Un giallo all’italiana,
o meglio “alla genovese”, con un linguaggio vivace, con pochi ma essenziali
personaggi e interessanti riferimenti al gioco del poker, che rende le vicende molto
accattivanti.
POKER CON LA MORTE
di Marvin Menini
Matteo De Foresta è un valido
giornalista che sta passando un periodo non proprio sereno.
In casa, i rapporti con
la compagna Barbara sono tesi come una corda di violino; i due non si parlano
se non a monosillabi, e solo in presenza della figlia di cinque anni riescono a
trattenersi e a fingere di essere una famiglia felice in stile “Mulino Bianco”,
quando in realtà tra loro tira davvero una brutta aria.
Lui vorrebbe certezze e
risposte da lei, vorrebbe sapere di cosa è accusato, a cosa deve i suoi musi
lunghi, mentre la donna vorrebbe che il compagno fosse più sensibile ed attento
ai segnali di crisi che lei cerca di fargli arrivare, senza pretendere
spiegazioni che dovrebbe immaginare da solo.
Barbara e Matteo non riescono
neppure a litigare davvero, ma entrambi si trincerano dietro silenzi carichi di
ostilità e risentimenti.
Come se non bastasse,
anche il lavoro sta ricevendo qualche brutto colpo: il giornale rischia di
chiudere e per evitare il peggio viene venduto e rilevato da una certa Clara Manzini,
una giovane donna determinata, dal carattere forte che sembra aver preso di
mira proprio Matteo e di provare piacere nello stuzzicarlo.
Ma i problemi non
finiscono qui: un caro amico di Matteo, Evge (di nazionalità bulgara), va da
lui per chiedergli un grande favore: indagare sulla morte del cugino,
Alexander. Questi, infatti, è stato trovato annegato ma Evge è convinto che non
sia stato un incidente, bensì che sia stato ucciso.
Da chi, il bulgaro non
ha idea, ma una cosa sa: il cugino era invischiato nel complicato mondo dei
pokeristi e chissà…, forse qualcuno aveva motivo di avercela con lui e volerlo
morto.
Matteo, pur non volendo
infilarsi in qualche pasticcio improvvisandosi investigatore, non riesce a dir
di no all’amico, cui è molto legato, soprattutto perché cinque anni prima il
ragazzo gli ha salvato la vita; così accetta l’incarico e decide di ricorrere
alla propria amicizia con Guido
Rocchetti, vicequestore, sperando di ricevere da lui informazioni utili sottobanco.
Le
cose precipitano, ci scappa un altro morto e Matteo si ritrova pian piano
sempre più coinvolto negli ambienti del poker, che è “costretto” a frequentare
per cercare di dare nome e volto a chi ha commesso i due omicidi.
Aiutato da un pokerista
intelligente e un po’ spocchioso - , Attilio, coinquilino di Evge -, disposto a
fargli da maestro e ad insegnarli i trucchetti per vincere con le carte, Matteo
cercherà di raccogliere tutti gli indizi utili alla risoluzione del caso.
Restare concentrato non
sarà facile, vista la tensione in casa, ma menomale che a tirarlo su di morale
ci sono gli amici di sempre (Andrea e Bruno) e a distrarlo ci si mette pure
lei, Clara, il capo più sensuale che poteva capitargli.
I problemi di cuore si
alternano all’indagine, che a un certo comincia a succhiare tutto l’interesse
di Matteo, che deve avere sangue freddo e mente lucida per imparare in fretta a
giocare a poker come un professionista, imparando ad anticipare le mosse
dell’avversario per poterlo battere; solo fingendosi un pokerista vero Matteo
potrà entrare negli ambienti giusti e scovare il colpevole (o i colpevoli?)
della morte prima di Alexander e poi di un’altra persona a lui cara.
Attento Matteo, fidati solo di te stesso e del tuo
sesto senso, e ricorda, giocando giocando, che potrebbe aspettarti la partita
più importante, quella in cui rischi non solo i soldi, ma anche la vita…!
Simpatico il personaggio di
Guido: burbero, burino, col suo linguaggio colorito (e da romanaccio doc),
dispettoso ma anche competente e in fondo disposto ad aiutare l’amico Matteo,
anche se lo rimprovera spesso e volentieri, intimandogli di smettere di fare il
giornalista-poliziotto.
È molto forte il valore dell’amicizia, in questo libro:
quella fraterna e affettuosa tra Matteo ed Evge; quella goliardica e quasi
fanciullesca con Andrea e Bruno; quella piena di riconoscenza con Guido (anche
lui in passato ha fatto qualcosa di importante per aiutare Matteo).
Bella l’ambientazione:
l’Autore, con le sue brevi ed essenziali descrizioni di Genova, ci restituisce una città ora poetica e solitaria,
ora vivace, misteriosa e ricca di sorprese (in base all’umore del
protagonista e allo sviluppo degli eventi).
Al centro di “Poker con la
morte” vi è un’indagine che coinvolge il
lettore per le piccole svolte che si susseguono, le intuizioni e i
ragionamenti formulati dal protagonista, le cui conclusioni non ci vengono
svelate subito ma gradualmente, fino a giungere all’epilogo in cui ogni pezzo
del puzzle trova il proprio posto.
Da grande appassionato di poker, ho avuto la fortuna di leggere questo libro proprio perché attratto dal titolo.
RispondiEliminaLa trama l'ho trovata molto intrigante e anche la lettura è molto scorrevole. Degne di nota, alcune piccole perle che strizzano l'occhio ai lettori che giocano a poker.
Ciao Pokerone, grazie per il tuo parere da lettore nonché da appassionato di poker :)
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