mercoledì 6 settembre 2017

Recensioni film: GENERAZIONE PERDUTA // IL PADRE D'ITALIA // PAROLA DI DIO




Qualche film visto di recente da condividere con voi lettori?
Eccoli qui: tre generi che più lontani non potrebbero essere, dall'epico e drammatico "Generazione perduta" al discusso "Parola di Dio" passando per il più intimistico "Il padre d'Italia".


GENERAZIONE PERDUTA


2014
E' un film di genere biografico del 2014, tratto dal best-seller "Testament of Youth" e diretto da James Kent, con Alicia Vikander nei panni della protagonista Vera Brittain.

Siamo alla vigilia della Prima Guerra Mondiale. Vera è una ragazza dalla personalità incontenibile, dalla grande vivacità intellettuale e con una grande passione per la scrittura; è appassionata ed anticonformista, pronta a sfidare i pregiudizi della famiglia e della città natale per ottenere una borsa di studio a Oxford, cosa inusuale per i suoi tempi, in cui ci aspetta che le signorine di buona famiglia pensino ad accalappiare un bravo ragazzo e a contrarre un buon matrimonio.
Ma Vera non ci pensa proprio! Lei ama studiare, scrivere poesie ed infatti ambisce a diventare scrittrice, studiando nella prestigiosa Oxford insieme all'amato fratello Edward, il quale, intanto che l'anno accademico ancora non inizia, si diverte a trascorrere il tempo con la sorellina e gli amici di sempre, tra cui Viktor e successivamente Roland.
I due giovanotti provano un certo interesse per Vera, ma sarà Roland - anch'egli appassionato di poesia e letteratura - a conquistarla.
Purtroppo i bei sogni letterari e d'amore di Vera e Roland sono costretti a subire un arresto con l'avvicinarsi della guerra, che inevitabilmente cambia ogni cosa e scombina la quotidianità di milioni di persone. 

E mentre i ragazzi decidono di arruolarsi e partire per il fronte, Vera si rende conto di non poter rimanere a guardare e decide di dare il proprio contributo alla causa come infermiera volontaria. 
Sarà un periodo davvero difficilissimo - per lei come per tutti, in quegli anni terribili -, in cui Vera affronterà la drammaticità e la crudeltà di un conflitto che genera sofferenze, ferite, traumi, morte, desolazione, odio... e dovrà fare i conti anche con perdite personali che segneranno il suo cuore, arrecandole molto dolore, cosa che però non le impedirà di continuare a lavorare instancabilmente, prestando aiuto anche ai feriti "nemici" quando ne avrà modo.

A guerra finita, con tutti i sogni infranti, suoi e della generazione perduta cui appartiene, Vera tornerà di nuovo ad Oxford profondamente cambiata e determinata a lottare per  un mondo in cui una tale guerra non potrà mai più verificarsi.
Un mondo in cui non ci sono nemici da ammazzare, ma una pace da perseguire per il bene di tutti.

Come già ho avuto modo di precisare nella recensione del libro (QUI), la biografia di Vera, per quanto interessante e ricca di dettagli, in alcuni passaggi (e non pochi) mi aveva coinvolta poco emotivamente, pur narrando di fatti assolutamente drammatici e reali.

Devo dire che il film ha saputo rendere in modo efficace tutto il dramma personale e umano di Vera, che diventa un po' il simbolo di una generazione intera, le cui esistenze - insieme alle ambizioni, ai sogni, ai desideri individuali... - sono state spezzate dal conflitto mondiale.
La Vikander conferisce alla protagonista la vivacità e la determinazione che le sono proprie: nella prima parte del film ce ne restituisce l'ardore, l'atteggiamento anche un po' ribelle verso la famiglia (che sembra non voler accettare le sue inclinazioni), la freschezza e le giovanili titubanze di fronte ai sentimenti che sente affiorare per il bel Roland.
Via via, però, Vera è costretta a fare i conti con la realtà della guerra e il suo carattere forte e caparbio le saranno di grande aiuto per superare lutti e tragedie; anche in questa seconda parte Alicia ci rapisce con la sua interpretazione, misurata ma allo stesso tempo efficace e sentita, di una Vera sempre più matura, che accetta, con dignitoso dolore, ciò che purtroppo la guerra le toglie senza però venir meno ai propri doveri, che le saranno ancora più chiari quando tutto sarà finito e lei capirà di dover combattere per i valori in cui crede.

Molto bello, intenso, lungo sì, ma io non mi sono stancata nel guardarlo, pur sapendo già cosa mi aspettasse. E' uno di quei casi in cui il film può essere più piacevole del libro, che comunque merita in quanto è la testimonianza vera e dolorosa di una giovane che ha vissuto un periodo storico difficile.



Secondo film, che affronta con delicatezza tematiche attualissime, come la genitorialità, l'omosessualità, la precarietà della vita, il sentimento profondo e speciale che unisce due persone diverse eppure tanto affini:

martedì 5 settembre 2017

Segnalazione editoriale: "Ultima birra al Curlies bar" di Armando Bonato Casolaro




Cari lettori, oggi torno con voi per presentarvi un romanzo coinvolgente e particolare che gioca con la bellezza delle atmosfere e la profondità dei personaggi.


Ultima birra al Curlies bar
di Armando Bonato Casolaro


Historica Edizioni
Uscita:  maggio 2017
Pagine: 270;
€ 17,00
Gabriel Estevan è un uomo dal fascino un po' noncurante, di chi sembra mai del tutto presente, mai del tutto a suo agio in questo mondo. Ma è soprattutto uno stimato direttore d'orchestra che nel giorno del suo quarantaduesimo compleanno lascia improvvisamente il suo lavoro. 
Muovendosi all'interno di un mondo che, benché affascinante, non gli appartiene, fatto di sfarzo e donne bellissime ma anche di sotterfugi e corruzione, Gabriel si troverà a gestire, anche suo malgrado, una serie di eventi che provengono dal passato e che lo porteranno fino in India, alla ricerca di un amico scomparso. 
Un pressante commissario di polizia, un padre domenicano, una ballerina francese, un amico sassofonista, una giornalista, sono solo alcuni dei personaggi che contribuiranno a rendere intrigante la vicenda, arricchita da concerti in cui spiccano le arie più famose della musica classica sulle note di Wagner, Debussy e Ravel.

L'autore.
Armando Bonato Casolaro è nato a Milano e risiede in Veneto, nel borgo medievale di Asolo. Ha lavorato come consulente, per venticinque anni, nel settore moda e design. Nel 1994 ha lavorato, in qualità di correttore di bozze, al quotidiano La Voce di Indro Montanelli, fino alla sua chiusura. Attualmente è giornalista free-lance. Scrive per la testata NotizieNazionali.net, in particolare segue la rubrica Stylefashion.net, e collabora con altre testate on-line.
L’India, che ha visitato parecchie volte, è il paese che ha cercato di raccontare al meglio nella sua opera prima: Viaggio con Jahan (2008). In seguito New York, Boston, Bali, Tokyo e il Madagascar sono i luoghi dai quali ha tratto l’ispirazione per il romanzo Tre chicchi di caffè (2010) e del suo sequel intitolato La giacca mmetica (2013). È poi nata l’idea di una trilogia chiusa, idealmente, con la pubblicazione di Una vita un incontro (2015). Tutti editi da Aurelia Edizioni.
Si è classificato primo al “Premio Caterina Martinelli-Colli Aniene-Roma 2014” con il romanzo Tre chicchi di caffè, aggiudicandosi anche, per lo stesso romanzo, la Medaglia della Camera dei Deputati e Premio speciale della Presidenza al premio “Un libro amico per l’inverno”. Primo classificato al concorso “Pagine & Caffè” 2016 per la sezione racconti inediti, con il racconto Il talento.
Ultima birra al Curlies bar (Historica Edizioni) è il suo ultimo romanzo.

lunedì 4 settembre 2017

Le cover di oggi


Ogni tanto mi capita di notare qualche cover carina, solo che non sempre mi segno il titolo o salvo l'immagine, quindi alcune "me le perdo" 😕
Queste tre si sono salvate dall'oblio.

La prima mi piace per il soggetto in primo piano,
La seconda non so... mi dà l'idea del sogno, del fantastico,
E la terza ha gli splendidi e caldi colori autunnali che amo 😍

VOI CHE NE PENSATE? 😊

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domenica 3 settembre 2017

Dal libro al film: "Le nostre anime di notte" - dal 29 settembre su Netflix



Ultimamente sento parlare molto dello scrittore Kent Haruf e dei suoi romanzi, tra cui "Le nostre anime di notte", che è diventato un film di genere drammatico, sentimentale, diretto da Ritesh Batra, che vede nel casto Robert Redford e Jane Fonda.

Presentato Fuori Concorso (Fiction) al Festival di Venezia 2017, sarà disponibile in streaming su Netflix Italia dal 29 settembre 2017.

LINK LIBRO

Addie Moore ha una singolare proposta da fare a Louis Waters. Sono entrambi oltre l'età della pensione e vedovi da qualche tempo. Entrambi vivono in una tranquilla città del Colorado dove la cosa migliore è che tutti conoscono tutti. E la cosa peggiore è che tutti conoscono tutti.
Anche se sono vicini di casa da molto tempo, la loro conoscenza è poco più che casuale, finché un giorno Addie propone a Louis di dormire insieme, solo per farsi compagnia, per avere qualcuno con cui parlare al buio, per sentire la presenza di un’altra anima accanto a sé, per favorire il sonno.
Quando Louis acconsente, Addie è allo stesso tempo sorpresa e felice. Nella penombra della notte riportano alla luce storie rimaste a lungo sepolte, che si raccontano a vicenda.
E' solo confessandosi il proprio passato che possono liberarsi del senso di colpa per le occasioni perdute – parole ed emozioni pensate ma mai espresse – e superare il devastante effetto che la mancanza d'amore può avere sulla vita, arrivando a provare l'effetto positivo che la riscoperta dell'amore può avere sull'ultimo capitolo dell'esistenza.

AVETE LETTO IL LIBRO?
VI INTERESSEREBBE GUARDARE IL FILM?

sabato 2 settembre 2017

Metti una sera in libreria con... Roberto Emanuelli




Carissimi, ad inizio settimana sono stata alla presentazione di un romanzo nella libreria della mia città; il libro in questione è "E allora baciami"di Roberto Emanuelli, che si è dimostrato una persona affabile, simpatica, ultra disponibile, pronta a scherzare con noi lettori presenti, oltre che a mostrare una grande sensibilità, requisito - a mio avviso - indispensabile quando si vuol parlare di sentimenti in modo franco e schietto, non retorico.



E di sentimenti è sicuramente ricco questo secondo romanzo dell'Autore, che ha dichiarato esplicitamente che "E allora baciami" è un romanzo d'amore e c'è poco da "vergognarsi" a dirlo, come se la categoria "romanzi d'amore/ libri romantici" fosse meno importante e meno dignitosa.

Personalmente non ho ancora letto il libro, ma conto di farlo nelle prossime settimane.

Vi lascio la sinossi e successivamente condivido con voi due autori (e due loro rispettivi libri) che sono tra i preferiti di Roberto.


E ALLORA BACIAMI
di Roberto Emanuelli


Ed. Rizzoli
308 pp
17.50 euro






L’amore, quello vero, quando arriva te ne accorgi. Ti prende dritto al cuore e alla testa, e a quel punto è già troppo tardi: il tempo, la distanza, le tempeste piccole e grandi, non c’è più niente che possa fermarlo. Ed è impossibile da dimenticare. 
Lo sa bene Leonardo, che l’ha sentito bruciare sulla pelle e ancora non riesce a liberarsi dai ricordi. 
Da quando Angela se n’è andata ha avuto tante donne, ma nessuna può sperare di prendere il suo posto. 
L’amore, adesso, Leonardo lo cerca nelle cose semplici: nei sorrisi soddisfatti dei clienti quando ripara le loro auto; nella musica che ascolta sulla sua Duetto d’epoca o nelle serate con gli amici di una vita.
E poi c’è Laura, la figlia di diciassette anni, sempre più bella, ma anche terribilmente distante. 
Lei l’amore lo impara su internet, nelle parole di blogger che sanno sfiorarle il cuore come quel padre così silenzioso non potrebbe mai fare. Se sua mamma è fuggita, si dice, un motivo ci sarà pure. 
Già, ma quale? E come scoprirlo? 
La risposta gliela porterà il destino, al termine di un viaggio sorprendente, che per lei significherà trovare il coraggio di amare, per Leonardo la forza di ricominciare a farlo. 
Perché anche il più piccolo gesto d’amore è un miracolo, ma quel miracolo bisogna desiderarlo insieme.

L'autore.
Roberto Emanuelli è nato a Roma, dove vive e lavora. Ha esordito con Davanti agli occhi (2016), un piccolo caso editoriale intorno al quale è nata un’appassionata comunità di lettori sui social. Ogni giorno le sue parole sono condivise da migliaia di follower
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Come dicevo qualche riga più su, è stato chiesto al giovane scrittore romano se ci sono autori ai quali in qualche modo egli si ispira, e la risposta è stata che uno dei suoi scrittori preferiti è Nick Hornby, di cui ha menzionato "Alta fedeltà"; ha aggiunto anche "Pastorale Americana" tra i romanzi che ha più amato.

Entrambi questi titoli mi sono noti solo "di nome" e sono presenti nella mia wishlist chissà da quanto tempo; non li ho ancora recuperati ma le parole di Roberto hanno fatto riemergere la voglia di leggerli.



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ALTA FEDELTA' 


di Nick Hornby
Si può dividere l’esistenza con qualcuno che ha una collezione di dischi incompatibile con la propria? Si possono avere dei gusti terribili e allo stesso tempo essere una persona degna di essere frequentata?
Le canzoni tristi rischiano o no di mettervi sottosopra la vita, se le ascoltate a ripetizione? In una Londra irrequieta e vibrante, le avventure, gli amori, la passione per la musica, i sogni e le disillusioni di una generazione di trentenni piena di voglia di vivere.
Commovente, scanzonato, amaro ma anche molto divertente, Alta fedeltà è il libro culto della narrativa inglese, pubblicato nel 1995 e diventato un grande successo internazionale.




PASTORALE AMERICANA
di Philip Roth


Seymour Levov è un ricco americano di successo: al liceo lo chiamano "lo Svedese". Ciò che pare attenderlo negli anni Cinquanta è una vita di successi professionali e gioie familiari.
Finché le contraddizioni del conflitto in Vietnam non coinvolgono anche lui e l'adorata figlia Merry, decisa a portare la guerra in casa, letteralmente.
Un libro sull'amore e sull'odio per l'America, sul desiderio di appartenere a un sogno di pace, prosperità e ordine, sul rifiuto dell'ipocrisia e della falsità celate in quello stesso sogno.

Recensione: LO STRANO VIAGGIO DI UN OGGETTO SMARRITO di Salvatore Basile



Due anime in cerca di amore, ognuna con le proprie solitudini, le proprie fragilità, alla ricerca del proprio cuore smarrito, bisognoso di tenerezza e nuovi, luminosi colori.


LO STRANO VIAGGIO DI UN OGGETTO SMARRITO
di Salvatore Basile



Ed. Garzanti

È un giorno come tanti e il piccolo Michele, di sette anni, è appena tornato da scuola e corre dalla sua mamma; ma quando apre la porta della sua casa, nella piccola stazione di Miniera di Mare, trova sua madre con una valigia aperta e, tra le mani, il diario segreto di Michele, un quaderno rosso con la copertina un po’ rovinata; la donna, con i suoi occhi tristi, chiede al bimbo di poter tenere con sé il diario, con la promessa di ridarglielo un giorno.
Michele capisce che la mamma sta per andar via, senza di lui... ed infatti trascorrono più di venti anni e la donna non è ancora tornata. Lo farà mai?
Ormai Michele è cresciuto, è un giovanotto quasi trentenne e vive ancora nella piccola casa dentro la stazione ferroviaria; il taciturno e solitario padre è morto, e lui è solo.
Con addosso la divisa di capostazione di suo padre (da cui ha “ereditato” il lavoro), Michele fa il custode di quell’unico interregionale che ogni giorno fa su e giù: lo tiene pulito e con cura meticolosa attraversa tutti i vagoni raccattando non solo i rifiuti e la spazzatura lasciati dai viaggiatori quotidiani, ma anche oggetti che essi smarriscono e lasciano in treno.
Michele è un ragazzo che sembra vivere fuori dalla realtà odierna, come se stesse in un mondo tutto suo, ed in effetti è così: vive all’interno della stazione e non è mai uscito da essa e dai suoi confini; tutto ha inizio e ha fine lì, dov’è nato e cresciuto; a fargli compagnia ci sono il suo lavoro - fatto di facce estranee che vanno e vengono e tra le quali forse ancora spera di scorgere il volto amato della madre sparita nel nulla anni prima - e quegli oggetti, di ogni formato, tipo, colore…, che egli raccoglie dai vagoni e porta a casa propria; ha dedicato ad essi anche un angolo della casa in cui i suoi oggetti smarriti sono in bella mostra e lo guardano, regalandogli a modo loro compagnia: del resto, quegli oggetti sono per lui la sua famiglia, e loro non lo lasceranno mai, a differenza a differenza di sua madre.
Un giorno, sul treno, Michele trova una bambolina, che ovviamente porta via con sé; ma quella sera stessa accade una cosa mai successa prima: il proprietario dell’oggetto smarrito va a reclamarlo!
Michele si ritrova così davanti una ragazza, carina e solare, di nome Elena, che gli chiede se per caso, sul treno, non ha trovato la sua bambolina Milù; Michele è pronto a ridargliela ma Elena sembra non volersene andare dalla casa di questo ragazzo silenzioso e timidissimo; forse perchè un uragano come lei, che è allegra e sensibile allo stesso tempo, intuisce che quel tipo dallo sguardo colmo di sincera meraviglia è speciale ma anche tanto solo, e lei, Elena, è la gioia in persona e desidera portare il suo raggio di luce anche nella vita dell’imbarazzato Michele.

Ma le sorprese non sono finite perché un altro oggetto smarrito porterà una ventata di novità, e di timori, nelle giornate spente del ragazzo: incastrato tra due sedili egli ritrova il proprio diario, quello con la copertina rossa! Com’è possibile, chi l’ha messo lì e quando? L’unica persona è sua madre…: questo vuol dire che era su quel treno nei giorni scorsi? Quel diario è un messaggio per lui? Sua madre non ha smesso di pensarlo, non s’è dimenticata del suo Michele e forse vuol mettersi in contatto col figlio?

Michele viene preso da una vertigine che gli fa girare la testa e battere forte il cuore: sua madre non è più solo un ricordo lontano, un volto caro e amato del passato, ma diventa di nuovo una presenza concreta, raggiungibile.
Ad aiutarlo a cercare sua madre c’è Elena, questa ragazza folle e imprevedibile come la vita, che lo spinge a salire su quel treno e ad andare a cercare la verità, visitando le varie cittadine nelle quali si ferma quel treno e a chiedere in giro se qualcuno ha mai incontrato la sua mamma (ritratta in una foto scattata venti anni prima).

Michele è abituato a restare al chiuso e al sicuro entro le quattro mura di casa, avvezzo solo ai fischi e ai rumori della stazione, con gli occhi fissi su quei binari che gli hanno portato via la persona più importante della sua vita.
Michele ha paura di uscire dal proprio guscio perché teme le delusioni, le promesse infrante; per quanto la sua vita sia grigia e solitaria, ha comunque raggiunto un proprio equilibrio, fatto del proprio lavoro monotono ma rassicurante, e dei propri pasti a base di stracciatella all’uovo.
L’arrivo di Elena, esuberante, piena di vitalità, un fiume in piena che quando comincia a parlare non la fermi più, lo sconvolge:

“… tutti gli oggetti dei quali si era circondato non erano altro che sigilli apposti sopra serrature della vita che, una volta aperte, avrebbero dato accesso al dolore; piccole barricate che lui stesso aveva eretto intorno alla sua solitudine per renderla sopportabile e, quindi, più sicura, E ora tutto questo rischiava di lasciato di nuovo senza difese, come quando era bambino. Perché l’amore fa sperare. E la speranza, come diceva suo padre, rende deboli, vulnerabili”.

Elena, che pure ha il suo carico di personale ed intimo dolore chiuso nel cuore, porta nella vita dell’apatico e triste Michele, colore, vita, speranza, nuove possibilità di guardare il mondo, gli altri e se stesso.

Uscire dalla stazione significa per lui aprirsi al mondo, cominciare a conoscerlo, e per farlo deve oltrepassare il cancello (fisicamente, ma soprattutto dal punto di vista mentale, emotivo) per appropriarsi finalmente della propria esistenza, senza più trascinarla lungo solchi di dolore vissuto da solo, autocommiserandosi nella propria solitudine ma avendo il coraggio di varcare nuovi orizzonti, aprire nuove porte, conoscere persone nuove, lasciarsi andare alle emozioni, farsi illuminare da nuovi e più brillanti colori, vincendo la paura di essere deluso, tradito…

Del resto, le delusioni possono esserci, perché la vita è imprevedibile, è fatta di alti e bassi e ognuno di noi deve fare ogni giorno la scelta di affrontare ciò che arriva con coraggio, facendosi guidare dalla speranza, dall’amore, dalla bellezza che ancora c’è da scoprire tra le strade di questo mondo pieno di oggetti smarriti. 
E il primo “oggetto smarrito” di cui Michele deve riappropriarsi è se stesso, il proprio cuore e i desideri racchiusi in esso: desiderio di amare ed essere amato, di sentirsi protetto ma anche di proteggere, di dare e ricevere.

Il viaggio di Michele, supportato da Elena, sarà un viaggio anzitutto verso il proprio interiore, per capire e individuare i propri limiti e cercare di superarli, ma gli permetterà anche di unire il passato (attraverso la figura materna) col presente e il futuro, perché regalerà a uno spaesato e stupito Michele nuovi affetti, che non sapeva neppure esistessero.

“Lo strano viaggio di un oggetto smarrito” è un romanzo bellissimo, perché commuove ed entra nel cuore del lettore, scaldandolo; è una favola dolce e ricca di emozioni, in cui il protagonista più che un bel principe senza paura ci appare come un viandante impaurito che però, a modo suo, saprà mettersi alla ricerca di risposte che plachino i suoi tormenti; è vero, non sempre le risposte che la vita ci dà son quelle che vorremmo, ma non serve abbattersi, chiudersi in se stessi perché solo se ci muoviamo, se decidiamo di non arenarci nelle nostre paure ma di inseguire sogni e speranze, sarà possibile scoprire che qualcosa di bello è in serbo anche per noi.

È facile smarrirsi per le vie di un mondo e di un’esistenza costellate di ostacoli, di deviazioni, di amarezze, di abbandoni, di imprevisti dolorosi, ma forse ci sono momenti della vita in cui perdersi diventa necessario perché solo così possiamo afferrare l’opportunità di ritrovarci, di metterci alla prova, accettare nuove sfide, lasciandoci alle spalle quelle zavorre che rendono lento il nostro cammino.
Una narrazione intensa e ricca di passaggi molto belli che, attraverso un ritmo calmo, - come lo è il protagonista, un trentenne dall’aria ingenuamente distratta, trasognata, di chi vive in uno spazio-tempo tutto suo -, un’atmosfera fatta di tenerezza, ci racconta una storia dolce e positiva, illuminata dalla magia della speranza e dell’amore, i cui colori gettano luce sui passi di Michele e di coloro che, nel corso di questo viaggio, lo affiancheranno lungo il cammino.
Consigliato, davvero un libro molto bello, che regala tante emozioni. 

venerdì 1 settembre 2017

Bilancio di letture + Reading Challenge (Agosto 2017)



E con l'arrivo di settembre - mese che amo non solo perchè festeggio il mio compleanno, ma anche perchè entra l'Autunno, la mia stagione preferita - possiamo praticamente dire "definitivamente arrivederci" all'estate, anche se il caldo in realtà continua a farci la sua "calorosa compagnia".

In questo primo giorno del nuovo mese non può mancare il mio personale monthly recap e l'aggiornamento della Reading Challenge.


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  • Obiettivo n.2 -  Un libro il cui titolo sia formato da 9 lettere (una o più parole): MINCHIATE di F. De Sanctis (RECENSIONE). Un noir intricato, con uno sviluppo delle vicende molto interessante, che ruota attorno a due personaggi particolari: un truffatore che manipola i pensieri altrui e un serial killer amante delle… Minchiate (con la M maiuscola)!
  • Obiettivo n.4 - Una favola/fiaba (per tornare bambini): LA BELLA E LA BESTIA di J. Leprince de Beaumont (RECENSIONE). Una fiaba senza tempo, in cui la bontà, la nobiltà d'animo e il coraggio di amare senza fermarsi alle apparenze si rivelano l'unica strada verso la vera felicità.
  • Obiettivo n.9 - Un libro che parli di alta montagna: LE OTTO MONTAGNE di P. Cognetti (RECENSIONE). Vincitore dell'ultima edizione del Premio Strega, "Le otto montagne" di Paolo Cognetti sa richiamare tutta l'attenzione del lettore per la sua intensità, nella scrittura come nella genuinità dei sentimenti raccontati e che legano due amici, le cui esistenze sono ineluttabilmente non soltanto vincolate tra loro ma ancor di più con quel luogo straordinario e pieno di fascino che è la montagna
  • Obiettivo n.13 -Un libro sulla filosofia orientale "La vita è semplicissima" di Osho (RECENSIONE): breve scritto, tratto da “Una risata vi risveglierà” e pubblicato da Feltrinelli, in cui il noto mistico indiano Osho elargisce consigli su come semplificare la vita di ogni giorno, caratterizzata da problemi, angosce e preoccupazioni, che sia sul lavoro, nelle relazioni umane o di salute.


Altre recensioni del mese:

  • VARESE NON AVER PAURA di Laura Veroni (RECENSIONE). Un noir che sin dalle primissime battute tiene avvinto il lettore alle vicende narrate, coinvolgendolo in un'impegnativa e delicata indagine che vede al centro delle povere ragazzine vittime di uomini depravati e un feroce assassinio; ad occuparsene è il P.M. Elena Macchi, magistrato dalla personalità forte e determinata.
  • LA BAMBOLA DEL CISTERNINO di Diego Collaveri (RECENSIONE). Una prostituta avanti negli anni e un noto imprenditore trovati assassinati a pochi giorni di distanza; due casi slegati tra loro? Ad occuparsene c'è il sanguigno e schietto commissario Mario Botteghi, con la sua eterna sigaretta in bocca, i modi di fare spesso burberi, i suoi personali demoni sempre pronti a riempire la sua solitudine e il suo intuito che non sbaglia un colpo.
  • NATI IN VIA MADRE DI DIO di Alessio Piras (RECENSIONE). Il commissario Pagani torna con una nuova indagine per omicidio; ad aiutarlo a sciogliere dubbi e nodi c’è nuovamente l’amico filosofo, Lorenzo Marino; entrambi dovranno fare un tuffo indietro nel tempo, fermandosi agli anni difficili della guerra, perché è lì che si trova la chiave per risolvere il caso.
  • UNA VITA DA RIFARE di Claudio Capretti (RECENSIONE). Ognuno di noi può vivere momenti, più o meno lunghi, in cui “perde se stesso”, finendo per fare scelte sbagliate che recano conseguenze dolorose, per noi e per chi ci circonda; ma non c’è difficoltà che non possa essere affrontata e superata, non c’è tunnel dal quale non possiamo uscire perché in ciascuno di noi sono racchiuse infinite risorse per fare della propria vita qualcosa di splendido.
  • Voci ai confini dell’anima di M. Tosti (RECENSIONE) è una raccolta di componimenti poetici, comprendenti acrostici, calligrammi, haiku, testi che sono stati anche musicati, insomma parole e versi che esprimono con intensità e sensibilità i tanti stati d'animo, i pensieri, le speranze... non solo dell'Autrice ma anche di ciascun lettore che, con animo attento, si accosti a questa bella e ricca silloge, nella quale sono anche presenti, nella sezione finale, poesie in lingua straniera (inglese, francese e spagnolo).
  • LA CASA DELLE FOGLIE ROSSE di P. Simons (RECENSIONE). Due coppie di fidanzati, quattro amici inseparabili i cui rapporti sono sporcati da troppe bugie, segreti, invidie, gelosie.La morte violenta di uno di loro darà il via ad un'indagine ricca di colpi di scena, in un clima denso di inquietanti misteri da svelare.

Tra le letture di agosto, il genere noir è quello che mi ha fatto più compagnia, e ho apprezzato moltissimo "Varese non aver paura" e "Minchiate", ma sul podio ci va l'intrigante "La casa delle foglie rosse".


ATTUALMENTE IN LETTURA:

LO STRANO VIAGGIO DI UN OGGETTO SMARRITO di S. Basile;
E ALLORA BACIAMI di R. Emanuelli


HO IN PROGRAMMA DI LEGGERE:

LA FAMIGLIA KARNOWSKI di Singer;
LA MORBIDEZZA DEGLI SPIGOLI di K. Stuart
... e sicuramente altro ^_^


Per quanto concerne i film, di rilevante ho visto:

  • IRRATIONAL MAN: una commedia tinta di nero del maestro Woody Allen, che ho trovato piacevole;
  • ZETA di  Cosimo Alemà, con Diego Germini, Irene Vetere e Salvatore Esposito, quest'ultimo negli inediti panni di un rapper; è la storia di un giovanissimo aspirante rapper, Alex, che desidera lasciarsi alle spalle l'esistenza grigia che lo aspetterebbe se restasse nella periferia romana in cui è nato e cresciuto. Lui desidera farsi un nome nel mondo del rap; incontrerà diverse persone, tra rapper e agenti, che sembreranno puntare su di lui e promettergli soldi e successo, ma questo mondo può essere ricco di sorprese, e non sempre tutte positive. Non solo, ma Alex deve stare attento a non farsi abbagliare dalle luci di un successo che come arriva, così altrettanto velocemente può andarsene e lasciarti solo, col rischio di perdere di vista le cose e le persone che davvero contano nella vita. Carino, per quanto il rap, l'hip hop e questo genere qua non lo ami affatto; nel film compaiono diversi rapper italiani famosi, da Fedez a J-Ax, fino al più recente Briga. 



E VOI? COME SONO STATE LE VOSTRE LETTURE DEL MESE SCORSO?
QUALE LIBRO VI HA COLPITO MAGGIORMENTE?

giovedì 31 agosto 2017

Recensione: "La vita è semplicissima" di Osho (RC2017)



Un breve scritto, tratto da “Una risata vi risveglierà” e pubblicato da Feltrinelli, in cui il noto mistico indiano Osho elargisce consigli su come semplificare la vita di ogni giorno, caratterizzata da problemi, angosce e preoccupazioni, che sia sul lavoro, nelle relazioni umane o di salute.


LA VITA E' SEMPLICISSIMA
di Osho


Ed. Feltrinelli
Eh sì, la vita sa essere davvero complicata!
Quante volte ci sarà capitato di pronunciare o ascoltare una frase come questa?

Ma è poi realmente così? La vita è davvero così complessa e difficile o siamo noi la rendiamo tale?
Osho ne è convinto: la vita è semplicissima. Basta imparare cosa vuol dire vivere davvero, quali sono le cose importanti e quali possiamo trascurare, perché ‟la consapevolezza è beatitudine, l’inconsapevolezza è infelicità”.

Nel parlare dell'esperienza dell'illuminazione. Osho tenta di rispondere alla domanda: cos'è l'illuminazione?
La domanda sorge spontanea, ma la risposta un po' meno.
E' difficile descriverla, renderla in parole perchè nel momento stesso in cui si prova a spiegarla per renderla comprensibile, la si svilisce.
E' come quando si vuol tradurre qualcosa, ad es. una poesia, dalla lingua originale in cui è stata scritta, ad un'altra; per quanto si possano cercare le parole e le espressioni più adatte e vicine, non sarà mai la stessa cosa ed il significato intimo e più vero della poesia non verrà reso alla perfezione.

Ma più che parlare di illuminazione, Osho si sofferma sulla felicità, che è ciò che più preme ad ogni essere umano.

Secondo lui, non bisogna cercare la felicità attraverso la religione, perchè:


"La religione non è uno sforzo, è una consapevolezza. Non è una pratica, è presenza attenta e consapevole. Non è qualcosa di coltivato, non la puoi coltivare".

L'uomo non deve sforzarsi quindi di essere religioso nel senso di legato a regole e divieti che finiscono per reprimerlo e renderlo insoddisfatto, bensì deve sviluppare un atteggiamento meditativo, dev'essere pronto a cambiare modo di essere e pensare e agire in base ai tempi che vive e alla realtà

"Il bene più grande che si possa fare è essere consapevoli; poiché ogni altro bene scaturisce da questo. Essere consapevoli è la fonte di ogni bontà, di ogni virtù."

Osho sottolinea come non si potrà mai essere felici se non si è consci delle proprie responsabilità; se sono infelice, non serve dar la colpa a ciò che mi circonda, ma bisogna partire sempre da se stessi
Non c'è da scegliere tra l'amore e la meditazione, entrambe sono giuste e portano alla stessa meta, sono soli percorsi diversi e ciascun uomo o donna deve chiarire dentro di sè quale via le è più congeniale.

La felicità, inoltre, è diversa dal piacere; quest'ultimo ha il potere di far dimenticare temporaneamente l'infelicità, ma non rende felici davvero.

E via a riflessioni di questo passo...

Che posso aggiungere?
Il libriccino è alquanto breve ma grossomodo dà un'idea del pensiero di Osho, le cui idee, meditazioni, discorsi spirituali... hanno influenzato molti e ancora oggi tante sue frasi son diventate aforismi molto citati, tipo slogan:


E' tempo che tu smetta di cercare fuori di te, tutto quello che a tuo avviso potrebbe renderti felice. Guarda in te, torna a casa.
Vivi momento per momento, muori al passato, non proiettare alcun futuro... godi il silenzio, la gioia, la bellezza di questo momento.

Per quanto mi riguarda, ho letto questo testo per la Reading Challenge, perchè di mio sono poco orientata verso la filosofia orientale, la meditazione zen e queste cose qui, e se mi ritrovo a leggere qualcosa è solo per curiosità e perchè mi piace informarmi e non avere pregiudizi, ma in generale non ricerco testi sull'argomento.
Credo che la motivazione stia nel fatto che sono una cristiana convinta e gli insegnamenti cui attingo per la vita di ogni giorno sono quelli evangelici.

Non nego che alcuni pensieri di Osho possano essere condivisibili, come ad es. l'importanza della responsabilità personale, la consapevolezza di se stessi, presupposto fondamentale per poter vivere una vita che miri alla felicità; però per il resto, ammetto che per lo più si tratta di discorsi solo piacevoli da leggere, interessanti, che magari offrono spunti di riflessione ecc..., ma che non mi lasciano granchè, interiormente.
Forse perchè c'è troppa filosofia, perchè si parla di karma, nirvana, illuminazione..., tutti concetti che non condivido assolutamente.

Se vi piace la filosofia orientale e "la saggezza" di Osho in particolare, probabilmente apprezzerete più di me questo breve scritto del filosofo indiano.


Obiettivo n.13 -Un libro sulla filosofia orientale

Recensione: LA CASA DELLE FOGLIE ROSSE di Paullina Simons



Due coppie di fidanzati, quattro amici inseparabili i cui rapporti sono sporcati da troppe bugie, segreti, invidie, gelosie.
La morte violenta di uno di loro darà il via ad un'indagine ricca di colpi di scena, in un clima denso di inquietanti misteri da svelare.



LA CASA DELLE FOGLIE ROSSE
di Paullina Simons



Ed. Harper Collins
trad. R. Zuppet
LINK AMAZON
E' un gelido e nevoso mese di novembre del 1993 e Kristina Kim sta per compiere 21 anni; è una studentessa del Dartmouth College (New Hampshire) ed è un vero asso nel basket: agile, atletica, intelligente, bellissima, solare, Krissy è quella che si può tranquillamente definire "la ragazza più popolare della scuola".
Inoltre, è anche una persona sensibile, visto il suo lavoro part-time presso la Red Leaves House, una struttura che ospita e da sostegno a giovani donne incinte e sole.

E' fidanzata con il ben Jim Shaw, anche se la loro relazione registra "alti e bassi"; i due sono amici inseparabili di Connie Tobias e il suo ragazzo Albert Maplethorpe, e i quattro sono sempre insieme fin dal primo anno di università: vivono, studiano, giocano a carte e fanno sport insieme, legati da un'amicizia totalizzante che negli ultimi tempi però inizia a dare segni di cedimento. 

Da subito intuiamo che Kristina e Albert "non la raccontano giusta" e che tra loro c'è un rapporto che va al di là dell'amicizia, e che chiaramente è vissuto all'oscuro dei rispettivi fidanzati, Jim e Connie.
I quali però non riescono a nascondere atteggiamenti ostili ed infastiditi, come se stessero subodorando che qualcosa non va...

Si avvicina il giorno del Ringraziamento e gli studenti stanno per lasciare per qualche giorno l'istituto per passare le vacanze con le famiglie; Kristina, invece, non ha una famiglia che l'aspetta...: la sua amata nonna è morta di recente, suo padre anche (ormai da diversi anni) e la mamma..., beh... lei è come se non ci fosse.
Certo, in realtà c'è una persona nell'esistenza di Kristina, di cui gli amici sembrano non essere informati: un marito, tale Howard, da cui però la giovane sta per divorziare...

Per darsi un tono e scacciare la tristezza e l'opprimente senso di solitudine che pervade la sua esistenza,  la bella Kristina decide di farsi un bel regalo: un paio di stivali neri, laccati, di cuoio, eleganti; mentre, impaziente, è intenta a infilarseli per strada, viene avvicinata da un bel giovanotto, che si presenta come Spencer Patrick O'Malley; i tra i due scatta un'inaspettata sintonia e, in seguito ad una circostanza non proprio lieta, i due si incontreranno ancora un'altra volta, promettendo di rivedersi dopo le festività.

Ma l'appuntamento sarà annullato a motivo di una improvvisa tragedia: il corpo di Kristina viene trovato nudo e semisepolto dalla neve nei boschi che circondano il college e, giunto sul luogo del ritrovamento, il povero Spencer - che è un detective - deve farsi forza per accettare l'idea che quella bella ragazza, nei cui occhi si leggeva un misto di malinconia e voglia di vivere e che lui avrebbe desiderato conoscere meglio, è morta ed è rimasta sepolta sotto un bel po' di neve per più di una settimana. Il pensiero di quel giovane corpo abbandonato al freddo e al gelo lo scuote internamente, lo sconvolge e fa sì che egli prenda molto a cuore il caso, che il suo capo gli affida.

Spencer O'Malley è determinato a far luce sulle circostanze poco chiare di una morte che lo turba profondamente, e che da subito si rivela contornata da fin troppi elementi "strani". 

Com'è possibile che nessuno di quegli amici così stretti abbia denunciato la scomparsa della ragazza? 
Possibile che, di ritorno dalle vacanze, a nessuno sia venuto in mente di andare a cercare Kristina?

O'Malley è sicuro che la chiave di tutto sia lì, nei rapporti intricati e per certi versi inquietanti tra i quattro ragazzi, ed infatti inizia immediatamente a metterli sotto torchio con interrogatori minuziosi, notando di volta in volta le tre diverse reazioni dei ragazzi, ognuno dei quali pare avere un buco di qualche ora, in cui sono privi di alibi di ferro, il che rende ciascuno di essi un possibile sospettato.

Quando gli esami autoptici confermano le iniziali intuizioni e ipotesi di Spencer - Kristina non è morta accidentalmente ma è stata assassinata -, il detective capisce che per arrivare al colpevole deve indagare a fondo nelle esistenze dei sospettati e scovare nei loro sentimenti, andare oltre le reazioni ostentate - di dolore, rabbia, ostilità - e rispondere alla domanda fondamentale: chi, tra la carina e minuta Connie, il diffidente e provato fidanzato Jim e lo sfacciato e controllato Albert, poteva avere delle ragioni per desiderare la morte di Kristina?

Senza perdere di vista eventuali altre piste, Spencer si lascia guidare principalmente dal proprio sesto senso, sperando che non lo tradisca; le sue domande insistenti portano alla luce, man mano, una rete di segreti, gelosie, reticenze e mezze verità che vanno ricomposti pezzo per pezzo, come un puzzle misterioso e complesso in cui ogni rivelazione è più scioccante della precedente.

Forse l'assassina è Connie, che aveva sviluppato in tre anni gelosie e sospetti verso Kristina e il rapporto di questa con il suo Albert?
O forse è proprio Albert, il più razionale del gruppo, che sembra aver tanto da nascondere circa il suo legame con la defunta amica?
O è Jim, che potrebbe - come Connie - essersi fatto prendere dalla gelosia e dalla rabbia verso la propria fidanzata, con cui tra l'altro ultimamente non andava per niente d'accordo?

Per non dire che c'è un testimone oculare che, quella notte del 24 novembre, in cui la povera Kristina ha chiuso per sempre gli occhi, ha visto uno dei tre sulla scena del delitto...!

Le varie e infervorate conversazioni con i tre amici sembrano non portare a nulla di definitivo; ogni volta che viene fuori un particolare inquietante che potrebbe far luce su qualche elemento dell'indagine, esso si rivela poi o fuorviante o troppo debole per formulare un'accusa ben precisa.

E i tre sospettati, dal canto loro, sono dei gran bugiardi!
Ciascuno di essi racconta una versione che fa acqua, nella quale, pensa l'intuitivo e stanco Spencer, c'è qualcosa di importante che sfugge, che non torna, e che lui è deciso a scoprire.
Lo deve alla povera Krstina, così bella, intelligente, e troppo giovane per morire; e lo deve a se stesso, perchè il pensiero di lei senza vita lo perseguita, non gli da pace.

Spencer è un detective attento, scrupoloso, che segue molto le proprie intuizioni, le quali qualche volta hanno fatto cilecca; è impetuoso e forse in centrale colleghi e superiori non si fidano totalmente di lui (pur riconoscendone la bravura) perchè è un tipo volubile e dopo la morte della giovane moglie non sembra essersi ripreso al 100%, anzi è sempre stato "troppo occupato a sopravvivere per dedicarsi a vivere".
Questa indagine, invece, sembra avergli dato un motivo per cui impegnarsi, qualcosa per cui valga la pena battersi pur di giungere alla verità.

Considerazioni.

Ho letto questo romanzo con un'avidità crescente, sempre più ansiosa di andare avanti per sapere cosa è accaduto a Kristina, chi le ha fatto del male, come e perchè.
Ci si immedesima in Spencer, del quale - dalla morte d Kristina, che è la protagonista della prima parte e in qualche modo resta tale anche dopo la morte, seppure in un senso differente - seguiamo il punto di vista, immergendoci completamente nell'indagine, seguendone i pensieri, le elucubrazioni, le ipotesi, le angosce e le intuizioni, la rabbia verso quei tre ragazzetti che non si decidono a raccontare la verità. Tutta la verità, una volta per sempre.

La verità può avere più facce, e spesso le persone non sono quelle che crediamo, ma nascondono un passato, una facciata, dei segreti... che se li conoscessimo, cambierebbe la nostra opinione su di loro.
Con questi segreti, anche torbidi e oscuri, Spencer deve avere a che fare, venendo a contatto con menzogne che rivelano tutta la fragilità della natura umana.

Un romanzo claustrofobico e denso di risvolti via via più oscuri, drammatici, tra i quali anche un poliziotto intelligente come Spencer avrà difficoltà a districarsi, e pagina dopo pagina l'Autrice ci tiene col fiato sospeso, perchè sentiamo che fino alla fine non possiamo abbassare la guardia, in quanto potrebbero attenderci nuove rivelazioni.

Devo dire che mi è piaciuto un sacco questo libro: un'atmosfera intrisa di suspense, mistero, che si va infittendo sempre più e con graduali particolari svelati; personaggi complessi psicologicamente e ben tratteggiati, che suscitano sentimenti di ostilità (e per questo risultano, in fondo, accattivanti) nel loro modo di fare e di mentire, compresa la povera vittima, con i suoi errori e le sue debolezze, con il suo passato breve ma pieno di esperienze (molte delle quali dolorose); interessante il protagonista maschile, questo sergente investigativo dalla personalità non semplice, così sensibile ed empatico ma che, al momento giusto, tira fuori la lucidità necessaria.

Se dovessi trovare un'unica e piccola nota stonata nel romanzo, essa starebbe nella scelta fatta sul finale, che a mio modesto avviso appaga più la sete di vendetta che di giustizia.
Però a parte questo, il mio parere sul libro è totalmente positivo, e l'effetto sorpresa costante, la scrittura attenta e meticolosa della Simons, mi hanno letteralmente conquistata.

mercoledì 30 agosto 2017

Citazioni d'Autore



In questi giorni sto leggendo due bei romanzi, "La casa delle foglie rosse" di Paullina Simons e "Lo strano viaggio di un oggetto smarrito".

Vi trascrivo le citazioni riportate e che ci introducono nelle storie narrate:


"E' una folla odiare tutte le rose
perchè una rosa ti ha punto,
abbandonare tutti i sogni
perchè uno di loro non si è realizzato
rinunciare a tutti i tentativi perchè uno è fallito...
Ci sarà sempre un'altra opportunità,
un'altra amicizia, un altro amore, una nuova forza.
Per ogni fine c'è un nuovo inizio.

- Antoine de Saint-Exupeèry . 
("Lo strano viaggio di un oggetto smarrito")





Al nostro istinto più forte, 
al tiranno che è in noi, 
si sottomette non solo la nostra ragione,
 ma anche la nostra coscienza. 

- Friedrich Nietzsche -

( "La casa delle foglie rosse")










"Iscrizione in fronte a un libro o scritto qualsiasi, per dedica o ricordo; più particolarm.,
citazione di un passo d’autore o di opera illustre che si pone in testa
a uno scritto per confermare con parole autorevoli quanto si sta per dire

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