lunedì 30 gennaio 2017

Recensione: IL RUBINO INTENSO DEI SEGRETI di Viviana Picchiarelli




In mezzo alle suggestive colline umbre e tra i filari di vigneti stillanti profumi e sapori inconfondibili e inebrianti, si svolge la storia di un'agiata famiglia, dedita da generazioni alla produzione di vini di qualità, che dietro la facciata di rispettabilità e austerità, cela al suo interno segreti, bugie, tradimenti, amori soffocati e tormentati, invidie e gelosie.


IL RUBINO INTENSO DEI SEGRETI
di Viviana Picchiarelli



Anno: 2016 
€ 16,00
Pagine: 437 
Self publishing (ebook)
Prezzo versione digitale: € 4,99
Greta Capotosti, 36enne, ha appena lasciato la città che l’ha accolta negli ultimi 5 anni (Milano) per tornare nella sua terra d’origine, nella bella e suggestiva Umbria e, soprattutto, nella grande tenuta di famiglia, in cui è nata e cresciuta.
Il ritorno a casa non è accompagnato da sentimenti solo positivi, perché da quella famiglia Greta è letteralmente scappata.
È scappata da un clima famigliare sempre teso e cupo a causa delle intricate e frustranti vicende e dei rapporti tra gli abitanti della casa. Nella tenuta, infatti, Greta è cresciuta  non solo insieme ai genitori Enrico e Fiorenza (ormai separati da diversi anni) ma anche con nonna Olivia, la vera e sola “padrona di casa”, con lo zio Gianfranco (fratello di Enrico), sua moglie – zia Isabella -  e il loro unico figlio, Michele.
Tra le mura domestiche si è sempre respirata molta tensione e rigidità, in particolare a motivo della presenza eccessivamente austera ed ingombrante di nonna Olivia, la matriarca che – dopo la morte del marito – non soltanto  ha sempre avuto in mano le redini dell’azienda vinicola, ma ancor di più le vite di figli e nipoti; a questo, negli anni si sono aggiunti i problemi personali all’interno delle singole famiglie, su cui però la stessa Olivia ha avuto purtroppo il suo triste peso.

Greta, quindi, è tornata a casa, dopo esserne fuggita, dopo essere andata via senza dare spiegazioni a nessuno, nemmeno alla persona più importante della sua vita.
Greta aveva un sogno nel cuore da coltivare: diventare una bravissima ballerina di danza classica; una passione che ha caratterizzato la sua infanzia, facendola sentire viva, e che lei ha assecondato in tutti i modi, fino al triste giorno  di 5 anni prima in cui un incidente ha spezzato questi sogni e il suo innegabile talento, lasciandola zoppa non solo nel fisico ma soprattutto nel cuore.
Un cuore che è mutilato e sofferente perché Greta non è stata costretta a rinunciare “soltanto” (come se fosse poco!) alla sua amata danza, ma anche al suo amore di gioventù. Un amore vissuto di nascosto perché “stonato”, non lecito, che, se fosse diventato noto a chi era loro attorno, avrebbe ricevuto disapprovazione.
Sì perché il grande amore di Greta è suo cugino, Michele Capotosti, ed è comprensibile come questo sentimento sia stato vissuto dai due innamorati con un gran senso di colpa, con la consapevolezza che questo loro folle amore fosse proibito, “sporco”.
Un amore non privo di conseguenze, che Greta ha dovuto affrontare nel silenzio e da sola e che, se Michele le conoscesse, lo farebbero infuriare.

Ora che è tornata a casa dopo essere fuggita da tutto e tutti, Greta non sa cosa aspettarsi, nè se e quanto resterà nella tenuta.
Michele è arrabbiato con lei perché s’è sentito abbandonato dalla donna amata, senza ricevere spiegazioni; la cugina fatica a riconoscerlo perché l’uomo è diventato cinico, nervoso, frustrato, e si è dato al proprio lavoro di manager della tenuta Capotosti anima e corpo, abbandonando definitivamente la sua passione più grande: il pianoforte.
Michele ama suonare il piano ma ha dovuto mettere da parte talento e passione per assecondare il volere paterno e di nonna Olivia, che sono riusciti a “costringerlo” a lavorare per l’azienda di famiglia, lascando perdere la musica. Ovviamente, questa scelta obbligata ha reso Michele un uomo infelice e arrabbiato con tutto e tutti, e perdere Greta non ha fatto che peggiorare le cose…
Non solo, ma per cercare di andare avanti, Michele s’è fidanzato con la bella Cristina, l’avvocato di famiglia, fingendo sentimenti che non nutre – perché nel suo cuore c’è posto solo per la cugina – e accettando di fissare la data del matrimonio…

Ed ora che Greta è tornata cosa succederà?  La fiamma dell’amore e della passione che li ha tenuti legatissimi in passato, si riaccenderà o i due riusciranno a tenerla a bada?

Ma ad essere cambiato non è solo Michele e il suo rapporto con lui, bensì anche gli altri componenti della famiglia, in special modo Olivia.
Questa nonna-tiranno, austera, priva di qualsiasi slancio d’affetto verso chiunque, un vero e proprio generale in casa, che ha sempre messo il becco su tutto, condizionando la vita dei figli, dei nipoti e, lì dove c’è riuscita, delle nuore, facendone scappare una (Fiorenza) e rendendo  l’altra (Isabella) triste e depressa…, ebbene proprio lei adesso è ridotta ad un involucro vuoto, senza più volontà e memoria. Questo per colpa dell’Alzheimer, che l’ha resa inabile, un peso morto di cui si occupa soltanto la sua domestica personale (Teresa), supportata da Enrico, l’unico della famiglia che riesce ad avvicinarsi alla vecchia donna.

La presenza di Greta in famiglia scombinerà gli equilibri (o presunti tali) formatisi negli ultimi anni, mettendo di fronte tutti i Capotosti davanti alle proprie responsabilità e, soprattutto, davanti ai tanti segreti inconfessati che hanno lacerato e influenzato la vita di tutti loro.

Ognuno ha infatti delle verità taciute che, se venissero scoperte, lacererebbero i legami tra loro, che già di per sé sono complicati.
Basta una scatola di biscotti con dentro delle lettere, frutto delle sfogo di una donna sola e infelice, per mandare in crisi un uomo posato come Enrico e per gettare nella disperazione l’infelice Michele.
Ma per un segreto terribile tenuto nascosto per anni e poi scoperto nel modo più drammatico, ce ne sono altri che, se rivelati, potrebbero in qualche modo sistemare anche le situazioni più sconvolgenti…

Considerazioni

“Il rubino intenso dei segreti” è un romanzo che ha al centro questa famiglia, al cui interno covano troppe bugie, troppi segreti che dal passato pretendono di riaffiorare, minacciando disastri in esistenze che finora hanno provato a trascinarsi se stessi, la propria felicità, senza viverla davvero.
Ma per quanto scoprire dolorose verità sia pericoloso e faccia soffrire, è anche necessario se si vuole diventare davvero padroni della propria vita e del proprio futuro.

Ho ritrovato tra queste pagine la scrittura accurata, elegante e sensibile di Viviana Picchiarelli, che già avevo apprezzato in “La locanda dalle emozioni di carta”.
I personaggi sono tutti caratterizzati alla perfezione, di ciascuno ci vengono palesati emozioni, sentimenti, pensieri, paure, fragilità, speranze, col risultato che tutti loro prendono vita dalle pagine del libro e ci sembra, leggendo, di conoscerli davvero, di essere lì con loro nella bella tenuta dei Capotosti.

E come l’Autrice, con la sua scrittura viva, dettagliata, attenta, riesce a farci sentire e vivere la suggestione e il fascino della vita dedita alla produzione del vino (sembra quasi di sentire il calore del sole passeggiando tra i filari, o l’odore deciso del vino nei calici), così riesce anche a farci “sentire” inevitabilmente tutta la tensione emotiva, il peso delle cose non dette per egoismo, paura, per troppo amore…, e che rischiano di logorare pericolosamente i membri di questa famiglia e i legami tra loro, a causa di questi segreti custoditi, “segreti dell’anima di un unico colore, carico e robusto come il rubino intenso dei loro vini”.

È un romanzo che ci tocca diversi temi, in particolare l’importanza di lottare per i propri sogni, la forza del perdono,  gli effetti drammatici di bugie raccontate per anni, il rapporto genitori-figli, spesso reso complesso dalle esperienze difficili dei primi, che – magari anche non volendo – si ripercuotono sulla felicità dei secondi.

Viviana Picchiarelli ci regala un’emozionante ed intensa storia famigliare, svelandocene pian piano gli scheletri nell’armadio, le  trame e gli intrighi, attraverso diversi colpi di scena e rivelazioni importanti che si incastrano tra loro creando intrecci interessanti, e attraverso personaggi realistici, delineati benissimo dal punto di vista psicologico, cui è dato a ciascuno il proprio spazio, così da conoscerne pregi e debolezze.
Durante la lettura è stato inevitabile entrare in empatia con essi, cercando di comprenderne le azioni, i pensieri, le scelte, e provando di conseguenza “simpatia” per l’uno o “antipatia” per l’altro.
Ma ciò che mi è piaciuto è che l’Autrice, in qualche modo, permette ad ognuno di loro di “riscattarsi”, come a ricordarci che anche le persone più difficili hanno bisogno di perdono.

Tutto è accattivante in questo libro: storia, personaggi, ambientazione, stile di scrittura; lo si divora perché la lettura scorre catturando da subito tutto l’attenzione del lettore, donandogli non poche emozioni.

Ringrazio l’Autrice per l’opportunità di leggere questo secondo romanzo, che non posso non consigliarvi!

sabato 28 gennaio 2017

Recensione: LADRA DI CIOCCOLATO di Laura Florand (RC2017)



Una storia romantica e focosa, ambientata in una Parigi molto chic e suggestiva, e resa sensuale da una sfrenata passione per il cioccolato.

LADRA DI CIOCCOLATO
di Laura Florand



Ladra di cioccolato
Ed. Leggereditore
trad. S. Terziani
329 pp
5.90 euro
2015
Lui è il miglior chocolatier di Parigi; lei è la figlia di un imprenditore americano, a capo di una delle più importanti industrie di cioccolato e, pur di carpire i segreti per ottenere un cioccolato di qualità, è disposta a rubarli e a diventare... la ladra di cioccolato!

Cade Corey è la figlia primogenita del proprietario della nota industria americana del cioccolato Corey, che da anni vende barrette cioccolatose a basso prezzo e di media qualità.
Cade è vissuta nella ricchezza ma non per questo vuol fare la vita della riccona figlia di papà; da anni ormai lavora per l'azienda e sta cercando di inserire qualche novità per incrementare le vendite.
Una di queste è creare una linea di cioccolatini gourmet, che proponga quindi ciccolatini qualitativamente migliori e raffinati; e dove si può "comprare" la ricetta per creare questa nuova linea?
Ma in Francia, naturalmente, più precisamente a Parigi, dove lavorano i più prestigiosi chocolatier!

Il primo di essi ad essere avvicinato da una convintissima Cade è Sylvain Marquis; Cade è convinta che con educazione, fascino e un'ottima offerta economica, riuscirà facilmente a convincere Mr Marquis a permettere che il suo nome venga apposto su questa linea di cioccolatini da vendere negli USA...

Ma Sylvain, che crede ciecamente nella qualità ed esclusività del proprio lavoro e della propria arte, non ha alcuna intenzione di svendere (a nessun prezzo) il proprio nome sui prodotti di un'industria che produce barrette vendute nei distributori automatici a 30 cent....!
L'idea gli fa accapponare la pelle dall'orrore!
Niente e nessuno potrà mai corromperlo e convincerlo a svendersi per produrre un prodotto di massa, che forse lo arricchirebbe economicamente, ma di certo toglierebbe prestigio al suo nome, è fuori discussione.

Il primo incontro tra Cade e Sylvain è quindi imbarazzante e breve, perchè con poche sprezzanti battute l'uomo fa capire alla donna che mai e poi mai accetterà di collaborare con lei.

Ma Cade è un osso duro e, attratta tanto dalle mani sapienti di questo "dio del cioccolato", che sa creare cioccolatini di tutte le forme, speziati, profumati, con ganache all'intero che sembrano velluto, quanto dal suo fascino di maschio bello e aitante, è disposta davvero a tutto pur di ottenere ciò che vuole.
Anche a introdursi di notte e di soppiatto nel laboratorio di Sylvain per tentare di rubarne le ricette...!

Ben presto comincia a diffondersi in web e sui media la notizia che una ladruncola sta cercando di rubare i segreti del mastro cioccolataio parigino, e quando spunta il nome di Cade Corey le cose iniziano a diventare più preoccupanti, soprattutto per il buon nome dei Corey in quanto imprenditori.

Intanto, tra Sylvain e Cade scatta una fiamma inarrestabile di passione, che i due esitano a chiamare sentimento perchè entrambi nutrono sospetti reciproci.
Sylvain, da sempre oggetto di desiderio di donne sensibili alla sua arte di cioccolataio, ha avuto spesso delusioni che gli hanno spezzato il cuore, e ora ha paura che quest'americain possa servirsi di lui per poi sparire. Questi dubbi non gli impediscono però di provare un'attrazione che va oltre la fisicità...

Cade, a sua volta, si sente sopraffatta dall'onda di sensazioni che lui le provoca, vorrebbe abbandonavisi ma teme che Sylvain si serva di lei solo per il sesso e per dimostrarle di essere il più forte.

Tra incertezze e speranze, sguardi furiosi e languidi, frasi sarcastiche, pungenti alternate a sospiri e gemiti sensuali, tra l'assaggio di un cioccolatino ripieno ed un altro amaro ma terribilmente sexy, Sylvain e Cade capiranno cosa vogliono l'uno dall'altra e dalla vita.

E' una commedia rosa simpatica, ha dei momenti divertenti e abbondano le descrizioni di beatitudine che solo il cioccolato dona (e che solo chi, come la sottoscritta, ama il cioccolato, conosce bene), e l'Autrice è molto brava a restituirci tutta la gamma di odori e sapori speziati che arricchiscono i cioccolatini preparati dalle sapienti mani di Sylvain e assaporati da una bramosa Cade.

La storia è carina e piacevole, anche se molti dialoghi e situazioni li ho trovati poco avvincenti e "moscetti", però nel complesso è un rosa godibile, e di certo stimola tantissimo le papille gustative ^_^



READING CHALLENGE
obiettivo n.34
un libro che parli di cucina

venerdì 27 gennaio 2017

GIORNATA DELLA MEMORIA: Frammenti di "Se questo è un uomo"



Due frammenti - tra i tanti! - che mi hanno colpito di "Se questo è un uomo" e che desidero condividere oggi con voi:


"Allora per la prima volta ci siamo accorti che la nostra lingua manca di parole per esprimere questa offesa, la demolizione di un uomo. In un attimo, con intuizione quasi profetica, la realtà ci si è rivelata: siamo arrivati al fondo. Più giù di così non si può andare: condizione umana più misera non c’è, e non è pensabile. Nulla più e nostro: ci hanno tolto gli abiti, le scarpe, anche i capelli; se parleremo, non ci ascolteranno, e se ci ascoltassero, non ci capirebbero. Ci toglieranno anche il nome: e se vorremo conservarlo, dovremo trovare in noi la forza di farlo, di fare sì che dietro al nome, qualcosa ancora di noi, di noi quali eravamo, rimanga. (...) Si immagini ora un uomo a cui, insieme con le persone amate, vengano tolti la sua casa, le sue abitudini, i suoi abiti, tutto infine, letteralmente tutto quanto possiede: sarà un uomo vuoto, ridotto a sofferenza e biso gno, dimentico di dignità e discernimento, poiché accade facilmente, a chi ha perso tutto, di perdere se stesso; tale quindi, che si potrà a cuor leggero decidere della sua vita o morte al di fuori di ogni senso di affinità umana; nel caso più fortunato, in base ad un puro giudizio di utilità. Si comprenderà allora il duplice significato del termine «Campo di annientamento», e sarà chiaro che cosa intendiamo esprimere con questa frase: giacere sul fondo."




"Sappiamo donde veniamo: i ricordi del mondo di fuori popolano i nostri sonni e le nostre veglie, ci accorgia mo con stupore che nulla abbiamo dimenticato, ogni memoria evocata ci sorge davanti dolorosamente nitida. Ma dove andiamo non sappiamo. Potremo forse sopravvivere alle malattie e sfuggire alle scelte, forse anche resistere al lavoro e alla fame che ci consumano: e dopo? Qui, lontani momentaneamente dalle bestemmie e dai colpi, possiamo rientrare in noi stessi e meditare, e allora diventa chiaro che non ritorneremo. Noi abbiamo viaggiato fin qui nei vagoni piombati; noi abbiamo visto partire verso il niente le nostre donne e i nostri bambini; noi fatti schiavi abbiamo marciato cento volte avanti e indietro alla fatica muta, spenti nell’anima prima che dalla morte anonima. Noi non ritorneremo. Nessuno deve uscire di qui, che potrebbe portare al mondo, insieme col segno impresso nella carne, la mala novella di quanto, ad Auschwitz, è bastato animo all’uomo di fare dell’uomo."



giovedì 26 gennaio 2017

Epigrafe da... NESSUNO COME NOI



Appena arrivato il mio ultimo arrivo libroso, preso con un buono su La Feltrinelli ^_^

Si tratta del romanzo di Luca Bianchini, dal 10 gennaio in libreria, NESSUNO COME NOI.

Ecco la breve citazione riportata:


"Se, come il viso, si mostrasse il core".
ARIOSTO, Orlando furioso




ANCHE IL LIBRO CHE STATE LEGGENDO VOI 
HA UNA CITAZIONE INTRODUTTIVA O UNA BELLA DEDICA?




"Iscrizione in fronte a un libro o scritto qualsiasi, per dedica o ricordo; più particolarm.,
citazione di un passo d’autore o di opera illustre che si pone in testa
a uno scritto per confermare con parole autorevoli quanto si sta per dire


mercoledì 25 gennaio 2017

Recensione: SE QUESTO E' UN UOMO di Primo Levi



Recensire libri che raccontano in modo diretto esperienze inumane come quella narrata da Primo Levi in "Se questo è un uomo", non è mai semplice per me, perchè questo tipo di letture mi coinvolge sempre tanto a livello emotivo.

Se questo è un uomo, a mio modestissimo avviso, fa parte di quei libri che vanno letti, perchè leggerlo vuol dire fare in modo che la voce di queste persone, miracolosamente sopravvissute alla devastante esperienza dei campi di concentramento, continui a rimbombare nelle orecchie di tutti noi e delle generazioni future, affinchè il ricordo di quello che è stato non vada mai dimenticato.

"Se dall’interno dei Lager un messaggio avesse potuto trapelare agli uomini liberi, sarebbe stato questo: fate di non subire nelle vostre case ciò che a noi viene inflitto qui."


SE QUESTO E' UN UOMO
di Primo Levi



Ed. Einaudi
272 pp
10.50 euro
2005
Primo Levi giunge nel campo di lavoro (Arbeitslager) di Buna-Monowitz (Auschwitz III) nel febbraio 1944 e ne uscirà nel gennaio dell'anno dopo, in seguito all'arrivo dell'Armata Russa.
Reduce da Auschwitz, pubblicò "Se questo è un uomo" nel 1947.

La testimonianza che giunge a noi da queste pagine è sconvolgente perchè trasporta il lettore con la mente nelll'inferno dei Lager.

Primo ci racconta lo sgomento iniziale provato, insieme agli altri italiani compagni di sventura, il senso indefinito di rassegnazione e di paura di fronte alla consapevolezza di essere finiti in un luogo dal quale, quasi sicuramente, non sarebbero usciti.
Non vivi, almeno.
E man mano che passano le ore, i giorni, le settimane, si fa spazio l'agghiacciante pensiero che... lì dentro, al di qua del filo spinato, ogni Häftling (prigioniero) è già morto dentro, nell'animo; nonostante tutto, egli deve continuare a "vivere in questo dramma pazzo", in questo macabro teatro in cui degli uomini hanno deciso di vestire i panni di carnefici ed oppressori violenti e folli e di rendere i propri simili come delle bestie, di annullarne ogni umanità.

Al deportato nel Lager veniva tolto tutto quanto possedeva: nome, ricordi, lingua, oggetti personali, abiti, capelli...
Cosa ne restava? Un involucro vuoto, un ammasso di sofferenza ambulante, con le spalle ricurve, gli occhi spenti, la faccia scarnificata, le gambe e le braccia secche come bastoni.


"Häftling: ho imparato che io sono uno Häftling. Il mio nome è 174 517; siamo stati battezzati, porteremo finché vivremo il marchio tatuato sul braccio sinistro."


" Ci toglieranno anche il nome: e se vorremo conservarlo, dovremo trovare in noi la forza di farlo, di fare sì che dietro al nome, qualcosa ancora di noi, di noi quali eravamo, rimanga.".

Lavoro, fatica, percosse, freddo, paura, solitudine, fame: questo è il pane quotidiano dei deportati, ciò che li affligge durante le ore del giorno ma anche della notte, sottoforma di incubi o di insonnia.

Nel Lager, ci dice Levi, esisono sostanzialmente due categorie di esseri umani: i sommersi e i salvati, perchè la lotta per la sopravvivenza è senza remissione in quanto ognuno è "disperatamente ferocemente solo". Avviene uno spietato processo di selezione naturale, in una situazione tristemente straordinaria come quella del campo di concentramento, dove i salvati sono coloro che ce la faranno, che riescono a sopravvivere, e i sommersi - la maggior parte - coloro che soccombono e che, negli anni, quando l'Autore sarà al sicuro nella propria casa, continueranno a popolare i suoi dolorosi ricordi.

Perchè da Auschwitz, in un certo senso, non si esce più, perché il ricordo di quei mesi "mi percuote nei sogni", scrive Primo, che conscio della immane tragicità di quanto vissuto, nei mesi successivi alla liberazione sentirà il legittimo ed urgente bisogno di raccontare cosa ai tedeschi è venuto in mente di architettare a danno di milioni di persone.

Raccontare non solo per far sapere, per render noto al mondo a quale livello di ferocia è possibile giungere, ma anche per provare a liberarsi interiormente di quest'incubo.

Si legge questo scritto autobiografico con un senso di profonda tristezza e orrore; tristezza per le povere vittime di tanta malvagità e lucida follia - che siano vittime "salvate" o "sommerse" -, orrore per coloro che questo genocidio lo hanno organizzato e attuato.

Il Lager è il luogo della negazione, che annulla l'umanità e la dignità umana, non solo nelle vittime ma anche nei carnefici.

Ciò che colpisce dell'analisi lucida, asciutta, essenziale tramandataci da Levi è apprendere come lui (e, attraverso le sue parole, i deportati in generale) fosse convinto che sarebbe morto lì, in quelle baracche al freddo, o lavorando duramente fuori, a qualsiasi temperatura, stremato dalla debolezza, dalla fame, dal freddo.

"...ma per noi, ore, giorni e mesi si riversavano torpidi dal futuro nel passato, sempre troppo lenti, materia vile e superflua di cui cercavamo di disfarci al più presto. Conchiuso il tempo in cui i giorni si inseguivano vivaci, preziosi e irreparabili, il futuro ci stava davanti grigio e inarticolato, come una barriera invincibile. Per noi, la storia si era fermata".

Ogni giornata poteva essere vissuta solo pensando all'oggi, il che significava stringere i denti e cercare di incassare meno botte possibili, di garantirsi la quotidiana razione di zuppa e pane, di non farsi rubare la gamella o il cucchiaio o (peggio ancora) le scarpe; di cercare di arrivare a domani, al giorno successivo, e a quello successivo ancora.

E Primo sa che, se è sopravvissuto, è (anche) grazie a una serie di coincidenze fortunate e a persone che l'hanno preso in simpatia e l'hanno aiutato; ad es., la sua laurea in Chimica ha avuto un peso nel determinare il suo destino, così come l'aver preso la scarlattina verso la fine della prigionia; oppure persone come Alberto* e Lorenzo**, che hanno contribuito a dargli un minimo di sollievo; in particolare, Lorenzo è stato per Primo una figura amica, un grande aiuto per lui, perchè con la sua umanità pura e incontaminata ha fatto sì che Primo non dimenticasse di essere egli stesso un uomo.

E' un libro che si divora, per il linguaggio, semplice e sobrio ma allo stesso tempo denso di rimandi letterari - da Dante alla Bibbia -, il modo di scrivere diretto, il racconto nitido e chiaro di un'esperienza devastante, e leggendolo inevitabilmente ci passano davanti agli occhi le immagini della vita in quell'inferno, e attraverso le parole dell'Autore proviamo, seppur lontanamente, a immaginare come dev'essere stato vivere lì, circondati dal degrado, dall'umiliazione, dalla paura di non esserci l'indomani ma di venire gettati nelle camere a gas.

Non posso che consigliare la lettura di questo libro.


*Alberto Dalla Volta
**Lorenzo Perrone



martedì 24 gennaio 2017

Lontana anteprima: LA RAGAZZA ITALIANA di Lucinda Riley - in arrivo a metà giugno 2017



Un'autrice contemporanea molto amata è sicuramente Lucinda Riley; ebbene, ho appena letto sulla fanpage di Fb che a giugno (eh sì, è lontanuccio) uscirà per la Giunti un altro suo romanzo.


LA RAGAZZA  ITALIANA
di Lucinda Riley


Ed. Giunti
14 GIUGNO 2017
Una storia di passione e tradimento pubblicata già diversi anni fa col titolo Aria e con lo pseudonimo di Lucinda Edmonds.

Napoli, 1966. Rosanna Menici ha soltanto undici anni quando incontra per la prima volta Roberto Rossini, l'uomo che cambierà la sua vita per sempre.
La ragazzina ha infatti una voce straordinaria e il suo talento viene subito notato dal giovane Rossini, brillante studente della Scala di Milano, che durante una visita a Napoli incoraggia la famiglia Menici a coltivare le doti di Rosanna, presentandola a uno dei grandi maestri della lirica.

Negli anni a venire, i loro destini sono legati dal loro straordinario talento come cantanti d'opera e dal loro amore forte, duraturo ma anche ossessivo che nutrono l'una per l'altro; un amore che alla fine condizionerà la vita di tutti coloro che sono loro più vicini. 
Perché, come Rosanna scoprirà lentamente, la loro unione è ossessionata da pesanti segreti del passato. . .

Il viaggio di Rosanna prende il via dalle sue umili origini nei vicoli di Napoli per spostarsi nei teatri d'opera più prestigiosi del mondo.
Ambientato in uno sfondo abbagliante di luoghi suggestivi, La ragazza italiana si sviluppa in un racconto toccante e indimenticabile di amore, tradimenti e la scoperta di sé.




lunedì 23 gennaio 2017

Novità Frilli Editori "MORTE A SAN SIRO" di Alessandro Bastasi // LA MORALE DI VENERE di Eleonora Zizzi (Albatros Ed.) // ALLA TAVOLA DI ADELAIDE di Kikka R.



Carissimi, in attesa di poter condividere almeno una recensione dei quattro libri che ho attualmente in lettura, vi segnalo alcune recenti novità editoriali.

Cominciamo dall'uscita del nuovo romanzo noir “MORTE A SAN SIRO” (Fratelli Frilli Editori).


MORTE A SAN SIRO
di Alessandro Bastasi



Frilli Ed.
288 pp
12.90 euro
«In zona San Siro a Milano una macabra scoperta ha funestato questa mattina il lavoro di Khalid Buhar, macchinista dell’impresa edile Milano Costruzioni, mentre si accingeva a spianare il terreno a ridosso di una vecchia villa, abbattuta per far posto a un nuovo ipermercato di proprietà del magnate svizzero Karl Heimer. Stava operando con la scavatrice quando, dalle macerie, sono improvvisamente venuti alla luce alcuni resti umani». 

Guido Barbieri, professore di storia in pensione, non ha dubbi: si tratta di Angela Pozzi, scomparsa a 17 anni nel lontano 1965.
Una ragazza della quale lui, diciottenne, era follemente innamorato. Ma sembra che la morte di Angela Pozzi interessi solo a lui e di riflesso alla figlia Laura, giornalista di un’emittente televisiva.
La magistratura ha infatti gatte da pelare molto più urgenti e pressanti.
Sarà però un nuovo inaspettato delitto a richiedere l’intervento deciso di Daniele Ferrazza, un commissario di polizia giudiziaria che nutre per Laura un interesse non soltanto professionale.
Il commissario si troverà ad affrontare un caso oscillante tra passato e presente, all’apparenza indecifrabile. Tanto indecifrabile da sfuggire ai canoni classici dei fatti di sangue.

La vera protagonista del romanzo è come sempre Milano, con la trasformazione che ha subito, dagli anni Sessanta ad oggi, da città industriale a città di servizi multietnica, dove sono scomparse le latterie, i trani, il fumo delle ciminiere e lo smog delle caldaie a carbone, lasciando il posto ad asettici uffici, al proliferare dei media, al trionfo del digitale.
Una mutazione nella quale si specchia il rapporto non facile tra un padre cresciuto sull’onda ideologica di un Novecento che non c’è più e una figlia pragmatica e interamente dedita alla carriera professionale, e nella quale la presenza ingombrante dei media nei casi giudiziari diventa la normalità.
“Oggi i processi si fanno in televisione”, commenta uno dei personaggi. Una realtà del nostro tempo che qui trova l’ennesima conferma.

L'autore.
Alessandro Bastasi è nato a Treviso nel 1949. A 27 anni si è trasferito a Milano, dove attualmente vive e lavora. Con un passato di attore teatrale, a Venezia ha recitato al teatro Ridotto con il mitico Gino Cavalieri, ha continuato in seguito a calcare le scene fino all'ultima partecipazione nell’atto unico Virginia (2010) di Giuseppe Battarino e altri. Nella seconda metà degli anni ’70 ha scritto numerosi articoli di argomento teatrale per riviste del settore (“Sipario”, “La Ribalta”). Tra il 1990 e il 1993 ha vissuto a Mosca. Gli avvenimenti di quegli anni – di passaggio dall’URSS alla nuova Russia – gli hanno dato materia per il suo primo romanzo La fossa comune, pubblicato nel 2008 e ambientato nella capitale russa. In seguito ha dato alle stampe: La gabbia criminale (romanzo, Eclissi Editrice 2010), Città contro (romanzo, Eclissi Editrice 2011), Ologrammi (racconto, MilanoNera Edizioni 2012), La caduta dello status (racconto pubblicato sul quotidiano “Il Manifesto” 2012), Cronaca di un’apocalisse annunciata (racconto, nell’antologia Cronache dalla fine del mondo, Historica Edizioni 2012), La scelta di Lazzaro (romanzo, Meme Publishers editore 
2013), Milan by night (racconto, nell’antologia Una notte a Milano, Novecento Editore 2014) ed Era la Milano da bere (Fratelli Frilli Editori, 2016). Altri racconti sono presenti in vari siti letterari.


Il secondo romanzo è un rosa/filosofico dove è raccontata la storia d'amore tra Silvia e Niccolò Foscolo. Lui noto poeta, ammaliato dalla bellezza del gentil sesso, amante di tante donne, ma che alla fine perde la testa per questa giovane fanciulla. Ma spesso è il fato a scrivere le parole di una storia d'amore...


LA MORALE DI VENERE
di Eleonora Zizzi



Editore: Albatros 
Data di uscita: 20/09/2015 
Formato: Cartaceo
9.50€
Disponibile su

Amazon, IBS, Unilibro 
e tutte le maggiori librerie online



Forse l'amore non è altro che la forma più essenziale di libertà. È la forma più pura di bellezza e perfezione assoluta. L'amore è vita, respiro che attraversa l'anima e ci fa sentire vivi. Se siamo liberi possiamo amare, perché amore è libertà, è abbattere i pregiudizi, è superare tutti i limiti che a volte è proprio l'uomo a frapporre tra se stesso e l'amore. Il sentimento più sublime che poeti di ogni tempo hanno cantato, a cui hanno dedicato romanzi e liriche, non ha età, supera i confini del tempo.

In queste pagine è raccontata proprio una storia d'amore, quella tra Silvia e Niccolò Foscolo. Lui noto poeta, ammaliato dalla bellezza del gentil sesso, amante di tante donne, ma che alla fine perde la testa per questa giovane fanciulla.
Ma spesso è il fato a scrivere le parole di una storia d'amore, a colmare la notte di incubi e dall'altro a riempire le giornate di speranze per le sorti future, a descrivere emozioni e passioni, fremiti e sentimenti che rendono ogni storia d'amore eterna.

L'autrice.
Eleonora Zizzi nasce il 13 giugno del 1996 a Pinerolo. Vive a Bricherasio, in provincia di Torino. Ha terminato l’indirizzo liceale di Scienze Umane. “La Morale di Venere” è la sua prima pubblicazione (ottobre 2015). Due sue poesie sono presenti nell’Enciclopedia della Poesia Contemporanea Italiana 2016 della fondazione Mario Luzi. Gestisce il blog di scrittura creativa “storytellereyewriting- immaginando un mondo fatto di amore teatrale”. Dal dicembre 2016 diventa amministratrice e fondatrice di “storytellereyewriting campagna sociale”, un’iniziativa culturale no-profit che ha lo scopo di promuovere la lettura e le arti creative, in primis la scrittura.



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La terza segnalazione è ALLA TAVOLA DI ADELAIDE di Kikka R., il ricettario romance dettato da Adelaide Aliotti, protagonista del romanzo sentimentale INNAMORARSI A CORTONA che ci invita a fare un viaggio nei sapori di Toscana, passando dalla sua cucina per fermarci alla sua tavola.
Un percorso che non è solo una serie di ricette tipiche, ma un'immersione nella cultura di un luogo magico.
Un luogo che sa di leggendario, di fantasia, di fiaba.

Partendo dalla cucina di Adelaide Aliotti passando dalla sua tavola per creare piccoli capolavori culinari e, perché no, per innamorarsi a Cortona.

A soli € 0.99, CLICCANDO QUI

domenica 22 gennaio 2017

Best cover (gennaio 2017)



Carissimi, vi auguro una serena domenica e vi ascio tre cover che mi hanno attirata di più ultimamente!

Cliccando sull'immagine, sarete rimandati alle trame.

La prima mi è piaciuta per la sua semplicità e, al contempo, per il suo essere così... "elegantemente classica" (non so se rendo ciò che vorrei dire... :-D )




La seconda mi piace perchè la trovo suggestiva e mi rimanda a... qualcosa di magico (oltre che di gelido, ok :-D )!




La terza ha quei petali rosa/lilla (dovrei vedere il libro dal vivo per rendermi conto dell'effettiva gradazione di colore ^_^ ) che mi sanno di romanticismo!!



sabato 21 gennaio 2017

PER NON DIMENTICARE. I FILM IN TV PER LA GIORNATA DELLA MEMORIA



Come ogni anno, in occasione della Giornata della Memoria, vado alla ricerca di film e documentari dedicati all'argomento.

per non dimenticare


Questa lista l'ho stesa basandomi sul sito filmtv.it

Peccato solo che alcuni documentari interessanti vadano in onda.. a notte fonda! >_<

Se sapete di altri film o di servizi/documentari, potete segnalarmeli nei commenti! ;))



SABATO 21 GENNAIO


Canone inverso. Making Love   - CANALE 5  h 3:00

Drammatico - Italia 2000 - durata 105'
Regia di Ricky Tognazzi
Con Hans Matheson, Mélanie Thierry, Gabriel Byrne, Lee Williams


DOMENICA 22 GENNAIO


Il giardino dei Finzi Contini     RAI STORIA h 21:10 (anche lun 23, ore 9:30, Rai Storia)

Drammatico - italia 1971 - durata 93'
Regia di Vittorio De Sica
Con Lino Capolicchio, Dominique Sanda, Fabio Testi, Helmut Berger, Romolo Valli


LUNEDI' 23 GENNAIO


Conspiracy - Le origini della Shoah    CIELO h 21:15

Guerra - Gran Bretagna/USA 2001 - durata 105'
Titolo originale Conspiracy
Regia di Frank Pierson
Con Kenneth Branagh, Colin Firth, Stanley Tucci, David Threlfall



 MARTEDI' 24 GENNAIO


La caduta. Gli ultimi giorni di Hitler     RAI MOVIE  h 11:40 

Drammatico - Germania/Italia/Austria 2004  - durata 150'
Titolo originale Der Untergang
Regia di Oliver Hirschbiegel
Con Bruno Ganz, Alexandra Maria Lara, Corinna Harfouch, Ulrich Matthes, Juliane Köhler


Colette    RETE 4 ore 21:15 

Drammatico - Slovacchia, Repubblica Ceca 2013 - durata 126'
Titolo originale Colette
Regia di Milan Cieslar
Con Jirí Mádl, Clémence Thioly, Eric Bouwer, Andrej Hryc, Zuzana Mauréry

Basato su un racconto di Arnošt Lustig e ambientato durante le terribili violenze scaturite dalla Seconda guerra mondiale, il film racconta l'amore tra Villi e Colette: catturati dai nazisti e mandati nel campo di concentramento di Auschwitz, rischieranno le loro stesse vite per fuggire e far sopravvivere il loro sentimento.



MERCOLEDI' 25 GENNAIO

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Storia di una ladra di libri    CANALE 5  ORE 21:25

Drammatico - USA 2013 - durata 127'
Titolo originale The Book Thief
Regia di Brian Percival
Con Sophie Nélisse, Geoffrey Rush, Emily Watson, Ben Schnetzer, Nico Liersch




GIOVEDI' 26 GENNAIO


Vento di primavera    RAI 3 h 21:15

Drammatico - Francia/Germania/Ungheria 2010 - durata 115'
Titolo originale La rafle
Regia di Roselyne Bosch
Con Jean Reno, Mèlanie Laurent, Gad Elmaleh, Raphaëlle Agogué, Hugo Leverdez

Eichmann      RAI 2 h 0:40

Drammatico - Ungheria, Gran Bretagna 2007 - durata 100'
Titolo originale Eichmann
Regia di Robert Young (I)
Con Thomas Kretschmann, Troy Garity, Franka Potente, Stephen Fry


VENERDI' 27 GENNAIO



Il segreto di Thomas   RETE 4 h 16:25
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Drammatico - Italia 2002 - durata 150'
Regia di Giacomo Battiato
Con Giovanna Mezzogiorno, Klaus Maria Brandauer, Thomas Sangster, Giorgio Pasotti

1942, il Sud della Francia è occupato dai nazisti. Thomas è un bambino prodigio (eccelle nel gioco degli scacchi) e sua madre, Maria von Gall, è a capo di un'organizzazione che aiuta gli ebrei a lasciare il paese; di suo padre il bambino non sa nulla. Il ragazzo sarà inseguito dallo scaltrissimo Gregor Lämmle, professore di filosofia, che deve aiutare la Gestapo a recuperare il grande patrimonio degli ebrei custodito dalla famiglia von Gall. Sulle tracce di Thomas c'è anche il gruppo di mercenari francesi assoldati da Lämmle e capeggiati da monsieur Henri. 


Enigma   RAI MOVIE h 18.50

Thriller - Germania/Gran Bretagna/USA 2001 - durata 117'
Titolo originale Enigma
Regia di Michael Apted
Con Dougray Scott, Kate Winslet, Saffron Burrows, Jeremy Northam


Schindler's List    IRIS h 21

Drammatico - USA 1993 - durata 194'
Titolo originale Schindler's List
Regia di Steven Spielberg
Con Liam Neeson, Ben Kingsley, Ralph Fiennes, Caroline Goodall, Embeth Davidzt


Elser - 13 minuti che non cambiarono la storia RAI 2 h 21:20

Drammatico - Germania 2015 - durata 110'
Titolo originale Elser
Regia di Oliver Hirschbiegel
Con Christian Friedel, Katharina Schüttler, Burghart Klaußner, Michael Kranz


Rosenstrasse   RAI MOVIE h 21:20

Drammatico - Germania 2002 - durata 120'
Titolo originale Rosenstrasse
Regia di Margarethe Von Trotta
Con Katja Riemann, Maria Schrader, Jürgen Vogel, Martin Feifel, Isolde Barth, Jan Decleir

Ruth è un'ebrea di New York. Alla morte del marito reagisce con durezza, sfogando il suo dolore nell'ortodossia ebraica. Cerca anche di impedire il matrimonio della figlia Hannah, la quale decide di andare a Berlino per cercare le ragioni del comportamento della madre. Qui, la giovane incontra Lena che le racconta l'episodio che nel 1943 la vide coinvolta insieme con Ruth: centinaia di donne ebree protestarono a Rosenstrasse contro la deportazione dei loro mariti. La manifestazione fu di proporzioni così vaste che i nazisti si videro costretti ad arrestarle.

Il diario di Anna Frank   RSI LA2 h 22:05
Drammatico - Gran Bretagna 2008 - durata 110'
Titolo originale The Diary of Anne Frank
Regia di Jon Jones
Con Ellie Kendrick, Kate Ashfield, Tamsin Greig, Geoff Breton, Roger Frost, Iain Glen



Arrivederci ragazzi     RAI MOVIE h 23:45

Drammatico - Francia 1987 - durata 103'
Titolo originale Au revoir les enfants
Regia di Louis Malle
Con Gaspard Manesse, Raphaël Fejto, Philippe Morier-Genoud



Memory of the Camps - Memoria dei campi      IRIS h 0:20

Documentario - Regno Unito 2014 - durata 50'
Titolo originale Memory of the Camps
Regia di Sidney Bernstein, Alfred Hitchcock
Con Adolf Hitler


Senza via di scampo - La vera storia di Anna Frank   RETE 4 h 0:20

Documentario - USA, Germania, Svizzera, Regno Unito 2015 - durata 73'
Titolo originale No Asylum: The Untold Chapter of Anne Frank's Story
Regia di Paula Fouce



Süskind - Le ali dell'innocenza    RAI 2 h 1:45

Drammatico - Olanda 2012 - durata 118'
Titolo originale Süskind
Regia di Rudolf van den Berg
Con Jeroen Spitzenberger, Karl Markovics, Katja Herbers, Nyncke Beekhuyzen

Frammenti di... IL RUBINO INTENSO DEI SEGRETI





«Nessuno in famiglia ci avrebbe appoggiato. Te lo immagini il caos che sarebbe scoppiato? E, poi, te l’ho sempre detto: io non sarei rimasta alla tenuta, mentre tu non avresti potuto lasciarla.» «Ti avrei seguita, invece. Sarebbe stata sufficiente solo una tua parola…» ribadì lui.
«Già, la ballerina e il pianista. Gran bella coppia!» rise lei. «Non sto scherzando, Greta.» Michele scivolò a terra ai suoi piedi e le abbracciò entrambe le gambe, appoggiandocisi contro: «Siamo ancora in tempo, voglio mandare tutto all’aria e ricominciare con te!» Greta si piegò per prendergli il viso tra le mani, obbligandolo ad alzare gli occhi verso di lei, mentre sentiva farsi largo un senso di impotenza mista a rimpianto che le toglieva il fiato.
«Non ce n’è mai stato di tempo, per noi. La nostra è stata una storia nata e cresciuta fuori dal tempo, ci siamo illusi che quello che vivevamo di nascosto fosse un sentimento che avremmo potuto, prima o poi, esternare al mondo. Ma non è stato così.»

IL RUBINO INTENSO DEI SEGRETI, Viviana Picchiarelli

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