sabato 22 dicembre 2018

Recensione: QUEL CHE RESTA DEL PECCATO di Matthias Graziani



Tra le innevate montagne attorno a Bolzano è acquattato un serial killer, che ha cominciato a mietere vittime e a lasciare pochi e enigmatici indizi dietro di sè; a battere ogni pista possibile per cercare di prenderlo c'è l'ex-poliziotto Kurt, con un passato ingombrante alle spalle e fantasmi che non accennano a lasciarlo in pace.  E se proprio in essi ci fosse la chiave giusta per risolvere l'enigma dell'assassino?



QUEL CHE RESTA DEL PECCATO
di Matthias Graziani



Ed. La corte Editore
269 pp
16.90 euro
Ottobre 2018
"Compresi che dare un nome a un assassino era utile, perchè chiamarlo mostro lo rendeva intangibile, superiore. Un nome lo rende reale, e se qualcuno esiste può essere sconfitto".

Kurt Vinciguerra è un poliziotto in congedo, mezzo italiano e mezzo tedesco, da sempre noto nell'ambiente professionale come uno senza regole, che fa un po' come gli pare: frequenta luoghi poco raccomandabili, beve decisamente troppo, agisce facendo saltare ogni schema e reagisce senza pensare, con conseguenze non sempre favorevoli.

E' sposato ma ancora per poco; sua moglie Laura infatti l'ha lasciato e, nel corso della lettura, comprendiamo che è successa una cosa tra loro drammatica e pesante da gestire, che ha finito per logorare il loro rapporto fino a condurli alla separazione.
Adesso ognuno si fa la sua vita, anche se ogni tanto Kurt - che ha amato molto l'ex - sente il bisogno di sentirla per sapere se almeno lei sta riprendendo in mano la propria esistenza, se è più serena senza di lui.

Quando ritorna da Ferrara a Bolzano ad attenderlo c'è l'amico di sempre, il commissario Battista, che gli fa sapere di aver fatto il suo nominativo alla Squadra mobile della Polizia affinchè gli sia assegnato un caso che si prospetta di difficile soluzione: durante la notte del Sacro Cuore, nei boschi fuori città, un uomo e una donna vengono trovati morti. Sono stati assassinati in modo brutale: lei strangolata, con i vestiti addosso; lui colpito con ferocia inaudita con una sprangata in volto; è completamente nudo e il volto è praticamente irriconoscibile; aspetto ulteriormente inquietante: attorno al collo di lui sono stati appesi due teste di cuccioli di pastore tedesco...

"C'è sempre qualcosa di stregato e di malvagio in una scena del crimine. E' come un'epidemia: tutto quello che ti sta attorno, lentamente, viene contagiato. Un perimetro in cui la malvagità sfuma dissolvendosi nella normalità. Ed è su quel confine che si trova la memoria del killer, la fonte del suo piacere. Io dovevo trovare quel confine."

Con l'occhio "clinico" che gli appartiene, il sangue freddo e la lucidità con la quale ha sempre risolto i casi, Kurt da subito analizza gli aspetti peculiari della scena del delitto, i particolari che suscitano domande, dubbi, e insieme alla nuova partner Vanessa, una ragazza tanto bella quanto sfacciata, comincia a mettersi sulle tracce del killer. 
La stampa ha già provveduto a soprannominarlo Schäferhund: il Pastore Tedesco, per via delle teste appese ai lati di una delle vittime; grazie all'attenzione a dettagli non irrilevanti, Kurt e Vanessa iniziano a percorrere le prime possibili piste, e una di questa li conduce dritti dritti nel mondo dei bikers, composto da motociclisti rozzi, violenti, dediti all'uso di stupefacenti, alcool a fiumi, che si trastullano con giovani prostitute e vanno in giro a creare casini; ma soprattutto, Kurt deve confrontarsi con le faide tra bande nemiche di bikers, pronte a scannarsi a vicenda alla prima occasione.

Viene quindi travolto da una guerra tra bandidos, tra gruppi di motociclisti arrabbiati, alcolizzati, criminali armati fino ai denti; gente che ti fa accapponare la pelle solo a guardarla da lontano e dalla quale normalmente ti tieni alla larga; ma non Kurt, che ha le sue ottime ragioni per non farsi impaurire da nulla, e che ha intuito come ci sia un collegamento tra almeno una delle vittime e il mondo dei bikers.
Non solo, ma proprio mentre se ne va in giro a far domande scomode e a mettersi nei primi guai, assiste a scene poco edificanti: il tentativo di uccidere un neonato, una giovane prostituta (che somiglia tanto alla vittima del bosco...) nelle mani di un manipolo di bestie che la trattano come un oggetto privo di alcun valore, e in seguito un biker sottoposto per ritorsione a efferate torture e lasciato a bruciare tra le fiamme come una torcia umana.

Intanto, lo Schäferhund non si ferma e un altro luogo (sempre boscoso) diviene teatro di una orribile scena delittuosa...; ma cosa ancor più misteriosa ed angosciante è che lo stesso Kurt si trova ad essere vittima in prima persona del progetto folle e lucido insieme dell'omicida: una notte, infatti, mentre è nella stanza dell'alberghetto nel quale alloggia, viene aggredito e si risveglia in una vasca da bagno con una ferita chirurgica alla schiena... e un "corpo estraneo" conficcato dentro di sè...

Svegliatosi dopo un coma di sei mesi, la missione di trovare il serial killer diventa un fatto anche personale: che messaggio ha voluto lasciargli il "Pastore tedesco" coinvolgendolo in modo così diretto e violento, arrivando a colpirlo fisicamente ma lasciandolo in vita? Sta forse sfidando apertamente il nostro investigatore a trovarlo?

Kurt è un poliziotto particolare: intuitivo, dotato di grande acume, sa come mettersi dalla parte dell'assassino per coglierne i modi di pensare, prevederne le azioni, intuire le motivazioni dei suoi comportamenti attraversati da una lucidità malvagia.
Ma questa volta, anche uno come lui - che pare non scomporsi davanti a nulla, abituato com'è al peggio che c'è nell'essere umano, a prendere la vita a muso duro, di petto, e a ironizzarci su, quando è possibile - dovrà accettare che la verità si cela lì dove mai avrebbe immaginato potesse annidarsi, e che lui è personalmente coinvolto nella serie di macabri omicidi più di quanto riesca a ipotizzare...

Kurt è un ragazzo sveglio, con un grande senso dell'umorismo, capace di sdrammatizzare anche le situazioni più difficili, ma non lo fa per superficialità: è un suo modo (secondo me, ovvio) di affrontare cose più grandi di lui, per non lasciarsene sopraffare; il suo passato, come dicevo più su, è un fardello pesante che rischia davvero di schiacciarlo, e anzi già lo ha reso più cinico verso la vita, i rapporti umani (con le donne, in primis), ma allo stesso tempo egli non ha smesso di andare avanti nonostante una parte di sè sia morta quel giorno e a causa di quella cosa accaduta a lui e a Laura (di cosa si tratti lo sapremo verso la fine del libro).

Saranno proprio i suoi demoni interiori, gli incubi di cui non si libererà mai definitivamente a fornirgli la chiave per risolvere tutto, e forse proprio in questo modo riuscirà ad attraversare l'orrore inimmaginabile che una mente contorta ha costruito per colpire proprio lui.
Per Kurt si avvicina inesorabile il momento di fare i conti con ciò che è ancora sospeso nella sua vita.

Tra queste pagine il lettore viene immerso in un contesto suggestivo, come sanno esserlo i monti innevati, i boschi desolati, le notti gelide rischiarate da falò, ma anche crudo, violento, terribilmente realistico, qual è quello dei locali malfamati, delle bande di centauri che, a cavallo delle loro Harley, scorrazzano tronfi e incattiviti, pronti ad azzuffarsi, a sballarsi, a sparare e commettere azioni criminali, colpendo anche donne o bambini.
E in questo clima duro e feroce, il protagonista conquista il lettore con il suo carattere determinato e insicuro insieme, serio all'occorrenza ma anche molto ironico e scherzoso; egli si presenta come una sorta di eroe sui generis: Kurt non è il poliziotto senza macchia, l'investigatore serioso e ligio al dovere; non è propriamente un'anima candida ed è disposto a infilarsi in situazioni discutibili pur di raggiungere uno scopo che ritiene giusto, andando fino in fondo e sfidando il pericolo, ma proprio queste sue "imperfezioni" ce lo rendono più umano e sicuramente anche più simpatico!

Ad uno scanzonato come lui non poteva che affiancarsi una donna come Vanessa, procace ma molto pratica, poco incline ai sentimentalismi e con un modo di ragionare e parlare molto mascolini, che stuzzicano Kurt e divertono il lettore.

Un thriller ben costruito, con un protagonista particolare e interessante, dal ritmo incalzante e che alla fine riserva un bel colpo di scena.

Ringrazio la C.E. La Corte Editore per l'opportunità di leggere questo romanzo, che consiglio, in special modo agli amanti del genere!

venerdì 21 dicembre 2018

Novità Kimerik Edizioni (dicembre 2018)




Buongiorno!!
Eccomi con un paio di segnalazioni di dicembre Kimerik Edizioni.


SC E LA MALEDIZIONE DEL TERZO OCCHIO
di Emanuela Molaschi



Kimerik Ed.
444 pp
15.90 euro
Lei potrà vivere come non magica senza sapere che in un altro luogo vivrà come maga.
Avrà la vita che voleva e l’avrà dopo un grave episodio doloroso della sua precedente esistenza da normale. 
Dopo quel momento, le parti divise saranno una, i ricordi della vita non magica si cancelleranno e resterà strega, così la sua famiglia, che da sempre è la prescelta, crederà di aver avuto per figlia una maga. 
Questa è la profezia su colei che presto conoscerete, una ragazza dai capelli schiariti da grande e scuri da piccola, che scordando molto della sua vita passata imparerà tanto altro sul mondo magico. 
Fino a un’età ha vissuto due vite, di cui una segreta anche a lei stessa, ma dopo un evento di grande dolore a noi non noto, ella diverrà soltanto la custode. 


L'autrice.
Nata il 28 febbraio 1993, Emanuela Molaschi inizia a scrivere fin da bambina per lavori e progetti vari organizzati dalle scuole elementari. Nel 2008 pubblica nell’antologia Spazio a chi sa scrivere Spiragli 68 (ed. Nuovi Autori) un racconto breve. Nel 2009, per lo stesso editore, pubblica un libro tutto suo intitolato Salvate la Scuola. Infine, nel 2011 dà alle stampe La scuola del falco. Dal 27 ottobre 2014 è presidentessa di un’associazione per non vedenti e ipovedenti.



IN EQUILIBRIO SUI BORDI DELL'ANIMA
di Silvia De Lorenzis

Ed. Kimerik
100 pp
13.60 euro
Attraverso la scrittura, Silvia De Lorenzis ha fatto un viaggio nella sua anima, un percorso impegnativo che le ha insegnato a osservare la vita con occhi diversi, gli occhi del cuore, gli unici in grado di guardare oltre le apparenze e capaci di rivelare l’essenza di ogni cosa. 
In questo lungo viaggio interiore ha imparato a conoscersi, ad ascoltarsi, ad accettarsi e soprattutto ad amarsi. Consapevole di avere diritto a un’unica preziosa vita, Silvia ha scelto di viverla tra le braccia dell’amore, prima per se stessa e poi per chi, ogni giorno, sceglie di camminare a un passo dal suo cuore. 



L'autrice.
Silvia De Lorenzis è un'assistente sociale, una persona estremamente sensibile e sempre pronta ad aiutare gli altri, passionale, affettuosa, sognatrice, amante della musica e appassionata di libri e letteratura. Ha iniziato a scrivere quando era una bambina. È cresciuta dipingendo i suoi pensieri e le sue emozioni sulle pagine segrete di un diario, fedele compagno del suo viaggio senza fine tra gli infiniti paesaggi dell’anima.


giovedì 20 dicembre 2018

Recensione: RESPIRA CON ME di Gabriele Morandi



Una storia misteriosa e angosciante ambientata nella Firenze dei nostri giorni, ricca tanto di fascino quanto di oscure e antiche leggende su cui grava la sgradevole e spaventosa presenza della Morte, della nera signora con la falce che miete vittime senza pietà.



RESPIRA CON ME
di Gabriele Morandi 



Intrecci Ed.
185 pp
12 euro
Nessuno di loro, al momento in cui si ritrovò proiettato in quella storia, aveva creduto fino in fondo che quella stramba leggenda fosse vera. Tutti avevano dato per scontato che gli eventi fossero frutto del caso, avevano detto che potevano capitare, ma non a loro".
È l’11 novembre (l’anno non è indicato), siamo a Firenze e la prima scena davanti alla quale viene messo il lettore è quella di un ragazzo, di cui conosciamo solo il nome e la nazionalità (l’americano Edward), che sta cercando di fuggire a quel che sembra essere un destino scritto in modo irreversibile e che “puzza di morte”; ma, ahilui, a ricordargli di come non sempre l’uomo sia libero di decidere né come vivere e neanche come morire, ci pensano tre losche e malefiche figure, che lo accerchiano, pronte a fare del suo corpo un mucchio di brandelli irriconoscibili…

Pochi mesi dopo, siamo ancora nel capoluogo toscano e il protagonista è un giovanotto italo-americano, 
Thomas, laureato in Storia dell’Arte e in procinto di tornarsene negli States, quando qualcosa di inaspettato gli fa cambiare idea: senza che lui sappia come e perché, riceve un’allettante offerta di lavoro da parte di una bizzarra agenzia della città, la Betelgeuse, situata nell’imponente Palazzo della Medusa.

Sin dall’ingresso nella struttura - che al suo interno rivela una ricchezza artistica affascinante ma anche mai vista prima e sicuramente inquietante - e dai primi contatti con chi vi lavora (dipendenti e superiori), capisce di essere capitato in una... gabbia di matti!

Custodi strambi e strafottenti, segretari enigmatici e di poche parole, superiori che alternano atteggiamenti cortesi ad altri decisamente ruvidi e maleducati…: insomma, la prima impressione non è proprio ottima, ma Thomas decide ugualmente di darsi un’opportunità all’interno della ditta.

Di cosa si occuperà? Quella che dovrebbe essere una domanda ovvia e di facile risposta, si rivela invece un quesito inutile, che ottiene indicazioni assolutamente vaghe e, per molti versi, ridicole: Thomas intuisce a grandi linee che la Betelgeuse dichiara di valutare progetti, ipotesi, idee… alternative, creative e talvolta assurde, per capire se siano innovative e meritevoli di essere sostenute o meno. Thomas sarà un verificatore di questi possibili progetti pseudoscientifici.

Il tipo di mansione, quindi, non pare particolarmente difficile e la paga è buona: perché non provarci? Al massimo, se si stufa, può sempre andarsene, no…?

Una vocina sussurra insistentemente nelle orecchie di Thomas di scapparsene a gambe levate: quello che sembra un buon lavoro potrebbe rivelarsi un vero e proprio incubo! 

A insinuargli dubbi contribuiscono svariati fattori: non solo i comportamenti strani (al limite del bipolarismo) di tutti, a partire dai superiori (come il sussiegoso Coverdali, o l’arroganza e maleducazione della “dottoressa” Colleoli), ma lo stesso palazzo è come se avesse una vita propria, un’anima: tra le sue mura sembrano prendere vita immagini terribili, di gente che soffre e che è a un passo dalla morte, salvo poi sparire un attimo dopo e fargli credere di avere avuto un’allucinazione.

Come se non bastasse, alle sensazioni sgradevoli avute si aggiunge anche un biglietto anonimo che lo mette in guardia da un pericolo non meglio specificato e che dovrebbe avvenire in una data specifica: “Guardati dall’11 novembre!”. 

Cosa vuol dire? Chi potrebbe minacciare la sua vita? E perché poi proprio in quel giorno di novembre? 

Thomas è solo a Firenze; a dire il vero, è solo in generale, non ha famigliari stretti ma riesce a fare amicizia con una collega, la bella Elvira; inizialmente, anche lei sembra un po’ “matta” e sopra le righe come gli altri dipendenti, però poi i due cominciano a frequentarsi fuori e il ragazzo si convince di potersi fidare della ragazza, con la quale condivide dubbi, pensieri, stati d’animo e sensazioni in merito al palazzo in cui si trova questa anomala ditta per la quale entrambi lavorano.

Tanto l’azienda quanto il palazzo (apparentemente, visto da fuori, è un condominio come tanti) sembrano non esistere ufficialmente…, e cosa ancor più allarmante, cominciando a indagare sui due nomi riportati nel biglietto-avvertimento, Thomas si ritrova davanti a casi di scomparse inspiegabili, di giovani dipendenti come lui, che hanno lavorato lì e che a un certo punto… pouf!, spariti, senza che di loro si sia mai saputo alcunché.

A dire il vero, grazie ad Elvira, il ragazzo apprende la storia di una certa Fedra e, leggendo le pagine del suo diario, inizia a capire che dietro gli strani fenomeni avvenuti in quel palazzo fiorentino, si celano segreti orribili, verità agghiaccianti che affondano le radici in leggende, vecchie credenze, culti pagani antichi che gli mostreranno come la bellissima città d’arte che è Firenze, nasconda in sé, tra le sue “viscere”, un’anima cupa, violenta, e che dietro la sua splendente bellezza artistica ci sia un lato oscuro, spaventoso, che una volta scoperto potrebbe ingoiare il povero Thomas e mettere seriamente alla prova la sua lucidità e la sua stessa esistenza.

Il percorso di Thomas verso la scoperta di ciò che si nasconde dietro il Palazzo della Medusa, tra le cui mura egli rabbrividisce di paura, arrivando ad avere visioni raccapriccianti alle quali non sa dare una spiegazione razionale, lo porta in realtà a conoscere la parte tetra e funesta di Firenze, fatta di storie poco conosciute ma che pure continuano a serpeggiare tra le sue strade e le sue piazze, e che mette l’uno contro l’altro il Bene e il Male, la Vita e la Morte.
A tornare come un ritornello ossessivo e pauroso è sempre la stessa data: 11/11, l’11 novembre. È sempre in questo giorno che è accaduto o si presume che accadrà qualcosa di fatale, di tragico, e proprio la sua attesa dà allo sviluppo delle vicende un ritmo concitato: il lettore vive insieme a Thomas l’ansia di sapere cosa potrebbe succedere al protagonista in quella data, e tutto quel che accade tra marzo e novembre è una sorta di corsa contro il tempo, un susseguirsi di pericolose indagini e terrificanti scoperte che convergono tutte allo scoccare della mezzanotte che segna il passaggio dall’11 al 12 novembre. 

Forse c’è una maledizione che, come una mannaia, incalza e grava sulle teste dei giovani ed ignari dipendenti della Betelgeuse, Elvira e Thomas compresi? C’è un modo per sfuggirle e liberarsi dalle grinfie di un destino impenetrabile e fosco, tagliare i ponti col palazzo maledetto e proiettarsi verso un futuro decisamente più sereno? 


“Respira con me” è un romanzo dalle tinte cupe e dalla atmosfere intrise di mistero, che parte da una situazione che, pur sembrando indefinita, lascia intuire immediatamente la sua pericolosità, che non si basa su qualcosa di razionale e spiegabile, bensì di surreale, "paranormale", mescolando arte e storia con leggende e credenze popolari, citando anche personaggi storici che in vita hanno coltivato pratiche osteggiate dai contemporanei,   guidando il lettore per le vie e le piazze di una Firenze "nera", suggestiva sì ma anche molto cupa, terrificante, segreta; un'ambientazione che ho trovato molto intrigante perché riesce a far crescere il livello di curiosità nel corso della narrazione, in riferimento sia ad una lettura diversa della bellissima città rinascimentale sia alle vicende vissute da Thomas e gli altri personaggi.

Una lettura che mi ha piacevolmente stupita e catturata per questo essere attraversata dalla presenza di eventi ed elementi arcani e indecifrabili che sfidano la ragione umana.


VI RICORDO CHE, IN OCCASIONE DEL REVIEWS PARTY 
AL QUALE PARTECIPO CON LA PRESENTE RECENSIONE, 
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USARE IL CODICE "respiraconme".


martedì 18 dicembre 2018

Recensione: VENTUNO GIORNI PER RINASCERE di F. Berrino, D. Lumera, D. Mariani (RC2018)



Libro adatto a chi accoglie e condivide i princìpi de La Grande Via, associazione senza scopi di lucro che insegna a divenire consapevoli di se stessi e di come ridurre la possibilità di sviluppare patologie croniche, giungendo ad età avanzata senza malattie, e questo attraverso pratiche utili per coltivare la mente e nutrire il corpo con cibo sano, esercizio fisico e meditazione.



VENTUNO GIORNI PER RINASCERE
di F. Berrino, D. Lumera, D. Mariani



Ed. Mondadori
358 pp
Il titolo dice tutto: tra queste pagine si suggerisce un percorso che permetta di ringiovanire ed essere più sani in 21 giorni, quindi tre settimane.
Si tratta di un percorso pratico e quotidiano fatto di ricette, esercizi fisici e spirituali, ma non solo: al centro vi è la filosofia del mens sana in corpore sano, e infatti il percorso è fatto anche di conoscenza, illuminazione, consapevolezza secondo un approccio integrato, un programma che sviluppa attenzione verso la nostra identità, i nostri reali bisogni e il nostro benessere profondo. 
Le proposte sono pratiche e coinvolgono le sfere del nutrimento, dell’azione e del riposo, ovvero tutto l’ambito della vita; affinchè esse riescano nello scopo prefissato, la persona che decide di iniziare il cammino deve accogliere nella propria vita abitudini diverse da quelle fino a questo momento adottate.
21 giorni perchè sono il tempo necessario per prendere, appunto,  un'abitudine, cambiare stile di vita e garantirci una longevità in salute. 

Nel libro si esorta ad avere uno stile alimentare salutare, a dare spazio con costanza e impegno all'esercizio fisico (movimento aerobico e anaerobico), alla meditazione e agli esercizi di respirazione quotidiani, nella convinzione che l’uso consapevole del respiro possa trasformare lo stato emotivo o una condizione fisica spiacevole, purificare la mente, rigenerare l’energia vitale e aumentare la capacità di recupero dell’organismo. 

Alimentazione sana non vuol dire iniziare una dieta triste e stretta fatta di privazioni, bensì ritornare ad un modo di considerare il cibo tipico dei popoli antichi, quindi un mangiar sano, semplice, basato sugli ingredienti fondamentali della dieta mediterranea ma anche sulla filosofia dell'energia del cibo tramandata dalla macrobiotica.

Cosa implica mangiare sano? Beh, ad es. ridurre drasticamente (per non dire eliminare del tutto) il consumo di proteine animali, dando spazio al consumo quotidiano di cereali integrali, legumi, verdura e frutta, dire basta ai prodotti industriali, compresi lo zucchero o la farina raffinati, per non parlare di dolciumi, cibi grassi e derivati del latte; del resto, lo stesso Codice europeo contro il cancro sostiene questa strategia alimentare in quanto è la più efficace anche per la prevenzione delle malattie cardiocircolatorie e delle altre principali malattie croniche.

Ma non basta mangiar sano: ci vuole movimento, e l’attività fisica può sostenere la persona a prevenire la maggior parte delle malattie moderne, o a contrastarle efficacemente.

Cambiare significa agire su stessi per acquisire maggiore consapevolezza delle esigenze del proprio corpo (è importante imparare ad ascoltare con attenzione i messaggi dell'organismo), della propria mente, del proprio spirito, sforzandosi di puntare a tutto ciò che è propositivo, proattivo, che aiuta a migliorarsi e a migliorare i nostri rapporti con la realtà circostante e con le persone.

Altro aspetto al quale si dedica molto spazio è la pratica del silenzio interiore, di fondamentale importanza per la salute e il funzionamento dell’intelligenza mentale. Da esso infatti dipende la capacità 

"di operare scelte e decisioni, di orientarsi costruttivamente, di avere una visione distaccata e complessiva di ciò che avviene all’esterno e all’interno di noi stessi e, soprattutto, la capacità di discernere. Il silenzio mentale è alla base di ogni processo creativo e rappresenta una forma di digiuno per la mente."


Importante ancora è la volontà di purificare la mente eliminando pensieri, sentimenti, emozioni... negativi, e aprirsi a ciò che ci può rendere più sereni, gioiosi, empatici, grati, creativi, e la meditazione, ad es., aiuta a divenire maggiormente consapevoli di ciò che si è e di ciò che si vuol diventare, di quelle zavorre che ci bloccano, non ci fanno crescere ma anzi, ci rendono pessimisti, frustrati, insoddisfatti...; non solo, ma se vogliamo dare una spinta positiva alle relazioni interpersonali, dobbiamo imparare a sviluppare maggiore empatia e soprattutto dare spazio nella nostra vita alla pratica del perdono, perchè solo così butteremo dietro di noi le cose distruttive, i pensieri cattivi che ci tolgono serenità e deteriorano i rapporti, per aprirci a una visione di noi stessi e degli altri "pulita", purificata, positiva, che vede nelle diversità e nei problemi un'opportunità di crescita e non degli ostacoli che ci deprimono e dividono.


L'ho letto molto velocemente sia in quanto molto scorrevole e semplice nel linguaggio, ma anche perchè i concetti sono sempre gli stessi, e tutto ruota attorno alle stesse parole chiave (per intenderci, sono quelle che vi ho scritto in grassetto con un carattere più grande).
Molte indicazioni relative all'alimentazione sana rientrano nell'ambito del vegetarianesimo, del veganesimo, come le pratiche meditative, della respirazione, del silenzio convergono nello yoga.
Si cita tanto la medicina ufficiale (si portano anche dati statistici in merito a patologie, i benefici dell'aerobica ecc...) quanto quella tradizionale, degli antichi, come l'ayurveda; si parla di ying e yang, di concetti propri dell'induismo e del buddismo, come si cita anche l' Antico Testamento, ad es. in merito all'alimentazione.
Nel complesso, ci sono suggerimenti, spunti di riflessione, concetti di immediata comprensione e anche condivisibili, e mi riferisco alle indicazioni generali sul mangiar sano (io consumo carne, latticini e derivati, ma son convinta che effettivamente assumere più verdura e frutta e prodotti naturali rispetto a cibi di derivazione animale e lavorati industrialmente, sia una buona abitudine), o sull'esercizio fisico e i suoi benefici, come ho condiviso le riflessioni sul lavorare su stessi per eliminare ciò che ci limita e ci intristisce o ci rende cupi per far posto a pensieri positivi e a tutto ciò che fa bene allo spirito e che migliora le relazioni con il prossimo (tipo il perdono, una pratica davvero molto, molto importante).

Certo, ammetto di sentirmi poco adatta a questo tipo di percorso, perchè difficilmente praticherei yoga, difficilmente mi metterei seduta a ripetere in silenzio o ad alta voce dei mantra con la convinzione che mi facciano star meglio, non faccio dei princìpi della filosofia zen e simili dei punti di riferimento... e non ho neppure la costanza per fissarmi un appuntamento di 21 giorni perchè darmi dei limiti temporali è il modo migliore per avviarmi verso il "fallimento" di un dato progetto.

Concludendo, credo sia uno scritto utile a chi già ha un'infarinatura (o è orientato ad averne) di yoga, zen e affini, ed è attratto da queste filosofie e pratiche orientali.



Reading Challenge
obiettivo n. 14.
Il libro che occuperà il primo posto nella classifica
(di narrativa) su Amazon in data 1/4/2018

lunedì 17 dicembre 2018

Novità editoriali (narrativa-romance-urban fantasy)



Lettori amici, buongiorno e buon inizio di settimana!!
Combatto il gelo che mi intirizzisce le dita scrivendo e proponendovi letture che spero troviate ideali in questo periodo!!


NARRATIVA/ROMANCE


Forte dell'esperienza dei suoi "Romanzi a Colori", con la sua nuova opera Rita Salvadori ci racconta di una carovana di musicisti, dell'innamoramento di una giovane coppia e delle origini di un violino molto particolare, storie intrecciate tra loro in un'atmosfera magica e fuori dal tempo, a metà tra la fantasia reale e di realismo fiabesco.


Il Violino del Primo Papavero
di Rita Salvadori 



Editore: autopubblicato 
Data di uscita: 11/12/2018 
Genere: “Romanzofiaba”
180 pp
3.99€ ebook
21,80€ cartaceo


Disponibile su Amazon 


Un romanzo o una fiaba? Nessuno dei due, o meglio, entrambi: un Romanzofiaba, intessuto di fantasia reale e di realismo fiabesco.

Carmen e Richard, due giovani ed ingenui innamorati, partono con una carrozza ricevuta in eredità dai nonni, inseguendo il loro sogno di libertà e di musica.
La musica, infatti, è la vera protagonista, nonché regista, di questa appassionante storia, tutta incentrata su un violino prodigioso dal suono ammaliante, costruito dal saggio Antoine, maestro liutaio di rara bravura.
La Carovana della Musica è pronta ad accogliere i lettori dall'animo sensibile e delicato, ma fate attenzione!
Il suono del violino del Primo Papavero potrebbe incantare anche voi!

L'autrice.
Rita Salvadori nasce a Poggio Rusco, in provincia di Mantova, il 23 Maggio 1965. In seguito a due lauree (in Materie Letterarie e in Lingue e Letterature Straniere) e il consolidarsi della carriera da docente di Lingue e Letterature Straniere, inizia a scrivere.
Nell'aprile 2010 viene pubblicato il suo primo romanzo dal titolo “Quando le ombre si fanno lunghe”, una riflessione poetica e delicata sulla vita; segue nel 2010 “La soffitta di zia Jole”, suo secondo romanzo, una narrazione poetica con una grande innovazione: la scrittura a colori.
Nel 2017, Rita pubblica “Il viaggio trasparente”, un altro romanzo a colori che invita il lettore ad entrare nella storia, lasciando la realtà ordinaria per intraprendere un viaggio spirituale e di consapevolezza.
Nel 2018, i suoi tre romanzi vengono pubblicati in una nuova edizione e tradotti in lingua inglese per essere distribuiti sul mercato internazionale.
el mese di dicembre dello stesso anno, esce la sua quarta opera, " Il Violino del Primo Papavero", un “romanzofiaba”, come la stessa autrice ama definirlo. Una storia di musicisti itineranti che, guidati dal suono magico di un violino, vivono un'avventura emozionante e fiabesca.



Un dolce Natale con te
di Anna Zarlenga


Butterfly Edizioni
Collana: Love self
Genere: Romance contemporaneo
Data di uscita: 18 dicembre 2018
Prezzo: 2,99 €
Disponibile su Amazon e Kindle Unlimited
***** in offerta a 0,99 € fino al 25 dicembre *****

Sinossi

Milly trova una lettera d'amore indirizzata a lei. 
Divorata dalla curiosità di scoprire chi è il suo ammiratore segreto, comincia a guardarsi intorno tra i banchi dell'Università dove studia lettere. 
Con l'avvicinarsi del Natale, supportata anche dal quaderno di memorie della nonna a cui è sempre stata molto legata, la ragazza guarderà dentro se stessa e scoprirà che l'amore si nasconde dove meno te lo aspetti. 
Magari proprio dietro a un cuore di ghiaccio...




URBAN FANTASY


L’altra metà della luna 
(Gli occhi del lupo Vol.2)
di Federica Amalfitano

GENERE: Urban Fantasy
Aletti Editore
264 pp
cartaceo €13,00
Ebook €3,99 
(Su Amazon € 2,79)
DATA DI USCITA: 
Cartaceo LUGLIO 2018 
Ebook 7 DICEMBRE 2018

CONTATTI



TRAMA

“Ho trovato un motivo per essere felice. Tu sei e resterai la cosa più bella che mi ha sconvolto l’esistenza… sei la mia metà della luna”.
Selene Verdana è pronta ad attaccare Florence insieme ai suoi alleati.
I Kean hanno abbandonato la piccola cittadina per cercare di proteggere i suoi abitanti e soprattutto Ellen che nel frattempo, senza Taylor, si sente sempre più sola. 
Quando il suo lupo protettore però si fa vivo porta con sé qualcosa di oscuro; qualcosa che forse solo dei sentimenti profondi riusciranno a cambiare.
Tra battaglie all’ultimo sangue, orde di licantropi pronte a morire per onore e segreti svelati, i due ragazzi cercheranno di riscrivere la loro storia, perché il filo invisibile che li tiene uniti è più forte di qualsiasi cosa.


L'autrice.Federica Amalfitano nasce a Ischia, si laurea in Scienze Biotecnologiche per la Salute all’Università degli Studi di Napoli “Federico II” e lavora in un laboratorio. Ha sempre avuto una passione smodata per i libri, ma quella per il genere Fantasy nasce grazie a “Il Signore degli Anelli” di Tolkien e il primo libro di Cristopher Paolini “Eragon”. Ha pubblicato nel 2016 con la stessa Casa Editrice “Gli occhi del lupo”, primo volume del dittico.







Omega: La fine è solo il principio
(Omega #1)
di Licia Oliviero


Genere: Urban fantasy
StreetLib Self-publishing
Pagine: 556 
Formato: ePub, mobi, cartaceo
 ebook: 3,99€ 
cartaceo: 21,99€
Data di pubblicazione:
 6 dicembre 2018
La normalità è un concetto relativo. Per Meg è assolutamente normale avventurarsi durante la notte in luoghi poco raccomandabili per dare la caccia a vampiri, zombie o fantasmi: è routine, ordinaria amministrazione, un po’ come assistere ai battibecchi tra le sue due amiche e compagne di caccia, Charlinne e Suzanne.
Persino i terribili incubi sempre più ricorrenti e che la perseguitano fanno parte della sua normalità.
D’improvviso, però, gli avvenimenti soprannaturali sembrano moltiplicarsi, il passato che Meg tenta tenacemente di seppellire riemerge e sulla Terra iniziano a comparire fin troppi demoni che invece dovrebbero essere relegati negli Inferi.
E un demone in particolare sembra essere fin troppo interessato a lei. 
Perché? Possibile che tutto – anche ciò che non sembra – sia collegato a lei? E perché l’intero Inferno sembra darle la caccia? Quanto sono forti le catene che la legano a un destino che lei non desidera? 
Sarà possibile spezzarle, oppure tutto, ogni lotta, ogni decisione, condurrà alla stessa inevitabile fine?


Estratto:

Meg si voltò verso il suo obiettivo, ma il demone era sparito. Volatilizzato.
«Sai, le persone normali non girano con così tante armi e se vedono qualcosa di così violento solitamente scappano.»
Meg trasalì e si voltò con il cuore in gola, sentendo la sua voce provenire da dietro di sé. «E tu non sai che solo i vigliacchi attaccano alle spalle?» replicò invece di andare all’assalto, ponendo però l’arma tra di loro.
Lui fece una smorfia nel tentativo mal riuscito di mascherare un sorriso. «Considerando che tra noi due sono io quello che si è ritrovato con un buco nello stomaco, direi che è lecito essere prudenti. E poi sono disarmato.»
Meg fece saettare lo sguardo verso il suo addome esposto, visto che la maglietta gliel’aveva lacerata lei, ma non c’era nessun segno di ferita. Se non fosse stato per il sangue che gli imbrattava i vestiti avrebbe pensato di averlo mancato.
«Vedi qualcosa di tuo gradimento?» le domandò con un sorriso appena un po’ malizioso.
Meg intuì di essere arrossita, combattuta tra imbarazzo e ira. Scelse la seconda e tentando di colpirlo con la lama lo redarguì: «Non so come vanno le cose dalle tue parti, ma sappi che non puoi cercare di uccidere una ragazza e allo stesso tempo flirtare con lei!»
«Qui l’unica che sta tentando di uccidermi sei tu! E ripetutamente anche!» ribatté lui, schivando i suoi attacchi.
LINK

Kobo (ebook) 


L'autrice.
​Licia Oliviero è nata a Torre del Greco nel 1995. Nel 2018 si è laureata in Lettere Moderne con una tesi sul genere fantastico in Pirandello e si è iscritta alla facoltà di Filologia Moderna.
Ha da sempre una fervida immaginazione e una predilezione per tutto ciò che appartiene al mondo della fantasia. Il suo esordio letterario è stato "La Principessa degli Elfi", seguito dagli altri due volumi della trilogia fantasy: "La Principessa degli Elfi - La Rivolta" e "La Principessa degli Elfi - La Maledizione". La sua ultima pubblicazione, "Omega: La fine è solo il principio", è l'inizio di una nuova saga urban fantasy
.




domenica 16 dicembre 2018

TAG: I MIEI NATALI DEL PASSATO



Cari lettori, siamo ormai nel pieno delle festività natalizie e, poiché mi piacciono molto i tag, approfitto con vero piacere nel rispondere al tag di Silvia di La nostra passione non muore ma cambia colore.






Ecco le regole:

1) Elencare tutto ciò che è stato un simbolo dei nostri Natali del passato, in base ai vari macroargomenti forniti;
2) Avvisare Moz dell’eventuale post realizzato, privatamente o con un commento al link: https://mikimoz.blogspot.com/2018/11/natali-da-bambini.html
3) Taggare cinque bloggers ed avvisarli.



GIOCHI


Ho sicuramente avuto molti giochi nel corso dell'infanzia, ma se ce n'è uno che associo al Natale è il gioco di società HOTEL, con cui ho sempre giocato con mio fratello e con chiunque (parenti o amici) si trovasse a trascorrere le festività con noi.
Tutt'ora che siamo cresciuti l'appuntamento con HOTEL è praticamente obbligatorio!!!


fonte



FUMETTI

E no..., in casa mia sono passati pochi fumetti, a dire il vero; però quei pochi che abbiamo comprato, erano tutti su Topolino.


fonte



FILM


Eh qui è facile e non devo fare sforzi mnestici: RITORNO AL FUTURO, tutta la trilogia; di solito, io, mio fratello e i nostri rispettivi coniugi mettiamo su il primo dvd sin dal pomeriggio di un giorno qualunque del periodo natalizio, e poi proseguiamo con gli altri due film, anticipando le battute del film - che ormai sappiamo a memoria -. E' un appuntamento fisso, proprio come HOTEL. 


fonte


TELEVISIONE


Anche qui è facile: non c'è Natale senza IL PICCOLO LORD, che in genere Rete4 ripropone ogni santo anno, e noi... ce lo guardiamo ovviamente!!





CANZONE

Beh, qui ho più di un titolo, sinceramente, ma se devo scegliere, dico LAST CHRISTMAS, portata al successo dai WHAM!, e che solitamente non manca di riempire strade, negozi, case...





CIBO

Ci sono piatti tipici del periodo di Natale, senza ombra di dubbio, e questo vale per ogni parte d'Italia e del mondo; ad es.; se c'è un piatto tipico del Natale sanseverese è di certo la ZUPPETTA che, a dispetto del nome, non è una zuppa, bensì una pietanza composta da fette di pane ("vecchio" di qualche giorno) bruschettato, bagnato con brodo di vitello e poi condito con carne, formaggi belli saporiti (mozzarella appassita, caciocavallo...), e questi tre ingredienti si alternano e formano degli strati; la zuppetta viene quindi cotta nel forno... e credo non ci sia un sanseverese (emigrati compresi) che non la mangi nel giorno di Natale.

E poi ci sono i dolci natalizi!!
Ad es. le mandorle col cioccolato, le cartellate, le chiacchiere col miele e i "cavicioni" (calzoni ripieni, noi in famiglia optiamo per la nutella, ma c'è che vi mette una "pasta di ceci" con mandorle o altre cose; "nei tempi antichi", li si farciva con il sanguinaccio... ( >_< )



fonte
fonte
cartellate



LUOGHI

Beh casa mia, ma ovviamente, allargandosi la famiglia, non sempre trascorriamo ancora le feste (Capodanno soprattutto) in casa dei miei, ma ci "spostiamo"  dai miei suoceri e può capitare di andare in Svizzera da mio fratello & fam.


LIBRI


Ecco se c'è un libro che assocerò al Natale per sempre è uno dei primi regali librosi che ho ricevuto da mia madre: IL DIARIO DI ANNA FRANK, e quando ci penso sento ancora lo stesso entusiasmo e la stessa felicità provata allora, che avevo 10 anni e me lo ritrovai sotto l'albero di Natale.





VIDEOGAMES

Non pervenuti.


LIFE


E' vero che il Natale per me è sinonimo di famiglia, ma con essa non intendo solo e soltanto i miei genitori e mio fratello, bensì anche alcuni parenti con i quali per molti anni abbiamo passato questi giorni di festa. Poi, come spesso accade, ci si allontana un po', le relazioni sociali si allargano e altre persone entrano a far parte della tua vita, però resta il ricordo di "Natali" e "Capodanni" passati in compagnia e allegria.



FOTO DI UN NATALE PASSATO





Ahimè non ho a portata di mano foto vecchie, quindi posto questa, che rappresenta il Natale 2017: è una splendida veduta dei posti in cui vive mio fratello con la famiglia, in Svizzera.
"...i posti sono semplicemente persone", canta Chiara Galiazzo: a prescindere da dove la vita ci porti nel corso degli anni, non si smette mai di riunirsi per trascorrere del tempo insieme ai propri cari, che sia in Italia o altrove.


venerdì 14 dicembre 2018

Recensione: LO STUPORE DELLA NOTTE di Piergiorgio Pulixi



"Lo stupore della notte" è un noir ricco di suspense incentrato sulla (concreta) possibilità di attentati terroristici in Italia, orditi dalla mente diabolicamente astuta di un uomo misterioso, che si contrappone al commissario Rosa Lopez, impegnata proprio nella battaglia contro le frange più fanatiche e pericolose dell'Islam.



LO STUPORE DELLA NOTTE
di Piergiorgio Pulixi



Ed. Rizzoli
394 pp
18 euro
2018
Conosciamo Rosa Lopez quando, nel 2006, in Calabria, in compagnia dei membri della sua squadra di poliziotti, compie atti di sfregio sulla lapide dello 'ndranghetista Vittorio Macrì, da poco morto per aver partecipato come kamikaze ad un attentato a Londra; quella con il clan dei Macrì è una lotta sanguinosa che dura da anni e che ha causato innumerevoli morti e fiumi di sangue; in particolare, i poliziotti si sono recati di notte al cimitero per "vendicare", in un certo senso, la memoria del loro commissario capo, Rocco Chianese, barbaramente ucciso proprio dai Macrì...

La ritroviamo dodici anni dopo a capo dell'Unità Speciale contro il terrorismo islamico della DIGOS di Milano, impegnata quindi a combattere con profonda dedizione - sua e della sua squadra - i fanatici che si ispirano all'integralismo islamico e in nome di Allah organizzano e attuano la loro assurda "guerra santa contro gli infedeli".

Voci di corridoio vogliono che a capo di una certa frangia di aspiranti kamikaze ci sia lui, il Maestro, personaggio quasi leggendario (ma esiste davvero? C'è chi dice che sia una mera invenzione e chi invece crede sia una persona reale) di cui non si sa nulla, che sa nascondersi molto bene ma, allo stesso tempo, sa come tenersi in contatto con i propri seguaci, che lui plasma e plagia a proprio piacere, affinchè facciano quel che vuole lui.

E Rosa è coinvolta nella frenetica ricerca di coloro - e sono soprattutto ragazzi - che si sono lasciati sedurre dalla più perfida delle menti criminali e che per lui sono disposti a farsi esplodere; se finora l'Italia sembrava essere stata esentata dalla possibilità di attentati, adesso un piano di morte incombe come una minaccia più che concreta.

Rosa è davvero brava, si circonda di collaboratori validi e fidatissimi, ma lei non è solo una "superpoliziotta": è prima di tutto una donna.
Il suo lavoro la costringe a rivestirsi di quella corazza dura che negli anni le ha fatto guadagnare il meritato rispetto; la difficile gavetta che ha alle spalle e il modo di lavorare nell'Antiterrorismo - professionale, scrupoloso, altamente preparato - la rendono agli occhi dei colleghi e dei superiori un osso duro, una "con gli attributi" che non ha nulla da invidiare agli uomini che lavorano con lei, anzi.
Rosa è una donna consapevole di non potersi concedere una vita privata, relazioni sociali ricche e appaganti, tempo libero per coltivare hobbies: la sua vita ruota attorno al proprio lavoro, che va portato avanti con lucidità, sangue freddo, intuito, tenendo lontana la sfera emotiva il più possibile.

Eppure anche lei non può fare a meno di avere una sfera privata e tutta sua, di avere dei segreti, dei tormenti interiori, dei sensi di colpa, dei bisogni da soddisfare, in primis quello di regalarsi un po' di calore, perchè nelle sue giornate e nel suo appartamento asettico e freddo c'è soltanto posto per la solitudine.
E il lettore viene messo davanti a tutta questa parte di iceberg che non si vede, che è sott'acqua, e che ci mostra una Rosa che si ostina a tenere attaccato ad una macchina, da più di due anni, il proprio compagno, Giulio, vittima di un attentato dalle ragioni ancora sconosciute; ci mostra una Rosa che, pur di arrivare ai propri scopi professionali, non esita a collaborare con gente in fin dei conti poco raccomandabile, come gli americani del Lovers Hotel, il luogo che c'è ma non esiste ufficialmente e in cui si verificano torture indicibili e operazioni sporche con lo scopo di scovare e fronteggiare la minaccia jihadista nei confronti dell'Occidente; ci mostra ancora una donna che, dietro la scorza d'acciaio che indossa ogni giorno per "andare a lavoro", conserva un corpo e un'anima bisognosi di attenzioni, di calore umano, di baci e carezze, di momenti condivisi con qualcuno che le doni tempo e premure senza chiederle nulla in cambio, momenti in cui Rosa non è più il commissario di polizia ma una donna e basta; quest'uomo con cui Rosa ha una sorta di relazione non impegnativa è un medico di fama mondiale, Alessandro Reale: bello, affascinante, elegante, amante appassionato e focoso... e soprattutto, discreto.
Rosa sa che Alessandro costituisce solo una piacevolissima parentesi nella propria vita: la loro relazione non ha le basi per proseguire verso qualcosa di più stabile, perchè entrambi svolgono professioni che li coinvolgono in toto, vivono in città diverse, lei poi ha un'esistenza infernale, oberata da impegni e doveri importanti a livello di sicurezza nazionale, che le succhiano energie, sentimenti, tempo per sè, il sogno di una famiglia...; e poi, c'è il pensiero di Giulio in stato vegetativo, verso il quale si sente mancante, vivendo la relazione con Alessandro con qualche senso di colpa.

Ma non c'è tempo e spazio per queste paturnie da femminuccia: Rosa Lopez, grazie alla segretissima collaborazione con le spie americane del Lovers Hotel, scopre che il Maestro è tutto fuorché una leggenda; è un personaggio reale, che va reclutando giovani leve - maschi e femmine - disposti a dare la vita per la fede islamica.
E per ottenere questo scopo infame il Maestro sa come fare, cosa dire e quali sono le sue prede ideali:

"Era questo il potere del Maestro: toccare l'anima delle persone, attrarle a sè con un magnetismo che aveva qualcosa di metafisico e che le rendeva argilla tiepida tra le sue mani."

Ma sapere che il Maestro esiste non significa automaticamente scoprirne l'identità e quindi arrestarlo: lui è sfuggente, furbo, incarna il Male, e non sarà facile capire di chi si tratti.

Rosa, dal canto suo, per fermarlo, verrà ingoiata in una spirale di ricatti, vendette, tradimenti, sarà costretta a confrontarsi con il peggio che c'è nell'animo umano, e a fare i conti anche con se stessa, con le proprie fragilità e debolezze che potrebbero condurla a commettere errori di valutazione, a non vedere quelle drammatiche verità, fondamentali e necessarie per non diventare lei stessa vittima di trappole ed inganni.
Nella spasmodica ricerca del Maestro e dei suoi adepti, Rosa arriverà a sentirsi più sola che mai, ad avere la sensazione di affogare nella propria inadeguatezza e di non potersi fidare di nessuno.
E quando i punti nevralgici del capoluogo lombardo iniziano tragicamente a sporcarsi di sangue innocente, il dubbio che ci sia una talpa nella squadra di Rosa avanza con prepotenza e dilania l'anima della nostra sbirra, che mai si sarebbe aspettata di dover dubitare della lealtà dei suoi fidati e scelti collaboratori.

Non solo, ma nella mente dello stesso lettore verranno instillati alcuni dubbi, perchè non sempre è semplice capire chi è la vittima e chi il carnefice, chi sta dalla parte del bene e chi no, in senso assoluto, perché tutti diventano dei possibili sospettati...

"Lo stupore della notte" è un noir che mi ha stregata; confesso che pensavo potesse risultarmi un po' pesante o meno coinvolgente in quanto la trama è legata al terrorismo, e invece..., sono felice che l'Autore mi abbia altamente smentita e piacevolmente stupita.
Tra queste pagine veniamo immersi in una Milano nera e ambigua, tanto grande quanto contraddittoria e variegata: è la Milano chic, la capitale della moda, la città ricca, industriale..., ma anche quella del crimine, dell'eroina che scorre a fiumi, delle gang di latinos, dei sobborghi squallidi e degradati; è una Milano che accoglie nel suo seno svariate etnie, religioni, ceti sociali, ed è inevitabile che al suo interno possa covare disagi, insoddisfazioni, mancanza di integrazione, disuguaglianze, e quindi anche semi di violenza che non aspettano altro che le condizioni ideali per esplodere e spargere paura e terrore.

Amo il genere noir perchè riesce a fotografare il contesto sociale contemporaneo - proprio come fa abilmente e con competenza Pulixi - con le sue complessità, le sue mille facce, le sue ambiguità, i lati oscuri che sono più di quelli illuminati..., e allo stesso tempo scavare nelle profondità dell'animo umano, come accade con la protagonista, determinata, tosta ma assolutamente non priva di zone d'ombra, punti deboli e insicurezze (il che le toglie il mantello da eroina e wonder woman per svelarne la sua imperfetta umanità, che ci permette di empatizzare maggiormente con lei).

La scrittura di Pulix è veloce e i brevi capitoli - ognuno dei quali è introdotto dall'indicazione spazio-temporale che fa da sfondo alle vicende narrate di volta in volta - sono un po' come le scene di un film adrenalinico, che cambiano man mano e velocemente, contribuendo a dare un ritmo serrato alla narrazione, a darle tensione, che nei momenti più critici diventa molto alta; non mancano quelli più intimi, in cui l'Autore si sofferma sull'interiorità di alcuni personaggi, Rosa soprattutto.

Tutto il libro lo si legge con un livello di attenzione alto, ma da un certo momento in poi personalmente ho proseguito con una fame di voler sapere e scoprire che mi ha portata a divorare  pagine e pagine senza che me ne accorgessi, godendomi i colpi di scena inseriti in particolare verso la fine.
Come ogni noir che si rispetti, non c'è solo il crimine, non c'è solo l'esternazione del marcio presente nell'essere umano, non c'è solo l'analisi della società di oggi con i suoi tanti problemi, non c'è solo il commissario intelligente e acuto che "combatte i cattivi" (e tra l'altro, Pulixi va un po' fuori dagli schemi regalandocene uno femminile, accattivante e delineato davvero bene), ma c'è anche quell'inevitabile malinconia, quella profonda tristezza che sovente attraversa queste "storie nere" e che caratterizza la vita movimentata e solitaria dei tormentati protagonisti.

Che dirvi ancora se non che è un libro che merita davvero di essere letto??

mercoledì 12 dicembre 2018

Presentazione del romanzo "La nuova favola di Amore e Psiche" di Liliana Manetti



Domani 13 dicembre 2018 uscirà ufficialmente il romanzo ‘La nuova
favola di Amore e Psiche’ della poetessa, giornalista e scrittrice Liliana Manetti,
edito da edizioni ‘L'Erudita’, marchio indipendente della Giulio Perrone editore.


Kiyomi è una giovane laureanda assistente alla cattedra di Storia dell’arte della professoressa Ayuki Yamamoto. 
Si innamora di Den Loto, bello e misterioso, che non le rivela molto della sua vita. 
Il loro amore la travolge completamente, tanto che quando l’uomo decide di andarsene Kiyomi rimane spaesata. 
Con il cuore spezzato fa ritorno a Sapporo dai suoi genitori.
Passeggiando si imbatte nell’opera di
Canova, Amore e Psiche, che la colpisce al punto di doversi rintanare in una libreria, dove si ritroverà tra le mani il libro di Apuleio in cui viene narrata la favola di
Amore e Psiche. 
La loro storia è così simile alla sua, le coincidenze sono troppe: Kiyomi decide di non aspettare più e dare
una svolta alla sua vita.
Liliana Manetti narra di una storia d’amore che ricalca le angosce eterne d Amore e Psiche e si immerge nell’arte
con un linguaggio delicato, che coccola il lettore.

Il 15 dicembre 2018 ci sarà la prima presentazione ufficiale del romanzo, che si terrà alle ore 18.30 all'interno della splendida cornice del ‘Polmone Pulsante’, gestito da Andrea Ungheri, alla Salita del Grillo n. 21, in Roma.
Nel corso dell'incontro si discuterà soprattutto dell'universo femminile e del suo modo particolare di affrontare il mondo, superando una serie di ingenuità e difficoltà dettate da una società che, ancora oggi, impone alla donna i tradizionali recinti del focolare domestico e dell'educazione dei figli, costringendola a veri e proprio salti mortali per riuscire anche a svolgere una professione qualsiasi.

L’incontro sarà moderato dal giornalista Vittorio Lussana, direttore del sito di approfondimento politico www.laici.it e della rivista mensile ‘Periodico italiano magazine’, e dalla poetessa, scrittrice e giornalista Michela Zanarella dal giornalista, scrittore e attore Giuseppe Lorin.

Durante l'evento si esibirà in una performance l’attrice Chiara Pavoni.
Al termine dell’evento ci sarà un buffet libero per tutti i presenti.

Segnalazioni editoriali di dicembre - noir/thriller/memoir



Proseguono le segnalazioni editoriali, questa volta diamo spazio a thriller/noir e anche un saggio.


Dopo Angelo Ingordo, Roberto Vallerignani torna con un nuovo caso per l’ispettore Antonelli: un duplice omicidio a Villa Paradiso, un ricovero per malati attorno al quale si svela, lentamente, una fitta trama di segreti, relazioni e rivelazioni. 
Tra le indagini e le supposizioni si sviluppa un complesso racconto corale dove le voci pubbliche e private delle forze dell’ordine, della politica e dei media si intrecciano a rivelare vite, abitudini e sentimenti di uomini e donne del nostro tempo. 
In un giallo che sfocia nel noir, alla scoperta del lato oscuro dell’animo umano e di una società di apparenze, l’ispettore finirà per confrontarsi con un assassino inaspettato, tormentato dai medesimi fantasmi che sembrano far visita, talvolta senza distinzione, alle vittime e ai colpevoli, agli accusanti e agli innocenti. 


Bentornati a Villa Paradiso 
di Roberto Vallerignani



Giallo
Edizioni Dalietta
Pagine: 284
15 euro
[…] Si sentiva sporco perché anche lui aveva desiderato più volte di vederla morta. Ecco, lo aveva ammesso. Avvertì la straziante disperazione della sua voce e si inginocchiò. Il pianto era uscito allo scoperto, come un fiume carsico si precipitava verso il vuoto dell’afa. Capì che di tempo ne sarebbe occorso tanto, ebbe il timore di non riuscire a sopportare. Si appellò a qualcosa su nel cielo, qualcosa che doveva stazionare tra venere scintillante e una coda di luna che sbucava da un ultimo residuo di nuvolaglia. Si concentrò su quello spicchio di nero. Vi stabilì dimora. Con la speranza di poterne uscire. Un giorno».


In una struttura di ricovero per malati in fase di riabilitazione, nel cuore di una città della provincia italiana, avviene un efferato, duplice omicidio. 
Le vittime sono due giovani: uno dei dipendenti della struttura e la bellissima Annarita Cardone, alla quale la morte ha strappato un’esistenza complessa e a prima vista contraddittoria, in bilico tra frivolezze amorose con personaggi di spicco e una vocazione alla solidarietà sociale. 
Accanto ai numerosi sospettati turbinano le storie interne al commissariato di polizia, popolato da una squadra investigativa pressata da una parte dalla politica e dalla stampa e, dall’altra, dal clima feriale di un ferragosto uggioso. 
Le indagini si intrecciano alle vicende personali dei numerosi personaggi che animano la vicenda, tra ispettori e commissari, colpevoli e innocenti, fino ai pazienti del ricovero, tra i quali si nasconde un oscuro segreto.



Run Hide Tell 
di Francesco Cotti



Techno-Thriller
Casa Editrice: Amazon EU
Pagine: 278
12,48 euro
Run Hide Tell è la cronaca in tempo reale di un drammatico e violento attacco terroristico in un villaggio vacanze italiano, e delle operazioni congiunte dei Reparti Speciali di Polizia e Carabinieri per riuscire a mettere in salvo gli ostaggi e dare primo soccorso alle vittime. 
Un romanzo ad alto tasso adrenalinico, ricco di suspense e di momenti di forte impatto visivo; un racconto che coinvolge personaggi appartenenti alle Forze Speciali ma anche semplici cittadini che si trovano a scappare, a nascondersi e a invocare aiuto per la propria sopravvivenza. 
Dopo Strategie Alternative, che ha preparato il terreno per Run Hide Tell, Francesco Cotti presenta un nuovo techno-thriller basato su scenari tragicamente plausibili e attualmente oggetto di studio da parte dei Reparti Antiterrorismo italiani.

«[…] Un attacco terroristico è come un’infezione provocata da un corpo estraneo. Quando una scheggia di legno perfora l’epidermide, immette nei tessuti migliaia di agenti patogeni diversi che la ricoprono e che sono, in maggior parte, teoricamente letali per il corpo umano. Le cellule più vicine al punto d’ingresso della scheggia soccombono immediatamente, aggredite dai batteri penetrati. Nel giro di qualche minuto il corpo umano ha una risposta difensiva molto aggressiva. La pelle intorno alla scheggia s’infiamma, gonfiandosi e diventando più calda, e richiama più sangue possibile, perché lì sono contenuti i granulociti, ovvero un tipo di globuli bianchi poco specializzati, ma presenti in quantità. Il loro compito è aggredire i batteri sconosciuti, circondarli, e fagocitarli fino ad ucciderli. Tutto questo in attesa che il sistema immunitario metta a disposizione i leucociti, ovvero i globuli bianchi che si sono specializzati a neutralizzare infezioni specifiche che hanno già incontrato precedentemente. L’analogia è calzante quando si deve descrivere una risposta militare ad un attacco terroristico».




La suspense del thriller e le atmosfere del noir si fondono per dar vita a un romanzo intrigante che cerca di svelare la verità dietro l’inganno.


Ingannando si impara
di Riccardo Landini



CentoAutori ed.
208 pp
14 euro
La morte di Claudia e la crisi del suo lavoro spingono Sandrelli in un cupo isolamento da cui sembra non riuscire a venir fuori. 
La scoperta di vecchi documenti relativi al probabile rapimento di una sua ex compagna di scuola avvenuto a vent’anni lo spinge però a rimettersi in pista e a cercare di far luce su quello che era davvero successo. 
Nel frattempo viene coinvolto nell’assassinio di Maicol, un suo collaboratore che si era prestato a effettuare un trasporto di droga per conto della camorra. 
Col fiato sul collo da parte dei parenti di Maicol che lo credono corresponsabile, dei criminali che temono sappia qualcosa di troppo e della DIA che lo sospetta di collusione, Brenno dovrà impegnarsi a smascherare un serial killer di cui nessuno sospettava l’esistenza e che lo attende nascosto nell’ombra. 
La soluzione del rompicapo ancora una volta giungerà all’ultima pagina, lasciando un protagonista incerto se considerarsi vincente o nuovamente vittima degli inganni della vita.




Dizionario appassionato di Napoli
di Jean-Noël Schifano



Saggistica/Memoir
Ed. Ilmondodisuklibri
608 pp
28 euro
 «[…] La vita è lì, la vita di Napoli nel suo potente specchio. Questi personaggi che schizzano fuori dalla creta e dalle tele che vedete parlare, gridare, chiamare il passante, abbuffarsi, sedurre, supplicare, mendicare, urlare dalle risate, recitare la commedia, mercanteggiare, russare sazi contro un pezzo di muro romano, ancheggiare al richiamo del tamburello nella grotta riversante il suo abbondante cibo, è il ventre avido e generoso di Napoli che si apre ai vostri occhi, è la scena oscena di Napoli che vi salta al collo».


Dizionario appassionato di Napoli di Jean-Noël Schifano è arrivato in Italia grazie a “SosPartenope”, un progetto di crowdfunding che il portale di cultura e casa editrice Ilmondodisuk ha lanciato, prima dalla piattaforma Derev e poi da Meridonare della Fondazione Banco di Napoli, con l’obiettivo di tradurre e pubblicare il Dictionnaire amoureux de Naples, edito in Francia da Éditions Plon. Per sostenere il progetto, più di un centinaio di artisti italiani e stranieri hanno donato le loro opere per una mostra (SosPartenope, 100 artisti per il libro della città) organizzata in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Napoli ed esposta prima a Castel dell’Ovo, poi nella chiesa di San Giovanni Maggiore e, infine, all’interno del palazzo La Bulla. Dizionario appassionato di Napoli rivela nelle ventisei lettere dell’alfabeto il passato e il presente di una città unica nel suo genere, spaziando da eventi storici e culturali a ricordi personali dello scrittore, restituendo un ritratto di Napoli con le sue luci e le sue ombre, con le sue eccellenze e le sue contraddizioni, capace di smantellare gli stereotipi su una metropoli troppo spesso e troppo a lungo etichettata solo come covo del malaffare.
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