venerdì 2 settembre 2011

L'identità sessuale: da cosa dipende? Il caso David Reimer


Proprio ieri ho scritto un articolo sul caso di quel bambino americano, Jackie, che a soli 10 anni si sente sicuro della propria identità sessuale, diversa da quella che la natura (o, per chi è credente - ed io lo sono - Dio) gli ha donato: il bambino sa di essere sessualmente maschietto... ma si sente e vuol vivere come una femminuccia...!
Beh, questa storia mi ha fatto immediatamente pensare ad un'altra - molto drammatica  - che mi colpì moltissimo quando la lessi, anni fa, sulla rivista "Psicologia contemporanea".
La teoria secondo la quale la sessualità - e la conseguente identità sessuale - di ogni individuo sia un effetto della società, delle proprie norme e dei ruoli socialmente costituiti, non è affatto recente: un certo dottor John Money, famoso chirurgo di Baltimora, propugnava proprio la tesi secondo la quale l'identità di genere non dipende dagli organi sessuali, bensì dal tipo di educazione ricevuta: vieni cresciuta con bambole trucchi? Sarai una femminuccia!
Vieni tirato su con macchinine e soldatini? Sarai un maschietto! 
E questo a prescindere da come sei fisicamente!

martedì 30 agosto 2011

Non Mi Lascerai Mai ( You Never Let Go)


Se camminerò nella notte
 tu cammini con me
Il tuo amore mi salverà

Se mi perderò 
so che tu il mio aiuto sarai
La tua mano mi coprirà

Io non ho paura
Perché so che sei  con me
E perché tu sei  con me
Chi temerò, chi temerò
  
Tu non mi lascerai mai, anche se la notte è buia

Tu non mi lascerai mai, quando il vento soffia forte
                            
Tu non mi lascerai mai, non mi lascerai mai

 Posso già vedere, una luce, che risplende per me
 E più del sole mi scalderà
 Il buio finirà e per sempre con te resterò
 Non ho timore avanti andrò

Io non ho paura
Perché so che sei  con me
E perché tu sei con me
                                 
Chi temerò, chi temerò

Tu non mi lascerai mai, anche se la notte è buia

Tu non mi lascerai mai, quando il vento soffia forte
                          
Tu non mi lascerai mai, non mi lascerai mai

Posso già vedere, una luce, che risplende per me

E più del sole mi scalderà
                  
Il buio finirà e per sempre con te resterò

PER ADORARTI… PER ADORARTI!!!


giovedì 25 agosto 2011

La lettura fa l'uomo completo


Niente come la lettura di un libro, nell'apparente quiete e nel silenzio può dischiudere in modo imprevedibile la vista di nuovi orizzonti di vita.  (T. De Mauro)


Ho sempre amato leggere, da bambina, e spesso ho (o avrei...) preferito che come regalo mi donassero un buon libro piuttosto che un giocattolo....


Ogni volta che sono in giro per shopping, soprattutto nei centri commerciali, prima ancora che perdermi nei negozi di abbigliamento o di scarpe, la mia attenzione è attratta dalle librerie e lì spendo il miglior tempo, a sfogliare, leggiucchiare, sfiorare libri dai titoli noti o quelli recenti, di cui ho letto la recensione e che vorrei "si trasferissero" dalle mensole delle libreria a quelle di casa mia...
Se dovessi comprare tutti i libri che desidero e ogni volta che lo desidero, temo che dovrei buttar giù dalla finestra qualcosa che ho già in casa per far posto a loro: così,  a malincuore son costretta a trattenermi abbastanza spesso!


Però ogni tanto lo sfizio me lo tolgo: su Bol.it ho ordinato due romanzi, che tra le altre cose erano scontati:

La vera gioia è in Gesù


La gioia...: da dove deriva questa parola che, al solo pronunciarla, mette addosso un senso di serenità, di beatitudine?
Personalmente se dovessi associare la parola GIOIA a qualcosa di concreto e visibile, la prima cosa 
cui penso è un sorriso..., di quelli in cui si vede tutta la dentatura!
Dal punto di vista etimologico, c'è "chi la fa derivare da “gaudium”, e quindi da “gaudere” (godere), chi invece da “gioco”, chi, come il Manni, dal greco biote (“vita”). Sembra un’idea di godimento un po’ diversa dall’alacre produttività degli “allegri” e dei “felici”, in certo senso più passiva, come di spensieratezza, di vitalità pura, di rilassatezza; e anche il senso di un qualcosa di prezioso (non a caso diciamo “gioielli”), di istantaneo e quasi di inaspettato, che ci capita senza che abbiamo fatto nulla per meritarcelo." (da http://etimoblogie.splinder.com)

Desideri più gioia nella tua vita attuale?
Dio promette che la gioia si trova in Sua presenza e, se hai fatto di Gesù il tuo Signore e Salvatore, la Sua presenza vive in te!
Questa gioia si manifesta quando concentri i tuoi pensieri ed il tuo cuore sul Padre, e Lo lodi per quello che ha fatto nella tua vita.
La Bibbia dice che Dio siede in mezzo alle lodi del Suo popolo. 
Quando inizierai a lodarLo e a ringraziarLo, sei in Sua presenza, là dove c’è la gioia perfetta.
In qualsiasi posto tu ti trovi, in qualsiasi circostanza sei...  hai accesso a questa gioia, di giorno come di notte.
E ricorda questo: Dio vuole che tu sperimenti costantemente la Sua gioia e la Sua pace soprannaturali. È il motivo per cui ha scelto di vivere in te, perché le tue riserve di gioia siano inesauribili. 
Non sprecare più tempo nel sentirti scoraggiato o sconfitto.

Che la gioia del Signore sia la tua forza, 
così progredirai sul percorso di vita che ti ha preparato!

www.donnecristianenelweb.it 
fonte: 

domenica 14 agosto 2011

L'amicizia




Che bella cosa l'amicizia vero...E' un valore fondamentale per la nostra vita...
Ci sono tanti detti e proverbi popolari sul "vero amico":

- Chi trova un amico trova un tesoro"
"Nessuna forma di amore ha tanto rispetto della libertà dell’altro come l’amicizia."
- Gli amici non sono nè molti nè pochi ma in numero sufficiente!


... e certo ognuno di noi ne conosce o ne può trovare facilmente altri.
Anche la Bibbia parla di amicizia:
"L'amico ama in ogni tempo: è nato per essere un aiuto nelle difficoltà" (Prov 17:17)
"L’olio e il profumo rallegrano il cuore; così fa la dolcezza di un amico con i suoi consigli cordiali. Non abbandonare il tuo amico né l’amico di tuo padre…(Prov 27:9,10)

venerdì 12 agosto 2011

La Bibbia: il libro più tradotto da sempre... ma non il più letto!





Se si chiedesse a un comune passante qual è il libro che ha avuto più traduzioni da sempre, nel mondo, credo che non ci sarebbero dubbi sulla risposta: la Bibbia è da sempre, e questo è un dato accettato e risaputo a livello mondiale, il best-seller per eccellenza...!
Ma, ahimè, il fatto che sia il più tradotto non vuol dire che sia necessariamente il più letto...!


read the Bible!!
Infatti, se restiamo nel nostro Paese, la Bibbia risulta essere un libro con il quale i "cristiani" hanno purtroppo poca dimestichezza e familiarità, il che stona col fatto che l'Italia è un Paese (ma non solo l'Italia, del resto è tutta l'Europa ad avere origini cristiane) cristiano (o meglio cattolico, visto che sono la maggioranza).


Sono i numeri a confermare "l'indifferenza" degli italiani verso i testi sacri; secondo una recente indagine che ha coinvolto circa 13mila persone...:

  • solo il 14% degli intervistati è a conoscenza di nozioni bibliche fondamentali, tipo i nomi dei 4 evangelisti, se Gesà ha lasciato qualcosa di scritto nella Bibbia ecc...

giovedì 11 agosto 2011

Cime tempestose al cinema a novembre!!




Quanti amano o hanno amato "Cime tempestose" di Emily Bronte?
Io di sicuro sì..., forse da prima ancora di leggerlo...!!

L'avrò letto almeno 3 volte, sottolineato, ne ho imparato a memoria anche alcuni passaggi, non tanto per il gusto di impararli a pappagallo, quanto per fare mie certe frasi, quasi per un senso di appartenenza.......

Ne cito alcune, tra le più famose...

Non gli dirò quanto lo amo, e non perché sia attraente, ma perché è per me più di quanto lo sia io stessa.
Io lo amo più di me stessa, Ellen; e lo so da questo: tutte le sere io prego di potergli sopravvivere, perché preferirei essere infelice io, piuttosto che saperlo infelice. È la prova che l'amo più di me stessa
Non posso vivere senza la mia vita, non posso vivere senza la mia anima

martedì 9 agosto 2011

Claudio Baglioni, cantautore e scrittore: "Ora scrivo favole"...!

Il grande cantautore Claudio Baglioni, che ha da qualche mese varcato la soglia dei 60 anni, continua con fervore la propria attività artistica ed intanto allarga i propri interessi anche al campo "letterario".
Chi segue Baglioni come artista, conosce già la sua bravurae la sua capacità nello scrivere (del resto, un cantautore è già, a suo modo, scrittore e poeta...), mettendo tanto di sé, attraverso la narrazione di pensieri, riflessioni, ricordi; chi scrive ha amato molto il romanzo "Q.P.G.A.", non solo per la storia d'amore narrata - che altro non è che la stessa cantata nelle sue canzoni - ma per il modo sensibile di descrivere emozioni e personaggi, e ha quindi apprezzato la "vena letteraria" di Claudio...: non posso che attendere con ansia l'uscita di altri libri scritti da lui!

Ebbene, oltre ad essere impegnato dal punto di vista musicale (con concerti) e sociale (con O'Scià), il cantante romano ha ben pensato di "sdebitarsi" nei confronti del figlio,Giovanni.
In un'intervista rilasciata di recente, infatti, dichiara di aver desiderato di fare qualcosa per il suo unico figlio, perché sente di non avergli dato tutto ciò che avrebbe dovuto, durante l'infanzia: così ha scritto delle favole!

lunedì 8 agosto 2011

Vasco Rossi: scrivo canzoni grazie a psicofarmaci e "male di vivere"

Lo dico da subito: non sono una fan dii Vasco Rossi..., non faccio parte della schiera di suoi adoratori...
Ciò non toglie che io conosca molti suoi pezzi, quantomeno i più famosi, i più cantati anche da chi, come me, non è "fissata" per lui (la mia fissa va verso un altro cantautore...).

Detto questo, aggiungo che non ho amato nè condiviso le sue parole nell'ultima intervista - di cui uno spezzone, probabilmente il passaggio più significativo, è stato fatto vedere molte volte in tv, nei TG - e con le quali Vasco parla del suo malessere psicologico.

A me spiace sentire di tutte quelle persone che soffrono per malesseri di qualsiasi tipo e causa (fisico, psicologico, morale...) e sono solidale per quanto mi è possibile e consentito...
Di conseguenza, mi spiace anche per Vasco e per il fatto che da molti anni conviva forzatamente con psicofarmaci e che da essi debba necessariamente trovare la "forza" per andare avanti.

MA non ho condiviso - ma forse di questo, non gli si può neanche fare una vera e propria "colpa" - che egli abbia definito il proprio "problema" psicologico: "male di vivere"..., evitando, anzi contestando, la parola "depressione".

martedì 26 luglio 2011

Sapersi accontentare....





Un noto proverbio dice "Chi si accontenta, gode!", e lo ripete anche Luciano Ligabue in una sua famosa canzone ("Certe notti").
Non tutti condividono questo pensiero: se accontentarsi significa non osare, non rischiare mai, non mettersi in gioco ma restare ed arenarsi lì dove si è senza andare avanti con nuove conquiste, nuove realizzazione di sè e dei propri sogni... beh effettivamente non è proprio il massimo da augurare a se stessi o a chi amiamo.


Ma se la capacità di accontentarsi di ciò che si ha significa avere un atteggiamento sereno, di chi non si lamenta sempre di ciò che gli manca, disprezzando o non considerando ciò che invece possiede, allora credo che stiamo parlando di una bella virtù, che tutti gli uomini dovrebbero imparare ad avere.


Serenità è quella di chi, pur soffrendo delle cose che mancano, non smette di godere delle cose che ha.


E' una frase che mi ha colpita e mi ha fatto pensare proprio all'errore che molto spesso ho fatto (e che forse commetterò ancora...): non apprezzare a sufficienza le cose belle che ho e che Dio mi ha donato per concentrarmi magari su ciò che mi piacerebbe avere ma che, allo stato attuale, non ho (non parlo necessariamente di cose materiali).

domenica 24 luglio 2011

GESÚ E LA SUA CAPACITÁ DI RELAZIONARSI CON GLI ALTRI





Tutti noi, seppure in modo diverso, abbiamo avuto modo nella nostra vita di avere relazioni con persone che vivono condizioni di disagio (psico-fisico, sociale etc…) più o meno gravi: personalmente, mi hanno spesso portato a riflettere sul modo meraviglioso che il Signore Gesù aveva di rapportarsi al prossimo, soprattutto ai “sofferenti”.
Gesù ha dimostrato di possedere delle grandi doti comunicative; Egli era (e lo è tuttora, si intende!!) dotato di un’eccezionale sensibilità e capacità di entrare in sintonia con l’altro, condividendone i dolori e offrendogli aiuto e consolazione
Egli metteva in gioco tutto Se stesso e sapeva comunicare non solo con le parole (Egli insegnava, domandava per stimolare la conversazione, esortava, rimproverava…), ma anche con gli sguardi (Mt 9:36; 14:14; Mr 10:21), i silenzi, il contatto corporeo (Mt 10:34; Mr 1:40,41)!! 
Nei Vangeli, vediamo che Gesù non è mai seccato quando qualcuno Gli si avvicina per chiederGli aiuto, anzi è pronto ad andare prima ancora che gli venga esplicitamente chiesto: “…un centurione venne da Lui,… dicendo: «Signore, il mio servo giace in casa paralitico e soffre moltissimo». Gesù gli disse: «Io verrò e lo guarirò»” (Mt 8:5-7).                              Gesù non si rifiuta mai di andare verso l’altro, ma si avvicina e cammina insieme, dedica del tempo, come accade nel brano di Luca 24:13-35; al v.15 leggiamo “Gesù stesso si avvicinò e cominciò a camminare con loro”, cioè con i due discepoli sulla via di Emmaus; Egli domanda, ascolta in silenzio e con pazienza la risposta dei due tristi discepoli e li istruisce, li esorta a riflettere, ad aprire gli occhi del proprio cuore per credere alla promesse della Parola di Dio.

RANCORE: UN'EMOZIONE CHE SI ANNIDA IN NOI

Quanto spesso ci sarà capitato (e ci capiterà ancora, molto probabilmente) di star lì a pensare a una determinata situazione o persona che genera in noi, nella nostra mente, una serie di risentimenti, e che ci spinge e pensare e ripensare sempre allo stesso fatto, senza trovarne, il più delle volte, alcuna via d’uscita per sentirci meglio, più sereni?
Tra i tanti e complessi stati emotivi che caratterizzano l’essere umano, uno dei “meno
simpatici e positivi” è il rancore.
E’ interessante notare l’etimologia di questa parola: dal latino rancere, che si riferisce ad un cibo andato a male, che ha quell’odore sgradevole e quel sapore acidulo che tutti conosciamo.
Questo livello di significato inevitabilmente ci porta a riflettere sui connotati del rancore
stesso: un sentimento che si annida in noi, nel nostro cuore e nella nostra mente e che,
a lungo andare, se non viene eliminato, “puzza”, crea ancora più amarezza, tormento,
sofferenza, acredine.

venerdì 8 luglio 2011

Le star più pagate:Angelina Jolie e Jessica Parker

Come sempre accade, anche quest'anno la rivista finanziaria Forbes non si tira indietro dal rendere noto a noi "comuni mortali" il reddito di tante star di Hollywood (in riferimento allo scorso anno)..., così, giusto per dare "i numeri" e far sentire, a confronto, le entrate di tanti di noi qualcosa di "leggermente inferiore".
Tanto per fare il primo nome: Angelina Jolie è l'attrice più pagata, seguita in ex-aequo da Sarah Jessica Parker, con 30 milioni di dollari durante l'ultimo anno.
La prima - compagna dell'affascinante Brad Pitt - sta sfruttando gli incassi del successo ottenuto con gli ultimi due film, The tourist (insieme al tenebroso Johnny Depp) e Salt (in cui la bella Angelina interpreta un'agente della Cia), che hanno superato i 280 milioni di dollari ciascuno; Sarah Jessica, a sua volta, continua a riscuotere i proventi della serie televisiva Sex and the City, di cui lei è co-produttrice; non solo il secondo film sta avendo il suo successo - anche se inferiore al primo -, ma anche le repliche della serie tv continuano ad essere trasmesse e vanno ad impinguare il già pieno portafoglio della star.
Senza contare che la Parker, grazie alla propria notorietà, sta andando alla grande anche nel settore della vendita dei profumi e dell'abbigliamento (il marchio è moda Halston): insomma, le fonti da cui prendere introiti davvero non mancano!

Scendendo nella Top Ten delle star più pagate del cinema hollywoodiano, leggiamo nomi di donne belle e famose, apprezzate dal grande e piccolo schermo: Reese Whiterspoon e Jennifer Aniston con i loro 28 milioni di dollari; Julia Roberts e Kristen Stewart con 20 milioni, passandoi per Katherine Heigl (19 milioni), Cameron Diaz (18 milioni), la simpatica Sandra Bullock (15 milioni) fino ad arrivare alla "più povera" tra le 10 stelle, Meryl Streep (10 milioni di dollari), che comunque "resiste" e continua ad essere amata e richiesta, infischiandosene del tempo che passa e tenendo degnamente testa alle bellezze giovani ed emergenti.

In totale, oltrepassiamo tranquillamente i 200 milioni...!
Le cifre lasciano sgomenti?
Non è il caso, visto che questi sono solo i guadagni di un anno...!



giovedì 7 luglio 2011

Padre Fedele: condanna per violenza sessuale

Non ha resistito, padre Fedele Bisceglia, e ha urlato tutta la propria indignazione quando ha udito la sentenza che lo condannava a 9 anni e 3 mesi di reclusione per aver stuprato una suora; ha inveito contro chi lo ha condannato e contro le suore Francescane dei Poveri che hanno testimoniato contro di lui e sostenuto la suora violentata.
Il religioso nel 2006 fu arrestato per aver violentato 5 donneche frequentavano la casa d'accoglienza, "L'Oasi dei poveri", ma al posto dell'aiuto le poverette sono state costrette a subire le violenze del frate, aiutato dal suo segretario Antonio Gaudio, che ha avuto 6 anni e 3 mesi per il medesimo reato.

La suora - che aveva dichiarato di essere stata sottoposta all'assunzione forzata di forti farmaci, in modo da renderla succube ed inoffensiva -, la quale ha avuto la forza di denunciare il proprio stupratore, ha compiuto un gesto coraggioso e importante non solo per se stessa, ma anche per le altre vittime; tutte le sue consorelle e la Madre Superiora dell'Ordine delle Suore Francescane hanno da sempre sostenuto la suora e hanno accolto con viva commozione e soddisfazione la lettura della sentenza dai giudici del Tribunale di Cosenza, sostenendo che questa è una "vittoria" per le donne vittime di violenze, tanto più perché si tratta di persone che già vivono situazioni di disagio e che devono essere aiutate e non maltrattate ed offese nella propria dignità di persone.

Il frate ha quindi avuto, davanti alla condanna per questo stupro, parole di rabbia, appellandosi all'arcivescovo Monsignor Nunnari e affermando la propria innocenza ed onestà.
La condotta "bizzarra" e fin troppo vivace, da sempre tenuta da padre Fedele, in particolare in riferimento alla sfrenata passione per il calcio (che gli costò l'espulsione dall'ordine religioso), non è mai stata una novità ed è stata anche usata dall'accusa durante il processo.



Quando la punizione non è educativa: insegnante condannata

Correggere e disciplinare i bambini e i ragazzi quando assumono comportamenti scorretti e non rispettosi delle regole sociali e del prossimo costituisce certamente un delle finalità della relazione tra educatore/insegnante ed alunno.
Ma anche nel momento in cui un insegnante applica un provvedimento educativo e disciplinare deve farlo tenendo sempre presente i principi del rispetto della persona, della sua dignità e personalità.
E' ciò che non ha fatto, però, una docente di una scuola media palermitana verso uno dei propri alunni nell'attimo in cui ha deciso di "somministrare" una determinata punizione per aver sentito il ragazzino insultare un compagno di classe, chiamandolo "gay".
L'insegnante - una professoressa di Lettere di 60 anni, attualmente in pensione - , pur avendo ella stessa una buona opinione del ragazzino 11enne come allievo, ha ritenuto opportuno dargli una severa punizione per quello che ha ritenuto essere un episodio di "bullismo".
Ora, se è vero che gli atti di bullismo vanno fermati tempestivamente, è anche vero che anzitutto non è questo il caso di un ragazzino dal comportamento "da bullo", e poi non è infliggendo una punizione umiliante davanti all'intera classe che il ragazzino impara cos'è il rispetto per l'altro.

In cosa consisteva quindi la punizione?
La prof di Italiano ordinò all'alunno di scrivere per 100 volte sul proprio quaderno la frase:"Sono un deficiente"; il ragazzo, una volta a casa, avrebbe dovuto far leggere "il compito di punizione" datogli dall'insegnante ai genitori e farlo firmare da loro stessi.
Ma questi ultimi non hanno per nulla approvato la disciplina applicata dalla professoressa, anche perché da allora il figlio era stato colto da paure, incubi e le conseguenze psicologiche si sono fatte sentire, con tanto di conferme da parte degli psicologi che hanno parlato con lo studente.
Da lì è partita la denuncia da parte del padre e i giudici che hanno esaminato il caso gli hanno dato ragione, così la Corte d'Appello ha motivato la condanna dell'insegnante a un mese di reclusione per "abuso dei mezzi di disciplina" e per aver inflitto una punizione umiliante, non certo in linea con i principi basilari della pedagogia.
Ogni punizione inflitta da un educatore - e con questa parola mi riferisco tanto ai genitori, quanto ad insegnanti e a tutte quelle figure che si occupano di educazione e formazione delle personalità delle nuove generazioni - deve avere sempre lo scopo di aiutare l'educando a crescere, a maturare valori importanti, rendendolo consapevole delle proprie azioni e di come esse, inevitabilmente, abbiano delle conseguenze, ma è fondamentale che la punizione stessa non sia vista, da chi la riceve, come ingiusta o sproporzionata e, soprattutto, non dovrebbe mai avere effetti deleteri sulla personalità e sull'autostima individuale.

sabato 2 luglio 2011

Un piatto della cucina ungherese: il goulash!

Io personalmente l'ho gustato a Praga e il mio palato l'ha apprezzato...!
Inoltre, sembra anche facile da preparare, chissà che non mi venga voglia di cimentarmi!


INGREDIENTI PER SEI PERSONE:



  • 1 kg di polpa di manzo tagliata a tocchi
  • mezzo bicchiere di olio d'oliva
  • 200 g cipolla tritata grossolanamente
  • 1 cucchiaio da tavola di paprika dolce
  • sale q.b.
  • 500 g pomodori pelati a cubetti
  • 250 ml di brodo di dado
  • 8 patate di media grandezza
PROCEDIMENTO
Lessate le patate, sbucciate e tagliate in 4 pezzi, in abbondante acqua salata fino a metà cottura tenendole poi da parte nella loro acqua.
Scaldate in una pentola capiente, su fuoco vivo, l'olio e quando è ben caldo aggiungete la cipolla. 
Fatela imbiondire mescolando sempre con un cucchiaio di legno e, dopo qualche minuto, aggiungete la paprika. 
Date ancora una bella mescolata, aggiungete la carne rosolandola bene e girandola sempre in modo che la paprika e la cipolla non brucino. 
Quando la carne è bella dorata, versate i pelati ed il brodo, aggiustate il sale, abbassate la fiamma e fate cuocere coperto fino a quando la carne non è diventata morbida cioè dopo circa un'ora e mezza. Ricordatevi di girare il gulash di tanto in tanto e quindici minuti prima della fine della sua cottura, aggiungete le patate aggiustando la densità del sugo con l'acqua di cottura delle patate. 
Il sugo deve rimanere abbastanza cremoso e denso.

venerdì 1 luglio 2011

I lamponi: un frutto estivo molto amato

Si sa, in estate c’è tanta bella frutta, invitante e colorata, fresca e adatta a deliziarci con la sua dolcezza; un frutto gustosissimo che possiamo mangiare in questa stagione è il lampone, un frutto di bosco che piace molto per la sua succosità e dolcezza mista a quel sapore piacevolmente acidulo.
Oltre ad essere buonissimi mangiati “da soli”, sono inoltre molto versatili e quindi usati in pasticceria,  nella preparazione di deliziosi dessert (in particolare sposano con la panna e la crema pasticcera), ma anche nei piatti salati.

I lamponi sono frutti originari delle zone fredde e montane, hanno un profumo intenso e i più comuni sono quelli di colore rosso vivo, ma se ne trovano anche di gialli e color ambra; la loro raccolta avviene nei mesi di giugno e settembre.
Come sempre si raccomanda al momento dell’acquisto, per questo come per altri frutti, mai prenderli mollicci, ma assicurarsi sempre che siano corposi e consistenti; essendo un frutto delicato che presto si può “rovinare e ammaccare”, è bene conservarli in frigo e consumarli in un tempo piuttosto breve.
Non solo, ma anche quando li lavate è bene fare attenzione perché, proprio in virtù della loro delicatezza, si possono sciupare se “maneggiati” con poca cura:  lavateli un po’ alla volta sotto acqua corrente e ricordatevi di lasciarli asciugare su carta da cucina.

Ma passiamo subito ad una velocissima e semplice ricetta per preparare un fresco soufflè: occorreranno 400 gr di lamponi, 250 gr di zucchero a velo, 250 ml di panna per dolci, 5 albumi e un pizzico di sale.
Innanzitutto preparate uno sciroppo mettendo 700 ml di acqua in una pentola, unitevi lo zucchero e portatela ad ebollizione, mescolando spesso, per 5 minuti; quindi spegnete il fuoco e fate raffreddare.
Lavate i lamponi, fateli asciugare sulla carta e poi frullateli; al frullato di lamponi unite lo sciroppo, la panna montata e gli albumi, anch’essi montati con un pizzico di sale.
Avvolgete 6 stampini (alti circa 6 cm) con una striscia di carta da forno (la carta deve essere un po’ più alta dello stampino), poi passateci attorno uno spago da cucina e, dopo avervi versato dentro il composto di lamponi, ponete in freezer per tre ore.
Prima di consumarli, lasciateli qualche minuto fuori, a temperatura ambiente.

Delitto Sarah Scazzi: chiuse indagini, accusa di omicidio per Sabrina e Cosima

Chissà se davvero possiamo dire definitivamente conclusa la vicenda del delitto della 15enneSarah Scazzi, che dall'agosto 2010 è entrata prepotentemente nelle nostre case attraverso i media ed ha sicuramente scosso e indignato le coscienze di tanti...?Stando alle notizie che si stanno diffondendo nelle ultimissime ore, pare proprio che si sia trovato il "bandolo della matassa" a tutta la vicenda dell'omicidio di Avetrana, dopo mesi di indagini, prove ed indizi raccolti, testimonianze, interviste, dibattiti in tv tra avvocati dell'accusa e della difesa, intercettazioni ambientali e telefoniche, accuse ed autoaccuse, ritrattazioni..., insomma c'è stato davvero di tutto e di più su questa storia; a volte forse si è arrivati allo sbaglio più grande: dimenticare la vittima di tutto questo "scempio", vale a dire un'innocente di 15 anni, che aveva un futuro davanti a sé e che, brutalmente e per motivi che mai la ragione e il cuore umani comprenderanno appieno né tanto meno giustificheranno, è stata privata del bene più prezioso: la propria vita.La Procura della Repubblica di Taranto ha chiuso le indagini preliminari con 15 indagati a cui vengono contestati sostanzialmente sei tipi di reati; per essere precisi: omicidio e concorso in omicidio è il reato contestato a Sabrina Misseri e Cosima Serrano - ritenute, quindi, le colpevoli dell'assassinio della piccola.Per la ragazza 23enne c'è anche l'imputazione di calunnia: ricordiamo, infatti, come inizialmente accusò la badante romena di essere coinvolta nella scomparsa della cugina Sarah.Cade l'accusa di omicidio (e di vilipendio di cadavere) per Michele Misseri che, secondo gli inquirenti, avrebbe partecipato per nascondere il cadavere della nipotina, occupandosi anche di far sparire gli oggetti appartenuti a lei (salvo, poi, cambiare idea e lasciare che venisse ritrovato "per caso" il cellulare).
Le altre persone coinvolte e alle quali è quindi giunto l'avviso di garanzia sono: Carmine Misseri eCosimo Cosima (rispettivamente il fratello e il nipote di "zio Michele"); il fioraio Giovanni Buccolieri(che ha prima detto di aver visto Sarah tentar di scappare da casa Misseri, poi aveva ritrattato) e altre 6 persone che fanno parte del suo parentado.Oltre a questi, ad essere stati iscritti nel registro degli indagati sono gli avvocati della difesa tanto di Michele quanto della figlia (Emilia Velletri, Vito Russo, Francesco De Cristofaro e Gianluca Mongelli).Come anticipavamo sopra, oltre al concorso in omicidio, sono contestati reati quali la soppressione di cadavere, il sequestro di personasoppressione di documentifalse dichiarazioni ai pubblici ministeri infedele patrocinio e intralcio alla giustizia.
Non mancheranno di certo notizie più dettagliate, anche perché entro luglio - fatti ulteriori accertamenti ed interrogatori da parte di pm - la Procura dovrà formulare le richieste di rinvio a giudizio o di archiviazione, in attesa dell'udienza preliminare.

mercoledì 15 giugno 2011

Medico pedofilo arrestato per abusi in un asilo


Un ennesimo
 caso di pedofilia avvenuto all'interno di un asilo.
Siamo a Vicenza e a commettere lo squallido reato è stato un dottore, un pediatra che regolarmente faceva visite mediche ai bimbi di alcuni asili vicentini.
Le indagini su di lui, un uomo di 64 anni - che esercitava la professione di medico pediatra da sempre, a cominciare dal proprio studio privato - sono iniziate circa due settimane fa, quando diverse coppie di genitori hanno sporto denuncia a carica del dottore, richiedendo che fossero utilizzate le intercettazioni ambientali per cogliere il presunto medico sul fatto; gli agenti di polizia avevano quindi immediatamente collocato delle telecamere nascoste per filmare le visite mediche e capire se le accuse dei genitori preoccupati avessero conferma.
E purtroppo così è stato: nel corso di una visita ad una bambina di tre anni, all'asilo dove il pediatra - di nome Domenico Mattiello - faceva controlli sui piccoli, gli agenti hanno tenuto sotto controllo la telecamera e son dovuti immediatamente intervenire perché il pedofilo stava proprio per commettere l'abuso sulla bimba; è stato quindi colto in flagranza di reato e le manette sono subito scattate per lui.

Ovviamente, non sappiamo cosa abbiano visto ed udito i poliziotti per precipitarsi all'asilo ed arrestare l'uomo, fatto sta che su di lui grava l'accusa di abuso sessuale su minore.
Adesso, il pubblico ministero che sta a capo delle indagini dovrà chiarire da quando andassero avanti questi atti di pedofilia e violenza.

Specialità giapponese: i dorayaki!

Queste "pagnottelle" di fattura giapponese sono davvero semplici da preparare e buonissime, per grandi e piccini!!

Ecco gli ingredienti per 10 dorayaki:

  • 100 gr di farina, 50 gr di zucchero,
  • un cucchiaio abbondante di miele,
  • un cucchiaino da caffè di lievito,
  • 2 cucchiai di acqua, 2 uova fresche
  • ripieno: nutella
Lavorate le uova con lo zucchero fino ad ottenere un composto liscio e uniforme.
Incorporate la farina setacciandola con il colino in modo che non si raggrumi, poco per volta unendo il cucchiaio di miele. 
Quindi mescoliamo acqua e lievito e aggiungiamo all’impasto. 
Mescoliamo ancora il tutto. Lasciamo riposare il composto per mezz’ora: non lievita ma diventa solo più soffice.
Prendiamo una padella e facciamone scaldare il fondo a fuoco alto. 
Quindi vi versiamo dentro un cucchiaio di impasto: dentro la padella si deve formare un disco, lasciate cuocere finchè non si formano le bollicine.
Giratelo e fatelo cuocere dall’altro lato; cuocete una parte più dell'altra e la parte meno cotta sarà l'interno del dorayaki.. 
Spalmate sopra ad un disco il ripieno scelto e chiudete con l'altro;  servite caldi.

Ladro si toglie cappuccio per rapinare banca: arrestato

Sono davvero tante le stranezze che accadono nel mondo e non c'è da meravigliarsi mai di nulla perché ciò che sembra altamente improbabile che accada..., poi ci si rende conto che invece è fattibile!
Una delle notizie più recenti che fanno sorridere (ma anche sospirare, dicendo: "Beh, meglio così!") è quella di un ladro imbranato, alquanto singolare e obbediente ai regolamenti.
E' accaduto nello stato dell'Ohio: un uomo entra in una banca col cappuccio, con l'intenzione evidentemente di effettuare una rapina...!
Ma accade che un impiegato gli faccia notare, molto gentilmente, che il regolamento interno alla banca prevede che i clienti - o chiunque varchi la soglia - non debba avere il volto coperto, proprio per motivi di sicurezza...!
Beh, non so che generi di film preferiate voi: un thriller coinvolgente, in cui nulla è scontato e dove i "cattivi" tengono in ostaggio mezza banca mentre li agenti di polizia aspettano di poter contrattare col rapinatore... o forse quelle commedie americane in cui il protagonista combina guai facendo ridere lo spettatore!
Ebbene, è probabile che il rapitore in questione facesse parte del genere comedy, perché altrettanto educatamente, ha tolto il cappuccio, ha aspettato il proprio turno e quando è giunto allo sportello, attraverso un biglietto, con molta calma ha fatto notare al banchiere che stava per effettuare una rapina e che era armato.
Insomma, il giovane ladro è riuscito in quel momento a portare con sè i soldi che erano in cassa, ma la sua faccia era stata presa molto tranquillamente dalle telecamere di sicurezza e identificarlo è stato davvero un gioco da ragazzi...!

martedì 14 giugno 2011

Don Seppia: solo "gesti affettuosi"?

Una decina di giorni fa, durante l'interrogatorio di don Riccardo Seppia, accusato di abusi sui minori, induzione alla prostituzione e spaccio di cocaina, da parte del Procuratore Annalisa Giacalone, il legale del sacerdote genovese aveva dichiarato che non erano state confermate le accuse di violenza sessuale su minore: il parroco si sarebbe limitato a manifestare solo il proprio affetto al chierichetto posandogli una mano sul ginocchio ed un braccio dietro le spalle: insomma solo gesti affettuosi, a quanto pare - secondo la difesa - "male interpretati".
Non, solo, ma non avrebbe mai provato a indurre alla prostituzione nessuno, tanto meno un minorenne: si tratterebbe di un ragazzo di origini albanesi, che avrebbe egli stesso chiamato il prete per offrire prestazioni sessuali, ma Seppia  si è sempre fermato prima per timore e vergogna.
Per quanto concerne il reato di spaccio di droga, sempre l'avvocato difensore, Bonanni, ha fatto sapere che le dichiarazioni emerse durante le due ore di interrogatorio hanno posto l'accento sui deliri dell'accusato, nei momenti in cui era sotto effetto di stupefacenti; per il resto, le frasi nei messaggini riguardanti offerte di cocaina, non sarebbero aderenti alla realtà, bensì solo frutto di una mente alterata dall'uso di droga.

Insomma, il quadro accusatorio sembra risulti ridimensionato ed, in virtù di questo, la difesa di don Seppia ha chiesto il trasferimento del proprio assistito in una comunità in cui possa essere curato e riabilitato; il sacerdote sembra aver anche manifestato pentimento per il proprio comportamento indecoroso e amorale, probabilmente dovuto all'uso della cocaina.

lunedì 13 giugno 2011

GF, Andrea e Margherita: cresce la passione

Procede a vele spiegate la storia d'amore nata nella "casa più spiata d'Italia" - cioè quella del Grande Fratello - tra il modello italo-giapponese Andrea Cocco e la speaker varesina Margherita Zanatta.
La loro vita da fidanzati è al massimo della sintonia, della complicità... sotto tutti i punti di vista!
I due innamorati fanno la spola tra Milano e Roma e si sono integrati alla perfezione l'uno nella famiglia dell'altra e sono stati entrambi accolti a braccia aperte!
Inoltre, hanno scoperto di avere anche una bella intimità e Marghe ha capito che il suo Andrea non è solo tranquillo e mogio mogio, ma che è un tipo divertente, compagnone e che ama stare in allegria; addirittura la ragazza, molto spontaneamente, ammette che Andrea all'inizio sembrava una "simpatica ameba"...!
Come se questa prima definizione non bastasse, ne elenca anche i difetti: noiosetto, permaloso; lui invece, non ha che parole buone per la sua dolce metà.
Margherita è un tipo esuberante, vivace, ma lo è in modo schietto e verace e questa cosa il ragazzo non può non apprezzarla; e anche lei riconosce nel fidanzato una dolcezza che finora non hai mai trovato in nessun ragazzo passato; infatti è sempre stata attratta da ragazzi che si facevano desiderare, che non erano troppo "generosi di attenzioni".


Non è possibile non parlare della storia - seppur breve - con Nando Colelli, una persona senza dubbio molto diversa da Andrea, che però attrasse Marghe per la propria semplicità e genuinità.
Eppure, nonostante entrambi venissero da rapporti intensi, hanno saputo e voluto gettarsi alle spalle il passato e anzi, le delusioni avute hanno "ucciso" i sentimenti che provavano per i loro fidanzati, facendo sì che si buttassero a capofitto in questa nuova storia d'amore che, a dispetto di chi la definiva solo una mera "strategia di gioco", sta invece proseguendo alla grande e si parla anche di "mettere su famiglia".


Non ci resta che fare loro tanti auguri!!

domenica 12 giugno 2011

L’amico che osa pregare!





“E vennero a lui alcuni con un paralitico portato da quattro uomini. Non potendo farlo giungere fino a lui a causa della folla, scoperchiarono il tetto dalla parte dov'era Gesù; e, fattavi un'apertura, calarono il lettuccio sul quale giaceva il paralitico.Gesù, veduta la loro fede, disse al paralitico: «Figliolo, i tuoi peccati ti sono perdonati.»”        (Marco 2:3-5)


Quattro uomini arrivarono davanti alla casa, portavano un uomo paralizzato su una barella di tela. Non si poteva avvicinare a Gesù per via della folla, così scavano nel tetto di argilla proprio sopra stava quest’ultimo, e attraverso l’apertura calarono la barella dov’era coricato il loro amico paralizzato ai piedi di Gesù.
Vedendo la loro fede, Gesù disse al paralitico: «Figliolo, i tuoi peccati ti sono perdonati». La parola preghiera non compare neanche una volta in questo racconto. Ma guardatelo un poco più da vicino e la vedrete in azione: quattro uomini calano il loro amico malato attraverso il tetto fino alla presenza di Gesù. 
Smette di predicare, guarda l’uomo e dice «Figliolo, i tuoi peccati ti sono perdonati»!
Che cosa ha colpito Gesù?
Marco ci dà la risposta: «veduta la loro fede…» La fede dei quattro amici ha fatto scattare la potenza di Cristo a vantaggio del loro amico.
Considera che quest’ultimo era incapace di fare il minimo movimento, che non beneficiava di nessun trattamento medico, che non gli era fornita nessuna spiegazione clinica, e che non aveva nessuna speranza di guarigione. Tutto ciò di cui disponeva, è il sostegno dei suoi quattro amici, che osarono portarlo fino alla presenza stessa di Cristo.
Il paralitico doveva avere la gola chiusa (“non mi lasciate cadere, però!”). Il padrone di casa stava gemendo (scoperchiargli il tetto era un’iniziativa decisamente poco amichevole!). In quanto a Cristo, si accontenta di sorridere! La loro fede Gli permetteva di dimostrare la Sua potenza. Guarisce l’uomo. Il paralitico lascia la casa con l’anima purificata e il corpo guarito!
Gli amici fedeli portano coloro che amano, grazie alla preghiera, fino alla presenza di Dio.
E allora Dio agisce! Come?  Quando?
I quattro uomini non lo sapevano. E non lo sappiamo neanche noi, però sappiamo questo:«La preghiera del giusto ha una grande efficacia.» Sii dunque questo tipo di amico. Porta in 
preghiera le persone che ami in presenza di Gesù, poi osserva quello che succederà!

tratto da:

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