Buon pomeriggio, cari lettori!
In questo post non parliamo di libri bensì di un film e una serie tv che ho avuto modo di guardare ultimamente.
Partiamo dal film, uscito quest'anno.
TILL - IL CORAGGIO DI UNA MADRE
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Regia di Chinonye Chukwu, con Danielle Deadwyler, Jalyn Hall, Frankie Faison, Haley Bennett, Whoopi Goldberg.
Narra la storia vera di Emmett Louis Till e della battaglia della madre per avere giustizia.
Siamo nel 1955, in estate, e il quattordicenne afroamericano Emmett Till, che vive assieme alla mamma a Chicago, va a fare visita a dei parenti nel Mississippi, a Money.
Emmett è un bravo ragazzo, educato, rispettoso, ama scherzare e non pensa al fatto che, adesso che è lontano da casa, deve stare attento a ciò che dice e fa perché per lui, che è nero, può essere pericoloso adottare comportamenti giudicati sbagliati e inopportuni dai bianchi.
Questo perché a Money i casi di linciaggi di neri e omicidi per ragioni razziali sono ancora frequenti in quegli anni.
Un giorno, infatti, commette un errore che si rivelerà, ahilui, tragico: entra in un negozio (di proprietà di Roy e Carolyn Bryant,) per comprare qualcosa e rivolge la parola alla ragazza bianca che è dietro al bancone (Carolyn, appunto); non solo, ma, trovandola carina, le fa anche un fischio in segno di apprezzamento.
Questo gesto, innocuo e semplice per noi, gli costerà un prezzo carissimo.
In piena notte, il marito della donna e il fratellastro si recano a casa dello zio di Till, prelevano il ragazzo e commettono un assassinio atroce.
Il povero Till viene torturato, picchiato selvaggiamente, ucciso e il suo corpo martoriato viene gettato nel fiume Tallahatchie.
Qualche giorno dopo il rapimento da parte di Bryant, il suo cadavere viene ritrovato nelle acque del fiume, Mamie Till viene informata della terribile notizia e da quel momento in poi inizia la sua battaglia affinché il suo povero ragazzo ottenga giustizia e la sua terribile morte non sia vana.
La donna, combattiva e determinata, chiede di essere fotografata accanto al volto orribilmente deformato del figlio e lascia che la bara, durante le esequie, sia aperta al pubblico affinché tutti vedano cosa ha subito Emmett, che era praticamente irriconoscibile; ad aiutare nel riconoscimento fu un anello che era ancora al dito e che era appartenuto al padre.
Il film, quindi, si concentra per gran parte sulla mamma di Till, Mamie, e su quanto e come si sia battuta per sensibilizzare l'opinione pubblica in merito alla violenza razziale nel sud degli States e ai crimini d'odio che venivano commessi e che restavano per lo più impuniti.
Se Mamie - che è poi diventata un'attivista impegnata nel movimento per i diritti civili degli afroamericani - suscita profonda ammirazione perchè non si è lasciata spezzare dal grande dolore per il tristissimo destino del figlio ma ha reagito per cambiare le cose e combattere le ingiustizie e le discriminazioni, a destare tanta rabbia sono gli assassini di Emmett: furono assolti e la stessa Carolyn (a causa della quale quale è successo tutto) ha avuto la sfrontatezza di sostenere che il ragazzino l'aveva offesa dicendo cose "irriferibili" (!!); fatto sta che nessuno di questi individui ha pagato per i propri misfatti, nonostante tempo dopo abbiano confessato di aver ucciso il povero Emmett.
Se vi piacciono i film tratti da storie vere e con questo genere di argomenti, provate a dargli un'occhiata ^_-
SUBURBIA KILLER
Allora, la base è questa: un giovanotto di nome Mateo Vidal si ritrova, a causa di una rissa notturna, in un incubo dalle dimensioni e dalle dinamiche inimmaginabili, e non solo per lui ma pure per noi spettatori.
Succede, infatti, che una sera - mentre è in un locale con il fratello - discute con dei ragazzi e, nella colluttazione, uno di questi (Daniel) muore accidentalmente, sbattendo a terra la testa.
Mateo viene accusato di omicidio e passerà 9 anni in carcere e, si sa, la vita dietro le sbarre non è proprio una passeggiata e gli incontri che si fanno non sono dei più simpatici...
Fatto sta che esce dalla prigione dopo aver scontato la sua pena e si sposa con la bella Olivia Costa: i due sono felici e lei ha da poco scoperto di essere incinta del loro primo figlio.
Ma la donna, dopo aver ricevuto una misteriosa telefonata, vola a Berlino senza dare troppe spiegazioni al marito, che però dopo qualche ora si vede arrivare sul cellulare dei video e delle foto in cui Olivia è in situazioni a dir poco compromettenti: è nuda, in una camera d'albergo, nel letto disfatto e a riprenderla è un uomo che Mateo non ha mai visto e che fa capire di essere l'amante di Olivia...
Mateo è sconvolto e non crede ai suoi occhi: Olivia lo sta tradendo?
Decide di andare a Berlino per scoprirlo.
Ma questo filone della storia si incrocia con un'altra drammatica vicenda: in un orfanotrofio cattolico gestito da religiose, una notte, una suora viene trovata morta, caduta dalla finestra della sua camera: suicidio o omicidio?
A indagare è l'ispettrice Lorena Ortiz, donna tutta d'un pezzo, decisa, pratica e testarda, ma non priva di fragilità, frutto - queste - di un trauma subito nell'infanzia (padre poliziotto suicida); lei stessa è cresciuta nell'orfanotrofio attorno al quale si trova a indagare per far luce sulla tragica e inspiegabile morte della suora, che si scopre essere, in realtà, tutto fuorchè una vera religiosa: si chiamava Emma e aveva una vita fuori dalle mura dell'istituto; non solo, ma aveva anche un passato difficile, complesso e non del tutto sepolto, evidentemente, ma che anzi l'ha seguita e fatta fuori.
Le due storie, quindi, si intrecciano e ad unirle è Olivia, moglie di Mateo e amica della finta suorina, Emma: come, dove e quando si sono conosciute le due donne?
Le indagini prendono piede, cominciano a verificarsi, senza tregua e uno di seguito all'altro, una serie di avvenimenti complicati che svelano alcuni particolari che sono tutte tessere di un puzzle contorto e avvincente.
Olivia, come Emma, ha un passato terribile dal quale è scappata, e c'è qualcuno che la sta cercando e che sa chi davvero lei sia, cosa facesse e come vivesse prima di cambiare vita e diventare la brava e tranquilla moglie di Mateo Vidal.
Vidal, a sua volta, ha conosciuto delle persone in carcere e forse ha pestato i piedi a chi non avrebbe dovuto...
Non solo, ma ha un ambiguo rapporto (d'amicizia?) con la mamma di Dani, il ragazzo che lui "uccise accidentalmente" e che gli è costato nove anni di gattabuia: perché si sente con lei, nonostante il marito della signora non sia affatto d'accordo?
In polizia c'è qualcuno che mette i bastoni tra le ruote a Lorena perché non vuole che scopra ciò che c'è dietro al mondo cui apparteneva Emma: un ambiente squallido, sporco, malato, fatto di ricatti, prostituzioni e tanti altri crimini.
Ok, mi fermo perché non ha molto senso che vi dica altro: la trama è complicata, intrecciatissima, con moooolti colpi di scena, rivelazioni, è torbida nei contenuti, abbondano violenza, tradimenti, segreti, depistaggi...: insomma è piena! Otto puntate dal ritmo frenetico, esagitato, un susseguirsi di vicende e personaggi loschi legati tra loro che potrebbero intrigarvi e indurvi a guardarla sino alla fine.
La storia di Mateo ci ricorda come la vita di una persona possa cambiare radicalmente e all'improvviso in un batter di ciglia e senza che uno abbia realmente una colpa (quanto meno non intenzionale); mostra come le situazioni drammatiche vissute cambino chi le vive, inesorabilmente; la ingarbugliata e movimentata storia di Olivia ci ricorda che tutti abbiamo il diritto al riscatto di noi stessi, il diritto di lasciarci alle spalle sbagli, traumi, cattivi incontri, di rifarci una vita ma che spesso questo porta con sé delle conseguenze, degli strascichi.
Bella, mi è piaciuta; ripeto, forse è effettivamente molto densa di accadimenti, ma comunque se si resta coinvolti nel vortice di dinamiche e misteri, poi si ha voglia di proseguire.