giovedì 7 dicembre 2017

Recensione: LA BOLLA DI ONAR di Elisabetta Carovani



Un folletto Pennaio, che abita in una terra incantata (contenuta in una bolla bidimensionale, posta tra Terra a Luna), ha scritto per noi terrestri un volumetto in cui ci racconta dettagliatamente tutto ciò che riguarda il suo magico popolo.


LA BOLLA DI ONAR
di Elisabetta Carovani



Giovane Holden Ed.
64 pp
11 euro
Ogni sera milioni di bambini sulla Terra si preparano ad addormentarsi e, chissà...!, a fare dei sogni bellissimi.
Cosa permette ai bimbi di fare "sogni d'oro"?
A rispondere a questa domanda ci pensa proprio il folletto che scrive cronache, Rabdos: esistono dei folletti preposti a questo compito meraviglioso e delicato, che con i loro fedeli cavalli alati Burak, sono pronti a intervenire per garantire a tutti i bambini di vivere nei loro sogni fantastiche avventure.

Il nostro simpatico e minuzioso narratore ci descrive la propria realtà: chi governa la comunità di Onar, la Scuola in cui vengono addestrati i Guardiani dei Sogni e i pericoli cui bisogna stare attenti per proteggere gli abitanti dell'Altro Mondo (noi umani) e i loro bambini innocenti da un temibile e acerrimo nemico: Efialtes, la cui presenza sul pianeta Terra sta mettendo in pericolo l’innocenza, la spensieratezza e l’incanto dell’immaginazione nei più piccoli. 
Questa ignobile creatura malvagia, infatti, semina sentimenti negativi nei cuori delle persone: amarezza, delusione, tristezza...
Insomma, c'è da stare attenti per non dargli spazio di azione!

In queste pagine si respira una atmosfera carica di magia: si parla di viaggi nel tempo, oggetti dagli straordinari poteri, ampolle speciali che custodiscono ricordi ed emozioni di esperienze vissute dai folletti nell'Altro Mondo e nelle diverse epoche..., in pratica si tratta di un vero e proprio "mini-manuale" che catapulta il lettore in una dimensione extra-terrestre, in questo mondo racchiuso in una bolla, popolato da abitanti che agiscono tutti spinti da buoni sentimenti.
Ma purtroppo il seme della cattiveria arriva fino ad Onar e c'è qualcuno che, mosso da pensieri poco nobili, è pronto a lasciarsi contaminare dai malefici di Efialtes.

E' un libro che, pur essendo per lo più descrittivo, conserva molta fluidità; ho apprezzato la fervida immaginazione dell'Autrice e il suo stimolare anche la fantasia del lettore, chiamato a raffigurarsi, attraverso le descrizioni del folletto narratore, la bolla di Onar e i suoi magici abitanti, che da tempo immemore visitano costantemente il nostro pianeta.
Un racconto fantasy molto carino, scritto bene; i capitoli sono brevi e la scrittura semplice ma coinvolgente.

Pagine adatte sicuramente a giovanissimi lettori ma che intrattengono piacevolmente anche i più grandi e, in generale, quanti sono pronti a vivere la magia che avvolge il mondo dei sogni.

mercoledì 6 dicembre 2017

Prossimi arrivi in libreria (gennaio/febbraio 2018)



Nuovi arrivi in libreria ci attendono a gennaio!
Ne vediamo alcuni?



  • "Fiori sopra l'inferno": l'esordio letterario di una scrittrice piena di talento: un romanzo dal ritmo implacabile, una protagonista che non si fa dimenticare. 
  • "Come cade la luce": il ritorno di un'autrice ce sa come nessun'altra raccontare la forza e le debolezze della famiglia.
  • "Orient": una comunità chiusa, l'arrivo di uno sconosciuto, una serie di omicidi.
  • "Nient'altro al monso": un romanzo in cui due miche si tengono per mano, affrontando con forza i capricci del destino.



FIORI SOPRA L'INFERNO
di Ilaria Tuti


Ed. Longanesi
USCITA
8 GENNAIO 2018
«Tra i boschi e le pareti rocciose a strapiombo, giù nell'orrido che conduce al torrente, tra le pozze d'acqua smeraldo che profuma di ghiaccio, qualcosa si nasconde.
Me lo dicono le tracce di sangue, me lo dice l'esperienza: è successo, ma potrebbe risuccedere.
Questo è solo l'inizio. Qualcosa di sconvolgente è accaduto, tra queste montagne. Qualcosa che richiede tutta la mia abilità investigativa. Sono un commissario di polizia specializzato in profiling, e ogni giorno cammino sopra l'inferno.
Non è la pistola, non è la divisa: è la mia mente la vera arma. Ma proprio lei mi sta tradendo. Non il corpo acciaccato dall'età che avanza, non il mio cuore tormentato. La mia lucidità è a rischio, e questo significa che lo è anche l'indagine.
Mi chiamo Teresa Battaglia, ho un segreto che non oso confessare nemmeno a me stessa, e per la prima volta nella vita ho paura».





COME CADE LA LUCE
di Catherine Dunne


Ed. Guanda
trad. A. Arduini
USCITA
GENNAIO 2018
Una madre severa e un padre comprensivo, una sorella maggiore troppo ribelle e una sorella minore troppo responsabile: ogni luogo comune è ribaltato nella famiglia Emilianides, emigrata da Cipro a Dublino dopo la tragedia del colpo di Stato del 1974. 
Forse è per via di Mitros, il secondogenito, al centro del terzetto di figli, uno spazio di dramma tra la vivace Alexia e la tenera Melina. Mitros infatti, dopo una malattia che lo ha devastato a pochi mesi d'età, non cammina, non parla, non è chiaro se sappia sorridere: eppure sarà lui il deus ex machina di questa storia. 
Perché grazie a lui la sua famiglia conoscerà quella di Cormac, il figlio del primario della clinica dove a un certo punto si rende necessario ricoverare Mitros adolescente. 
E l'incontro con Cormac sarà, per Melina ma non solo per lei, l'inizio di un altro destino, che sconvolgerà ogni cosa e a metterà in crisi persino quanto lei ha di più caro: il legame con l'adorata sorella Alexia, forgiato nei difficili anni dell'adolescenza e temprato dagli sconvolgimenti della vita adulta...




ORIENT
di Christopher Bollen



Ed. Bollati Boringhieri
USCITA
18 GENNAIO 2018
Orient, sulla punta della North Fork di Long Island, affacciata sul braccio di mare che separa l’isola dal Connecticut: Christopher Bollen costruisce lo sfondo di una storia che, pagina dopo pagina, cattura il lettore e non lo lascia andare. 
Il narratore descrive con estrema accuratezza paesaggio, personaggi e contesto: un paradiso marittimo abitato dalle stesse famiglie da molte generazioni…
In questo paradiso delle rondini di mare, dei pescatori e delle fioriture selvagge, delle spiagge con delfini e balene, arriva un giorno da New York Mills, un drifter, un vagabondo, ex tossico dipendente, ex bambino abbandonato, passato da un «affido» all’altro. 
Ospite, in cambio di lavoro, di un signore che possiede una bella casa di famiglia da sgombrare e ristrutturare dopo la morte della madre, Mills viene accolto da subito con molta diffidenza nella comunità locale, tanto più che, uno per volta, si rinvengono i corpi senza vita di numerose persone. 
Episodi di violenza mai visti prima nella tranquilla cittadina. Mills, con l’aiuto di Beth, ex artista e moglie in crisi di artista famoso, tornata a Orient dopo anni trascorsi a New York, inizia a indagare e porta alla luce un intreccio di amori, odi, conflitti di interesse e perversioni la cui scoperta spaventa la piccola e chiusa comunità di Orient più dei delitti stessi.



NIENT'ALTRO AL MONDO
di L. Martinetti, M. Perugini


Ed. Garzanti
USCITA
22 FEBBRAIO 2018
Alma e Maria apprendono di essere incinte a pochi mesi di distanza l'una dall'altra. 
Amiche dai banchi del liceo non c'è stata esperienza che non sia stata condivisa. Ora è arrivata quella notizia che cambia tutto. Quella notizia così agognata che riempie di paura e di emozione. 
Ma le loro strade si dividono presto: il sogno di Alma continua mese dopo mese, mentre quello di Maria si spezza in una fredda giornata d'autunno lasciandola con un incolmabile senso di vuoto. 
Ed è allora che l'amicizia che le lega deve stringere i fili della sua rete. 
Perché dolore e gioia possono confondersi, scambiarsi, sorprendere. Perché dire tutto quello che c'è in fondo al cuore è un'impresa difficile. Ma non lo è più se accanto c'è chi sa ascoltare, chi ci fa sentire come se non ci fosse nient'altro al mondo.

martedì 5 dicembre 2017

Recensione: L'ARTE DI CORRERE SOTTO LA PIOGGIA di Stein Garth



Un cane intelligente e sensibile, "quasi umano" quanto a pensieri e sentimenti e una missione da portare a termine: la felicità del proprio padrone, costi quel che costi.



L'ARTE DI CORRERE SOTTO LA PIOGGIA
di Stein Garth



Ed. Piemme
288 pp
9,90 euro
"Un concetto così semplice, eppure così vero: ciò che manifestiamo è davanti a noi; siamo noi gli artefici del nostro destino. Intenzionalmente o meno, siamo soltanto noi i responsabili dei nostri successi e dei nostri fallimenti."

Enzo è un cane, a dispetto del nome molto "umano".
Beh, a dire il vero, Enzo è un cane così speciale da sembrarci una persona: ama guardare la TV, soprattutto i documentari del National Geographic, è ossessionato dai pollici opponibili (se solo li avesse..., quante cose gli sarebbe consentito fare!!): il suo nome non è stato dato certo a caso, ma si ispira allo stesso del grande Ferrari, e come lui... adora le macchine. Sa tutto: i modelli, le scuderie, i piloti, le stagioni…
Glielo ha insegnato Denny Swift, il suo amatissimo padrone.
Denny lavora in un’autofficina, ma in realtà è un pilota automobilistico davvero in gamba, un potenziale campione, che però non può dedicarsi anima e corpo alla passione delle corse perchè ha delle responsabilità: deve prendersi cura della sua famiglia (oltre che di Enzo), e chissà se un giorno potrà dedicarsi interamente alle gare...?

Enzo e Denny passano ore a guardarsi vecchie gare automobilistiche, in particolare stravedono per il compianto Ayrton Senna; Denny parla col suo cane come ad un suo simile, e lo ha edotto circa le caratteristiche di un buon pilota, su come deve comportarsi per poter vincere, soprattutto quando tutto sembra contro di lui.
Denny ed Enzo ne hanno passate tante insieme e il racconto simpatico e commovente di questo cagnolino non può non coinvolgersi sin dalle prime battute.

Enzo c'è sempre stato per Denny, condividendo con lui i suoi momenti più importanti: c'era quando Denny ha conosciuto la bella Eve, che è diventata sua moglie; nei primi tempi, Enzo ne era un po' geloso, perchè tutte le attenzioni del proprio padrone erano per quest'intrusa, ma pian pian ha cominciato ad affezionarsi a questa donna per il quale il suo Denny moriva d'amore.
Quando poi è nata la dolce e allegra Zoe, Enzo non ha fatto che divertirsi ed essere la propria padroncina un ottimo compagno di giochi!
Erano una famiglia felice... finchè la malattia non è entrata in casa di Denny, facendo ammalare sempre più gravemente la povera Eve di un male terribile e inesorabile.
Questo triste evento mette in circolo una serie di avvenimenti drammatici e dolorosi per tutti, che vedranno la forte e razionale Eve diventare piccola e fragile a causa del brutto male che l'aggredirà, Denny sempre più impotente al cospetto di una moglie che gli scivola via settimana dopo settimana..., il pensiero di una bimba piccola - ma che capisce tutto quello che sta accadendo e ne risente - che da un giorno all'altro potrebbe ritrovarsi senza mamma...

E poi loro: i Gemelli Cattivi, i genitori di Eve, che vogliono mettere becco nella vita del genero, condizionandolo e decidendo cosa è meglio per Eve e Zoe, dando per scontato che Denny non sia nè un buon marito nè tanto meno un buon padre.
Lui, che è fissato con la storia delle corse e che spesso e volentieri se ne va per giorni pur di fare gare a destra e sinistra; lui, che non ha chissà quale stipendio per dare a moglie e figlia le comodità che invece avrebbero se vivessero con i genitori di lei, che sono ricchi, colti e preparati a gestire tutto.
E quando la morte bussa a casa di Denny, iniziano i guai, guai seri, ed Enzo se ne accorge da subito.

Perchè lui ha un fiuto che non sbaglia un colpo: lui intuisce subito se di una persona ci si può fidare o meno, perche è attento a gesti, sguardi, toni di voce... e vede ciò che forse neppure gli umani vedono nei loro simili.

E quei dannati genitori di Eve (Maxwelle e Trish) daranno a Denny del filo da torcere, perchè si infileranno nelle sue decisioni di marito e padre, cercheranno in tutti i modi di rovinarlo, di fargli abbassare la testa, di lasciarlo nella disperazione più nera affinchè accetti le loro condizioni..., ma non hanno preso in considerazione due particolari non indifferenti: Denny ha accanto a sè l'amico degli amici, Enzo, che non resta accanto al suo padrone sempre, cercando a modo suo di incoraggiarlo (ahilui, non con le parole ma abbaiando e con i comportamenti); e secondo, Denny è un campione, un pilota che ha capito come correre anche sotto la pioggia.

"Il vero eroe è imperfetto. La vera prova per un campione non è riuscire a trionfare, ma piuttosto riuscire a superare gli ostacoli – meglio se creati da lui stesso – che gli impediscono di trionfare. Un eroe senza imperfezioni non interessa né al pubblico né all’universo, che, dopo tutto, si fonda su conflitto e opposizione, la forza irresistibile che incontra l’oggetto inamovibile."

Tre anni difficili, fatti di lacrime, solitudine, bugie, accuse infanganti da cui è davvero difficile uscire puliti...: ma Denny è un lottatore, uno che non molla, ed Enzo lo ammira per questo e sa che il suo compito è restargli accanto fino alla fine della battaglia che il suo dolce e caro padrone deve affrontare per riavere la propria vita, la propria famiglia.

«Una gara non si vince mai alla prima curva» disse Denny. «Ma alla prima curva capita spesso di perderla.»

...perchè spesso tanti imprevisti s'insinuano e ci fanno perdere il controllo della nostra vita; la pioggia è, ad es., un imprevisto gigantesco per il pilota e se questi non la sa affrontare, finisce per commettere un sacco di errori; ma il vero pilota si vede lì, da come affronta le gare importantissime davanti alle quali non può proprio tirarsi indietro:

«Perdere una corsa non è un disonore» (...) «Il solo disonore è non correrla per paura di perderla.»

"L'arte di correre sotto la pioggia" è un romanzo delizioso; la narrazione è in prima persona ed è proprio il simpaticissimo ed arguto Enzo a narrarci tutte le traversie di Denny; le sue osservazioni acute, ironiche e piene di empatia danno alla narrazione ora un tono umoristico e buffo, ora uno commovente, dolcissimo.
Sono diversi i momenti che fanno scappare qualche lacrima, perchè Enzo, così esilarante e tenero insieme, sa prestarci i suoi sensibili occhi canini per riflettere su quanto la vita umana (e gli esseri umani, ovviamente) sia tanto meravigliosa quanto spesso assurda.
Sorridiamo leggendo della sua profonda convinzione nella legge del karma e nel fatto che di sicuro nella vita successiva sarà un uomo; ma non uno qualsiasi, bensì un brav'uomo:

"Ecco perché sarò una brava persona. Perché ascolto. Non so parlare, perciò ascolto molto attentamente. Non interrompo mai, non tento mai di deviare il corso della conversazione con un commento personale."

E' una lettura che coinvolge le emozioni del lettore e sul finale, se siete anche minimamente sensibili, vi conviene preparare i fazzolettini, per sicurezza ^_-

Molto carino, lo consiglio!!

lunedì 4 dicembre 2017

Recensione film: PRIMA DI DOMANI di Ry Russo-Young



Prima di domani è un film tratto dall'omonimo best seller (pubblicato già nel 2011 con il titolo "E finalmente ti dirò addio" da Piemme).


PRIMA DI DOMANI


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REGIA: Ry Russo-Young
ATTORI: Zoey Deutch e Halston Sage, Logan Miller, Elena Kampourish, Kian Lawley, Medalion Rahimi, Cynthy Wu.

Qualche anno fa lessi "E finalmente ti dirò addio" (che vinsi con un giveaway, con mia somma gioia e sorpresa) e ne rimasi positivamente colpita.

Di cosa tratta questo romanzo, e quindi il film?

Sam è una ragazza al 4° anno di liceo, molto popolare nella scuola, sempre in giro con le sue tre amiche del cuore, a ridere e scherzare.
Le quattro inseparabili sono un po' snob e guardano con disprezzo e scherno tutti coloro che non sono fighetti come loro, giudicandoli sfigati o pazzi.
E' il caso, ad esempio, di Juliet, una ragazza asociale, sempre emarginata, vestita in modo poco attraente e spesso oggetto di prese in giro da parte dei coetanei della scuola.

Il film inizia come un normale teen movie incentrato sulla vita di questa adolescente amata, bella, allegra, per poi tingersi di angoscianti sfumature drammatiche quando un incidente rivoluziona tutto.
In una sera qualunque e come tante altre, Sam e le amiche - Lindsay, Ally ed Elody - sono di ritorno da una festa, organizzata da un ragazzo semplice, buono e simpatico, innamorato da sempre della bella Sam, così inarrivabile per uno come lui, che non rientra nella categoria "fighi"; tra l'altro, ufficialmente Sam è fidanzata con Rob, carino e corteggiato, e proprio quella sera la protagonista sembra essersi convinta a perdere la verginità con lui.
Durante la festa accade un episodio spiacevole, che un po' diventerà il perno attorno al quale ruoterà il resto della storia: la povera Juliet viene presa nuovamente di mira dalle amiche di Sam, in particolare da Lindsay, che tra tutte è quella che si dimostra restia ad esternare sentimenti ed ostenta frivolezza e voglia di divertirsi senza pensare a nulla e a nessuno.
Proprio lei comincerà a litigare con Juliet, si prenderanno per capelli e ad avere la peggio sarà la seconda, che verrà presa  a birre in faccia e cacciata dalla festa, tra le risate e gli scherni di tutti i presenti.
Una scena degna del più bieco dei bullismi.

Ebbene, lasciata la festa, mentre sono in auto, a motivo di una distrazione, le quattro ragazze hanno un terribile incidente, alle 00:39, e la macchina finisce fuori strada. 

Sam da quel momento rimane intrappolata in un ripetitivo vortice temporale, che la costringe a rivivere la stessa (ultima) giornata fino al momento della sua morte. 
Nessun altro sembra accorgersi della preoccupante ripetizione di eventi: nè il suo ragazzo perfetto (che tale non è e lo capirà anche lei), né le sue migliori amiche. 
Per uscire dal loop temporale Sam dovrà indagare sul fenomeno per conto suo, capire quale parte della giornata modificare, quali comportamenti correggere e soprattutto a quali persone dedicare il tempo che ha a disposizione.

Se devo rivivere lo stesso giorno, tanto vale...
...cercare di cambiarlo!
...fare ciò che voglio!
... fare qualcosa di buono per me e per gli altri.
Quale sarà l'atteggiamento giusto?


Da un evento tragico, quale può essere l'incidente e la morte che ne consegue, potrebbe in fondo venir fuori l'occasione preziosa per rimediare agli errori del passato e cercare una sorta di "riscatto".

Devo dire che ero partita un po' scettica sul film, forse per via di qualche commento qua e là non proprio entusiasta, eppure ammetto che invece alla fine mi è piaciuto, perchè credo colga il nocciolo del romanzo: cosa faresti se sapessi di star vivendo (e rivivendo più volte) il tuo ultimo giorno di vita? Cosa cambieresti di quelle ore che precedono ineluttabilmente la tua morte?

Mi è piaciuta anzitutto la protagonista, interpretata da Zoey Deutch, che secondo me riesce a far trasparire l'angoscia di rivivere l'incubo dell'ultimo giorno: terminare la giornata alle 00:39  (quasi sempre) con un terribile incidente e svegliarsi puntualmente il giorno dopo col suono odioso della sveglia (e sempre con la stessa musica!),è tremendo e a me vengono i brividi solo a pensarci, è una cosa che mi mette davvero ansia e infatti il film mi ha trasmesso questo..., ma non è un aspetto negativo, anzi: significa che mi sono immedesimata nella protagonista, che mi ha convinta anche per la sua aria sempre un po' malinconica e smarrita all'idea di vivere sempre gli stessi eventi... con qualche variante, ovviamente.

Eh sì perchè se c'è una cosa che intuisce da subito Sam è che deve far qualcosa per porre fine alla ripetizione dell'ultimo giorno. Cosa? Beh, lei non lo sa effettivamente, quindi procede per tentativi, non sempre positivi...
Una cosa imparerà: che ciò che conta è il rapporto con le persone, e lei questo devo curare, dando valore ai singoli istanti, ai sorrisi, agli abbracci, alle parole incoraggianti, ai ti voglio bene detti spontaneamente, ai baci dati al ragazzo più dolce che ci sia e che ti muore dietro dalle elementari.

Se dovesse smettere di esistere, cosa vorrebbe che ricordassero di lei quanti l'hanno conosciuta?
A casa penseranno a lei come la figlia ribelle e indifferente? La sorellina la ricorderà come la sorella maggiore scontrosa che non la calcolava neppure di striscio?
A scuola diranno di lei che era un'adolescente molto carina ma con la puzza sotto il naso?
E le sue amiche...? 
Stanno sempre insieme, sembra che conoscano tutto l'una dell'altra, ma in realtà ciascuna nasconde all'altra dei piccoli segreti, forse per il timore di non essere più apprezzata se certe cose di sè si sapessero.
E poi c'è lei, Juliet: questa ragazza fragile, sola e vittima di bullismo: provare a conoscerla e a parlarci sarà una delle cose più importanti in questo percorso di Sam per porre fine al circolo temporale vizioso in cui è caduta.
E' un film che tratta quindi tematiche care al mondo degli adolescenti e lo fa con questa chiave "fantastica", di rivivere appunto l'ultimo giorno di vita per poter sistemare ciò che non poteva essere lasciato "storto".
Davanti al finale ho pensato: "Non poteva finire diversamente", anche se chiaramente mi ha lasciato una sensazione di malinconia.

Parere positivo per "Prima di domani".

domenica 3 dicembre 2017

"The Glass Castle": il film tratto dal libro autobiografico di Jeannette Walls



È diventato un film (non è ancora nota la data di uscita al cinema) il libro autobiografico della giornalista americana Jeannette Walls (per oltre 5 anni nella classifica dei Best Seller del New York Times), The Glass Castle, il racconto dell'infanzia nomade e travagliata dell'autrice/protagonista.


IL CASTELLO DI VETRO
di Jeannette Walls 



‎ I. Annoni (Traduttore)
Ed. Piemme



Jeannette e i suoi fratelli hanno una famiglia molto particolare, sicuramente imperfetta.
Qualcuno direbbe, e on a torto, disfunzionale: il padre, Rex, poliedrico, bizzarro e di grande intelligenza, non riesce a tenersi né lavoro né soldi per via dell'alcol. 
Perde al gioco e costringe tutti a una vita da nomadi per fuggire dai creditori. 
La madre, Rose Mary, artista e insegnante, è insofferente a qualsiasi responsabilità e sostiene che i bambini debbano cavarsela da soli, dal procurarsi il cibo al rammendarsi i vestiti per non andare in giro con i buchi.

La quotidianità dei fratelli Walls è un bizzarro mix di meraviglia, funambolismo e tragedia: Rex si occupa dell'istruzione dei figli, insegnando loro geologia, astronomia e letteratura, con lezioni sotto le stelle, ma i fratelli devono imparare presto a proteggersi a vicenda e a tenere a bada l'incoscienza dei genitori.

Eppure, nonostante Jeannette sin da giovanissima sapesse che solo volando via da quel nido poteva salvarsi, non ha mai smesso di pensare con affetto alla propria infanzia, ed è riconoscente nei confronti dei suoi imperfetti genitori perché le hanno fatto un dono prezioso: un amore incondizionato e la libertà.
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DATA USCITA: non c’è ancora
GENERE: Biografico, Drammatico
ANNO: 2017
REGIA: Destin Daniel Cretton
ATTORI: Brie Larson, Naomi Watts, Woody Harrelson, Sarah Snook, Max Greenfield, Iain Armitage, Ella Anderson, Charlie Shotwell

sabato 2 dicembre 2017

Idee-regalo per piccoli lettori




Due idee regalo per piccoli lettori!



LE DIECI PAROLE DI TULLIO.
I 10 COMANDAMENTI RACCONTATI DA UN BAMBINO
di Massimo Camisasca



Illust. Marta Tranquilli
Mondadori Electa
ElectaJunior
80 pp.
14,90 €
in libreria 
dal 28 novembre 2017
"...i famosi dieci comandamenti, le dieci parole che Dio ha detto a Mosè sul monte Sinai, sono innanzitutto una voce che abbiamo dentro di noi e che ci insegna a vivere bene e a camminare verso la vera felicità."

Molti bambini conoscono i dieci comandamenti, ma ne capiscono il vero significato? Percepiscono che sono importanti, ma spesso li sentono lontani da loro, dalla modernità che li circonda. 
Per riavvicinare i più giovani al tema, Mondadori Electa pubblica Le dieci parole di Tullio. I 10 comandamenti raccontati da un bambino di Massimo Camisaca, un volume rivolto proprio ai giovani lettori.
Attraverso un interessante espediente narrativo monsignor Massimo Camisasca racconta come gli insegnamenti dei dieci comandamenti trovino spazio nella vita di ciascun bambino.
Il tema del libro, i dieci comandamenti, è infatti affrontato attraverso la storia di un ragazzo di undici anni, Tullio, che parlandoci in prima persona ci racconta delle sue esperienze di vita, dei suoi genitori, dei suoi amici, dei suoi fratelli.

Il mio nome è Tullio. Ho 11 anni e frequento la prima media. Mi dicono che sono alto per la mia età, forse un po’ troppo magro. Quello che posso assicurarvi è che ho i capelli rossi e le lentiggini sul volto. E che sono contento di come la mamma mi ha fatto.
Ogni episodio di vita raccontato da Tullio fa riferimento a un comandamento ed è introdotto da una citazione biblica che a esso si collega: i piccoli lettori vengono così avvicinati ai dieci dettami impartiti da Dio a Mosè.
Si scoprirà che i valori trasmessi dai comandamenti sono sempre attuali, anche per i bambini nativi digitali, e soprattutto che sono valori assoluti, validi anche per bambini che vivono in una famiglia laica.

È stata una bella avventura per me provare ad aprirvi la porta della mia casa. Portarvi a conoscere, almeno un po’, i miei genitori, mio fratello e mia sorella, i miei amici, le mie passioni.
Ma è stato ancora più sorprendente scoprire come, nelle pieghe delle mie giornate, si nascondesse sempre un insegnamento, qualcosa che la vita mi metteva lì, come un regalo che mi faceva crescere nella conoscenza di me stesso e del mondo.



L'autore.
Massimo Camisasca (Milano, 1946), a quattordici anni incontra al liceo Berchet di Milano don Luigi Giussani, che sarà il fondatore di Comunione e Liberazione, movimento nel quale, negli anni successivi, ricoprirà importanti cariche di responsabilità. Laureatosi in Filosofia all’Università Cattolica di Milano inizia il suo insegnamento di storia, filosofia e religione prima nei licei milanesi, poi all’Università Cattolica di Milano. Nel 1975 viene ordinato sacerdote. Durante gli anni successivi diventa responsabile della Pastorale Scolastica della Diocesi di Bergamo e dal 1978 è trasferito a Roma per curare le relazioni tra Comunione e Liberazione e la Santa Sede, lavoro che lo terrà impegnato per quindici anni. Nel 1985 fonda la Fraternità Sacerdotale dei Missionari di San Carlo Borromeo, Società di Vita Apostolica di diritto pontificio. Il 29 settembre 2012 è stato nominato da Sua Santità Benedetto XVI Vescovo di Reggio Emilia – Guastalla. Ha pubblicato numerosi articoli di pastorale, filosofia e teologia sui più importanti quotidiani italiani. È stato redattore della rivista internazionale di teologia “Communio”. Ha collaborato a diverse trasmissioni RAI, sia come redattore che come commentatore televisivo. È autore di oltre cinquanta libri, tradotti in inglese, spagnolo, tedesco, francese, portoghese e russo
.



In QUESTO POST vi ho parlato di alcuni film tratti dai libri in uscita a fine anno; tra essi c'è la pellicola - in uscita nelle sale italiane il 3 gennaio 2018 - ispirata alla storia di Milne, l'Autore del celebre orsetto Winnie The Pooh.


WINNIE THE POOH
QUANDO ERAVAMO DAVVERO GIOVANI
di A.A. Milne


ill. di E.H. Shepard
Mondadori Electa
ElectaKids
21,6 x 25,8 cm
120 pp.
19,90 €
Dai 3 anni
in libreria il 5 dicembre 2017
Ecco perché questi versi vanno insieme: sono tutti amici di Christopher Robin; se ne lasciassi fuori uno perché non è proprio come quello sopra, allora dovrei lasciare fuori anche quello sopra perché non è proprio come quello sotto, il che li deluderebbe entrambi.
A.A. Milne

When We Where Very Young, uscito in Inghilterra nel
1924, è stato il primo libro per bambini di A.A. Milne, che, ispirandosi al figlioletto Cristopher Robin, aveva raccolto una serie di poesie poi pubblicate nel volume .

Il 5 dicembre, in occasione dell’uscita del film, Mondadori Electa pubblica in anteprima l’edizione italiana della raccolta di versi che hanno visto nascere il successo di Winnie the Pooh: Winnie the Pooh. Quando eravamo davvero giovani.
Attraverso 99 poesie di A.A. Milne e le altrettante
illustrazioni originali di E.H. Shepard, colorate dall’artista Mark Burgess, il piccolo lettore entrerà a Buckingham Palace con Christopher Robin e i suoi amici, imparerà che cosa piace a un re per colazione e incontrerà per la primissima volta un orsetto poi amato da generazioni di bambini e genitori: Winnie the Pooh.

L'autore.
A.A. Milne nasce a Londra nel 1882. Inizia la carriera da autore scrivendo per la rivista “Punch”; compone anche poesie e opere teatrali. Winnie the Pooh appare per la prima volta sul “Punch”
nel 1923. Pochi anni dopo, nel 1926, Milne pubblica i primi racconti con l’orsetto, che hanno un successo immediato. Da allora, Pooh è diventato famoso in tutto il mondo e i racconti di Milne sono stati tradotti in circa quaranta lingue. 

E.H. Shepard nasce a Londra nel 1879. Vincitore di una borsa di studio alla Royal Academy Schools, in seguito lavora, come Milne, per il “Punch”, dove è vignettista e illustratore. Gli spiritosi e teneri disegni di Winnie the Pooh e dei suoi amici del Bosco dei Cento Acri sono diventati parte integrante delle storie di Pooh, e le illustrazioni di Shepard un classico in sé.

venerdì 1 dicembre 2017

Bilancio di letture + Reading Challenge (novembre 2017)



Il 2017 sta per terminare... e io ritorno ad inizio mese a fare il punto delle mie letture nel mese appena trascorso, novembre ^_-


Parto come sempre dalla Reading Challenge:

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  • Obiettivo n.5 . Un libro di un autore morto negli ultimi cinque anni: IO UCCIDO di Giorgio Faletti (RECENSIONE). Faletti, con il romanzo d'esordio Io uccido, ha scritto un thriller sorprendente, che cattura il lettore nella ricerca forsennata di un serial killer tanto folle quanto intelligente, coinvolgendolo attraverso tanti colpi di scena in un crescendo di tensione, dove al centro vi è la lotta tra personaggi totalmente opposti tra loro ma che fuggono ognuno dai propri demoni.
  • Obiettivo n.23 - Un libro che avresti voluto leggere e non l’hai mai fatto: I DOLORI DEL GIOVANE WERTHER di J.W. Goethe (RECENSIONE). Un piccolo classico di fine Settecento, che racconta lo struggente amore impossibile di un giovane colto e romantico, il cui animo sensibile si ritrova schiacciato proprio da questo sentimento appassionato.
  • Obiettivo n.22 - Un libro dal punto di vista dei cattivi: LA PARANZA DEI BAMBINI di Roberto Saviano (RECENSIONE). Storie di innocenze rubate, di adolescenti che giocano a far gli uomini, andando incontro al rischio e alla morte con l'atteggiamento distaccato di chi sa che tutto quello che devi fare per essere qualcuno e per avere i soldi in tasca, va fatto oggi, non domani, perchè domani potrebbe essere tardi e tu potresti già non esserci più.

Altri libri letti:
  • L’IBISCO VIOLA di Chimamanda Ngozi Adichie (RECENSIONE). Una ragazzina cresciuta all'ombra della religiosità cupa e rigida di un padre bigotto, seppur sincero nella sua fede, che scopre come la vita possa essere ricca di cose belle, per le quali valga la pena sorridere.
  • VIVA PIU' CHE MAI di Andrea Vitali (RECENSIONE). Un giovanotto dall’aria sempre spaesata e dalla risposta costantemente dubbiosa si ritrova faccia a faccia col cadavere di una donna, che galleggia nel lago di Como. Scomode verità si nascondono tra quelle gelide acque ed emergeranno, tra coincidenze impensabili e piccoli misteri svelati.
  • MISTERI E MANICARETTI DELL'APPENNINO BOLOGNESE a cura di C. Caputo, L. Lusetti (RECENSIONE): diciannove racconti ambientati sull'Appennino Bolognese, storie tinte di giallo, ricche di colpi di scena in cui il mistero si mescola con i sapori della tradizionale cucina del territorio. 
  • NON CHIEDERMI DI PIU' di V. Doati (RECENSIONE): un amore giovanile, tormentato, intenso, di quelli che ti stringono il cuore fino a fartelo sanguinare: è sano un amore così? Forse no, eppure quando ci ritroviamo ad amare tanto intensamente, esso diventa l'ossigeno delle nostre giornate e il pensiero di rinunciare ad esso è un dolore impensabile da affrontare.

Tra questi, i miei preferiti sono stati senz'altro Faletti e Saviano!


Per quanto riguarda il fronte "cinema", ahimè scarseggia: segnalo soltanto PRIMA DI DOMANI, tratto dal romanzo urban fantasy/Y.A. "Prima di domani" (o "E finalmente ti dirò addio") di Olivier. Spero di parlarvene a breve.


Cosa sto leggendo?

L'ARTE DI CORRERE SOTTO LA PIOGGIA di Garth Stein;
TERESA FILANGIERI. Una duchessa contro un mondo di uomini, di Carla Marcone.


E A VOI, COM'E' ANDATA?
 QUALI SONO STATE LE VOSTRE LETTURE DI NOVEMBRE?
DITEMI LA VOSTRA, SE VI VA! *_*

mercoledì 29 novembre 2017

Recensione: Misteri e manicaretti dell’appennino bolognese, C. Caputo, L. Lusetti (a cura di)



Diciannove racconti ambientati sull'Appennino Bolognese, diciannove storie tinte di giallo, ricche di colpi di scena in cui il mistero si mescola con i sapori della tradizionale cucina del territorio. 



Misteri e manicaretti dell’appennino bolognese
C. Caputo, L. Lusetti (a cura di)



Ed. del Loggione
9 euro
Marescialli impegnati col furto di un quadro prestigioso o a risolvere misteriosi delitti; storie di lotta partigiana e di eroi, piccoli e grandi, che hanno combattuto per la libertà; dame che compaiono e scompaiono per le strade di un borgo medievale; storie di mostri che sbucano dalle acque del lago di Suviana; una donna sola e stanca in cerca di riposo e risposte nei luoghi della propria infanzia; un’altra troppo presa dalla bramosia del grande amore per dar retta ai propri incubi; donne chiamate fattucchiere per la loro capacità di guarire attraverso le piante; sorelle gelose capaci di tutto…: insomma tante storie, tanti personaggi che, come gli attori di svariati atti di una commedia, si intervallano, muovendosi in luoghi in cui si respira spesso un’aria di leggenda,  di tradizione, dove i paesaggi ameni e meravigliosi si mescolano con la bontà e la genuinità dei piatti tipici della zona.


È una lettura che solletica il palato e l’immaginazione, coinvolgendo tutti i sensi di chi legge attraverso storie brevi ma efficaci, ben narrate, che ognuna a modo proprio conquista il lettore, ora per quel tocco di leggera ironia che non guasta mai, ora per la suspense dovuta all’elemento giallo presente in ciascuna di esse.
Solitamente, io con i racconti non ho un gran bel rapporto perché li leggo con il “timore” che mi donino poco, che mi lascino una sensazione di insoddisfazione, come se avessi dovuto lasciare storia e personaggi troppo presto e non abbia avuto il tempo di conoscerli davvero; ma devo dire che, grazie alla bravura degli autori, anche quei racconti che sembrano interrompersi bruscamente, in realtà non lasciano alcuna sensazione di incompiutezza e ogni storia e ogni finale hanno il loro "perchè".
Le descrizioni dei piccoli borghi e dei paesaggi naturali, che siano aspri o dolci, sono vivide, sembra di sentire  l’odore dei boschi e dei suoi frutti,  di ammirare i colori e le sfumature calde dell’autunno, i profumi freschi e intensi  della primavera.
A fronte di un paesaggio ameno, come dicevo, la maggior parte di queste narrazioni  hanno in sé elementi sinistri, presenze oscure e misteriose, pericolose e indefinite, incubi che mettono ansia, la morte stessa, e l’epilogo non può che essere amaro; in altre, invece, ritroviamo un’atmosfera più leggera, fiabesca, da sogno, e anzi una delle peculiarità di questa  raccolta è proprio il confine molto labile tra realtà e fantasia, tra terreno e ultraterreno; non solo, ma altra caratteristica fondamentale è il cibo, il buon cibo dell’Appennino bolognese: in ogni racconto ci sono riferimenti gastronomici e alla fine della storia c’è una ricetta tipica della cultura raffinata del territorio.
Vicende appassionanti spesso legate ad antiche leggende, piccoli colpi di scena, indagini dai risvolti imprevedibili…. e piatti che mettono l’acquolina in bocca!

Una piacevole scoperta questa pubblicazione di Edizioni del Loggione: la consiglio perché si è rivelata una piacevolissima compagnia, in grado di stuzzicare anche le nostre papille gustative!


Il giardino di Elizabeth - cover



"Il giardino di Elizabeth" è un romanzo di ispirazione autobiografica della scrittrice britannica più nota come Elizabeth von Arnim, pubblicato nella prima edizione in lingua inglese nel 1898 con lo pseudonimo di Elizabeth, senza cognome.
Vi presento alcune edizioni.
Quale copertina vi piace di più?


Bollati Boringhieri
1989


Bollati Boringhieri
2017
Bollati Boringhieri

Fazi ed.
2017
Elliott ed.
2017









lunedì 27 novembre 2017

Recensione: NON CHIEDERMI DI PIU’ di Valentina Doati



Un amore giovanile, tormentato, di quelli che ti stringono il cuore fino a fartelo sanguinare: è sano un amore così? Forse no, eppure quando ci ritroviamo ad amare tanto intensamente, esso diventa l'ossigeno delle nostre giornate.


NON CHIEDERMI DI PIU’
di Valentina Doati

Com’è dura amare qualcuno e non essere ricambiati!
Forse è capitato a tanti di noi, di innamorarci della persona sbagliata e di soffrire a causa sua, consapevoli di non essere guardati con quegli stessi occhi pieni di amore con cui noi guardiamo l’oggetto di un sentimento tanto forte e travolgente.

Emma ha 20 anni e sta vivendo proprio un’esperienza simile: è innamorata follemente di Oscar, che conosce da diversi anni; già da adolescente – sette anni prima – ha provato questo sentimento per lui, ricevendo in cambio per lo più indifferenza o mortificazioni da Oscar stesso, poi col tempo era riuscita a non pensare più tanto a lui ma da un po’ l’ossessione è ritornata, più impetuosa di prima.

Oscar è per lei un incubo e al contempo un dolce sogno; è la sua malattia e la medicina che la fa sorridere…, per poi farla ripiombare in un pianto irrefrenabile quando lui non c’è.

I due si vedono spesso, in settimana, perché frequentano la stessa piscina: il nuoto li accomuna ed è anche, per Emma, l’occasione per vedere lui, per sperare di strappargli uno sguardo (anche solo sfuggente!), un sorriso (anche tirato, non fa niente!), meglio ancora una chiacchierata (fosse anche su cose sciocche e frivole!).

Emma è consapevole di come questo suo amore per Oscar abbia i tratti dell’ossessione, di come sia “malato” perché la fa stare più male che bene: non fa che piangere e disperarsi per l’indifferenza di lui (che a volte la tratta con palese scortesia), non fa che ascoltare musica struggente che ben rispecchia i suoi stati d’animo negativi e depressivi; si chiude nel proprio dolore, decidendo di crogiolarsi in esso, di bere goccia per goccia tutta la frustrazione e la sofferenza che le procura il non poter stare con lui.

Ma essere consci di qualcosa non significa automaticamente guarire, e anzi Emma vive stati d’animo contraddittori: da una parte sa che morire dietro a un ragazzo che non ti calcola proprio è inutile, dall’altra non riesce neppure ad immaginare le sue giornate senza Oscar, senza il pensiero di lui; l’idea di non poterlo vedere la fa impazzire, le toglie il respiro, il sonno, la rende apatica
È decisamente un sentimento negativo e lei lo sa: se lo ripete da sola e glielo ripete ogni giorno anche la sua migliore amica, Caterina, che le vuol bene e soffre nel vederla piangere e disperarsi per uno che non la vuole.

Ad acuire le pene d’amore di Emma ci pensano altre preoccupazioni: Oscar dà a tutti quelli che gli sono attorno durante il giorno l’immagine del bravo ragazzo, sportivo e atletico, solare e col sorriso aperto, ma Emma in realtà sa – da fonti sicure – che lui spesso la sera si va a sballare con gli amici: droga e alcool, nottate fatte di bagordi…, insomma, nulla di sano; il pensiero che possa accadergli qualcosa ossessiona le notti di Emma, che spera con tutto il cuore che non gli accada nulla. Per assurdo, preferisce saperlo accanto alla sua fidanzata, che – amara coincidenza! – si chiama anch’ella Emma.

Le sofferenze emotive e psicologiche di questa giovane Werther dei giorni nostri si associano anche a malesseri di tipo fisico, e così leggendo le pagine di quello che è strutturato come un diario personale (con tanto di annotazione di giorni e orari) in cui Emma scrive i propri sfoghi, com’è andata la giornata, i sentimenti, le paure…, ci rendiamo conto della complessità che caratterizza la vita interiore di questa protagonista/narratrice, che sembra rivolgersi direttamente al lettore rivelandogli ogni cosa di sé, ogni turbamento, ogni speranza, ogni illusione…, e lo travolge con il racconto appassionato e molto emotivo di sé e di ciò che la riguarda.

Pur essendo “tecnicamente” fuori dall’adolescenza, Emma mi ha dato l’impressione di esserlo ancora, per l’impeto e la tendenza ad enfatizzare sentimenti e paure; per carità, è ovvio che quando si è innamorati persi, tutto è sempre esagerato, e quando l’altro non ricambia si vive il rifiuto come una tragedia, un incubo dal quale sicuramente non usciremo mai più: l’amore che proviamo (o pensiamo di provare) per lui (o lei) ci fa sentire come in trappola, come se fossimo prigionieri di un sentimento che ha vita propria, che non riusciamo a controllare, al quale non possiamo porre fine…, o in realtà non vogliamo perché quel dolore ci fa sentire vivi nonostante le lacrime versate.
Ed è così per Emma, davanti ai cui occhi c’è sempre e solo il “suo Oscar”, che però suo non è.
E lui? Si è accorto dei sentimenti di Emma nei suoi confronti?
L’atteggiamento del ragazzo è ballerino, perché a volte è gentile con lei, altre volte quasi ostile, o peggio ancora freddo e distaccato, e questo destabilizza la povera Emma ancora di più.

In questa sorta di diario personale veniamo immersi nella mente, nelle giornate, negli impegni di una comune ventenne, che ha i medesimi dubbi, timori, attese, aspirazioni che tutti abbiamo/abbiamo avuto a quest’età: il rapporto spesso conflittuale con i genitori, l’importanza del le relazioni che si instaurano all’interno del gruppo della piscina; i problemi con l’alimentazione (anoressia) e la percezione alterata del proprio corpo, difetti fisici importanti, la dipendenza, che sia da sostanze (droga, alcool) o addirittura da persone, o meglio dalla fissazione nei loro riguardi.

C’è molta musica in questo romanzo, e ogni canzone ha il suo perché e riflette ciò che sta vivendo interiormente la protagonista.

Non nascondo che inizialmente ho avuto la sensazione che Emma fosse un tantino esagerata: la sua fissa per Oscar, le paranoie che si creava attorno a lui, la testardaggine nel confermare questo sentimento a senso unico e nel volersi quasi far male a tutti i costi, mi avevano un po’ fatto storcere il naso.

Però man mano ho cercato di non guardare le cose per l’età e la maturità che ho adesso, ma provando a empatizzare con lei come avrei fatto alla sua età, e ho sentito che tutte queste fisime e questi pensieri negativi, questo piangere chiusa in camera ascoltando musica…, questo riempire pagine parlando di un lui per il quale sei invisibile o giù di lì…, è qualcosa che a venti anni si vive così, perché c’è un tale bisogno, una tale fame di amare ed essere amati, di sentirsi protetti, coccolati, compresi, considerati…., che inevitabilmente si sta male quando queste necessità non vengono realizzate.

“Non chiedermi di più” è un romanzo breve, si legge con molta fluidità perché il modo di scrivere dell’Autrice arriva immediatamente, è un fiume in piena in cui il mondo interiore di una ragazza viene messo a nudo senza filtri, e ne conosciamo le fragilità, i momenti no, ma anche quel pizzico di determinazione che da qualche parte c’è e che aspetta solo di essere chiamato in causa per uscire finalmente fuori dal tunnel di angoscia in cui la protagonista stessa si è infilata.

Ho trovato la penna di Valentina Doati intensa e molto sensibile, che scava a fondo e cerca le parole giuste per mettere su carta sentimenti, emozioni e stati d’animo complessi, spesso contrastanti e contraddittori, ma che pure rendono ogni persona “se stessa” e meritevole di essere accolta ed ascoltata. Emma può essere ciascuno di noi, perchè tutti abbiamo vissuto qualcosa che c’ha fatto star male, che c’ha tenuti svegli la notte, creandoci qualche attacco d’ansia magari, e la capacità dell’autrice di raccontare tutto questo facilità l’immedesimazione con la giovane protagonista e i suoi piccoli grandi problemi.

Consigliato, soprattutto se vi piacciono le narrazioni introspettive.
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