lunedì 30 ottobre 2023

♣♦ RECENSIONE ♠♢ IL GIOCO DI RIPPER di Isabel Allende



Amanda è un' adolescente affascinata dal lato oscuro della natura umana; dotata di un eccezionale talento per le indagini criminali, si diletta a giocare a Ripper, un gioco online ispirato a Jack lo Squartatore, in cui bisogna risolvere casi misteriosi. Quando la città è scossa da una serie di efferati omicidi, Amanda si butta a capofitto nelle indagini, finché un giorno un membro della sua famiglia sparisce misteriosamente.
Questa scomparsa è forse collegata al serial killer?


IL GIOCO DI RIPPER 
di Isabel Allende

Feltrinelli Ed.
trad. E. Liverani
462 pp
Indiana e Amanda Jackson sono madre e figlia; la prima è rimasta incinta quando era poco più che un'adolescente e si può quindi ben dire che le due sono cresciute insieme; il loro è un legame molto forte pur essendo diverse caratterialmente come il giorno e la notte. 

Indiana vive dei modesti guadagni che le dà il suo lavoro di "guaritrice"; è proprietaria, infatti, di una clinica olistica in cui, tra aromi e massaggi, esercita un talento naturale e una grande empatia verso i propri clienti per farli star meglio, agendo su malesseri e dolori di vario genere e in qualunque parte del corpo.

È una donna che ha da poco superato i trenta ed è bella, affascinante, formosa, per cui gli uomini se la divorano con gli occhi e, non di rado, ci provano, con scarsi risultati perché la bella guaritrice è da quattro anni impegnata sempre con lo stesso uomo, l'ultracinquantenne Alan Keller - ricco erede di una delle famiglie dell'élite di San Francisco -, belloccio, giovanile e poco propenso a impegnarsi sentimentalmente in modo serio e duraturo.
Solo un altro uomo potrebbe farla vacillare e minare la relazione con Alan: Ryan Miller, enigmatico e affascinante ex navy seal dell'esercito americano, ferito durante una delle sue ultime missioni (che gli hanno lasciato molti traumi e brutti ricordi e lo hanno privato di una gamba) e in perenne compagnia del fedelissimo cane Attila (suo compagno in Iraq).

I genitori di Amanda si sono separati già da diversi anni ma Indiana ha instaurato con l'ex-marito, l'ispettore Bob Martìn, un bel rapporto: i due si vogliono un gran bene e si aiutano nei momenti di difficoltà, cosa che ha reso la loro separazione meno traumatica per la figlia, Amanda.

Se Indiana è una donna libera, fiera della propria vita bohémienne, ingenua, spontanea, solare, con troppa fiducia nella bontà del genere umano, Amanda è il suo opposto.

La ragazza ha un invidiabile senso pratico, è molto razionale, intuitiva, intelligente, non ha la testa tra le nuvole e ha una mente brillante; inoltre è un'appassionata lettrice, in special modo di thriller ed è per questo che ricopre il ruolo di maestra ("capo") di un gioco online chiamato Ripper in cui lei e un piccolo gruppo di amici virtuali si incontrano in webcam per discutere di omicidi veri, provando a fare ipotesi e analisi dei casi, così da sperare di arrivare a risolverli prima della polizia.

Al gioco partecipa anche Blake Jackson (padre di Indiana e nonno di Amanda), farmacista di professione, gran lettore per passione e assunto in qualità di "sbirro" dalla nipote; Blake, infatti, ha il compito di cercare informazioni utili per i casi oggetto del gioco, coinvolgendo anche Bob, il quale - pur essendo preoccupato per l'inquietante passione della figlia per gli assassini seriali - non manca di collaborare perché si rende conto da solo che i giocatori di Ripper sono davvero bravi.

Chissà che le loro intuizioni non possano risultare davvero utili alla polizia di San Francisco che si sta trovando davanti ad una serie di omicidi strani, senza collegamenti evidenti tra loro e che per ora costituiscono dei rompicapo per chi indaga.

Cosa/chi unisce, infatti, un custode di una scuola trovato morto in una posizione molto particolare (che richiama a qualcosa di natura sessuale) con una coppia di coniugi ritrovata morta (drogata) nel proprio letto? O questi omicidi con quello di uno psichiatra o di una giudice del Tribunale minorile?

Ma soprattutto... che ha a che fare tutto questo con la bella Indiana, che a un certo sparisce di punto in bianco senza lasciar traccia?

Siamo nel 2012, la nostra storia ha inizio il 2 gennaio e prosegue sino ad aprile; tanto la Polizia (rappresentata da Bob Martìn) quanto i giocatori di Ripper seguono i vari ritrovamenti di cadaveri, cercando di coglierne i particolari, le costanti, gli elementi in comune e le differenze, il tipo di esecuzione (che ha sicuramente ha un suo perché) così da stabilire se si tratti o meno di un unico serial killer o di omicidi da ritenere separati.
Se l'ispettore è inizialmente convinto che siano delitti slegati tra loro, a ipotizzare il contrario è Amanda che, determinata e caparbia com'è, farà di tutto per dimostrare di avere ragione.
Tanto più quando lo scaltro assassinio la tocca sul personale: Amanda e i suoi amici di Ripper sfoderano tutte le loro capacità, intuizioni, deduzioni logiche, l'attenzione per i minimi dettagli, pur di capire cosa sia accaduto all'introvabile Indiana e come fare per aiutarla.

Prima ancora di capire dove sia la mamma e con chi, Amanda è certa che:

"Mia madre è ancora viva, ma sarà uccisa Venerdì Santo a mezzanotte lo avvertì Amanda Martìn e l'ispettore capo la prese sul serio, visto che aveva dato prova di saperne più di lui e di tutti gli agenti della Sezione Omicidi. La donna era prigioniera da qualche parte nei diciottomila chilometri quadrati della baia di San Francisco, avevano poche ore per trovarla ancora in vita...".

Mi è piaciuta l'idea di base, vale a dire questo gruppo selezionato di ragazzi sparsi per il mondo che comunicano via internet per catturare lo Squartatore di turno; nel complesso, ho apprezzato il meticoloso tratteggio della personalità dei personaggi principali e secondari, da Indiana ad Amanda, da Bob a Ryan, a Keller.

Devo confessare, però, che durante la lettura ho avuto momenti in cui mi sono sentita meno coinvolta a motivo della presenza di sotto trame, dedicate ad es. ai particolari del lavoro di Indiana, ai suoi strambi clienti, al vissuto di Alan, di Ryan... 
Vero è che la scrittura dell'Allende è così fluida e piacevole che, alla fine, anche le parti relative al racconto dei singoli personaggi scorrono, ma ho risentito un po' del rallentamento del ritmo e della deviazione dal percorso principale, vale a dire dagli omicidi, dalle indagini e dal contributo dei giocatori di Ripper.

Le parti narrative, fino a un certo punto della storia, sono molto abbondanti, a discapito di quelle dialogiche, che ho preferito in quanto, a mio avviso, danno vivacità al ritmo.

Ma questo piccolo "difetto" va attenuandosi sino a scomparire quando Indiana fa perdere le proprie tracce: da quel momento la narrazione si fa più dinamica, aumenta la suspense, gli eventi precipitano, i giocatori ci danno dentro e noi lettori cominciamo ad avvicinarci al colpevole e alla sua identità, fino alle battute finali che ci lasciano col fiato sospeso.

Ecco, se dovessi sintetizzare la mia valutazione del romanzo, la paragonerei a una parabola, che parte in salita, poi scende e assume un ritmo costante e poco palpitante, fino a impennarsi di colpo, tenendo alta l'attenzione fino alla fine.

Il mio parere è comunque positivo e per me Isabel Allende resta un'autrice contemporanea da leggere e apprezzare, anche perché varia molto nelle tematiche, nei generi, nelle ambientazioni.

4 commenti:

  1. Ciao Angela, ho letto solo due libri di Isabel Allende, per giunta diversi anni fa, e questo mi sembra diverso dal suo solito genere, o sbaglio?
    La tua recensione è accurata come sempre.
    Un abbraccio
    A presto 😘

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    Risposte
    1. verissimo, ho letto un'allende differente dai generi cui finora mi sono accostata, attraverso altri suoi romanzi.
      Grazie Fra!

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  2. Ciao Angela, ho letto questo romanzo tantissimi anni fa, quando non avevo ancora il blog. All'epoca mi era piaciuto molto, nonostante qualche parte un po' lenta come hai scritto anche tu, ma ora confesso di averne un vago ricordo...Mi piacerebbe leggere altro di questa autrice così famosa chissà, prima o poi...

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    1. Fortunatamente è un' autrice prolifica e spazia anche coi generi!
      Ciao Ariel (⁠ㆁ⁠ω⁠ㆁ⁠)

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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz

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