sabato 2 gennaio 2021

THE WINNER IS - Come ti assegno un Oscar-libroso

 

Per la prima volta, tirando le somme delle mie letture, ho pensato di assegnare ad esse i miei personalissimi "Oscar".


Partiamo da  IL MIGLIOR PROTAGONISTA MASCHILE

Candidature:  Amin Jafaari (L'attentato, Y. Khadra)

                        Johnny Rainbow (Una valigia piena di sogni, P. Simons)

                        Achille, figlio di Peleo (Il silenzio delle ragazze, P. Barker)

                        Giacomo Reale (Il puparo, Lecce-Cazzato)

                        Marco Lombroso (Gli scomparsi, A. Tripaldi)


Tra il determinato Amin, Johnny lo spirito libero, l'indistruttibile semidio Achille, lo spericolato Giacomo e l'enigmatico Lombroso, the winner is...


JOHNNY RAINBOW, 

personaggio davvero irresistibile, pieno di fascino che, pur essendo molto giovane, sembra aver vissuto più vite e di certo tante esperienze, forse troppe per il suo corpo magro, i suoi occhi vivaci ma dentro i quali si celano tanti tormenti, che fanno di lui il ragazzo complesso che è.



LA MIGLIORE PROTAGONISTA FEMMINILE

Candidature:     Livia Lone (Traffici notturni. B. Eisler)

                           Briseide (Il silenzio delle ragazze, P. Barker)

                           Mila Vasquez (Il gioco del suggeritore, D. Carrisi)

                           Lolita Lobosco (I quattro cantoni, G. Genisi)

                           Luna (La stessa rabbia negli occhi, M. Chiarottino)


La combattiva Livia, la resiliente Briseide, le determinate e volitive Lolita e Mila, la fragile e arrabbiata Luna. Tra queste donne, forti e delicate al contempo, THE WINNER IS...


LIVIA LONE

una donna-guerriera, nella cui infanzia ha vissuto umiliazioni e abusi che nessuno, tanto meno una bambina, dovrebbe essere mai costretto a sopportare: lei ha saputo reagire e diventare una vera e propria cacciatrice senza pietà, pronta a fermare chiunque commetta reati abominevoli, per evitare che altre bambine e donne come lei possano essere vittime di uomini depravati.



IL MIGLIOR PERSONAGGIO NON PROTAGONISTA

Candidature:   Cal, il guardiacaccia (La ragazza della luna, L. Riley)

                        Patroclo (Il silenzio delle ragazze, P. Barker)

                        Sebastiano Sperlinga Della Torre (Se avessi avuto gli occhi neri, G. Sorge)

                        Halford Burroughs (Bull mountain, Panovich B.)

                        Lee Sutton (Shotgun Lovesongs, N. Butler)


Tra il premuroso Cal, il leale Patroclo, l'arrogante Sebastiano, il bifolco criminale Halford e l'affascinante e inquieto Lee, THE WINNER IS...

HALFORD BURROUGHS,    

per avermi fatto innervosire non poco, a motivo del suo caratteraccio, della sua natura da delinquente che non guarda in faccia nessuno, neppure un fratello.


IL MIGLIOR PERSONAGGIO FEMMINILE NON PROTAGONISTA

Candidature:    Maddy (La vita straordinaria di Sam Hell, R. Dugoni)

                           Giovanna (I ricordi non fanno rumore, C. Laterza)

                           Antonietta (Il treno dei bambini, V. Ardone)

                           Mary (Il colore dei fiori d'estate, E. Mayhew)

                          Colei che redige il documento olografo di Ardua Hall (I testamenti, M. Atwood)


Tre mamme, tutte pronte a sacrifici d'amore per i figli, dalla fervente e tenace Maddy, alla dolce Giovanna alla riservata Antonietta, e la governante Mary, materna e saggia, ma sfortunata; e poi c'è la fredda e scaltra donna di Gilead. Tra esse THE WINNER IS...

MADDY

per l'aver costituito una presenza discreta ma costante e rassicurante per suo figlio Sam e averlo sostenuto con la propria fede.



IL MIGLIOR  PROTAGONISTA DI GIOVANE ETA'

Candidature:   Sam Hill (La vita straordinaria di Sam Hell, R. Dugoni)

                          Ivan Isaenko (La vita invisibile di Ivan Isaenko, S. Stanbach)

                          Salvo (Il ladro di giorni, G. Lombardi)

                          Amerigo (Il treno dei bambini, V. Ardone)

                          Jasper (Il libro nascosto, D.M. Pulley)


Il sensibile Sam, l'arguto e caustico Ivan, l'attento e curioso Salvo, lo spaesato Amerigo, il coraggioso Jasper: meriterebbero tutti, per ragioni diverse, un riconoscimento speciale, ma THE WINNER IS...


AMERIGO SPERANZA,

per aver preso il treno due volte: per andare via dalla povertà e dalla fame, verso un destino più generoso, e per aver avuto il coraggio di tornare a quel passato da cui era stato allontanato, per ritrovare se stesso e chiudere finalmente i conti con il bambino che è stato.




IL MIGLIOR ESORDIO LETTERARIO

Candidature:    AL DI LA' DELLA NEBBIA di F. Cheynet e Lucio Schina

                           LE GUARIGIONI di Kim Rossi Stuart

                           ZUGZWANG. IL DILEMMA DEL PISTOLERO di Alessandra Pierandrei

                           RITORNO A BLUE RIVER di Grazia Caputo


THE WINNER IS... ALESSANDRA PIERANDREI, per avermi trasportata nel 1888, in un periodo e in un contesto (il Far West) che mi ha sempre affascinato da matti.


PREMIO ALLA MIGLIORE LOCATION

Candidature:   Polignano (Baci da Polignano, L. Bianchini)

                          Birchwood Manor (La donna del ritratto, K. Morton)

                          Fairy Oak (Fairy Oak. La storia perduta, E. Gnone)

                          Rifugio dello scrittore (Il segreto del rifugio, M. Edwards)

Per quanto sia affezionata a Polignano e ami le case misteriose della Morton, THE WINNER IS...

il fascino magico e fatato del villaggio di FAIRY OAK: vorrei esistesse davvero, per poter trascorrere del tempo immersa nella natura, insieme a personaggi simpatici che ti trascinano in avventure divertenti.




LA MIGLIORE SCENEGGIATURA ORIGINALE

Candidature:       L'appuntamento (P. Pulixi)

                              Il compratore di tempo (R. Baldacci)

                              Lame di tenebra (V. Barone Lumaga)

                              Il casale (F. Formaggi)

                              Domino (B. Cavallari)


La finezza psicologica di Pulixi, i viaggi nel tempo del fantasy di Baldacci, i nostri incubi che prendono forma e il susseguirsi di eventi surreali nel Casale e in Domino: THE WINNER IS...

L'APPUNTAMENTO

per avermi tenuta incollata alle pagine dal primo all'ultimo rigo, attraverso una storia dove il colpo di scena non manca mai e dove vengono alla luce le perversioni e le fragilità dell'essere umano.


IL MIGLIOR LIBRO TRATTO DA UNA STORIA VERA

Candidature:   Storia di un abito inglese e di una mucca ebrea (S. Amiry)

                          Tutto chiede salvezza (D. Mencarelli)

                           Febbre (J. Bazzi)

                           In un milione di piccoli pezzi (J. Frey)

                           Leggere Lolita a Teheran (A. Nafisi)


Sono tutte e cinque opere in cui l'autore è narratore e protagonista di vicende autobiografiche o capitate realmente ad altri, ed è stato difficile eleggere un vincitore: dalla Nakba subita dai palestinesi ad opera delle forze di occupazione israeliane nel 1948 alle vicende della professoressa Nazir e del suo gruppo di lettura all'epoca della rivoluzione iraniana, dalla disintossicazione da droga ed alcool alla scoperta di aver preso l'Hiv, all'esperienza di un TSO in età giovanile: THE WINNER IS...

TUTTO CHIEDE SALVEZZA

per aver raccontato, con genuinità e struggimento, quale e quanta umana bellezza si nasconda tra gli angoli oscuri della follia, quanta sofferenza, disperazione, rabbia, impotenza, solitudine, consapevolezza di non essere compresi né tanto meno accettati.


I MIGLIORI EFFETTI SPECIALI

Candidature:    La Rosa dei Venti - Le gocce di Lahzull (M. Hilbrat)

                           Lame di Tenebra (V. Barone Lumaga)

                           X Resistenza (O. Neirotti)

                           Il compratore di tempo (R. Baldacci)

THE WINNER IS....

LAME DI TENEBRA

per avermi immersa, grazie a descrizioni molto vivide, nell'incubo terrificante che ha travolto e sconvolto i protagonisti, lasciando fiumi di sangue e orrore attorno ad essi.

                           

IL MIGLIORE DOCU-FILM

Candidature:  Il delitto di via Poma (I. Patruno)

                        Foglie di gelso. Racconti palestinesi di A. A-Saifi

                        Peppino Impastato. Una vita contro la mafia (S.Vitale)

                        Ragazzi di zinco  (S. Aleksievic)

                        Una donna può tutto (R. Armeni)

Un libro che documenti fatti e personaggi che meritano di essere resi noti è sempre da apprezzare ed è un bene che ci siano, e questo vale per le ingiustizie subite da detenuti o per il grande inganno a danno di una generazione di ragazzi sovietici, mandati a morire in una guerra che mai avrebbe dovuto esserci, o per donne coraggiosissime che hanno combattuto valorosamente per la loro patria, o ancora per un caso di cronaca irrisolto e per un giovane ucciso perchè ha sfidato la Mafia. THE WINNER IS

RAGAZZI DI ZINCO

perchè la giornalista scrittrice, con determinazione, onestà e coraggio, dà voce a dei dimenticati cui la storia ha tolto la parola, e che viene consegna al lettore in un libro scioccante nella sua brutalità, che sottolinea tutta la ferocia e l'orrore che c'è dietro ogni guerra.                        

                         

venerdì 1 gennaio 2021

LE MIE LETTURE - BILANCIO DI FINE ANNO (luglio-dicembre 2020)



Il 2020 se n'è andato da solo qualche ora ed io mi appropinquo a tirare le somme delle letture affrontate da luglio a dicembre e, in generale, le più belle dell'anno che è appena trascorso.
QUI c'è il post delle letture della prima metà del 2020.






NARRATIVA CONTEMPORANEA


Per ognuno di noi c'è un GRILLO PARLANTE di M. Gaudino che ci ricorda di custodire lo stupore e la semplicità dell'infanzia (3.5/5); salvo poi restare bambini un po' troppo a lungo e nel senso sbagliato, come il protagonista di ALTA FEDELTÀ di Hornby (3/5); ci porta a riflettere sull'amicizia, sul tempo che scorre e sui dolori della vita UN MOMENTO FA, FORSE di G. Ardemagni (3/5); fa sorridere e mette il buon umore UN UOMO A PEZZI di Muzzopappa (3,5/5); la Hayden ci racconta una storia di abbandoni e di speranza in LA COSA VERAMENTE PEGGIORE (3,5/5); al centro di L'ATTENTATO di Y. Khadra c'è il conflitto arabo-israeliano, con le sue terribili conseguenze sulle persone coinvolte (4,5/5). La Morton ha costruito una trama complessa e piena di segreti in LA DONNA DEL RITRATTO (4/5): la fede è sempre presente ne LA VITA STRAORDINARIA DI SAM HELL di R. Dugoni (4.5/5).

Quando la finzione narrativa si imbatte con la vita vera, nascono libri come LA VITA INVISIBILE DI IVAN ISAENKO di S. Stambach, che ci racconta il quotidiano di un ragazzo nato con gravi malformazioni a causa dello scoppio della centrale nucleare di Chernobyl e ricoverato in un ospedale (4/5); Azar Nafisi ci racconta come la letteratura possa essere rifugio e àncora di salvezza in un contesto difficile, LEGGERE LOLITA A TEHERAN (3,8/5); Helen Goodrich ci racconta del suo indimenticabile soggiorno a Napoli in PERDUTI NEI QUARTIERI SPAGNOLI (4/5); Frey narra la propria esperienza di dipendenza da alcool e droga IN UN MILIONE DI PICCOLI PEZZI (5/5), che si aggiudica il primo posto nella categoria Narrativa, per le tante emozioni contrastanti suscitatemi da una narrazione molto cruda e forte.
Una menzione speciale per la raccolta di racconti, basati su storie vere, FOGLIE DI GELSO. RACCONTI PALESTINESI di A. Al-Saifi (5/5), che apre il velo sulle condizioni e le ingiustizie subite dai palestinesi nelle carceri israeliane.



LIBRI LETTI: 13


ROMANCE

,
Atmosfere misteriose caratterizzano IL FANTASMA DELL'ABATE di L.M. Alcott (4/5), mentre la dolcezza e la magia del Natale fanno da sfondo ai racconti di Jill Barnett in L'EROE DI ELEANOR (4/5) e PENNY PORTAFORTUNA (4/5); la musica lega l'amore tra Marta e Joseph in UNA NOTA NEL CUORE - "Marta e Joseph" - di Ilaria Mossa (3/5); amore e amicizia si confondono in ADDIO, MIA AMATA di S. Rocher (3.5/5); l'amicizia improbabile fra tre donne rivali in amore è al centro di UN'ESTATE A PIEDI NUDI (4,5/5) di C. Brown, che è il più bello della categoria perchè mi ha donato molti sorrisi.

LIBRI LETTI: 6


FANTASY/DISTOPIA


Meraviglioso è stato tornare nel famigliare mondo di 
-
FAIRY OAK. LA STORIA PERDUTA
 di E. Gnone (4.5/5), che mi ha fatto tornare bambina
; studiare è importante, ce lo ricorda IL COMPRATORE DI TEMPO di R. Baldacci (3,5/5); il Bene è sempre in lotta con il Male, X RESISTENZA di O. Neirotti (2.5/5); ALLA SCOPERTA DELL'ACQUA CALDA di R. Riva ci avverte di non dar retta ai "sentito dire" (3/5) e il distopico WALTER T. di D. Di Lodovico ci racconta una storia in cui il futuro dell'umanità dipende da un'anomalia (4/5). 

LIBRI LETTI: 5



SAGGIO

Moni Ovadia ci esorta a rifiutare ogni forma di ingiustizia e discriminazione e ad essere CONTRO OGNI RAZZISMO (3,5/5); interessante la trattazione del rapporto tra il cristianesimo e l'ebraismo in IL VANGELO EBRAICO di D. Boyarin (3.5/5); simpatico il racconto L'ULTIMA MOGLIE DI J.D. SALINGER di E. Deaglio (3,5/5) incentrato sul noto scrittore; LETTERA AGLI EBREI di F. De Angelis fornisce un valido supporto per la comprensione dell'epistola (4.5/5); agile e utile MUSSOLINI HA FATTO ANCHE COSE BUONE di F. Filippi (3.5/5).

Aggiungo in questa categoria il libro-inchiesta IL DELITTO DI VIA POMA di I. Patruno, che prende in esame il tristemente famoso ed irrisolto omicidio di Simonetta Cesaroni (5/5).


LIBRI LETTI: 5 +1


THRILLER/NOIR


IL PUPARO del duo Lecce-Cazzato è ricco di avventura (4/5); intrigante e pieno di suspense il caso che vede coinvolto un discendente del discusso Cesare Lombroso in GLI SCOMPARSI di A. Tripaldi (4,5/5); sempre raffinato e attento all'universo femminile lo scrittore sardo Pulixi, anche in L'IRA DI VENERE (4/5); il bullismo è alla base del breve ma intenso RITORNO A BLUE RIVER di G. Caputo  (4/5).


LIBRI LETTI: 4



GIALLO/POLIZIESCO

Sembra di essere in un film con IL KILLER DELLE TOMBE di A. Hartung (4.5/5); la Sicilia, con le sue tante contraddizioni, è lo sfondo di EFFETTI COLLATERALI di R. Russo (4/5); intrighi e bugie in 
NOI CHE CI STIAMO PERDENDO di M. Aramini (4/5).

LIBRI LETTI: 3


SAGA FAMIGLIARE

-

Sempre bello lasciarsi trasportare dalle storie di Lucinda Riley e le sue Sette Sorelle, le cui origini sono disseminate davvero in tutto il mondo: con LA RAGAZZA DELLA LUNA siamo volati in Spagna nella cultura gitana (4.5/5); è stato come sfogliare un grande album di famiglia la lettura di LA CASA SULL'ARGINE di D. Raimondi (3.8/5); tormentate e complesse le vicende dei personaggi di SE AVESSI AVUTO GLI OCCHI NERI di G. Sorge (4/5).

LIBRI LETTI: 3




NARRATIVA STORICA


.
Non c'è guerra che non porti con sè distruzioni, separazioni, morti...; è così per I RICORDI NON FANNO RUMORE di C. Laterza (4/5) ambientato negli anni della Seconda Guerra Mondiale, e per i protagonisti di STORIA DI UN ABITO INGLESE E DI UNA MUCCA EBREA di S. Amiry (5/5), costretti a lasciare le proprie case dopo che nel 1948 la Palestina fu occupata dalle forze militari israeliane. Romanzo di formazione incentrato sulla discriminazione razziale è IL COLORE DEI FIORI D'ESTATE di A.J. Mayhew (4/5).

LIBRI LETTI: 3



YOUNG ADULT

UNA VALIGIA PIENA DI SOGNI di P. Simons (5/5) mi ha regalato un fiume di intense emozioni con la sua storia di amore e di amicizia, e così pure LA STESSA RABBIA NEGLI OCCHI di M. Chiarottino, con i suoi personaggi giovanissimi e alle prese con problematiche importanti (4.5/5).

LIBRI LETTI: 2



POESIA

ECHI DI ROMANTICISMO (3/5) è una raccolta di versi molto raffinati e scritti con uno stile ricercato.

LIBRI LETTI: 1




HORROR

Malinconicamente inquietante la storia del piccolo e puro Fur, alle prese con GLI ESSERI OSCURI di F. Camilleri (4/5) e più spaventosa l'avventura dei protagonisti di LAME DI TENEBRA di V. Barone Lumaga (4/5).

LIBRI LETTI: 2


NARRATIVA DI GUERRA/MITOLOGIA

Unico libro di questa sezione è il racconto della guerra di Troia dalla voce di una schiava e non una qualsiasi, ma quella del Pelìde Achille: IL SILENZIO DELLE RAGAZZE di P. Barker (4/5).

LIBRI LETTI: 1


NARRATIVA DI VIAGGIO

RACCONTI DI VIAGGIO, RACCONTI DI VITA di M. Gozzer mi ha permesso di visitare con l'immaginazione posti lontani e diversi dal mio (4/5).

LIBRI LETTI: 1



TOTALE LIBRI LETTI DA LUGLIO A DICEMBRE: 50 

LIBRI LETTI NEL 2020: 112

TOTALE PAGINE LETTE DA LUGLIO E DICEMBRE: 13.015

TOTALE PAGINE LETTE NEL 2020: 27987


CHE NE PENSATE DEI LIBRI CHE MI SON PIACIUTI DI PIÙ PER OGNI CATEGORIA? 
LI CONOSCETE, LI AVETE LETTI? LI LEGGERESTE?




E ADESSO.... LA MIA TOP TEN 2020!!




1. TUTTO CHIEDE SALVEZZA
2. L'APPUNTAMENTO
3. STORIA DI UN ABITO INGLESE E DI UNA MUCCA EBREA
4. IL TRENO DEI BAMBINI
5. IN UN MILIONE DI PICCOLI PEZZI 
6. IL SALICE
7. GLI SCOMPARSI
8. LA TUA VITA E LA MIA
9. UNA VALIGIA PIENI DI SOGNI
10. BULL MOUNTAIN


QUALI SONO STATE LE VOSTRE LETTURE PIÙ BELLE 
DI QUEST'ANNO?

giovedì 31 dicembre 2020

BUON 2021


Carissimi lettori e amici, di cuore vi auguro un sereno e gioioso 2021, ricco di soddisfazioni e felicità!

Un anno nuovo in cui tornare ad essere positivi... nel senso più bello della parola :-D


IL PRIMO GIORNO DELL'ANNO


Lo distinguiamo dagli altri
come se fosse un cavallino
diverso da tutti i cavalli.
Gli adorniamo la fronte
con un nastro,
gli posiamo sul collo sonagli colorati,
e a mezzanotte
lo andiamo a ricevere
come se fosse
un esploratore che scende da una stella.

Come il pane assomiglia
al pane di ieri,
come un anello a tutti gli anelli…
La terra accoglierà questo giorno
dorato, grigio, celeste,
lo dispiegherà in colline
lo bagnerà con frecce
di trasparente pioggia
e poi lo avvolgerà
nell’ombra.

Eppure
piccola porta della speranza,
nuovo giorno dell’anno,
sebbene tu sia uguale agli altri
come i pani
a ogni altro pane,
ci prepariamo a viverti in altro modo,
ci prepariamo a mangiare, a fiorire,
a sperare.

Pablo Neruda




Le mie letture di dicembre 2020

 

Ecco le mie letture del mese di dicembre!




  1. Echi di Romanticismo di E. Zizzi è una raccolta di poesie scritta con elegante ricercatezza, in cui i temi trattati e lo stile di scrittura attingono alla cultura classica, nonché al genere gotico e al Romanticismo.
  2. UN UOMO A PEZZI di F. Muzzopappaprovvisto di un senso dell'umorismo, lo scrittore ci restituisce un ritratto di sè e del suo sguardo sul mondo, simpatico, schietto, capace di far nascere sorrisi e mettere il buon umore.
  3. LEGGERE LOLITA A TEHERAN di A. Nafisi. Tra queste pagine la scrittrice ripercorre le discussioni avute con i suoi studenti su diverse opere letterarie, collegandone i temi ai ricordi della vita vissuta in Iran prima, durante e dopo la rivoluzione iraniana. 
  4. GLI ESSERI OSCURI di F. Camilleri. L'esistenza relativamente tranquilla di un undicenne si colloca all'interno di una cornice dai colori scuri e dall'atmosfera misteriosa, resa sinistra e surreale dalla comparsa di creature della notte, la cui presenza inquieta tanto il protagonista che il lettore: cosa possono mai volere questi esseri oscuri da un bambino fondamentalmente innocuo, solo ed emarginato?
  5. PENNY PORTAFORTUNA di J. Barnett. Un romance natalizio ambientato a New York che esalta l'amore vero, quello che irrompe e travolge, scombinando piani e portando una ventata di felicità e di speranza là dove s'erano annidati tristezza e sfiducia.
  6. LA VITA STRAORDINARIA DI SAM HELL di R. Dugoni. Sam Hill è un bambino come tanti, se non fosse per un segno particolare: ha gli occhi rossi, a causa dell'albinismo oculare. Questa sua peculiarità segnerà la sua infanzia e, in un certo senso, anche l'età adulta. Imparerà ad accettarsi e a trasformare la propria vita, con la forza di volontà e grazie ai preziosi insegnamenti materni, in qualcosa di straordinario?
  7. FIORI DI GELSO. RACCONTI PALESTINESI di A. al-Saifi. Attraverso le testimonianze di uomini e donne palestinesi che hanno vissuto l'esperienza della prigione nelle carcere israeliane, l'Autore ci ricorda il dramma che sta da decenni vive il popolo della Palestina a motivo dell'occupazione israeliana.
  8. LA DONNA DEL RITRATTO di K. Morton: un mystery ambientato in una casa suggestiva e bellissima, ricco di colpi di scena, con intrecci temporali che uniscono personaggi lontani tra loro di molti anni ma tutti legati da un segreto che aspetta di essere svelato.
  9. RACCONTI DI VIAGGIO, RACCONTI DI VITA di M. Gozzer: viaggiare significa soprattutto cogliere il privilegio e l'opportunità di gustare la diversità mettendo da parte pregiudizi nei confronti degli altri popoli.
  10. SE AVESSI AVUTO GLI OCCHI NERI di G. Sorge: la storia di una famiglia del Sud caratterizzata da dinamiche molto complesse e, a partire da essa, ci viene dato un affresco della Sicilia, dai primi del Novecento ad oggi.

Tra i libri dicembrini, sul podio vanno la raccolta Fiori di gelso, per l'argomento trattato, che andrebbe diffuso e conosciuto in modo più esteso; ho apprezzato anche La vita straordinaria di Sam Hell per il suo protagonista dagli occhi rossi, sulla cui vita veglia la madre, donna di grande fede, e La donna del ritratto per la capacità della Morton di intrecciare personaggi e periodi lontani tra loro attraverso dinamiche piene di mistero.

 

Per quanto concerne l'unica Reading challenge cui ho partecipato e che prevedeva solo 20 obiettivi, il bilancio è positivo in quanto... sono riuscita a completarla, ma del resto era una "sfida" abbordabile. 


clicca se vuoi conoscere gli obiettivi della RC





La musica del mese di dicembre ha un nome: CLAUDIO BAGLIONI, che mi sta riempiendo le giornate (e le orecchie) con il suo ultimo lavoro, IN QUESTA STORIA CHE E' LA MIA, album che personalmente trovo davvero bello. Grazie Cucaio *_*

Vi posto uno dei brani dell'album che ascolto a ripetizione (Altrove e qui) :-D 








Citazione del mese:

"Se mi rivolsi ai libri fu perché erano l'unico rifugio che conoscevo, ciò di cui avevo bisogno per sopravvivere, per proteggere una parte di me stessa che sentivo sempre più in pericolo. Il mio altro rifugio, quello che mi aiutava a restituire un po' di sanità mentale e di spessore alla mia vita, era di natura più intima e personale." (LEGGERE LOLITA A TEHERAN, Azar Nafisi)

mercoledì 30 dicembre 2020

Recensione: LA DONNA DEL RITRATTO di Kate Morton



Un mystery ambientato in una casa suggestiva e bellissima, ricco di colpi di scena, con personaggi legati tra loro attraverso intrecci che si dislocano in differenti archi temporali e che confluiscono in un triste segreto che aspetta di essere svelato.


LA DONNA DEL RITRATTO
di Kate Morton


Ed. Sperling&Kupfer
496 pp
"Ero la sua musa, il suo destino. E lui era il mio. È stato tanto tempo fa, è stato ieri. Oh ricordo bene l'amore."

Elodie Winslow è una giovane donna che lavora come archivista presso la Stratton-Caldwell & Co. e un giorno, mentre è al lavoro, scopre una tracolla in cui trova i disegni di una casa che, guardandola bene, lei riconosce come qualcosa di famigliare: essa infatti somiglia alla casa descritta da sua madre quando le raccontava le favole la sera!
Non solo, ma nella tracolla c'è pure una foto che ritrae una donna molto bella.
Elodie sta vivendo una fase della propria vita che dovrebbe essere caratterizzata dalla felicità: sta per sposarsi, infatti, e con la suocera fervono i preparativi per la cerimonia nuziale.

Eppure la giovane è malinconica, insoddisfatta, triste: non riesce ad essere felice all'idea di unirsi in matrimonio con il fidanzato Alistair, col quale non pare esserci un gran trasporto; non solo, ma il ricordo della madre - Lauren, famosa violoncellista morta venticinque anni prima in un incidente stradale - che non è lì con lei fisicamente eppure fa sentire la sua (ingombrante?) presenza attraverso una cappa di cupa malinconia che non se ne va, in questo periodo è più che mai vivo e nostalgico.
A turbare emotivamente Elodie interviene una foto scattata da una fotografa pochi giorni prima della morte di sua madre: ella è in compagnia di un uomo (un violinista, lo stesso che era con la donna il giorno dell'incidente, perdendovi anch'egli la vita) e i due hanno visibilmente un atteggiamento confidenziale, di intimità.

Elodie è confusa e il suo interesse per il contenuto della tracolla - i disegni e il ritratto della "donna in bianco" - diventano un modo per distrarsi e non pensare al presente, che le mette più ansia che serenità; decide quindi di impegnarsi nella ricerca dell'identità della donna nella foto.
Grazie all'aiuto di un'amica, arriva a identificarla come Lily Millington, colei che fece da musa ispiratrice per il pittore Edward Radcliffe, che più di una volta la ritrasse nelle proprie opere, completamente soggiogato dal fascino puro e magnetico della ragazza. Pare che pittore e modella avessero intrattenuto una relazione, nonostante lui fosse già fidanzato con una certa Fanny Brown.

Ma qualcosa di tragico è accaduto nelle vite di Edward e di queste due donne, e per scoprirlo il lettore deve mettersi all'ascolto di più voci narranti, che raccontano fatti accaduti in diversi momenti temporali.
Al centro di tutto c'è la casa disegnata negli schizzi contenuti nella tracolla: Birchwood Manor, una grande casa nella campagna dell'Oxfordshire.

Nell'estate del 1862 un gruppo di giovani artisti si ritrova in una casa sul fiume (di proprietà proprio di Edward) per passare insieme un mese di libera creatività.

"Fu questa la sua proposta: un intero mese estivo dedicato alla pittura, alla poesia e ai picnic, ai racconti, alla scienza, all'invenzione. Un mese di luce donata dal cielo. Lontani da Londra e da ogni sguardo indiscreto. Ovvio che gli altri non avessero esitato."

Con Edward ci sono i suoi amici e "colleghi":  il pittore Thurston Holmes (un uomo arrogante, beffardo, decisamente antipatico), il fotografo Felix e la fidanzata Adele Bernard; con loro ci sono anche Lily (in qualità di modella privilegiata di Edward), Clare e Lucy, sorelle di Edward; Lucy è la più piccola del gruppo, è una ragazzina, di otto anni minore del fratello, col quale ha un rapporto molto stretto, soprattutto perchè lui l'ha sempre trattata con molto rispetto, stimolandola a studiare, a leggere, ad avere fame di conoscenza, di verità.
Lucy, in quei giorni trascorsi nella bellissima villa - con cui il fratello sembra avere un legame ancestrale, quasi sovrannaturale, come se la casa fosse vivente e lo chiamasse a sé, come se si appartenessero a vicenda - con quegli adulti amanti dell'arte e del bello, comprende bene che Edward e la sua modella, Lily, hanno un rapporto speciale, che va oltre quello professionale.

Lucy non riesce neppure a provare gelosia perché Lily è gentilissima con lei, non la tratta come una sciocca mocciosa..., ma la tragedia è dietro l'angolo.

Le cose purtroppo non vanno come previsto, la tensione sale all'arrivo della fidanzata di Edward e in un pomeriggio rovente si sente risuonare un colpo di pistola: una donna muore, un'altra scompare e un prezioso gioiello scompare. 
La verità su quel giorno scivola tra le pieghe del tempo e il lettore diviene il depositario di un segreto custodito nella villa dei Radcliffe.

Per arrivare, quindi, alla verità di ciò che accadde di drammatico in quel pomeriggio a Birchwood Manor e che sconvolse le vite di più persone, dobbiamo fare attenzione, come dicevo, ai racconti di più narratori.

Uno di essi è Lucy, il cui punto di vista si incrocia con quello della donna del ritratto, Lily appunto; scopriamo che anzitutto questo non è il suo vero nome, ma che da bambina suo padre e la famiglia presso cui è cresciuta (dopo che suo padre l'ha abbandonata per andare in America) la chiamavano Birdie ed era una piccola ladruncola. Crescendo, la sua bellezza è stata notata per caso da Edward, che nel rimase folgorato e decise di ritrarla nei suoi quadri.

Le prospettive di entrambi questi personaggi femminili sono inevitabilmente intrisi di malinconia e tristezza: Lucy racconta i fatti consapevole che in quella maledetta estate del 1862 lei era poco più che una bambina, la cui versione dei fatti non venne presa nella giusta considerazione, facendo sì che gli eventi prendessero una piega terribile e infelice, che negli anni hanno pesato sul cuore e sulla coscienza di Lucy.

Quest'ultima, nel ricevere la villa in eredità dopo la morte del fratello, ha trasformato Birchwood Manor in una scuola per ragazze desiderose di studiare, e mentre l'attività scolastica è in pieno svolgimento (siamo nel 1899) accade un evento tragico, che porterà alla chiusura della scuola; cito questo evento di volata - vorrei evitare di dare troppi dettagli - perchè è coinvolta una bambina, Ada, che sarà anche lei - per non poche pagine - narratrice, in quanto le sarà affidato qualcosa di prezioso.
Quest'oggetto importante passerà poi un altre mani: in quelle di un bambino speciale, che si ritroverà a vivere anch'egli a Birchwood Manor (insieme alla mamma Juliet e ai fratelli), durante la seconda guerra mondiale, e che tanti anni dopo sarà pronto per passarlo a sua volte in altre mani...

Nel presente conosciamo anche Jack, un ragazzo che lavora come investigatore privato e al quale una persona ha affidato una missione segreta: andare a Birchwood Manor e scoprire che fine ha fatto il gioiello chiamato Blue Radcliffe. L'uomo incontrerà Elodie, impegnata a risolvere il bandolo della matassa che ruota attorno alla casa (oggetto dei racconti della madre) e dell'identità di Lily, nonché del destino cui ella andò incontro e sul quale ci sono solo ipotesi, perché ogni informazione sulla ragazza cessò in quel pomeriggio del 1862, quando nella casa ci scappò il morto e la pietra preziosa venne presumibilmente rubata.

A proposito di Lily, una cosa devo aggiungerla: la sua "presenza" la sentiremo ancora nel 2017 perché lei in quella casa "arenata sulla sponda del fiume come un vascello incagliato" è un'ospite speciale e a quelle mura, cariche di voci che si perdono in un tempo ormai lontano e smarrito per sempre, è legata in modo indissolubile.

Elodie e il lettore riceveranno risposta a ogni dubbio e domanda, ma non posso non confessarvi che arrivarvi è stato un tantino faticoso...!

Premessa fondamentale: io amo Kate Morton!! Amo le sue storie misteriose e complicate, collocate in momenti differenti e distanti tra loro anche più di un secolo ma che sono strettamente legati attraverso dinamiche sorprendenti, che coinvolgono i personaggi principali; amo le sue ambientazioni, che vedono sempre una casa-villa meravigliosa e piena di segreti da scoprire, collocata in un luogo lontano dal trambusto cittadino e ideale per starsene da soli, a passeggiare nella natura.

Dico questo per chiarire che non ho problemi con i romanzi corali e le narrazioni che fanno salti dal presente al passato e viceversa, ma devo dire che qui ho avuto qualche difficoltà iniziale a raccapezzarmi in quanto i punti di vista dei personaggi - distanti tra loro di molti anni - si susseguono in maniera troppo ravvicinata e c'è il rischio che il lettore non capisca subito cosa stia succedendo, a chi e in che anno stiamo.

Senza contare che c'è la prospettiva di Lily ad attraversare praticamente tutto il romanzo e che comprende un arco temporale davvero esteso (oltre centocinquant'anni), il che getta un po' di confusione nel seguire il filo del racconto.

Ecco, questo piccolo accenno di confusione - che per carità, si risolve andando avanti - ha fatto sì che non divorassi il libro e che procedessi (cosa che difficilmente mi è capitato con i romanzi precedenti della Morton) con fin troppa flemma.
Ma è davvero il solo difetto perché per il resto è un romanzo intrigante, con una bella storia (forse mi sarebbe piaciuto giusto un po' di spazio in più per Elodie), con un segreto dimenticato da tantissimi anni che aspetta di essere portato alla luce e personalmente, quando vi sono giunta, ho provato una grande tristezza per la disgrazia cui è collegato.

La presenza della casa quale luogo speciale e capace di esercitare una forte attrattiva sui personaggi, e il fatto che la stessa donna del ritratto si identifichi in una delle narratrici, sono due aspetti che mi sono piaciuti.

Al centro del romanzo vi è lo scorrere del tempo, la ricerca della verità e della bellezza, ma alla base di tutto - e quel che conferisce senso alle azioni dei personaggi - e che la vita è preziosa e anche nei momenti bui è possibile trovare la luce.

Nel complesso mi è piaciuto, Kate Morton si conferma comunque una meravigliosa narratrice e, per quanto mi riguarda, io aspetto sempre una sua pubblicazione con trepidazione!



Altri romanzi di Kate Morton recensiti:




lunedì 28 dicembre 2020

Recensione: SE AVESSI AVUTO GLI OCCHI NERI di Gianfranco Sorge



Si dice spesso che ciascuno di noi  si costruisca il destino con le proprie mani.
Sicuramente c'è un fondamento di verità in questo modo di dire, ma non sempre la questione è così logica e "semplice": a volte, è il destino a decidere per noi, attraverso eventi che non sono modificabili e che rischiano di condizionare il nostro vissuto. Ma non c'è esistenza che non possa essere, in qualche modo, riscattata. Non c'è tormento al quale non si possa quanto meno tentare di metter fine, e anche se un pizzico di rimpianto, di amarezza, continuerà a serpeggiare in un angolo della mente, a far compagnia ci sarà la certezza che non ci si è lasciati andare passivamente a un destino impietoso, ma che si è lottato per la propria felicità.



SE AVESSI AVUTO GLI OCCHI NERI
di Gianfranco Sorge


goWare Ed.
268 pp
Stella è una donna anziana che, dopo un tentativo di suicidio, viene ricoverata in psichiatria; a visitarla c'è il dottor Cusani  che, mostrando una grande sensibilità, la incoraggia a parlare per capire i motivi che l'hanno condotta a quel gesto.

La donna, come obbedendo a un istintivo ed urgente bisogno di buttare fuori i soprusi e i dolori vissuti in tanti anni di vita, comincia il racconto della propria sofferta esistenza. 

Stella è nata e cresciuta a Troina, in Sicilia, da una famiglia semplice che non le ha fatto mancare mai nulla; i genitori l'hanno tirata su con amore ma anche con severità, e adeguandosi ai modi di fare e di educare le femmine tipici di quei tempi (parliamo degli anni Trenta) e di quella terra.

La ragazzina, che durante l'infanzia studia dalle suore e le vengono inculcati determinati principi e avvertimenti su purezza, peccati e via dicendo, con gli anni diventa un'adolescente molto bella, dai capelli biondi e gli occhi azzurri (cosa non frequente, in Sicilia), guardata con desiderio dagli uomini.

Purtroppo a desiderarla e a mettere i suoi perfidi occhi su di lei è Sebastiano Sperlinga Della Torre, un giovanotto tanto avvenente quanto arrogante e prepotente.
Il ragazzo è determinato ad avere la bella Stella e i due si fidanzano immediatamente, ma per diverse ragioni, Sebastiano rompe, subito dopo, improvvisamente il fidanzamento, lasciando la ragazza disperata e addolorata. Era convinta di aver trovato il suo principe azzurro da sposare, e invece lui l'ha abbandonata come una scarpa vecchia!
Stella reagisce e si fidanza con Giuseppe (figlio di cugini), un ragazzo buono con un difetto evidente di zoppia; i due progettano di sposarsi ma il ritorno di Sebastiano sconvolge tutti i piani di Stella di avere una vita tranquilla.

Il giovanotto, infatti, torna alla carica ed è più che mai intenzionato a riprendersi la fidanzata precedentemente lasciata, e lo farà costi quel che costi.
Sebastiano ha una personalità forte, dominante, se vuole una cosa (e Stella, in fondo, per lui, è un oggetto che, a suo modo di vedere, gli appartiene) fa di tutto per ottenerla, fosse anche impiegando mezzi illeciti.
Dopo aver praticamente rapito la ragazza e "averla fatta sua", Sebastiano non esita a minacciare e a far del male ai genitori della stessa pur di ottenere da loro la donazione di soldi e immobili con la scusa della dote da dare alla figlia; dote che deve ammontare a quanto dice lui, se i Santoro vogliono che lui la sposi e che così la ragazza non resti disonorata a vita.

Cosa non si fa per amore di coloro che si ama?

"Amare è risparmiare inutili sofferenze a chi si ama", le scrive la mamma nell'ultimo drammatico saluto, e questo insegnamento resterà impresso, negli anni, nel cuore della povera Stella, che lo custodirà dentro di sé e, nei momenti difficili in cui sarà necessario fare scelte e sacrifici, lo vivrà sulla propria pelle.

La vita di Stella accanto ad un uomo freddo, spietato, calcolatore, tracotante, aggressivo e quasi privo di sensibilità e tenerezza, sarà davvero costellata da umiliazioni, delusioni, amarezze, pianti, accompagnati dalla triste consapevolezza di non avere la forza e il modo di opporsi, anche perché il suo potente coniuge non le permetterebbe mai di lasciarlo o di provare anche solo a ribellarsi alla sua autorità.

A portare un po' di gioia e la possibilità di riscatto da una vita grama di amore e carezze, ci pensano i figli: la primogenita. Santa, è la cocca di papà, l'unico essere umano in grado di ammorbidirlo; la ragazza riuscirà a crearsi una vita indipendente sin dagli anni universitari. 

I problemi nascono con il secondogenito, Carmelo, la cui "sfortuna" inizia dalla culla; il bimbo, infatti, nasce con un particolare fisico odioso agli occhi del burbero genitore, nel quale il sentimento di fierezza, per aver avuto finalmente l'erede maschio tanto desiderato, viene offuscato dal fatto che il bimbo ha gli occhi azzurri, come quelli della madre.

Sembra incredibile eppure questo padre rifiuta il figlio appena nato perché non ha gli occhi neri come i veri “masculi siciliani”. 

Un rifiuto che si protrarrà nel corso degli anni, segnando in maniera indelebile l'infanzia, l'adolescenza e, in generale, l'esistenza del povero Carmelo, che soffrirà inevitabilmente per l'assenza dell'amore paterno.
Sebastiano, perfido ed egoista com'è, non solo allontana Carmelo da casa, ma lo costringe - dietro minaccia - a tagliare i ponti con tutta la famiglia, a partire dalla mamma, con la quale invece ha sempre avuto un bellissimo rapporto, fatto di comprensione e sostegno reciproci.

I due, infatti, sono sempre stati molto complici e Stella ha avuto da subito verso il bimbo un forse senso di protezione, come per colmare le lacune di un padre incapace di amare quel povero bambino senza colpa alcuna.
Ad esacerbare l'animo già indurito e incattivito di quest'uomo nei confronti di Carmelo, si aggiunge un altro aspetto: il ragazzino ha una sensibilità spiccata e, ai giochi "dei maschi", preferisce quelli "delle femmine".
Quando il padre se ne accorge... apriti cielo! Per lui questo modo di essere del bambino va stroncato sul nascere, perchè non si tramuti in omosessualità.
Ma non è soffocando la natura del ragazzo, che questi cambierà automaticamente orientamento sessuale.
Carmelo non è a suo agio nel corpo che madre natura gli ha donato e questo sarà per lui causa di tormenti e inquietudini, che lo porteranno a fare via via delle scelte che lo condurranno verso l'accettazione di sé, della propria identità, senza lasciarsi condizionare da nessuno.

In questo romanzo, che alterna il racconto del presente a quello del passato, ci scorre davanti la storia di una famiglia del Sud caratterizzata da dinamiche molto complesse e, a partire da essa, ci viene dato un affresco della Sicilia, dai primi del Novecento ad oggi, ponendo sotto i riflettori specifiche tematiche, come il modo in cui veniva trattata la donna fino a qualche decennio fa e in certe zone dell'Italia, i cambiamenti della società e come essi si siano riflettuti (e si riflettano) all'interno del microcosmo famigliare nel corso del tempo, il rapporto di coppia (quello tra Stella e Sebastiano è davvero particolare, non sano per molti aspetti, eppure i due sono legati in modo indissolubile), l'omosessualità e la difficoltà di accettarsi quando si sa già che, manifestandola e vivendola apertamente, si rischia l'emarginazione, il rifiuto da parte della famiglia, lo scherno; la ricerca e la costruzione della propria identità, senza condizionamenti e liberi da dipendenze emotive deleterie; l'importanza e l'influenza dell'ambiente in cui si cresce, il bisogno di ricevere amore e approvazione da chi si ama, in primis dalle figure genitoriali.

L'Autore ha dato vita ad una saga famigliare ricca di intrecci emotivamente forti, ben contestualizzato, con personaggi molto ben caratterizzati psicologicamente (e non me ne stupisco, vista la professione svolta), con i quali si entra in empatia e che suscitano sentimenti e reazioni nel lettore, che si tratti dell'aggressivo ed egoista Sebastiano, o della dolce e paziente Stella o del tormentato Carmelo.
Il linguaggio è consono al contesto, ai personaggi e alle vicende che li coinvolgono, è realistico, anche più crudo quando la situazione lo richiede.
Un libro che si lascia leggere con scorrevolezza, io l'ho divorato in poco tempo perché le vicissitudini di Stella e famiglia hanno davvero catturato il mio interesse.
 



Notizie sull'Autore. Gianfranco Sorge, nato a Catania, è medico chirurgo, dirigente psichiatra dell’azienda sanitaria catanese, psicoterapeuta e docente di Psicopatologia presso la scuola di specializzazione dell’Istituto Italiano di Psicoanalisi di Gruppo (IIPG). I suoi racconti hanno ricevuto importanti menzioni in vari premi letterari nazionali. Con goWare ha pubblicato la raccolta di racconti È solo nella tua mente ed è reale (2015) e i romanzi Squatter! (2018) e Perturbanti congiungimenti (2019).


domenica 27 dicembre 2020

Recensione: "Racconti di viaggio, racconti di vita" di Milka Gozzer

 

Tra storia e reportage, autobiografia e cronaca di costume, racconto e avventura, Milka Gozzer ci conduce in un percorso epico dal deserto della Namibia alle metropoli di Tokio e di Seul, dalla Bolivia alla Cambogia, dalla dittatura birmana alle crociate contro i catari, dalla terra delle badanti alla tecnologia di Taiwan, dal Golfo del Tonchino a Parigi.


Racconti di viaggio, racconti di vita
di Milka Gozzer

Self-publishing
155 pp
"Conosciamo veramente le motivazioni che spingono i
nostri spostamenti brevi o lunghi? Solo quando te lo chiedono
ci pensi, e spesso la ricerca di una ragione sensata risulta
vana o apparentemente non all’altezza della destinazione
finale. Il caso è veicolato da insignificanti, per non dire sciocchi, dettagli."

Viaggiare significa conoscere posti diversissimi tra loro, incontrare tante persone, con le loro culture, linguaggi, costumi e tradizioni...., ma anche animali!
Alcuni di questi meno rassicuranti altri: nel deserto della Namibia, l'autrice e il compagno di viaggio Bussola (l'amico giornalista Nicola Guarnieri) si son ritrovati di notte accerchiati da un gruppetto di "simpaticissime" iene, ma alla "strizza" provata nei momenti in cui il branco gironzola tra le loro cose, segue la tenerezza di fronte a un  cucciolo di sciacallo - battezzato Sciaki -, che li terrà compagnia prima di andar via e di vederlo diventare un puntino lontano.

E saranno pure un bel po' lontane ma in Kirghizistan le stelle si vedono, chiare e limpide: in questo paese la cui terra è per la maggior parte inospitale e aspra, l'autrice gode della semplice ma calda ospitalità delle famiglie contadine che abitano nei villaggi, condividendo del tempo con le persone del posto, accostandosi con curiosità alle loro tradizioni, rimirando i coloratissimi tappeti, entrando nelle yurte (antiche abitazioni nomadi di forma circolare, assemblate con stuoie e tappeti di feltro attorno a una struttura di pali) e lasciandosi scaldare il cuore dai loro sorrisi aperti.

E scalda il cuore anche la bontà e la semplicità di chi ha reso la propria vita una missione per aiutare il prossimo, come padre Anselmo in Bolivia, al fianco dei contadini che si battono per difendere le proprie terre e poterle coltivare.
Tra le polverose strade segnate dalla povertà, dalla prostituzione, dalla droga, dalla criminalità, i missionari hanno spesso portato una boccata d'ossigeno facendo costruire strade, ospedali, scuole.

E poi ancora l'Africa, che lungi dall'essere tutta deserto e savane, è anche fatta di città, grandi, sporche e inquinate; la povera semplicità della Moldavia, quella più disperata e angosciante della Cambogia, dove i bimbi - già da piccoli - cominciano a lavorare, se non restano mutilati per le mine disseminate nei campi e nei fiumi (triste e tragica eredità dei “Khmer Rossi”, che nel 1975 instaurarono una delle dittature più violente del Ventesimo secolo) o non muoiono prima per diarrea.

Un mosaico di paesi, alcuni popolati da gente meno fortunata di noi europei, dove fame, malattie, miseria, analfabetismo, arretratezza sono all'ordine del giorno, altri caratterizzati dal progresso e da un'invidiabile armonia universale che si riversa sulle attività pratiche quotidiane (vedi Taiwan).

Il lettore viaggia in sella insieme a Milka e gli sembra di percepire, in ogni posto attraversato, gli odori particolari, i sapori, i colori... tipici di ciascuno, di conoscere almeno un po' quella variegata umanità incontrata dalla scrittrice; in base ai luoghi visitati, al lettore vengono anche offerte pillole di fatti storici importanti, che hanno caratterizzato determinate località (il genocidio in Cambogia ad opera di Pol Pot, la persecuzione dei catari in Francia, la divisione della Corea).

Questa raccolta di narrazioni, in cui il viaggio quale esperienza "formativa", che contribuisce ad arricchire tanto il bagaglio di conoscenze quanto la sfera umana, ci ricorda come viaggiare significhi soprattutto cogliere il privilegio e l'opportunità  di gustare la diversità mettendo da parte pregiudizi nei confronti degli altri popoli.

Farlo in bicicletta, poi, acuisce quel senso di rispetto dei posti e di libertà che ha permesso alla Gozzer di "respirare il mondo così come viene, assorbire quelle particelle esistenziali che mi danno la sensazione, bizzarra e indescrivibile, di incontrare in un’altra forma qualcosa e qualcuno che non è più qui ora ma che ha lasciato un segno."

Racconti che ci restituiscono ritratti di persone e di luoghi indimenticabili, che ha visto Milka quale ospite di passaggio, ma sempre attenta, rispettosa, aperta, curiosa.

I racconti di viaggio, frutto di esperienze realmente vissute, sono intervallati da altri frutto della fantasia, perché anch'essa è un veicolo per viaggiare, immaginare, sognare e "andare lontano".

Una raccolta che ho apprezzato molto, ricca di spunti e, ancor più, di umanità, resa piacevole dai contenuti interessanti e da uno stile di scrittura che sa essere tanto preciso e dettagliato  quanto empatico ed ironico.

Una lettura che mette una gran voglia di viaggiare! 

sabato 26 dicembre 2020

UN DUCA DA SCEGLIERE Jess Michaels anteprima romance storico + omaggio da parte dell'autrice




“Un duca da scegliere” (Her favorite duke) è il secondo libro della serie di romance regency “Il Club del 1797” dell’autrice Jess Michaels.

Il libro sarà disponibile dal 5 gennaio ed è già in preordine a questo link >> https://www.amazon.it/dp/B08PVYZPH7/


L'Autrice molto gentilmente ha pensato di offrire alle sue lettrici un piccolo regalo: l’anteprima gratuita del prologo di “Un duca da scegliere”, ancora non disponibile su Amazon.


Il prologo si può scaricare  QUI






Traduttore: Isabella Nanni
Editore: The Passionate Pen LLC
Genere: Romance storico
Prezzo ebook: € 3,99 
disponibile in Kindle Unlimited
€ 13,99 cart.
Data pubblicazione: 
5 gennaio 2021
Inghilterra, 1810. Simon Greene, Duca di Crestwood, da anni è ossessionato da Margaret Rylon. 
C'è solo una cosa che li divide: il suo fidanzato, che è anche il suo migliore amico. 
Simon cerca disperatamente di non distruggere tutto cedendo ai suoi desideri, ma quando Meg e Simon rimangono intrappolati da soli di notte durante un temporale, lo scandalo che ne risulta non solo porta alla rottura del fidanzamento di Meg, ma costringe Simon a chiederne la mano al posto del suo amico.

Margaret è dispiaciuta di aver ferito la sua famiglia e il suo fidanzato, ma tutto quello che ha sempre voluto è Simon. E diventa ancora più determinata ad avere una vita felice insieme a lui quando si arrendono a passioni rimaste a lungo sopite. 
Ma anche se Simon le dà il suo corpo, non le concede il suo cuore. È schiacciato dal senso di colpa per aver tradito il suo amico e ha paura di ciò che il legame con Meg può svelare.

Ma se Simon non impara in fretta a combattere per lei, potrebbero perdere entrambi la possibilità di essere felici.

L'autrice.
Jess Michaels è un’autrice bestseller di USA Today. Sebbene abbia iniziato come autrice tradizionale pubblicata da Avon/HarperCollins, Pocket, Hachette e Samhain Publishing, e anche da Mondadori in Italia nella collana “I Romanzi Extra Passion”, nel 2015 è passata al self publishing e non si è mai guardata indietro! Ha la fortuna di essere sposata con la persona che ammira di più al mondo e di vivere nel cuore di Dallas. Quando non controlla ossessivamente quanti passi ha fatto su Fitbit, o quando non prova tutti i nuovi gusti di yogurt greco, scrive romanzi d’amore storici con eroi super sexy ed eroine irriverenti che fanno di tutto per ottenere quello che vogliono senza stare ad aspettare.



Estratto

Il suo turbamento, originato durante la festa quando aveva visto Simon e Graham insieme - il futuro che le era stato imposto e quello che non avrebbe mai avuto - aveva causato molti problemi, per di più all’unica persona al mondo a cui non avrebbe mai voluto fare del male.
Nel buio si voltò lentamente verso di lui. «Simon?» sussurrò.
Nessuna risposta. Aveva il viso leggermente girato, quindi Meg non poteva dire se avesse gli occhi aperti o chiusi.
«Simon?» ripeté, questa volta con meno sicurezza.
«Che c’è?» rispose lui, con voce tesa.
«Mi… mi spiace di aver rovinato la giornata» disse lentamente. «Mi spiace di aver causato tutti questi problemi scappando dalla festa.»
Lui non disse niente, ma si mosse un po’ e rilassò leggermente le spalle. Meg lo prese per l’incoraggiamento che non le aveva dato ad alta voce e continuò.
«Sento di dovermi spiegare» confidò con un sospiro. Il buio, l’intimità di essere a letto insieme, tutto contribuiva a dare l’impressione che potesse dire senza timore quello che aveva in cuore. Non tutto, ovviamente. Ma in parte. Se Simon avesse capito, forse sarebbe stato più facile, in qualche modo. «Io… io non voglio sposare lui.»


venerdì 25 dicembre 2020

Recensione: "Foglie di gelso. Racconti palestinesi" di Aysar Al-Saifi

 

Foglie di gelso è una raccolta di testimonianze di uomini e donne della Palestina che hanno vissuto la dolorosa esperienza di essere rinchiusi, per tempi anche lunghi, in carceri israeliane; esperienza che, per quanto drammatica e quindi impressa in modo indelebile nelle menti e nei cuori, non ha impedito loro di continuare a resistere, a credere che anche per il popolo palestinese e per la sua "Patria"  arriverà il momento, tanto atteso, della libertà e, prima ancora, di vedersi riconosciuto il diritto di esistere.



"Foglie di gelso. Racconti palestinesi" 
di Aysar Al-Saifi




Prospero editore
trad. Althea Pohl, Stefano Riva
160 pp
"...anche noi palestinesi, come gli uccelli, amiamo la libertà, non possiamo vivere in gabbia e non sopportiamo una vita in schiavitù. La nostra è una vita che non conosce confini, ma solo il cantare del mattino. E tu, figliolo, volerai di nuovo in alto. (...) Non stare in pensiero per me: nonostante il trascorrere degli anni (...) io sono ancora forte, come il gelso e forse di più".

Aysar Al-Saifi è nato trentadue anni fa nel campo profughi di Dheishesh, a sud di Betlemme, sorto nel 1949 con lo scopo di accogliere migliaia di persone costrette a lasciare le proprie abitazioni durante la "catastrofe" (Nakba), quando le forze di occupazione israeliane hanno raso al suolo oltre 500 villaggi e costretto più di 700mila persone ad abbandonare le proprie abitazioni.

Tra queste pagine viene data voce a chi voce non ha e le cui vicissitudini rischiano di essere portate via dal vento e ridotte in polvere "come foglie di gelso", dimenticate sotto coltri di indifferenza.

Sono storie intrise di umanità, perché al centro vi è, del resto, proprio l'essere umano, che sia l'occupante o l'occupato, il secondino o il prigioniero, attorno ai quali ruotano tanto i soldati, che irrompono nelle case per arrestare - troppo spesso senza reali motivazioni -, quanto le famiglie di chi viene portato via, allontanato dall'amore dei propri cari, cui restano solo cumuli di disperazione e preoccupazione e briciole di speranza. 

Ma per quanto sbriciolata, se c'è una cosa che resiste nonostante tutto e tutti è proprio la speranza, bagnata di lacrime, sì, ferita dalla paura e dalla solitudine tra le mura di una cella, ma non per questo meno viva; e con essa ci sono la pazienza ("la pazienza è ciò che abbiamo imparato dalla Patria") e l'amore incrollabile per la propria terra, per la quale si soffre, si combatte e si resiste.

Questo piccolo volume si legge agilmente non solo per il numero di pagine ma ancor più per l'immediatezza del linguaggio, che pur essendo essenziale e semplice è carico di empatia e di umanità; la sua lettura offre al lettore la possibilità di conoscere storie vere di chi ha vissuto (e vive tutt'oggi) esperienze di dolore ed ingiustizia per il solo fatto di essere palestinese;

"...essere palestinesi rappresenta una colpa sufficiente per essere perseguitati".

Nuran, Khaled, Ahmed, Mahmoud, Ribhi...: lungi dall'essere semplicemente nomi sconosciuti, nel momento in cui le loro vicende e i loro sentimenti ci scorrono davanti agli occhi, smettono di essere estranei senza identità e li riconosciamo per ciò che sono: uomini e donne nel cui petto batte un cuore di leone anche dietro le sbarre.

"Questa è la differenza tra noi e voi, la differenza tra prigionieri e carcerieri. Tu sei convinto che in prigione siamo deboli, mentre noi, anche se imprigionati, siamo sempre alla ricerca della speranza e del fiore che sboccia dalle ceneri".

Leggiamo di come, al cospetto delle forze di occupazioni israeliane, i palestinesi non possano che cercare di resistere, mettendo a tacere anche i propri sentimenti ed emozioni per non mostrare una debolezza che renderebbe ancora più dura la prigionia e loro pericolosamente vulnerabili davanti ai soldati.

"La posta", "la politica delle stampelle, "la porta della spiumatrice": sono espressioni che a noi non dicono nulla, ma che per tanti uomini e donne si traducono in umiliazioni quotidiane, che avvengano all'interno di furgoni di ferro dove i prigionieri devono sopportare temperature impossibili, piuttosto che al checkpoint, dove anche i vecchi e i bambini attendono per molto tempo in attesa di poter attraversare i posti di blocco.

E le attese sono lunghe e logoranti anche per i famigliari dei detenuti, che aspettano ore per ottenere di vedere, magari solo per pochi secondi, il volto del proprio congiunto. 

Di capitolo in capitolo si susseguono, quindi, storie di vita con protagonisti diversi ma strettamente uniti dall'amore per il proprio popolo, l'attaccamento alle famiglie (ci si commuove e al contempo si prova un inevitabile senso di impotenza e rabbia nel leggere le struggenti lettere che i detenuti si scambiano con le madri, private dei propri figli, e in attesa di riabbracciarli, quando saranno finalmente liberi), agli amici con cui si è condivisa l'infanzia e, da adulti, la lotta contro il nemico-vicino; sono persone che all'interno delle carceri cercano di proseguire la loro battaglia, resistendo a ogni tentativo di manipolazione e assimilazione della coscienza, con scioperi della fame, alimentando l'attività culturale tra i detenuti,  costantemente ostacolata dalle autorità israeliane.

Non ci sono popoli di serie A e di serie B, violazioni dei diritti più o meno urgenti per cui battersi e, come ricorda Luisa Morgantini (nella Prefazione), citando Mandela "non ci sarà libertà per nessuno, fino a quando i palestinesi non saranno liberi".

Queste riportate da Aysar sono testimonianze preziose che - mettendo in risalto la tenacia di un popolo che con coraggio resiste all'occupante, che conserva la propria libertà nonostante le sbarre di squallide celle ed è mosso dall' "immortalità di un amore reciproco con la propria terra" -  con forza e sensibilità conducono il lettore "dentro quello squarcio ancora aperto sulla Palestina, che da troppi anni cerca di guarire senza riuscirci" (dalla Postfazione di Chef Rubio).

Da leggere.


"...proprio perché non possediamo a priori la libertà, siamo consapevoli del vero significato di una vita senza essa. Proprio perché ne siamo privi, riusciamo a comprenderne il significato e a essere le persone più adatte a definirla e capirla. Mi fanno ridere quei popoli che gridano alla libertà ignorandone il significato. Come possono conoscere il significato della libertà se non ne sono mai stati privati come noi?"
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