mercoledì 6 aprile 2022

RECENSIONE ★★ LA STRANIERA di Diana Gabaldon ★★ (Outlander #1)



La gente scompare di continuo; e se è vero che non tutti gli scomparsi tornano a casa (e non tutti vivi), è altrettanto vero che solitamente dietro le sparizioni ci sono comunque delle motivazioni, più o meno note.
La protagonista di questa saga sparisce senza una ragione, in un giorno come un altro, mentre è nei pressi di un sito storico composto da un cerchio di pietre.
Da quel momento la sua vita prenderà strade inattese ed impensabili e si ritroverà nella Scozia di duecento anni prima.


 LA STRANIERA 
di Diana Gabaldon


Tea Ed.
trad. V. Galassi
840 pp

«Sono state quelle rocce... la collina incantata. Le pietre giganti, le pietre di mago Merlino. È da lì che sono venuta.» Respiravo affannosamente, quasi singhiozzando, sempre più incapace di esprimermi a ogni secondo che passava. «C’era una volta, ma in realtà sono duecento anni. Sono sempre duecento anni, nelle storie... Ma, nelle storie, le persone tornano indietro. Io invece non sono potuta tornare.»

Nel 1945, ad Inverness *, Claire Beauchamp Randall sta vivendo una sorta di luna di miele con il marito; la guerra è finita da poco e la coppia spera di potersi finalmente ritrovare (in tutti i sensi) dopo essere stati separati per sei anni a causa del conflitto: Claire, infatti, è stata impegnata al fronte come infermiera e suo marito, Frank Randall, ha lavorato come spia nei servizi segreti britannici.
I due non hanno figli e, chissà!, magari questi giorni tutti per loro, trascorsi nella bella città scozzese piena di storia e cultura, potrebbero portare finalmente "il frutto" tanto sperato e atteso.

Frank è un intellettuale e un accademico, esperto di Storia, e non fa che entusiasmarsi parlando di argomenti a carattere storico; in particolare, è affascinato dagli alberi genealogici, dal proprio soprattutto, studiando il quale - e confrontandosi in vivaci conversazioni con un amico, il reverendo Wakefield - apprende di essere il discendente di Jonathan "Black Jack" Randall, un famoso ufficiale inglese, vissuto nel diciottesimo secolo, attorno al quale ci sono testimonianze non proprio lusinghiere e che, anzi, lo dipingono come un individuo crudele e molto temuto proprio per la mancanza di umana pietà.

Claire e Frank stanno trascorrendo, quindi, un tempo di serenità e pace, passeggiando e godendo dei bellissimi paesaggi delle Highlands, dei siti più antichi sulle cui storie e leggende lui rende edotta lei, assistendo ad un affascinante rito pagano presso le pietre di Craigh Na Dun, ascoltando - con una sensazione di turbamento mista a divertimento - la sibillina lettura della mano da parte di Mrs Graham (la simpatica governante di Mr Wakefield), lasciandosi andare a momenti di intimità e passione nell'accogliente camera della pensione di Mrs Baird e raccogliendo erbe officinali (Claire ne è appassionata) presso il già citato cerchio di pietre.

Sarà la sua ultima azione in questo tempo, visto che le basterà toccare, senza troppi pensieri, i massi, per sentirli urlare, provare sensazioni di smarrimento mai provate prima, svenire e risvegliarsi... nello stesso posto.
Ma in un anno differente.

Le pietre di Craigh Na Dun si rivelano essere una sorta di portale magico che permette a Claire di "viaggiare nel tempo".
Rumori di zoccoli di cavalli al galoppo, esaltati e feroci guerrieri scozzesi in kilt, soldati delle Giubbe Rosse: ma che sta succedendo attorno a lei? Il mondo è impazzito? È finita accidentalmente su un set cinematografico?? Lo sgomento inizialmente fa da padrone e di certo nessuna persona dotata di buon senso e razionalità crederebbe mai di essere stata trasportata (come? da chi??) in un'altra epoca.

Ma proprio in quanto intelligente e assennata, Claire deve, suo malgrado, accettare ciò che alla ragione sembra assurdo; non sa come sia possibile, ma è proprio come teme: quelli attorno a lei non sono attori che recitano in costume, ma soldati inglesi e highlanders in carne ed ossa... e tutti fanno sul serio!
Il primo incontro con queste persone di un tempo lontanissimo dal suo, è nientemeno che con un soldato somigliante in maniera impressionante a Frank, tanto che Claire lo scambia per lui.
Ma la realtà è che il marito è rimasto dall'altra parte e quell'uomo arrogante e pericoloso altri non è che il capitano Jonathan Randall, l'antenato di Frank!

Da quel primo e per nulla lieto incontro, la situazione si fa sempre più avventurosa: dopo essere stata "rapita" (e salvata) da un tipo tozzo, musone e taciturno che è evidentemente uno scozzese in fuga dagli inglesi, la donna conosce il capo di una combriccola che la prende "in custodia": Dougal MacKenzie, il quale prende con sé e i propri uomini l'inglese Claire, convinto che si tratti di una spia al soldo degli inglesi; così la donna si ritrova a viaggiare in groppa ad un cavallo assieme a questi uomini ruvidi e privi di maniere gentili.
Fa eccezione il giovanissimo guerriero dai capelli rossi, Jamie, l'unico a relazionarsi con Claire - che lui chiama da subito, e con un tono simpatico, Sassenach - amichevolmente e ben presto tra i due si instaura un legame d'amicizia, complicità, comprensione che imbarazza lui e comincia via via a turbare anche lei.

Per una serie di motivi - legati in particolare alla malvagità e alla perfidia di Black Jack Randall, che dà la caccia a Jamie e, in un certo senso, anche a Claire, seppure per ragioni diverse - quest'ultima è "costretta" a sposare il bel Jamie, cosa che la fa sentire in colpa, anzitutto perché le sembra di tradire Frank, anche se, tecnicamente, in quell'epoca (siamo nel 1743) lui non è ancora nato, e poi perché comunque non è innamorata di quell'uomo, col quale si ritrova a condividere anche l'intimità.


"Tu sei Sangue del mio Sangue, 
e Ossa delle mie Ossa. 
Ti dono il mio Corpo, 
così saremo una sola Cosa. 
Ti dono il mio Spirito,
finché l’Anima nostra non sarà resa."


Non sarà facile tenere a bada i moti del cuore traditore e tra i due sposi il legame si farà sempre più 
source
Craigh na dun

profondo ed intimo, anche se la ragione impone alla "viaggiatrice" di non affezionarsi a nessuna persona di quest'epoca perché ella non appartiene a questo mondo, viene dal futuro e là spera di tornare, possibilmente fuggendo a Craigh Na Dun e tentando di rifare l'esperienza, ma al contrario.

Jamie (che appartiene al clan Fraser ed è proprietario di una tenuta, Lallybroch, in cui spera di tornare) si rende conto che lei non gli ha detto tutto del proprio passato, al contrario di ciò che ha fatto lui che, col passare del tempo, sente il bisogno di parlare di sé, della famiglia, delle sofferenze subite a causa delle Giubbe Rosse e di Randall in particolare, che ha per il bello ed aiutante Jamie Fraser una vera e propria ossessione morbosa e pericolosa.

«Ci sono cose che io non posso dire a te, almeno non ancora. E non insisterò affinché tu mi riveli i tuoi segreti. Però ti chiedo questo: quando mi dici qualcosa, fa’ che sia la verità. E io ti prometto di fare lo stesso. Tra noi per ora non c’è nulla, tranne... il rispetto, forse. E penso che nel rispetto possa esserci spazio per i segreti, ma non per le bugie. Sei d’accordo?»


Ma come fa Claire a confessare di essere nata nel millenovecentodiciotto? Di provenire da un tempo diverso, lontano e successivo di ben duecento anni? 
Se lo raccontasse, nessuno le crederebbe, anzi, probabilmente la prenderebbero per matta, Jamie compreso!

Forse arriverà il momento di confessarglielo, ma fin quando può, Claire va avanti vivendo questa vita nella Scozia settecentesca come se fosse un viaggio temporaneo.
Certo, non è proprio una passeggiata di salute, visto che di peripezie ne vivrà davvero tantissime, alcune eccitanti altre decisamente rischiose: superstizioni e credenze popolari che rendono le persone semplici sospettose verso chiunque non le condivida e, al contrario, le vìoli (cosa che a Claire capiterà di fare più di una volta); accuse di stregonerie, esecuzioni sommarie ed ingiuste, intrighi, tradimenti, aggressioni...

Insomma, la Scozia di due secoli prima aveva più contro che pro, per non parlare di aspetti pratici come l'igiene, l'accesso a cure e medicinali, la rozzezza nei modi di fare degli uomini verso le donne, e tanto altro.
Tutti aspetti che farebbero desiderare a Claire di lasciare tutto e andarsene, mandando al diavolo quegli spietati degli inglesi e quegli zoticoni degli scozzesi..., ma c'è qualcosa a trattenerla.
O meglio, qualcuno.

"Non devi aver paura di me", mormorò a bassa voce. "Né di nessun altro, finché ci sono io con te",

le ripete Jamie, che da subito, e ancor più col passare del tempo e con l'evoluzione del loro rapporto, sarà protettivo verso la sua "ragazza", la sua forte e testarda Sassenach, prendendosi cura di lei, essendo disposto a buttarsi nel fuoco o a farsi frustare pur di soccorrerla e proteggerla.

Perchè Claire è sua, gli appartiene, e lui appartiene a lei.

«Oh, aye, Sassenach (...) Sono il tuo padrone... e tu sei mia. 
A quanto pare, però, non posso possedere la tua anima senza perdere la mia.»


Anche Claire Randall Fraser sente di appartenere a Jamie Fraser? Che ne è del suo amore per Frank, che è dall'altra parte e, probabilmente, è in pena per lei, non avendo più avuto sue notizie?
Deciderà alla fine di tornare indietro, nella propria epoca, agli agi e alle comodità cui è abituata?




Io mi fermo qui perché non avrebbe molto senso dirvi altro sulla trama, in quanto stiamo parlando di un tomo di più di 800 pagine e, chiaramente, di cose ne accadono e tantissime, e tutte elettrizzanti e appassionanti.

Sapevo che recensire questo libro per me sarebbe stato complicato e che non ne sarei stata soddisfatta - qualunque cosa avessi scritto e in qualunque modo avessi impostato la recensione -, ma non potevo esimermi dal farlo.
Posso solo dire: L'HO AMATO. 
Tutto, dal primo rigo all'ultimo.

Avendo visto le cinque stagioni della serie tv, leggendo rivedevo i volti di Claire, Jamie e tutti gli altri indimenticabili personaggi (tanto gli amici quanto i nemici, come il capitano Randall, uno dei personaggi letterari più odiosi che abbia conosciuto ma, proprio per questo, meglio riusciti!), mi sembrava di rivedere ogni scena ed ogni luogo.

Castle Leoch
 ***



Il castello di Leoch, il "regno" del laird Colum MacKenzie, il signore indiscusso e il capo del proprio clan, che nei confronti di Claire sarà sempre gentile ma... con riserva e sempre con quel guizzo di furbizia nello sguardo, proprio di chi non si fida della bella straniera inglese.

La bellezza selvaggia delle Highlands, una distesa verde immensa, davanti alla quale ci si sente piccoli piccoli.

Lallybroch, la casa per antonomasia, là dove Jamie è sé stesso perchè vi è nato, ci 

Lallybroch ****
sono i suoi affetti ed è il padrone; il periodo in questa tenuta di famiglia è stato forse quello più sereno, quasi bucolico, idilliaco. Ma si sa, la vita di un  Fraser non è fatta per la pace!

La maledetta prigione di Wentworth: il luogo dell'inferno, del dolore, del tentativo becero e disumano di fiaccare e umiliare il corpo e l'anima di un uomo.

          L'abbazia di Ste.Anne de Beaupré: il luogo della rinascita, del riscatto, del ritorno alla vita.


Mi si potrebbe legittimamente obiettare che c'è poco gusto a leggere una storia praticamente già nota **, e invece... niente affatto!!

È stato come rivedere amici ai quali mie ero enormemente affezionata; 840 pagine di puro godimento letterario: ecco cosa è stato per me La straniera.
Mi sono commossa, innervosita, divertita (l'ironia abbonda, a partire da Claire, che sin dalle primissime pagine si presenta come una donna arguta, intelligente, pungente), entusiasmata nell'immedesimarmi in ogni piccola o grande avventura vissuta dai personaggi; mi sono appassionata all'amore tra i due protagonisti, che regala davvero tante emozioni.

Tutto è perfetto (eh lo so, penserete che esagero, ma è quel che penso *___*): le parti dialogiche (così vivaci, realistiche, dinamiche, coinvolgenti) e quelle narrative (con il loro ritmo bello cadenzato), le sequenze descrittive (che mi consentivano di immaginare ogni particolare del contesto, umano ed ambientale) e quelle più riflessive, in cui Claire (che di suo non è molto espansiva circa l'espressione verbale dei propri sentimenti; in questo Jamie è più spontaneo, aperto, "puro") ci fa entrare nel proprio cuore e nella propria testolina.

Ho amato il periodo storico, così complesso, difficile e purtroppo contrassegnato da violenze, ingiustizie, barbarie, (gli scozzesi dovevano combattere quotidianamente contro i soprusi degli inglesi, e quando finivano nelle loro mani, se la vedevano davvero brutta), da credenze popolari che oggi giudicheremmo sciocche e selvagge; affascinanti la Scozia (ti vien voglia di andare a cercare i luoghi menzionati) e il gaelico, che in bocca a Jamie è tenero, dolce, intimo.

I personaggi escono dalle pagine per come sono assolutamente ben caratterizzati, anche quelli secondari, e sia fisicamente che caratterialmente.

Ce l'avete fatta ad arrivare fin qui? Grazie, coraggiosissimi! ^_^

Lo so, sono stata prolissa, ma sto ancora nel 1743 ad Inverness.
E non credo aspetterò molto prima di tornarci *_*

Se amate le saghe con un mix magistrale di fantasy, romanticismo e sfondo storico accattivante, immergetevi in questa serie.

Basta, mi taccio, ho finito! :-D 


Alcune citazioni.

«...io non posso vivere senza di te, dannato James Fraser, e questo è tutto. Ora dimmi, dov’è che mi stai portando?»

«È... difficile da spiegare. È... è come... credo che tutti abbiamo un posticino, dentro noi stessi, un luogo segreto che teniamo per noi. È un po’ come una fortezza, dove è nascosta la parte più privata della nostra vita... forse è la nostra anima, forse ciò che ci rende noi stessi e nessun altro. (...) Di solito non lo fai vedere a nessuno, quel posticino, tranne, a «Ora, è come se... come se la mia fortezza fosse stata fatta saltare in aria con la polvere da sparo... non c’è rimasto nient’altro che ceneri e un tetto di travi fumanti, e quella piccola creatura nuda che ci viveva dentro è adesso allo scoperto, che pigola e geme dalla paura, cercando di nascondersi dietro a un filo d’erba o a una foglia, ma... ma non... ci riesce granché bene. »

"E c’era l’amore, in quel luogo? Oltre i confini della carne e del tempo, era possibile ogni amore? Era necessario? (...) là dove c’è l’amore le parole non sono necessarie. L’amore è tutto. È immortale. Ed è sufficiente."

«La mia vita è tua. E sta a te decidere che cosa fare (...). Il mio cuore è stato tuo sin dalla prima volta che ti ho vista, e mi sono messo anima e corpo nelle tue mani, dove tu mi hai tenuto al sicuro.»




 * la città più grande delle Highlands scozzesi

 ** sono rimasta piacevolmente colpita dal fatto che la trasposizione tv del primo libro è praticamente fedele in toto, e a fare eccezione sono davvero dei dettagli che nulla avrebbero aggiunto alla bellezza della serie e nulla tolgono alla sostanza della storia scritta.

***  Doune Castle in Scozia è Castle Leoch (source)

****  source: TripAdvisor


martedì 5 aprile 2022

[[ RECENSIONE ]] SPATRIATI di Mario Desiati



Francesco e Claudia: acqua e fuoco, pioggia e fulmini, freddo e caldo. Due personalità che più differenti non potrebbero essere, eppure, al contempo, sono intimamente affini e, soprattutto, entrambi vengono additati come due spatriètə, due irrisolti, inclassificabili, balordi, vagabondi... e, nel loro caso, dei liberati.


SPATRIATI 
di Mario Desiati



Einaudi Ed.
288 pp
"Mi chiamo Francesco Veleno, sono il figlio unico di Elisa Fortuna e Vincenzo Veleno, due ex atleti dilettanti, che si sono innamorati durante una puntata di Giochi senza frontiere e per tutta la mia infanzia mi hanno cresciuto con l’idea che li avrei riscattati dal misterioso incidente di avermi messo al mondo"


Non è il massimo per nessuno, quindi neppure per Francesco, pensare di essere nientemeno che un "incidente di percorso" nell'esistenza dei propri genitori.

Insicuro, con la sensazione di fare e dire le cose sbagliate nel posto sbagliato e al momento sbagliato, convinto che la realtà sia quella che gli viene raccontata e non quella che vede, Francesco - che la madre chiama affettuosamente "Uva Nera" per il suo incarnato scuro - resta folgorato il giorno in cui, nel cortile della scuola, la sua attenzione viene catturata fatalmente da una ragazza dai capelli rossi, la pelle di luna, il naso importante e quel suo vestire come un maschio, con i vestiti del padre.
Lei è Claudia Fanelli.

"Quando un fronte d’aria fredda incontra a terra una massa d’aria calda, quest’ultima si alza al cielo. Nascono i temporali. Pioggia e fulmini, acqua e fuoco. Non ho mai capito chi tra i due fosse il caldo e chi il freddo, ma mi ritengo fortunato di aver incontrato il mio fronte opposto in Claudia Fanelli, la spatriata, come qui chiamano gli incerti, gli irregolari, gli inclassificabili, a volte i balordi o gli orfani, oppure celibi, nubili, girovaghi e vagabondi, o forse, nel caso che ci riguarda, i liberati"

Stravagante e vivace, solitaria e sicura di sé, indifferente ai giudizi, agli scherni e ai mormorii dei pettegoli di paese che, a Martina Franca come nelle piccole realtà di provincia, non mancano mai.

Francesco oppone alle frasi taglienti e provocatorie dell'amica - di cui si sente innamorato, pur provando altre e indefinibili sensazioni fisiche verso coetanei del proprio sesso - la propria fede religiosa, che egli vorrebbe fosse più solida di quella che è in realtà.
Ma ogni certezza vacilla quando la ragazza gli svela che, per un bizzarro scherzo del destino, essi sono quasi fratellastri.
Eh già, perché la madre di Francesco, Elisa, è l'amante di Enrico, il padre di Claudia.

Il ragazzo non sapeva questo segreto e scoprirlo lo turba per tante ragioni, tra cui quella di voler essere libero di amare la sua Claudia e di non essere costretto a vederla in un modo differente a causa delle stramberie dei loro genitori.
I due amici diventano praticamente inseparabili ma la ragazza non riesce a farsi andar bene la vita di paese ("Voglio stare dove succedono le cose, e qui non succede niente, non imparo niente"). così decide di andarsene, lasciando solo il povero Veleno con i suoi dubbi, la sua confusione emotiva e sessuale, i suoi risentimenti verso il padre e quelli misti ad amore e tenerezza verso la madre.

Londra, poi Milano e infine Berlino, la capitale europea della trasgressione; ad ogni tappa, la voce squillante di Claudia invita l'amico ad abbandonare la Puglia, la famiglia e tutta quella zavorra che è la ristretta mentalità di paese,  e a prendere in mano la propria vita, facendo scelte autonome e libere, assecondando i propri desideri.

Francesco resta e resiste, pur soffrendo la mancanza dell'amica ed essendone geloso - di lei, del suo essere così... "fluida", priva di inibizioni: "dentro di me il fuoco era spento. Mi piaceva restare a Martina perché tenevo a bada l’ansia, la quotidianità era sopportabile".

E intanto scava dentro di sé, restando turbato dalla consapevolezza di certi brividi, pensieri, sensazioni provate abbracciando un amico in oratorio o truccandosi la notte, di nascosto dal mondo, ma non da sua madre, che vede e capisce senza che lui se ne accorga.

Arriverà però il momento anche per Francesco di seguire Claudia, raggiungendola a Berlino e là avrà modo di vivere nuove esperienze e conoscere persone che lo porteranno a capire meglio se stesso, a crescere, e anche se non resterà nella città tedesca per sempre, qualcosa  in lui cambierà.

Si vedrà per come gli altri lo vedono da fuori, "Una vittima del patriarcato fascista, che non sapeva nemmeno riconoscerlo." 

E Claudia? Lei è un po' mamma, un po' sorella, un po' amica del cuore, inafferrabile e senza freni, anima libera ma bisognosa di dare e ricevere amore, di legami che rappresentino una casa a cui tornare:

"...il cuore di Claudia era troppo grande, sprecato per contenerne uno solo, c’era spazio per una famiglia intera, per un’amicizia, per un figlio, per l’umanità."

Claudia e Francesco: "solitudini perfette. Due monadi", "nozionisti e idealisti e guardavamo al futuro pieni di paura e possibilità (io), speranza e determinazione (lei)", con l'attitudine a vivere in altri mondi, a immaginare storie impossibili; seppur distanti chilometri, diventano adulti insieme, e anche quando sembrano allontanarsi, finiscono sempre per ritrovarsi. 

Attraverso questi due personaggi così all'opposto ma inseparabili, che si capiscono con uno sguardo, con i silenzi, con i non detti prima ancora che con le parole, Mario Desiati dà voce alle inquietudini, ai turbamenti, agli eccessi e alle inibizioni di una generazione cresciuta in un paese piccolo e che ha voglia di spiccare il volo lontano da casa, alla quale si sente sì legata ma, allo stesso tempo, da essa vuol prendere le distanze, non sempre riuscendoci.

"Le nostre origini ci rimangono addosso come una voglia gigante sulla pelle, che puoi coprire con tutti i vestiti che vuoi, ma resta sotto e quando ti spogli la vedi.
Eravamo usciti dalle nostre famiglie riportando ferite profonde, ma le nostre famiglie non erano uscite da noi."

Il protagonista è un ragazzo timido, schivo, insicuro e trova nella spavalda e irrequieta Claudia il modo per conoscersi ed accettarsi, dando sfogo a istinti e curiosità relative al sesso e al volerlo vivere in libertà, senza schemi, preconcetti e limiti stabiliti da altri, dalla società.

Francesco è un figlio che non vede nei genitori un punto di riferimento, un modello di vita, e se tende a snobbare un po' il padre, a prenderlo poco sul serio, è dalla madre che vorrebbe attenzioni e di lei, in certi frangenti, si sente geloso:  geloso di quell'amore segreto con il papà di Claudia; geloso del rapporto d'amicizia e complicità tutta al femminile - fatta di sorrisi eloquenti, di chiacchierate a bassa voce in cucina di notte, come se fossero mamma e figlia - tra la propria madre (che si rende conto di conoscere poco) e la sua Claudia.

È un amico che si preoccuperà sempre di quella rossa che vestiva da uomo e di cui non riesce a non essere innamorato; desidera sentirla spesso quando lei è fuori, vuole che gli racconti tutto di sé, della gente che incontra , degli uomini e delle donne con cui ha relazioni, che siano di sesso o d'amore.

Il lettore vede Francesco (voce narrante) cambiare negli anni, fare esperienze, e tutta la sua complessa personalità emerge, insieme ai suoi pensieri, i dubbi, le paure, le contraddizioni, la confusione in merito alle sue preferenze sessuali, il rapporto con Claudia e ciò che esso significa per lui.
La scrittura di Desiati è schietta e decisamente disinvolta ed esplicita quando si sofferma su giovani corpi vogliosi di toccarsi, fondersi, trarre piacere da questi incontri trasgressivi, in cui ognuno si sente libero di vivere il desiderio nei modi che vuole.
Ma è anche romantica e poetica quando ci parla del legame profondo che unisce Claudia e Francesco, del bisogno d'amore e di cura, della solitudine, del senso di inadeguatezza, del desiderio di felicità di questi spatriati, raminghi e senza meta, o forse solo semplicemente giovani alla ricerca del proprio posto nel mondo.

Mi è piaciuta la scelta di intitolare ogni capitolo con delle parole-chiave in dialetto martinese e in tedesco.
Un romanzo di formazione con personaggi interessanti, con una scrittura sincera, aperta, e anche se non posso dire che mi abbia coinvolta totalmente e in modo costante durante tutta la lettura, trovo comunque che lo stile sia scorrevole, il che rende il libro nel complesso piacevole; ho apprezzato la delicatezza e la sfumatura malinconica di molti passaggi, alcuni dei quali potete leggerli di seguito. 




Alcune citazioni:

"Nelle famiglie non esistono segreti, ma solo dei patti dolorosi, a volte miserabili, a volte irrinunciabili, dei «non detti». E nei non detti ci sono le verità profonde, le crisi, la lotta tra bene e male, l’origine delle relazioni e di tutti i traumi. Col tempo avrei capito che Claudia stava condividendo con me qualcosa di simile a un biglietto vincente della lotteria. Il non detto era lí, esposto alla nostra innocenza."

"– A volte vivo certe emozioni solo perché ho una persona come te a cui raccontarle, – mi diceva appena tornava da me.
– Non risparmiarmi nessun dettaglio, – le chiedevo, e sapevo che solo cosí avrei provato piacere nel mio dolore."

"... non tutti reggono il dolore delle persone che pensano di amare.
– Cosa vuoi dire? – Ero spaventato, mi mettevano a disagio quelle confessioni.
– Che devi farti forte e reggere il dolore della persona che ami. Per esempio, non essere mai se stessi per tutta la vita è un dolore."

"...il cuore è una casa con due camere da letto: una è quella del dolore, l’altra quella della gioia. Non si può ridere troppo fragorosamente, altrimenti il dolore si risveglia. Purtroppo, non può accadere il contrario, perché la gioia è sorda. "


domenica 3 aprile 2022

RECENSIONE ** ANIMA LUPI di Simone Cardullo **



Dopo una serie di eventi luttuosi e spiacevoli, Edoardo cambia identità e si propone di vendicarsi di chi gli ha stravolto l'esistenza; portare a termine questa pericolosa missione gli aprirà gli occhi su tante scomode verità, mostrandogli tutto il marcio che si nasconde nelle vite di gente apparentemente rispettabile.


ANIMA LUPI 
di Simone Cardullo 

Kimerik Ed.
282 pp
La vita di Edoardo è contrassegnata da ricordi dolorosi: in un tragico giorno di febbraio del 1973 (nel giorno del suo diciannovesimo compleanno), un commando di criminali irrompe in un locale e uccide non solo le persone designate per l'attentato (appartenenti alla malavita siciliana), ma anche degli innocenti, sfortunatamente lì presenti.
Tra questi, tre congiunti stretti di Edoardo (padre, sorella e fidanzata), la cui esistenza da quel momento subisce una brusca e irreversibile virata.

Con gli anni, alla decisione di dare un cambio radicale a se stesso e alla propria vita contribuisce la prematura morte dell'amico Abele Bottario, di cui decide di prendere l'identità, essendo Abele una persona sostanzialmente sola, priva di legami famigliari intimi: insomma, il soggetto ideale per Edoardo, che da un giorno all'altro diventa il dottor Bottario e, a tale scopo, si fa cambiare leggermente i connotati.

Il cambio di identità offre all'uomo l'opportunità di ricostruirsi da zero, di creare nuove passioni e relazioni, di aprire gli occhi sul ruolo e le infiltrazioni della mafia e, soprattutto, di elaborare un piano di vendetta. 

Tante sono le persone con cui Edoardo/Abele verrà in contatto, tante le dure decisioni da prendere, codici da decifrare e intrighi da individuare e svelare; la sua è una missione che gli procurerà ancora delle ferite e delle perdite, ma niente e nessuno potrà placare la sua sete di vendetta perché, anche se ancora non lo sa, dentro di lui possiede "le caratteristiche dei lupi, l’anima lupi", capace di programmare e portare a termine i propri propositi vendicativi.

Edoardo è un uomo eclettico, intelligente, sempre con la battuta pronta, con un grande spirito di intraprendenza e di adattamento ad imprevisti e situazioni sempre nuove; una cosa è certa: egli non subisce i capricci del fato ma è l'assoluto padrone delle proprie scelte, dei rischi che corre, dei propri errori e anche della propria solitudine, che è la condizione che caratterizza la sua vita, in quanto egli non lascia spazio a relazioni durature, che potrebbero distoglierlo dai propri obiettivi o addirittura essergli di intralcio; l'unica volta in cui sembra intenzionato a farlo, un altro amaro "scherzo" del destino cambia le carte in tavola.

Lo stile dell'Autore è sicuramente molto dettagliato, e lo è nelle descrizioni sia degli ambienti che delle azioni - altrettanto meticolose - del suo protagonista, aspetto che trovo sia coerente e in linea con la natura di Edoardo, un tipo preciso e attento ai dettagli, che vive in modo attivo e determinato le tante e varie traversie avventurose che lo vedono coinvolto.

Quando, nel corso della narrazione, leggiamo in che modo Edoardo pianifica e realizza ogni singola tappa della propria "missione", il ritmo è chiaramente più dinamico (pur non raggiungendo mai alti livelli di tensione o suspense), mentre tende a rallentare nei momenti in cui la scrittura si fa più descrittiva.

La personalità brillante e poliedrica del protagonista emerge con molta chiarezza nel corso della narrazione, non tanto attraverso sequenze riflessive - che invitano solitamente il lettore a guardare dentro il personaggio, seguendone il corso dei pensieri e degli stati d'animo -, bensì a partire dai suoi comportamenti, dal suo modo, scrupoloso e razionale, di organizzare fin nei minimi particolari ogni operazione (criminale e no), arrivando a commettere anche azioni delittuose a sangue freddo, perché a muoverlo è la voglia di restituire ai malavitosi il male che essi per primi hanno compiuto.
Interessante il finale, che vede il protagonista di fronte ad una scioccante rivelazione che stravolgerà - di nuovo! - la sua vita e renderà chiaro al lettore il significato del titolo stesso (anima lupi).

venerdì 1 aprile 2022

RECENSIONE ❤❤ "DI MORTE E D'AMORE. La prima indagine di Fortunata, tanatoesteta" di Stefania Crepaldi ❤❤



Fortunata è una bella ragazza dai capelli biondi e gli occhi azzurri, e a vederla nessuno penserebbe che fa un lavoro davvero particolare: è, infatti, una tanatoesteta, vale a dire colei che si prende cura, con estrema professionalità, dei corpi delle persone decedute, truccandoli, attenuando i segni della morte così da renderli più presentabili.
E mentre le sue mani toccano le salme, lei sogna di diventare una pasticciera e di allontanare il puzzo di morte per respirare un'aria decisamente meno grave e triste.


DI MORTE E D'AMORE. 
La prima indagine di Fortunata, tanatoesteta
di Stefania Crepaldi   


Ed. IoScrittore
200 pp
USCITA:
24 MARZO 2022
Fortunata vive nella bella Chioggia con suo padre Emilio e la sua amorevole nonna, da cui ha preso il nome; la madre è morta da anni ma il suo ricordo aleggia dentro casa e la sua assenza addolora il vedovo, la cui sofferenza non accenna a diminuire.
La famiglia di Fortunata ha un'azienda che in città è famosa e molto richiesta perché i servizi che offre sono anzitutto contrassegnati dalla professionalità, e inoltre sono necessari, nel senso che prima o poi servono a tutti.
Sì, perché il signor Emilio porta avanti l'antica tradizione di famiglia, che è quella dei becchini, dei pizzigamorti. Onoranze funebri, insomma.

La ragazza è stata quindi cresciuta con la convinzione, da parte del genitore, di proseguire la professione paterna, perpetuandola.
Ma l'uomo non ha fatto i conti con i desideri (per lui segreti) della figlia e vorrebbe che proseguisse nel prendere specializzazioni che la rendano la migliore tanatoesteta in circolazione.

Ed effettivamente Fortunata è davvero brava nel suo lavoro; sembra avere un dono particolare nel prendersi cura di uomini e donne perché quando li veste, li lava, pulendo la pelle e truccando il viso, lo fa con attenzione, rispetto, dolcezza e premura. 

Ma il fatto che sappia fare bene il proprio mestiere, non le impedisce di desiderare di scappare via da quel destino che il padre ha deciso per lei e su cui Fortunata, invece, non ha alcuna intenzione di investire.

Già, perché la ragazza ha un sogno nel cassetto di diverso tenore e genere: vuole fare la pasticciera, passione che la fa stare bene e per la quale è portata; lo dimostrano le sue capacità in cucina, più precisamente nella cucina del caro amico Mario, proprietario di una pasticceria, dove Fortunata si rifugia per dare sfogo alle proprie doti culinarie.
E in barba alle pretese paterne, sta provando a farsi accettare come apprendista pasticciera dai Mengolin (considerati i migliori nel settore dei catering di lusso in Italia) e poter lavorare e creare decorazioni spettacolari accanto allo chef Lucio Mengolin.
Quando inaspettatamente riceve una loro risposta, in cui le viene detto di presentarsi, pochi giorni dopo, per iniziare un periodo di apprendistato, sente che finalmente la vita le sta offrendo una fantastica opportunità per dare una svolta alla propria esistenza.

"Le mie mani non abbelliranno più la morte, daranno vita alla bellezza, contribuiranno alla felicità delle
persone."

Fortunata è intenzionata a non lasciarsi sfuggire questa occasione per voltare le spalle a quel mestiere accompagnato sempre da morte, dolore, corpi rigidi, lacrime di chi piange il proprio caro.
Già è stato - ed è - dura vivere accanto ad un padre che piange guardando le foto dell'amatissima moglie e che spesso, quando parla con la figlia, non vede lei ma la defunta consorte, Elisa.

"Elisa. Mia madre. La donna con cui combatto una guerra silenziosa per la conquista del cuore di mio padre."

In quei momenti, Fortunata si sente pervadere da una grande tristezza e dalla dolorosa consapevolezza che, per quanto suo padre le voglia bene, preferirebbe di certo che, al sui posto, ci fosse Elisa davanti a lui.

A dare un'ulteriore spinta alla sua voglia di cambiare vita, c'è anche il suo essere cosciente di come la gente guardi lei e i suoi famigliari: persone che portano sfortuna (i gesti scaramantici non mancano mai), alla cui vista è meglio distogliere lo sguardo e al cui passaggio è meglio scansarsi, come se la morte fosse contagiosa e potesse attaccarsi loro addosso come la lebbra.

Fortunata è stanca di sentire le comari che mormorano sciocchezze quando la vedono, di ragazzi che le fanno un complimento per poi lasciarsi andare a gesti eloquenti e superstiziosi quando scoprono il suo lavoro.
Insomma, la ragazza non vuol essere più la figlia del becchino più famoso di Chioggia e non vede l'ora di poter utilizzare le sue abili mani per celebrare eventi gioiosi e non più luttuosi.

Nonostante le urla contrariate del genitore, l'aspirante pasticciera si reca al suo primo giorno di lavoro presso i Mengolin: deve aiutare lo chef Lucio a decorare una torta nuziale.
A sposarsi è la figlia della famiglia Boscolo (molto nota in città), ma purtroppo la morte sembra aver seguito la povera tanatoesteta: durante la festa, infatti, il padre della sposa muore.

Istintivamente, Fortunata non riesce a star lontana dal corpo morto dell'uomo e lo tocca... facendo così un grosso errore che potrebbe crearle non pochi problemi.

Nei giorni successivi viene fuori che la morte del Boscolo non è avvenuta per cause naturali e il fatto che a toccarlo sia stata quella ragazza che era lì per fare la pasticciera, fa sì che ella diventi una sospettata...

Ma quel giorno, al matrimonio, Fortunata fa la curiosa conoscenza di un "Tizio affascinante", un ragazzo tanto carino e sexy quanto misterioso, che si chiama Vito ed è pugliese.

I due finiscono per fare amicizia e le loro strade continuano ad incrociarsi, e non per caso: Vito sembra uno senza arte né parte ma in realtà è interessato alla morte del signor Boscolo e alle sue attività imprenditoriali per motivi ben precisi.
Dal canto suo, la stessa Fortunata è interessata a capirci qualcosa di più circa il presunto omicidio di Boscolo, più che altro per scagionare se stessa da ogni assurda accusa; si improvvisa così investigatrice e, collaborando con Vito, cercherà di carpire segreti, frasi sussurrate, intrighi e loschi affari di questa ricca famiglia di Chioggia.

Intanto, il suo "idolo" Lucio Mengolin sembra davvero apprezzare le sue qualità e volerle proporre un lavoro, il che rende Fortunata eccitata e felice. Sarà la volta buona per dire addio alle onoranze funebri di famiglia per potersi dedicare finalmente a una professione più lieta?

E quel Vito, che le sta sempre attorno e che sembra aver bisogno di lei, del suo aiuto..., chi è davvero? Può fidarsi di lui, di quel sorriso sornione, di quello sguardo malizioso che le fa battere il cuore più velocemente?

E se la ragione le suggerisce di stare attenta a non perdere la testa, i moti del cuore sono difficili da placare e la conducono verso quell'uomo intrigante, che sa come sorprenderla e farla sorridere (a volte anche innervosire, ma è un dettaglio trascurabile).

Le vicende avventurose che coinvolgono la nostra simpatica e sveglia protagonista hanno una spettatrice d'eccezione, che è al contempo anch'essa una voce narrante, ma onnisciente e privilegiata, che si alterna alla narrazione in prima persona di Fortunata: è la voce fiera e orgogliosa della magnifica città di Chioggia che, come se avesse vita propria, sembra rivolgersi al lettore affinché si soffermi sulla bellezza di Clodia, sul suo fascino, la sua storia, senza però perdere di vista - purtroppo! - le azioni degli esseri umani, la loro avidità, il loro affannarsi nei propri affari non sempre leciti e puliti.

Romanzo vincitore di IoScrittore 2020, l'esordio di Stefania Crepaldi è un giallo con sfumature rosa che mi ha catturata e favorevolmente impressionata per diversi aspetti: la scrittura molto sciolta, il ritmo veloce e dinamico, i dialoghi efficaci; originale è il lavoro della protagonista e coraggiosa la scelta dell'autrice di inserire un argomento delicato (e attorno a cui ruotano molti tabù, paure, associazioni negative...) come la morte e il contatto con essa (che, nel caso di Fortunata, è inevitabilmente anche fisico), senza mai far sentire al lettore nessuna oppressione o tristezza, tutt'altro; la protagonista è un tipo tanto determinato e caparbio quanto sensibile e, pur essendo costantemente a contatto con la morte ed essendo cresciuta con un genitore che le ha fatto sentire molto l'assenza materna, è piena di voglia di vivere e di amare; bella l'idea di dar voce alla città, che in pratica è un personaggio a tutti gli effetti.

Un libro che mi ha sorpresa in positivo e che ho letto con molto piacere perché è scritto bene, ha una storia accattivante e una protagonista che ha tutti i requisiti per conquistare i lettori.



giovedì 31 marzo 2022

LE MIE LETTURE DI MARZO 2022



Buongiorno, cari lettori!!

Come ogni mese, eccomi con il bilancio delle mie letture del mese che sta andando via.

Concludo marzo leggendo:

  • I CURATORI DI SUNBLACK di N. M. Bellenzier: in un mondo devastato da una misteriosa e mortale malattia, la Chiesa e la setta dei Curatori sono impegnati, su fronti opposti, a salvare l'umanità, ciascuno con i propri metodi e servitori;
  • ANIMA LUPI di S. Cardullo: dopo una serie di eventi luttuosi, un uomo cambia identità e si propone di portare a termine una pericolosa missione per vendicarsi;
  • IL DIRITTO DI OPPORSI di Bryan Stevenson: le vicende dell'Autore che, in quanto avvocato, si è battuto per dare giustizia alle vittime della discriminazione razziale e contro l'uso della pena di morte;
  • LA STRANIERA di D. Gabaldon: sono alle ultimissime battute; mi sono gustata questo viaggio nelle Highlands scozzesi a piccole dosi, quasi mi spiace terminare il libro, ma mi consolo sapendo che... sono solo all'inizio della saga *____*




A marzo ho letto e recensito diversi libri con al centro una protagonista femminile dalla personalità particolare, a volte forte come una guerriera, altre più fragile ed emotivamente complessa, altre ancora molto giovane e in formazione, ma tutte, in ogni caso, sono chiamate dalla vita ad affrontare sfide e conflitti (interiori e no) importanti per crescere.


  1. SICILIAN DEFENSE di A. Pierandrei: romanzo western. Kate è la prima donna sceriffo dell'Oregon, nel 1892, e prende molto sul serio questa carica, riversando in essa tutto il proprio senso di giustizia e la propria lealtà verso i concittadini  (4.5/5). 
  2. LA GIUSTA VIA di D. Merola: romanzo psicologico; Margherita vive una relazione sentimentale lunga e travagliata, di dipendenza affettiva, dominata dalla violenza fisica e verbale. Come uscirne? (4/5)
  3. OLIVA DENARO di V. Ardone: romanzo di formazione ambientato negli anni '60 in un paese del sud Italia dove una ragazza non solo deve subire un abuso, ma anche trovare il coraggio di alzare e far sentire la propria voce contro una mentalità ottusa che vorrebbe soffocarla. (5/5)
  4. LA FELICITÀ DEGLI ALTRI di C. Pellegrino: Cloe è una donna che non ha imparato a vivere, a stare con gli altri; il suo mondo privato è popolato dai fantasmi del passato. Saprà convivere serenamente con essi senza precludersi il diritto di vivere pienamente? (4/5).
  5. LA MISTERIOSA SCOMPARSA DI DON VITO TRABÌA di S. Ambra: un giallo che ruota attorno al rapimento di un boss e per arrivare a lui l'ispettrice Malena dovrà risolvere indovinelli ed enigmi scorrazzando per Palermo (4/5).
  6. LA CUSTODE DEI PECCATI di M. Campisi: romanzo storico che mi ha fatto conoscere l'inquietante figura dei mangiapeccati (4/5).
  7. DI AMORE E DI MORTE di S. Crepaldi (recensione nei prossimi giorni): giallo con sfumature romantiche. Fortunata fa un lavoro davvero particolare, è una tanatoesteta, ma sogna di lasciarsi dietro il puzzo della morte per respirare un'aria decisamente meno pesante (4/5).

    8AMERICA NON TORNA PIÙ di G. Perrone: romanzo autobiografico incentrato sul complesso ma fondamentale rapporto dell'Autore col padre (4.5/5).
    91944: THE REBELLION di E. Delpari: paranormal fantasy/young adult. Una ragazza dei nostri giorni vive una dimensione parallela, che la trasporta a Bologna negli anni '40, accanto ai partigiani (2.5/5).
    10."Josef Mengele. L'angelo della morte di Auschwitz" di R. J. Samuelson: breve trattato sulle malefatte di un individuo che, a ragione, può essere annoverato tra gli esseri più abietti della nostra storia contemporanea (3/5).
     11. DONNAFUGATA di C. Diquattro: romanzo storico (fine Ottocento) con al centro la figura malinconica di un uomo d'altri tempi, mosso dall'amore per la famiglia (4/5).
    12. I LEONI D'EUROPA di T. Silvestrin: intrighi e complotti che coinvolgono i Gonzaga in questo giallo storico ambientato tra Mantova e Venezia nella seconda metà del Cinquecento (5/5).


Mi spiace ma per il mese di marzo non posso/non riesco a scegliere i più belli, perché andrei oltre i canonici tre; fatta eccezione per un paio (che mi hanno convinta meno - quello su Mengele e il paranormal fantasy -), tutti gli altri sono stati davvero belli e li ho letti con vero piacere e interesse.



mercoledì 30 marzo 2022

Nuovi acquisti in libreria ★★ LA CASA DEGLI SGUARDI // I GUARDIANI DEL FARO ★★

 

Ultimi acquisti!! Entrambi Mondadori, ho approfittato dell'offerta ** 2 libri 9.99 euro **.

Di Mencarelli ho amato molto "Tutto chiede salvezza", e ci tenevo a leggere altro di suo, così non ho avuto esitazioni e ho preso La casa degli sguardi.
L'altro l'avevo puntato di recente e il fatto che sia ispirato da eventi reali è stata, assieme alla trama misteriosa, uno stimolo per la scelta.

 

LA CASA DEGLI SGUARDI di Daniele Mencarelli (Mondadori, 224 pp, 12.50 euro).


Daniele, giovane poeta in profonda crisi, non ha più uno scopo. 

Ma vuole provarci ancora, vuole sopravvivere e lo farà attraverso il lavoro. Firma così un contratto con una cooperativa legata al Bambino Gesù, l’ospedale pediatrico di Roma. 
Una casa speciale, in cui incontra molti sguardi che lo spingeranno a porsi domande scomode. 
Ma gli offriranno anche le risposte.


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I GUARDIANI DEL FARO di Emma Stonex (Mondadori, trad. M. Rossari, 336 pp, 19 euro).

Cornovaglia, Inghilterra, fine dell’anno 1972. Una barca approda al faro dello Scoglio della Fanciulla, un isolotto remoto a miglia di distanza dalla costa, per dare il cambio ai custodi. 

Il primo guardiano Arthur Black, il primo assistente William “Bill” Walker e il secondo assistente Vincent Bourne sono svaniti nel nulla. 
La porta d’ingresso del faro è chiusa dall’interno. Gli orologi in soggiorno e in cucina sono fermi alle 8,45. La tavola è preparata per un pasto che non è mai stato consumato. E la torre è vuota. 
Il registro meteorologico del capo dei guardiani descrive una tempesta che infuria intorno all’isola, ma il cielo è stato sereno per tutta la settimana. 
Cos’è successo ai tre uomini? I loro segreti potranno mai essere recuperati dalle onde?

Vent’anni dopo, Helen, Jenny e Michelle (le donne dei tre guardiani) stanno ancora cercando di andare avanti, pur senza risposte e separatamente. 
Ma un giorno, uno scrittore le contatta: vuole scrivere un libro su quel mistero irrisolto e dare loro la possibilità di raccontare la propria versione della storia. Ma solo affrontando le paure più oscure di tutti i protagonisti della vicenda la verità può iniziare a emergere.
Attraverso i racconti delle tre donne e le ultime settimane degli uomini al faro, i segreti a lungo custoditi vengono alla luce e le verità si trasformano in bugie mentre il giovane scrittore cerca di capire cosa è successo, perché e a chi credere.

martedì 29 marzo 2022

DAL LIBRO AL CINEMA ★ ★ "Quando Hitler rubò il coniglio rosa" // " La ragazza della palude" ★ ★

 


Diretto da Caroline Link, Quando Hitler rubò il coniglio rosa arriverà al cinema il 28 aprile e il film vede protagonisti Riva Krymalowski, Oliver Masucci, Carla Juri, Marinus Hohmann, Ursula Werner, Justus von Dohnányi e con la partecipazione di Anne Bennent e Benjamin Sadler.

Tratto dal romanzo bestseller di Judith Kerr (pubblicato nel 1971), ha per protagonista una ragazzina

tedesca di origine ebraica di nome Anna che, nel 1933 a 9 anni, con l'ascesa al potere di Hitler, è costretta a lasciare Berlino insieme alla famiglia per sfuggire ai nazisti.
Durante il viaggio attraverso l'Europa alla ricerca di un posto sicuro dove rifugiarsi, Anna dovrà lasciare tutto ciò che ha, compreso il suo amato coniglio rosa di peluche. La sua vita non sarà mai più la stessa.
La piccola Anna insieme alla sua famiglia dovrà venire a patti con le sfide che la vita da rifugiati impone, ma senza abbandonare mai la speranza e la fiducia.





E' prevista per quest'estate l'uscita di La ragazza della palude, tratto dall'omonimo romanzo bestseller di Delia Owens, con Reese Witherspoon come produttrice. 
Nel cast ci sono Daisy Edgar-Jones nei panni della protagonista, Harris Dickinson, Taylor John Smith e David Strathairn.

Trama
: Kya è una bambina abbandonata, cresciuta fino all'età adulta nelle pericolose paludi della Carolina del Nord. 
Per anni, le voci sulla "ragazza della palude" hanno perseguitato Barkley Cove, isolando la forte e selvaggia Kya dalla sua comunità. 
Attratta da due giovani della città, Kya si apre a un mondo nuovo e sorprendente; ma quando uno di loro viene trovato morto, è immediatamente indicata come la principale sospettata. 
Man mano che il caso si sviluppa, il verdetto su ciò che è realmente accaduto diventa sempre meno chiaro, minacciando di rivelare i molti segreti che si nascondono all'interno della palude.



domenica 27 marzo 2022

RECENSIONE ★★ SICILIAN DEFENSE di Alessandra Pierandrei ★★



Hood River (Oregon) sta per diventare famosa per il suo nuovo sceriffo, che è una donna di nome Kate Bright.
Sposata con Jasper Stevenson, ex-pistolero e attuale caporedattore del giornale locale, la ragazza vive la propria vita nella tranquilla cittadina, orgogliosa di lavorare per la sicurezza dei propri concittadini.
Nessuno, tranne suo marito e gli amici fraterni di sempre - i circensi Annie Oakley e il marito Frank - sa che in realtà Kate non si chiama davvero così e che nasconde fantasmi e paure legati ad un'altra fase della propria esistenza e che, nonostante cerchi di tener distanti da sé, si ripresenteranno, mettendola alla prova.



SICILIAN DEFENSE
di Alessandra Pierandrei

Nativi Digitali Edizioni
Ebook 4.99€
Data di uscita: 23 marzo 2022
cart. 14€
210 pp
Il libro si apre con un evento drammatico a far da prologo: dei minatori perdono la vita mentre sono a lavoro nella miniera.
Di loro non resta che la memoria e l'amore dei loro cari e una sentita epigrafe sul Tribute Oregon, vergata da un triste e amareggiato Jasper Stevenson.

Jasper ha conosciuto la bella Katharine Bright pochi anni prima ed ora sono felicemente sposati.
La ventiseienne Kate è vicesceriffo nella cittadina di Hood River ma ancora per poco: la sua carriera sta per fare un passo in avanti, tuttavia lei non accoglie, con l'entusiasmo che ci si aspetterebbe, la proposta del suo diretto superiore Monroe - attuale sceriffo - di prendere il suo posto e appuntarsi la stella sul petto.

Come mai? Eppure la ragazza ama il proprio lavoro!
Per lei è un modo concreto per servire la propria comunità ed è letteralmente disposta a buttarsi nel fuoco pur di salvare un'anima dalle fiamme che stanno per divorarla.

E poi, il fatto di ricoprire una carica che, fino a quel momento, è stata appannaggio unicamente del genere maschile, potrebbe essere fonte di ispirazione e di esempio per le altre donne, incoraggiandole a "pensare in grande", ad osare e a convincersi che "la vita poteva essere molto di più di quello che volevano fargli credere."

Insomma, quando le viene proposto di sostituire lo sceriffo uscente, Kate ne è sicuramente onorata, sinceramente sbigottita e inevitabilmente turbata.

E sì, perché se c'è una cosa che la contraddistingue, è la consapevolezza di sé stessa, dei propri limiti, delle proprie paure: e se prendesse decisioni sbagliate, danneggiando così la sua gente?
Certo, si sente lusingata nel vedere come tutti credano in lei e nelle sue capacità, dal caro marito a Monroe, allo stesso sindaco, Powell. Per non parlare di quanto sarebbe orgogliosa e felice per lei la piccola Grace Abbott, che da quando è stata salvata, nel corso di un incidente, dall'intrepida Kate, vede quest'ultima come un'eroina e con gli stessi adoranti occhi di un fedele che volge, fiducioso, lo sguardo verso il cielo.

Il saggio e ragionevole consorte, "Jazz", cerca di persuaderla ad accettare perché è convinto che nessuno è più adatto di lei a quel ruolo.

«È come con la difesa siciliana, ma ti assicuro che funziona anche in Oregon. Monroe ha fatto la prima mossa della partita: diciamo che ha spostato il pedone in e4. Se tu rispondi con e5, giocheresti come tutti si aspettano da una donna: passiva e senza l’obbligo di farsi carico di un cambiamento. Ma se invece metti il pedone in c5, (...) allora giocheresti ai tuoi termini. Combatteresti subito per il centro. Sarà un gioco sbilanciato, è vero, ma il mondo non cambierà mai se manteniamo sempre tutto in equilibrio».

La donna alla fine dice sì e la stella le viene appuntata sul petto.
Ma i dubbi restano e a preoccuparla è un altro problema: accettando di essere il nuovo sceriffo, è inevitabile che la notizia di una donna con il distintivo si diffonda anche oltre lo stato e... purtroppo potrebbe raggiungere le orecchie sbagliate.

Nel volume precedente ("Zugzwang - Il dilemma del pistolero"), abbiamo conosciuto Kate e abbiamo appreso come sia fuggita da una situazione famigliare dolorosa e drammatica, con un padre violento ed ubriacone.
Aiutata dalla coppia Annie e Frank, è riuscita a rifarsi una vita sotto un altro nome; quello vero è, infatti, Evelyn Barkley,

Il dubbio di Kate è: se diventa famosa, la notizia potrebbe giungere alle orecchie del padre, Edward Barkley? E se questi decidesse di andarla a cercare, ripiombando nella sua vita e minacciandone la serenità?
Vero è che non è conosciuta come Evelyn, bensì come Kate Bright, e di questo cambiamento d'identità Edward è all'oscuro..., ma se qualcuno inavvertitamente le facesse una foto, divulgandola sui giornali?
Kate non vuole essere riconosciuta, non vuol essere trovata da nessuno che abbia fatto parte del suo passato, della sua vita come Evelyn, come figlia di quel bruto di Edward Barkley e di Louise Conroy, la madre che, a un certo punto, l'ha lasciata sola con quel padre sadico.

Ma la vita sa sempre come stupirci, nel bene e nel male.

In un'altra zona degli Stati Uniti, un ragazzino di dieci anni sta piangendo la sua mamma appena morta: Louise Conroy lascia un figlio; il piccolo si chiama Thomas e viene affidato alla zia Martha, ma prima di morire la madre gli fa una rivelazione: Thomas ha una sorella maggiore, Evelyn. Gli mostra una foto di quando la ragazza aveva solo quattordici anni e gli dice di cercarla, di rivelarle la sua esistenza e di darle una lettera da parte della mamma.

Dopo la sua morte, Thomas va in California, là dove ha vissuto la mamma con il marito e questa sorella di cui non sapeva l'esistenza.

Purtroppo la ricerca non porta frutto, fino al fatidico momento in cui il bambino vede la foto di una giovane donna su un giornale, che riporta la notizia del primo sceriffo femmina in Oregon: sgrana gli occhi e capisce di averla trovata.
Quella è di sicuro la sua Evelyn! Armato di entusiasmo e di una caparbietà che lo accomuna senz'altro alla sorella maggiore, Thomas parte alla volta di Hood River per incontrare la ragazza.

Come reagirà nel sapere che ha un fratellino e che la loro mamma non l'ha mai dimenticata, ma che ha sofferto tanto per essere stata costretta ad abbandonarla, pur di scappare anch'ella - con un figlio  in grembo - da un marito più simile ad una belva che a un essere umano?

L'incubo di Kate - essere ritrovata da un famigliare - si realizza. Certo, il suo timore è che la trovi il padre, e mai avrebbe immaginato di avere un fratello minore, così quando se lo ritrova davanti lo sconcerto è immane.
Il suo cuore ferito sembra essere diventato incapace di voler bene a chiunque le ricordi la vita di prima, e questo purtroppo vale anche per quel ragazzetto che le somiglia, che è felice di averla trovata e che, molto probabilmente, si aspetta che la sorellona lo abbracci, gli dimostri quanto sia felice di conoscerlo e, chissà, lo prenda con sé in casa.
Perché è giusto riunirsi ai propri cari, no? In fondo, del padre non si hanno (fortunatamente) notizie, la madre è morta: ci sono solo loro, fratello e sorella, cui la vita sta regalando l'opportunità di recuperare il tempo rubato per conoscersi, volersi bene ed essere finalmente una vera famiglia.

Kate non sa cosa fare: Thomas è suo fratello, è vero, ma lei deve praticamente imparare a volergli bene, e non sa se ci riuscirà, anche perché è ovvio che egli le riporti alla mente ricordi che fanno male.

Ma a dare una scossa al suo rapporto con il fratellino interviene un imprevisto, che minaccia la vita dello stesso Thomas.
Kate sarà chiamata ad affrontare dei momenti davvero molto critici, come sorella ma anche come sceriffo, dovendo gestire e prendere decisioni davanti ad una problematica importante, riguardante tanto un singolo individuo della comunità (il povero Deacon Caldwell, vittima di un'ingiustizia, le cui denunce "accalorate" vengono ignorate) quanto della collettività stessa.

Non sarà facile, e le delusioni e i rimorsi per non aver fatto abbastanza per evitare certe conseguenze negative, si faranno sentire, facendo traballare equilibri, certezze, ma - come le ricorda saggiamente il sindaco - "bisogna guardarsi dalle persone che non hanno mai il minimo dubbio, specie su loro stesse. È quel tipo di sicurezza che fa indossare i paraocchi...".

E quanto a dubbi ed esami di coscienza, Katharine Bright non la batte nessuno! Dovrà imparare a venire a patti con sé stessa e con l'idea che non sempre si riesce ad evitare che certe cose spiacevoli accadano, ma senza dubbio da esse si può imparare per poter, in futuro, gestire meglio situazioni e problemi simili.
E chi più di Kate sa che ogni persona ha diritto ad una seconda possibilità per riscattarsi e per dimostrare le proprie capacità?

Questo secondo romanzo western di Alessandra Pierandrei mi ha riportata a pochi anni dall'inizio del 1900, nell'avventurosa vita di una protagonista femminile il cui carattere deciso e coraggioso avevo già avuto modo di conoscere ed apprezzare nel precedente libro, il quale si concentrava attorno alla figura di Jasper, al suo passato tormentato e al suo ricostruirsi una nuova esistenza assieme alla sua Kate, anch'ella desiderosa di trovare un po' di equilibrio e serenità, gettandosi alle spalle esperienze infelici.

In queste pagine, Kate deve vedersela con problematiche sia personali che riguardanti la comunità di Hood River, ed esse vengono in qualche modo allacciate tra loro: da una parte la giovane deve fare i conti con la scoperta di avere un fratellino (di cui prendersi cura?) e dall'altra deve gestire la rabbia e il dolore di un padre (Deacon) che non accetta che suo figlio sia morto invano in quella maledetta miniera, in cui i lavoratori ancora rischiano ogni giorno di rimetterci la vita perché a nessuno interessa della loro sicurezza.

Kate incarna un ideale di donna che si mette alla prova, è in continua sfida con sé stessa prima ancora che con la mentalità e gli usi del proprio tempo, che mette da parte insicurezze e fragilità, se c'è da tirare fuori coraggio e determinazione per il bene degli altri, tanto più se ricopre una carica che la rende "tutore della legge".

Come già nell'altro libro, anche in questo l'autrice si riconferma una brava narratrice, grazie ad una scrittura pulita, chiara, accurata per quanto concerne il contesto storico (molto interessanti le noti in appendice, che chiariscono alcuni dettagli e riferimenti storici menzionati nel corso della storia) e l'ambientazione, scorrevolissima e appassionante nel racconto delle vicende e del loro sviluppo, convincente nel tratteggio (fisco e psicologico) dei personaggi (principali e no), sia attraverso i dialoghi che nelle loro azioni.

Ringrazio NATIVI DIGITALI EDIZIONI per la copia omaggio e non posso che consigliarvi questo romanzo, precisando che si può leggere anche autonomamente dal precedente, benché ad esso collegato.  

sabato 26 marzo 2022

[[ SEGNALAZIONI EDITORIALI ]] (narrativa per bambini, narrativa contemporanea, romance)


Buongiorno, cari lettori!

Condivido con voi alcune pubblicazioni che mi sono state segnalate e che appartengono a generi differenti (narrativa per bambini/ragazzi, narrativa contemporanea, romance).


Liz e le tre città
di Carla De Bernardi

Tracce per la Meta Ed.
ill. A. Sangalli
138 pp
18 euro

Nel lungo racconto destinato ai bambini, racchiuso tra pagine ricche di immagini colorate e accattivanti che scatenano la fantasia, il genio narrativo di Carla de Bernardi, scrittrice prolifica e artista alle molte sfaccettature, ben nota nell'ambiente milanese anche come presidente dell'associazione Amici del Monumentale di Milano, incontra il genio figurativo di Andrea Sangalli, pittore noto, ironico e seducente che offre alla vicenda narrata tutta la forza la forza dei suoi colori unici e smaglianti. 

Liz, gattina con gli occhi viola e anima indiscussa della favola, con le sue avventure è portavoce di alcune tematiche sociali e psicologiche che attraversano il nostro tempo e che ben possono essere comprese dai lettori più giovani, spesso soli con la loro fragilità emotiva davanti a realtà di cui sentono parlare o che si ritrovano a vivere, ma di cui non hanno spesso motivazione e risposta. 

Il tema amore-vita-morte trattato dall'Autrice con delicato "spirito gatto", offre spiegazioni, perché ciò che si conosce, non possa più fare paura. 

Il lieto fine e la morale sono rassicuranti per il lettore bambino/adulto: la vita è uno scrigno di doni e imparare ad apprezzarli dona felicità.





IL MIGLIORE DEI MONDI POSSIBILI
di Davide Carrozza


CATARTICA EDIZIONI 
USCITA 18 marzo 2022 
15.00 € 
192 pp


La vita interiore di un comune giornalista di cronaca turbata da una bizzarra commissione. 
Un vecchio editore in pensione che null'altro desidera dalla vita che un libro a lui dedicato, dopo una carriera spesa pubblicando libri dedicati ad altri. 
In una Padova da riscoprire, in una spiaggia assolata e desolata, nei luoghi familiari e intimi della propria giovinezza, ovunque potrebbe celarsi l’ispirazione. 
È dietro l'angolo o potrebbe non arrivare mai? 
È una corsa contro il tempo e la ricerca del giusto spazio o l'assenza di tempo e spazio? È non dover rendere conto o c'è un conto che alla fine pagano tutti? 

Con queste e mille altre domande e speculazioni, la commissione cambierà per sempre l'esistenza di Alessandro, proiettandolo in una dimensione a lui sconosciuta: una continua ricerca della musa ispiratrice, a cui voterà ogni sua energia…

L'autore 
Davide Carrozza, 42 anni, docente di Lingua e Letteratura inglese presso il Liceo Scientifico I. Nievo di Padova. Non un insegnante perché non ha trovato altro ma perché non c’è altro che potrebbe fare. Appassionato di Filosofia, Musica, Cinema e Letteratura. Ha pubblicato nel 2016 il suo primo romanzo “3 Giugno 81, il giorno dopo” con la casa editrice salentina Il Raggio Verde. Ha conquistato il terzo posto al Premio Casentino del 2012, il quarto posto al premio Montefiore del 2013 e, nello stesso anno, uno dei suoi racconti è stato selezionato dalla trasmissione “Tramate con Noi” di Rai Radio 1. Dal 2019 gestisce il blog di Letteratura “Cassetti Aperti”. “Il migliore dei mondi possibili” è il suo secondo romanzo. Vive assieme ai due figli nati lo stesso giorno (non chiamateli gemelli!), una compagna artista e un gatto.




LA SCRITTRICE SENZA TEMPO
di Monica Brizzi


self publishing
10 euro (cart.)
2.99 euro (ebook)
Marzo 2022
Tempo e spazio, per Bianca Maffi, sono difficili da comprendere. 
Essere cresciuta tra un continente e l’altro l'ha resa una ragazza piena di mancanze ma capace di raccontare, con i suoi libri, storie indimenticabili. 
Bianca è abile con le parole scritte quanto non lo è mai stata con quelle parlate, e ora che ha deciso di trasferirsi in una cittadina toscana per iniziare un nuovo romanzo, è pronta a tutto.

Grazie al curioso condominio dove andrà a vivere, ad amici che non si aspettava di avere, alla sorella e ai ricordi che porta sempre con sé, nascosti in delle scatole di latta, il futuro di Bianca prende a districarsi, il tempo e il suo trascorrere cominciano a essere delle certezze e la vita pare diventare finalmente sua. 
Manca solo una cosa: Ian. 
Senza di lui, niente di tutto questo sarà davvero possibile.

L'autrice.
Monica Brizzi è docente, scrittrice ed editor. Adora inventare storie e scriverle. Autrice della trilogia La Principessa dei Mondi e di romance, La scrittrice senza tempo è il suo primo romanzo di narrativa
.

giovedì 24 marzo 2022

[[ RECENSIONE ]] ★★ OLIVA DENARO di Viola Ardone ★★



Oliva è una bambina che corre con i capelli spettinati dal vento, col viso in faccia al sole, con gli zoccoletti ai piedi, che cammina per strada ripetendo la prima declinazione di rosa rosae.
Oliva è una ragazzina che si vede bruttina, insipida e invisibile; sa che la vita è tutta un susseguirsi di regole e sa che i maschi non vanno né guardati troppo né tanto meno provocati, perché la femmina  - dice mamma Amalia - è una brocca... e poi chi la rompe, se la piglia.
Oliva è una donna sostantivo femminile singolare -  che ha subìto un'ingiustizia, la quale dopo vent'anni è ancora sale che brucia su una ferita aperta. 
Oliva è una persona determinata a conquistare e conservare la propria libertà di scegliere e decidere di sé stessa, del proprio corpo, senza costrizioni provenienti dalla società e, soprattutto, da una mentalità (purtroppo supportata, negli anni in cui è ambientato il romanzo, dalla legge) ottusa e limitata, che rende la donna schiava di pregiudizi maschilisti.


OLIVA DENARO 
di Viola Ardone


Ed. Einaudi
312 pp
Negli anni '60 Oliva Denaro è un'adolescente di quindici anni, abita in un paesino della Sicilia ed è nata in una famiglia semplice, di umili origini, in cui la figura forte è mamma Amalia, una calabrese dal carattere deciso, convinta che la vita sia fatta di una serie di rigide regole, da seguire attentamente se non si vuole finire nei guai.
La donna, in particolare - che già è una brocca per il solo fatto di essere femmina -, deve seguirle se non vuole rischiare di diventare una "brocca rotta", i cui cocci se li prende colui che la rompe.

Oliva ha una sorella maggiore, Fortunata, che però s'è messa in un guaio e non sta tenendo fede al proprio nome: è tutt'altro che fortunata, infatti, avendo sposato un tipo borioso, prepotente, manesco, che non l'ama e non la rispetta, e anzi, a furia di botte, l'ha fatta pure abortire. Insomma, la sfortunata è costretta a tenersi questo strazio di marito, che la tiene segregata in casa, e ad accettare con rassegnazione il suo triste destino.

Oliva ha anche un gemello, Cosimino, il "cocco" di mamma; lei, invece, sembra invisibile e trascurabile agli occhi di questa madre dura, sempre incline a rimproverare, a brontolare, a lamentarsi del marito, Salvo, un contadino taciturno, bravo ad incassare le spalle e a non mostrare risolutezza davanti ad eventi e persone che invece meriterebbero, a detta della moglie, reazioni "da uomo vero", che protegge e difende la famiglia contro tutto e tutti.

Là dove lui si zittisce, la madre "parla parla, e sempre mi elenca tutte le regole, e in questo modo è facile disobbedirle. Mio padre invece fa spesso il silenzio, perciò non riesco mai a capire che cosa devo fare per essere amata."

Anche quando esprime un dissenso, Salvo lo fa con quel suo modo di essere e parlare sempre pacato - "Preferisco di no" è la frase che ripete spesso - e sua figlia Oliva, in questo, sembra più simile a lui (anche fisicamente).

Scura, con gli occhi neri come olive e i capelli sempre un po' in disordine, le ginocchia sbucciate e l’espressione imbronciata, la riflessiva Oliva pensa che "...ero più felice se nascevo maschio", ma purtroppo è "nata al femminile e il femminile singolare non esiste".

La donna trova la sua ragion d'essere in quanto legata ed associata a qualcun altro, all'uomo soprattutto; una donna sola non vale granché ("il valore della femmina (...) dipende dal maschio che la chiede"), si attira più facilmente critiche, maldicenze, occhiate di sbieco, è sottoposta a tentazioni e può perdere l'onore con niente.
Osa addirittura dirlo alla sua amata (rivoluzionaria e femminista) maestra Rosaria, quasi correggendola: «La donna singolare non esiste. Se è in casa, sta con i figli, se esce va in chiesa o al mercato o ai funerali, e anche lí si trova assieme alle altre. E se non ci sono femmine che la guardano, ci deve stare un maschio che la accompagna (...) Io una donna femminile singolare non l’ho vista mai».

Oliva ama studiare, è brava a scuola, le piace molto imparare parole difficili, ma anche correre «a scattafiato», copiare di nascosto su un quaderno i volti dei divi del cinema - di nascosto da sua madre, però, che sarebbe pronta a sgridarla e a ricordare che certe cose futili e sciocche le farebbero venire i grilli per la testa, e non è una cosa buona per usa signorina perbene - ed è pronta a difendere, a colpi di pietre, il suo amico Saro (affetto da una evidente zoppìa) dai ragazzacci che lo prendono in giro.

In fondo, è libera e felice, la piccola Oliva, e ogni suo comportamento, parola, sguardo, viene letto per come è: innocente.
Fino a quando non arriva a farle visita «il marchese», al quale non è per niente favorevole: da quel momento sì che inizia una nuova e pericolosa fase della vita! Già, perché il sangue mensile la rende donna e quindi oggetto di sguardi e commenti maliziosi da parte dei maschi. dai quali deve stare lontana se non vuole trovarsi come la sorella, con un bambino in pancia prima del matrimonio (che disonore e che vergogna per la famiglia, in quel caso!).

E allora, per non perdere l'onore, forse è il caso che siano i genitori a provvedere un fidanzato di buona famiglia per Oliva, che sta crescendo e ha pure un pretendente insistente a girarle pericolosamente attorno.

Sono anni in cui a un uomo è concesso adottare dei "metodi" decisamente poco ortodossi (che oggi, solitamente, verrebbero condannati con decisione, socialmente e penalmente), non rispettosi della volontà della donna su cui hanno messo gli occhi, e che vedono quest'ultima un soggetto passivo, che deve subire le attenzioni maschili anche se non le gradisce; e se il maschio si prende libertà che non dovrebbe (commettendo azioni discutibili, se non addirittura deplorevoli), ad essere giudicata male (non solo dalle malelingue ma, peggio, dalla legge) è sempre e comunque la donna, che sicuramente prima ha ammiccato e poi ha detto no, giusto per "tirarsi la calzetta" e farsi desiderare.

Questa tristissima concezione di ciò che è concesso o meno alla donna, se e come può dire sì o no a un corteggiamento, coinvolge come un uragano l'impreparata Oliva.
L'abuso che dovrà subire - con tutto il carico di sofferenza che si porterà dietro, tanto nel corpo quanto nell'anima, nonché rispetto alla gente, con i suoi giudizi superficiali e ottusi - la vedrà sì fragile, ferita ("la frattura è dentro. Sono una brocca rotta"), ma altresì coraggiosa, pronta a non soccombere ad una mentalità che la vuole non solo offesa ma anche muta: Oliva si ribella e oppone il proprio diritto di scelta, pagando il prezzo di un suo legittimo no.

Oliva non sarà sola nella sua piccola battaglia: avrà la famiglia accanto, la cara amica Liliana (comunista e femminista convinta) e una donna, Maddalena, che la incoraggerà a far sentire la propria voce e a non abbassare lo sguardo, perché non è lei ad aver commesso un'azione vergognosa, ma al contrario, l'ha subita ed ha il diritto di difendersi e pretendere giustizia.

Giustizia: riuscirà ad ottenerla, Oliva Denaro, e non solo per sé stessa ma per tutte le donne costrette a sottomettersi a una mentalità maschilista e ignorante?

Oliva è un bellissimo personaggio femminile, che il lettore vede crescere e maturare di capitolo in capitolo; leggendo, viviamo insieme a lei i conflitti all'interno della famiglia, il rapporto con i fratelli, quello difficile con la madre, le cui attenzioni Oliva ha sempre anelato ("Se mia madre mi vedeva, mi vedeva il mondo. Avevo attraversato la soglia dell’invisibilità. Ero una donna, come lei"), quello sereno, fatto più di silenzi che di parole, con il padre, che a dispetto del suo sembrare sempre in seconda fila, dietro le spalle di quella moglie nervosa, imbronciata e chiacchierona, mostrerà una delicatezza d'animo, una sensibilità e solidità che conquisterà noi lettori.

Ci si innervosisce nel sentire le malelingue delle comari che passano il tempo sparlando e intanto sgranano il rosario; ci si indigna nel leggere di come fosse considerato normale che le donne dovessero subire, ubbidire e accettare senza fiatare decisioni prese da altri su di loro, corteggiatori invadenti e soprusi, perché mica tutti gli uomini capiscono che "le femmine sono nuvole, questo mi ha detto, che è necessario osservare la forma che prendono e non cercare di metterle in uno stampo."

Vediamo Oliva mentre diviene consapevole di cosa e chi le fa battere il cuore, smuovendole qualcosa di indefinito ma piacevole "nel ventre";  ci fa tenerezza quel suo avvertire il desiderio di piacere ed esserne al contempo spaventata, vivendolo come una colpa.

La vediamo e l'ammiriamo mentre prova a tirare fuori un coraggio che non sapeva neppure di avere, stringendo i denti davanti a mortificazioni, umiliazioni, delusioni, ingiustizia, mormorii, o mentre la udiamo ribellarsi a una concezione della donna sbagliata e dannosa:

"Ma perché devono essere sempre declinate al plurale per ricevere considerazione? Agli uomini basta essere uno per valere qualcosa, con nome e cognome. Noi invece dobbiamo metterci in riga a formare una schiera, come fossimo una specie a parte."

Il racconto delle vicende di Oliva - che non sono soltanto private, ma che hanno una risonanza sociale e civile, e del resto, attraverso la sua incantevole protagonista, l'Autrice scandaglia la violenza dei ruoli sociali, che riguarda tutti, uomini compresi - partono negli anni Sessanta, per poi portarci con un salto a vent'anni dopo, dove alla voce di Oliva si alterna quella dolce e rassicurante di un padre che c'è sempre stato e ancora c'è, e che è orgoglioso di questa figlia che qualcuno ha cercato di spezzare, ma che è cresciuta come una pianticella forte, capace di resistere alle difficoltà e di andare incontro al vento nonostante tutto.

"Le regole della corsa sono sempre le stesse, non cambiano mai, e io continuo ad andare, braccia e gambe e cuore, respiro a bocca aperta con le guance in fiamme, i capelli spettinati dal vento...".

Oliva è ogni donna che combatte per i propri diritti, per la propria felicità, per la libertà di fare delle scelte da sola e di poter decidere del proprio corpo, di dire no o sì in base a ciò che lei - e nessun altro - desidera per sé stessa.

"Oliva Denaro" è un romanzo di formazione che affronta tematiche come la violenza subita dalle donne, l'arroganza di uomini che credono di poter disporre del corpo e della vita di una donna come se fosse un oggetto, la paura di denunciare, di non essere tutelate dalla legge, e purtroppo in quegli anni manco la legge teneva conto adeguatamente della volontà e dei diritti delle donne.

La Ardone ha creato una protagonista femminile indimenticabile, che vi resterà nel cuore e vi smuoverà molte emozioni, dall'ammirazione alla tenerezza, da un senso di rabbia impotente davanti alle ingiustizie a una malinconica consapevolezza che... sì, è vero, ciò che è rotto non sempre si può aggiustare, non tutte le battaglie si possono sempre vincere e non in tutte le occasioni i buoni ottengono giustizia sui cattivi, ma la libertà è una conquista troppo importante e costa sacrificio.

Oliva lo sa, è favorevole alla libertà e a combattere per essa.

"Chinati giunco che passa la piena e arriva il momento di sollevare la testa."

Come non consigliarvelo caldamente? 

Recensione ❤❤ IL TRENO DEI BAMBINI  ❤❤
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