lunedì 10 aprile 2017

Prossimamente: IL MORSO di S. Lo Iacono // SULLA STRADA GIUSTA di F. Grandis (dal 13 aprile)



Cari amici lettori, il lunedì sul blog si apre con un paio di anteprime!

10.000 copie vendute sul web, la storia vera di un uomo che ha trovato il coraggio  di cambiare vita.
Ogni giorno su Facebook centinaia di persone scrivono a Grandis per avere consigli sulla ricerca della felicità.


SULLA STRADA GIUSTA
di Francesco Grandis

Ed. Rizzoli
USCITA
13 APRILE 2017
Da una scogliera a picco sul Mar Glaciale Artico, un uomo respira finalmente la libertà. Intorno ha solo il silenzio e davanti l’orizzonte, infinito e limpido.
Appena qualche mese prima non l'avrebbe mai creduto possibile. Aveva trentun anni e un lavoro stabile: il sogno di molti, ma non il suo. Così un giorno ha detto basta e si è messo in cammino su sentieri sconosciuti, per cercare una risposta ai confini del mondo, senza ancora sapere se quello alla vita di prima sarebbe stato un arrivederci o un addio.
Dal Sudamerica a Budapest, dall’India alla Scandinavia, tra paesaggi mozzafiato e momenti di intima condivisione, Francesco vive esperienze inattese che gli mostrano chi è davvero, un giorno dopo l’altro. Lontano da casa o tra la propria gente, l’importante è mettersi in gioco. 

Dopo il successo del blog Wandering Wil e i tantissimi lettori incontrati in Rete, Francesco Grandis è riuscito nell’impresa di pubblicare la sua storia. Sulla strada giusta è un “urlo nel silenzio” per svegliarci dal torpore della routine e ricordarci che se non insegui la felicità non avrai chance di trovarla.


L'autore. 
FRANCESCO GRANDIS è nato in Veneto nel 1977. Laureato in Ingegneria elettronica, nel 2009 lascia un lavoro nel campo della robotica e parte per un viaggio in cui attraversa diversi Paesi nel mondo. Al ritorno inizia a raccontare la sua esperienza on-line (http://www.francescograndis.com) e nel romanzo Sulla strada giusta auto-pubblicato su Amazon
.



Con un linguaggio incisivo ed efficace e una prosa impeccabile, Simona Lo Iacono tratteggia una storia di struggente bellezza su un personaggio storico realmente esistito: Lucia Salvo, detta «la babba». Un personaggio femminile unico, fragile e determinato, animato da una vibrante e tesa vitalità.

IL MORSO
di Simona Lo Iacono

Ed. Neri Pozza
PROSSIMAMENTE
Palermo, 1847. Lucia Salvo ha sedici anni e nella sua città, Siracusa, viene considerata una «babba», ossia una pazza, e questo perchè è vittima di improvvise e violente crisi convulsive, con conseguente perdita della coscienza.
Il «fatto» aleggia sulla vita di Lucia come un’imminenza sempre prossima a manifestarsi, un’ombra che la precede e di cui nessun medico ha saputo formulare una diagnosi, a parte un tale John Hughlings Jackson che al «fatto» ha dato un nome balordo: epilessia.
Per volontà della madre, Lucia viene mandata a Palermo a servizio presso la casa dei conti Ramacca. 
Un compito che accetta a malincuore, sapendo che il Conte figlio si è fatto esigente in tema di servitù femminile ed è alla ricerca di una donna che per una volta gli sfugga, dandogli l’impressione che la caccia sia vera e che il trofeo abbia capitolato solo per desiderio. O, meglio, per amore. 
Quando il nano Minnalò, suo fedele consigliere, gli conduce Lucia, il Conte figlio le si accosta perciò con consumata e indifferente esperienza, certo che la bella siracusana non gli opporrà alcuna resistenza. 
La ragazza, però, gli sferra un morso veloce, stizzito, che lo fa sanguinare e ridere stupefatto. Un gesto di inaspettata ribellione che segnerà per sempre la vita di Lucia, rendendola, suo malgrado, un’inconsapevole eroina durante la rivoluzione siciliana del 1848, il primo moto di quell’ondata di insurrezioni popolari che sconvolse l’Europa in quel fatidico anno.

L'autrice.
Simona Lo Iacono è nata a Siracusa nel 1970, è magistrato e presta servizio presso il tribunale di Catania. Nel 2016 ha pubblicato il romanzo Le streghe di Lenzavacche (Edizioni E/O), selezionato tra i dodici finalisti del Premio Strega
.

domenica 9 aprile 2017

Recensione film: JOHN WICK 2 (Chad Stahelski)



John Wick vorrebbe godersi la pensione ma evidentemente i contributi non sono sufficienti...
E così è costretto a tornare, e gli conviene essere più incaXXato che mai se vuole sopravvivere.


JOHN WICK 2


2017
REGIA: Chad Stahelski
CAST: Keanu Reeves, Riccardo Scamarcio, Claudia Gerini, Ian McShane, Common, Ruby Rose, John Leguizamo, Laurence Fishburne, Franco Nero.


Gli hanno ammazzato il dolce cucciolo regalatogli dalla moglie..., e lui si prende un cane dall’aspetto non proprio pacifico.

Gli hanno rubato la sua Mustang..., e lui se la va a riprendere e, in una Manhattan illuminata dalle luci della notte, è disposto a far fuori chiunque gli si metta contro.

E come nel precedente film, anche ora qualcuno vorrà farlo fuori effettivamente (ma va???), ma dovrà fare i conti con lo spietato e sempre abilissimo Wick, che è “un uomo di grande concentrazione, grande combattività e di grande forza di volontà”.

Insomma, suo malgrado, il malinconico e di poche parole John è tornato e lo vedremo sempre più arrabbiato, pronto a vestire panni dell’emissario di morte.

Fosse per lui, si ritirerebbe a vita privata, tant’è che ha deciso pure di seppellire “i ferri del mestiere”, ed è pronto a crogiolarsi nei ricordi, dolorosi e dolci insieme, del suo grande amore perduto, Helen.

Ma ahilui c’è qualcuno che viene a bussare alla porta della sua bella casa per “svegliare il can che dorme”: si tratta di Santino d’Antonio, un mafioso italiano che in passato ha salvato la vita a John; i due hanno stipulato un patto di sangue (fa fede il medaglione con l’impronta del sangue rappreso di Wick, tipo reliquia) che l’arrogante Santino gli sventola davanti agli occhi per ricordargli che “avanza un favore”, e pure grosso: deve ammazzare qualcuno per lui.

John non ci pensa due volte.. a dirgli di no!

“Non sono più quel genere di persona”.
“Tu sei sempre quella persona, John”.

Santino – interpretato da Scamarcio, che gli dà un atteggiamento indolente e altezzoso da boss un po’ vintage”, in stile anni ‘70 – ha i suoi modi per persuadere Wick a fare ciò che vuole: gli incendia la casa e il nostro eroe è costretto a cedere; viene spedito nella Caput Mundi a compiere la missione affidatagli: uccidere la sorella dello stesso Santino, Gianna, che è ad un passo dall’assumere una posizione di rilevo all’interno di una oscura organizzazione internazionale; chiaramente al fratello la cosa non va giù perché "quel posto a tavola" lo vuole lui.

E così John si ritrova al Continental Hotel versione Italia, dove trova Franco Nero-Django, ops! Julius, direttore dell’hotel, che gli chiede se per caso è lì a Roma per vedere il Santo Padre.

Ma di santi Wick non ha bisogno: a lui interessa solo saldare il debito col boss italiano per essere di nuovo libero. Così, in una sequenza del film ironica, vediamo John che si fa cucire due bei vestiti dal “taglio italiano” e un simpatico “sommelier” che gli illustra le varie armi che potrebbero fare al caso suo, in occasione della “festa” cui dovrà partecipare.

E John alla fine trova Gianna alle Terme di Caracalla; i due avranno un drammatico faccia a faccia, alla fine del quale Gianna muore sotto gli occhi di un perplesso John, che da quel momento si ritrova costretto a tirare fuori tutte le sue abilità per sfuggire agli uomini della signora d'Antonio, in particolare a Cassian  (Common), con cui avrà uno strepitoso combattimento corpo a corpo.

Ma non è tutto: Santino, dopo avergli chiesto di eliminare la sorella, adesso decide – da delinquente psicopatico qual è - di vendicarla…!

Povero John, non c’è un attimo di tranquillità per lui, costretto nuovamente a difendersi da nemici che vogliono la sua testa (su cui pende anche stavolta una taglia sostanziosa).

Ma chi ha osato risvegliare un uomo di vendetta quale è lui, pugnalandolo alla schiena perché tornasse in gioco per ottemperare ai propri impegni, non può pretendere che John Wick se ne stia buono buono e accetti passivamente il proprio destino, perché ad ogni atto di violenza ne seguono per forza degli altri ancora più truci.

In tutto questo marasma di inseguimenti furiosi, che siano con auto e moto per le strade newyorchesi o nelle catacombe romane o  ancora nella stanza degli specchi nella resa dei conti finali, John Wick deve stare attento a non contravvenire alle poche ma essenziali regole in vigore tra i criminali, tra cui quella di non spargere sangue all’interno delle mura del Continental Hotel, diretto da Winston, che cerca di rammentare al killer ciò che non deve fare se non vuole trovarsi tutti addosso.

Ma da uno che c’ha tatuato la frase “Il destino favorisce chi osa” che ti puoi aspettare?



Considerazioni.

Inevitabile sarà il terzo capitolo della saga, ma intanto dico che questo è forse più movimentato ed esagitato del primo (che pure non scherzava); John Wick piace per il suo sangue freddo, la sua agilità felina, la spietatezza, lo sguardo impassibile, dietro il quale però scorgiamo ogni tanto sprazzi di umanità, oltre al fatto che si ha l’evidente sensazione di stare al cospetto di un assassino che vorrebbe non esserlo ma allo stesso tempo è obbligato, dai tanti cattivoni frequentati in passato, a tornare sempre ad imbracciare le armi seppellite.

Anche in questo sequel si versano litri di sangue, si spara parecchio, c’è un divertente e mirabolante sfoggio di arti marziali e scontri che lasciano senza fiato; è quel tipo di action movie che anche una come me, che di solito non è orientata verso il genere in questione, si lascia “rapire” da tutto questo gran “danzare” di agili corpi.

Le scene d’azione sono quasi sempre collocate in ambienti poco illuminati, forse perché ciò è più consono alle oscure atmosfere della malavita; tutto quello che è “italiano” non l’ho trovato stonato, anzi, mi è piaciuta la suggestiva ambientazione romana e anche i tre attori di casa nostra hanno fatto la loro apprezzabile figura, tanto la Gerini e Franco Nero (che hanno ruoli più marginali), quanto Scamarcio, a suo agio nei panni del malavitoso 
psicopatico (negli atteggiamenti mi ha ricordato il personaggio da lui stesso interpretato in “La verità sta in cielo”, Renatino, boss della Banda della Magliana, una sorta di "criminale elegante"); ecco, magari avrei preferito che nel doppiarsi Riccardo fosse meno forzato e più “sciolt e disinvolt”, però per il resto mi è piaciuto e ho trovato il suo ruolo molto funzionale alla storia e la sua recitazione credibile e in sinergia con gli altri attori/personaggi.

Credo che sia quel tipo di film che si lascia guardare con piacere, in particolare dai cultori dei film d’azione.

venerdì 7 aprile 2017

Recensione film: LA VITA POSSIBILE (I. De Matteo) // INDIVISIBILI (E. De Angelis)



Negli scorsi giorni ho guardato due film italiani recenti di differente genere ma che mi son piaciuti entrambi.

Il primo ha come soggetto una madre, che insieme al figlio, è alla ricerca di una nuova vita, che dia loro quella serenità fino a quel momento messa in discussione per colpa di un marito violento.

LA VITA POSSIBILE



2016
REGIA: Ivano De Matteo
CAST: Margherita Buy, Valeria Golino, Andrea Pittorino, Caterina Shulha, Bruno Todeschini.

Anna (M. Buy) è una donna che subisce costantamente violenza dal marito, pur avendolo già denunciato e lasciato; quando all'ultimo episodio di botte e pugni assiste il figlio Valerio, lei decide di dire basta definitivamente e di chiedere ad un'amica dei vecchi tempi di ospitarla. Carla (V. Golino), che fa l'attrice di teatro, accoglie con molto entusiasmo l'amica e il figlio nel suo appartamento di Torino. 

Nonostante Carla sia simpatica e ospitale, ricominciare una nuova vita in una città diversa non è semplice: non lo è per Anna, che deve cercare lavoro per non pesare sull'amica e dare al figlio la giusta stabilità, e non lo è soprattutto per Valerio che, sulla soglia dell'adolescenza, si ritrova in una città nuova, in una nuova scuola, in un nuovo quartiere, senza amici, senza interessi da coltivare..., insomma solo e annoiato.
La sua unica compagna è la bicicletta regalatagli da Carla, e con essa il ragazzino va in giro per Torino; in uno di questi giri solitari, incontra una giovane e carina prostituta straniera, per la quale Valerio prende una specie di cotta, tanto da tornare da lei spesso e volentieri, cercando di instaurare un'improbabile amicizia.

Valerio è infatti bisognoso di conoscere qualcuno con cui legarsi e trascorrere il tempo, visto che - a causa del lavoro della madre e di Carla, oltre che della separazione dal genitore - è spesso solo il pomeriggio; anche Mathieu, un ristoratore francese che vive nel quartiere, si accorge della solitudine del ragazzino ed infatti cercherà di avvicinarsi a lui e fare amicizia.
Certo, di quest'uomo non si dicono cose belle e pare abbia un passato turbolento, che ogni tanto viene fuori in certi atteggiamenti un po' aggressivi, ma con Anna e suo figlio ha un modo di fare protettivo.

Anna, intanto, è combattuta tra il timore di aver sbagliato ad allontanare Valerio dal padre e la convinzione di aver fatto bene ad andar via, come invece le fa notare Carla, che cerca di incoraggiarla a restar ferma in questo suo proposito di ricostruirsi una vita serena, com'è suo diritto.

I rapporti tra mamma e figlio non sempre sono tranquilli perchè per Valerio è difficile accettare la scelta materna di lasciare definitivamente il papà; del resto, ogni figlio vorrebbe vedere i propri genitori insieme e Valerio in fondo spera che questo possa riaccadere.
Prendere consapevolezza che la madre esclude questa possibilità, lo manderà un po' in crisi.

Fortunatamente Anna e Valerio non sono soli e, grazie a quei pochi amici che vogliono loro bene, riusciranno a trovare la forza e la voglia di ricominciare.

E' un bel film, che si sofferma su questo desiderio di ricercare una "vita possibile", serena, da parte di una madre che deve fare i conti non solo con le proprie esigenze e le proprie paure, ma ancor di più con quelle del figlio, che ha le sue difficoltà a condividere le scelte materne, che forse inizialmente ritiene egoistiche.

Andrea Pittorino è molto bravo nei panni di Valerio e riesce a comunicare efficacemente il dramma interiore che il ragazzo sta vivendo; la Buy mi piace tanto e la trovo sempre molto "azzeccata" in questi ruoli drammatici e affranti (non solo in essi, ovvio); è bello anche il personaggio interpretato da Valeria Golino, che veste i panni di una buona amica, positiva, non esente da fragilità e insuccessi personali, ma che riesce ad essere un punto di riferimento per Anna e il figlio. 


Il secondo film, pur avendo un tenore ed un'ambientazione decisamente differenti dal precedente, ha in comune con esso la voglia da parte delle protagoniste di essere felici, di offrire a se stesse la possibilità di una vita diversa, libera dalle gabbie in cui finora sono state rinchiuse.


INDIVISIBILI


REGIA: Edoardo De Angelis
CAST: Angela Fontana, Marianna Fontana, Antonia Truppo, Massimiliano Rossi, Toni Laudadio, Marco Mario De Notaris, Gaetano Bruno, Gianfranco Gallo, Peppe Servillo.

A Castelvolturno (Caserta) vivono le due gemelli siamesi Dasy e Viola, la cui vita è condizionata dal volere dei genitori - del padre, in particolare - che "sfrutta" le figliole come se fossero un fenomeno da baraccone: infatti, le due cantano canzoni neomelodiche (scritte dal padre, che si ritiene il poeta di casa) ai matrimoni e alle feste e, grazie alle loro esibizioni, danno da vivere a tutta la famiglia..., e non solo.

Siamo in un paesino del Sud Italia, dove l'aspetto superstizioso della religione fa da padrone: Viola e Dasy sono quasi "venerate" dalla gente del posto, che desidera toccarle "a mo' di porta fortuna", e questo fa sì che anche il parroco se ne approfitti e pretende la presenza delle due ragazze in certe occasioni.

Viola e Dasy sono abituate a un tale tipo di esistenza, ma non per questo non ne soffrono; o meglio, tra le due, quella più insofferente è Dasy, che apparentemente ha un carattere più forte e ribelle, cosa che verrà fuori in modo irruento quando le due sorelle scopriranno che è possibile per loro sottoporsi - senza chissà quali grossi rischi - ad un intervento che le divida.

Quando scoprono di potersi finalmente separare, il sogno della normalità si profila davanti ai loro occhi in tutta la sua bellezza: come sarebbe bello poter essere indipendenti, decidere di andare a prendere un gelato, di viaggiare, ballare, di bere vino senza temere che l'altra si ubriachi, di fare l'amore col ragazzo che ti piace senza dover fare i conti con la sorella che ti sta letteralmente attaccata!

Dasy e Viola sono due ragazze che, ormai maggiorenni, sentono di avere il diritto di vivere la propria vita come singole persone.

Perchè i loro genitori - e le altre persone a loro vicine, parroco compreso - si ostinano ad opporsi a questo loro legittimo sogno di separarsi e poter vivere un'esistenza normale?

La risposta non è difficile da immaginare: separandosi, le siamesi perderebbero tutto il fascino e l'attrattiva che invece da sempre esercitano sulla gente semplice, che le adora e le vuole vedere così, "unite", "attaccate".

Viola sembra quella più preoccupata al pensiero di separarsi dalla sorella, che è una parte di sè, dalla quale lei non vuole allontanarsi perchè le loro vite sono legate in modo indissolubile, e lei trae forza da Dasy: se dovessero operarsi, Dasy sceglierebbe di andarsene da lei, lasciandola sola?
Dasy e Viola sanno che l'una ha soltanto l'altra di cui fidarsi, che anche i loro genitori hanno sempre messo davanti i propri egoistici interessi piuttosto che il benessere delle figlie.
Già il fatto che abbiano sempre negato loro la possibilità di operarsi dice tutto...

Riuscire ad affrontare questo benedetto ed agognato intervento diventa un chiodo fisso, per Dasy in particolare, che sembra quella maggiormente disposta a tutto pur di raggiungere questo obiettivo; i pericoli - da parte di malintenzionati che vogliono approfittarsene - non mancheranno...

E' davvero un film fatto molto bene, recitato praticamente tutto in dialetto campano stretto (un po' in "stile Gomorra"), le sorelle Fontana sono bravissime (oltre che molto carine) nell'interpretare queste siamesi - consapevoli che la vita dell'una è strettamente legata a quella dell'altra -. il loro dramma - l'ipotesi di separarsi fisicamente, con tutto ciò che implica non soltanto per ciascuna singolarmente ma anche per chi è intorno a loro e che si ostina a non appoggiarle.

Bravissimi sono pure Massimiliano Rossi nel ruolo del padre prepotente e scialacquatore, cui interessa solo far soldi sulle figlie "handicappate" ma redditizie che la sorte gli ha dato, e Antonia Truppo nei panni di una madre che s'è lasciata andare (tra alcool e fumo), infelice, con evidenti problemi personali, che per anni ha permesso al marito di decidere il destino delle figlie infischandosene delle reali esigenze delle stesse.

Le musiche hanno una parte non irrilevante, non soltanto perchè sono cantate dalle gemelle nel loro "lavoro" ma perchè creano molta atmosfera nell'accompagnare le vicende.

"Indivisibili" è un film in cui le giovani protagoniste devono lottare per affermare, contro la volontà di chi le circonda e dice di amarle, il diritto di essere loro stesse, di poter aspirare ad una vita "felicemente normale".

Consigliati entrambi i film ^_^

giovedì 6 aprile 2017

Novità - romanzo storico: "Il sigillo di Enrico IV" di Tiziana Silvestrin



Lettori ed amici, oggi desidero presentarvi un romanzo storico con sfumature giallo/mistery: "Il sigillo di Enrico IV” di Tiziana Silvestrin, ambientato a Mantova alla corte dei Gonzaga; si tratta del quarto romanzo sulla saga dei Gonzaga, anche se ogni libro, come questo, si può leggere indipendentemente dai precedenti.
In questo libro, in particolare, la storia si svolge non solo a Mantova ma nelle maggiori Corti Europee: Torino, Cremona, Parigi.
Il respiro di una grande epoca storica, le splendide corti d’Europa, Mantova in primis, fra arte, intrighi, forza e passioni. Atmosfere capaci di far vibrare l’anima del lettore.

IL SIGILLO DI ENRICO IV 
di Tiziana Silvestrin


€ 15,00
336 pp
Formato:13,5x18,5 
copertina con alette 
EAN: 9788889682975 
Legatura: brossura 
Collana: Catrame
A Mantova è aria di Pasqua e in quel 1596 i riti e le processioni sono più intensi: si crede, infatti, che la città sia preda del demonio. 
Il ritrovamento dei resti di un rito satanico ha impaurito i cittadini e reso furioso il duca Vincenzo Gonzaga. 
Al capitano di giustizia Biagio dell’Orso, per niente incline alle superstizioni, l’incarico di trovare chi ha dato inizio a tutto questo e perché. 
Gli indizi lo porteranno prima a Cremona, dove qualcuno ha acquistato un libro di magia nera, poi a Torino, all’inseguimento di un conte. 
Ma allontanarsi da Mantova, stavolta, per Biagio è più difficile: Rosa è appena arrivata in città, un pittore l’ha scelta come modella per un misterioso dipinto per un altrettanto misterioso committente. 
Da Mantova parte anche una delegazione con a capo il vescovo di Mantova, Francesco Gonzaga, e l’arcivescovo di Firenze, Alessandro de’ Medici. 
Sono diretti a Parigi, ma lo scopo della loro missione è avvolto dal mistero, così come lo scrigno che il Medici tiene gelosamente tra le mani al momento della partenza.

Un capitolo importante della saga gonzaghesca, in cui si fondono passioni e intrighi, alleanze e tradimenti. 

L'autrice.
Tiziana Silvestrin nata a Mantova lavora a Milano. Dalla sua passione per la storia e l’arte è nata l’idea di scrivere una saga su i Gonzaga e i misteri e gli intrighi legati alle maggiori corti europee. Così con lo stesso personaggio principale, Il Capitano di giustizia Biagio Dell’Orso, al servizio dei duchi Guglielmo prima e Vincenzo dopo, unendo fantasia a personaggi e fatti storici sono già stati pubblicati i gialli/mistery storici “I leoni d’Europa” (2009); “Le righe nere della vendetta” (2012); “Un sicario alla corte dei Gonzaga” (2014) tutti editi da Scrittura & Scritture. Con i suoi precedenti libri l’Autrice è stata già ospite di alcune rassegne letterarie quali il Festival di Mantova, Pordenone Legge, Libri in Spiaggia (lido di Venezia), Bookcity Milano e di alcuni scuole superiori.


RECENSIONE: VITA DI SANTA CHIARA (RC2017)



Prosegue la mia "sfida librosa" del 2017 che ha tra i suoi obiettivi la lettura della vita di un santo.



Obiettivo n.14 - Un libro che parli della vita
di un santo o di una santa


VITA DI SANTA CHIARA


Chiara Scifi – dichiarata santa nel 1255 da papa Alessandro IV – nacque nel 1194, ad Assisi, città che diede i natali anche a san Francesco; le vite dei due santi si sono incrociate e quella di Francesco ha influenzato potentemente quella di Chiara.
Ella nasce e cresce in una famiglia molto pia, educata nei principi della fede cattolica; la sua nascita è stata anticipata da una voce udita da sua madre il giorno prima del parto, che le disse che avrebbe dato alla luce “...una chiara luce che illuminerà il mondo”.

A 18 anni Chiara incontra di nascosto Francesco, che già aveva intrapreso il cammino della povertà assoluta, e lui la veste di un saio, le taglia i capelli consacrandola alla penitenza; successivamente, la ragazza trova rifugio nella Chiesetta di San Damiano, che ben presto diviene il luogo in cui le “Dame Povere”, seguaci di Chiara, decideranno di riunirsi per vivere in clausura; furono chiamate “clarisse” in un secondo momento.

È il 1253 quanto una bolla di papa Innocenzo IV approva ufficialmente l’ordine delle Clarisse e le loro regole di vita monastica, la quale è caratterizzata anzitutto dal divieto di possedere alcun bene terreno, dalla castità, l’obbedienza, la preghiera, il digiuno, il lavoro all’interno della comunità.

La vita all’interno del monastero è ben organizzata e la “cura del gregge” è affidata alla Badessa, che comunque si consulta con le sorelle più sagge e fidate, affinchè ogni cosa venga decisa per il bene di tutte e di ciascuna.
Chi prende i voti – liberamente – decide di allontanarsi dallo spirito del mondo per abbracciare la croce di Cristo, cercando sempre di essere motivo di edificazione per chi le è attorno.

Oltre ad essere descritte le regole di vita nel monastero, in questa biografia sono riportate anche delle lettere scritte da Chiara e destinate a donne che, come lei, avevano consacrato le proprie vite a Dio e alla povertà assoluta, sempre seguendo l'esempio di Francesco: Agnese di Boemia, Ermentrude di Bruges.


In questi scritti emerge tutto il carattere dolce e fermo di Chiara (che si definiva umilmente “serva indegna di Cristo ed ancella inutile”), la sua fede, le sue innumerevoli virtù, il suo amore per Dio e il desiderio di piacergli in tutto, e così esorta anche chi legge a restare ferma nelle vie del Signore.

Le lettere seguono una struttura simile a quelle paoline – e nell’incipit e nel contenuto, in particolare nelle esortazioni ad essere fedeli a Dio; del resto, ci sono moltissimi riferimenti a passi del Nuovo Testamento.
Visse 42 anni in clausura, spesso malata ma sempre operosa; le vengono attribuiti svariati miracoli.

Una lettura breve, che riesce ad essere fluida nonostante il linguaggio non corrente; io personalmente ho letto la storia di Chiara d’Assisi perché era un obiettivo della Reading Challenge, ma non mi è dispiaciuta, considerato che le biografie le leggo sempre volentieri e in passato (da adolescente) mi è capitato di leggerne altre relative a figure di spicco nella religione cattolica.

Anteprime flower-ed: ANOUK di Federica Galetto // JANE AUSTEN. DONNA E SCRITTRICE di Romina Angelici




Cari lettori, il mese di aprile in casa flower-ed  profuma di fiori appena sbocciati e due nuove autrici, con le loro opere, andranno ad arricchire la collana Il Vaso di Pandora (dedicata alla narrativa contemporanea) e la collana Windy Moors (dedicata ai saggi sulla letteratura del passato).

Eccole in anteprima insieme alle loro meravigliose copertine.

ANOUK
di Federica Galetto

Federica Galetto è una poetessa, traduttrice e artista torinese. Ha una vasta produzione letteraria alle spalle ed entra ora in flower-ed con il suo primo romanzo. 

Ambientato tra la Scozia, l’Inghilterra e la Francia, Anouk, la cui protagonista è una giovane scrittrice, è un romanzo che narra la lotta contro i propri fantasmi, il viaggio alla scoperta di sé e la storia di un grande amore.

Ebook in uscita il 12 aprile.






JANE AUSTEN. DONNA E SCRITTRICE
di Romina Angelici


Romina Angelici è poetessa, scrittrice e studiosa di letteratura inglese. 
Con il saggio Jane Austen. Donna e scrittrice si propone di individuare gli spunti autobiografici all’interno della produzione letteraria di Jane Austen, con particolare riferimento agli affetti, alla vita familiare, alla quotidianità. 
Il risultato è uno studio molto ampio e approfondito che ci porta a conoscere in maniera dettagliata tutto il microcosmo austeniano corredato da tutto il materiale apparso a stampa che si sia ispirato alla scrittrice, dalla critica ai romanzi.

Ebook e cartaceo in uscita il 26 aprile.

mercoledì 5 aprile 2017

MISS POTTER - STASERA SU La5 ALLE 21:15



Cari lettori, su La5 in prima serata (21:15) andrà in onda il film biografico che racconta la vita di Beatrix Potter.

MISS POTTER

,
Genere: Biografico
Durata: 1h 30m
Anno: 2006
Paese: USA
Regia: Chris Noonan
Cast: Renee Zellweger, Ewan McGregor, Emily Watson, Barbara Flynn, Bill Paterson


Beatrix Potter (1863-1944) è stata una delle più importanti autrici ed illustratrici per l'infanzia, creatrice del noto e amatissimo personaggio di “Peter Rabbit” e degli animali di campagna suoi amici.

Il film racconta la storia di una donna piena di talento - sia come scrittrice che come artista -, una pensatrice libera ed indipendente, che s'innamorò del suo editore Norman Warne e lo sposò contro il volere dei genitori.
La sua vita è stata caratterizzata da un misto di professionalità e di dolori: lascia in eredità pubblicazioni che hanno incantato intere generazioni.


LO VEDRETE? L’AVETE GIA’ VISTO?

Intanto vi lascio alla visione del trailer ^_-




Vi rammento che qui sul blog questa talentuosa donna, vissuta in Inghilterra nell'età vittoriana, non è nuova: ne ho già parlato, infatti, a proposito del romanzo LA RAGAZZA NELL'OMBRA (Le Sette Sorelle, #3) di Lucinda Riley (RECENSIONE) e in particolare nel post a lei dedicato, QUI.



Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...