mercoledì 4 novembre 2020

Recensione: EFFETTI COLLATERALI di Rosario Russo



Sei racconti ambientati in una Sicilia dei nostri giorni eppure antica, la quale,  come una zingara misteriosa e dal fascino maliardo, sa incantare con il racconto di leggende e miti atavici, che superando l'oblio polveroso del tempo che passa, riemergono e pretendono attenzione, e lo fanno attraverso storie di sangue, passate e presenti.
Storie che ci trasportano in un paesino pieno di superstizioni e misteri, in cui la realtà si confonde con la magia e il sogno, e soprattutto dove viene fuori l'essere umano, con le sue molteplici contraddizioni e debolezze, con i suoi sogni e le sue meschinità.


EFFETTI COLLATERALI 
di Rosario Russo



Algra Ed.
180 pp
Ottobre 2020
I racconti di questa agile e scorrevole raccolta sono sei e tutti collocati ad Acireale, nel catanese; tre di essi hanno per protagonista un personaggio che chi ha letto il romanzo d'esordio dell'Autore, ha avuto modo di conoscere: l'ispettore Luigi Traversa.
Traversa si trova davanti a tre casi delittuosi da risolvere, di cui uno risalente a ben settant'anni prima.

In "Il Sesto Sigillo" l'ispettore, coadiuvato dall'amico Alberto Bevilacqua e dal commissario Lorefice, è alle prese con uno strambo caso: c'è qualcuno che - ripercorrendo le profezie dell'Apocalisse, tra cavalli del giudizio e funesti sigilli in attesa di essere aperti - sta creando agitazione nella pacifica Acireale. 
Dietro gli avvenimenti strani - scanditi da sibillini versi da interpretare - che stanno spaventando gli acesi, si nasconde "semplicemente" un matto che ha voglia di scherzare o una mente con un piano e uno scopo ben precisi?

In "Gli amanti immortali" il nostro ispettore si imbatte in una storia d'amore, tanto forte quanto tragica, vissuta moltissimi anni prima da due giovani innamorati, il cui legame sentimentale è stato crudelmente ostacolato; un amore sfortunato che ricorda quello leggendario tra Aci e Galatea.
Forse proprio a loro appartengono gli scheletri ritrovati in una grotta a Santa Maria la Scala? In tal caso, chi ha ucciso la coppia e per quale ragione?
A rendere ancora più misterioso il caso si aggiunge una strana e dolce musica di un flauto che Traversa ode quando è nei pressi del luogo del ritrovamento delle ossa, come se quel posto fosse "sacro", circondato da un alone di magia, e lo stesso ispettore - per quanto razionale e tendenzialmente scettico verso tutto ciò che non si può toccare e vedere - dovrà lasciarsi andare alle sensazioni, magari anche a delle vere e proprie allucinazioni, per poter cogliere il vero significato del caso su cui sta indagando.

In "La Truvatura della sarpa" al centro vi è una presunta morte accidentale di un ex-insegnante, che pare sia deceduto per aver seguito, un po' troppo alla lettera, un antico rituale (avente a che fare con il mangiare pesce e bere fiumi di vino), e tutto sotto gli occhi sgomenti di due amici.
Ma è andata davvero così? Siamo in presenza di un'azione stupida da parte di un anziano credulone o la verità è un'altra?

Nel primo racconto, "Il delitto delle cartoline", uno scrittore senza arte né parte, è alla disperata ricerca di una storia per il romanzo della sua vita; in maniera fortuita, incappa in una storia vecchia di cinquant'anni e sulla quale si ritrova a fantasticare dopo aver rinvenuto due cartoline dal messaggio criptico: quale incredibile storia si nasconde dietro queste cartoline ingiallite? Forse un mistero da svelare?
 
"Annalisa" è la storia di un desiderio di vendetta mai sopito, che dopo tanti anni giunge al suo capolinea, non senza la scoperta di una verità diversa da quella immaginata.
Un uomo, dopo essere fuggito venti anni prima da una vita criminale ed essersi rifatto una nuova esistenza in Germania,  ritorna nella città natìa perchè ritiene di avere un conto in sospeso con chi gli ha straziato il cuore togliendo la vita al suo unico vero amore... Questo racconto prende spunto da alcuni episodi di criminalità realmente accaduti verso la fine degli anni '90 ad Acireale, ad opera di clan mafiosi in guerra tra loro.

Il penultimo racconto, che dà il titolo alla raccolta, vede il commissario Stuto impegnato a risolvere il giallo della morte di una ragazza, coinquilina della fidanzata di Luca, suo nipote.
La vittima si chiama Federica ed è morta per avvelenamento; esclusa l'ipotesi del suicidio, c'è da capire chi e perchè abbia potuto ammazzarla, soprattutto se si considera "l'arma del delitto": un veleno per topi fuori commercio, quindi difficile da reperire.
Ovviamente, ad essere sospettate sono di volta in volta le persone più vicine a Federica (Giselle, l'altra coinquilina, e un uomo - appartenente a una famiglia mafiosa - con cui sembra che Federica avesse una relazione), ma Stuto non è soddisfatto dalla piega ufficiale che sta prendendo l'indagine e così, grazie alla lettura del diario della ragazza, arriverà alla verità, che per lui sarà molto amara...

Sei racconti che ci ricordano come spesso a consolare i cuori affranti e addolorati possa bastare la semplice vista del mare, il cui costante e ipnotico movimento di onde porta con sé ricordi e speranze; storie che ci mettono davanti alle tante incoerenze presenti nell'animo umano, che si riversano ad esempio anche sui luoghi in cui egli vive e su cui allunga la mano, per soddisfare le proprie egoistiche necessità e voglie, ignorando e non rispettando l'ambiente attorno a sè; ed è così che Acireale, nel corso del tempo, è stata rovinata dalla costruzione di palazzoni di cemento che nulla hanno a che fare con la bellezza di palazzi antichi e col barocco.

Anche un uomo del Nord, come Traversa, se ne rende conto e tale scempio fa sì che egli associ la calda e vivace regione che l'ha accolto a

"Una bellissima donna, ecco cos’era per lui la Sicilia: una bellissima donna con un orrido neo sul naso e un gran paio di baffi."

Racconti che ci permettono di ammirare il fascino e la malìa che provengono da un territorio meraviglioso qual è la Sicilia, con i suoi luoghi suggestivi e le tante leggende che ne arricchiscono la storia; ci ritroviamo anche a scontrarci, come i protagonisti, con le meschinità e le crudeltà di cui l'uomo è capace, e che sporcano di sangue questa bellissima terra.

Ho ritrovato lo stile scorrevole e scattante del precedente libro di Rosario Russo (il giallo Quattordici spine), personaggi ben caratterizzati e la presenza - al pari di un protagonista a tutti gli effetti - della terra sicula, in particolare di Acireale, che domina in ogni frase dialettale, in ogni luogo menzionato, in ogni mito o leggenda, in ogni usanza; le singole storie sono tutte interessanti, si leggono con piacere, non solo per l'elemento giallo in sè, ma soprattutto per le vicende umane legate ai vari casi da risolvere, narrati con una giusta dose di ironia, che si sposa con inevitabili note amare.

Consigliato  in particolare a quanti amano i racconti e il genere giallo/poliziesco.



lunedì 2 novembre 2020

'A LIVELLA - Antonio De Curtis


'A morte 'o ssaje ched'e".... è una livella.




'A LIVELLA

Ogn'anno, il due novembre, c'è l'usanza
per i defunti andare al Cimitero.
Ognuno ll'adda fa' chesta crianza;
ognuno adda tené chistu penziero.

Ogn'anno puntualmente, in questo giorno,
di questa triste e mesta ricorrenza,
anch'io ci vado, e con i fiori adorno
il loculo marmoreo 'e zi' Vicenza


St'anno m'è capitata 'n'avventura...
dopo di aver compiuto il triste omaggio
(Madonna), si ce penzo, che paura!
ma po' facette un'anema 'e curaggio.

'O fatto è chisto, statemi a sentire:
s'avvicinava ll'ora d' 'a chiusura:
io, tomo tomo, stavo per uscire
buttando un occhio a qualche sepoltura.

"QUI DORME IN PACE IL NOBILE MARCHESE
SIGNORE DI ROVIGO E DI BELLUNO
ARDIMENTOSO EROE DI MILLE IMPRESE
MORTO L'11 MAGGIO DEL '31."

'O stemma cu 'a curona 'ncoppa a tutto...
... sotto 'na croce fatta 'e lampadine;
tre mazze 'e rose cu 'na lista 'e lutto:
cannele, cannelotte e sei lumine.

Proprio azzeccata 'a tomba 'e stu signore
nce steva n'ata tomba piccerella
abbandunata, senza manco un fiore;
pe' segno, solamente 'na crucella.

E ncoppa 'a croce appena si liggeva:
"ESPOSITO GENNARO NETTURBINO".
Guardannola, che ppena me faceva
stu muorto senza manco nu lumino!

Questa è la vita! 'Ncapo a me penzavo...
chi ha avuto tanto e chi nun ave niente!
Stu povero maronna s'aspettava
ca pure all'atu munno era pezzente?

Mentre fantasticavo stu penziero,
s'era ggià fatta quase mezanotte,
e i' rummanette 'chiuso priggiuniero,
muorto 'e paura... nnanze 'e cannelotte.

Tutto a 'nu tratto, che veco 'a luntano?
Ddoje ombre avvicenarse 'a parte mia...
Penzaje; stu fatto a me mme pare strano...
Stongo scetato ... dormo, o è fantasia?

Ate che' fantasia; era 'o Marchese:
c' 'o tubbo, 'a caramella e c' 'o pastrano;
chill'ato appriesso' a isso un brutto arnese:
tutto fetente e cu 'na scopa mmano.

E chillo certamente è don Gennaro...
'o muorto puveriello... 'o scupatore.
'Int' a stu fatto i' nun ce veco chiaro:
so' muorte e se retireno a chest'ora?

Putevano stà 'a me quase 'nu palmo,
quando 'o Marchese se fermaje 'e botto,
s'avota e, tomo tomo... calmo calmo,
dicette a don Gennaro: "Giovanotto!

Da voi vorrei saper, vile carogna,
con quale ardire e come avete osato
di farvi seppellir, per mia vergogna,
accanto a me che sono un blasonato?!

La casta e casta e va, si, rispettata,
ma voi perdeste il senso e la misura;
la vostra salma andava, si, inumata;
ma seppellita nella spazzatura!

Ancora oltre sopportar non posso
la vostra vicinanza puzzolente.
Fa d'uopo, quindi, che cerchiate un fosso
tra i vostri pari, tra la vostra gente".

"Signor Marchese, nun è colpa mia,
i' nun v'avesse fatto chistu tuorto;
mia moglie b stata a ffa' sta fessaria,
i' che putevo fa' si ero muorto'?

Si fosse vivo ve farrie cuntento,
pigliasse 'a casciulella cu 'e qquatt'osse,
e proprio mo, obbj'... 'nd'a stu mumento
mme ne trasesse dinto a n'ata fossa."

"E cosa aspetti, oh turpe macreato,
che 1'ira mia raggiunga 1'eccedenza?
Se io non fossi stato un titolato
avrei gih dato piglio alla violenza!"

"Famne vedé... piglia sta violenza...
'A verità, Marché', mme so' scucciato
'e te senti; e si perdo 'a pacienza,
mme scordo ca so' muorto e so' mazzate!...

Ma chi te cride d'essere... nu ddio?
Ccà dinto, 'o vvuò capì, ca simmo eguale?...
... Morto si' tu e muorto so' pur'io;
ognuno comme a 'n'ato è tale e qquale."

"Lurido porco!... Come ti permetti
paragonarti a me ch'ebbi natali
illustri, nobilissimi e perfetti,
da fare invidia a Principi Reali?"

"Tu qua' Natale ... Pasca e Ppifania!!
 T' 'o vvuo' mettere 'ncapo... 'int' 'a cervella
che staje malato ancora 'e fantasia?...
'A morte 'o ssaje ched'e".... è una livella.

'Nu rre, 'nu maggistrato, 'nu grand'ommo,
trasenno stu canciello ha fatt' 'o punto
c'ha perzo tutto, 'a vita e pure 'o nomme
tu nun t'he fatto ancora chistu cunto?

Perciò, stamme a ssenti... nun fa' 'o restivo,
suppuorteme vicino - che te 'mporta?
Sti ppagliacciate 'e ffanno sulo 'e vive:
nuje simmo serie... appartenimmo â morte!"

domenica 1 novembre 2020

Le mie letture di ottobre

 


Le mie letture di ottobre!!




  1. FAIRY OAK. LA STORIA PERDUTA di E. Gnone: un mondo pieno di incanto e fascino, in cui possiamo tornare bambini e lasciarci cullare dalle intense emozioni e avventure vissute insieme alle protagoniste e ai loro amici.
  2. LAME DI TENEBRA di V. Barone Lumaga: Cosa accadrebbe se le nostre più oscure paure e i nostri desideri più inconfessabili si materializzassero, prendessero forma, cominciando ad agire e a commettere le azioni più nefande verso coloro che ci sono vicini? I quattro protagonisti si trovano a vivere l'incubo più terribile che avrebbero mai potuto immaginare e per uscirne dovranno accettare una difficile e dolorosa verità.
  3. ALLA SCOPERTA DELL'ACQUA CALDA di R. Riva: il mondo in cui veniamo introdotti, tra le pagine di questo romanzo, è bizzarro e surreale, con personaggi dai nomi importanti ma decisamente buffi, che stanno cercando di ribellarsi alle dure condizioni in cui sono costretti a vivere da una comunità scientifica che giudica reato ogni presunta ricerca o esperimento inutile o dannoso per la società.
  4. ADDIO, MIA AMATA  di S. Rocher: si possono amare allo stesso tempo due persone, con lo stesso slancio e la stessa passione? Ce lo raccontano i tre giovani protagonisti di una forte amicizia, coinvolti in una serie di vicende sentimentali travolgenti.
  5. "IL DELITTO DI VIA POMA. Trent'anni dopo"  di I. Patruno: con estrema accuratezza e un'esposizione chiara e attenta, il giornalista Igor Patruno torna con un nuovo libro sul delitto di via Poma, e partendo dall'agosto del 1990 fino a tempi più recenti, riesamina le tappe di uno dei cold case italiani più misteriosi degli ultimi anni. Un delitto atroce ed irrisolto, la cui vittima ancora deve ottenere giustizia.
  6. LA VITA INVISIBILE DI IVAN ISAENKO di S. Stambach: offre la preziosa opportunità di vedere il mondo con gli occhi di un disabile in mezzo ad altri disabili, di ascoltare una voce che, per quanto torturata e lontana da noi, dal nostro mondo, arriva al cuore del lettore e gli chiede semplicemente di ascoltarla.
  7. PERDUTI NEI QUARTIERI SPAGNOLI  di H. Goodrich: tra queste pagine si consuma una doppia storia d'amore: quella intrattenuta da una ragazza americana con un giovane uomo - attaccato alle proprie radici, alla propria terra - e quella con Napoli, città unica e indimenticabile, capace di risucchiarla totalmente tra i suoi vicoli colorati dai panni stesi che sventolano al sole ed echeggianti di rumori, urla, voci.

Quali letture, tra queste, ho preferito?

Sicuramente il libro-inchiesta sul "Delitto di via Poma", in quanto estremamente interessante, nonché doveroso perché l'attenzione su questo caso irrisolto continui ad essere viva; Lame di tenebra per la suspense e Fairy Oak. La storia perduta per avermi fatta sentire un po' bambina e avermi donato momenti di dolce malinconia.



CITAZIONE DEL MESE

La migliore letteratura ci costringe sempre a interrogarci su ciò che tenderemmo a dare per scontato, e mette in discussione tradizioni e credenze che sembravano incrollabili. 

Azar Nafisi - Leggere Lolita a Teheran


sabato 31 ottobre 2020

Libri in wishlist (ottobre 2020)



Carissimi, vi presento alcuni libri su cui mi è caduto l'occhio e che son finiti in lista d'attesa ^_^

Che ne pensate, leggendo le trame? Li conoscete? 


LA MOGLIE DEL COLONNELLO di Rosa Liksom (Iperborea Ed., trad. D. Sessa, 224 pp).


Una storia d’amore lancinante, un’indagine intima sul potere che risuona come un forte monito contro i pericoli dell’autoritarismo.

E' notte, e in Lapponia una donna ripercorre la propria lunga vita. a partire dalla storia d’amore che ha vissuto, sullo sfondo oscure pagine di una Finlandia schiacciata tra Russia e Germania. 
Per lei che, bambina negli anni Dieci, ha respirato in famiglia il nazionalismo anticomunista dei «Bianchi» e ha imparato ai campi estivi delle volontarie per la patria la lezione sciovinista e maschilista, il passo per infatuarsi del nazismo è breve. 
Ed è facile trovarne poi l’incarnazione erotica e sentimentale nel ricco, potente e autoritario Colonnello, molto più grande di lei e conosciuto dal padre in Germania, quando là ci si addestrava in segreto per combattere i russi. 
Le voci di abusi e stupri che lo accompagnano non la scoraggiano: come una creatura selvaggia delle sue amate paludi lapponi, è felice di abbandonarsi all’ebbrezza d’amore e al proprio naturalistico, vitalistico eros. 
Ma il lungo fidanzamento sarà solo l’apice euforico di una parabola che dopo il matrimonio inevitabilmente precipiterà. 
Riportata con la cruda, accurata, spiazzante sincerità di una donna ormai anziana che nella vita ha trovato la sua libertà tanto nella natura quanto nella scrittura, la traiettoria personale si snoda tra figure e fatti storici delle tre guerre finlandesi collegate alla Seconda guerra mondiale: militari, intellettuali germanofili, Himmler e Hitler in persona, gli orrori dei lager e della Polonia occupata del ’39. Tutto il male sfilò sotto i suoi occhi immaturi di un tempo e tutto il male è riconsegnato intatto da una donna che, con la sua complessità umana, cerca ora di dare un senso alle sue ferite e a quelle di una nazione.

L'autrice.
Rosa Liksom, nata a Ylävaara nel 1958, è una delle più famose scrittrici e artiste finlandesi, tradotta in 17 paesi. Apprezzata fin dagli esordi da critica e pubblico, ha debuttato nel 1985 con una raccolta di racconti ottenendo il premio J.H. Erkko. Dopo gli studi di antropologia a Helsinki e a Copenaghen, si è dedicata alle scienze sociali all’Università di Mosca, e da quel momento il mondo russo è entrato a far parte dei suoi romanzi, come Stazione spaziale Gagarin (1987) e Go Mosca Go (1988). Con Scompartimento n.6 ha vinto il Premio Finlandia 2011
.



IL LIBRO DI KATERINA di Auguste Korteau (Nutrimenti editore, trad. M. Corvino, 160 pp).



Katerina Chorianos nasce a Salonicco nel 1953 in una famiglia benestante, con tanto di casa sul lungomare, scuole private, insegnanti di lingue, gite, vacanze estive.
Unico neo: due genitori dall’indole ruvida e ingombrante.
Se la madre è, insensibile e fredda - per aver “patito stenti e umiliazioni, vissuta e invecchiata senza conoscere la gioia dell’amore”, il padre Minas, severo e irascibile, è un uomo “tutto d’un pezzo a cui non potevi estorcere nessuna tenerezza”. 
Katerina ha due fratelli e una sorella: con Aghis è amore ai limiti della morbosità, con Miron e Kliò è una guerra quotidiana fatta di piccole e grandi crudeltà. 
E poi, come una spada di Damocle, aleggia sull’intera stirpe dei Chorianos uno spettro: la minaccia oscura della malattia mentale.

Auguste Korteau trasforma sua madre in protagonista e voce narrante di un emozionante romanzo familiare, doloroso ma mai cupo, anzi ironico, spesso sfrontato. E ripercorre così, grazie al racconto vivace e inquieto di “Katerina la pazza”, la storia di una famiglia, di un paese, e soprattutto di una donna capace di straordinari slanci e vittima di fragilità estreme, a cui neanche l’amore sviscerato per il figlio riuscirà a risparmiare la sofferenza di un destino inclemente.

L'autore.
Auguste Korteau, pseudonimo di Petros Chatzopoulos, è autore di romanzi, raccolte di racconti, opere teatrali e storie per ragazzi. È anche un esperto traduttore di letteratura americana (ha tradotto, tra gli altri, Faulkner, McCarthy, Oates, Proulx, Salinger e Updike). È impegnato nella lotta alle discriminazioni per l’orientamento sessuale, e insieme al marito, che ha sposato negli Stati Uniti, sono stati tra le prime coppie a contrarre unione civile nel giorno stesso del riconoscimento giuridico in Grecia. In Italia è stata pubblicata la sua raccolta d’esordio, Il libro dei vizi (edizioni e/o, 2002)
.



LA CONGREGAZIONE di Alessandro Perissinotto (Ed. Mondadori, 256 pp).



Frisco, Colorado. Un tranquillo paese delle Rocky Mountains, a tremila metri di quota e a un centinaio di miglia da Denver. È qui, in una vecchia casa appena ereditata, che Elizabeth si trasferisce per scontare la pena che il giudice le ha inflitto per guida in stato di ebbrezza: ventiquattro mesi con la cavigliera elettronica e il divieto di superare i confini del villaggio. Per Elizabeth, spogliarellista a fine carriera, donna ancora molto bella e sempre più disincantata, Frisco è forse l’ultima occasione per cambiare vita.

La piccola comunità del paese è cordiale e accogliente, ma un giorno Elizabeth inizia a ricevere sgradevoli omaggi da un ignoto personaggio che sembra molto informato sul suo passato e soprattutto sembra conoscere molto bene ciò che lei ha impiegato una vita per tentare di dimenticare. Torna così a galla un incubo degli anni ’70, quando lei era solo una bambina, lo spettro di un massacro, a migliaia di chilometri da lì: la più grande strage di cittadini americani prima dell’11 settembre 2001. Sembra passata un’eternità, ma non è così ed Elizabeth se ne renderà conto quando capirà che qualcuno, dal passato, è tornato a cercarla con uno scopo preciso: finire il lavoro che la Storia aveva lasciato a metà.

Pur partendo da realtà dimenticate, da rimozioni collettive, questa volta Perissinotto dà al racconto del vero i ritmi implacabili del thriller, scandendoli con una scrittura fredda e precisa come la lama di un coltello.

L'autore.
Alessandro Perissinotto (Torino, 1964), docente di Teorie e tecniche delle scritture all'Università di Torino e visiting professor presso la Denver University, ha esordito come narratore nel 1997 ed è autore di sedici romanzi, tra cui: Semina il vento (2011), Le colpe dei padri (2013, secondo classificato al premio Strega), Quello che l'acqua nasconde (2017), tutti editi da Piemme. Nel 2019 pubblica con Mondadori Il silenzio della collina, vincitore della nona edizione del premio Lattes Grinzane.

giovedì 29 ottobre 2020

Recensione: LAME DI TENEBRA di Vincenzo Barone Lumaga



Cosa accadrebbe se le nostre più oscure paure e i nostri desideri più inconfessabili si materializzassero, prendessero forma, cominciando ad agire e a commettere le azioni più nefande verso coloro che ci sono vicini?
I quattro protagonisti di Lame di tenebra si trovano a vivere l'incubo più terribile che avrebbero mai potuto immaginare e per uscirne dovranno accettare una difficile e dolorosa verità.


LAME DI TENEBRA
di Vincenzo Barone Lumaga


Milena ed.
308 pp
Jerry, Mario, Anna ed Elio conducono la propria vita tranquilla, tra gli alti e bassi che accompagnano il quotidiano di qualunque persona.
I quattro non si conoscono.
O almeno... così sembra.
In realtà c'è qualcosa di misterioso che li lega dal profondo e tale oscuro legame emergerà gradualmente e in maniera molto cruenta e dolorosa, stravolgendo le loro vite.

Tutto ha inizio con una serie di sinistri e efferati omicidi; in quanto ispettore di polizia, Jerry Lombardi si ritrova a dover dare la caccia ad un pericolosissimo assassino che ha cominciato a sporcare di sangue le strade di Torre Antica.

Un assassino di cui si hanno poche informazioni (di media altezza, indossa un mantello, un cappello a falde larghe, i lineamenti non sono riconoscibili ma due occhi rossi e diabolici illuminano il suo malefico volto; se ne va in giro con coltelli affilati), inafferrabile, veloce e spietato nell'uso delle lame, con cui non si limita ad uccidere le vittime, ma fa scempio dei loro corpi con un'efferatezza e un sadismo da far venire i brividi, che appare e scompare senza che si capisca né da dove venga né dove e come riesca a scappare alla velocità della luce e confondendosi con le tenebre della notte.

Chi è questo freddo serial killer? Come sceglie le sue vittime e perché le uccide sempre nel medesimo modo? Quale legame eventualmente unisce i morti tra loro?

Sono domande che Jerry, insieme al suo amico e superiore - il commissario Barretta -, si fa con insistenza: bisogna assolutamente trovare questo essere che ammazza senza pietà.

Il primo ad essere indiziato è un certo Mario, barista e coetaneo di Jerry.
Mario è proprietario di un locale ed una sera assiste impotente ad una vera e propria mattanza: l'assassino con le lame uccide alcuni avventori del bar, per poi sparire nella notte.

Siccome la versione dello spaventato e frastornato Mario non convince la polizia, viene trattenuto, ma Jerry si convince subito che non può essere lui il colpevole, anche perchè subito dopo avviene un altro terribile assassinio: la vittima è stata deturpata e ammazzata con la stessa arma usata dall'assassino del bar; i suddetti coltelli provengono da un'unica abitazione, vale a dire quella di una donna (coetanea di Mario e Jerry).
Lei è Anna, una dolce e giovane donna sposata con Stefano e madre di Fabiana; qualche sera prima del pluriomicidio, le è accaduto qualcosa di spaventoso e minaccioso, che l'ha fatta tremare di paura: qualcuno è entrato in casa sua, commettendo un'azione che l'ha gettata letteralmente nel terrore, tanto da farle credere di avere un nemico, da qualche parte nel mondo, che vuole la sua morte. Ma chi potrebbe mai odiarla al punto da minacciarla??

Ebbene, proprio quella sera in cui uno sconosciuto si è introdotto furtivamente in casa sua, spaventandola, sono spariti dei coltelli dalla cucina, gli stessi con cui poi vengono eseguiti gli omicidi nel bar.
Ma se non è Mario il colpevole, chi è?

Intanto, entra in scena un altro uomo, Elio, pittore ammalato di un tumore al cervello che lo fa soffrire da tempo, nel corpo e nella psiche; è sposato con Marla, gallerista, molto protettiva verso il suo uomo.

I quadri di Elio hanno tutti una peculiarità: all'interno degli scenari da lui immaginati e messi su tela c'è sempre una vaga ma sinistra figura che compare, e alla quale deve la sua fama: il Signore delle Lame, un personaggio di fantasia che però, a ben guardare, viene ritratto come avente le medesime caratteristiche dell'assassino che va in giro spargendo sangue attraverso delle lame molto affilate.

Quando Jerry scopre questo inquietante collegamento, non può non chiedersi cosa unisca Elio all'assassino.
Ma ciò che mai avrebbe immaginato di scoprire è che ad essere coinvolti in questa brutta storia in un modo intimo e terribile insieme, non è solo lui in quanto ispettore ed Elio in quanto pittore di questo essere, ma anche Anna e Mario hanno a che fare con ciò che sta accadendo e che sta mietendo diverse vittime.
A morire, infatti, sono alcune persone strettamente legate a loro quattro: forse l'assassino li conosce? E cosa vuole da loro? Ma soprattutto, com'è possibile che ci sia un legame tra loro quattro, che invece son convinti di essere dei perfetti estranei l'uno per l'altro?

Eppure, indagando, con tenacia ed esasperazione, Jerry (anche dopo che gli è stato tolto l'incarico, per motivazioni che egli ignora) cozza violentemente contro la prima terribile verità: nel suo passato c'è un'amnesia che finora non era emersa alla coscienza, ma che il Signore delle Lame ha portato fuori; c'è un buco nella sua memoria di ben cinque anni, cinque anni della sua vita - dai diciassette ai ventidue anni - di cui lui non serba nessunissimo ricordo.
Ma a renderlo sgomento e inquieto è la scoperta che questa amnesia - risalente al medesimo periodo - riguarda anche gli altri tre; Anna, Mario ed Elio non ricordano nulla di ciò che è accaduto loro nello stesso arco di tempo.

Come mai? La loro mente ha rimosso dei ricordi che faticano a riaffiorare...: perché? E soprattutto, siamo sicuri che tutti e quattro non si siano conosciuti prima, in quei cinque anni persi nell'oblio?

A conferma di ciò, c'è la consapevolezza che lo spietato e macabro assassino sembra inseguirli, avercela con loro; appare all'improvviso e sussurra al loro orecchio, con la sua voce che non ha nulla di umano, frasi che gelano loro il sangue nelle vene.

Per arrivare a comprendere chi sia questa creatura che non sembra avere caratteri umani, ma anzi infernali, i quattro devono trovare l'accesso a quel passato dimenticato, anche se questo significherà riaprire ferite, traumi, esperienze dolorose..., che la loro mente aveva relegato nell'inconscio per provare meno sofferenza possibile...
Ma solo affrontando il buio che si annida nella loro mente e nel loro cuore, essi potranno dare un nome al Signore delle Lame e, forse, provare a sconfiggerlo e ad essere davvero liberi.

Lame di tenebre è un thriller con sfumature horror che mi ha veramente e positivamente spiazzato; scritto benissimo, trama avvincente, personaggi ben tratteggiati; intrigante l'idea di questo enigmatico e terrificante assassino  che comprendiamo subito essere una creatura con caratteristiche sovrannaturali - e il suo collegamento con i quadri di uno dei protagonisti. 

Mi è piaciuto molto anche il legame tra i quattro, dietro al quale si cela un terribile segreto, che però essi hanno dimenticato: il desiderio di scoprire quali eventi tragici li abbiano uniti nel corso di quei cinque anni di buio, cresce ad ogni pagina, e l'Autore sa come tenere col fiato sospeso il lettore, accrescendo la suspense e la curiosità.
Ho trovato interessante, tra le altre cose, il voler mettere il lettore di fronte a quello che, secondo me, è l'incubo più brutto col quale ogni essere umano può arrivare a confrontarsi: la parte oscura di se stesso che, in una misura seppur diversa, tutti possediamo.
Se c'è un nemico difficile da individuare e da combattere sono proprio quei pensieri, desideri, impulsi, sentimenti distruttivi... che non abbiamo il coraggio neanche di nominare ad alta voce, perché ne siamo spaventati.
I quattro protagonisti devono guardare in faccia le loro paure più profonde, la rabbia, il dolore, la vendetta che abitano in loro e che, se si materializzassero, potrebbero dar vita a qualcosa di mostruoso.

Qual è la vera origine della creatura sovrumana e sanguinaria che sta rendendo la loro vita un inferno sulla terra? Chi è il vero "mostro" acquattato nel buio, pronto a saltar fuori e a terrorizzarli? 

Il romanzo si legge tutto d'un fiato perché, ripeto, ha una trama ben strutturata, con sviluppi che si arricchiscono man mano di elementi coinvolgenti, narrati con una penna ipnotica, che inchioda il lettore e lo spinge ad andare oltre nella lettura, fino a spiazzarlo col colpo di scena finale.

Davvero un bel romanzo, con una bella tensione narrativa, adatto a chi predilige le atmosfere cupe, le storie che mescolano la realtà col paranormale, quelle in cui, giunti alla fine, capisci che "non tutto era come sembrava".

Ringrazio la C.E. Milena Edizioni e non mi resta che consigliarvi la lettura di questo libro.

lunedì 26 ottobre 2020

Frammenti di... "Leggere Lolita a Teheran"


«Un romanzo non è un'allegoria (...) È l'esperienza sensoriale di un altro mondo. Se non entrate in quel mondo, se non trattenete il respiro insieme ai personaggi, se non vi lasciate coinvolgere nel loro destino, non arriverete mai a identificarvi con loro, non arriverete mai al cuore del libro. È così che si legge un romanzo: come se fosse qualcosa da inalare, da tenere nei polmoni. Dunque, cominciate a respirare.»







"...spesso le grandi opere di fantasia servivano proprio a questo, farci sentire estranei in casa nostra. La migliore letteratura ci costringe sempre a interrogarci su ciò che tenderemmo a dare per scontato, e mette in discussione tradizioni e credenze che sembravano incrollabili."


domenica 25 ottobre 2020

Libri a poco prezzo



Mi ero ripromessa - ma molto vagamente e senza esprimerlo ad alta voce - che avrei rallentato gli acquisti di libri perchè ne ho davvero tanti da leggere che ancora mi attendono speranzosi sugli scaffali della mia libreria.
Ma poi è capitato (!!!!) di passare tra le bancarelle dei libri usati e... che dovevo fare? Chiudere gli occhi?
Conte sta chiudendo palestre, cinema ecc..., ma gli occhi ancora non rientrano nei DPCM, quindi... ^_^

Ecco gli economici acquisti di stamane (trame prese da IBS). Fatemi sapere se li avete letti o comunque che ne pensate :-)



Per il primo sono andata totalmente al buio: non ho mai letto nulla di questo scrittore, pur "vedendo" spesso i suoi libri in giro per il web. Speriamo non sia brutto o.O


.
 QUANDO SOFFIA IL VENTO di James Patterson. 

«Le braccia della ragazzina erano ripiegate all'indietro in modo strano, ma quando le sollevò... Non era umanamente possibile, eppure eccola là, una ragazzina con le ali!» 
Questo l'incredibile incontro che sconvolge la vita di Frannie O'Neill, giovane veterinaria che, dopo la morte del marito, si è ritirata in un paesino sperduto nelle Montagne Rocciose. 
L'unica persona cui ha il coraggio di confessare ciò che chiunque prenderebbe per un'allucinazione è Kit Harrison, un agente dell'FBI che sta conducendo indagini su un intricato caso legato a esperimenti illegali di manipolazione genetica. 
Dopo la rocambolesca cattura della ragazza alata, i due riescono a conquistarsi la sua fiducia: lei dice di chiamarsi Max e di essere fuggita dalla Scuola. Ma che cos'è la Scuola? E quali spaventosi segreti custodisce?



Del secondo, ho letto - e amato - il racconto IL CORPO (da cui è stato tratto Stand by me con River Phoenix), ma non avevo la copia cartacea e comunque mi mancano gli altri racconti da leggere, per
cui... ne ho approfittato!


STAGIONI DIVERSE di S. King. 

Un quartetto di racconti in bilico tra l'orrore e l'avventura, l'incubo e la fantasia. Il riscatto di un uomo condannato ingiustamente per omicidio. Il morboso rapporto tra un adolescente e un ex nazista. 
Quattro ragazzini alla ricerca del cadavere di un coetaneo. Una donna che partorisce in circostanze surreali. Quattro storie da brivido, agghiaccianti e paradossali, che hanno per protagonisti mostri moderni.

Il terzo libro è stato consigliato nel gruppo di lettura su FB cui sono iscritta.
Vedremo ^_^


LA CITTA' DELLA GIOIA di Dominique Lapierre

  


Deluso e amareggiato sotto il profilo professionale, un giovane medico statunitense lascia il suo paese e si trasferisce in India alla ricerca di qualcosa che gli restituisca il senso dell’esistenza, intraprendendo un lungo viaggio dalla ricca America alle bidonville di Calcutta. 
La realtà che lo aspetta è però sconvolgente, un vero e proprio inferno di miseria e degradazione, nel quale gli uomini cercano di sopravvivere nella più assoluta mancanza di mezzi. 
Ma proprio qui, nelle allucinanti colonie di lebbrosi della «Città della gioia», in mezzo a inondazioni, fame e malattie, il protagonista riuscirà a ritrovare la forza di riscattarsi. 
Un romanzo sconvolgente, l’epica della speranza e dell’amore, una straordinaria lezione di coraggio.

                                                                                        

sabato 24 ottobre 2020

Novità editoriali (fantasy, thriller, narrativa)


Cari lettori, le segnalazioni di oggi riguardano pubblicazioni di diverso genere.


THRILLER


Generazione perduta, il nuovo romanzo di Gianluca Malato, esplora i drammi adolescenziali
nell'iperconnessa era digitale. 

La solitudine di un adolescente outsider intrappolato tra amicizie nocive e un misterioso individuo che gli ordina di compiere gesti dolorosi e umilianti.

Ambientato in una Roma fredda e piovosa, il romanzo parla delle vicende di Marco, un ragazzo appartenente a una famiglia disagiata e con problemi economici, che si obbliga a frequentare ragazzi più ricchi per poter beneficiare della loro amicizia. 
Tra l'amore impossibile per una ragazza che i suoi amici non approverebbero e le folli imprese della comitiva alla quale non sente di appartenere davvero, un misterioso personaggio gli ordina su Instagram di compiere gesti autolesionisti e umilianti. 
Il tutto nel nome di un oscuro progetto chiamato Blue Whale. L'amore per la sua amata gli darà la forza di ribellarsi agli ordini del suo nemico digitale.

Un romanzo che esplora le difficoltà di vivere in un mondo indifferente e complicato, dove spietati individui privi di scrupoli approfittano della debolezza di ragazzi soli e inascoltati. 


Il libro è disponibile in formato e-book sui maggiori negozi online e in formato cartaceo su Amazon al seguente link: https://www.amazon.it/Generazione-perduta-Gianluca-Malato/dp/B08KQN9GHJ/

L'autore.
Gianluca Malato è nato a Erice nel 1986 e vive a Roma, dove si è laureato in Fisica Teorica presso l'Università “La Sapienza”. È autore di romanzi e racconti pubblicati sia con editori tradizionali che con la formula del self-publishing.


Sito web dell’autore: www.gianlucamalato.it
Pagina Facebook: www.Facebook.com/gianlucamalato 




FANTASY

Comincio col presentarvi una nuova saga fantasy; dopo Vartaxar, è disponibile il secondo volume, Elazar di Gian Paolo Lorenzelli.


Black Wolf Edition 
326 pp
20 euro
13 ottobre 2020
Nel lontano mondo di Arvhèia, Gherson (conosciuto con il nome di battaglia Vartaxar), principe di Urwan, fu allontanato sette anni prima dal dispotico re e zio Varanis. Ricompare dal suo esilio dopo l'incontro con un misterioso personaggio che lo invita a difendere gli Adamaint, nazione da sempre in guerra contro il suo popolo d'origine, dalle mire espansionistiche dello zio. 
Dopo aver sconfitto l'esercito nemico Gherson parte alla ricerca di Elazar, figlio perduto di cui ignorava fino allora l'esistenza. 
L'impresa si dimostrerà più complicata del previsto e Gherson dovrà affrontare pericoli d'ogni sorta rischiando anche la propria vita. 
Nel corso della vicenda inoltre, andranno delineandosi sempre più i tratti di alcuni personaggi già conosciuti, mentre altri, faranno per la prima volta la loro comparsa aiutando Gherson a comprendere la  complessità della sua missione...



NARRATIVA

PER GLI UOMINI DI BUONA VOLONTA' di Andrea Barbetta.


Massimo Ferrari ha dedicato un'intera vita allo studio della Filosofia. A Monza, in un freddo Novembre del 2013, ormai novantenne, ricoverato in ospedale, viene raggiunto dai suoi familiari. 
Intellettuale ateo e materialista, autore del più importante manuale di Filosofia usato nelle scuole, poco prima di morire lascia tutti sbalorditi e disorientati. 
La famiglia Ferrari è costretta a fare i conti con il proprio passato: attraverso i ricordi cercheranno di trovare un motivo per quell'ultimo inspiegabile gesto, compiuto da una persona per loro così importante. In particolar modo Michele, nipote di Massimo, che ripercorre alcuni momenti della propria vita, dall'infanzia all'età adulta, cercando di dare un significato compiuto alle ultime ore di vita di suo nonno.


"Per gli uomini di buona volontà" è la storia di una famiglia, delle sue sofferenze e delle sue conquiste; attraverso le vicende dei suoi membri, un episodio dopo l'altro, arriva ad un epilogo finale, alla conquista di un equilibrio impossibile, nonostante tutte le vicissitudini, al di là di ogni gioia e di ogni dolore."

giovedì 22 ottobre 2020

Recensione in anteprima: FAIRY OAK. LA STORIA PERDUTA di Elisabetta Gnone



Tornare a Fairy Oak e incontrare nuovamente le gemelle Vaniglia e Pervinca, la loro simpatica e vivace combriccola, la fatina Felì e tutti gli abitanti del grazioso villaggio - in cui creature magiche e non vivono insieme in armonia - è stato come sedersi al tavolo con due simpaticissime amiche, ormai avanti negli anni, con i capelli bianchi ma con una memoria di ferro e, soprattutto, una lingua sempre pronta a ricordare e raccontare le avventure vissute da ragazzine, in particolare ciò che successe durante un anno
molto speciale: l'anno della Balena.



 FAIRY OAK. LA STORIA PERDUTA
di Elisabetta Gnone


Ed. Salani
432 pp
USCITA
22 OTTOBRE 2020

Le sorelle Periwinkle - Pervinca, detta Vì, e Vaniglia, detta Babù -sono diventate due signore mature, con figlie e nipoti al seguito; hanno sposato i loro due innamorati di gioventù (Grisam e Jim) e vivono serene le loro giornate all'interno del loro amato villaggio di Fairy Oak e in compagnia degli amici di sempre, con cui sono cresciuti e con cui hanno condiviso tante esperienze eccitanti.

E' vero, il tempo passa, molte cose sono cambiate a Fairy Oak ma se c'è una cosa che non è cambiata è la memoria, il desiderio di ricordare episodi e persone che hanno avuto un posto importante nella loro vita.

Se poi passi qualche pomeriggio a guardare vecchie foto, è facile farsi prendere dalla malinconia e dai sospironi, ripensando ai tempi andati!

Ma Vì e Babù non sono due nonnine noiose che si limitano a sospirare rassegnate: sono due deliziose narratrici che prendono con dolcezza per mano il lettore e lo riportano indietro nel tempo, a quando le due gemelle erano due ragazzine pimpanti e sempre in movimento, alla ricerca di cose da fare, misteri da scoprire, storie dimenticate da ripescare...

E così la memoria delle gemelle fa un salto indietro all'Anno della Balena: che anno incredibile fu quello!!
Non cominciò in modo particolarmente allegro, soprattutto a scuola e, nello specifico, nell'ora di Storia, materia insegnata da Orcomorto,... ops!, scusate, dal professor Absenzio Enormous, un insegnante musone, triste, severissimo, che regolarmente si lamenta dei propri alunni, uno più asinello dell'altro, interessati solo alle sciocchezze e non a cose importanti, tipo la Storia di Fairy Oak.
Ma con somma gioia della scolaresca, a causa di un piccolo incidente Orcomorto viene sostituito dalla brillante Illuminata Foresta, che ha un metodo d'insegnamento più pratico e stimolante: tanto per cominciare, chiede ai ragazzi di rimboccarsi le maniche e di compilare il proprio albero genealogico!

E' un lavoro che entusiasma gli studenti, che quindi si mettono alla ricerca di informazioni, storie passate, e così cominciano a rovistare tra i tanti e interessanti volumi contenuti in Biblioteca.
E scoprono cose che non avrebbero mai immaginato, come parentele tra le loro famiglie, aneddoti, come vivevano e mangiavano i loro antenati e, tra le altre cose, si imbattono in un'antica leggenda tanto misteriosa quanto affascinante: una storia ormai dimenticata, di cui nessuno sa molto, che narra di una madre e del suo bambino, e di una balena che ogni duecento anni torna e sfiora le coste di Fairy Oak.

E se Vì, Babù e i loro amici stessero vivendo proprio nell'anno della Balena? Sarebbe stupendo poter avvistare un animale che non s'è mai visto dalle loro parti e vivere un'esperienza indimenticabile! Senza tener conto che potrebbero capire se la leggenda sulla storia perduta e sui suoi misteriosi protagonisti abbia o meno un fondo di verità!

E così la comitiva di amici si divide i compiti, e il meticoloso e affidabile Grisam prepara anche i turni sulla spiaggia per avvistare la balena, nel caso tornasse; le attente ricerche per completare gli alberi genealogici e per scoprire chi abbia fondato, tantissimi anni or sono, la loro Fairy Oak, vengono rese più movimentate dall'ingresso, nel loro gruppo di amici, di un nuovo membro: il timidissimo Desmo.

Desmo è un ragazzino che non ha molti amici e all'inizio i ragazzi non lo guardano con simpatia, proprio perchè sta sempre sulle sue; quando poi scoprono che lui e i suoi genitori hanno un cane ma che non lo trattano con amore - anzi, lo lasciano sempre solo e al chiuso! -, decidono di far qualcosa per "salvare" il cagnolino (Back, vivace e giocherellone) e, in questo modo, "salveranno" anche il povero Desmo dalle sue insicurezze e dalla sua solitudine.

Le avventure delle gemelle, assieme agli inseparabili compagni - Grisam, Francis, Robin, la dolce e coloratissima Flox, la piccola Sophie ecc...- trasportano con la fantasia il lettore in un luogo senza tempo, magico, speciale, in cui tutto, ogni particolare - la natura, le persone, le case, gli odori, i colori, le piccole magie, le giornate a scuola, le scorribande nella incantevole valle di Verdepiano, le storie e le leggende... -, "sa di buono", di famiglia.
Fairy Oak è... casa. E' quel villaggio in cui, se la fantasia potesse divenire realtà, ciascuno di noi, credo, vorrebbe vivere.

Vaniglia e Pervinca, diverse e inseparabili - Strega della Luce la prima e del Buio la seconda -, sanno come trascinarti ovunque ci sia un'avventura da vivere, un segreto da conoscere e svelare, un amico da salvare, una piccola ma preziosa missione da compiere.
C'è il calore dell'amicizia, tra queste pagine, il rispetto per la Natura - con i suoi formidabili doni -, per gli animali, per il passato di un popolo, perchè ciascuno ha una storia, che va ricordata e raccontata alle generazioni future, affinché se ne conservi il ricordo.
Che siamo senza il passato, senza il ricordo di chi ci ha preceduto?

"Quello che ho imparato studiando la storia è che le radici di un popolo sono come le radici di un bosco: intrecciandosi tra loro consolidano il terreno e forniscono nutrimento alle nuove generazioni"


Il tocco di dolce nostalgia che proviamo nel leggere di Vì e Babù ormai anzianotte - ma sempre con le loro personalità ben definite - si incastra con l'allegria e la curiosità delle peripezie di ciò che esse, con i loro cari amici, hanno vissuto tanti e tanti anni prima, il cui ricordo è vivido nella memoria perchè le emozioni provate sono state travolgenti e indimenticabili.

Ritroviamo in questo romanzo della saga, dolcezza, amore, amicizia, lealtà, battibecchi tra adolescenti, piccole incomprensioni tra alunni e insegnanti, corse a perdifiato, decisioni coraggiose, colpi di scena finali, e una serena malinconia che avvolge il lettore, consapevole di come, giunto all'ultima pagina, debba dire di nuovo - e questa volta per sempre? - addio al fatato, colorato, magico mondo di Fairy Oak, consapevole però che...

" il modo migliore per dire addio è di non dirlo affatto, e (...) il miglior ricordo che si possa conservare è quello di un giorno qualsiasi".


Grandi e piccini, se avete voglia di sognare, di immergervi in un mondo speciale, lontano dal caos del nostro tempo supertecnologico e frettoloso, dalla sterilità di ore trascorse davanti ad uno schermo navigando a vuoto nella rete, un libro come questo può essere il vostro portale ideale per vivere ore di spensieratezza, allegria, circondati da personaggi buffi, simpatici, coraggiosi, vivaci, combinaguai, in un'atmosfera rassicurante e piena di fascino.

Ringrazio di cuore la Salani editore per la copia omaggio di questo bellissimo libro, che proprio da oggi trovate in libreria. Lasciatevi rapire dalla penna accattivante di Elisabetta Gnone, che ha dato vita a un mondo pieno di incanto e fascino, in cui possiamo tornare bambini e lasciarci cullare dalle intense emozioni e avventure vissute insieme alle protagoniste e ai loro amici.



ALTRI LIBRI DI ELISABETTA GNONE RECENSITI SUL BLOG:


CAPITAN GRISAM E l’AMORE,
GLI INCANTEVOLI GIORNI DI SHIRLEY
FLOX SORRIDE IN AUTUNNO
ADDIO, FAIRY OAK
OLGA DI CARTA - JUM FATTO DI BUIO di Elisabetta Gnone
MISTERIOSA. Le storie di Olga di carta


mercoledì 21 ottobre 2020

CANZONI ISPIRATE... DA LEGGENDE! (#2)


Nel precedente appuntamento abbiamo visto una canzone di De Andrè ed una di Baglioni, entrambe ispirate a due leggende.

Oggi a farci compagnia sono Angelo Branduardi e Roberto Vecchioni.

Il primo ha rivisitato una leggenda degli indiani d’America nel brano La pulce d’acqua.

Un'antica leggenda dei nativi americani racconta di una pulce d'acqua capace di rubare l'ombra a chi avesse spezzato le armoniose regole della natura.
Perché proprio l'ombra? La risposta sta nella convinzione, da parte delle tribù dei "pellerossa", che l'ombra fosse la parte del corpo più sfuggente, una proiezione proveniente dal corpo eppure intoccabile, come lo spirito vitale che anima ogni creatura.

Privato dell'ombra, il "peccatore" era destinato a perdere sé stesso, la propria vitalità e quindi si ammalava e l'unico modo per espiare la propria colpa e ripristinare l'armonia con la natura, era attraverso canti e balli, con cui lo "stregone" chiedeva il perdono per l'ammalato affinchè gli fosse restituita la pace interiore e fisica perduta.


È la pulce d'acqua
Che l'ombra ti rubò
E tu ora sei malato
E la mosca d'autunno
Che hai schiacciato
Non ti perdonerà
Sull'acqua del ruscello
Forse tu troppo ti sei chinato
Tu chiami la tua ombra
Ma lei non ritornerà
È la pulce d'acqua
Che l'ombra ti rubò
E tu ora sei malato
E la serpe verde
Che hai schiacciato
Non ti perdonerà
E allora devi a lungo cantare
Per farti perdonare
E la pulce d'acqua che lo sa
L'ombra ti renderà
È la pulce d'acqua
Che l'ombra ti rubò
E tu ora sei malato
E la mosca d'autunno
Che hai schiacciato
Non ti perdonerà
E allora devi a lungo cantare
Per farti perdonare
E la pulce d'acqua che lo sa
L'ombra ti renderà







Vecchioni si è invece ispirato alla tragedia di Euripide, Ippolito, con la sua canzone La leggenda di Olaf.


Ippolito, figlio di Teseo, re di Atene, è un giovanotto tutto dedito alla caccia, che non pensa all'amore, cosa che fa infuriare la benna Afrodite.
La dea, per vendetta, decide di suscitare nella matrigna Fedra (che ha sposato Teseo in seconde nozze)l un sentimento d'amore e passione per il figliastro.
Fedra sembra quasi impazzita gli occhi di tutti e in suo soccorso va la nutrice, che rivela a Teseo l'amore che Fedra ha per lui; il giovane ne è indignato e umilia la matrigna, la quale s'impicca..., non senza ver lasciati un biglietto in cui accusa Ippolito di averla violentata.

Quando Teseo scopre ciò che è successo, maledice il figlio e lo bandisce da Atene. 
Mentre Ippolito sta lasciando la città su un carro con i suoi compagni, un toro mostruoso uscito dal mare fa imbizzarrire i cavalli, che fanno schiantare il carro contro le rocce.

Mentre il povero Ippolito è in agonia, la dea della caccia - da lui tanto venerata -, espone la verità dei fatti a Teseo, il quale perdona il figlio.


Fu allora che madonna gli disse:" Hai gli occhi belli
Vorrei che accarezzassi stanotte i miei capelli"
Fu allora che rispose: "Grazie madonna no!
Io sono un cavaliere e il re non tradirò"
E a lei non valse a niente comprare la memoria
Di sentinelle e servi, mandati a far baldoria
E a lui negli occhi grigi l'amore ritornò
L'attesa di una vita, per dover dire "no"
"Che fai sotto le stelle? chi vuoi dimenticare?"
Socchiuse gli occhi e volle andarsene, sparire
Sognò, sognò, sognò, sognò, sognò, sognò, sognò
Poi, come tutti, si risvegliò
Sognò, sognò, sognò, sognò, sognò, sognò, sognò
Poi, come tutti, si risvegliò
Tornò di lì a tre giorni, il re dalla gran caccia
E lei gli corse incontro, graffiandosi la faccia
L'ira le fece dire: "Puniscilo perché
Ha mancato di rispetto alla moglie del re"
E a lui non valse a niente il sangue sui castelli
Rocroi, la spada e il sole sul viso nei duelli
Quando sentì di dire di dover dire "sì"
Con un cavallo e l'acqua fu cacciato di lì
"Che fai sotto le stelle? chi vuoi dimenticare?"
Socchiuse gli occhi e volle andarsene, sparire
Sognò, sognò, sognò, sognò, sognò, sognò, sognò
Poi, come tutti, si risvegliò
Sognò, sognò, sognò, sognò, sognò, sognò, sognò
Poi, come tutti, si risvegliò
Capì d'aver ucciso per essere qualcuno
Capì d'aver amato il giorno di nessuno
La strada all'improvviso, la strada si accorciò
E sotto un sicomoro la gola s'impiccò
Sentì tagliar la corda e gli tesero una mano
Ma dentro c'era l'oro, l'oro del suo sovrano
"Il re ti paga e chiede di non parlare mai
Monta a cavallo e fila, più lontano che vai"
"Che fai sotto le stelle? chi vuoi dimenticare?"
Socchiuse gli occhi e volle andarsene, sparire
Sognò, sognò, sognò, sognò, sognò, sognò, sognò
Ma quella volta non si svegliò






http://giardinonaiadi.blogspot.com/
wikipedia
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