalmente spazio a un percorso di formazione e di crescita anche grazie all’incontro con Luisella, una matricola della facoltà di giurisprudenza che proviene da un ambiente sociale operaio molto diverso da quello di Federico, con cui sosterrà pian piano accese discussioni politiche.

È il 1963, in piena guerra del Vietnam con tutte le sue atrocità, ma altre saranno le occasioni di dibattito, tra cui l’elezione in Cile di Salvador Allende nel 1970 e il golpe dell’11 settembre 1973 che porta al potere Pinochet. Caduti i pregiudizi che l’hanno condizionato profondamente e negativamente, e in seguito agli incontri con don Marino, un prete contestatore, Federico trova infine se stesso e gli altri, l’amore tanto agognato e la vita.

Con questo romanzo d’esordio Demurtas filma una condizione umana più vasta con descrizioni puntuali, personaggi che si incontrano, si perdono e si ritrovano, emozioni, digressioni ragionate su liberalismo e comunismo, religione e religiosità, excursus antropologici, geopolitici e sociologici. Il tutto usando la parola in modo talentuoso, tessendo metafore e un fraseggiare classico e moderno allo stesso tempo.

L'autore.
Claudio Demurtas nasce a Mores, in provincia di Sassari nel 1942, ma vive tra Palermo e Carbonia, dove viene a contatto con culture portatrici di diversi valori fondamentali nella sua formazione e attività di scrittore. Trasferitosi a Cagliari, si laurea in Giurisprudenza e accetta l’incarico di assistente volontario del professore di Istituzioni di Diritto Romano. Ben presto diventa docente nella scuola media, attirato dalle problematiche giovanili conosciute durante gli studi universitari, dove insegna Diritto ed Economia Politica per più di 40 anni. Chiaro di Venere è il suo primo romanzo.


Il secondo romanzo che ho il piacere di presentarvi è di fantascienza e richiama la letteratura d'avventura del XIX secolo; narra un Ottocento alternativo in cui la Terra è stata devastata da invasori alieni. Il libro è destinato a un pubblico giovane.


1886. QUANDO LE LUNATERMITI INVASERO LA TERRA
di Marco Bertoli



ISBN: 978-88-99167-27-1
Pagine: 154
Prezzo: 11 euro


1883. Grazie alle scoperte di un geniale inventore, la prima nave spaziale, dotata di motore etereo, sbarca sulla Luna.
1886. Nello scenario apocalittico di un’Italia invasa da nemici alieni, la figlia dell’inventore viaggia alla ricerca del padre disperso, accompagnata da un giovane tamburino dell’esercito e da un cane meccanico.

Un romanzo denso di avventura che parla di tradimenti, di coraggio e di un’amicizia così forte da ergersi contro la minaccia che sta devastando la Terra, in una storia alternativa in cui la posta in gioco è la sopravvivenza del genere umano.


Dal romanzo 


La puzza dell’Arno in secca entrava dalla finestra spalancata su via Santa Maria. Insieme all’odore acre che disgustava i nasi e irritava le gole dei pisani, anche l’afa della sera di agosto si era impossessata della stanza appollaiata al secondo piano di un edificio le cui origini risalivano ai tempi della repubblica marinara. Incurante del caldo appiccicoso che gli inumidiva il colletto della camicia, un uomo in elegante vestito a doppiopetto, con tanto di cravattino, sedeva impettito sopra una sedia dall’alto schienale di cuoio posta dietro una grande scrivania di rovere massiccio. Occhi castani dai riflessi intelligenti scorrevano veloci le righe della lettera appoggiata sull’unico spazio libero del ripiano invaso da rotoli di carta blu. Su di essi erano disegnati progetti e strani congegni meccanici le cui dimensioni andavano da quelle di un orologio alla macchina fotografica.E così, mio caro Antonio, grazie ai tuoi più che preziosi suggerimenti su come tarare la corrente che scorre all’interno delle spire di rame dell’anello magnetodinamico di controllo, i miei studi sulla modulazione delle oscillazioni del flusso dell’etere luminifico hanno fatto un enorme passo in avanti. È mia ferma convinzione che in breve tempo dalla teoria, da tanti nostri colleghi scienziati ritenuta la fantasia di un pazzo e ridicolizzata, potrò passare alla realizzazione di un prototipo del motore etereo.Giunto alla fine dello scritto, l’uomo sollevò lo sguardo compiaciuto, dirigendolo verso la bambina intenta a giocare con alcune costruzioni di legno sul tappeto che ricopriva una porzione di pavimento. Un sorriso triste gli illuminò il volto nell’udire la figlia borbottare qualcosa in una lingua di cui molte parole gli risultavano incomprensibili. Spinto da un impulso improvviso, si alzò e la raggiunse, sollevandola in aria sopra la testa. Un acuto strillo di finta paura e sincera gioia uscì dalla bocca della bimba che poi gridò: «Io vola! Io vola!». Ruotando su se stesso come in una danza, l’uomo si avvicinò al davanzale della finestra. Stringendo in un abbraccio la figlia così simile alla madre, morta tre anni prima nel darla alla luce, esclamò: «Guarda le stelle, piccolina: un giorno non tanto lontano tu potrai volare tra loro!».

L'autore
Prolifico autore di racconti e romanzi, Marco Bertoli ha pubblicato per I Doni delle Muse il giallo storico d'ambientazione sumera L'avvoltoio. Delitti all'alba della scrittura (2014), seguito dai due libri illustrati per ragazzi Gilgamesh. La storia di un eroe sumero (2015) e Ivano. Il cavaliere del leone (2016). Appassionato di saggistica storica, videogiochi e wargame da tavolo, è geologo e lavora come tecnico.

lunedì 1 maggio 2017

Bilancio di letture del mese di Aprile + Reading Challenge 2017



Buongiorno, carissimi lettori!
Anche questo mese eccomi qui a condividere con voi le mie letture del mese appena trascorso!

Parto dagli obiettivi soddisfatti della Reading Challenge:




  • Obiettivo n.1 - Un libro di un autore che non avete mai letto - LA LUNGA VITA DI MARIANNA UCRIA di Dacia Maraini (RECENSIONE): nella splendida e miserabile Sicilia del Settecento vive una donna speciale, il cui handicap (è sordomuta), se agli occhi della gente la fa apparire una "svantaggiata", in realtà rende i suoi sensi e i suoi pensieri più acuti e sensibili verso il mondo esterno; attraverso Marianna Ucrìa conosciamo da vicino un mondo che ci sembra antico, lontano, "arretrato" e nella sua fase più sfarzosa (ancora lontano da quel tramonto che di certo giungerà e che è presente, ad es., ne Il Gattopardo), ma di cui ritroviamo le fatiche, le gioie, i dolori, e anche purtroppo gli abusi nei confronti dei più deboli e che caratterizzano da sempre la società umana, in ogni epoca.
  • Obiettivo n.14 - Un libro che parli della vita di un santo o di una santa - VITA DI SANTA CHIARA (RECENSIONE): Una lettura breve, che riesce ad essere fluida nonostante il linguaggio non corrente; io personalmente ho letto la storia di Chiara d’Assisi perché era un obiettivo della Reading Challenge, ma non mi è dispiaciuta, considerato che le biografie le leggo sempre volentieri e in passato (da adolescente) mi è capitato di leggerne altre relative a figure di spicco nella religione cattolica.
  • Obiettivo n.7 - Un libro con un animale nel titolo - LA CICALA DELL'OTTAVO GIORNO di M. Kakuta (RECENSIONE): la storia di una donna disperata e sola, costretta alla fuga insieme all'unica creatura che sente sua, pur non essendola: una donna alla ricerca della felicità, di una vita semplicemente normale.
  • Obiettivo n.32 - Un libro in cui la musica diventa romanzo: SETA di Alessandro Baricco (RECENSIONE): un libro breve ma in grado di trasportare il lettore in una piccola storia effimera ed improbabile, in cui ciò che conta e colpisce non è tanto la storia in sè, quando l'atmosfera creata dalla penna poetica, ammaliante e musicale di Alessandro Baricco.

Altri libri letti e recensiti:


  • FIGLIA DI NESSUNO di Amneris Di Cesare (RECENSIONE): la breve vita di una ballerina brasiliana, nata nella favela più grande del Sud America, la Rocinha; una giovane donna piena di vitalità, ardore, che ha provato a vivere ogni giorno della sua vita inseguendo passioni e sentimenti.
  • LA SPERANZA DEI VINTI di Michele Rampazzo (RECENSIONE): un giovane scrittore italiano si risveglia in una Londra infestata da un'epidemia sconosciuta e da zombie infetti e pericolosi; l'unico suo vero obiettivo è cercare di sopravvivere e a dargli la forza necessaria è l'amore per la sua fidanzata.
  • GENERAZIONE PERDUTA (Testament of Youth) di Vera Brittain (RECENSIONE): l'accurata e viva testimonianza di una donna la cui gioventù - insieme a quella di milioni di uomini e donne del suo tempo - è stata spezzata dai terribili e sanguinosi anni della Grande Guerra.
  • ECONOMIA DECENTE di F. Maggio (RECENSIONE): un breve trattato che ruota attorno a un argomento attualissimo e fondamentale, che vede auspica la realizzazione di un'economia che, prima ancora di tendere (ossessivamente?) allo sviluppo, punti dell'equilibrio e alla crescita della società (decente!) che non preveda (come già purtroppo accade, e abbondantemente e quotidianamente) l'umiliazione delle singole persone.

Qual è stata la lettura più bella di aprile? Fermo restando che ultimamente mi sta andando "di lusso" (non mi stanno "capitando" libri di cui mi resta un parere negativo), e che quindi scegliere è difficile, devo dire che sul podio ci metto: La speranza dei vinti (molto scorrevole e avventuroso al punto giusto), La lunga vita di Marianna Ucrìa e La cicala dell'ottavo giorno (entrambi per la protagonista femminile, tanto forte e sensibile la prima quanto fragili eppur tenaci le seconde).

Attualmente ho in lettura:

VIKTOR, secondo libro di una saga fantasy di Elena Ticozzi Valerio;
LA GABBIA di Luca Spaziani;
CONSIGLI PRATICI PER UCCIDERE MIA SUOCERA di G. Perrone.

Prossime letture: credo che leggerò qualcosa di De Giovanni (forse "I guardiani", di recente pubblicazione)" e PICCOLI GRANDI COSE di Jodi Picoult, ma fino a quando non prendo un libro in mano, non si può mai sapere ^_-

Film visti e che segnalo:

JOHN WICK 2: secondo capitolo della saga con protagonista lo spietato e di poche parole John Wick: anche qui ritroviamo sangue, corpo a corpo, arti marziali e, insomma, è quel tipo di film che si lascia guardare con piacere se siete amanti e cultori dei film d’azione.
LA VITA POSSIBILE: un bel film, che si sofferma sul desiderio di ricercare una vita diversa da quella finora condotta, serena, da parte di una madre che deve fare i conti non solo con le proprie esigenze e le proprie paure, ma ancor di più con quelle del figlio, che ha le sue difficoltà a condividere le scelte materne, che forse inizialmente ritiene egoistiche.
INDIVISIBILI: un film in cui le giovani protagoniste - gemelle siamesi - devono lottare per affermare, contro la volontà di chi le circonda e dice di amarle, il diritto di essere loro stesse, di poter aspirare ad una vita "felicemente normale".
LA BATTAGLIA DI HACKSAW RIDGE: l'ultimo film di Mel Gibson, tratto dalla vera storia di un giovane che durante la seconda guerra mondiale si dichiarò obiettore di coscienza e si rifiutò di toccare le armi, ma dimostrò comunque il suo valore con gesti eroici. Crudo e forte, ma bello.



ED ORA TOCCA A VOI!
SE VI VA, DITEMI NEI COMMENTI COME SONO ANDATE LE VOSTRE LETTURE, SE QUEL CHE AVETE LETTO VI E' PIACIUTO O MENO, 
E QUALI LETTURE VI ASPETTANO!  

sabato 29 aprile 2017

Recensione: LA CICALA DELL'OTTAVO GIORNO di Mitsuyo Kakuta (RC2017)



Un bellissimo romanzo che narra di fragilità e forza, di amore e odio, di opportunità rubate e perdute, di generosità e meschinità, di ricerca della felicità; tutto attraverso la penna sensibile e lucida di un'Autrice che sa scavare nel profondo dei suoi personaggi, mostrandocene gli abissi dell'anima.


LA CICALA DELL'OTTAVO GIORNO
di Mitsuyo Kakuta



"...la vita per quella cicala sarebbe stata molto triste, perché avrebbe visto tutte le altre morire, al settimo giorno. E io ero d’accordo con te, solo che adesso non ne sono più tanto convinta. Perché quella cicala dell’ottavo giorno avrebbe la possibilità di vedere cose che tutte le altre non hanno potuto vedere. Certo, forse alcune di quelle cose avrebbe preferito non vederle mai, ma altre, non così orribili, potranno darle almeno un po’ di gioia."


La storia narrata è divisa in due parti, entrambe affidate alle due donne protagoniste: nella prima (che ha inizio nel 1985) conosciamo Nonomiya Kiwako, che ci racconta di sè, del suo passato e del suo presente e la vediamo nell'atto di compiere un gesto folle e terribile che di certo le cambierà la vita: si è introdotta furtivamente in casa di una coppia e mentre i due coniugi sono assenti, si avvicina ad una culla in cui giace una bellissima bambina e... la rapisce!
Nella seconda parte, a raccontarci di sè e della propria vita è proprio la bambina rapita, che ormai è cresciuta ed è una bella ragazza di 20 anni.

Ma procediamo con ordine e torniamo per un attimo agli anni '80.
Abbiamo lasciato Kiwako mentre prende in braccio la piccola e scappa via, convinta di poter crescere la bimba come se fosse sua, lontano da tutto e tutti.
Perchè la donna compie questo crimine? E' forse matta? Si sta vendicando di qualcuno?

Nel corso della narrazione è la stessa voce di Kiwako a raccontarci ogni cosa e veniamo a sapere quali fatti hanno portato la donna a un tale stato di disperazione e infelicità, sfociati poi nel gesto estremo del rapimento.

Kiwako è un’attraente ragazza, laureata e intelligente, quando viene assegnata dalla K, una grande industria di abbigliamento intimo, alle Pubbliche relazioni; un errore grossolano a lavoro innesca delle dinamiche che la porteranno ad uscire a cena con un collega appena arrivato a Tokyo, Akiyama Takehiro.
I due escono insieme e tra loro scatta la passione, diventano amanti, Kiwako si innamora e si convince di poter essere felice insieme a Takehiro.
Ma l'uomo, col suo egoismo immaturo e le sue indecisioni da uomo che vuol stare con due piedi in una scarpa, prosegue il proprio matrimonio con la moglie Etsuko, impiegata part-time presso la K di Nagano, e non esita a ricorrere a menzogne, sotterfugi e false promesse per tenersi buona l'amante, illudendola di voler al più presto lasciare la moglie per poter vivere con Kiwako, che purtroppo gli crede.
Ma le cose si complicano perchè Kiwako resta incinta, ma l'amante le dice di abortire perchè non è ancora giunto il loro momento, lui non può lasciare ora la moglie, quindi per adesso il loro futuro insieme è rimandato.
La donna, seppur con rammarico, interrompe la gravidanza, ma l'aborto avrà la sue tristi conseguenze perchè la renderà sterile.

A questo dolore personale se ne aggiunge un altro: altro che prossimi al divorzio, Takehiro ed Etsuko hanno messo al mondo una bambina!
Sgomenta nell'apprendere della nascita della loro figlioletta, Kiwako rapisce la piccola Erina, di sei mesi.
Inizia così la fuga per vivere con questa splendida bambina - che lei chiama Karou - sempre col terrore che qualcuno la possa scoprire e prenderle quel fagottino così dolce, che quando sorride le fa aprire il cuore!

Certo, Kiwako non ha figli e non sa cosa fare quando la bimba piange e strilla, ha paura che si ammali..., ma riesce in qualche modo a cavarsela, perchè sul suo cammino incontra persone che le danno una mano: dall'amica Yasue ad una anziana donna burbera che le offre ospitalità, fino a quando non si imbatte in una organizzazione strana e un tantino inquietante che però si rivela essere, nel suo stato di ricercata, la più valida alternativa di salvezza.

E' la Casa degli Angeli, una specie di sette pseudoreligiosa che dà ospitalità a donne in difficoltà, più specificatamente a donne che hanno perso un bambino o che sono sterili, o a donne con figlie femmine che non hanno nessuno ad aiutarle (lasciate dai mariti, ad esempio).
In questa casa non sono ammessi uomini e ci sono rigide regole di convivenza da osservare, una su tutte: chi vi entra per chiedere aiuto e un tetto, deve rinunciare alla sua vita passata, al suo nome, ai legami affettivi, quello che ha vissuto all'esterno della casa non dev'essere più nominato e più di tutto deve dare ogni bene materiale ed economico all'organizzazione.

Insomma, non sembra proprio un'associazione umanitaria e senza scopi di lucro, e Kiwako non può fare a meno di avvertire che c'è un che di sinistro in queste donne fredde e rigide che sembrano mosse da ideologie ben strane.

Però restare lì il più tempo possibile - avendo saputo con certezza che la sua faccia è su tutti i giornali e che l’intero commissariato di polizia di Hino, a Tokyo, la sta cercando per il crimine commesso - è la cosa migliore che può fare nell'immediato, per garantire a sè e alla sua piccola Karou un futuro insieme.
In fondo, nessuno le vieta, un domani, di scappare anche da lì...

Il rapporto tra Kiwako e Karou si rafforza di giorno in giorno e la piccola vive i primi anni della propria infanzia chiamando "mamma" questa donna che è in realtà un'estranea e che l'ha rapita alla sua vera famiglia.
Kiwako è dolce e materna con la "sua piccola", immagina - seppur tremando di paura all'idea di essere scoperta - di crescerla felice e serena, e cerca di darle tutto quello che le serve, prendendo di volta in volta decisioni difficili e rischiose pur di restare con lei, perchè la ama come se fosse sua.

Kiwako, nel suo fuggire di qua e di là, riesce anche a ritagliarsi un periodo sereno e senza nubi, in cui lei e Karou vivono come due mamma e figlia normalissime. visitando santuari, facendo passeggiate lungo viali alberati accompagnati dall'insistente e traquillizzante frinire delle cicale.

Le cicale..., questi insetti di cui Kiwako ha sentito dire che trascorrono sette anni nel terreno e, sette giorni giorni dopo essere venuti alla luce, muoiono. Ma ci sono anche quelle che sopravvivono, no?
Kiwako e Karou potranno essere la cicala dell'ottavo giorno, colei che affronta difficoltà, le supera e riesce a sopravvivere?

Nella seconda parte, come dicevo, ambientata venti anni dopo, ritroviamo Karou - anzi, Erina - ormai grande.
Com'è stata la sua vita? Chi l'ha cresciuta? Ha ricevuto l'amore che ogni bambino merita di ricevere, quel calore umano in cui ha il diritto di crescere?

Non voglio aggiungere altro perchè vi svelerei troppo, vi dico soltanto che il passato non si cancella e da esso non si può fuggire.

Erina sembra sicura di sè, determinata, poco incline ai sentimentalismi, ma comprendiamo subito che ha un enorme vuoto dentro di sè, ha vistose carenze affettive ed emotive che la rendono "mutilata" emotivamente.
Erina è convinta che non ripeterà gli errori degli adulti che l'hanno tirata su, non potrebbe mai essere così stupida..., ma la vita spesse volte è beffarda e la ragazza dovrà, suo malgrado, imparare ad affrontare proprio quelle situazioni dalle quali credeva di poter stare lontana, e tirar fuori tutta la forza che è racchiusa in se stessa.

Erina non ha mai smesso di essere anche la piccola Karou, rapita a sei mesi da un'estranea, e per liberarsi dei fantasmi di un passato che lei non comprende e non accetta fino in fondo, dovrà conoscerlo, immaginarsi nei panni delle persone coinvolte in quel rapimento...: solo così potrà sopprimere odio, rancore, disprezzo, risentimento... e dare a se stessa la possibilità di essere quella cicala che, invece di morire, apre gli occhi all'alba dell'ottavo giorno e prova a vivere pienamente quello che la vita le riserva, senza più paure e catene nè nella mente nè nel cuore.

Ad aiutarla in questo processo di crescita e maturazione, una ragazza - poco più grande di lei - sbucata anch'essa da quel comune passato nella Casa degli Angeli....

Considerazioni.

Davvero un romanzo molto bello, per tematiche, personaggi, per stile...: l'Autrice affronta con leggerezza e profondità insieme argomenti delicati, come i rapporti di coppia, i triangoli amorosi e tutte le implicazioni connesse, il rapporto genitori-figli, la maternità desiderata e negata, la difficoltà nel superare traumi infantili che poi si ripercuotono nella vita adulta, l'inganno di certe sette pseudoreligiose, la fragilità di donne come Kiwako che gestiscono dolori e delusioni attraverso azioni eticamente (non solo, anche per la legge) deprecabili, il senso di inadeguatezza verso un mondo esterno che sembra non volerci, non capirci, la sensazione di non saper amare...

E' quindi un romanzo davvero pieno di spunti importanti, eppure ha quella levità che credo si riscontri spesso e volentieri nei libri di autori orientali; molto belle le brevi descrizioni degli ambienti, che si sposano di volta in volta con gli stati d'animo delle protagoniste, soprattutto il riferimento alle cicale.
E' una storia in cui ritroviamo tutta la gamma di sentimenti ed emozioni racchiuse nel cuore delle donne, in particolare delle due protagoniste ma in realtà anche i personaggi secondari sono impeccabili e danno il loro ricco contributo all'evoluzione delle vicende.

Drammatico, malinconico, nostalgico, triste eppure mai opprimente; il destino ha le sue vie, i suoi modi spesso contorti per adempiersi, non di rado pare prendersi gioco di noi..., ma alla fine, in un modo che non sempre sappiamo spiegarci, tutti i tasselli vanno al posto loro, il cerchio si chiude... ma non la vita, che va avanti, e le persone coinvolte in questa storia devono accettare ciò che è stato per costruire, giorno per giorno, nel presente, un futuro che contempli un cielo azzurro sulle loro teste, foglie verdi splendenti, fiori profumati e colorati ed un sole caldo a ridare speranza.

Assolutamente consigliato, la lettura procede spedita perchè l'Autrice crea momenti di suspense, di tensione emotiva, coinvolgendo il lettore, scuotendo le sue emozioni e facendolo riflettere su diversi argomenti significativi.


Obiettivo n.7 - Un libro con un animale nel titolo


giovedì 27 aprile 2017

Recensione: SETA di Alessandro Baricco (RC2017)



Un libro breve ma in grado di trasportare il lettore in una piccola storia effimera ed improbabile, in cui ciò che conta e colpisce non è tanto la storia in sè, quanto l'atmosfera creata dalla penna poetica, ammaliante e musicale di Alessandro Baricco.


SETA
di Alessandro Baricco


.
"Hervè Joncour era uno di quegli uomini che amano assistere alla propria vita, ritenendo impropria qualsiasi ambizioso a viverla".

Siamo nel 1861 e a Lavilledieu (Francia) vive Hervè Joncour, che ha fatto la sua fortuna comprando e vendendo bachi da seta, attività alla quale lo ha avviato Baldabiou, che per primo ebbe l'idea di coltivare la seta.
Tutto va a gonfie vele, l'uomo è felice con la sua adorata moglie dalla voce bellissima - Helene - finchè una malattia colpisce i bachi, il che richiede la necessità di andarseli a procurare all'estero; così, dietro esortazione del baldanzoso Baldabiou, Hervè Joncour accetta di partire e di recarsi fino "alla fine del mondo", cioè in Giappone, questo Paese e che pare da sempre vivere separato da tutto e tutti.

Hervè Joncour si reca dunque in Giappone per prendere bachi da seta, da un certo Hara Kei, un uomo di poche parole ed enigmatico (come del resto tutti i personaggi presenti); ma a colpire lo sguardo e l'attenzione di un "placidamente stupito" Hervè Joncour, è una ragazza sempre in compagnia di Hara Kei: una giovane donna con occhi non dal taglio orientale, col volto di una ragazzina e dalle movenze lente, misteriose, ipnotiche, che seduce in qualche modo il povero commerciante, che da quel momento tornerà più di una volta in Giappone, attratto ormai non soltanto dai bachi...

Non aggiungo altri particolari sulla trama perchè non avrebbe senso: "Seta" è davvero molto corto e si legge in pochissimo tempo, anche perchè scorre; i capitoli - se di capitoli veri e propri si può parlare... - sono brevi/brevissimi e da subito ci si rende conto di essere davanti a qualcosa che non è nè un racconto, nè un romanzo: la narrazione ha più i tratti di un sogno ad occhi aperti in cui si muovono pochi personaggi, aventi un che di "fiabesco", di ingenuo, di fanciullesco misto al malinconico.
Parlare dei libri di Baricco (beh, in effetti ne ho letti solo due, questo e "Oceano mare") mi dà l'idea di voler fermare qualcosa che in realtà è inafferrabile, poco incline ad essere ingabbiato in etichette, giudizi definiti; per dirla prendendo a prestito le sue parole, le sue storie sono come gli uccelli del cielo giapponese, che fanno sorridere Hervè Joncour: stupefatte, impazzite, un'esplosione pirotecnica di suoni colori, musica.

"Non sembrava vita: se c'era un nome per tutto quello, era: teatro".

Ed è così: "Seta" sembra un piccolo palcoscenico, in cui non ci si perde in fiumi di descrizioni e discorsi inutili, ma dove contano più i silenzi, gli sguardi intensi, languidi o sfuggenti, i momenti fatti di immobilità o di gesti lenti, accompagnati da una musicalità flemmatica ma insieme suggestiva.

Consigliato a quanti prediligono letture riflessive, dal ritmo decisamente placido, che non sono necessariamente alla ricerca di storie travolgenti e personaggi con i quali immedesimarsi; sono quelle letture quasi impalpabili, evanescenti, che ti lasciano una strana e leggera melancolia. 





Obiettivo n.32 - Un libro in cui la musica diventa romanzo

lunedì 24 aprile 2017

Recensione film: LA BATTAGLIA DI HACKSAW RIDGE di Mel Gibson



La storia vera, drammatica e toccante di un giovane cristiano che, mosso da una grande fede, decise, durante il secondo conflitto mondiale, di arruolarsi per portare il proprio contributo alla nazione americana senza mai imbracciare le armi.


LA BATTAGLIA DI HACKSAW RIDGE


2016
Presentato Fuori Concorso al Festival di Venezia 2016. Candidato a 6 Premi Oscar 2017.

GENERE: Drammatico, Guerra
REGIA: Mel Gibson
ATTORI: Andrew Garfield, Teresa Palmer,Sam EliminaWorthington, Vince Vaughn, Luke Bracey, Hugo Weaving, Rachel Griffiths, Richard Roxburgh.



Il film prende inizio con una citazione tratta dalle Sacre Scritture: 


"Non lo sai tu? Non l'hai mai udito?
Il SIGNORE è Dio eterno,
il creatore degli estremi confini della terra;
egli non si affatica e non si stanca;
la sua intelligenza è imperscrutabile.
Egli dà forza allo stanco
e accresce il vigore a colui che è spossato.
 I giovani si affaticano e si stancano;
i più forti vacillano e cadono;
 ma quelli che sperano nel SIGNORE acquistano nuove forze,
si alzano a volo come aquile,
corrono e non si stancano,
camminano e non si affaticano."

(Libro del profeta Isaia, cap. 41:28-31)


Desmond Doss vive nel Virginia con padre, madre e il fratello Hal.
Il papà è un tipo violento e purtroppo sta tirando su i figli lasciando che sfoghino la propria aggressività liberamente, anche facendosi del male; ed infatti, un giorno, mentre Desmond e il fratello Hal "giocano a picchiarsi", il primo arriva quasi ad ammazzare l'altro (accidentalmente).
Il padre è di quelli che alzano le mani su tutti, moglie compresa, e presto comprendiamo la ragione di questo comportamento deprecabile: è un veterano di guerra, tanti suoi amici non sono più tornati dalla Prima Guerra Mondiale, e quella esperienza l'ha traumatizzato tanto da segnarlo nel profondo, rendendolo il fantasma di se stesso.
Quando viene a sapere che entrambi i figli desiderano arruolarsi, va su tutte le furie, perchè sa bene cosa voglia dire andare in guerra.

Così, dopo Hal, anche Desmond prende la decisione di servire il proprio Paese, nonostante nel frattempo si sia innamorato - ricambiato - della bella infermiera Dorothy, che il giovane chiede in sposa.

La famiglia Doss è di fede avventista, l'ubbidienza ai comandamenti di Dio - riportati nella Bibbia - è per loro fondamentale e Desmond, in particolare, è particolarmente fervente; infatti, il suo obiettivo è andare sì in guerra ma per salvare vite - come medico - non per ucciderne; lui è convinto di poter servire gli USA senza imbracciare le armi ma in qualità di obiettore (anzi, cooperatore) di coscienza.

La fase dell'addestramento è molto dura e a tratti umiliante, perchè nè i commilitoni nè i superiori riescono ad accettare e a comprendere le ragioni che possono spingere un ragazzo ad andare volontariamente al fronte senza prendere un'arma in mano.
Tutti sono contro il povero Desmond, che viene "invitato" (tutt'altro che cortesemente) ad andarsene, perchè questo suo atteggiamento ostinato - di non voler uccidere il nemico - è stupido oltre che pericoloso, tanto per lui stesso quanto per i suoi colleghi, visto che non sarebbe disposto ad ammazzare un "muso giallo" per difendere un amico sul campo di battaglia.

Desmond viene preso in giro, malmenato, umiliato, portato davanti alla Corte Marziale.., ma non demorde perchè lui è convinto di ciò che vuol fare, così ottiene ufficialmente, dopo tante difficoltà,  di essere designato come soccorritore nella cruenta battaglia di Okinawa.

Nessuno dei militari che gli sono attorno pensa che potrà farcela, piuttosto sono persuasi che Doss sarà per loro soltanto un fardello, ma... dovranno ricredersi!

Senza mai imbracciare un arma, Doss - chiamato con disprezzo "Fusto di mais" da un superiore, per la sua costituzione mingherlina - dimostrerà a tutti di essere un grandissimo eroe salvando la vita a 75 uomini e diventando il primo obiettore insignito della Medaglia d’Onore del Congresso, la più alta onorificenza militare Americana.

Sapendo che è una storia vera, il coinvolgimento emotivo per me è venuto ancora più facilmente, e mentre guardavo il film non potevo non restare stupita della grandissima fede di questo ragazzo, che non si lascia intimorire dalle minacce di colleghi e superiori, che lo vorrebbero fuori dall'esercito.

"Lascia che questa guerra la vincano i coraggiosi": gli dice qualcuno, e Desmond dimostrerà quanto lui sia coraggioso, anche se in modo differente!

Desmond combatte anch'egli al fianco dei commilitoni, ma non con le armi, o meglio lo fa con  le "proprie armi speciali": la fiducia in Dio, la preghiera, la forza che trae leggendo la Bibbia (una piccola edizione regalatagli dall'amata Dorothy, e che lui tiene fedelmente sempre nel taschino, vicino al cuore), e con le proprie mani, l'intelligenza, la forza di volontà, la tenacia... con le quali riuscirà ad aiutare i propri compagni feriti e in pericolo.

"Ti prego, Signore, fammene trovare un altro..." prega mentre va alla ricerca - rischiando la vita, solo in compagnia dei tantissimi cadaveri maciullati attorno a sè, tremando di paura al pensiero dei giapponesi in agguato - di quanti più soldati possibili.

Quello che farà sarà giudicato eroico, inimmaginabile e lascerà stupefatti ed ammirati tutti, in primis coloro che l'avrebbero voluto fuori, all'inizio, ritenendolo un vile, un debole.

E' un film molto bello, a mio modesto avviso fatto bene, efficace nel presentarci la storia di questo eroe di guerra; certo, è molto cruento, brutale, feroce (ma è la guerra ad esserlo...!), c'è sangue dappertutto (nella seconda parte del film, in cui veniamo "buttati" nel pieno della battaglia di Hacksaw Ridge), corpi straziati, maciullati in modo orribile..., in pieno stile Mel Gibson, che quando ci si mette d'impegno, non lesina scene forti, spietate, per quanto sono drammaticamente realistiche.

"In pace i figli piangono i padri; in guerra i padri piangono i figli".

La guerra è una tale grande tragedia umana... da lasciarci senza parole, e personalmente in diversi momenti non ho potuto trattenere le lacrime agli occhi, riflettendo su quanto male e odio essa produca, sul fatto che tante giovani vite vengono recise senza pietà sui campi di battaglia.
Non ho potuto non pensare a quale trauma vivano i soldati, che notte e giorno devono stare sempre attenti e svegli per individuare il nemico e attaccarlo, con fucili e bombe a mano, prima che lui attacchi loro; e quanto dev'essere tremendo vedere i propri compagni cadere accanto a sè, vedere il loro corpo mitragliato e ridotto letteralmente a brandelli!

Mi è venuto spontaneo pensare alla meravigliosa e profonda poesia di Ungaretti, "Veglia":

Un’intera nottata
buttato vicino
a un compagno
massacrato
con la sua bocca
digrignata
volta al plenilunio
con la congestione
delle sue mani
penetrata
nel mio silenzio
ho scritto
lettere piene d’amore

Non sono mai stato tanto
attaccato alla vita


Mel Gibson non ha diretto finora chissà quanti film, ma quando si mette alla regia, i suoi film non sono banali e non passano inosservati.
A me questo è piaciuto moltissimo, mi ha commossa e fatto riflettere su tante cose - che sia la guerra o la forza della fede... - e merita di essere visto; certo, magari chi è estremamente sensibile potrebbe restare un po' troppo toccato dalle scene di guerra, però a parte questo, è davvero un bel film!!


Info su Desmond Doss: 

news.avventisti.it/hacksaw-ridge-la-storia-un-eroe-vero/desmonddoss.com/bio/

https://desmonddoss.com/bio/bio-real.php
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