sabato 10 novembre 2018

Frammenti di... TUTTI I FIGLI DI DIO DANZANO di Murakami:



Augurandovi buon sabato, vi lascio due frammenti tratti dal libro in lettura TUTTI I FIGLI DI DIO DANZANO di Murakami:


"...gli prese la mano e gliela tenne stretta a lungo. Cercò di comunicare i pensieri che aveva dentro con quella stretta: il nostro cuore non è fatto di pietra. La pietra a un certo punto può andare in frantumi, sbriciolarsi, perdere ogni forma. Ma il cuore non può andare in frantumi. E questa cosa senza forma che ci portiamo dentro, buona o cattiva che sia, possiamo trasmetterla gli uni agli altri senza limiti."




"Che cosa ho cercato facendo tutto questo?, si chiese (...) continuando a camminare. Volevo accertare una sorta di legame col mio essere qui adesso? Speravo di entrare a far parte di una nuova trama, che mi venisse concesso un nuovo ruolo, più definito? No (...), non è così. Ciò che ho inseguito fin qui è quella specie di coda buia che porto con me. L'ho vista per caso, l'ho seguita, mi ci sono attaccato, e alla fine l'ho lasciata cadere in un buio ancora più fondo. So che non la rivedrò mai più."

venerdì 9 novembre 2018

Anteprima: IL GIOCO DEL SUGGERITORE di Donato Carrisi - dal 3 dicembre in libreria



Che bellissima notizia 😍 Gongolo all'idea di un nuovo, adrenalinico e contorto romanzo di Donato Carrisi, tanto più se si tratta del seguito del bellissimo L'uomo del labirinto, che mi aveva mozzato il fiato e lasciata stupefatta una volta giunta all'ultima pagina.

 A dieci anni dall’uscita del "Suggeritore", il gioco continua nel nuovo attesissimo romanzo.

Saga del Suggeritore:



IL GIOCO DEL SUGGERITORE
di Donato Carrisi


Longanesi ed.
USCITA
3 DICEMBRE 201
La chiamata al numero della polizia arriva verso sera da una fattoria isolata, a una quindicina di chilometri dalla città. A chiedere aiuto è la voce di una donna, spaventata. 
Ma sulla zona imperversa un violento temporale, e la prima pattuglia disponibile riesce a giungere soltanto ore dopo.
Troppo tardi.
Qualcosa di sconvolgente è successo, qualcosa che lascia gli investigatori senza alcuna risposta possibile – soltanto un enigma.
C’è un’unica persona in grado di svelare il messaggio celato dentro al male, ma quella persona non è più una poliziotta. Ha lasciato il suo lavoro di cacciatrice di persone scomparse e si è ritirata a vivere un’esistenza isolata in riva a un lago, con la sola compagnia della figlia Alice.

Tuttavia, quando viene chiamata direttamente in causa Mila Vasquez non può sottrarsi. Perché questa indagine la riguarda da vicino. Più di quanto lei stessa creda.
Ed è così che comincia a prendere forma un disegno oscuro, fatto di incubi abilmente celati e di sfide continue.
Il male cambia nome, cambia aspetto, si nasconde nelle pieghe fra il mondo reale e quello virtuale in cui ormai tutti trascorriamo gran parte della nostra vita, lasciando tracce digitali impossibili da cancellare.
È un gioco, ed è soltanto iniziato. Perché lui è sempre un passo avanti.
La sfida ricomincia…



QUANTI DI VOI FREMONO ALL'IDEA 
DI AVERE TRA LE MANI QUESTO THRILLER??




Recensioni di altre opere dell'Autore.


LA RAGAZZA NELLA NEBBIA (libro)

giovedì 8 novembre 2018

Nata l'8 novembre: Margaret Mitchell



Ha scritto soltanto un romanzo nella sua vita ma le è bastato perchè il suo nome non fosse mai più dimenticato: sto parlando di Margaret Mitchell, l'autrice di Via col vento.


Nata ad Atlanta l'8 novembre 1900, la piccola Margaret aveva solo tre anni quando ebbe un piccolo incidente domestico: la sua gonna prese fuoco su una griglia di ferro e sua madre, per evitare che accadesse di nuovo, iniziò a vestirla coi pantaloni, tanto che si guadagnò il soprannome "Jimmy", cosa che la bimba si portò dietro fino all'adolescenza.
Ma tutta la sua vita fu costellata da eventi poco fortunati, come tre incidenti automobilistici, due cadute da cavallo e una commozione cerebrale quando una bottiglia di whisky lanciata da un ospite ubriaco la colpì alla testa.

Margaret ha iniziato a scrivere in tenera età, avendo cura di "rilegare" i suoi libri; all'età di undici
anni, "fondò" la propria "casa editrice" chiamata Urchin Publishing Co.; in seguito, avrebbe cominciato a scrivere le sue storie in quaderni rilegati.

Durante la sua adolescenza, ha scritto un romanzo intitolato The Big Four, sulle ragazze in collegio; il manoscritto è andato perduto, del resto lei stessa ha distrutto alcuni manoscritti e altri sono stati distrutti dopo la sua morte.

E' stata una studentessa indolente e svogliata; nutriva vaghe aspirazioni ad entrare in psichiatria. Ma quando sua madre morì durante la pandemia di influenza del 1918, Mitchell lasciò lo Smith College e andò a casa per gestire la casa per suo padre e suo fratello.

Mitchell era nota per la sua civetteria nei circoli sociali di Atlanta, per la lingua tagliente e il linguaggio "poco pulito", oltre che per fumare tre pacchetti di sigarette al giorno e bere grandi quantità di alcol.
Nei primi anni '20, Mitchell iniziò a collezionare libri erotici; lei e le sue amiche erano interessate a "tutte le forme di espressione sessuale". In una lettera alla sua amica Harney Smith, la  Mitchell nomina Fanny Hill di ohn Cleland e Aphrodite di Pierre Louÿs tra i suoi libri preferiti. Durante questo stesso periodo, stava già scrivendo Via col vento (che vinse il premio Pulitzer nel 1937).

Margaret Mitchell ha subito un infortunio alla caviglia che ha interrotto la sua carriera di giornalista. Suo marito John Marsh portò a casa tantissimi libri dalla biblioteca per intrattenerla durante la convalescenza; non solo, ma un giorno portò a casa una macchina da scrivere Remington Portable n. 3 e le suggerì di scrivere il suo libro. Cominciò immediatamente a lavorare su un romanzo dell'era della Guerra Civile con un protagonista di nome Patsy O'Hara, usando occasionalmente parti del manoscritto per sostenere un divano traballante.

Sono state intervistate circa 14.000 attrici per il ruolo di Scarlett O'Hara; per pubblicizzare l'uscita del film, i fans della scrittrice furono invitati a votare per le loro attrici preferite - e Vivian Leigh ottenne solo un voto. Ma Margaret Mitchell ha personalmente approvato la scelta di questa attrice per la propria Rossella.

La seconda guerra mondiale spinse la scrittrice a fare volontariato per la Croce Rossa americana, cucendo camici da ospedale e mettendo toppe sui pantaloni dei soldati. Ma la più importante responsabilità di Mitchell era scrivere lettere di incoraggiamento ai soldati.

Margaret Mitchell morì il 16 agosto 1949, cinque giorni dopo essere stata investita da un taxi mentre attraversava Peachtree Street nel centro di Atlanta. Non aveva neanche 49 anni.



https://blog.bookstellyouwhy.com

Nato l'8 novembre: Bram Stoker



In questo giorno, di  anni fa, nel 1847, a Clontarf, in Irlanda, nasceva Abraham Stoker.

Bram vantava un lignaggio antico da parte di sua madre; tra i suoi avi c'era il leggendario sceriffo di Galway, che impiccò il proprio figlio.

-
Stoker è stato un bambino malaticcio, spesso costretto a letto durante i suoi primi anni di vita. Durante questo periodo, sua madre lo intrattenne con storie e leggende di Sligo (città irlandese), che includevano racconti soprannaturali e resoconti di morte e malattie.

Bram ha avuto una formazione accademica scientifica, ha studiato al Trinity College di Dublino e fu lo stesso Stoker a proporre l'ingresso di Wilde alla Philosophical Society della scuola.
I due scrittori si sono contesi la stessa donna, ma è stato Bram a spuntarla, sposando Florence Balcome; Wilde lasciò l'Irlanda e si trasferì in Inghilterra per la grande delusione.
Stoker e Balcombe rimasero sposati fino alla morte di lui e per quanto riguarda Oscar, non serbò rancore all'amico.

Bram si guadagnò da vivere come assistente personale di un attore britannico, che in quegli anni diventò famoso per la sua interpretazione di Frankenstein, Henry Irving; in realtà, iniziò a lavorare come collaboratore freelance del Daily Telegraph nel 1890, entrando a far parte con regolarità dello staff del giornale dal 1905 al 1910, durante il quale scrisse anche recensioni teatrali per il giornale. 
La sua recensione di Amleto impressionò Irving (1838-1905), che lo invitò a cena. Divennero amici e, pochi anni dopo, finì per dirigere il teatro di Irving, il Lyceum Theatre.

E' noto come Stoker sia amato per la sua narrativa soprannaturale, tanto che l'Associazione degli autori di horror conferisce annualmente i Bram Stoker Awards alle opere migliori in questo genere.
Dracula non è stata la sua unica opera horror, ma ciò che forse tanti non sanno è che oltre la metà della produzione letteraria di questo scrittore erano romanzi vittoriani.

È stato ispirato a scrivere Dracula (recensione) grazie a un saggio di Emily Gerard, "Transylvania Superstitions". Non avendo mai visitato l'Europa orientale, l'autore ha dovuto fare affidamento sulle proprie capacità di giornalista per il contesto del romanzo e ha fatto ricerche per sette anni. Il suo amico ungherese, Ármin Vámbéry, potrebbe avere ispirato il professor Van Helsing ma soprattutto il protagonista del romanzo: Vambery infatti gli raccontò la leggenda del principe rumeno Vlad Ţepeş Dracul; il già citato Henry Irving fu di ispirazione per il conte Dracula, almeno da un punto di vista fisico.
Il primo nome del romanzo non fu Dracula, bensì The Dead Un-dead.

Stoker morì il 20 aprile 1912, a causa presumibilmente della sifilide, ma non ci sono certrezze in questo senso e molto dipende dal biografo; fu cremato e in seguito alle sue ceneri si aggiunsero quelle di suo figlio Noel; sono custodite al Crematorio di Golders Green, ma per visitarle, bisogna essere scortati allo scopo di evitare atti di vandalismo.


https://www.telegraph.co.uk
https://www.forbes.com/sites/carolpinchefsky

mercoledì 7 novembre 2018

Le mie prossime letture (novembre 2018)



Vi presento tre mie prossime letture ^_^




IMPERFETTI
(Once perfect)
di Cecy Robson

Quixote Ed.
DATA DI USCITA:
7 novembre 2018


AMBIENTAZIONE: Philadelphia
TRADUZIONE: Claire Albion
COVER ARTIST: Rocchia Design
SERIE: Shattered Past #1
GENERE: Sport Romance
FORMATO: E-book (Mobi, Epub, Pdf) e cartaceo
PAGINE: 369
PREZZO: 3,99 € (e-book) su Amazon, Kobo, iTunes, Google Play, Store QE


Un tempo, il futuro di Evelyn Preston sembrava perfetto, finché il suo ricco padre non è stato coinvolto in uno scandalo finanziario e si è tolto la vita. Rimasta sola, nel tentativo disperato di pagare la retta del college e le bollette, Evelyn trova lavoro come cameriera all’Excess, un nightclub super esclusivo, dove un tempo lei stessa aveva fatto parte della clientela di studenti privilegiati delle scuole private. 
Qualcosa però l’attira verso il seducente e imponente buttafuori, Mateo Tres Santos, lottatore clandestino.
Mateo è un ex-militare, finito in prigione per aver aggredito l’uomo che ha fatto del male a sua sorella e ora prova quello stesso senso di protezione per la nuova cameriera bionda. È lui a soccorrere Evelyn durante un attacco di panico nel club, e quando Mateo viene ferito per averle fatto da scudo in una rissa, lei ricambia il favore correndo in suo aiuto.

Mentre la loro attrazione aumenta, Mateo si ripromette di scoprire quali incubi infestino il passato di Evelyn, anche se ciò significa affrontare i propri demoni per salvarla.

L'autrice.
Cecy Robson è un'autrice di romanzi contemporanei, young adult e vincitrice
di premi per l'urban fantasy. Finalista per due volte ai RITA 2016 per Once Pure e Once Kissed, ha pubblicato oltre diciassette titoli, e potete trovarla intenta a scrivere le sue storie al suo computer o a incespicare ciecamente in cerca di caffeina.


MAURICE
di Edward M. Forster



Ed. Garzanti
trad. M. Bonsanti
325 pp
14 euro
"Maurice" è forse il capolavoro di Forster e certamente il suo romanzo più intimo e commovente, uno squisito esercizio privato di scrittura della verità. 
Tra le pieghe della società vittoriana, Forster insegue affettuosamente la storia d'amore di Maurice e Clive, suo compagno di college, i tormenti di una passione complice e innominabile, che se per Clive è destinata a seppellirsi nella "normalità", per Maurice è il calvario che conduce a nuova vita. 
È forse il delicato ricamo d'epoca, su cui si staglia la tormentosa affermazione della diversità, che ha spinto un regista come James Ivory a cimentarsi, dopo "Camera con vista", anche con questo prezioso "libro-scandalo".

L'autore.
EDWARD MORGAN FORSTER (Londra 1879 - Coventry 1970) scrittore inglese. Fu in Italia per qualche tempo e qui ambientò due suoi romanzi: Monteriano (Where angels fear to tread, 1905) e Camera con vista (A room with a view, 1908). Nel luglio 1914 finì di scrivere il romanzo Maurice, pubblicato postumo nel 1971. In Il cammino più lungo (The longest journey, 1907) rievocò i suoi anni di studio, attaccando le convenzioni in vigore nelle public schools. Centrati sul tema della sensibilità atrofizzata o prigioniera e delle sue possibilità di liberazione a contatto con esperienze radicalmente nuove, questi romanzi rivelano un bizzarro accostamento di sofisticata ironia e di ingenua adesione alla concezione romantica della libera personalità. In Casa Howard (Howard’s end, 1910), romanzo più complesso, più ambizioso e soprattutto più maturo, F. esplorò le contraddizioni della personalità, ma velandole di una sottile allusività. Un soggiorno in India gli fornì il materiale per il suo capolavoro, Passaggio in India (A passage to India, 1924). In esso F. descrisse e analizzò i rapporti tra indiani e inglesi residenti in India non solo dal punto di vista sociale, ma anche come simbolo di problemi assai più vasti ed enigmatici, connessi ai rapporti dell’uomo con i suoi simili, con la cultura e con i propri istinti



TUTTI I FIGLI DI DIO DANZANO
di Haruki Murakami


Ed. Einaudi
trad. G. Amitrano
128 pp
10.50 euro
Sei incontri che possono cambiare il corso di un'esistenza, o che promettono una via d'uscita dal dolore, la cura di una ferita, la decifrazione di un mistero, o addirittura la salvezza di una città intera. 
Un uomo abbandonato dalla moglie parte per l'isola di Hokkaido per consegnare un pacchetto alla sorella di un collega. Cosa contiene il pacchetto? 
Forse il vuoto che sente dentro, quella "bolla d'aria" per cui la moglie lo ha lasciato. In una località di mare una ragazza stringe amicizia con un pittore la cui unica vera passione è accendere falò sulla spiaggia. 
Qual è la forma del fuoco? Quale il modo di ottenere un fuoco veramente libero?

L'autore.
Murakami Haruki è nato a Kyoto ed è cresciuto a Kobe. È autore di molti romanzi, racconti e saggi e ha tradotto in giapponese autori americani come Fitzgerald, Carver, Capote e Salinger. Con La fine del mondo e Il paese delle meraviglie Murakami ha vinto in Giappone il Premio Tanizaki. Tra i libri pubblicati da Einaudi troviamo Dance Dance Dance, La ragazza dello Sputnik, Underground, Tutti i figli di Dio danzano, Norwegian Wood, L'uccello che girava le Viti del Mondo, Kafka sulla spiaggia, After Dar.

martedì 6 novembre 2018

Recensione film: DOGMAN di Matteo Garrone // FIGLIA MIA di Laura Bispuri



Due film made in Italy decisamente differenti, per tematiche e stile narrativo.
Il primo si ispira molto liberamente ad uno dei crimini più efferati risalenti agli Anni Ottanta - il delitto del Canaro -, mentre l'altro racconta il dramma di due donne che si contendono la stessa bambina, della quale ciascuna vorrebbe essere l'unica madre.


DOGMAN 

Regia: Matteo Garrone
Cast: Marcello Fonte, Edoardo Pesce, Nunzia Schiano, Adamo Dionisi.

Il film è stato premiato al Festival di Cannes, ha ottenuto 9 candidature e vinto 7 Nastri d'Argento ed è stato selezionato per rappresentare l'Italia ai premi Oscar 2019 nella categoria per il miglior film in lingua straniera.


Prima di questo film ammetto di non aver mai sentito parlare del delitto compiuto da Er Canaro, al secolo Pietro De Negri, che s'è fatto più di venti anni di carcere per aver barbaramente ucciso Giancarlo Ricci, 27enne criminale e pugile dilettante, con cui il De Negri aveva avuto uno strano e torbido rapporto d'amicizia e "collaborazione" criminale, che culmina in un feroce assassinio per il quale, alla fin fine, non è che si siano capite le vere ragioni...

Non sto qui a riassumervi il caso di cronaca nera (nerissima, se consideriamo i particolari raccapriccianti riportati nel proprio memoriale dall'assassino) perchè chi è interessato non deve far altro che cercarne informazioni in web; piuttosto ci interessa il film di Garrone.

Che tragga spunto dal delitto è pacifico, ma senza dubbio se ne discosta nell'intento, nel senso che al regista non interessa raccontare i dettagli truculenti per impressionare lo spettatore e soddisfarne così quella morbosa (e un tantino inquietante) curiosità che spesso si prova verso ciò che ci disgusta o ci fa accapponare la pelle.
Ammetto di aver pensato, prima di vedere la pellicola, che essa potesse essere troppo fedele quindi alla realtà (raccontata nei tanti articoli circa le modalità del delitto), ma mi son dovuta ricredere ed essere d'accordo con il non voler spettacolarizzare l'esplosione di violenza.
Attenzione, non sto dicendo che non ce ne sia, di violenza; c'è, ma è misurata e comunque contestualizzata in quella ambientazione scelta, la periferia romana selvaggia, degradata, sporca, triste, grigia, frequentata da gente tutt'altro che raccomandabile, in cui si spaccia e si sniffa cocaina e in cui non manca mai il bullo che è poi la piaga del quartiere.

Marcello è un uomo tranquillo che possiede un negozio di toelettatura dei cani; ama il proprio lavoro, lo svolge con passione, ama i cani di cui si prende cura, con loro è paziente, dolce, si rivolge ad essi come se fossero persone in grado di capirlo.
Ed effettivamente Marcello si trova meglio con gli animali che con le persone, e con loro riesce ad avere quell'autorevolezza che proprio non gli è consentita con i suoi simili; l'unica persona cui riesce a dare amore e tenerezza e a riceverne incondizionatamente è la figlioletta Alida.

Marcello è un uomo mite, cerca di essere amico dei commercianti del quartiere, di farsi benvolere... ma purtroppo per lui ha tra le sue amicizie un soggetto assolutamente poco rassicurante: Simone, pugile, violento, cocainomane e delinquente.
Di lui gli uomini della zona hanno paura e sono ormai stufi delle sue angherie; l'idea di farlo fuori è molto concreta...
L'unico che non vuole fargli del male è proprio Marcello, che partecipa a piccole rapine con Simone, gli fornisce la coca..., insomma i due sembrano amici; sembrano perchè in realtà c'è un rapporto di sudditanza del mingherlino canaro nei confronti del pugile, grande e grosso e con modi di fare  da criminale psicopatico.
Marcello fa ciò che gli dice l'altro, abbozza dei dinieghi ma poco convincenti e Simone riesce a fargli fare ciò che vuole quando vuole. E si riserva pure il diritto di non renderlo partecipe di quella parte di "bottino" che spetterebbe all'amico, fedele come un cagnolino.

Quella narrata in questo film è quindi una storia di violenza e microcriminalità collocate in un contesto abbandonato, brutto, dove non possono che svilupparsi sopraffazioni ed umiliazioni da parte del "pesce grosso" verso quello piccolo.

Ma insospettabilmente può arrivare il giorno in cui il pesce piccolo tira fuori coraggio e aggressività e decide che è giunta l'ora di dire basta a questo amico che tale non è che non ha fatto mai altro che maltrattarlo e umiliarlo.

Marcello architetta una trappola per rinchiudere Simone nel proprio negozio, sperando che questi possa finalmente fare ammenda e chiedere scusa per tutti i soprusi compiuti..., ma le cose precipitano e il canaro è quasi costretto a tirar fuori il sangue freddo e a fare quello che nessuno avrebbe mai creduto fosse capace di compiere.

Marcello Fonte è straordinario nel ruolo del Canaro, conferendogli quella mitezza e quel suo essere vittima di un uomo più grosso di lui e animalesco, contro cui egli non riesce nè fisicamente nè psicologicamente a opporre la benché minima resistenza; però allo stesso tempo, Marcello non è un santo, è comunque un delinquentello che ha deciso di stare dalla parte sbagliata, e purtroppo neanche il pensiero della figlia, che pure gli vuole un gran bene, lo fa desistere.

Il personaggio di Edoardo Pesce, appunto Simone, lo si odia dai primi momenti e un po' si finisce per sperare che qualcuno gliela faccia pagare una volta e buona.
Certo, chi potrebbe mai sospettare del secco e umile Marcello?

Ho guardato il film con molto interesse, è girato e recitato splendidamente, realistico, e ho apprezzato, come ho anticipato più su, la scelta di non soffermarsi sul "fattaccio", al quale in fin dei conti son dedicate le battute finali, che pure però erano cariche di tensione e mi hanno tenuta col fiato sospeso in determinati momenti.
Bello, son contenta che ci rappresenti agli Oscar.


Passiamo al film di Laura Bispuri con Valeria Golino, Alba Rohrwacher, Sara Casu, Michele Carboni: una figlia contesa tra la madre biologica e quella che l'ha cresciuta e amata come fosse propria.

FIGLIA MIA


Siamo in Sardegna e l'attenzione è tutta sulle tre donne protagoniste: la dolce Tina (V. Golino), la scapestrata Angelica  (A. Rohrwacher) e la figlia di quest'ultima, la rossa Vittoria (S. Casu).

La ragazzina è cresciuta con Tina, amata e coccolata da lei e dal marito, convinta di essere figlia loro, ma così non è; ben presto viene a conoscenza della dura verità: la sua vera madre è Angelica, una donna che vive alla giornata, schiava del demone dell'alcol, che si dà al sesso promiscuo e vive in una baracca disordinata e deprimente.
Angelica non ha un grande istinto materno, tant'è che "si è liberata" della sua creatura subito dopo la nascita, cedendola alla buona e brava Tina, che ha accolto quel fagottino strillante come una benedizione, non potendo, lei e il devoto marito, avere figli.
Per Tina Vittoria è la figlia che avrebbe voluto avere e non può che tirarla su con tutto l'amore e la cura di cui è capace una donna che sente dentro sè il forte desiderio di essere mamma ma che deve fare i conti con una maternità negata.

Arriva però il momento in cui Angelica si introduce nelle loro vite; a dire il vero, non se n'è mai andata e Tina non ha mai smesso, nel corso degli anni, di aiutarla economicamente e non solo, a patto però che ella stesse lontana da Vittoria.

Ma evidentemente il legame innato che unisce una figlia alla sua vera mamma è qualcosa di istintuale, e quando la ragazzetta capisce che quella sbandata di Angelica è la sua vera mamma, qualcosa la spinge a volerle stare accanto.
Nonostante veda coi suoi occhi che la donna non è in grado di prendersi cura neppure di se stessa, figuriamoci di una bambina.
Nonostante senta tante sciocchezze (alcune anche "crudeli") dalla bocca di quella snaturata che non sa cos'è la tenerezza.
Nonostante sappia che Tina è in grado di amarla come merita, e infatti è così da sempre.

Eppure, lo spettatore assiste impotente al "su e giù" di Vittoria che, da semplice figlia super amata di Tina, diventa la figlia che accudisce la madre che da sola proprio non ce la fa.
Vittoria è confusa, smarrita e anche arrabbiata nell'apprendere che la sua vita fino a quel momento è stata una bugia e che Tina l'ha tenuta lontana da Angelica, si ribella e vuole poter decidere da sola cosa è meglio per lei.
E se da una parte Angelica - troppo presa dai propri guai finanziari e inghiottita dai suoi problemi di disadattata - lascia che la figlia (ri)entri nella sua vita perchè dopotutto è sua, dall'altra Tina non può accettare che esca dalla propria, perchè l'amore che la lega a Vittoria è indissolubile, e lei sente di avere il diritto di considerarla figlia sua.

Vittoria sarà costretta a scegliere tra le due madri?

"Figlia mia" affronta il tema della figlia contesa, della maternità negata e di quella rifiutata, con garbo, sensibilità, delicatezza, ma anche con l'intensità propria dei sentimenti che legano le madri a questa figlia che entrambe rivendicano come "figlia mia"; sempre bravissime la Golino e la Rohrwacher in due ruoli tanto differenti tra loro; tutto si gioca attorno alle tre donne, non si può dire che ci sia un vero e proprio intreccio, che si creino dinamiche con altri personaggi, ma più che altro ci si concentra sulle singole donne e sul rapporto che c'è tra loro, sugli allontanamenti e i riavvicinamenti.
Parere positivo anche per questo film, la cui protagonista mi ha ricordato l'Arminuta (trovate la recensione sul blog) e la sua storia, anch'ella divisa tra due famiglie, quella d'origine e quella acquisita.


lunedì 5 novembre 2018

Recensione: LA ZANZARA MUTA di Gianfranco Spinazzi



Un romanzo particolare e "cervellotico" come questo di Gianfranco Spinazzi non poteva che avere un titolo altrettanto singolare, la cui associazione di significato forse non balza agli occhi immediata ma all'interno di fiumi di parole, ricordi, sensazioni, elucubrazioni mentali che, partendo dalla complicata mente dei due anziani protagonisti, arrivano dritti dritti in quella un po' spaesata e un po' divertita dell'impreparato lettore.


LA ZANZARA MUTA
di Gianfranco Spinazzi


Tragopano Ed.

"In entrata il corpo di un uomo giaceva a terra, come accartocciato sul lato inferiore del tappeto. Il vecchio l’aveva colpito in quel punto in cui la capigliatura fluente si ritirava in una stempiatura che divideva il gran ciuffo dalla massa dei capelli attorno all’orecchio. Il colpo s’era abbattuto proprio in quella zona chiara evidenziando il contrasto cromatico.
Non c’erano stati stadi preliminari, circonlocuzioni ambientali, formali galatei, né il visitatore, vecchio in apparenza quanto il padrone di casa, aveva avuto il tempo di proferire una sola parola e un solo moto di aspettativa, era entrato in casa ed era stato colpito."


Due anziani si incontrano e scontrano in una circostanza alquanto surreale; uno diventa sequestratore dell'altro e la coazione forzata di qualche ora li spinge a parlare, a dare il via a degli sfoghi non lineari, fatti di mezze frasi, ricordi accennati con tono amaro, schermaglie verbali ironiche e solo apparentemente sciocche.

Due anziani accomunati dall'abbandono e dai rimpianti: il sequestratore è rimasto solo con se stesso e il proprio umorismo nero dopo essere stato lasciato dalla moglie, il cui ricordo non l'hai mai lasciato.
Il sequestrato è vedovo, e anche per lui a fargli compagnia sono giorni spesi in compagnia solo di se stesso,
nonostante abbia due figli e uno di questi (il maschietto) lo vada anche a trovare ogni tanto.

Due passati diversi sì ma non troppo, perchè ambedue, seppur per vie e ragioni differenti, hanno trovato nell' "esperienza matrimonio" il dolore, l'affanno della solitudine.
C'è un fil rouge che attraversa tutto il romanzo: il pensiero di uccidere, che si tratti di colui che ha reso fedifraga la moglie dell'uno piuttosto che del bambino che prende a calci un colombo.

"Era solo un povero vecchio preda delle instabilità del giorno. Sballottato dalle sue stesse sferzate accusatorie, preda di cambi di vento, con la zavorra dei pensieri che gli infliggevano uno scoramento che suo malgrado fungeva da misericordia. Allora, vittima di se stesso, annullava annullandosi, e il perdono nei confronti degli humani prendeva il posto delle esecuzioni capitali."
Entrambi col pensiero hanno ucciso un sacco di volte, animali e persone, ma all'ossessione immaginata manca l'energia che la renda azione.

-Hai mai pensato di uccidere veramente?
-Molte volte.
-Anch’io.
-Tu chi uccidevi?
-È un discorso lungo.
L’elenco è lungo.
È la loro attenuante. Lo sterminio di massa. Non erano assassini ma giustizieri.
E così i due si specchiano l'uno nell'altro e parlano, si confrontano, prima con reticenza (da parte del prigioniero, che dopo un po' verrà liberato) poi come se fosse la cosa più normale del mondo, anzi... un qualcosa di necessario, anche se poi i loro discorsi sembrano paradossali e privi di logicità.

"Saltava di palo in frasca il sequestratore. E ora la sua vittima riconosceva nei termini “palo” e “frasca” la più opportuna verità. La concessa sregolatezza di una vecchiaia ricca e generosa. Il carceriere aveva tanti libri, leggeva o aveva letto molto, forse le parole che diceva risentivano di quelle lette, ma ciò che probabilmente valeva era il bisogno di parlare. Le parole in vecchiaia hanno il potere di prolungare la vita."

Due vecchi con cui la vita non è stata avara di delusioni e adesso loro sono disincantati e disillusi, e questo li porta a rimuginare sui fallimenti, a covare pensieri strani, a immaginare vendette, a provare le emozioni più contraddittorie, dall'odio per gli humani alla commozione per un animaletto morto, dal risentimento per la moglie e l'amante che gliel'ha portata via per l'uno, per il figlio su cui grava un orribile sospetto per l'altro.

Insomma, nel torrente di parole e, concedetemelo, deliri, si accavallano nostalgia e rimpianti da parte di chi è stato bambino ma non come avrebbe voluto, e a complicare le cose è sopraggiunta sempre lei, la Moglie e non solo, pure i figli.

Come dicevo nell'introduzione, è un libro particolare che ho messo un po' a terminarlo nonostante la brevità, proprio perchè avevo la sensazione di essere travolta dal vortice di confusione e illogicità e di capirci ben poco; ma poi mi son lasciata trascinare dai mille ingorghi mentali dei due protagonisti e ho accettato l'aspetto stravagante e volutamente contorto che caratterizza la narrazione, in cui ciò che conta non è tanto la presenza di una vera e proprio trama quanto l'immergersi in questi labirinti di fisse e paturnie mentali e delle emozioni di rabbia, amarezza ed euforia che portano con sè.

"Il tarlo cervellotico del settantenne non concedeva tregua ai dubbi e ai tormenti. La congestione di immaginario e reale affossava ogni tentativo di mediazione razionale. Quando si trattava di frenare gli ingorghi dei pensieri, era difficile per lui operare tagli e distanze, cedeva alla libertà che avrebbe dovuto conciliarlo con se stesso."

Anche il lettore si ritrova in mezzo a questi "tarli", assistendo ai dialoghi buffi ma tutt'altro che superficiali (come potrebbero apparire a una prima lettura) dei due vecchi, che conservano una sorta di fanciullezza che ce li rende simpatici e che ci fa provare una sorta di soddisfazione al pensiero che finalmente due anime si sono incontrate - dopo essersi scontrate - e hanno chiuso un cerchio nel quale ronzavano senza meta confusi e incompleti, trovando reciprocamente un'insperata e cameratesca complicità.
E se ne ha bisogno, sempre, anche quando ci si è ormai avviati al tramonto della propria vita.

Libro originale, adatto a quei lettori che amano un tipo di narrazione diversa,dal solito, che ci dà la sensazione di saltare da un fatto ad un altro, con personaggi e dialoghi bizzarri ma non per questo privi di senso, anzi esso lo si trova proprio nell'apparente caos in cui ci si trova invischiati.

domenica 4 novembre 2018

Prossime uscite nel mese di novembre




Alcune prossime uscite nel mese di novembre!!


DONNE CHE NON PERDONANO
di Camilla Lackberg



Ed. Einaudi
152 pp
14,50 euro
USCITA
13 NOVEMBRE 2018
Ingrid è un’ex giornalista che ha rinunciato alla carriera per il marito e ora scopre che lui la tradisce. 
Viktoria è scappata dalla Russia, dove rischiava la vita, ma in Svezia ha trovato l’inferno. Birgitta non va neanche dal medico per non mostrare i lividi che le lascia il marito. 
Non si conoscono, eppure possono salvarsi a vicenda. 
L’importante è prendere una decisione: smettere di essere vittime e diventare delle mantidi.




Una storia d'amore violenta e commovente. Il matrimonio di una coppia afro-americana distrutto da un sistema giudiziario imperfetto. Un capolavoro di narrazione, un implacabile affresco del razzismo che ancora permea l'odierna società americana.


UN MATRIMONIO AMERICANO
di Tayari Jones



Ed. Neri Pozza
18 euro
USCITA
15 NOVEMBRE 2018
Celestial e Roy sono l'incarnazione del sogno americano: lui, pur provenendo da una famiglia della classe operaia della Louisiana, è riuscito a frequentare il college e ritagliarsi un posto nella società come dirigente, lei è una promettente artista emergente. Sposati da appena diciotto mesi, hanno una splendida casa ad Atlanta e stanno cercando di avere un figlio. 
Durante una visita ai genitori di Roy, la giovane coppia pernotta in un hotel. Dopo un litigio di poco conto, Roy esce dalla stanza per prendere del ghiaccio. 
Nella hall dell'albergo incontra una donna con un braccio fasciato, che gli chiede una mano per risolvere un problema con il condizionatore della propria stanza. 
Dopo aver scambiato quattro chiacchiere con la sconosciuta, Roy torna da Celestial, si riappacificano e si addormentano. All'alba vengono svegliati dalla polizia che butta giù la porta della stanza e arresta Roy con l'accusa di stupro. 
Ad additarlo come il proprio aggressore è la donna a cui ha prestato aiuto la sera precedente. 
La donna è bianca, Roy e Celestial sono afro-americani. Roy viene condannato a dodici anni per un crimine che non ha commesso, solo e unicamente in virtù del colore della sua pelle e del pregiudizio che ne consegue. Benché fieramente indipendente, Celestial si ritrova all'improvviso sola, povera e disarmata, trovando conforto in André, un amico d'infanzia da sempre innamorato di lei. 
Dopo cinque anni di carcere, la condanna di Roy viene commutata e lui si ritrova libero, pronto a tornare ad Atlanta e a riprendere in mano la propria vita, inconsapevole dei cambiamenti avvenuti negli anni della sua detenzione.


Torna il buon Grisham in libreria con un nuovo romanzo che accompagna il lettore in un incredibile viaggio colmo di suspense alla ricerca della verità sulla guerra degli americani contro i giapponesi.




LA RESA DEI CONTI
di John Grisham




Ed. Mondadori
420 pp
22 euro
USCITA
20 NOVEMBRE 2018
Ottobre 1946, Mississippi. Pete Banning, cittadino modello di Clanton, reduce di guerra pluridecorato, patriarca di una nota famiglia locale proprietaria di campi di cotone, amato padre di famiglia e fedele membro della locale comunità metodista, in una fresca giornata di ottobre si alza presto, sale in macchina e si dirige verso la chiesa.
Entra nello studio del pastore, il suo amico reverendo Dexter Bell, e con calma e determinazione gli spara e lo uccide.
Da quel momento, l'unica cosa che Pete ripete a tutti, familiari, avvocati, uomini di giustizia, è "non ho niente da dire".
Qualunque sia stato il motivo del suo inconcepibile gesto non verrà svelato. Pete non ha paura della morte e viene giustiziato portando il suo segreto nella tomba, lasciando incredula l'intera comunità di Clanton.
Ma perché l'ha fatto?

Dagli Stati del Sud alla giungla delle Filippine, il lettore viene trascinato negli anni della guerra degli americani contro i giapponesi, fino a un claustrofobico manicomio pieno di segreti fino all'aula del tribunale dove l'avvocato del protagonista cerca invano di salvarlo senza la sua collaborazione, mostrando gli effetti che può avere a lungo termine un crimine terribile e inspiegabile.

Libri che diventano film - al cinema a novembre/dicembre



Ed eccomi ad aggiornare la sezione Anteprima Cinema, dando spazio ai film tratti/ ispirati a libri.


E' previsto per metà novembre Widows - Eredità criminale (Widows) il film che trae ispirazione dal thriller di Lynda La Plante; è diretto da Steve McQueen, che si è occupato anche della sceneggiatura insieme alla scrittrice Gillian Flynn. Fanno parte del cast principale Viola Davis,
Michelle Rodriguez, Elizabeth Debicki, Robert Duvall e Liam Neeson.

Trama del romanzo: Per Dolly essere la moglie del noto criminale Harry Rawlins non è mai stato un problema. Negli anni, si è tenuta alla larga dagli affari del marito, ottenendo in cambio tutte le attenzioni che ha sempre desiderato. Ma ora che Harry è morto, si ritrova sola di fronte a un destino ogni giorno più incerto. Finché non riceve un biglietto anonimo con precise istruzioni: deve presentarsi in banca sotto falso nome e accedere a una cassetta di sicurezza. Qui, oltre a dei contanti e a una pistola, trova il taccuino di Harry sul quale il marito ha annotato i nomi delle persone con cui ha avuto a che fare e le rapine che ha organizzato, compresa l’ultima. Per portare a termine ciò che Harry ha iniziato, Dolly si rivolge alle vedove dei complici di Harry, donne pronte a tutto e che non hanno la minima intenzione di tirarsi indietro. Nemmeno quando le cose non vanno secondo i piani.


Dal 15 novembre il memoir "Ancora un giorno" (link IBS), l'ultimo reportage pubblicato dallo scrittore Ryszard Kapuscinski, verrà trasmesso al cinema col tutolo Another Day of Life, film di animazione, diretto da Raúl de la Fuente, Damian Nenow. Uscita al cinema il 15 novembre 2018.
Scritto dal reporter all'indomani del suo viaggio in Angola nel 1975, nel pieno della Guerra Civile, il reporter polacco vuole essere sicuro che nessuno dimentichi ciò che è successo. Raúl de la Fuente e Damian Nenow recuperano il suo messaggio e lo trasformano con grande audacia in un lungometraggio animato, accompagnato da interviste in liveaction; è il resoconto coraggioso di una storia tristemente vera.



Chesil Beach è un film drammatico diretto da Dominic Cooke, con Saoirse Ronan e Emily Watson. Uscita al cinema: 15 novembre 2018.
Tratto dall'omonimo romanzo di Ian McEwan, il film racconta l'incontro, l'innamoramento e il matrimonio della violinista Florence e dello studente di storia Edward, nell'Inghilterra dei primi anni '60, pochi anni prima della rivoluzione sessuale. Hanno poco più di venti anni, si amano e sono vergini. Prigionieri dei tabù di un'epoca e delle convenzioni familiari e sociali, si ritroveranno a vivere la loro luna di miele a Chesil Beach, un luogo che li porterà verso altre strade, altri destini, altre vite.

C'è sempre qualcuno che ci riprova, come se non bastassero le pellicole già realizzate...: torna lui, il ladro leggendario che rubava ai ricchi per dare ai poveri, Robin Hood. Dal 22
novembre.
Diretto da Otto Bathurst, con Taron Egerton e Jamie Foxx, si racconta di Robin di Loxley, che al ritorno dalle Crociate in Terra Santa scopre che l'intera contea di Nottingham è dominata dalla corruzione. L'ingiustizia e la povertà in cui vive il suo popolo lo spingono così a tramare per organizzare un'audace rivolta contro la potente Corona d'Inghilterra.
Ma per farlo ha bisogno di un mentore: un abile quanto sprezzante comandante conosciuto durante la guerra...


E al cinema torna un personaggio della letteratura per l'infanzia  molto amato, Il Grinch (The Grinch), film d'animazione diretto da Yarrow Cheney e Scott Mosier. E' basato sull'omonimo racconto del 1957 scritto dal Dr. Seuss
E' possibile non amare il Natale? Certo, se si è solitari, brutti e cattivi come il Grinch, mostriciattolo perfido che vive nella città di Chi-non-so. Con il solo scopo di guastare le feste ai suoi concittadini Non-so-chi, si traveste da Babbo Natale e ne combina di tutti i colori. Dal 29 novembre.

Sul grande schermo la bella Keira Knightley interpreterà la scrittrice francese Colette in un film di Wash Westmoreland. Dal 6 dicembre.


Sempre a dicembre arriva Il castello di vetro, tratto dal libro autobiografico della giornalista
americana Jeannette Walls; alla regia Destin Daniel Cretton, nel cast Brie Larson e Naomi Watts.
Seconda di quattro fratelli, Jeannette cresce con una madre immatura e capricciosa (Naomi Watts), più attenta agli scorci da dipingere che alle necessità dei figli, e un padre affettuoso ma alcolizzato. Quando non è ubriaco, Rex Walls si getta in progetti sconsiderati, elabora complesse strategie di guadagno e infarcisce la mente dei figli di aneddoti bizzarri e fantasiosi, che col tempo alle due sorelle maggiori non bastano più. L'immaginario castello di vetro, che lo sconclusionato genitore progetta un giorno di costruire per le bambine, diventa perciò simbolo dei fallimenti e delle promesse infrante. Ma anche dei guizzi della follia e dell'immaginazione.


Macchine mortali è un film che uscirà nelle sale presumibilmente a metà dicembre, diretto da Christian Rivers, al debutto da regista. La pellicola è l'adattamento cinematografico del romanzo omonimo di Philip Reeve. Nel cast: Robert Sheehan, Hera Hilmar.
Migliaia di anni dopo la distruzione del mondo civilizzato a causa di un cataclisma, la razza umana si è adattata e si è evoluta con un nuovo stile di vita. Gigantesche città in movimento vagano per la Terra, prendendo brutalmente di mira le più piccole città trazioniste. Tom Natsworthy proveniente da una classe inferiore della grande città trazionista di Londra si ritrova a dover combattere per la sopravvivenza dopo essersi imbattuto in Hester Shaw, una pericolosa fuggitiva.



Il ritorno di Mary Poppins - basato sui libri di P.L. Travers e in arrivo dal 20 dicembre - è diretto da Rob Marshall, con Emily Blunt e Meryl Streep.
I piccoli Michael e Jane Banks sono cresciuti e nella cameretta al numero 17 di Viale dei Ciliegi dormono i tre figli di Michael; il posto di governante è occupato dall'anziana Ellen. Una perdita improvvisa e dolorosa nella vita del nuovo signor Banks però, richiama l'attenzione di una vecchia amica: Mary Poppins, impersonata da Emily Blunt, non è invecchiata di un giorno ed è ancora "praticamente perfetta sotto ogni aspetto". Con un leggero cambio di stile, dettato dalla moda britannica anni Trenta, la bambinaia plana per la seconda volta nel vialetto alberato e spacchetta l'unico capiente bagaglio in vista della permanenza.

Arriva sul grande schermo un personaggio dell'infanzia che chi ha vissuto gli anni '80 come me ha amato: il dolce  Remi, adattamento cinematografico del romanzo Senza Famiglia di Hector Malot; diretto da Antoine Blossier, con Ludivine Sagnier, Virginie Ledoyen, Daniel Auteuil, Jonathan Zaccaï.
Racconta le avventure del piccolo Remi e la sua vita al fianco del musicista girovago Vitalis e dei suoi inseparabili compagni: il fedele cane Capi e la scimmietta Joli-Couer. Uno straordinario ed emozionante viaggio attraverso la Francia, fatto di incontri e nuove amicizie che porteranno Remi a scoprire le sue vere origini. Dal 20 dicembre.

sabato 3 novembre 2018

Recensione: IL BAMBINO IN FAMIGLIA di Maria Montessori



Un breve saggio di pedagogia scritto da una delle più autorevoli  esperte di educazione e del mondo dell'infanzia che ha tanto insegnare a genitori, educatori, insegnanti..., e i cui principi e consigli sono di un'attualità disarmante.


IL BAMBINO IN FAMIGLIA
di Maria Montessori


Ed. Garzanti
137 pp
12 euro

«Il bambino in famiglia» raccoglie i testi di una serie di conferenze tenute nel 1923 a Bruxelles, nelle quali Maria Montessori traccia le proprie proposte per una Scuola dei genitori. 
Questa breve raccolta, quindi, si propone quale guida di igiene mentale per genitori ed educatori, affinchè possano essere pienamente coscienti di quanto importante sia il compito che essi hanno di educare il bambino, il quale va conosciuto per le sue caratteristiche di sviluppo ed esigenze specifiche in modo da aiutarlo ad essere l'adulto di domani.
Il tutto nel pieno rispetto dell'anima infantile e cercando di individuare quelli che sono gli errori che da sempre la pedagogia e gli adulti hanno commesso nei riguardi dell'infanzia. 

La Montessori è diretta e non ci gira attorno: abbiamo sbagliato tutto.
Abbiamo creduto e preteso di conoscere il bambino, di poterne prevedere bisogni ed esigenze e di sapervi rispondere..., ma l'unica cosa che abbiamo saputo fare è stata questa: immaginarci un bambino a nostra somiglianza, una sorta di adulto in miniatura da allevare, educare, correggere, indirizzare... secondo i buoni e perfetti principi psicopedagogici di moderna generazione,  che però... lungi dalla perfezione di cui ci illudevamo fossero rivestiti, avevano un grosso limite: erano adultocentrici.

L'adulto non può e non deve pensare di poter comprendere il mondo dell'infanzia e andargli incontro nel rispetto che merita, se antepone le proprie esigenze, i propri ragionamenti, se si crede il maestro perfetto e infallibile, il faro che può illuminare il buio dell'ignoranza e dell'inesperienza in cui sguazza l'infante.
E' l'adulto a doversi adattare al bimbo, non viceversa.
E' l'adulto a dover predisporre l'ambiente giusto (quello che la Montessori chiama "Casa dei Bambini") che lasci il bambino libero di esprimersi, di tirar fuori (del resto, dal latino, educare viene da educĕre, che significa proprio questo, tirar fuori) la propria essenza, il buono e il bello che per natura è in lui, in modo da raggiungere l'autonomia nel pieno rispetto del suo carattere, dei suoi tempi, delle sue propensioni e attitudini.

La  rivoluzione montessoriana sta in questo: al centro vi è il bambino, ma non a chiacchiere bensì coi fatti; non bastano le teorie dell'educazione e i migliori principi pedagogici se poi in casa e a scuola tutto - dagli armadi, ai tavoli, agli oggetti... - è a misura di adulto e non di bambino.

L'adulto deve abbandonare la presunzione di potersi sostituire al bambino, deve farsi da parte per non divenire un ostacolo al suo sviluppo ma guidarlo a muoversi con spontaneità e liberamente in un contesto a lui adeguato così da permettergli di fare esperienze atte a svilupparne la concentrazione, l'intelligenza, l'ordine ecc...

"La maestra deve consacrarsi alla formazione di un'umanità migliore. (...) alla maestra è affidata la fiamma della vita interiore in tutta la sua purezza. Se questa fiamma sarà trascurata, si spegnerà per non accendersi mai più".

E questo è un pericolo da non sottovalutare in quanto

"l'educazione infantile è il problema più importante dell'umanità".

Ma per rispettare le leggi della natura e della crescita di ogni bambino non bisogna far riferimento
ingenuamente e semplicemente ai tanti insegnamenti e teorie appresi nei testi di pedagogia; no, per conoscere e amare il bambino, bisogna osservarlo, con attenzione, con calma, con amore, individuando ciò di cui necessita per vivere, per perfezionarsi, soddisfacendo non soltanto i bisogni fisici e prendendoci cura del suo corpo in formazione, ma ancor di più della sua psiche, della sua anima.

"...bisogna credere a tutto il bene che sta nascosto nel bambino e prepararsi a riconoscerlo con cura e amore; solo così saremo in grado di saperlo giustamente apprezzare"..

Non sarebbe corretto credere che una pedagogista attenta come Maria Montessori sostenga che il bambino va lasciato libero senza essere indirizzato dall'adulto per paura di sopraffarlo (come s'è sempre fatto, purtroppo)!
Tutt'altro, il compito dell'educatore è quello di presentare a ogni bambino i materiali con cui egli può "lavorare" per imparare e crescere verso l'indipendenza, e vigilare sulle sue azioni in modo che esse non siano mai disordinate e fine a se stesse.

Io credo che i consigli e gli insegnamenti propri della pedagogia montessoriana abbiano una forza e un'efficacia  straordinarie, siano assolutamente attuali e utili non solo a chi lavora nell'ambito dell'educazione, ma anche per quei genitori che desiderino conoscere meglio le caratteristiche di sviluppo del proprio bambino per poter relazionarsi con lui nel pieno rispetto della sua personalità, ricordando che il solo fatto di essere adulti non ci rende perfetti, ma al contrario, con tutte le nostre imperfezioni possiamo sforzarci di essere umili e "servi" di questa piccola vita che che ci viene affidata.

Davvero di grande interesse, è uno volumetto che si legge con incredibile scorrevolezza e dà una visione panoramica del pensiero di questa grandissima pedagogista italiana.

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...