Ultimamente sto guardando meno film di quanto vorrei; eccone un paio visti di recente.
RIMETTI A NOI I NOSTRI DEBITI
REGIA: Antonio Morabito
ATTORI: Claudio Santamaria, Marco Giallini, Jerzy Stuhr, Flonja Kodheli, Leonardo Nigro, Liliana Massari, Peppino Mazzotta.
Guido (Claudio Santamaria) vive tirando avanti come può, tra il lavoro saltuario come magazziniere, qualche bicchiere al bar con Rina, la nuova barista, e le chiacchierate con il vicino di casa, un vecchio e bizzarro professore (Jerzy Stuhr).
Sulle sue spalle curve ed abbattute gravano un bel po' di debiti, che proprio non riesce ad assolvere (del resto, ha pure mesi di affitto arretrato che non sa come pagare).
Quando perde il lavoro e subisce un'aggressione commissionata dai suoi creditori, capisce che l'unico modo per risollevarsi è paradossalmente lavorare per loro, divenendo lui stesso un esattore; lavorerà gratis fino a quando il debito sarà estinto.
Per imparare il mestiere, viene affiancato a Franco (Marco Giallini), che come esattore delle tasse è un vero "asso".
Cinico, presuntuoso, supponente, Franco è un demonio sul lavoro, non mostra pietà per nessuno, neanche per quei debitori che sono in effetti brave persone cui purtroppo è sfuggita la situazione di mano; anzi, sembra quasi prendere il lavoro come un gioco, dimostrando un certo sadico piacere che la sensazione di potere esercitata sui debitori gli dà.
Quando gli viene messo accanto il nuovo recuperatore di crediti, Franco si accorge subito che il collega è un "mollaccione", non è tagliato per questo lavoro, anche perchè essendo lui stesso un debitore insolvente, sa come ci si sente quando non si hanno i soldi per pagare i propri debiti; ragion per cui Guido non riesce a prendere con leggerezza le giuste distanze dai casi umani che gli sono affidati, perchè come se gli dispiacesse o si vergognasse di esigere il credito, cosa che gli impedisce di essere deciso, incisivo ed efficace.
Franco invece si è messo addosso una maschera di insensibilità per poter lavorare e ricorda all'altro di non avere pietà perchè i creditori... "Non sono persone. Si chiamano debitori", e come tali vanno visti.
Avrà quindi un bel daffare Franco per insegnargli come tenere da parte i propri sentimenti e tirar fuori tutta la sfrontatezza necessaria per inseguire i debitori ed obbligarli ad estinguere il debito, facendo fare loro delle esemplari figuracce in luoghi pubblici, davanti a tanta gente.
Col passare dei giorni, Guido però impara a imitare Franco e anzi fa anche dei passi in avanti...
Eppure le cose non possono andare avanti per molto, perchè se è vero che in questo "lavoro" si incontrano persone che hanno soldi ma non vogliono pagare, è altresì vero che se ne incontrano altre fondamentalmente oneste, che la vita sta già pensando ad offendere e umiliare, che hanno perso tutto. e che veramente non sanno come ripagare i debiti...
Questa coppia, Guido-Franco, è singolare e mal assortita: uno è solitario, taciturno, brusco, l'altro estroso e sicuro di sè.
Il primo sembra "imbastardirsi" e farsi contaminare dalla sicurezza e dalla sfacciataggine dell'esperto collega, e quest'ultimo rivela di sè degli aspetti insospettabili: è un angelo tra le mura della sua bella casa, con la sua famiglia, e non si esime dall'andare regolarmente in chiesa a recitare il "Padrenostro" e a confessarsi, evidentemente per sciacquarsi un po' la coscienza...
Sulle sue spalle curve ed abbattute gravano un bel po' di debiti, che proprio non riesce ad assolvere (del resto, ha pure mesi di affitto arretrato che non sa come pagare).
Quando perde il lavoro e subisce un'aggressione commissionata dai suoi creditori, capisce che l'unico modo per risollevarsi è paradossalmente lavorare per loro, divenendo lui stesso un esattore; lavorerà gratis fino a quando il debito sarà estinto.
Per imparare il mestiere, viene affiancato a Franco (Marco Giallini), che come esattore delle tasse è un vero "asso".
Cinico, presuntuoso, supponente, Franco è un demonio sul lavoro, non mostra pietà per nessuno, neanche per quei debitori che sono in effetti brave persone cui purtroppo è sfuggita la situazione di mano; anzi, sembra quasi prendere il lavoro come un gioco, dimostrando un certo sadico piacere che la sensazione di potere esercitata sui debitori gli dà.
Quando gli viene messo accanto il nuovo recuperatore di crediti, Franco si accorge subito che il collega è un "mollaccione", non è tagliato per questo lavoro, anche perchè essendo lui stesso un debitore insolvente, sa come ci si sente quando non si hanno i soldi per pagare i propri debiti; ragion per cui Guido non riesce a prendere con leggerezza le giuste distanze dai casi umani che gli sono affidati, perchè come se gli dispiacesse o si vergognasse di esigere il credito, cosa che gli impedisce di essere deciso, incisivo ed efficace.
Franco invece si è messo addosso una maschera di insensibilità per poter lavorare e ricorda all'altro di non avere pietà perchè i creditori... "Non sono persone. Si chiamano debitori", e come tali vanno visti.
Avrà quindi un bel daffare Franco per insegnargli come tenere da parte i propri sentimenti e tirar fuori tutta la sfrontatezza necessaria per inseguire i debitori ed obbligarli ad estinguere il debito, facendo fare loro delle esemplari figuracce in luoghi pubblici, davanti a tanta gente.
Col passare dei giorni, Guido però impara a imitare Franco e anzi fa anche dei passi in avanti...
Eppure le cose non possono andare avanti per molto, perchè se è vero che in questo "lavoro" si incontrano persone che hanno soldi ma non vogliono pagare, è altresì vero che se ne incontrano altre fondamentalmente oneste, che la vita sta già pensando ad offendere e umiliare, che hanno perso tutto. e che veramente non sanno come ripagare i debiti...
Questa coppia, Guido-Franco, è singolare e mal assortita: uno è solitario, taciturno, brusco, l'altro estroso e sicuro di sè.
Il primo sembra "imbastardirsi" e farsi contaminare dalla sicurezza e dalla sfacciataggine dell'esperto collega, e quest'ultimo rivela di sè degli aspetti insospettabili: è un angelo tra le mura della sua bella casa, con la sua famiglia, e non si esime dall'andare regolarmente in chiesa a recitare il "Padrenostro" e a confessarsi, evidentemente per sciacquarsi un po' la coscienza...
Il solitario ma non insensibile Guido riuscirà a non dare ascolto alla propria coscienza? Franco resterà l'impassibile esattore che è?
E' un film che si guarda con piacere, personalmente soprattutto per Giallini, le cui facce burbere, il sarcasmo impertinente, danno ai suoi personaggi quella ruvidezza irriverente e simpatica al contempo che me lo fa piacere molto.
Buffe le scene in cui Franco, vestito di una toga da avvocato, insegue i creditori per metterli sotto pressione, andando ad acchiapparli ovunque siano e qualunque cosa stiano facendo, insceneggiando un'imbarazzante gogna pubblica, volta a persuaderli a fare il proprio dovere.
Buffe le scene in cui Franco, vestito di una toga da avvocato, insegue i creditori per metterli sotto pressione, andando ad acchiapparli ovunque siano e qualunque cosa stiano facendo, insceneggiando un'imbarazzante gogna pubblica, volta a persuaderli a fare il proprio dovere.
Devo ammettere che, pur riconoscendo come Santamaria sia un validissimo attore, un po' mi ha stufato vederlo troppo spesso (non dico sempre, pure perchè non conosco tutti i "suoi" film) in questi ruoli tristi, da ragazzo di borgata romana povero, solo, passivo nei confronti della vita..., però per carità, la faccia depressa gli sta bene, quindi rende questo personaggio credibile, come l'aria da "carogna" sta bene a Giallini :-D
E' un film che ci mostra, con toni ora leggeri ora un po' meno, come sia difficile mettere a tacere la propria coscienza quando si mettono in atto comportamenti cinici, insensibili verso il prossimo che vive periodi complicati e decisamente poco "fortunati", anche quando ci si convince che si stia facendo semplicemente il proprio lavoro e che in fondo, queste persone si sono messe nei guai volontariamente...
Azzeccato ed efficace il titolo (che, come è intuibile, riprende una frase del "Padre nostro"), e anzi ho scelto di vedere questo film incuriosita da esso (vabbè oltre che per Giallini).
Consigliato ^_^
E' un film che ci mostra, con toni ora leggeri ora un po' meno, come sia difficile mettere a tacere la propria coscienza quando si mettono in atto comportamenti cinici, insensibili verso il prossimo che vive periodi complicati e decisamente poco "fortunati", anche quando ci si convince che si stia facendo semplicemente il proprio lavoro e che in fondo, queste persone si sono messe nei guai volontariamente...
Azzeccato ed efficace il titolo (che, come è intuibile, riprende una frase del "Padre nostro"), e anzi ho scelto di vedere questo film incuriosita da esso (vabbè oltre che per Giallini).
Consigliato ^_^
PUOI BACIARE LO SPOSO
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CAST: Diego Abatantuono, Monica Guerritore, Salvatore Esposito, Beatrice Arnera, Dino Abbrescia, Diana Del Bufalo, Cristiano Caccamo.
Antonio (Cristiano Caccamo) e Paolo stanno insieme già da un po', si amano (anche se Paolo si lamenta perchè l'altro non gli dice mai Ti amo) e convivono felicemente a Berlino.
Dopo avergli chiesto romanticamente al fidanzato di sposarlo, Antonio deve ora fronteggiare le due famiglie e dichiarare pubblicamente la propria omosessualità, di cui i suoi genitori sono all'oscuro.
Decidono quindi di partire insieme per l'Italia, insieme all'eccentrica amica del cuore Benedetta (Diana Del Bufalo) e al nuovo coinquilino Donato (Dino Abbrescia), che in effetti non c'entra nulla con la coppia ma li prega di portarlo con loro perchè lui da solo a Berlino non ci vuole stare.
Giunti a Civita di Bagnoregio, dove vivono i genitori di Antonio, cominciano a crearsi situazioni imbarazzanti ed equivocabili, finchè arriva il fatidico momento di dire a mamma e papà che Paolo è l'amore della sua vita e che i due hanno intenzione di sposarsi.
La madre Anna (Monica Guerritore) accetta senza problemi l'intenzione del figlio di unirsi civilmente a Paolo, a patto che vengano rispettate alcune condizioni: alle nozze dovrà partecipare la futura suocera, bisognerà invitare tutto il paese, dell’organizzazione se ne dovrà occupare Enzo Miccio in qualità di wedding planner, e i ragazzi dovranno essere uniti in matrimonio proprio dal marito, con tanto di fascia tricolore.
Infatti il padre di Antonio, Roberto (Diego Abatantuono), è il sindaco del paese ed ha fatto dell’accoglienza e dell'integrazione i punti di forza della sua politica.
E adesso che si ritrova un figlio gay in casa, che farà? Continuerà ad avere l'atteggiamento progressista per il quale è noto e stimato?
L'uomo, pur non facendo sceneggiate davanti alla dichiarazione dei figlio, si intestardisce sulle proprie posizioni e si rifiuta di sposare i due promessi..., cosa che gli costerà la cacciata da casa da parte dell'agguerrita consorte.
E poi c'è da convincere la madre di Paolo, Vincenza, che non rivolge la parola al figlio da quando lui le ha detto di essere gay...
E' una commedia carina, piacevole, con diverse gag che fanno sorridere; io amo Salvatore Esposito, è un attore bravissimo e, apprezzandolo tantissimo nel suo personaggio di Gomorra - il duro e spietato Genny Savastano -, ero curiosa di vederlo in altre vesti, e l'ho trovato davvero simpatico in questo ruolo di ragazzo gay innamorato e romantico.
Molto graziosa l'amica del cuore, col suo fare un po' imbranato, pasticcione ma spontaneo; Dino Abbrescia è sempre forte, mi mette allegria.
L'accoppiata Guerritore/Abatantuono: lei una "carabiniera", quella che comanda in casa, si fa come dice lei e guai a sgarrare di un passo; lui grande e grosso, fa il vocione ma alla fine mette la coda tra le gambe al cospetto della determinazione della moglie.
Nel complesso, il film è caruccio, leggero, ha il suo messaggio contro l'omofobia e i pregiudizi, ci sono diversi momenti spassosi, ma verso il finale non mi è piaciuto come avrei pensato, non so... mi è sembrato un po' banale, in particolare per la presenza di una ex psicopatica che rischia di mandare all'aria le nozze...
Comunque, ripeto, nulla di impegnativo ma tutto sommato piacevole.