mercoledì 6 marzo 2019

Anteprima La Corte Editore: IL PAESE DELLE PAZZE RISATE di Jonathan Carroll



Un romanzo del 1980 di Jonathan Carroll, pubblicato in Italia da Mondadori nel 2004 e riproposto quest'anno da La Corte Editore; in libreria a fine marzo.

In questo romanzo visionario e magnifico che ha venduto in tutto il mondo oltre 2 milioni di copi, un giovane insegnante alla ricerca di se stesso parte con la sua compagna alla scoperta di maggiori dettagli della vita dell'autore dei suoi libri di infanzia preferiti.
Accolto calorosamente in casa dalla figlia ormai cresciuta dell'autore, sembra che tutto vada bene... ma pian piano iniziano a vedere che sta per accadere qualcosa di fantastico e orribile...


IL PAESE DELLE PAZZE RISATE
di Jonathan Carroll


La Corte editore
DA FINE MARZO
IN LIBRERIA
Thomas Abbey, figlio pieno di insicurezze di una stella del mondo cinematografico e insegnante di letteratura, non sa bene chi è né cosa vuole dalla vita e dalla sua relazione con la strana Saxony Gardner. 
Quello che sa perfettamente è che niente della sua esistenza lo ha mai toccato a fondo quanto i magici romanzi di Marshall France, un autore di fiabe per bambini che ha sempre vissuto isolato e che è morto a soli quarantaquattro anni. 
Spinti da questa passione comune Thomas e Saxony partono per Galen, una cittadina del Midwest dove Marshall ha trascorso gran parte della sua vita, decisi a scrivere la sua biografia. 
A poco a poco cominciano a scoprire che sta accadendo qualcosa di inquietante e orribile. 
La magia di France va ben oltre la pagina scritta e Galen è solo in apparenza una piccola città idilliaca: infatti i suoi abitanti - sia umani che animali - non sono proprio come sembrano...


L'autore.
Jonathan Carroll è considerato tra i più originali e visionari scrittori contemporanei, tanto da annoverare tra i suoi fan personaggi come Stephen King, Sting, Neil Gaiman e James Ellroy, Jonathan Carroll è autore di numerosi best seller, come Mele Bianche, Zuppa di Vetro, Mare di Legno, Il paese delle pazze risate, già pubblicati in Italia per Fazi e Mondadori.
Nato a New York e residente a Vienna, nella sua carriera è stato insignito di diversi premi, tra cui il World fantasy award, il celebre Bram Stoker, il British fantasy award e il Gran Prix de l’imaginaire. I suoi romanzi sono tradotti in tutto il mondo e hanno venduto milioni di copie. 

martedì 5 marzo 2019

Recensione: NICO E IL FANTASTICO MONDO DEL MARE di Imma Pontecorvo



Tutti abbiamo delle paure e per affrontarle a volte serve la motivazione giusta!
Il giovanissimo protagonista di questa favola affronterà la sua paura più grande grazie all'amicizia con un esserino speciale, che lo porterà a riflettere sull'importanza del rispetto di ciò che ci circonda.



NICO E IL FANTASTICO MONDO DEL MARE
di Imma Pontecorvo


LINK AMAZON
Nico ha sei anni, vive a due passi dal mare, gli piace costruire castelli e creare piste sulla sabbia per le sue biglie colorate... ma se c'è una cosa che lo paralizza è l’acqua, di cui ha una grande fifa, e infatti non sa nuotare. 
I suoi genitori (sua madre è incinta e presto Nico avrà un fratellino, Mattia) cercano di aiutarlo a vincere questo terrore, anche perchè a causa di questa fobia il bimbo rifiuta addirittura di fare il bagno e anche stare sotto la doccia diventa un'impresa titanica.
A nulla valgono le esortazioni della premurosa mamma Linda nè il bagnoschiuma a forma di Spiderman (il supereroe preferito di Nico) regalatogli dal padre: il bambino in acqua non vuol andarci!

Un giorno, mentre è sulla spiaggia in cerca di conchiglie, Nico conosce il granchio Tobia e, superato lo stupore iniziale nell'apprendere che anche i granchi parlano, i due diventano grandi amici.

Nasce una singolare quanto speciale amicizia che porta i due a trascorrere del tempo insieme, a giocare, e Tobia non perde l'occasione di raccontare al suo amichetto umano i segreti del mare: gli racconta che in fondo al mare la vita è bellissima, piena di pesci colorati... ma che purtroppo ci sono anche tanti rifiuti che gli uomini lasciano sui fondali così come sulla spiaggia.

Nico diventa sensibile al problema dell'inquinamento e cerca di dare il suo piccolo ma prezioso contributo per provare a pulire la spiaggia e il mare dai rifiuti gettati da persone irrispettose e sciagurate.
Un giorno accade una cosa che getta Nico nella disperazione: un’onda troppo forte trascina Tobia in alto mare e Nico rimane fermo sulla riva, senza poter far nulla.
Come potrebbe proprio lui che ha paura dell'acqua tuffarsi tra le onde per salvare l'amichetto?
Ma grazie all’aiuto di insospettabili e simpaticissimi nuovi amici (tutte creature del mare) Nico vivrà una straordinaria avventura in fondo al mare, affronterà con coraggio ciò che lo spaventa da sempre pur di dimostrare la propria sincera amicizia al suo Tobia.
Non solo, ma Nico imparerà una lezione fondamentale: ciascuno di noi ha il dovere di rispettare  l'ambiente circostante, perchè atteggiamenti di indifferenza e di superficialità producono danni gravi alla natura, così, una volta a casa, cercherà di impegnarsi a tenere pulita la spiaggia, perché ha capito che il mare è un posto bellissimo, abitato da creature incredibili, ma va protetto e difeso. 
E perchè questo sia possibile, bisogna unire le forze ed essere una squadra!

Questa di Imma Pontecorvo è una favola molto bella e significativa, adatta a bambini dai 5 agli 8 anni (ma in grado di far riflettere tutti, a qualsiasi età) che affronta principalmente la tematica di mantenere pulite le spiagge e di rispettare il mare, che va preservato dall'inquinamento.
Un racconto breve che si sofferma anche su altri argomenti importanti, come l'imparare a superare le proprie paure, il valore dell'amicizia e del motto "l'unione fa la forza".

Ringrazio l'Autrice per la possibilità di leggere "Nico e il fantastico mondo del mare", corredato di belle e colorate illustrazioni, e consiglio questa favola, da leggere e condividere con giovanissimi lettori perchè ha degli insegnamenti da donare e dei valori importanti su cui riflettere per diventare dei cittadini del mondo consapevoli.

lunedì 4 marzo 2019

Libri in wishlist (marzo 2019)




Buongiorno, cari lettori!
Oggi vi presento due romanzi che sono finiti dritti dritti in wishlist,  a motivo del mio amore per le sorelle Brontë, e in questo caso per Charlotte e la sua Jane Eyre.
Il primo è una nuovissima uscita Beat Edizioni.


MISTER ROCHESTER
di Sarah Shoemaker


BEAT Ed.
416 pp
18 euro
Dal 28 febbraio 2019

Orfano di madre, Edward Fairfax Rochester trascorre i giorni della sua infanzia in compagnia di algide bambinaie e istitutrici. A Thornfield Hall, la cupa magione della sua famiglia, i sentimenti non hanno spazio. Le rare volte in cui si aggira tra le mura di casa, suo padre mostra il più totale disinteresse nei suoi confronti.
E le cose non vanno certo meglio con Rowland, il fratello di otto anni maggiore, irruento e intrattabile come pochi.
Nelle ore libere dallo studio, Edward si accontenta perciò di vagare, solitario, per i giardini e per i boschi di Thornfield Hall, convinto che la sua esistenza resterà immutata.
Al suo ottavo compleanno, invece, tutto cambia: per volontà del padre è costretto a lasciarsi alle spalle le attività infantili e a trasferirsi a Black Hill, nei pressi di Leeford, dov'è affidato alla tutela di Mr Hiram Lincoln.
Edward trascorre in tal modo la sua adolescenza esiliato da tutto ciò che ha sempre amato.
Diventato un giovane uomo, intraprende un viaggio che lo porta attraverso l'Inghilterra della classe operaia e la decadenza dell'Europa continentale fino alle calde e languide spiagge della lontana Giamaica, dove vivrà un'appassionata storia d'amore con l'affascinante, ma psicologicamente instabile, ereditiera Bertha Mason.
Anni dopo, tornato in Inghilterra con la moglie, sprofondata nel baratro della follia, Edward si considera ormai un uomo finito. Ma il suo destino deve ancora compiersi grazie all'incontro con una giovane istitutrice: Jane Eyre, che gli ruberà il cuore e gli insegnerà ad amare di nuovo.



Il secondo libro è legato sempre a Jane Eyre perchè è, in un certo senso, il prequel del celebre romanzo di Charlotte Brontë (1847), e descrive le circostanze e le dinamiche del primo matrimonio del signor Rochester (nome tuttavia mai citato nel romanzo di Rhys) dal punto di vista della sua prima moglie, l’ereditiera creola Antoinette Cosway.



Il grande mare dei Sargassi
di Jean Rhys



Adelphi Ed.
trad. A. Motta
208 pp
9 euro
Siamo in Giamaica, intorno al 1830, in un mondo dove «tutto era fulgore e tenebra». 
Da una parte le pratiche del voodoo e le storie degli zombi conosciute attraverso la servitù di colore, dall’altra la calma ferocia dei bianchi, l’intrico delle loro vendette e inganni – e tutto accolto in una natura che stordisce col suo splendore: così appaiono le cose alla piccola Antoinette, che già si sente avvolta in un destino avverso. 
Segue poi il suo matrimonio con un giovane inglese (Edward Rochester, appunto), che la sposa per interesse, comincerà a chiamarla Bertha e la porterà in Inghilterra: ne nasce una passione tristanica, dove «Desiderio, Odio, Vita, Morte erano terribilmente vicini nell’ombra». 
Finché un filtro d’amore filtrerà soltanto la sciagura, addensata da generazioni sul capo di Antoinette, facendo una sola rovina di quei termini che prima erano già pericolosamente accostati.


domenica 3 marzo 2019

Prossimi arrivi in libreria (thriller, noir, gialli)




Storie dalle tinte noir...: prossimamente in libreria!

Dopo Sara al tramonto, Maurizio de Giovanni torna ad esplorare le profondità del silenzio e celebra il coraggio della rinascita, perché niente è davvero perduto finché si riescono a pronunciare parole d'amore.


LE PAROLE DI SARA
di Maurizio De Giovanni



Ed. Rizzoli
19 euro
USCITA
12 MARZO 2019
Il tempo del silenzio è finito. La donna invisibile è tornata.

Sara Morozzi e Teresa Pandolfi sono cresciute insieme: colleghe, amiche, avversarie leali presso una delle più segrete unità dei Servizi.
Le due si conoscono benissimo, per capirsi basta uno sguardo, ed entrambe hanno imparato a non sottovalutare le conseguenze dell'amore.  
Per amore, Sara ha rinunciato a tutto, abbandonando un marito e un figlio che ha rivisto soltanto sul tavolo di un obitorio. 
Per non privarsi di nulla, Teresa ha rinunciato all'amore. 
Trent'anni dopo, Sara prova a uscire dalla solitudine in cui è sprofondata dalla scomparsa del suo compagno, mentre Teresa ha conquistato i vertici dell'unità. 
Ma questa volta ha commesso un errore: si è fatta ammaliare dal fascinoso ricercatore Sergio; quando questi sparisce senza lasciare traccia, non le resta che chiedere aiuto all'amica di un tempo. 
E Sara, la donna invisibile, torna sul campo. 
Insieme a lei ci sono il goffo ispettore Davide Pardo e Viola, ultima compagna del figlio, che da poco l'ha resa nonna, regalandole una nuova speranza. 



Dopo Le bambine dimenticate e La foresta assassina, la detective Louise Rick torna su un caso delicato ad alto tasso di suspense.



LA DONNA SCOMPARSA
di Sara Blaedel


Fazi Ed.
USCITA
14 MARZO 2019

È una notte buia e piovosa, in Inghilterra. Al limitare di un bosco, a pochi passi dall’aperta campagna, c’è una casa con una finestra illuminata. 
All’interno, la sagoma di una donna, in controluce. A completare il quadro, si aggiungono il marito e la figlia adolescente. 
Da fuori, un uomo osserva la scena con un fucile da caccia in mano; riesce a immaginarsi il profumo della cucina, il calore familiare della stanza, le conversazioni di fine giornata. 
Fa un respiro profondo, preme il grilletto e colpisce la donna in piena fronte. Lei si accascia sul pavimento. Lui scappa.
In Danimarca, la detective Louise Rick e il collega Eik hanno deciso di andare a vivere insieme ma lui sparisce nel nulla. 
Nel giro di pochi giorni, Louise riceve una telefonata: Eik è stato arrestato per disturbo della quiete pubblica e intralcio alle indagini. 
Si trovava in Inghilterra, sul luogo del delitto della donna inglese, Sophie Parker, il cui nome figurava da molto tempo nella lista delle persone scomparse. 
La sua sparizione era stata denunciata diciotto anni prima proprio da Eik: era la sua fidanzata. Cosa sta succedendo? Sconvolta e terrorizzata dal coinvolgimento di Eik nel caso, Louise deve mettere a tacere il suo tumulto interiore se vuole trovare il killer di quella che si rivelerà la sua indagine più controversa…



Arance rosse è un romanzo inquietante, imprevedibile e avvincente, che introduce una nuova straordinaria voce nel panorama della suspense psicologica. Un elettrizzante thriller d'esordio che esplora il potere della paura e del desiderio, la gelosia e il tradimento, l'amore e l'odio.



ARANCE ROSSE 
di Harriet Tyce



Ed. Mondadori
USCITA
26 MARZO 2019

Alison ha tutto ciò che si può desiderare: un marito amorevole, una figlia adorabile e una carriera legale sulla rampa di lancio: le è stato appena affidato il suo primo caso di omicidio. 
La cliente che difenderà in giudizio non nega di avere pugnalato il marito e pare decisa a dichiararsi colpevole. Eppure c'è qualcosa di profondamente sbagliato nella storia che racconta. Ma anche nella vita di Alison non tutto è come sembra…

Alison beve troppo e sta trascurando la sua famiglia. Ha anche intrapreso una relazione con un collega il cui gusto per l'estremo supera i confini di ciò che lei è in grado di sopportare. Salvare la sua cliente potrebbe essere il primo passo per salvare anche se stessa.

Ma qualcuno nell'ombra conosce i segreti più nascosti di Alison, qualcuno che vuole farle pagare ciò che ha fatto e che non si fermerà fino a quando lei non avrà perso tutto quello che ha di più caro.




Accolto dall'entusiasmo della critica al suo apparire, vincitore del Costa First Novel Award, Le sette morti di Evelyn Hardcastle è, come ha scritto il Financial Times, «qualcosa in cui il lettore non si è mai imbattuto fino ad ora», un romanzo geniale in cui Agatha Christie incontra "Black Mirror".



LE SETTE MORTI DI EVELYN HARDCASTLE
di Stuart Turton



Ed. Neri Pozza
trad. f. Oddera
448 pp
18 euro
USCITA
28 MARZO 2019

Stanotte Evelyn Hardcastle verrà uccisa... di nuovo. Come puoi impedire un omicidio già compiuto

Blackheath House è una maestosa residenza di campagna enorme e pronta ad accogliere gli invitati al ballo in maschera indetto da Lord Peter e Lady Helena Hardcastle. 
Gli ospiti sono membri dell'alta società, ufficiali, banchieri, medici ai quali è ben nota la tenuta degli Hardcastle. 
Diciannove anni prima erano tutti presenti al ricevimento in cui un tragico evento – la morte del giovane Thomas Hardcastle – ha segnato la storia della famiglia e della loro residenza, condannando entrambe a un inesorabile declino. 
Ora sono accorsi attratti dalla singolare circostanza di ritrovarsi di nuovo insieme, dalle sorprese promesse da Lord Peter per la serata, dai costumi bizzarri da indossare, dai fuochi d'artificio. Alle undici della sera, tuttavia, la morte torna a gettare i suoi dadi a Blackheath House. 
Nell'attimo in cui esplodono nell'aria i preannunciati fuochi d'artificio, Evelyn, la giovane e bella figlia di Lord Peter e Lady Helena, scivola lentamente nell'acqua del laghetto che orna il giardino antistante la casa. Morta, per un colpo di pistola al ventre. Un tragico decesso che non pone fine alle crudeli sorprese della festa. 
L'invito al ballo si rivela un gioco spietato, una trappola inaspettata per i convenuti a Blackheath House e per uno di loro in particolare: Aiden Bishop. 
Evelyn Hardcastle non morirà, infatti, una volta sola. Finché Aiden non risolverà il mistero della sua morte, la scena della caduta nell'acqua si ripeterà, incessantemente, giorno dopo giorno. 
E ogni volta si concluderà con il fatidico colpo di pistola. La sola via per porre fine a questo tragico gioco è identificare l'assassino. 
Ma, al sorgere di ogni nuovo giorno, Aiden si sveglia nel corpo di un ospite differente. E qualcuno è determinato a impedirgli di fuggire da Blackheath House... 

sabato 2 marzo 2019

Recensione: CLAUDIO BAGLIONI. UN CANTAUTORE DEI GIORNI NOSTRI 1967-2018 di Paolo Jachia



Questo breve ma interessante saggio di Paolo Jachia ripercorre in maniera cronologia la carriera di Claudio Baglioni, a partire dalla prima canzone scritta nel 1967 sino ad arrivare a tempi più recenti, con Capitani Coraggiosi in compagnia di Morandi e la sua (prima) designazione come direttore artistico e conduttore del Festival di Sanremo 2018.
L'autore non si limita ad analizzare l'aspetto musicale ma ancor più la capacità comunicativa, lo spessore artistico e l'evoluzione che negli anni hanno caratterizzato la musica di Baglioni



CLAUDIO BAGLIONI. UN CANTAUTORE DEI GIORNI NOSTRI 1967-2018
di Paolo Jachia


Fratelli Frilli Ed.
176 pp
12.90 euro
La lettura di questo trattato è stata davvero interessante per me che sono "baglioniana" da ormai molti anni.
Ripercorrere la brillante carriera del cantautore romano me l'ha fatto apprezzare (se mai ce ne fosse bisogno!) ancora di più perchè inevitabilmente la disamina di Jachia mi ha indotta a considerare (ancora una volta) e a soffermarmi su alcuni aspetti fondamentali che hanno contrassegnato l'evoluzione artistica del protagonista di queste pagine, Claudio Baglioni appunto.

Si parte dagli inizi, dal '70, quando esce "Un cantastorie dei nostri giorni", da "Signora Lia", una canzone che nella sua semplicità e immediatezza ci fa capire come già da giovanissimo Claudio scrivesse testi che parlavano di vita quotidiana, di persone "normali", di scene di vita di ogni giorno che arrivano a noi come se stessimo guardando una fotografia.
Inevitabile passare per quella che è stata definita "la canzone del secolo" e che molto probabilmente è, per tanti, il primo brano che viene in mente quando si nomina Claudio: Questo piccolo grande amore, una canzone che parla di un amore giovanile romantico e che è da sempre definita una canzone popolare, sciropposa, melensa.... e purtroppo questa etichetta Baglioni se la ritroverà addosso per anni, nonostante egli poi scelga coraggiosamente di dimostrare di non essere solo "uno che canta d'amore" ma anche un artista che cresce, matura e sviluppa e affina la capacità di raccontare tante altre tematiche, e di farlo non più solo in quei toni malinconici, "crepuscolari" che caratterizzano la sua produzione artistica ante 1977 (anno in cui pubblica l'album "Solo", e che lo vede staccarsi dalla RCA e separarsi da Coggio, fino a quel momento coautore di molti testi di Baglioni), ma con una maturità che emerge tanto nella scrittura quanto nella musica.

Non che Claudio smetta di parlare di sentimenti e di amore, ma semplicemente cambiano "i termini" e il modo di raccontarlo; del resto, è la vita che ce lo insegna: si cresce, si abbandona l'adolescenza per entrare nell'età adulta, ci si innamora, si soffre, una relazione può finire e lasciare dietro sè piccole o grandi macerie nel nostro cuore, può trascinarci in momenti di solitudine, di sofferenza... Altro che amore romantico, frasi da "Baci Perugina" e occhi a cuore: l'amore può ferire e può non durare per sempre, ma non per questo non è importante e non merita di essere raccontato, anzi... fotografato, proprio come fa Claudio, che rivela, di album in album, una grande e più forte consapevolezza compositiva, espressiva e una sempre maggiore ricchezza nella scelta di parole, immagini, simbolismi.

In queste pagine il lettore - in particolare chi magari non è un estimatore Doc di Baglioni - ha modo di conoscerne meglio il repertorio, che è fatto anche di testi in cui emergono tematiche sociali - pensiamo a brani come "I vecchi", "Uomini persi" - o che semplicemente ritraggono la realtà attorno a sè, che sia una sera come tante di una famiglia tra le mura domestiche, schiacciata dalla propria esistenza appiattita e grigia ("E adesso la pubblicità") o l'umanità - uomini e donne - che ogni giorno si svegliano e affrontano un nuovo giorno ("Un nuovo giorno o un giorno nuovo").

Al centro c'è quello che è unanimamente considerato il capolavoro di Baglioni, "Oltre", una sorta di romanzo in versi, stratificato e complesso sotto ogni aspetto, e anche dall'analisi dei successivi album viene fuori un artista sempre più sensibile e capace di osservare il mondo con uno sguardo ogni volta nuovo, di chi non smette di farsi domande, di porsi interrogativi sui grandi temi della vita, di chi non ha paura di mettersi in viaggio alla ricerca di sè e del prossimo.

Credo che questo libro possa piacere tanto a chi già ama e apprezza moltissimo Claudione, quanto a chi lo conosce poco (o comunque solo attraverso alcuni suoi brani ritenuti "rappresentativi", i più "famosi", ma che forse in realtà sono quelli che gli rendono meno giustizia ^_- ), perchè restituisce un ritratto del Nostro onesto, ben argomentato e contestualizzato, che esamina in modo intelligente e consapevole molti dei brani più belli e significativi, dai quali vien fuori un artista e, ancor prima, un uomo che attraverso la sua splendida musica non s'è risparmiato al suo pubblico e che personalmente mi auguro (anzi, ne sono certa) abbia ancora tanto da dare a chi vuole emozionarsi attraverso le sue canzoni.
Ringrazio di cuore la C.E. Frilli Editori per avermi fatto dono di questa graditissima copia e non posso che consigliarne la lettura, tanto più a quanti amano la musica cantautorale italiana. (di cui Baglioni è degno rappresentante).





'51 Montesacro e tutto cominciava...

Da allora un ragazzo di pianura, 

camminando lungo le vie dei colori e sulle scale di un pianoforte,

è diventato un Grande Mago, un Cantastorie che ci ha regalato nuvole e sogni, 

come un urlo in mezzo al cielo, che vola e va da me a te.

A CLA'.., 

son le ultime parole che ho pensato in questa stanza ....

e non sono mai abbastanza per dire 

GRAZIE....,

perchè hai dato un po' di te da amico vero

a tutta questa gente che c'è al mondo,

e così, tra canzoni e amore, ti ritrovo fianco a fianco

a ricordarmi che 

IL SOGNO E' SEMPRE

... LA VITA E' ADESSO!

venerdì 1 marzo 2019

Bilancio di letture del mese di febbraio 2019



Il mese più corto del'anno è volato via, tra febbre e tosse, e io tiro le somme delle mie letture di febbraio ^_-



  • LA CULLA BUIA di S. Hannah (RECENSIONE). In questo thriller psicologico l'autrice britannica Sophie Hannah affronta un argomento spinoso, quello delle morti in culla: genitori stanchi, un po' assonnati, che finalmente, dopo una lunga giornata, vedono il loro bimbo di pochi mesi addormentarsi..., ma il mattino successivo il risveglio potrebbe essere decisamente tragico se quel bimbo dovesse restare immobile nel lettino...
  • APPUNTAMENTO IN OBITORIO di Mauro Valente (RECENSIONE): un giallo appassionante, un inspiegabile omicidio che nasconde fitti collegamenti con il mondo militare e i suoi segreti; ma nessuna verità può restare sepolta per sempre.
  • LA PIETRA DI LUNA di Wilkie Collins (RECENSIONE): un diamante meraviglioso su cui aleggia l'eco di una maledizione per chi ne diventa indegno possessore. Un poliziesco tinto di noir scritto con una penna magistrale, una narrazione fluente pur essendo minuziosa; il ritratto di un'Inghilterra in Età Vittoriana che si muove tra l'ironico e il melanconico.
  • BUIO E LUCE. Alzate gli occhi al cielo di Fabio Salvatore (RECENSIONE): la testimonianza serena, consapevole e toccante di un uomo che ha trovato nella fede la via per affrontare il cancro che da anni ha colpito il suo corpo ma non è riuscito ad abbattere il suo spirito.
  • ELLIE ALL'IMPROVVISO di Lisa Jewell (RECENSIONE). Un'adolescente scomparsa in circostanze misteriose; una madre distrutta che, da quella tragica sparizione, non s'è mai ripresa davvero. Un passato che torna prepotentemente a bussare e, finalmente, tante domande troveranno, dopo dieci anni, risposta.
  • UNA NOTA NEL CUORE di Ilaria Mossa (RECENSIONE). Una storia d'amore dolce e romantica nata tra le note della musica e all'ombra del "magico" suo potere di risvegliare emozioni e sentimenti.
  • PISTA NERA di A, Manzini (RECENSIONE): Rocco Schiavone è un vicequestore davvero particolare: scorbutico, "cannaiolo", sempre di cattivo umore, sarcastico all'ennesima potenza, all'occorrenza manesco e poco gentile..., ma anche molto bravo nel risolvere i casi più difficili. Ed è impossibile non amarlo, nonostante il suo caratteraccio.
Sul podio vanno di sicuro LA PIETRA DI LUNA perchè ho conosciuto un grande narratore dell'età vittoriana, che approfondirò (Wilkie Collins), PISTA NERA perchè Rocco Schiavone è un gran personaggio, e il thriller psicologico ELLIE ALL'IMPROVVISO, molto bello e intrigante; un po' delusa da LA CULLA BUIA di Sophie Hannah :((


Attualmente in lettura:

- EDUCAZIONE EUROPEA (R. Gary)
- DEVORA (F. Buso)
- LA CASA DI VETRO (S. Mawer)


Sul fronte cinema ahimè non ho nulla da dichiarare; sto apprezzando la fiction su canale 5 NON MENTIRE con Preziosi e Greta Scarano, ritengo sia fatta bene, attori bravi, intriganti le vicende; sono molto curiosa di vedere l'ultima puntata.



E ORA TOCCA A VOI!
QUALI LETTURE DI FEBBRAIO VI HANNO COLPITO MAGGIORMENTE?
QUALI VI HANNO DELUSO?

giovedì 28 febbraio 2019

Recensione: PISTA NERA di Antonio Manzini



Rocco Schiavone è un vicequestore davvero particolare: scorbutico, "cannaiolo", sempre di cattivo umore, sarcastico all'ennesima potenza, all'occorrenza manesco e poco gentile..., ma anche molto bravo nel risolvere i casi più difficili. Ed è impossibile non amarlo, nonostante il suo caratteraccio.




PISTA NERA
di Antonio Manzini


Ed. Sellerio
288 pp
13 euro
"Una telefonata sul cellulare a quell’ora di sera era una rottura di coglioni, sicuro come una raccomandata di Equitalia. (...) Una rottura di coglioni di ottavo grado. Se non addirittura nono.
Rocco Schiavone aveva una sua personalissima scala di valutazione delle rotture di coglioni che la vita insensibilmente gli consegnava ogni giorno. (...) L’ottavo grado vedeva in primis il parlare in pubblico, poi le pratiche burocratiche di lavoro, il teatro, riferire a questori o magistrati. Al nono i tabaccai chiusi, i bar senza l’Algida, incontrare qualcuno che gli attaccasse delle chiacchiere infinite, e soprattutto gli appostamenti con agenti che non si lavavano. Poi per ultimo c’era il decimo grado della scala. Il non plus ultra, la madre di tutte le rotture di coglioni: il caso sul groppone."


Semisepolto in mezzo a una pista sciistica sopra Champoluc, in Val d’Aosta, viene rinvenuto un cadavere, in condizioni davvero orribili: sul corpo, infatti, è passato un cingolato in uso per spianare la neve, smembrandolo e rendendolo irriconoscibile.
Ovviamente, attorno al luogo in cui viene trovato il morto sono poche le tracce utili per il vicequestore Rocco Schiavone, da poco trasferito ad Aosta e al quale è affidato il caso: briciole di tabacco, lembi di indumenti, resti organici e  qualcosa che lascia intuire dai primi momenti che non si è trattato di un incidente ma di un delitto. 
La vittima viene presto riconosciuta grazie ad un tatuaggio sul petto, ed è proprio la moglie del morto a dare una mano in questo senso: Leone Miccichè, catanese, proveniente da una famiglia di imprenditori vinicoli, stabilitosi tra le cime e i ghiacciai per aprire una lussuosa attività turistica, insieme alla moglie Luisa Pec, una donna tanto bella quanto intelligente; Luisa è di Champoluc e i suoi modi di fare suadenti - nonostante il dolore per la fresca vedovanza - non possono che stuzzicare i facili appetiti del vicequestore. 

Chi e perchè ha ucciso il povero Miccichè?
Le ipotesi più probabili sono tre: la vendetta di mafia, i debiti, il delitto passionale. 
Difficile individuare la pista giusta, visto che per ciascuna sembra mancare il tassello esatto..., ma Rocco ci sa fare non solo con i casi complicati ma ancor più... con l'essere umano.

Proprio lui, che si trova nella gelida e innevata Val d'Aosta non per volontà proprio ma in seguito ad un trasferimento punitivo.

Classe 1966, Rocco Schiavone è un vicequestore nato e cresciuto a Trastevere, che odia lo sci, le montagne, la neve e il freddo, bestemmia per le dita ghiacciate e per le sue Clark fradice ed inutili in un posto come quello.
Come mai dalla capitale è finito in quel luogo dimenticato da tutti?
Evidentemente ha combinato qualcosa di grosso per meritare un esilio come questo. 
Del resto, stiamo parlando di un poliziotto corrotto (eh sì, non è uno stinco di santo e lo vedremo coinvolto anche in un affare non proprio legale e non certo adeguato alla divisa che porta), che ama la bella vita, ha un temperamento violento, atteggiamenti sarcastici - nel senso più romanesco che ci sia (tanto da essere quasi sempre sgradevole e antipatico), saccente, infedele, maleducato con le donne (se son belle, non riesce a non formulare pensieri sessuali su di loro), cinico con tutto e chiunque... e, come se non bastasse, odia il suo lavoro, che reputa una gran rottura di... 
Però ha talento.
Sa come mettere un tassello dietro l’altro nell’enigma dell’inchiesta, ha una grande abilità nel leggere le persone, comprendendone i caratteri, le motivazioni, le intenzioni, i pensieri nascosti, utilizzando questi dati e queste intuizioni come frammenti utili per comporre un unico puzzle. 

Là dove gli indizi sembrano più labili che mai, dove i testimoni appaiono poco attendibili, lì dove la storia del " qui a Champoluc siamo tutti parenti, amici e cugini" può rivelarsi un'arma a doppio taglio, lì dove ognuno conosce i fatti altrui e il pettegolezzo è all'ordine del giorno - che sia al bar di Mario e Michael piuttosto che nel negozietto dai prezzi stellari, o alla scuola di sci o ancora nel ristorantino che delizia il palato con un risotto al Barolo che ti mette (temporaneamente) in pace col mondo -, ecco che Schiavone sguinzaglia tutto il suo acume, la sua logica di ferro, le sue capacità investigative invidiabili e infallibili che lo portano dritto dritto verso il colpevole.

Ad aiutarlo nelle indagini - che durano pochi giorni - ci sono il medico legale Fumagalli - bravo nel suo mestiere, ironico, si diverte a stuzzicare Schiavone, che lo manda gentilmente a quel paese ogni volta -, e l'agente Italo Pierron - giovane, inesperto ma intelligente, bravo, affidabile, con cui Rocco instaura un buon rapporto di collaborazione; anche l'agente Caterina Rispoli, carina ed efficiente, rientra (stranamente?) nelle simpatie del burbero vicequestore.
Divertenti le interazioni con gli altri due poliziotti, D'Intino e Deruta, assolutamente goffi, imbranati ed incapaci di fare autonomamente e con competenza il proprio lavoro, e per questo oggetto di insulti e urla da parte di Schiavone, che non manca di rimproverarli e sfotterli ad ogni occasione.

Schiavone non è il superiore ideale, con la sua faccia strafottente, burbera e poco aperta al sorriso, i suoi modi ruvidi e zotici, la sua voce rabbiosa, il suo sguardo che sa intimorire; non è l'uomo che vorresti come partner, e lo sa bene la donna che in questo periodo frequenta ad Aosta, la bella Nora, paziente e consapevole che Rocco o lo accetti per quello che è (un amante inaffidabile, incostante, scostante, di umore decisamente variabile) o è meglio che lo lasci perdere.

Eppure, nonostante il suo caratteraccio, da lettrice non ho potuto non fare il tifo per lui; perchè Rocco alla fine è una persona, a modo suo, trasparente, anticonformista, capace di andare contro i luoghi comuni che lo circondano, di racchiudere dentro di sè un mondo che in pochi conoscono ma che è più ricco e sensibile di quanto traspaia all'esterno.

E il lato più umano di Rocco, la parte più fragile, quella capace di sciogliersi in lacrime, di parlare da solo davanti ad uno specchio, di commuoversi, di amare oltre tutto e tutti, c'è e il lettore può osservarla da vicino, seppur in pochi sprazzi, nei dialoghi con lei, la donna della sua vita: la moglie Marina.

Rocco fa il suo lavoro in maniera eccellente ma quando porta a casa un caso chiuso in poco tempo e brillantemente non si sente affatto felice.

"«Mestiere di merda» ringhiò il vicequestore (...). E la solita spiacevole sensazione di colpevolezza calò sui suoi sensi, sul suo corpo stanco e infreddolito. Era sempre così. Ogni volta che chiudeva un caso si sentiva sporco, lurido, bisognoso di una doccia o di un viaggio di un paio di giorni. Come se fosse lui l’assassino. (...) Ma non si può toccare l’orrore senza farne parte. E lui lo sapeva. (...) Doveva sporcarsi. Il fango diventava casa sua. (...) Era la parte più brutta e oscura della sua vita, tornarci era doloroso, faticoso. E tutto questo, le indagini, gli assassini, le falsità lo costringevano a rifarci i conti. A lui, che cercava di lasciarsi alle spalle le cose più brutte che aveva vissuto. Che tentava di dimenticare il male fatto e quello ricevuto. Il sangue, le urla, i morti. Che si ripresentavano dietro le palpebre ogni volta che le chiudeva. (...)  Nella palude Rocco Schiavone era come tutti gli altri. Né più né meno. Nella palude il confine tra bene e male, tra giusto e sbagliato non c’è. E non ci sono neanche le sfumature. O ti ci butti dentro, o ne stai fuori."

Rocco Schiavone non è il commissario..., ohps, il vicequestore! (non chiamatelo commissario che s'inalbera e vi scarica addosso una valanga di parolacce) scanzonato, ironico, solitario e sulle sue ma in fondo buono ed empatico cui ci hanno abituato personaggi memorabili come Poirot, Maigret o anche un Philip Marlowe; no, lui è indisponente e sembra far di tutto (in realtà gli viene proprio spontaneo, non si sforza affatto!) per risultare antipatico, arrogante e bifolco.
Però sa il fatto suo e basta uno sguardo dei suoi, carico di domande - quelle giuste! - e avvertimenti - "non fare il furbo con me chè ti sgamo immediatamente!" - per farti capitolare e confessare.
Perchè uno come lui sa come guardarti dentro, come scavare e arrivare negli angoli buii della tua anima, della tua mente; fiuta da lontano il marcio perchè lui in quel buio e in quel marcio ci vive ogni giorno, lo conosce fin troppo bene ed è lì che vivono i suoi dèmoni, i suoi incubi personali e più intimi, che lo tormentano da tempo e non lo lasciano in pace.

Ma non immaginatevi questo noir di Manzini come qualcosa di cupo, triste, di una malinconia mortale ed opprimente; sì, il protagonista è sicuramente un uomo con un passato difficile e doloroso alle spalle, ha un carattere ombroso e poco socievole, ma sa anche come regalarci momenti molto ironici, che ci fanno sorridere proprio perchè Rocco è così spontaneamente burbero da fare battutacce e osservazioni talmente crude e schiette da risultare, alla fine, buffo, comico.

Aggiungo che nella lettura mi ha "aiutata" molto il poter attribuire un volto (delle facce, dei toni di voce ecc...) ai personaggi, in primis a Schiavone, avendo guardato la serie con protagonista il formidabile Marco Giallini, che incarna perfettamente il vicequestore romano.

Un noir per me impeccabile, piacevolissimo, trama molto intrigante, location suggestiva e ben descritta, protagonista che "spacca" e conquista il lettore.

Mi è venuta voglia di continuare la serie, Rocco già mi manca!

mercoledì 27 febbraio 2019

Alcune proposte editoriali (marzo 2019)



Cari lettori, torno con voi per presentarvi alcune novità editoriali appartenenti a diversi generi letterari.




La Scelta di Morgane Mentil

Genere: Paranormal romance
Casa Editrice: Self-publishing
Pagine: 336

Milano, giorni nostri. La città è colpita da improvvise esplosioni. In una di queste resta coinvolta Sarah Terenzi che per miracolo sopravvive. 
Da quel momento la vita della giovane giornalista cambia. E non solo la sua. Le distruzioni si moltiplicano investendo l’intero Pianeta – dal Brasile alla Cina, dagli Stati Uniti all’Italia – e quel che sembrava un piano ben congegnato da una cellula terroristica assume i contorni di una devastazione su scala mondiale mai vista prima. 
Al fianco della ragazza, l’amico ed ex-fidanzato Michele Fontini, giornalista ambizioso e con la propensione a cacciarsi nei guai, e il suo cameraman Andrea. 
Scoprire la verità non è cosa semplice ma Sarah ha un asso nella manica: nel parco cittadino in cui si sono verificati i primi attacchi nota un uomo che porta in salvo molte vittime e si scontra con un altro, un tipo strano, cupo e accigliato, di cui presto si dimentica. 
Di lì a invaghirsi dell’eroe sconosciuto il passo è breve: scovare quel tizio diventa per Sarah un’ossessione, come comprendere chi si nasconde dietro gesti apocalittici che paiono compiuti da folli terroristi. Salvata anche lei dalle braccia e dal corpo di questo semidio un po’ scontroso, tenta di approcciarlo, ma viene cacciata in malo modo. 
La giovane però non si arrende e quando sembra che il fato abbia soltanto tirato un brutto scherzo, ecco rispuntare quel fantasma sfuggente in tutta la sua statuaria bellezza, intenzionato a fare amicizia con lei. L’uomo misterioso, custode di segreti ben oltre l’immaginabile, non ha calcolato l’amore per Sarah e, incastrato fra un padre padrone e un’accesa faida tra fratelli, dovrà fare i conti con il ruolo cruciale ricoperto in famiglia, la missione più che straordinaria sulla Terra e una coscienza per troppo tempo ignorata. 
Sia lui, sia Sarah dovranno scegliere tra il cuore e la ragione, la morte e la vita, il buio e la luce, senza per questo abbandonare a sé stessa l’intera Umanità.


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L’apprendista bardo di Federico Leonardo Giampà

Genere: Fantasy/Storico
Casa Editrice: Bookabook
Pagine: 258


L'’apprendista bardo è un romanzo che affianca ad eventi storici realmente accaduti il mondo della magia e dello straordinario, che nella storia è un universo nascosto in grado di determinare gli eventi "reali". 
Non si tratta quindi di un fantasy classico, ma di un testo che riprende temi epico-fantastici della tradizione letteraria europea, rielaborati per lettori giovanissimi. 
Caratteristica di spicco del romanzo sono i frequenti richiami alle leggende del ciclo arturiano, che si fondono con lo scenario oscuro, quasi gotico, dentro il quale si muovono i protagonisti. La storia si svolge nella Francia medievale, poco prima dell'anno mille. 
Realtà e fantasia si intersecano seguendo il filo delle avventure del protagonista principale, Raymond (l’apprendista bardo), figlio ed erede del conte di Provenza che, con gran dispiacere del padre, non è interessato al combattimento e ai cimenti, ma alla musica, tanto che decide di fuggire dalla corte per trovare il proprio destino. 
Raymond all’inizio non ha una meta, ma la trova grazie alla conoscenza di un uccello parlante, la gazza Luc, un tempo grande bardo, poi tramutato in uccello da una strega per essersi rifiutato di condividere con lei i segreti della musica magica. 
Tra i due nasce un patto, e Luc diviene il maestro di Raymond. Inizia così il viaggio del giovane apprendista bardo, tra misteriosi luoghi incantati, nuove amicizie, tornei cavallereschi, oscure insidie, e secolari segreti che aspettano di rivelarsi.


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L’azienda di Cristiano Chiesa-Bini 

Genere: Romanzo
Casa Editrice: Multimage
Pagine: 184
Prezzo: euro 15,00

Roma, 2055. Cinzia lavora nel reparto selezioni pubbliche dell’Azienda: un ente supremo che guida i desideri dell’umanità con lo scopo di parificare i bisogni umani per un nuovo ordine mondiale privo di conflitti. 
Ma i nuovi dettami sociali, questo livellamento imposto dall’alto, riusciranno a generare una società appagata e libera? 
La narrazione è costruita attorno a Cinzia e Giulia, due amiche legate fin dalla nascita da una profonda amicizia, parti di una società ipertecnologica che non hanno potuto scegliere. 
Le loro riflessioni e le loro scelte cambieranno il corso della loro esistenza, il punto di vista del lettore e il futuro di tutta l'umanità.


Il potere e la magia della gratitudine di Ivan Nossa
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Genere: Crescita personale, motivazione e successo
Casa Editrice: Uno Editori
Pagine: 135


Grazie è una delle parole meno utilizzate al giorno d’oggi, ma racchiude al suo interno un grandissimo potere. 
Attraverso questo libro si imparerà a vivere nella gratitudine, ad aprire gli occhi e riconoscere i doni che la vita offre ogni giorno, a intraprendere un viaggio alla scoperta delle meraviglie che riposano all’interno del cuore, a fare esperienza di un nuovo e più alto livello vibrazionale che potrà cambiare la vita di ognuno, e a vivere un’emozione unica che porterà gioia e pace all’anima. 
Essere grati è una delle chiavi fondamentali per vivere una vita ricca di gioia e amore, e in questo libro si racconta come tutto ciò possa accadere. 


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Mavaffanguru di Prem Dayal

Genere: Satira socio-spirituale
Casa Editrice: Ilmiolibro
Pagine: 303


Mavaffanguru. Guida spirituale per mistici senza Dio è un libro provocatorio che si propone di tracciare un autentico percorso di risveglio della coscienza, utilizzando un linguaggio comico e uno strumento improbabile: i “Mantra italiani”. 
Scrollandosi di dosso le facce serie, l’odore di muffa e gli eterni sorrisi New Age che spesso affliggono i lettori di testi spirituali, l’opera provoca le tradizioni nazionali e le credenze religiose di qualsiasi parte del mondo. 
Danzando fra la secchezza del trattato, il calore della narrativa, la corrosività di un foglio satirico e la delicatezza della poesia, invita il lettore a ridere, riflettere, ispirarsi o rimanere semplicemente scandalizzato. 
Il libro è diviso in due parti: “La Malattia” e “La Medicina”, e l’autore affida a Peppino Cocozza, un personaggio fantasioso che incarna la saggezza paradossale e borderline di un outsider abituato a vivere alla giornata, il compito di spiegare nel dettaglio i Mantra Italiani del Distacco, della Purificazione e della Disidentificazione, fondamentali nella ricerca del sé più autentico.

domenica 24 febbraio 2019

Recensione: LA CULLA BUIA di Sophie Hannah (RC2019)



In questo thriller psicologico l'autrice britannica Sophie Hannah affronta un argomento spinoso, quello delle morti in culla: genitori stanchi, un po' assonnati, che finalmente, dopo una lunga giornata, vedono il loro bimbo di pochi mesi addormentarsi..., ma il mattino successivo il risveglio potrebbe essere decisamente tragico se quel bimbo dovesse restare immobile nel lettino...



LA CULLA BUIA
di Sophie Hannah

Ed. Garzanti
trad. S. Lauzi
438 pp
11.60 euro
E' il 7 ottobre 2009 quando Helen Yardley, casalinga 38enne, viene trovata morta, assassinata, in casa propria.
La sua morte violenta è destinata a suscitare clamore e la polizia, impegnata ad acciuffare l'assassino (o gli assassini), subito si ritrova sotto i riflettori e le attenzioni dei media: la donna, infatti, è da anni tristemente nota a tutti - alla polizia, all'opinione pubblica, ai giornalisti... - per aver affrontato un vero e proprio incubo giudiziario, iniziato nel 1996 e terminato nove anni dopo, in seguito ad una lunga carcerazione.
La Yardley nel 1996 fu condannata per l'omicidio dei suoi due figlioletti, Morgan e Rowan, trovati morti (rispettivamente nel '92 e nel '95) nelle proprie culle in circostanze inspiegabili, per le quali però la giustizia aveva deciso di incolpare e condannare proprio lei, Helen, la madre delle piccole creature.
La donna, quindi, oltre al dolore del doppio lutto vissuto insieme al marito, il fedele e devoto Paul (che le è sempre rimasto accanto durante tutti gli anni di inferno giudiziario), ha dovuto subire la vergogna e la sofferenza di essere ritenuta l'assassina dei suoi amati figli; non solo, ma la loro terza figlia, Paige (partorita mentre era agli arresti domiciliari), fu loro immediatamente tolta e affidata ad un'altra famiglia per proteggerla da sua madre...

Solo dopo nove anni, grazie alla battaglia portata avanti da quanti (in primis da Laurie Nattrass, giornalista e produttore tv) hanno sempre creduto nell'innocenza non soltanto di Helen ma anche di altre donne accusate dell'improvvisa e "strana" morte dei propri bimbi (Ray Hines, Sarah Jaggard...), la donna era stata dichiarata innocente e dunque vittima di un clamoroso errore giudiziario che le aveva rovinato la vita, errore al quale aveva dato il suo pesante contributo il parere di una "esperta", la dottoressa (pediatra e patologa forense) Judith Duffy, che aveva testimoniato contro alcune di queste madri, denunciando la presenza, nei bimbi, di lesioni e fratture molto strane e che testimoniavano, a suo dire, storie di "maltrattamenti" ai danni delle piccole vittime.

Proprio ora che era diventata nuovamente una donna libera, la cui reputazione di buona madre e persona perbene era stata finalmente riscattata..., Helen Yardley viene assassinata...!
Da chi? Chi aveva interesse a farla fuori? Forse qualcuno della "fazione" avversaria, qualche fanatico giustizialista convinto che lei fosse davvero colpevole di infanticidio e che quindi, uccidendola, ha pensato di compiere un atto di giustizia?

La polizia promette di indagare con tutto l'impegno necessario, e a capo delle indagini c'è l'ispettore Giles Proust, arrogante, cocciuto, intrattabile, dispotico con i subalterni, tanto che lo odiano tutti, in particolare l'agente Simon Waterhouse, che nutre nei confronti del superiore (soprannominato l'Omino di Neve per via dei modi alquanto sarcastici di dimostrare disapprovazione verso gli uomini della squadra, oggetto delle sue pesanti prese in giro) un odio profondo, anche un tantino esagerato ed irrazionale, che neanche le esortazioni della fidanzata, la poliziotta Charlie Zailer, riescono a placare.

Simon prende molto a cuore la ricerca del colpevole della morte di Helen, e sia lui che i colleghi iniziano indagini certosine per far luce su tutti quegli aspetti e quelle persone che potrebbero essere coinvolte nel caso, a cominciare dai vicini di casa e da chiunque fosse legato alla vittima, in particolare in merito alle accuse di infanticidio; la sua linea di indagine segue percorsi e domande decisamente diverse da quelle proposte da Proust, ma Simon è altrettanto testardo e sa di avere un fiuto e un sesto senso infallibili (lo stesso superiore, seppur di malavoglia, glieli riconosce) e proprio grazie ad essi, e al non dare nulla per scontato, riuscirà a rispondere ad interrogativi fondamentali.

Il tutto viene complicato e reso più urgente da un particolare inquietante, che fa pensare di trovarsi davanti ad un probabile serial killer che potrebbe colpire ancora: ad Helen è stato trovato (in tasca) un biglietto con su scritta una serie di sedici numeri, apparentemente priva di senso.
A ciò si aggiunge che questo biglietto è stato inviato alla giovane produttrice televisiva Felicity (Fliss) Benson: perchè proprio a lei? Cosa c'entra con Helen, le morti in culla e tutti i casi ad esse legati?

Fliss Benson lavora alla Binary Star (società di produzione televisiva) per l'antipatico e insopportabile Laurie Nattrass, il peggior capo che si possa desiderare: altero, cinico, strafottente, tratta con palese indifferenza i suoi dipendenti, Fliss compresa...; eppure, Laurie è anche l'alfiere della battaglia c condotta affianco al Jipac, il movimento volto a dimostrare l'innocenza di quei genitori e baby-sitter ingiustamente accusati di aver provocato la morte dei piccoli a loro affidati; e in questa battaglia Nattrass ha investito e continua ad investire tutto, proprio perchè crede ad occhi chiusi alla non colpevolezza di persone come Helen, Sarah Jaggard, Rachel Hines...

E proprio per dar voce a queste donne ha deciso di girare un documentario sulla loro vicenda, affinchè anche l'opinione pubblica si convinca di quale assurdo errore le abbia travolte e, ancor di più, affinchè presunti esperti come la dottoressa Duffy vengano radiati dall'albo e smettano di esercitare una professione che non son degni di rappresentare, visto che con i loro pareri professionali hanno rovinato la vita a degli innocenti.

Ma una mattina - la stessa in cui Fliss riceve per posta il biglietto anonimo con la serie di numeri - la ragazza apprende che Laurie sta per lasciare la Binary Star e che ha deciso di non mandare all'aria il docu-film sulle morti in culla, affidandolo proprio a lei, a Fliss, ordinandole di fare le sue veci, di occuparsene in prima persona (per quanto sempre sotto la sua supervisione) e di sostituirsi a lui anche in qualità di capo della società.

Fliss ovviamente non si sente in grado di prendere il posto di Laurie e di proseguire con il documentario e prova a rifiutare, ma non c'è verso di liberarsi di questo fardello; così, per dimostrare a se stessa di non essere la nullità che Laurie crede che sia, Fliss decide di cominciare ad interessarsi al caso, provando a mettersi in contatto con una delle donne prima accusate poi prosciolte, Ray Hines.
Inoltre, capisce - non senza paura - di essere coinvolta suo malgrado anche nell'omicidio della Yardley, visto che qualcuno si sta divertendo a mandarle questi biglietti anonimi, identici a quello trovato sulla vittima... 

Come se non bastasse, altre donne coinvolte e legate al caso di Helen vengono aggredite, e intanto l'identikit del presunto assassino comincia a delinearsi...: di chi si tratta? Perchè aggredisce persone allineate su entrambi gli opposti schieramenti (tanto chi accusa le donne di infanticidio, quanto le accusate)?

Nello spazio di meno di una settimana, Fliss - che "nasconde" una propria personale motivazione che l'avvicina alle vicende di questi genitori accusati - troverà il coraggio e la determinazione giusti per portare avanti il documentario, avvicinandosi pericolosamente alla verità, e contemporaneamente Simon Waterhouse e la fidanzata Charlie riusciranno a dare la giusta direzione alle indagini, intuendo che dietro gli omicidi e le aggressioni ad opera di questo "serial killer delle sedici cifre" si cela una mente che sta organizzando una sorta di vendetta che va assolutamente fermata.

Nel complesso il romanzo mi è piaciuto perchè tocca un argomento controverso e di difficile spiegazione, che è quello della morte in culla, sudden infant death syndrome (Sids), la morte improvvisa dei bambini di età inferiore a un anno, che si verifica durante il sonno e che, anche dopo indagini molto accurate (inclusa l’autopsia), non trova alcuna spiegazione.

L'autrice, attraverso le voci di alcune delle donne che, nella finzione narrativa, sono accusate e condannate per infanticidio, ci lascia immaginare tutto il dolore legato a una tragedia che diventa doppiamente angosciosa: non solo una coppia di genitori si ritrova dalla notte al giorno a perdere uno o più figli per cause non chiare, ma deve gestire anche tutto il carico di sospetti e accuse, rendere conto di cosa possa essere accaduto, di cosa possa aver causato la morte dei figli, di quanta responsabilità essi abbiano in tal senso.

Emerge il quadro di famiglie distrutte, divise e lacerate dai dubbi, dalle accuse, dal carcere, oltre che dal lutto; ma soprattutto, queste donne devono ricostruirsi una vita dopo aver perduto i propri piccoli che amavano, devono ricostruire il rapporto con il partner, con i famigliari e, non ultimo, la propria dignità, la propria reputazione.
Quante persone resteranno interiormente convinte della loro innocenza o colpevolezza, a prescindere dalle decisione di un tribunale?
Ma soprattutto, sono davvero tutte innocenti? Qualcuna probabilmente lo è davvero, ma che dire di quelle madri snaturate che non si prendono cura al 100% dei propri figli in modo amorevole e coscienzioso? D'altra parte, essere una madre che desidera far carriera o una un po' sciagurata e scapestrata... significa automaticamente essere anche un'assassina?

Il lettore segue sia il filone delle indagini serrate della polizia, le testimonianze raccolte, le intuizioni di Simon, sia quelle non ufficiali di Fliss, che indaga a modo suo, soffermandosi in particolare sulla vicenda di una delle madri indagate (Ray) e sulla posizione della dottoressa che le ha danneggiate in tribunale.
Leggendo, ci si fa una cultura sulle morti in culla, su come non sia semplice comprendere il perchè di certe morti improvvise di bimbi piccolissimi e su come anche un particolare relativo alle loro condizioni fisiche possa avere un significato pro o contro gli accusati in base alla lettura che se ne vuol dare (e che dipende quindi di volta in volta dal parere del professionista interpellato).

La scrittura è sufficientemente scorrevole, l'argomento è interessante e affrontato con cognizione di causa, è evidente che l'Autrice si sia informata molto e bene; per scoprire chi sia l'assassino di Helen Yardley si deve avere la pazienza di arrivare alla fine, anche se qualche dubbio viene prima, grazie alle ricerche personali di Fliss.

A dirla tutta, ciò che manca a questo thriller è la suspense...; non posso dire che l'Autrice mi abbia tenuto col fiato sospeso, sulle spine, che io sia arrivata all'ultima pagina sentendo il brivido della tensione corrermi lungo la spina dorsale..., e questa mancanza incide sul giudizio complessivo del libro.
Mi sarei aspettata un'atmosfera più cupa, che il dubbio sulle madri presunte assassine o sul serial killer serpeggiasse in maniera più evidente e intrigante..., invece mi è risultato tutto troppo... prolisso, verboso.
Non posso dire che non sia in generale un libro interessante, scritto bene, ma emotivamente mi ha presa poco, pur trattando un argomento drammatico e forte.
Mi ha convinta a metà, nel senso che ho apprezzato la bravura della scrittrice nello sviscerare l'argomento, nel fornire spiegazioni anche "tecniche", ma è come se avesse soddisfatto solo gli aspetti razionali della questione e un po' meno quelli legati alla sfera delle emozioni, dell'empatia.

Però non mi arrendo, voglio provare a leggere qualcos'altro di Sophie Hannah, perchè è un'autrice molto amata e credo che meriti un'altra possibilità.

E voi, avete mai letto qualcosa di questa prolifica scrittrice britannica?

sabato 23 febbraio 2019

Novità editoriali (Frilli Editori - Porto Seguro Ed. - Kimerik Ed.)



La prima segnalazione ha al centro l’eterno conflitto tra bene e male, in queste pagine interpretato sotto forma di un racconto adrenalinico e dal ritmo sempre incalzante.


SEPOLTI NELLA NEBBIA. Ritorno
di Targiom Aiogi



Kimerik Ed.
638 pp
28 euro

Attraverso le vicissitudini di Aiton, il lettore ha modo di scoprire, passo dopo passo, se stesso.
I suoi timori, le sue paure, tutto viene messo davanti a uno specchio nel quale, immerso nella propria condizione di essere umano, si riflette.

Un romanzo ben strutturato, di piacevole lettura e con una profonda morale finale.
Una lettura consigliata agli amanti delle opere ricche di contaminazione di generi (qui nello specifico fantasy, thriller, horror) e a chiunque desidera andare oltre le parole impresse sulla carta.








Dopo il successo decretato dalle ottime vendite dei precedenti "POKER CON LA MORTE" (Fratelli Frilli Editori, 2017) e "I DELITTI DEI CARUGGI" (Fratelli Frilli Editori, 2018), Marvin Menini in questo nuovo romanzo propone ancora come suggestivo scenario quello dei vicoli di Genova neri e schivi come spesso risulta essere la città stessa.


I MORTI NON PARLANO
di Marvin Menini



Frilli Editori
240 pp
14.90 euro
Matteo De Foresta, giornalista genovese e quarantenne, affronta la sua prova più difficile. 
Braccato sia dalla Polizia sia dalla Mafia, deve comprendere in fretta ciò che Bob gli ha detto prima di morire; per salvare se stesso e per scagionare il suo amico vicequestore Guido Rocchetti, ormai latitante ed accusato di essere il contatto in Polizia del clan mafioso dei Lo Nardo. 
In un’indagine condotta tra il centro storico di Genova e un’altra città europea, Matteo dovrà scoprire con l’aiuto dei suoi amici Bruno e Andre quale realtà si nasconde dietro alle parole di Bob. 
E quale verità si cela nel suo cuore: sempre diviso a metà tra la compagna Barbara e la sua amante Clara. 

In un intricato gioco di silenzi, bugie, tradimenti e ricerche dovrà anche fare i conti con il passato di una misteriosa, introvabile donna e del suo compagno ormai morto: fino a scoprire, in un finale pirotecnico, una sottile quanto ironica verità: soltanto i morti non parlano.




Il secondo libro che vi presento è un originale caleidoscopio di personaggi e situazioni che conducono il lettore nelle avventure più disparate: dieci racconti attraversati da una sottile ironia di sottofondo, che dona al tutto un'atmosfera decisamente piacevole. 



FERMO! CHE LA SCIMMIA SPARA
di David Cintolesi



Porto Seguro Ed.
209 pp
14.90 euro
Cosa succederebbe se la notte di due ragazze sotto allucinogeni, si trasformasse improvvisamente in un set di un film horror, con zombi assassini e cantanti che si tramutano in bestie cannibali?
Se un ragazzo, senza arte né parte, fosse tormentato dalla sua pornostar preferita? 
E se tua moglie ti stesse osservando di nascosto da delle telecamere, e la tua sorte dipendesse da un dipinto di Banksy? 
E se la notte di due ladri strampalati, durante l'ultimo colpo prima di cambiare vita, fosse minacciata da un serial killer che taglia i piedi alle sue vittime? 

Dieci racconti che mescolano tutti i generi: grottesco, commedia, pulp, horror, thriller, noir ma, che trovano in una vena ironica, il loro punto in comune.







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