Cari lettori, torno anche oggi con un’altra recensione!
Questa volta si tratta di un fantasy che prende spunto da Harry Potter, quindi credo che quanti conoscono bene la saga siano in grado di apprezzarlo al 100% e con maggiore immediatezza rispetto a chi, come me, è a digiuno circa questa serie fantastica.
SC E LA MALEDIZIONE DEL TERZO OCCHIO
di Emanuela Molaschi
Kimerik Editrice 444 pp |
Il mondo magico creato dalla penna dell’autrice, Emanuela Molaschi, è fatti di personaggi magici e non magici, di ragazzi e ragazze che frequentano una scuola per maghi in Inghilterra, di genitori apprensivi, di esseri buoni e generosi ed altri decisamente meno.
È una storia che nasce come una fan fiction potteriana ma che comprende molti elementi originali, frutto della fantasia di Emanuela.
La protagonista è Sc, una mental witch, cioè una strega con capacità molto particolari e potenti; questo tipo straordinario di strega ha il potere di vivere più vite, conservando quindi ricordi di vite precedenti, che a volte possono piombare all’improvviso - quando la situazione lo richiede - nella mente della strega e influenzarne le azioni nel presente. Solitamente una mental - che è la strega più potente al mondo - ha una missione da portare avanti, che consiste in pratica nel migliorare la vita di chi le è attorno; Sc ha anche un altro grave “fardello” a complicarle l’esistenza: il terzo occhio,
“un’entità a sé stante e allo stesso tempo costituiva una parte integrante della medesima persona, veniva dall’alto e aveva il compito di guidare la mental verso la sua missione, che lo volesse o no.”
Grazie al terzo occhio, Sc ha la capacità di prevedere eventi futuri, la sua mente riceve spesso - nel corso della narrazione - delle visioni premonitrici che l’avvisano in particolare di pericoli che avverranno in futuro, e che lei si impegnerà perché non accadano.
La ragazza, pur essendo tutto questo, vive anche momenti di “normalità”, prova sentimenti ed emozioni come qualunque persona, s’innamora, si infuria (e quando accade… si salvi chi può!), piange, si vendica, odia…, insomma Sc ha davvero un bel caratterino e nel corso delle avventurose vicende che la vedono coinvolta insieme ai suoi amici (e nemici) il lettore ha modo di conoscerla e di apprezzarne il coraggio, la determinazione, lo spirito di sacrificio, la tenacia nel sentimenti e anche l’evoluzione, le diverse consapevolezze che ella apprenderà su se stessa e sul proprio compito.
Frequenta la “Wishp”, è molto amica di Robert Hilpuff (suo capoclasse) ma desidera anche far parte di un gruppo chiamato “Buontemponi”, di cui è membro, tra gli altri, Gregory Potter Perks, di cui è segretamente innamorata.
Ma anche il suo migliore amico Robert è innamorato ma non si decide a dichiararsi… Di chi? Di Sc, ovviamente, che però scambia le premure di lui per affetto e amicizia.
Per buona parte del romanzo, assistiamo alla rivalità tra Gregory e Robert, anche se poi le cose andranno in un certo modo e Sc capirà chi dei due prenderà il posto nel suo cuore.
La vita all’interno della scuola è molto vivace e movimentata, tra scherzi magici, prove da superare, baruffe e piccole incomprensioni, ma in fondo a regnare tra tutti i diversi giovani personaggi è l’amicizia, e con alcuni Sc si sente tanto legata da portarli in vacanza a casa propria, dai suoi genitori, due tipi alquanto apprensivi, in special modo il padre Giovanni, il cui modo di essere un po’ buffo crea situazioni simpatiche e divertenti.
Per molto tempo Sc si convincerà di poter vivere come non magica senza sapere che in un altro luogo vivrà come maga; riuscirà ad avere la vita che desiderava, anche se questo accadrà dopo un episodio tanto drammatico quanto doloroso e che risale alla sua precedente esistenza da normale.
Dopo quel momento, le due parti che, in certo senso, coabitano in lei diverranno una sola, e i ricordi della vita non magica si cancelleranno per far spazio ad altri frammenti di vita passata, così ella diverrà ciò che è destinata ad essere: una custode.
Non sarà facile per Sc accettare tutto ciò che la concerne, perché se lei potesse scegliere, non vorrebbe il terzo occhio, ma al contempo intuisce di non potersene “liberare” perché è parte di lei:
“Lei si ribellava a esso e viceversa. Era una lotta interiore tra sé e sé. Il terzo occhio non poteva permettere che lei abbandonasse il mondo della magia. Doveva cercare di cambiare le cose.”
A un certo punto, verso la fine del libro, incontreremo un personaggio femminile di nome Miss Switch, un’insegnante della Wishp che avrà come alunno un tipetto molto difficile: verremo a conoscenza del perché e in che modo questa professoressa è legata a Sc.
Nel libro, a rendere l’atmosfera leggera e “giocosa” in diversi momenti della vita all’interno della scuola, contribuisce la scelta, da parte dell’Autrice, di inserire canzoni (ispirate a brani famosi) e numerosi riferimenti (dialettali, geografici, gastronomici…) all’Italia; abbondano espressioni e termini propri del mondo della magia, e gran parte dei nomi dei personaggi è frutto del “generatore di nomi” potteriano online.
Devo confessare che la lettura di questo libro - abbastanza corposo - non è stata facile, inizialmente, in quanto - come dicevo più su - non ho mai letto né guardato la saga di Harry Potter, essenzialmente perché di mio non prediligo il genere fantastico; leggo più volentieri altri sottogeneri (paranormal, urban…), ma quando si tratta di maghi, incantesimi ecc…, non mi scatta facilmente la curiosità; quindi per me è stato come entrare in una grande sala super affollata e ritrovarmi al cospetto di tanti personaggi particolari, le cui azioni, discorsi... mi risultavano incomprensibili.
Però a lungo andare e proseguendo con calma nella lettura, ho iniziato a raccapezzarmici e a provare quanto meno a individuare il senso che guida Sc, le sue scelte, i suoi rapporti con i suoi amici, e che si riassume in una domanda fondamentale: perché alcune persone sono degne di passare alla storia e di essere ricordate? Come è stata la loro vita, cos’hanno compiuto di speciale?
Ringrazio Emanuela Molaschi per avermi passato la copia del suo libro; anche se è un tipo di letture nel quale mi ritrovo poco e non è stato sempre agevole e scontato entrare in sintonia con la materia narrativa nel suo complesso, l’ho apprezzata perché vi ho scorto impegno, passione, creatività, la voglia di dar vita a un corpus di personaggi variegati, ciascuno con le sue specifiche caratteristiche, modi di parlare e capacità, e non ultimo, il voler comunicare dei concetti e valori importanti, primo fra tutti l’essere coscienti di chi si è, cosa si vuol diventare e cosa vorremmo che gli altri ricordassero di noi.
Non credo possa essere un libro adatto a qualsiasi tipo di lettore; se siete amanti di questo filone narrativo, se vi piacciono i maghetti con poteri soprannaturali…, bene, vi troverete a vostro agio tra queste pagine. Se, come me, non siete avvezzi al genere ma comunque volete provare, vi esorto ad avere pazienza, nel senso che all’inizio potreste sentirvi smarriti e confusi, ma poi quando avrete preso confidenza coi termini e tutto il contesto, la lettura ne risulterà agevolata.