sabato 20 gennaio 2024

RECENSIONE ⛪ CHI HA PECCATO di Anna Bailey



Una sincera amicizia nata tra due ragazze caratterialmente diverse ma legate tra loro da un'affinità profonda: entrambe sono infelici e insoddisfatte del proprio contesto famigliare, della loro vita che, pur così giovane, sembra già arenata tra tristi macerie.
E quando una delle due scompare in circostanza misteriose, l'altra farà di tutto per scoprire la verità, mentre attorno a lei altro non si odono che i rumori cupi del fitto bosco e gli ipocriti sermoni di un pastore esaltato.


CHI HA PECCATO
di Anna Bailey



Ed. Feltrinelli
trad. E. Cantone
339 pp
"È una tipica serata da cittadina di provincia -  l' ultima a Whistling Ridge per molti anni a venire, anche se ancora nessuno può saperlo".

Emma ed Abigail sono amiche da sempre, cresciute insieme nella tranquilla realtà di paese di Whistling Ridge, in Colorado, in cui tutti conoscono tutti e sanno i fatti privati di ognuno.
O almeno credono che sia così.

Ma quando la bella e rossa adolescente Abigail Blake sparisce dopo una serata "vivace", all'insegna del divertimento (droga? alcool? sesso?), trascorsa ad una festa alle Tall Bones (il ritrovo nel bosco in cui si danno appuntamento i teenager di Whistling Ridge), gli equilibri rischiano di incrinarsi perché quello che dovrebbe essere, in fin dei conti, un dramma famigliare, rischia invece di portare allo svelamento di segreti imbarazzanti e verità sgradevoli che getterebbero ombre sulla cittadina, in cui tutti vantano di avere una fede in Dio onesta e sincera.

Il punto di riferimento, attorno al quale si raccoglie tutta la comunità, è infatti costituito dalla chiesa battista guidata dal pastore Lewis, fervente cristiano e appassionato predicatore che dal pulpito, ogni domenica, non fa che tuonare contro il peccato e i peccatori (che si nascondono tra loro), incoraggiando, con veemenza e con la minaccia dell'inferno, le proprie pecorelle ad attenersi ai giusti sentieri tracciati dalla Parola di Dio.

Ma purtroppo sono in tanti, troppi!, a "predicare bene e razzolare male" e nel corso della lettura il lettore si accorge di come ciascuno si serva della propria presunta fede per sentirsi migliore degli altri, per ergersi a giudice, condannando o assolvendo, o per colpevolizzarsi sentendosi un fallito; c'è chi la fede l'ha smarrita a furia di ingoiare bocconi amari e chi vi si aggrappa con tutte le forze, come uno zoppo tiene saldo il proprio bastone nella mano per non cadere.

Emma Alvarez è la migliore amica di Abigail e, dopo aver appreso della sua scomparsa, si sente in colpa.
Perché?
Perché lei era con Abi quella maledetta sera a Tall Bones, ha provato a farla desistere dall'andare alla festa senza di lei ma nulla ha potuto contro la sicurezza dell'amica, che non aveva alcuna intenzione di rinunciare a divertirsi.

Se solo Emma avesse insistito di più, se avesse supplicato Abi di non andare, di non seguire quel losco e ambiguo figuro che è Hunter Maddox (loro compagno di scuola, di famiglia benestante e figlio di Jerry Maddox, proprietario della segheria di Whistling Ridge, che dà lavoro a diversi uomini in città), forse non le sarebbe accaduto nulla.

La polizia - rappresentata dallo sceriffo Gaines - non ha preso molto sul serio la scomparsa: tenendo conto dell'età della ragazza, potrebbe essere tranquillamente una bravata e, tenendo conto della scapestrata famiglia Blake, potrebbe essere una fuga volontaria da una situazione famigliare decisamente difficile.

Sì, perché tutti a Whistling Ridge sanno chi sono i Blake.
Samuel - il capofamiglia - è un uomo di oltre cinquant'anni con un passato complicato e traumatico (ha combattuto in Vietnam) che riversa tutto il carico di rabbia, frustrazione, infelicità, sui famigliari, vale a dire la moglie Dolly e i figli Noah, Abigail e Jude.

Tranne Abi (che è la preferita del genitore), tutti in casa hanno assaggiato le percosse di Samuel, e non parliamo di un ceffone ogni tanto ma di cinghiate, calci, pugni sferrati con una violenza tale da far saltare i denti, sfondare muri e scaraventare un bambino di cinque anni per le scale, rompendogli una gamba.

Tutti, nella comunità e in parrocchia, sanno della violenza domestica in casa Blake, i cui segni sono ben visibili sui volti e sul corpo di Dolly e figli maschi; sanno ma si fanno i fatti propri.

Il pastore Lewis ciarla di autorità paterna benedetta da Dio, di mogli sottomesse, di figli che devono essere obbedienti e, se non lo sono, è giusto che assaggino la verga.
E quando Abigail sparisce è facile per tanti fare 2+2: è ovvio che la ragazza abbia deciso di scappare, con un padre così (bruto, rozzo, aggressivo, un mezzo pazzo, in pratica), una madre rassegnata e depressa, che si imbottisce di sigarette e Valium, un fratello maggiore di cui si vocifera sia gay e di un fratellino 12enne che ha avuto la disgrazia di nascere per sbaglio in una famiglia che definire disfunzionale è un eufemismo.

Dalle luride pareti delle disordinate stanze di casa Blake emana un puzzo di infelicità e rabbia repressa da essere quasi palpabile e che spinge tutti a stare alla larga da una famiglia così.

Solo Emma resta, negli anni, vicina ad Abi, come sua madre Melissa prova a fare con Dolly, salvo poi perdere l'amica a causa delle limitazioni imposte da Samuel, che non vuole estranei attorno ad impicciarsi dei fatti suoi.
E se il piccolo Jude prova, con l'innocenza dei suoi 12 anni, a coltivare una fede in Gesù genuina, Noah ha smesso da tempo di credere che Dio vegli su di lui e sui suoi cari: no, Dio s'è dimenticato della triste e passiva Dolly, la quale, a sua volta, si è dimenticata cosa voglia dire essere madre: una madre è colei che protegge i propri figli da tutto e tutti, che si batte per loro, che li abbraccia se piangono, li rialza se cadono, si interessa a loro, li ascolta se hanno qualcosa da raccontare.

E Noah avrebbe qualcosa da dire alla madre: vorrebbe dirle che sì, è vero, gli piace un ragazzo e si chiama Rat.

Rat è un rumeno che vive nei pressi di Whistling Ridge, in un camper nel bosco; le sue compagnie sono discutibili e di lui si dice che spacci, ami ubriacarsi e darsi al divertimento più peccaminoso.

Questo straniero è un campanello d'allarme per la comunità e pastore Lewis non perde l'occasione per urlarlo dal pulpito: questo giovanotto, con le sue abitudini dissolute, sta corrompendo i giovani di Whistling Ridge, per cui va assolutamente fermato.
Non solo: pare conoscesse la giovane Abigail... E se c'entrasse qualcosa con la sua scomparsa?

Emma prende a frequentare anch'ella Rat, intenzionata a scoprire la verità su Abi; ma la ragazza ha le proprie fragilità da affrontare, la principale delle quali è il vizio di bere alcool.

Emma è una mezzo sangue, suo padre è un messicano (che ha abbandonato lei e la madre da molti anni e su questo abbandono Melissa non ha mai dato spiegazioni alla figlia) mentre sua madre è una bianca, che di professione fa il medico.

Emma ha un buon rapporto con sua madre, la quale si occupa e preoccupa di questa figlia adolescente piena di problemi e insicurezze, che sta prendendo l'allarmante strada dell'alcolismo e che va un po' troppo spesso nel bosco con amici poco raccomandabili; e adesso che ha perso l'amica del cuore, Emma è ancora più smarrita e arrabbiata.

Mentre cerca di capirci qualcosa - convinta che la chiave di tutto sia il bosco e qualcosa che dev'essere per forza accaduto lì, quella sera -, Emma si scontra con un contesto sociale profondamente razzista, che odia ed emargina chiunque non sia un "americano puro", e bigotto, pronto a sfoderare versetti biblici solo per indicare i peccatori da condannare.

Whistling Ridge perde, giorno dopo giorno, la propria cappa di tranquillità e sicurezza e al cielo, più che le preghiere irreprensibili dei santi, saliranno le urla di invasati e fanatici religiosi il cui odio verso chi è diverso li porterà a commettere azioni deprecabili, chiudendo gli occhi davanti ai veri peccatori, come i padri violenti o quelli che vanno dietro alle ragazzine.

Chi ha peccato a Whistling Ridge?
Sono in tanti a doversi battere il petto: mamme deboli e impaurite che non difendono i figli, mamme che mentono per amore, padri senza scrupoli morali e altri che prendono piacere nell'umiliare i propri cari.

Emma riuscirà a scoprire cosa è successa alla sua Abigail, consapevole di come solo sapendo la verità si possa trovare un po' di quiete per poter poi proseguire verso altre strade, altre direzioni.


"Chi ha peccato" è un thriller dal ritmo incalzante, con una bella suspense che tiene viva l'attenzione del lettore non solo sul destino della ragazza scomparsa ma anche sulle vicende personali, famigliari e comunitarie dei diversi personaggi, principali e no; omosessualità e omofobia, l'importanza della fede e il rischio di un ipocrita e sterile bigottismo che induce solo a colpevolizzare il prossimo piuttosto che ad aiutarlo, razzismo e paura dello "straniero", i problemi adolescenziali, la violenza domestica, i legami genitori-figli sono alcune delle tematiche principali che emergono tra queste pagine, molto ben scritte, scorrevoli, che sostengono uno sviluppo delle vicende molto ben costruito, interessante e coinvolgente.

Consigliato!!

domenica 14 gennaio 2024

LEGGENDO LEGGENDO [[ OBIETTIVI DI GENNAIO ]]

 

Buongiorno e buona domenica, lettori!

Il post di oggi è una sorta di promemoria e mi serve per fare il punto della situazione delle letture che mi attendono in relazione:

  • alla Reading Challenge
  • a un gioco libroso cui sto partecipando (battezzato I LIBRI VOSTRI, organizzato sulla falsariga del famoso programma tv di Rai Uno, "I fatti vostri")
  • a eventuali libri scelti in occasione della Giornata della Memoria
  • a una lettura condivisa che inizierà a breve.


READING CHALLENGE


GENNAIO
Per l'obiettivo scelto - tra l'altro proposto da me perché è un tema che mi piace e ricerco -, vale a dire UN LIBRO IN CUI FEDE E RELIGIONE HANNO UN RUOLO DETERMINANTE (NEL BENE E NEL MALE), avevo pensato a (e lo sto leggendo) CHI HA PECCATO di Anna Bailey, in quanto dalla trama mi era sembrato che l'aspetto della fede e l'osservanza dei precetti contenuti nella Scrittura avessero un posto non irrilevante nello sviluppo delle vicende.

Attualmente sono a un terzo del libro e, per quanto ci sia sicuramente una presenza di versetti biblici, gente bigotta che predica bene e razzola male, un pastore metodista che fa sermoni dal pulpito, devo ancora valutare bene se centri al 100% l'obiettivo.
Nel caso mi rendessi conto che così non è, ho un libro d'emergenza, non lungo e sicuramente rientrante nella Rc di gennaio, a farmi da "salvagente".



I LIBRI VOSTRI

,
Vi sintetizzo il gioco (che è più complesso di come ve lo racconto, ma evito di spiegarvelo tutto e di arrivare all'esito che interessa me): noi lettori-giocatori abbiamo ricevuto dalla sorte un "pacco" (una lista di sei libri) che potevamo decidere di tenere o provare a scambiarlo con un altro lettore; chiaramente nessuno sapeva che libri ci fossero nella lista per cui la decisione di tenercela o lasciarla era "ad occhi chiusi", a sensazione toh.

Per farla breve: io me la sono tenuta e mi è "capitato" il pacco n.12 di una lettrice che - fortunata me - ha gusti letterari non lontani dai miei:

Infatti, come potete notare, tre titoli sono "cancellati" e questo perché li ho già letti in passato; per riempire i buchi, l'organizzatrice ha attinto ad una lista di 12 libri (divisa in due blocchi da sei) che io le ho inviato prima che vi fosse l'estrazione, per cui i tre libri scritti in viola sono romanzi che io ho e che avevo intenzione di leggere.


GIORNATA DELLA MEMORIA

Per questo appuntamento, sto approfittando dell'offerta su Audible e ho iniziato ad ascoltare un paio di audiolibri a tema.
Il primo è un'audio fiction ispirata ad eventi realmente accaduti sugli orrori dei nazifascismi in Europa: L'uomo incapace di sorridere di Giancarlo Villa.

Londra, 28 Novembre 1962. È una piovosa serata di fine autunno, gelida e cupa. 
Due giovani avventori del locale "The Star" si stanno godendo gli ultimi minuti di una serata blues. Il chitarrista del gruppo è un tipo strano, cupo, eccentrico. 
La sua terribile storia è una storia di sopravvivenza estrema contro il male; la Storia di un sopravvissuto al campo di sterminio di Mauthausen.


Pur essendo fiction, quindi con personaggi fittizi, di fantasia, ciò che viene narrato dal personaggio sopravvissuto all'Olocausto è ovviamente (e tristemente) fedele alla realtà; l'ascolto è stato gradevole perché i narratori sono molto espressivi e permettono all'ascoltatore di sentirsi emotivamente coinvolto dai fatti drammatici narrati.

Il secondo audiolibro è biografico e ha al centro Franz Ziereis, il massimo comandante di Mauthausen, il campo di concentramento dove venivano deportati principalmente gli intellettuali polacchi e i prigionieri di guerra sovietici. 
Dopo esser entrato nella polizia tedesca, Ziereis scala gli ordini gerarchici fino a ottenere il comando del campo, dove si trasferì con la propria famiglia e risiedette per tutta la durata del suo ruolo. 
Passato alla storia come uno dei più spietati e crudeli gerarchi, incapace di pentirsi persino in punto di morte, Ziereis era noto per la sua ossessione di sparare dalla sua abitazione, davanti al figlio undicenne, a qualsiasi prigioniero tentasse di scappare.

In questa biografia si ripercorre cosa ha significato Ziereis per il Novecento, si passa dall'infanzia a Monaco, quella di un bambino timido e bullizzato dai suoi coetanei, fino ad arrivare agli orrori commessi da comandante nazista, nell'angolo di secolo più buio per l'umanità.


LIBRO SCELTO PER LA "LETTURA CONDIVISA"

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Mi hanno coinvolta in una condivisa e il libro proposto risponde all'esigenza di NON IGNORARE - a fronte delle letture  scelte (autonomamente dai componenti del gruppo di lettura) in vista del 27 gennaio - le atrocità che stanno accadendo a Gaza (in particolare dal 7 ottobre, ma potremmo tranquillamente tener conto di ciò che i palestinesi vivono e subiscono da decenni) in seguito alla risposta di Israele all'attacco di Hamas.

Il libro è APEIROGON di Colum McCann (Feltrinelli, trad. M.Magri, 528 pp).

Bassam Aramin è palestinese. Rami Elhanan è israeliano. Il conflitto colora ogni aspetto della loro vita quotidiana, dalle strade che sono autorizzati a percorrere, alle scuole che le loro figlie, Abir e Smadar, frequentano, ai checkpoint. Sono costretti senza sosta a negoziare fisicamente ed emotivamente con la violenza circostante. Come l’Apeirogon del titolo, un poligono dal numero infinito di lati, infiniti sono gli aspetti, i livelli, gli elementi di scontro che vedono contrapposti due popoli e due esistenze su un’unica terra. Ma il mondo di Bassam e di Rami cambia irrimediabilmente quando Abir, di dieci anni, è uccisa da un proiettile di gomma e la tredicenne Smadar rimane vittima di un attacco suicida. Quando Bassam e Rami vengono a conoscenza delle rispettive tragedie, si riconoscono, diventano amici per la pelle e decidono di usare il loro comune dolore come arma per la pace.
Nella sua opera più ambiziosa, Colum McCann crea Apeirogon con gli ingredienti del saggio e del romanzo, e ci dona un racconto nello stesso momento struggente e carico di speranza.



Per adesso questo è tutto e vado a leggere: un gennaio pieno di obiettivi mi attende! 

sabato 13 gennaio 2024

[[ RECENSIONE ]] LA VOCE DI ELOISA di Antonella Grimaldi



Una giovane e bella cantante viene ritrovata morta in circostanze misteriose; il caso si presenta, sin dal primo momento, complesso e intricato ma il commissario Antonio Conte, supportato dai suoi efficienti sottoposti, è intenzionato a districare l'ingarbugliata matassa che man mano si andrà delineando e che vedrà coinvolte diverse persone insospettabili.


LA VOCE DI ELOISA 
di Antonella Grimaldi




LFA Publisher
206 pp


Eloisa Donati è una giovane e bellissima donna proprietaria di una trattoria e con un talento canoro notevole; quando in commissariato arriva una telefonata anonima per avvertire che presso l'Abbazia Cistercense, in un dirupo, è presente un corpo senza vita, la polizia scopre che è proprio quello della ragazza.

Suicidio?

Apparentemente potrebbe sembrare così, ma diversi particolari relativi alla posizione e alle condizioni del corpo inducono il commissario Antonio Conte a dubitare che Eloisa si sia tolta la vita.

Le indagini partono immediatamente e Antonio, accompagnato dai fedelissimi e operosi Esposito e Niccolai, inizia a cercare di capire chi fosse la povera Eloisa, come vivesse, che frequentazioni avesse, per capire se ci fossero nella sua vita delle zone d'ombra, delle situazioni oscure che l'hanno potuta portare alla morte.

Dal momento in cui viene scartata con convinzione l'ipotesi suicidaria, non resta che l'omicidio, con le relative e pressanti domande: chi ha ucciso Eloisa Donati e, soprattutto, perché?

Scavare nella vita, nel passato come nel presente, della vittima è inevitabile, e così Conte raccoglie gradualmente informazioni sulla famiglia - in particolare sulla ambigua figura materna e su quella poco raccomandabile del compagno di lei -, sul rapporto col fidanzato Marco, sulle insistenti visite al ristorante di un cliente in particolare (chi era e perché è andato a cena da Eloisa per molte sere di seguito?), sulle amicizie passate, sul suo modo di essere, e pian piano emerge il ritratto di una ragazza nella cui vita non sembrano esserci "scheletri nell'armadio", una donna pulita e con un grande dono: una voce angelica, che sapeva intonare melodie davanti alle quali non ci si poteva che fermarsi per ascoltarla incantati e rapiti.

Il fascino di questa voce colpisce lo stesso Conte - che già di suo è un uomo molto empatico, sensibile alla bellezza femminile, sia a quella dell'animo che a quella estetica - e, in un certo senso, gli risuonerà nelle orecchie guidandolo verso la soluzione del caso.

Antonio Conte è da tutti considerato un grande poliziotto, serio, dotato di un buon intuito e di una sincera devozione alla sua missione di vita: combattere le ingiustizie, difendere i deboli; per carattere e temperamento, egli tende ad essere malinconico, riflessivo, pensa molto al passato e ai legami importanti che hanno dato valore alla sua esistenza fino a quel momento; è un commissario che non si limita ad inseguire e arrestare i colpevoli e i criminali, ma a questo dovere aggiunge il sincero desiderio di cercare la verità, di far sì che trionfino il bene e la giustizia.

Nel suo modo di relazionarsi a coloro che, in qualche modo, sono coinvolti nelle fitte maglie che avvolgono la morte di Eloisa, Antonio si lascia sempre guidare dalla compassione, dal bisogno di comprendere l'essere umano che ha di fronte, che sia una donna dai "facili costumi" o un genitore o un ragazzo semplice e ingenuo.

Durante la coinvolgente ricerca investigativa, egli si ritrova, quindi, a confrontarsi con un universo umano variegato, popolato da gente semplice che ha imparato a trovare la pace e la libertà pur restando ai margini di una società ingiusta, corrotta, in cui troppo spesso ad averla vinta sono i potenti e i prepotenti, coloro che hanno soldi e influenza e che, con i loro velenosi tentacoli, arrivano e hanno le mani in pasta ovunque.

La città viene man mano sconvolta da altri efferati omicidi, a cominciare da persone vicine ad Eloisa, per arrivare ad altre che, solo in apparenza, non paiono collegate all'omicidio di partenza.
Pur essendo solitamente una località tranquilla, Conte scopre con sgomento che c'è un retroterra criminale spaventoso e che i delitti su cui deve indagare sono connessi strettamente a loschi tentativi di infiltrazione da parte della 'Ndrangheta nel tessuto economico della città.

I nomi che, giorno dopo giorno, vengono fuori da interrogatori e minuziosa raccolta di indizi, sono altisonanti, di gente importante con troppi sporchi segreti che Conte è intenzionato a portare a galla affinché Eloisa e le altre vittime possano ottenere giustizia.

Il romanzo di Antonella Grimaldi è un noir/poliziesco che si lascia leggere con fluidità e interesse grazie ad una trama per nulla scontata o banale ma anzi molto ben strutturata e ricca di elementi che conferiscono alla trama corposità; ha, sì, al centro dei delitti e la loro necessaria soluzione ma va oltre questo: ciò che mi ha colpito è stato il porre attenzione all'aspetto umano, ai vissuti, agli stati d'animo, ai pensieri del protagonista, la cui personalità emerge con chiarezza attraverso il suo agire, le sue parole e anche attraverso i frequenti momenti di solitudine, in cui il silenzio - carico di ricordi, desideri inespressi, rimpianti - è il suo unico compagno.

Caparbio, determinato, non prende nulla sotto gamba, non si tira indietro dall'accettare le continue sfide che il suo difficile lavoro gli mettono davanti: Antonio Conte è quel genere di commissario che attira le simpatie del lettore per il suo modo di essere onesto, intelligente ma non cinico e freddo, piuttosto egli è ricco di un'intelligenza emotiva, che gli permette di entrare in connessione con chi gli è vicino, di non ignorarne gli stati d'animo e gli umori.
C'è un che di romantico in quest'uomo che ha superato i quaranta, condivide l'appartamento con il gatto, ha una fidanzata con cui vive una relazione altalenante, si lascia sedurre dalla bellezza femminile e non può fare a meno di fermarsi per ammirarla e fantasticarci un po' su.

Ringrazio l'Autrice per avermi dato l'opportunità di leggere il suo libro, che ho apprezzato e che consiglio, soprattutto a chi ama il genere.

venerdì 12 gennaio 2024

LIBRI PER SOSTENERE LA RICERCA SCIENTIFICA SENZA ANIMALI


Buongiorno, lettori.
Oggi desidero presentarvi dei libri diversi dal solito e il cui acquisto può contribuire a progetti importanti nell'ambito della ricerca scientifica senza animali.


I CARE EUROPE ODV (SITO) fornisce consulenza gratuita e biotecnologie avanzate alle università e centri di ricerca per sostituire gli animali da laboratorio.
L'associazione è riuscita a porre fine all'uso di cani, gatti e cavalli nella ricerca di base presso le università italiane.

Ma per tagliare nuovi traguardi abbiamo bisogno dell'aiuto di tutti.

Le offerte dalla cessione dei libri ci permettono di continuare a riscattare animali dai laboratori per gli esperimenti sostituiti e mantenerli presso i nostri rifugi.

La vera scienza non usa animali di Federica Nin e Davide Nicastri, tema antivivisezionismo, pubblicato nel 2022, offerta minima 15 euro (spedizione compresa).

Si tratta di un bellissimo libro  a più voci da regalarsi e regalare in ogni occasione; gli autori intervistano scienziati ed esperti sul tema della sperimentazione animale e spiegano come l'uso di animali nella ricerca scientifica sia non solo crudele, ma dannoso per gli esseri umani e per il progresso scientifico stesso.


- Chimica e ambiente, sviluppo sostenibile e tutela della
salute pubblica
" del Dott. Massimo Tettamanti, tema antivivisezionismo scientifico, pubblicato nel 2003.
Donazione minima 9,99 euro (spedizione compresa);


- Prima causa di morte dell'Associazione Italiana di Supporto Vittimologico, tema business della carne, offerta minima 11,99 euro (spedizione compresa);


- Bimbo Sano Vegano
 della Dott.sa De Petris, del Dott Pietro La Monaca e della cuoca Giulia Giunta, con ricette e consigli divisi per fasce di età, pubblicato nel 2016, offerta minima 9,99 euro (spedizione compresa);


- Tossicità legale, introduzione alle metodologie che non richiedono impiego di animali  del Dott Massimo Tettamanti, tema metodi sostitutivi, pubblicato nel 1998, offerta minima 9,99 euro (spedizione compresa);

- Tossicità legale 2 del Dott Massimo Tettamanti, tema metodi sostitutivi,offerta minima 9,99 euro (spedizione compresa);


- I diari di Michelle Rokke, tema vivisezione, offerta minima 9,99 euro (spedizione compresa);

- Armi da fuoco. Tendenze e contraddizioni italiane
 del Dott Massimo Tettamanti, stampato nel 2011, offerta minima 9,99 euro (spedizione compresa).

 

Per avere questi libri potete donare tramite PayPal dal sito www.ricer.care cliccando su Donazione, oppure tramite bonifico all'IBAN dell'associazione IT36D0623051010000015090146 intestato a I CARE EUROPE ODV.

Una volta pagato, potete girare la ricevuta e il tuo indirizzo di spedizione a info@ricer.care o whatsapp 3801396370


L'intero ricavato andrà a sostenere le attività di I CARE EUROPE ODV 
per la ricerca scientifica senza animali.


mercoledì 10 gennaio 2024

# RECENSIONE # METELLO di Vasco Pratolini



Al centro di questo romanzo storico e di formazione vi è il racconto del periodo che va dall'infanzia ai trent'anni della vita del protagonista e, in parallelo, vengono ripercorse le tappe principali della storia di un'Italia che, all'indomani dell'Unità, è attraversata da duri conflitti di classe e che vedono i lavoratori combattere per la costruzione e rivendicazione della propria coscienza di classe e dei propri diritti.



METELLO
di Vasco Pratolini



Rizzoli
329 pp
IBS
Metello Salani nasce a Firenze nel 1875 ma resta orfano di entrambi i genitori molto presto; viene quindi cresciuto dalla famiglia Tinaj, che vive in campagna; quando la famiglia decide di cercar fortuna in Belgio, il ragazzo parte da solo verso Firenze.

Ha solo quindici anni e, coraggioso e intraprendente, va in cerca di lavoro e di fortuna, guadagnandosi la protezione di Betto, un vecchio amico del padre che gli vorrà bene come ad un figlio.
Sveglio e curioso, il ragazzino impara a muoversi dentro Firenze, a conoscerne i movimenti politici, economici e sociali, attraverso gli occhi di Betto, che è un anarchico.

Crescendo, trova lavoro come muratore nei cantieri edili, impara cosa significhi far parte della classe dei lavoratori, che piegano la schiena dalla mattina alla sera per qualche spicciolo con cui campare sé stessi e la famiglia, e chi siano invece i "Padroni", coloro per i quali si lavora e che dettano orari, salari, riposo.

Metello sviluppa ben presto una coscienza sociale che lo spinge a muovere i primi passi nel movimento sindacale; ha le sue esperienze amorose, alcune più importanti (come quella con Viola, una vedova più grande di lui), altre decisamente meno, finché non incontra Ersilia.

La conosce quando è solo una ragazzina che ha appena perso il padre (collega di Metello, morto sul lavoro); più tardi i due si innamorano e si sposano.

Metello, nel corso della nostra storia, va in carcere tre volte, conosce la lotta politica, fa esperienze e scelte (personali/famigliari) anche discutibili e diventa un punto di riferimento per i suoi colleghi quando si tratta di fare lo sciopero per chiedere un aumento dei salari all'ingegnere Badolati.
Lo sciopero durerà più di un mese e non sarà affatto un periodo semplice: resistere senza andare a lavorare e senza poter portare i soldi a casa è durissima ma se non combattono i diretti interessati per i propri interessi, nessun altro lo farà per loro.

Metello è un personaggio carismatico, è caparbio, assennato, razionale, anche furbo e sagace, di una "intelligenza modesta ma quadrata"; è generoso ed ha una grande consapevolezza delle proprie idee, per le quali si batte ed è disposto a sacrificarsi e, se succede, a farsi portare dietro le sbarre.

"Queste idee, che gli uomini sono tutti uguali, che tutti si ha diritto di lavorare e di non essere sfruttati, quando sono entrate nel sangue, tirano come il sangue, proprio."

L'evoluzione umana e sociale di Metello riflette quella della classe sociale di appartenenza, dei muratori che si trovano davanti alla necessità di unirsi, di fare squadra per far arrivare la propria voce alle orecchie del "Padrone", che ovviamente pensa ai propri affari e, fosse per lui, farebbe chiudere la Camera del Lavoro e ogni associazione sindacale.

Tra queste pagine emerge come, per quanto sia necessaria un'unità di intenti a fare da collante tra i lavoratori che si ribellano a condizioni ingiuste di lavoro, ciò che alla fine deve smuovere ciascuno è la presa di coscienza individuale, senza la quale non c'è coscienza sociale.

"Il numero fa o non fa la forza?".
 "Il numero fa gregge. Collettive sono le pecore che hanno sempre bisogno di tre cose: del pastore, del cane e del bastone. L'individuo è libero e arbitro di tutte le sue azioni".

Coloro che decidono di non stare zitti e di non sopportare più a capo chino sono animati da un sentimento di dignità, di ribellione, e prima ancora  dalla fame e dalla propria personale e precaria situazione.

"Il pane del povero è duro, e non è giusto dire che dove c'è poca roba c'è poco pensiero. Al contrario. Stare a questo mondo è una fatica, soprattutto saperci stare."


Se Metello è sicuramente il protagonista di questo romanzo, ad avere un impatto molto positivo sulla sua maturazione e crescita umana è di certo sua moglie, la giovane Ersilia, dal carattere determinato, innamorata del proprio uomo e della famiglia che hanno cominciato a costruire, disposta a tutto pur di proteggerla da tentazioni e insidie; Ersilia è una compagna di vita sempre pronta a consolare e incoraggiare il marito e anche a perdonarlo quando le manca di rispetto, pur di custodire e portare avanti la speranza di un futuro insieme.

Non posso dire di aver divorato questo libro, forse perché le parti relative alla lotta di classe mi hanno coinvolta un po' meno, però sono contenta di aver letto un'opera di Pratolini, ne ho apprezzato la narrazione realistica, asciutta, resa molto spontanea e naturale dall' uso di un linguaggio parlato e informale (vi sono modi di parlare tipici fiorentini).

lunedì 8 gennaio 2024

* RECENSIONE * L'AMORE MOLESTO di Elena Ferrante



Con la sua penna affilata e schietta, Elena Ferrante scava nel rapporto tra una donna e la sua sfuggente madre, morta suicida (almeno così sembra).


L'AMORE MOLESTO 
di Elena Ferrante



Ed. E/O
176 pp
"Ero così decisa a diventare diversa da lei, che perdevo a una a una le ragioni per assomigliarle."


A quarantacinque anni Delia diventa orfana di madre; proprio nel giorno del suo compleanno, infatti, Amalia viene ritrovata morta, annegata nel tratto di mare di fronte alla località che chiamano Spaccavento.

Che cosa l'è accaduto? Perché si è tolta la vita, ammesso che sia suicidio?
C'era qualcuno con lei la notte in cui è morta? 

Delia fa ritorno da Roma nella città natale, Napoli, in cui viveva la mamma, per organizzare le esequie e, soprattutto, per indagare su questa morte tanto improvvisa quanto tragica.
Sua madre, una donna di sessantatré anni, aveva indosso solo un reggiseno di pizzo, lezioso e lontano dal genere di biancheria - decisamente più semplice - solitamente da lei indossata. 
Delia ripensa al fatto che prima di morire la madre l'avesse chiamata diverse volte al telefono per raccontarle di un uomo che la importunava; si era lasciata andare ad una serie di frasi sconnesse, illogiche, che aveva impensierito la figlia lontana.

E adesso Amalia è morta, non c'è più e Delia non può rivolgerle alcuna domanda.

Eppure il desiderio e l'impellente bisogno di sapere, di indagare, di far cadere ogni velo di mistero sulla propria genitrice, la costringono a restare a Napoli.

Chi era davvero Amalia?

Se lo chiede, Delia, perché si accorge di conoscerla poco, in fondo.
Era la madre di tre figlie femmine, con le quali a un certo punto è andata via di casa, lasciando da solo il marito violento, che per anni l'aveva riempita di botte e tormentata con la sua folle gelosia.

Ne aveva ben donde il padre, di essere roso dalla gelosia più cieca e violenta? Amalia era realmente una donna ambigua, una moglie bugiarda, con una doppia vita, che amava farsi ammirare dagli uomini e sedurli?

"L'infanzia è una fabbrica di menzogne che durano all'imperfetto: la mia almeno era stata così."

Delia riporta alla memoria molti frammenti di ricordi legati all'infanzia a Napoli, in casa con quel padre duro, aggressivo, rozzo, e quella madre inafferrabile, che sembrava non disdegnare le attenzioni di altri uomini e che subiva, remissiva, gli insulti e le botte del marito; alcuni ricordi sono confusi, altri più chiari e Delia capisce che solo buttandosi a capofitto nella caotica e rumorosa città da cui è fuggita, può cercare di capire tante cose su Amalia e, di riflesso, su sé stessa.

Ed è ciò che fa.

Resta a Napoli e comincia a far domande: alla vicina di casa, al burbero e apprensivo zio Filippo (fratello della madre), va in giro per le strade, immergendosi nei chiacchiericci e nelle grida dei vicoli, nel trafficare delle motorette, camminando di fretta sul selciato, respirando gli odori forti di quella vivace città di mare, nella quale si sente ora estranea (non riesce più a parlare il dialetto napoletano in modo spontaneo, fluente, ma anzi il suo ne è una brutta copia, stentata e quasi ridicola) ora parte integrante di qualcosa che le appartiene nelle viscere, nell'anima, di cui è figlia.

Sale e scende dagli autobus, immaginandosi assieme ad Amalia, mentre uomini sconosciuti allungano le mani e lanciano sguardi insistenti e lascivi; va nel negozio di biancheria in cui è stato acquistato il capo di intimo che la madre aveva su quando è annegata.
Incontra persone che potrebbero, in qualche modo, aiutarla a capire, ricordare, mettere a fuoco; tra questi c'è un individuo la cui presenza - tanto nel presente quanto nel passato - è molto ingombrante: Caserta, un uomo anziano che sua madre ha frequentato, che suo padre ha picchiato e con cui pare che Amalia avesse (avuto?) un relazione, che fosse solo di amicizia o qualcosa di più Delia non lo sa con certezza, ma di certo questo Caserta la inquieta, un po' la spaventa e sicuramente la ripugna.

Quella di Delia si trasforma in una sorta di indagine che si snoda in una Napoli libera e soffocante insieme, personaggio in prima linea e vivo tanto quanto le persone che ruotano attorno alla protagonista.

Il quadro che ne viene fuori è quello di vicende famigliari come tante se ne vedono, fatte di quotidiani strazi e litigi, di tradimenti veri o presunti, di donne (mogli, madri, sorelle) che ci si aspetta siano e restino sempre sottomesse, docili, che "le prendano" senza ribellarsi e che restino accanto al coniuge anche quando questi sarebbe capace di ammazzarle.

Delia cerca di ricostruire "il personaggio" di Amalia, di individuarne la vera identità, i difetti e le qualità, e il lettore si ritrova a fare lo stesso "lavoro": Amalia è una donna che ha cercato di essere libera nonostante le percosse, le ingiurie continue, le umiliazioni, le limitazioni; faceva il contrario di ciò che il violento marito si aspettava da lei, pur essendo brava a rabbonirlo con qualche parola mansueta.

Più "conosce" Amalia, più Delia crede di vederne le enormi differenze rispetto a sé stessa.
Fa di tutto per convincersene: Io non sono come te.
Ma la domanda iniziale resta: chi era Amalia?  Perché per prendere le distanze da lei, per dichiarare la diversità e la lontananza dal modello femminile materno, Delia deve prima capire chi era realmente la donna.

In questo travagliato processo di costruzione, decostruzione e ricostruzione dell'immagine materna,  del suo passato, della sua complessa personalità, del loro rapporto madre-figlia, Delia viene messa davanti a diverse e scomode verità, che la turberanno non poco e la spingeranno ad avere diversi confronti e faccia a faccia (con l'odiato padre, ad es.), difficili ma necessari, e soprattutto a capire meglio sé stessa, a mettere ordine tra i ricordi infantili che per decenni sono rimasti come sospesi nella sua memoria. 
La morte della madre, inspiegabile e inaspettata e, per questo, in un certo senso avvolta nel mistero, diventa l'opportunità per la riservata e sola Delia per guardarsi dentro con onestà, senza filtri e distorsioni.

"Ero, all'imperfetto. Mi sentivo lei coi suoi pensieri, libera e felice, sfuggita alla macchina per cucire, ai guanti, all'ago e al filo, a mio padre, alle sue tele, alla carta giallastra su cui era finita in sgorbi sanguigni. Ero identica a lei e tuttavia soffrivo per l'incompiutezza di quell'identità. Riuscivamo a essere «io» solo nel gioco, ormai, e lo sapevo."

"L'amore molesto" è un romanzo breve, si legge (per me: si ascolta) in un soffio, scorre senza intoppi grazie a una scrittura tagliente, energica e quasi aggressiva, al racconto verace della città di Napoli e dei suoi abitanti, all'alone di mistero concernente Amalia (la sua personalità, le sue azioni passate, i suoi legami), all'intensità emotiva (a volte delicata, più spesso brutale) che sprigionano le vicende personali e famigliari narrate.

Leggere l'esordio letterario di Elena Ferrante mi ha messo su una gran voglia di restare a Napoli, riprendendo magari le tetralogia dell'Amica geniale, come mi sono ripromessa di fare.

sabato 6 gennaio 2024

⌛ RECENSIONE ⌛ IL SENSO DI UNA FINE di Julian Barnes



Un romanzo breve ma che, attraverso numerosi flashback e ricordi da parte del protagonista, con intensità e con una scrittura raffinata, colta e coinvolgente, induce a riflettere sul senso dell'esistenza, dello scorrere del tempo e sugli inganni della memoria.


IL SENSO DI UNA FINE 
di Julian Barnes 



Einaudi Ed.
trad. S. Basso
161 pp
"Con quale frequenza raccontiamo la storia della nostra vita? Aggiustandola, migliorandola, applicandovi tagli strategici? 
E più avanti si va negli anni, meno corriamo il rischio che qualcuno intorno a noi ci possa contestare quella versione dei fatti, ricordandoci che la nostra vita non è la nostra vita, 
ma solo la storia che ne abbiamo raccontato. 
Agli altri, ma soprattutto a noi stessi."


Ricevere un'eredità a sorpresa, senza che il beneficiario se lo aspetti, è sicuramente un evento che fa piacere, a prescindere poi dall'entità materiale del lascito.

È ciò che succede a Tony Webster, un uomo in là con gli anni al quale giunge una lettera da parte di un avvocato che gli annuncia un’inattesa quanto enigmatica eredità.
Ad avergliela lasciata è una certa Mrs Sarah Ford, deceduta da qualche mese. 

Chi è Sarah Ford?

No, non è una quasi sconosciuta zia zitella che lo ha nominato unico erede dei propri beni, bensì una persona che sbuca dal lontano passato di Tony e che egli ha visto una sola volta nella propria vita (e ben 40 anni fa!), vale a dire quando era uno studente universitario ed aveva una relazione con la figlia di Sarah, Veronica.

Con Veronica non è durata molto eppure quel fidanzamento ha avuto la sua importanza per Tony (per diverse ragioni, di cui una in particolare e che coinvolge un'altra persona vicina a lui), che trascorse anche una notte a casa dei genitori di lei, unica occasione in cui conobbe Sarah Ford.

L'eredità lasciatagli dalla mancata suocera è accompagnata da un'informazione che stupisce Tony e lo riporta con virulenza indietro nel tempo, facendo riaffiorare tanti ricordi di gioventù e non pochi turbamenti, sensi di colpa, indefiniti rimpianti: oltre a ricevere dei soldi, a Tony spetta anche la copia originale del diario di Adrian Finn.

Chi è Adrian Finn?

Adrian è stato un carissimo amico di Tony negli anni della scuola; assieme ad altri due compagni, formavano un quartetto di inseparabili, tra i quali Adrian spiccava e si distingueva per essere il più colto tra loro, il più intelligente, quello che si lasciava andare a disquisizioni filosofiche con la stessa facilità e dimestichezza con cui gli altri parlavano di ragazze, a ragionamenti su argomenti importanti ed esistenzialistici, insomma non era un giovanotto vanesio ma, anzi, un tipo intellettuale che prometteva una bella e onorata carriera in qualsiasi ambito avesse scelto di lavorare.

Adrian era suo amico anche nel breve periodo in cui Tony aveva frequentato Veronica ed ha smesso di esserlo quando, lasciato da Veronica, il giovane Webster era stato informato dallo stesso Finn del proprio fidanzamento... con Veronica.

Veronica e Adrian insieme?

Per Tony è stato un colpo, una sorta di doppio tradimento: Veronica ha mollato lui per mettersi con quel noioso di Adrian? Inconcepibile!! E lui che era praticamente il suo migliore amico che fa? Si mette con la sua ex?

Il legame d'amicizia tra i due ragazzi si spezza e dopo non molto Tony apprende, con grande turbamento e dispiacere, una spiacevole notizia riguardante Adrian..

La narrazione è un continuo andare dal passato al presente, un flusso di ricordi tramite i quali il protagonista ci porta con sé negli anni in cui era uno studente, raccontandoci il suo rapporto con i coetanei, le esperienze che hanno caratterizzato la propria educazione morale, sentimentale e sessuale, le delusioni, il senso di inadeguatezza e quella fastidiosa consapevolezza che sin da giovane l'ha accompagnato, per non abbandonarlo neppure nella senilità: l'essere un individuo dalla natura così... piatta, il suo essere "grigio", mai brillante, privo di qualsiasi guizzo o dinamicità che lo inducessero mai a primeggiare, a porsi obiettivi ambiziosi.

Tony Webster è sempre stato un uomo privo di grosse qualità, mediocre in tutto: nel lavoro, negli studi, nei rapporti interpersonali, in amore, come marito e padre.
Lui si definisce tranquillo e pacifico ma Veronica era convinta - già da quando erano giovani - che egli fosse un codardo, uno che teneva lontano il rischio, che non si faceva domande "pericolose" che potessero scuoterlo e minare le sue scarse certezze; uno che "ristagnava", privo di nerbo, di verve.

Nel presente, Tony ci racconta del proprio matrimonio e di come esso sia finito in un divorzio; con l'ex - Margareth - ha mantenuto ottimi rapporti ed infatti a lei l'uomo confida insicurezze, pensieri, dubbi, perplessità in merito a tutto ciò che lo tormenta: la singolare decisione di questa emerita (quasi) sconosciuta, il ricordo di Veronica, della loro fugace storia d'amore, i problemi riscontrati in quella breve relazione, l'amicizia (interrotta) con Adrian.

A Margareth Tony non nasconde nulla perché lei è sempre stata un punto di riferimento solido, un porto sicuro: lei così serena, imperturbabile, comprensiva, ascoltatrice empatica, paziente e soprattutto limpida, trasparente, onesta, priva di zone d'ombra.
Margareth non è mai stata una donna misteriosa, al contrario di Veronica, furba, enigmatica, circondata da un alone di mistero che inevitabilmente le conferiva un certo fascino.

E Veronica ricompare anch'ella nel presente, portandosi dietro il suo essere complicata, difficile da capire e con cui Tony ha sempre avuto problemi a rapportarsi, essendo lui fin troppo banale e semplice nei confronti di tutti e di ogni cosa.

Ricordate il diario di Adrian che Mrs Ford ha lasciato scritto debba andare a Tony Webster? Ebbene, è nelle mani di Veronica, che non ha alcuna intenzione di darlo a quell'ex che, da 40 anni a questa parte, non è cambiato per niente.
Per lei, Tony Webster non capiva niente prima e non capisce niente neppure adesso; gli sfugge ogni dettaglio importante, lo si deve imboccare come fosse un ragazzino a cui spiegare tutto.

Perché Veronica si rifiuta di separarsi da quel diario? E perché Tony ci tiene tanto ad averlo, cosa crede (o spera) di trovarvi scritto e che sia, in qualche modo, "dedicato a lui"?

"Il senso di una fine" esplora con grande finezza psicologica e una notevole fluidità la vita con i suoi dolori inesplorati, i segreti, i rimorsi che fanno male ("significa morsicato due volte: ed è questa la sensazione che si prova"), la fallacia che emerge quando si raccontano episodi del passato illudendosi di farlo in maniera oggettiva quando invece la memoria è fragile, è costellata di "buchi" e inganni, intaccata da cose non dette, dalla mancanza della giusta ed esatta "documentazione storica" e quindi delle informazioni sufficienti.

Quanti errori di valutazione si commettono perché crediamo che l'evento x sia conseguenza dell'evento y, ma non sapevamo in realtà che c'erano di mezzo altri fattori a complicare il tutto?

Leggiamo di suicidi e delle possibili e razionali ragioni di chi sceglie di porre fine alla propria vita, di rapporti umani (amicizia, amore), dell'influenza della filosofia su alcune menti più brillanti di altre, di reminiscenze inaffidabili, di spiegazioni sbagliate che ci si è dati di fatti che invece si conoscevano poco o per niente, di parole atroci dette e che ormai è impossibile rimangiarsi, della tristezza provata nel rendersi conto di quanto inetti si è stati in certi momenti e in certe azioni, di come si sarebbe potuto affrontare determinate fasi della vita con più coraggio e non con quella mollezza che dà un senso di illusoria tranquillità.

Come spesso accade alle storie in cui il filo della memoria lega il racconto del presente con il passato, ho avvertito durante la lettura delle note malinconiche e nostalgiche, a volte struggenti, figlie della consapevolezza di come non ci resti unicamente che la possibilità di pensare a ciò che è stato senza potervi intervenire per modificarlo, per correggere il tiro, per chiedere scusa a chi si è ferito, per rimediare agli errori commessi.

Un libro che mi è piaciuto per lo stile e le tematiche presenti.

Cercherò altro di questo autore.


ALCUNE CITAZIONI


"Che ne sapevo io della vita, io che ero sempre vissuto con tanta cautela? Che non avevo mai vinto né perso, ma avevo lasciato che la vita mi succedesse? Io che avevo avuto le ambizioni di tanti, ma che mi ero ben presto rassegnato a non vederle realizzate? Che avevo evitato il dolore e l’avevo chiamato attitudine alla sopravvivenza?"

"...sono comunque gli occhi che continuiamo a guardare, no? È negli occhi che abbiamo incontrato l’altro ed è lì che ancora lo troviamo. Gli stessi occhi nella stessa faccia di quando ci siamo conosciuti, abbiamo fatto l’amore, ci siamo sposati..."

"All’improvviso mi sembra che una delle differenze tra la gioventù e la vecchiaia potrebbe essere questa: da giovani, ci inventiamo un futuro diverso per noi stessi; da vecchi, un passato diverso per gli altri."

"Il tempo però… ah, come può trascinarci alla deriva e confonderci le idee. Credevamo di aver raggiunto la maturità quando ci eravamo soltanto messi in salvo, al sicuro. Fantasticavamo sul nostro senso di responsabilità, non riconoscendolo per quello che era, e cioè vigliaccheria. Ciò che abbiamo chiamato realismo si è rivelato un modo per evitare le cose, ben più che affrontarle. Già, il tempo ci riserva… il tempo necessario a farci percepire le nostre più salde risoluzioni come traballanti, le nostre certezze come capricci momentanei."

"La vita non è solo fatta di somme e sottrazioni. C’è anche l’accumulo, la moltiplicazione delle perdite, dei fallimenti."

"Certe volte penso che lo scopo dell’esistenza sia quello di riconciliarci, per sfinimento, con la sua perdita finale, dimostrandoci che, indipendentemente dal tempo che ci vorrà, la vita non è affatto all’altezza della propria fama."

giovedì 4 gennaio 2024

Tu chiamali se vuoi... buoni propositi librosi

 

Da qualche anno avevo accantonato l'idea di stilare una lista di buoni propositi per il nuovo anno perché puntualmente, trascorsi i 12 mesi, mi rendevo conto di averne osservati davvero pochi, quindi mi sembrava inutile darmi obiettivi poco realistici.

Però quest'anno ci riprovo, tenendo conto della Reading Challenge e del libro del mese del Club di lettura su Fb, che per gennaio è "La regina degli inferi" di Hannah Lynn (LINK).



READING CHALLENGE 2024
 – GENNAIO  –


        CATEGORIE BASE (valgono tutto l'anno)
  • CLASSICO  
  • RACCOLTA DI RACCONTI
  • RACCOLTA DI POESIE
  • GRAPHIC NOVEL
  • SAGA FAMILIARE
  • BIOGRAFIA/AUTOBIOGRAFIA/AUTOFICTION

  • IL CONSIGLIO DEL CLUB

        OBIETTIVI ESTRATTI A GENNAIO
  • Un libro di un'autrice italiana del Novecento
  • Un libro in cui fede e religione hanno un ruolo determinante (nel bene o nel male)
  • Un libro che parli di montagna o di mare
Per questo mese ho già scelto il libro, anche perché è un obiettivo proposto proprio da "me medesima", per raggiungere il quale leggerò CHI HA PECCATO di Anna Bailey, che dovrebbe fare al caso mio.


SAGHE DA CONTINUARE 


1. Outlander è sempre in cima alla wishlist e pian piano sto comperando tutti i libri della serie.
2. Voglio proseguire con I Cazalet, di cui ho letto i primi due volumi. 
3. Leggere il secondo volume della tetralogia di Elena Ferrante L'amica geniale.


- Altro obiettivo: leggere i libri che mi hanno inviato alcuni autori nelle settimane passate.

Ok, per adesso mi fermo perché se mi lascio prendere la mano continuo con le promesse. 
Per adesso mi prefiggo questi proponimenti, poi man mano si vedrà ^_^

E comunque, ciò che conta è "incappare" in letture coinvolgenti e gratificanti :-D

martedì 2 gennaio 2024

PROSSIMAMENTE IN LIBRERIA [ GENNAIO 2024 ]

 

Buon pomeriggio e buon secondo giorno del 2024 :)


Ho notato alcune prossime uscite che mi interessano particolarmente, per cui me le segno qui sul post e le condivido con voi, augurandovi rientrino nei vostri gusti.


PER CHI VUOL  LEGGERE UN THRILLER AMBIENTATO A MADRID



LA SPOSA GITANA
di Carmen Mola (Salani Ed., 416 pp., USCITA 30 GENNAIO)
.

Elena Blanco è un'ispettrice di polizia dalla carriera costellata di successi, se non fosse per un unico caso irrisolto che ha sconvolto la sua vita e che continua a perseguitarla.
Quando una ragazza gitana, scomparsa la sera del suo addio al nubilato, viene ritrovata morta due giorni dopo con ancora addosso il vestito della festa. Sette anni prima, sua sorella è morta nello stesso modo e anch'ella alla vigilia del proprio matrimonio.
Ma se il colpevole di quell’assassinio è dietro le sbarre... chi ha commesso questo secondo omicidio?



PER CHI CERCA ATMOSFERE SOSPESE E ONIRICHE

BUONANOTTE TOKYO di Atsuhiro Yoshida (E/o Ed., trad. C. Pes, 208 pp, 

 USCITA 10 GENNAIO)
.

Un romanzo moderno e ottimista, con vede diversi protagonisti, tutti in cerca del tassello mancante che completi la loro vita. I loro percorsi s’incrociano nella Tōkyō notturna e malinconica; ogni notte è raccontata dalla prospettiva di uno o più personaggi le cui storie si intrecciano.
Non sono eroi né criminali, ma esseri umani che cercano pazientemente di affrontare la routine dell’esistenza in attesa dell’opportunità che offra il modo di effettuare il passo successivo e magari incontrare la persona perduta. Perché quasi tutti loro hanno perduto qualcuno e sperano di ritrovarlo prima o poi. 



PER CHI CERCA STORIE DI RINASCITA


.
A CASA
di Judith Hermann (Fazi Ed., trad. T. Ciuffoletti, 156 pp., USCITA 16 GENNAIO)
.
 
La protagonista ha appena chiuso un capitolo della sua vita per cominciarne uno nuovo: dopo che la figlia è andata via di casa, ha deciso di lasciare il marito (con il quale continua a intrattenere una regolare corrispondenza). 
Priva di rapporti significativi al di fuori del nucleo familiare ormai sfaldato, la donna si trasferisce al mare, con cautela la donna cerca di ambientarsi, stringe amicizia con una sua coetanea originaria del posto, tenta una goffa relazione amorosa e, immersa in una solitudine scelta ma non priva di inquietudini, si domanda che ne sarà del suo futuro.



PER I FAN DELLA PRINCIPESSA SISSI


L'IMPERATRICE RIBELLE di Karen Duve (Ed. Piemme, 384 pp., USCITA 9
GENNAIO
)
.

Elisabetta di Baviera, imperatrice d'Austria-Ungheria, detta Sissi: la sua vita dorata non è che un'unica, grande sfida: imporsi alla corte di Vienna, dove è tuttora straniera e di cui detesta i soffocanti rituali; non soccombere ai doveri che il suo ruolo le impone; riuscire a fuggire, appena possibile, nel castello in Ungheria, dove può dedicarsi in libertà alla caccia e ai cavalli, la sua vera passione; coltivare un nuovo, inaspettato amore. In una parola, governare il proprio destino. 

lunedì 1 gennaio 2024

LE MIE LETTURE PIU BELLE DEL 2023




Cari lettori, il 2023 è scivolato via per lasciare il posto a un nuovo anno: lo accogliamo speranzosi che ci porti ciò che desideriamo e che ci dia serenità, successi, nuovi traguardi da raggiungere.
Con questo primissimo post dell'anno, desidero anzitutto augurare di cuore a chiunque si trovi a passare (che sia un habitué o meno) e a leggermi "Buon Anno"; in secondo luogo, come sempre, tiro le somme delle mie letture dei 12 mesi passati.


NARRATIVA CONTEMPORANEA



Nella prima metà dell'anno, avevo posto sul podio delle letture più belle Ogni mattina a Jenin di Susan Abulhawa e Tutto il blu del cielo di Melissa Da Costa; ad esse aggiungo sicuramente ATLAS. LA STORIA DI PA' SALT di L. Riley e H. Whittaker, degnissima conclusione di una saga famigliare sorprendente e ad alto coinvolgimento.
Altro romanzo che mi resterà a lungo (per sempre?) nel cuore è sicuramente  UNA VITA COME TANTE di Hanya Yanagihara: Jude St Francis è un uomo complesso e complicato, con tante cicatrici nel corpo, nella mente e nell'anima. Mentre leggevo la sua storia non potevo fare a meno di affezionarmi a lui. In oltre mille pagine diventa praticamene uno di famiglia.
Non posso non menzionare COSE CHE NON SI RACCONTANO di Antonella Lattanzi: il racconto autobiografico di un'esperienza personale piena di dolore che mi è arrivato dritto come un pugno nello stomaco.

Tra gli autori cui mi sono accostata per la prima volta e che voglio rileggere ci sono di sicuro Valentina D'Urbano (IL RUMORE DEI TUOI PASSI) e Melissa da Costa 

Totale: 36.

THRILLER/GIALLO


In questa categoria, a piacermi maggiormente sono stati: 

SOLO DIO E' INNOCENTE di M. Navarra, autore che mi sono ripromessa di riprendere; 
RESIDENZA PER SIGNORE SOLE di T. Masako, per l'intreccio articolato e ricco di sorprese; 
FIORI SOPRA L'INFERNO di Ilaria Tuti;
LA LIBRERIA DEI GATTI NERI di Piergiorgio Pulixi.

Totale: 21.

FANTASY


Inserisco in questa sezione anche i sottogeneri e quelli affini/vicini (distopia, ucronia, paranormal...) e su tutti trionfa Laini Taylor, con la dilogia formata da IL SOGNATORE  LA MUSA DEGLI INCUBI: abile  narratrice, mi riconcilia con un genere che non rientra tra i miei preferiti.

Totale: 9.


TESTIMONIANZA/DOCULIBRO/MEMOIR


Mi resterà impressa a lungo VERITÀ NASCOSTE, la storia di Anna Maria Fusco, vittima di un rapimento a scopo d'estorsione: i suoi rapitori la trascinarono da un tugurio all'altro per sei mesi, sottoponendola a violenze di ogni tipo.
Rilevanti anche I RAGAZZI DI VILLA GIARDINI di P. Tortella (argomento: malattia mentale, maltrattamenti in strutture ospedaliere) e DALL'INFERNO SI RITORNA di Christiana Ruggeri (sopravvivere a un genocidio).

Totale: 4.

ROMANZO STORICO


Ho amato in particolare LA BESTIA di Carmen Mola, un mix di storia, giallo e thriller, ambientato a Madrid nel 1800; LE STREGHE DI MANNINGTREE di A. K. Blakemore, ispirato a eventi e persone reali e incentrato sui processi alle streghe nell'Inghilterra del 1600.
Ma devo dire che anche gli altri romanzi storici si sono rivelati delle letture meritevoli di attenzione.

Totale: 6.


ROMANCE: totale 9.   

NARRATIVA PER INFANZIA/RAGAZZI: 4.

STORIA/DOCUMENTARI: 4.

CLASSICO: 3.

POESIA: 2.

MYSTERY/HORROR: 1.


CARTACEI: 17.
E-BOOK: 67.
AUDIOLIBRI: 15.

TOTALE LIBRI LETTI: 99.


READING CHALLENGE

GENNAIO: J.C. Oates (CONTEMPORANEO STRANIERO)
FEBBRAIO: M. Mazzantini (LIBRO SPECIAL)
MARZO: V. Woolf (CLASSICO)
APRILE: A. Dumas padre (CLASSICO)
MAGGIO: G. Deledda (CLASSICO)
GIUGNO: F. Flagg (CONTEMPORANEO STRANIERO)
LUGLIO:  A.C. Doyle (CLASSICO)
AGOSTO: Bonus >> V. D'Urbano (CONTEMPORANEO ITALIANO)
SETTEMBRE: E. De Luca (CONTEMPORANEO ITALIANO)
OTTOBRE: I. Allende (CONTEMPORANEO STRANIERO)
NOVEMBRE: A. Christie (CLASSICO)
DICEMBRE: P. Roth  (CONTEMPORANEO STRANIERO)



TOP FIVE SIX

1. OGNI MATTINA A JENIN
1. UNA VITA COME TANTE (ex-aequo)
2. TUTTO IL BLU DEL CIELO
3. ATLAS. LA STORIA DI PA' SALT
4. IL SOGNATORE
5. LA BESTIA



Grazie a chi è passato di qua e non mi resta che augurarvi ancora un bellissimo e scoppiettante 2024!!






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