martedì 22 luglio 2014

Curiosità libresche





Piccole curiosità tratte dal libro recensito ieri "Le cose che non so di te".

La prima riguarda un oggetto di origine irlandese, posseduto da una delle protagoniste, sotto forma di croce di legno e contenente il simbolo del claddagh.
Il claddagh ring è il famoso anello irlandese, simbolo di amore, amicizia e fedeltà, che deriva il suo nome da Claddagh, un villaggio di pescatori sulla Baia di Galway. La parola claddagh in gaelico indica la sabbia rocciosa tipica proprio di quella zona.


Viene menzionata una donna indiana, la cui immagine forse a tanti di voi non sarà del tutto sconosciuta.


Chi è questa donna??
Molly Molasses (1775-1867), una nativa americana penobscot.
I Penobscot sono originari del Maine, dove ancora vivono.

La parola "Penobscot" nasce da una storpiatura del loro nome "Penawapskewi"; il significato è "parte rocciosa" e originariamente si riferiva alla parte del fiume Penobscot tra Old Town e Bangor.

Molly è vissuta in un periodo in cui il suo popolo ha subito diversi attacchi da parte degli inglesi colonizzatori; per questa ragioni ha sviluppato da bambina un temperamento forte, ma anche sospettoso, consapevole di dover imparare a vivere in un tempo difficile, che aveva relegato il proprio popolo ai margini della società.
Una donna forte, che diceva di avere poteri magici...
E' diventata una commerciante scaltra, riuscendo a sostenere se stessa e la propria famiglia.
Si faceva chiamare "molasses" (melassa) perchè diceva di essere dolce, ma in realtà era tutto l'opposto.
Probabilmente ha guadagnato il soprannome semplicemente perché fa rima con Balassee - la pronuncia  Penobscot  del suo secondo nome, Pelagie.
E' stata per tutta la vita la compagna di John Nettuno, con cui ha avuto 4 figli.

john neptune
Sarah Molasses



Viaggiare leggendo con "Le cose che non so di te"



viaggiare... leggendo

Ed eccoci qui, dopo un po' di tempo, a percorrere nuovamente un altro dei nostri viaggetti virtuali, in questo caso "toccando" e visitando le località presenti e citate nel romanzo "Le cose che non so di te" di C. Baker Kline ("Orphan Train").
Come ho detto nella recensione, la storia segue due diversi piani temporali: il presente, collocato nel 2011, in cui le due donne protagoniste, Vivian e Molly, hanno rispettivamente 90 e 18 anni; il passato, che parte dal 1929 per giungere fino all'immediato secondo dopoguerra (il passato di Vivian).

Il presente è collocato a Spruce Harbor, nel Maine.
Non vien detto molto di questa località e viene citata in più solo Flying Mountain, dove Molly ama andare col fidanzato Jack a rilassarsi...

flying mnt

flying mnt

spruce harbor


Niamh/Vivian è originaria dell'Irlanda, di Kinvara....

Anteprima: dal 26 agosto L'AMORE GUARISCE OGNI COSA di Allison Winn Scotch



Un libro che affronta un tema delicato e forte allo stesso tempo: la malattia e la capacità di rinascere nei momenti più bui, grazie all'amore:


L'AMORE GUARISCE OGNI COSA
di Allison Winn Scotch


Ed. Sperling&Kupfer
288 pp
12.90 euro
USCITA 26 AGOSTO
2014
Trama

A volte perdere tutto è l’unico modo per capire ciò che è veramente importante. 
Natalie Miller ha ciò che ha sempre sognato: un lavoro prestigioso e appagante, un fidanzato meraviglioso, e una vita ricchissima a Manhattan. 
Fino al giorno in cui perde ogni cosa e il suo mondo perfetto si sgretola. 
Per la prima volta nella sua vita Natalie si sente… smarrita. 
È il momento di fermarsi e capire che cosa è andato storto, per imparare dagli errori, e riscoprire le ragioni del cuore. 
Ripercorrendo il passato, Natalie scoprirà l’esistenza di nuove, straordinarie vie che portano a luoghi inesplorati – e imparerà che nella vita bisogna toccare il fondo per risalire.

638959
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L'autrice. 
ALLISON WINN SCOTCH è un’autrice affermata negli Stati Uniti, dove i suoi libri entrano regolarmente nella classifica dei bestseller del New York Times. Vive a New York con la famiglia
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lunedì 21 luglio 2014

Recensione: LE COSE CHE NON SO DI TE di Christina Baker Kline



Ed ecco la seconda recensione di oggi!!


LE COSE CHE NON SO DI TE
di Christina Baker Kline


Ed. Giunti
336 pp
12 euro
USCITA 2 APRILE
2014
Trama

Molly ha solo diciassette anni ma continua a finire nei guai.
Figlia ribelle di due genitori adottivi, è sotto la tutela dei servizi sociali e ogni pomeriggio deve aiutare l'anziana Vivian nelle pulizie di casa. 
L'incontro tra le due non è certo dei più promettenti: Molly ha sempre il broncio, parla a monosillabi..., ma Vivian è una donna speciale a cui la vita ha tolto e regalato tanto e, soprattutto, le due hanno qualcosa di molto profondo che le unisce: anche Vivian infatti è un'orfana che, come tanti altri bambini della sua epoca, venne messa sul ''Treno degli orfani'' per trovare famiglia. 
E quando Molly capisce di poterla aiutare a dipanare il mistero che da tanti anni la perseguita, la scintilla dell'amicizia più grande e sincera libererà entrambe.





il mio pensiero

Vivian e Molly: due donne completamente diverse per età, interessi, carattere, eppure allo stesso tempo, con qualcosa in comune di molto importante per entrambe.

Due generazioni lontane settant'anni, messe a confronto quasi per caso, che sfoceranno in una singolare amicizia, fonte per tutte e due di una "rinascita", di una liberazione da un fardello, da un passato - lungo o breve che sia - troppo pesante, ingombrante, tanto per le fragili spalle di una novantenne, quanto per quelle, giovani sì ma non ancora davvero forti, di una quasi diciottenne.

Vivian e Molly: 90 anni la prima, quasi 18 l'altra. 
Entrambe pragmatiche, poco inclini ai sentimentalismi, abituate dalla vita a reagire con coraggio, possibilmente a muso duro, senza abbandonarsi a smancerie e pateticità..., perchè la vita purtroppo s'è dimenticata di essere generosa con loro, e non sempre le ha offerto calore, affetto, protezione, sicurezza, amore.

E adesso il destino le ha fatte incontrare; anzi, più che il destino, il caratterino vivace di Molly.
Molly ha un passato di abbandono da parte della famiglia (il padre muore accidentalmente, la madre ha da sempre problemi di droga e non può prendersi cura di lei...) e di continue delusioni da parte delle famiglie affidatarie; l'ultima coppia che la ospita non è che sia il massimo dell'amore familiare, della cura..., interessata solo ad ottemperare gli obblighi minimi davanti ai Servizi Sociali...

Così giovane e così sfortunata, insomma; certo, nella sua vita c'è il fidanzato Jack, che le vuol bene sinceramente ed è piuttosto apprensivo nei suoi riguardi, riconoscendo in Molly uno spirito ribelle e poco incline all'obbedienza alle regole e all'autorità, ma sarà proprio lui a suggerire un lavoretto alla ragazza per "scontare" le 50 ore di servizio sociale, beccatasi in seguito ad un "furto" nella biblioteca della scuola (Molly avrebbe sottratto una copia, tra l'altro malridotta, di Jane Eyre), ma che almeno le hanno evitato il riformatorio.

Vivian e Molly...: due donne che, pur potendo avere le proprie personali ragioni nel dimostrare diffidenza e circospezione l'una verso l'altra (Molly teme che Vivian sia una vecchina noiosa, magari petulante, lamentosa, ferma nel proprio passato di donna benestante e priva di veri problemi; Vivian avrebbe tutti i motivi per vedere Molly come un'adolescente ribelle, problematica, una "rogna" in casa, che di certo non ha alcuna voglia di aiutarla a sistemare gli scatoloni in soffitta nel corso delle fatidiche 50 ore), riusciranno a superarle e a instaurare gradualmente e, sotto lo sguardo incredulo di Jack e sua madre (che fa le pulizie nella grande casa di Vivian), la loro amicizia porterà benefici ad entrambe.

La liberazione da un passato ingombrante per Vivian e la consapevolezza di poter diventare una ragazza migliore e fiduciosa verso la vita e le persone, per Molly.

La storia narrata in "Le cose che non so di te" è una storia di dolore e separazioni, di delusioni e speranze, di infanzie rubate e mai restituite.
Storie di bambini orfani, soli, costretti a sottostare ai capricci e alle frustrazioni di adulti non sempre comprensivi ed amorevoli verso queste piccole creature che, saliti su un treno - il Treno degli Orfani -, vestiti di pochi stracci, negli Venti/Trenta hanno vagato di città in città, lungo le coste del Midwest, sperando che qualcuno li notasse e li adottasse, donando loro quel calore e quelle cure che solo un papà e una mamma possono dare, e di cui questi piccoli, ormai soli, hanno bisogno disperatamente.

La narrazione intervalla il presente (2011), in cui conosciamo la ribelle Molly, con il suo carico di vissuti problematici, e il passato, presentatoci attraverso il punto di vista (la narrazione passa dalla terza alla prima persona) di Vivian (il cui vero nome è Niamh, in quanto è irlandese), che ci riporta indietro nel tempo, al 1929, anno in cui la bimba viene messa sul treno degli orfani; e così apprendiamo il suo background, le sue brutte 
claddagh
esperienze, i maltrattamenti subiti, l'indifferenza incontrata, i momenti di buio ma anche quelli di luce e di speranza (la vita toglie ma ogni tanto si ricorda di dare... e sulla sua via, la piccola Niamh - che cambierà due volte nome, in base a chi l'adotta - incontrerà anche persone buone), la sua determinazione, intelligenza, i suoi sbagli, i suoi dolori.... fino ad arrivare a una soluzione che - in virtù dell'aiuto di una sveglia Molly, esperta nell'utilizzo delle moderne tecnologie - finalmente restituirà ad un'anziana ma tenace Vivian più di una ragione per essere in pace con se stessa.

Con quella se stessa che, tanti e tanti anni prima, s'è trovata a vivere e sopportare vicende dolorose più grandi di lei, che le sue spalle non sono state capaci di sopportare, e che l'hanno quindi indotta a compiere scelte sofferte e non sempre giuste.

E' un romanzo che, pur mantenendo una narrazione in molti tratti "leggera", mai pesante o patetica e smielata, tocca argomenti profondi e sensibili, quale quello dell'abbandono dei bambini, dell'adozione da parte di famiglie che troppo spesso pensavano solo ai propri interessi egoistici e non al bene dei piccoli orfanelli; un tema che affonda le proprie radici in un contesto storico assolutamente reale (QUI abbiamo visto il background che fa da sfondo alla storia) e che, pur essendo narrato come una fiction, resta pervaso da fatti realistici, da personaggi credibili, da sentimenti veri, da traumi che ancora oggi tanti bambini vivono tutte le volte che la vita li mette davanti una situazione di sradicamento e abbandono.

Una storia di sofferenze e dolore, ma anche di coraggio e rinascita, che insegna come, anche se tanto spesso ci si possa sentire "a pezzi dentro" perchè si è visto in faccia "il lato peggiore delle persone", pure 

"le cose che contano restano con te, ti penetrano dentro"

e ti formano, determinando nel bene e nel male, ciò che sei e sarai.

Cosa porteresti con te? 
Cosa lasceresti?
Cos'ha imparato sull'importanza delle cose?


Tre semplici domande che fanno un po' da guida a questa storia, emotivamente coinvolgente, e alle quali tanto la giovane Molly quanto la "vissuta" e stanca Vivian sono chiamate a rispondere, ognuna guardando al proprio passato, ma senza dimenticare che, finchè si è vivi, c'è sempre tempo per ricominciare e per recuperare.

Mi è piaciuto molto, soprattutto la parte relativa al passato di Vivian, che ho trovato più appassionante; la parte relativa alla problematica Molly è quella "meno originale", nel senso che bene o male l'ho già ritrovata in altri romanzi, come "Il linguaggio segreto dei fiori" o "I cento colori del blu".

Lo consiglio  a chi ama le storie drammatiche, che fanno leva sulle emozioni e che partono anche da fatti e dati realmente verificabili.

Recensione: SIAMO LA PROMESSA di Federico Negri



Prima recensione di oggi!!

Siamo in ambito fantascientifico, più precisamente l'Autore ci trasporta nel 2528, a Promise, nel sistema solare di Tau Ceti.
Siamo nel mondo futuristico uscito dalla penna di Federico Negri:


SIAMO LA PROMESSA
di Federico Negri

Series: La saga di Promise, Book 1
Fiction » Romance » Sci-fi
Giugno 2014

Sinossi

Romance, distopia e dipendenza, un cocktail micidiale per la giovanissima professoressa Haria. 
Mentre il suo mondo sta per essere invaso e lei è l'ultimo baluardo prima del disastro.
Promise è l'unico pianeta colonizzato al di fuori del sistema solare, ma è precipitato in un'era pre-industriale e non ha più collegamenti con la madre Terra. 
Un'astronave terrestre atterra sul pianeta dopo secoli di oblio, carica di enigmi. 
Le fazioni opposte dei promisiani se ne contendono la tecnologia, mentre Haria, una giovane professoressa universitaria dedita all’abuso di stupefacenti, cerca di scoprirne i misteri e di dominarne le forze devastanti, camminando sulla sottile linea della contesa. 
Sino a scoprire che un'orribile verità si cela in quel messaggero, giunto dal loro passato.


Questo breve romanzo, che è solo il primo di una saga, ci immerge dalle prime righe in un mondo, in una dimensione, in un tempo lontani e diversi da noi.
Non siamo sulla terra, bensì su un pianeta chiamato Promise, in cui non c'è ombra dello sviluppo che appartiene alla civiltà terrestre, anzi, la vita sulla Terra sembra un'eco lontana, di cui si sente sì ancora parlare, ma che ormai è troppo distante e che è improbabile recuperare.

Conosciamo da subito una ricercatrice universitaria di nome Haria Gillia, giovane ma non priva di complessi e paranoie.
Haria ha un carattere determinato e ama il proprio lavoro e quando entra a far parte di una missione speciale, insieme a dei soldati promisiani, non sta più nella pelle, perchè finalmente può dare prova della propria bravura professionale.
Certo, non mancano i cattivi pensieri e le insicurezze, che lei cerca di mettere a tacere riempiendosi di droghe, chiamate psicocole e che porta sempre con sè per ogni evenienza (cioè quando sente di non saper affrontare lo stress di determinate situazioni), ma quanto meno mantiene un temperamento testardo e coraggioso, oltre che una certa resistenza fisica.

Quando su Promise atterra una navicella inviata dai terrestri, che ha vagato per anni e anni nello spazio fino ad arrivare tra loro, Haria è eccitata e l'unica cosa che desidera è vedere la navicella, scoprire chi e perchè l'ha inviata, e per far questo sarà disposta anche a scendere a compromessi con i nemici, anch'essi interessati ai segreti connessi alla navicella terrestre, e a tutto ciò che essa può significare per i promisiani, affamati di conoscenza - quella conoscenza andata perduta, racchiusa nei libri, nei computer, nella tecnologia propria degli esseri umani ma che sembra persa per sempre.... - e di potere.

Non mancheranno le piccole battaglie sanguinose tra le opposte fazioni, i soprusi e i ricatti (l'uomo è uomo anche nel futuro e nelle fiction!), le insicurezze tipiche di una giovane donna che non può - anche se ci prova - accontentarsi di relegare tutta la propria felicità e realizzazione personale solamente nel lavoro di scienziata, e che sente in fondo in fondo che mandar già pillolette che la facciano sballare e allontanare un po' dalla grigia realtà non le basterà per sempre...; piuttosto, gli istinti la guidano verso un soldato che l'accompagna nella missione verso il ritrovamento della navicella, e ad essi Haria cerca di non resistere più di tanto, perchè ha il bisogno di abbandonarvisi.
Ma per l'amore ci sarà tempo..., e il tempo non è oggi, perchè il presente la costringe a tenere occhi e orecchie aperti, per cercare di capire, ascoltando le informazioni di chi presso l'astronave è arrivato prima, cosa essa nasconda in sè, quali segreti, quale messaggio importante.., che forse potrebbe cambiare la vita sua e degli altri promisiani...

Il romanzo è scritto con chiarezza, anche se magari all'inizio bisogna concedersi il tempo di capire bene in che contesto siamo, quanto questo mondo e questo tempo differiscano dal nostro, chi siano i personaggi, il loro ruolo e i loro scopi; il linguaggio è molto preciso, le parole usate sono tipiche dell'universo fantascientifico, la realtà creata è molto credibile (in riferimento al genere, intendo) e l'Autore è molto bravo nell'immergere il lettore in questo mondo "alternativo" e futuro, in cui ci si sente spaesati ma anche curiosi, proprio come quando, guardando un film distopico/futuristico, ci si chiede come si vivrebbe in una realtà in cui tutto quello che connota da sempre l'umanità e la nostra civiltà, a un certo punto sparisse per lasciar posto a qualcosa di differente.

Una bella lettura, ricca di particolari, in cui non si può non apprezzare l'immaginazione dell'Autore e la bravura, come dicevo, a presentare questo "nuovo mondo" con concretezza e accuratezza.
L'unica "pecca" (chiamiamola così) è che... si interrompe sul più bello, proprio quando potremmo scoprire, insieme ad Haria, che ci fa 'sta navicella terrestre su Promise!
Ma giustamente, la storia prosegue nel secondo volume...

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libro!!


Da oggi è disponibile: IL PUZZLE DI DIO di Laura Costantini, Loredana Falcone



Buon inizio settimana!!
Cominciamo con qualche segnalazione interessante, che ne dite??


Proprio oggi è in uscita il nuovo romanzo Il Puzzle di Dio, thriller scritto a quattro mani da Laura Costantini e Loredana Falcone, edito da goWare nella collana di narrativa Pesci rossi.

Un gigantesco mosaico le cui tessere sono sparse per il mondo, tre diversi servizi segreti a cercare di comprenderne il significato. E usarne il potere. Gli ingredienti della nuova e appassionante spy story.

IL PUZZLE DI DIO
di Laura Costantini,
Loredana Falcone


EDITORE: goWare 
COLLANA: Pesci rossi
€ 4,99 
Cartaceo:  € 14,99
Disponibile nelle librerie online
 nei formati EPUB e Kindle
Edizione a stampa disponibile su Amazon


Sinossi

Lo chiamano Il Puzzle di Dio. 
È un mosaico di 348 enormi tessere di pietra, vecchie di 120 milioni di anni, nascoste in giro per il mondo. Nessuno sa chi ne è l’artefice, nessuno sembra in grado di decifrare il messaggio che nasconde. 
Se non fosse stato per il documento lasciato dal gesuita Ippolito Desideri, missionario sugli altopiani dell’Himalaya nel 1700, nessuno avrebbe mai sentito parlare del numquam mortuo nondumque nato daemonio, il demonio mai morto e non ancora nato.

In un viaggio convulso tra Roma, Nepal, Marocco e Torino, il nuovo romanzo di Laura Costantini e Loredana Falcone - Il Puzzle di Dio edito da goWare - mette in scena lo scontro tra ricerca della verità, desiderio di accettazione, rinuncia al libero arbitrio, tradimento e vendetta dando corpo a un thriller appassionante e ricco di colpi di scena.

La prima tessera del Puzzle di Dio è stata trovata in Italia e la ricerca del colonnello Demedici e del maggiore Landi parte da Roma. In Nepal li attendla custode del segreto: la sacerdotessa Sumitra Naral. Sarà lei il tramite per arrivare in Marocco dove vive l’unica donna in grado di decifrare i geroglifici delle tessere: l’avvocato Nesayem Imtithal.

Costretti ad attraversare le sabbie roventi del Grande Erg, braccati da Mister Liberty, feroce emissario di una potenza straniera, traditi da una talpa all’interno della loro stessa agenzia, Demedici e la sua squadra giorno dopo giorno prendono coscienza che la loro è una corsa contro il tempo. Da qualche parte c’è un timer, pronto a far detonare la più catastrofica bomba ambientale mai esistita su questo pianeta.

Mentre il mistero scandisce il conto alla rovescia, il "duo scrittorio" Costantini-Falcone compone le gigantesche tessere del mosaico, regalandoci una spy-story che sfiora il fantasy e abbraccia l'affascinante universo delle percezioni extra-sensoriali.

Il libro è disponibile in versione digitale in tutte le librerie online ed è disponibile in edizione a stampa su Amazon. Per scoprire dove puoi acquistarlo, vai alla scheda del libro sul sito web di goWare.

Le autrici.
Laura Costantini, romana, è giornalista della tv pubblica dove lavora presso la testata regionale. A otto anni inizia a scrivere storie e continua a farlo con tenacia. Non ama le classificazioni, spazia tra i generi. Ha un debole per le protagoniste.

Loredana Falcone è una scrittrice romana. Sui banchi del liceo classico ha incontrato Laura Costantini, ne è nato un sodalizio umano e professionale che ha dato vita a quello che amano definire un “duo scrittorio”. Ha pubblicato numerosi romanzi senza mai accettare vincoli di genere. Dal romanzo storico al giallo al mistery con un unico comune denominatore: l’importanza delle figure femminili.

sabato 19 luglio 2014

Per caso.... un libro



Vi è mi successo (ma son certa di sì) che state cercando una cosa specifica o, al contrario, vagando in web senza meta.... e vi capita di imbattervi in un romanzo di cui non avete mai sentito parlare ma che, per un qualche motivo, vi colpisce?

A me è accaduto ieri...

Ammetto che  le poche recensioni presenti su Ibs sono scoraggianti, però conoscendomi  "sento" questo come una sfida a provare a leggerlo...
Che dite, rischio di imbattermi in un polpettone? o.O

Lo conoscete? Lo avete letto?

LALA. SOTTO IL SEGNO DELL'ACERO
di Jacek Dehnel


Ed. Salani
Trad. R. Belletti
382 pp
18 euro
2009
Trama

Lala è nata nel 1919 da una grande, complicata e bislacca famiglia in cui si mescolano polacchi, russi e tedeschi.
È una donna vulcanica, sensibile e colta, innamorata dei buoni libri e dei fiori, e a un certo punto anche di due uomini. 
La sua vita è questo romanzo: un’avventura ricca e irripetibile affondata nella carne e nel destino dell’Europa del Novecento, tra guerre e pace, rivoluzioni e cortine di ferro, gelo e ottimismo; un romanzo dal respiro potente, come le più appassionanti saghe famigliari mitteleuropee, in cui accanto agli amori, ai tradimenti, agli atti di coraggio e ai momenti di folle comicità brillano come gemme i ricordi più preziosi della sua indimenticabile protagonista. 
Mentre la Storia passa in secondo piano, dalla memoria caleidoscopica e sempre più sfumata di Lala, ora nonna, affiorano immagini, frasi, istanti di pura, struggente poesia: come le donne sanno, è nei particolari della vita, che la vita splende e diviene virtuosa. 
Se ne avesse avuto il tempo, Lala stessa avrebbe scritto la propria biografia: si sarebbe intitolata Sono del segno della foglia d’acero. 
Ma era nato un nipotino, e lei aveva di meglio da fare. 
La sua storia, poi, l’ha scritta lui, ed è questa.

Dietro le pagine di "Le cose che non so di te" (Orphan Train)




storie dietro storie
Ciò che leggiamo spesso è frutto della fantasia dell'Autore ma altre volte quest'ultimo trae ispirazione da storie/situazioni/persone reali, di cui ha avuto conoscenza diretta o indiretta.

La rubrica "Dietro le pagine" prende nome e idea da una presente nel blog "Itching for books" e cercherà di rispondere (cercherò di darle una cadenza settimanale, sempre in base alle piccole ricerchine che riuscirò a fare) a questa curiosità: Cosa si nasconde dietro le pagine di un libro? Qual è stata la fonte di ispirazione?
".

LE COSE CHE NON SO DI TE
di Christina Baker Kline


Ed. Giunti
336 pp
12 euro
USCITA 2 APRILE
2014
Trama

Molly ha solo diciassette anni ma continua a finire nei guai.
Figlia ribelle di due genitori adottivi, è sotto la tutela dei servizi sociali e ogni pomeriggio deve aiutare l'anziana Vivian nelle pulizie di casa. 
L'incontro tra le due non è certo dei più promettenti: Molly ha sempre il broncio, parla a monosillabi, veste totalmente di nero e ha sfumature blu notte nei capelli. 
Ma Vivian è una donna speciale a cui la vita ha tolto e regalato tanto: non si fa certo intimidire dall'aspetto di Molly. 
Per di più, le due hanno qualcosa di molto profondo che le unisce: anche Vivian infatti è un'orfana che, come tanti altri bambini della sua epoca, venne messa sul ''Treno degli orfani'' per trovare famiglia. 
E quando Molly capisce di poterla aiutare a dipanare il mistero che da tanti anni la perseguita, la scintilla dell'amicizia più grande e sincera libererà entrambe.

BOOKTRAILER (in inglese)
 ANTEPRIMA               



bambini che aspettano....
Tra il 1854 e il 1929, i cosiddetti "treni degli orfani" correvano regolarmente dalle città della costa orientale ai terreni agricoli del Midwest, portando migliaia di bambini abbandonati il cui destino sarebbe stato determinato dalla fortuna o dal caso. Sarebbero stati forse adottati da una famiglia gentile e amorevole, o avrebbero dovuto affrontare una infanzia e l'adolescenza contrassegnate dal duro lavoro e dalla servitù?

L'Autrice sostiene di essere sempre stata affascinata da come le persone raccontano le storie della loro vita e ciò che queste storie rivelano (intenzionalmente o no) su chi siamo; dagli spazi tra le parole, i silenzi che nascondono segreti a lungo custoditi, l'eredità pervasiva e insidiosa del trauma, di quegli eventi che vanno ben al di là del nostro controllo ma che possono modellare e definire la nostra vita.
In questo libro L'Autrice si concentra sui temi dell'identità culturale e familiare e per scriverlo ha intrapreso moltissime ricerche, storiche, culturali e geografiche.
Il mio romanzo ripercorre il viaggio di Vivian Daly, una donna ormai di 90 anni, da un piccolo villaggio in Irlanda per le strade affollate del Lower East Side alle spalancate distese del Midwest fino alla costa del Maine. La sua vita attraversa quasi un secolo, che comprende un grande cambiamento storico e sconvolgimento.

"Orphan Train" è una storia specificamente americana, che parla di mobilità e sradicamento, evidenziando un momento poco noto, ma storicamente significativo nel passato del nostro paese.
Tra il 1854 e il 1929, oltre 200.000 orfani, abbandonati, senza casa e bambini dalle città
hanno attraversato la costa orientale degli Stati Uniti per essere adottati; Charles Loring Brace, che ha fondato il programma, credeva che il duro lavoro, l'istruzione, la carità cristiana... fossero l'unico modo per salvare questi bambini da una vita di depravazione e di povertà.

I bambini, molti dei quali avevano già di certo avuto grande trauma nella loro breve vita, non avevano idea di dove stavano andando.
Il treno sarebbe andato di stazione in stazione, e i cittadini riuniti li avrebbero esaminati - spesso letteralmente,  scrutandone i denti, gli occhi e gli arti per determinare se un bambino fosse abbastanza robusto per i lavori agricoli o intelligente e d'indole mite, capace di cucinare e pulire.
I bambini e ragazzi sani più grandi venivano scelti quasi subito; le ragazze più grandi scelte per ultime.
Dopo un breve periodo di prova, i bambini entravano a far parte delle famiglie; se un bambino non era stato scelto, tornava sul treno per provare di nuovo nella prossima città.

Alcuni bambini erano accolti da nuove famiglie, altri venivano picchiati, maltrattati, insultato, o ignorati. Hanno perso ogni senso della loro identità culturale;i fratelli erano spesso separati, e il contatto tra loro era stato scoraggiato.
.
I bambini di città dovevano svolgere il lavoro agricolo, per il quale non erano né emotivamente né fisicamente preparati. Molti di loro, immigrati di prima generazione provenienti da Italia, Polonia e Irlanda, sono stati presi in giro per i loro accenti strani; alcuni a malapena parlavano inglese.
La gelosia e la concorrenza nelle nuove famiglie creavano spaccature, e molti bambini sentirono la non appartenenza al nuovo nucleo familiare.
Molti fuggirono. e la Children's Aid Society ha tentato mantenere il contatto con questi bambini, ma senza riuscirci.

L'intesse dell'Autrice per i treni degli orfani nasce dal fatto che il nonno del marito, Frank Robertson, diceva di essere stato in quei tipi di treni, che viaggiasse da New York a Jamestown  (Dakota del Nord) con i suoi quattro fratelli, quando aveva dieci anni. Nel corso della ricerca di questa  famiglia, ha scoperto che anche se i treni degli orfani hanno, infatti, sostato a Jamestown, e gli orfani di questi treni sono stati adottati, la famiglia Robertson veniva dal Missouri.

Dopo la lettura di ritagli di giornale, ha iniziato la ricerca in Web per maggiori informazioni, trovano i racconti in prima persona, gli archivi storici.
Quella ricerca l'ha portata alla New York Public Library, dove ha trovato i materiali originali: elenchi degli orfani provenienti dagli ospedali, ricordi scritti, note di madri disperate che spiegano perché stavano abbandonando i loro figli.

Man mano che s'informava, la storia prendeva vita, lo sfondo diventava in parte irlandese, e così ha deciso di scrivere di una ragazza irlandese che ha taciuto le circostanze che l'hanno portata al treno degli orfani.

fonte: sito Autrice (http://christinabakerkline.com/blog/my-next-novel/)
sito Orphan Train Riders (http://www.orphantrainridersofminnesota.com/)

venerdì 18 luglio 2014

Recensione: LA RAGAZZA CON L'ORECCHINO DI PERLA di Tracy Chevalier



Lettura e conclusa ed eccomi qui a condividere il mio pensiero su...

LA RAGAZZA CON L'ORECCHINO DI PERLA
di Tracy Chevalier


La ragazza con l'orecchino di perla
Ed. Neri Pozza
Trad. L. Pugliese
237 pp
15 euro
2000
Trama

Delft, XVII secolo, una casa nella zona protestante della città… 
Griet, la giovane figlia di uno dei decoratori di piastrelle più rinomati di Delfi - privato, per un incidente, "degli occhi e del lavoro" - è in cucina, intenta a sistemare, com'è solita fare, le verdure tritate (ordinati a cerchio e con un preciso criterio), viene mandata a servizio presso una famiglia molto in vista, in città.
Lui è Johannes Vermeer, il celebre pittore, e sua moglie Katharina, gente ricca e influente, proveniente dal Quartiere dei Papisti, eppure lontanissima da Griet e dal suo mondo.
Griet ha sedici anni e quel giorno apprende dalla voce della madre il suo destino: andrà a servizio dei Vermeer per otto stuiver al giorno, dovrà fare le pulizie nell'atelier del pittore, e dovrà agire delicatamente senza spostare né urtare nulla.
Romanzo che ci conduce con straordinaria precisione là dove l'arte è divisa dai fantasmi della passione soltanto da una linea sottile - tra Vermeer e Griet, l'artista e la serva, l'amato e l'amante, l'uomo potente e la giovane donna che non possiede altro che il suo incanto e la sua innocenza, si stabilisce un'intensa relazione fatta di sguardi, sospiri, frasi dette e non dette -, La ragazza con l'orecchino di perla ci offre anche alcune delle pagine più felici, nella narrativa contemporanea, sulla dedizione e sul coraggio femminile.
Griet sfiderà tutte le convenzioni dell'epoca, senza smettere per un solo istante di ubbidire all'amore per l'arte e alla passione che la muove. 
Gesto inaudito per la morale del tempo, poserà con le labbra sensualmente dischiuse per quel ritratto di Vermeer (La ragazza col turbante) che è giunto fino a noi, e non cessa di stupirci per l'enigmaticità dello sguardo che vi è dipinto.

recensione
Leggere un libro avendo in mente i volti possibili dei loro protagonisti "aiuta" molto nella lettura, ed io ho letto "La ragazza con l'orecchino di perla" avendo davanti agli occhi ad ogni pagina tanto il volto pulito e allo stesso tempo seducente della bella Scarlett Joahnsson, quanto quello enigmatico e sfuggente di Colin Firth, nelle vesti rispettivamente di Griet e il pittore Vermeer.

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Enigmatica, sfuggente, affascinante....: questa è l'atmosfera che da lettrice ho respirato ad ogni pagina di questo romanzo, che si muove sempre su "toni bassi", senza donarci colpi di scena, una particolare dinamicità, sorprese...., eppure riesce comunque a catturare il lettore e inserendolo in un mondo contrassegnato da un lato dalla povertà, dalla fame, dalla semplicità, dalla religiosità, e dall'altro dalla ricchezza, dall'arroganza, dalla malizia, ma soprattutto... dall'arte.

Griet è una giovinetta assennata, semplice, buona e molto intelligente, osservatrice, ascoltatrice, pratica, poco incline a moine di sorta, eppure dotata di fervida immaginazione e, in particolare, di senso artistico.

Quando apprende che, per motivi economici, dovrà lasciare casa per sei giorni a settimana e vivere nel Quartiere dei Papisti con la sconosciuta famiglia dell'artista Vermeer, la cosa non le piace per niente.
Lei lo sa come vengono trattate le serve, le fantesche: lavoro e sempre lavoro, dall'alba alla sera, accompagnato da umiliazioni, ordini cui obbedire senza fiatare, capo chino davanti ai padroni, sempre con il timore di essere ingiustamente accusata di qualcosa e quindi licenziata.
Non è proprio il lavoro adatto a un tipetto sveglio come lei, che in sè nasconde una personalità non proprio docile e servile.
Ma per amore della famiglia, si fa e così va a servizio da Katharina, la moglie di Vermeer, restandole assoggettata con più mansuetudine possibile; a ricordarle quanto vale in quella casa ci pensano l'invidiosa cuoca di casa, Tanneke, e la burbera suocera del pittore, Maria Thins, che però avrà da subito e sempre, con Griet, uno strano rapporto che oscillerà tra l'indifferenza per questa servetta dagli occhi grandi, e un atteggiamento di "collaborazione", di comprensione, forse perchè tutti in casa si sono accorti di un particolare....
Un particolare non irrielavante che condizionerà la presenza di Griet in casa Vermeer.
Il pittore - il padrone, come deve chiamarlo lei -, che con la ragazza è sempre sfuggente, ambiguo, chiuso,  di pochissime parole, che nè ostenta indifferenza nè concede particolari attenzioni alla serva, pure però non riesce a nascondere quell'istintivo interesse per la fanciulla stessa, ma perchè venga fuori bisognerà aspettare il momento giusto.

Griet è affascinata da lui, dalla sua maestria, dai suoi quadri - così vivi, reali, in cui i personaggi sembrano avere vita propria, in cui ogni sfumatura, posizione di oggetti, tende ecc.. contribuisce a creare movimento, a dare un'anima all'immagine dipinta -, dai colori usati e dal modo in cui li ottiene.

Griet è giovane, nel pieno dell'adolescenza, e non è insensibile a parole, sguardi, silenzi, richieste sussurrate....
Lei sa che il compito affidatole - pulire l'atelier in cui lui lavora e dipinge - è un privilegio concessole che dà il vero senso alla sua presenza in quella casa; Griet può accedere al "luogo sacro" della casa e questo la pone in una posizione privilegiata, quasi "superiore" addirittura rispetto a Katharina, alla quale non è concesso di entrare nell'atelier del marito nè di toccare alcunchè.
Nè di essere la protagonista di un quadro di lui.

E Griet invece non solo potrà entrarci, ma diverrà oggetto del contendere anche di colui che commissiona e paga i quadri di Vermeer, van Ruijven, un uomo lascivo, ammiccante in modo rivoltante, che non nasconde il proprio malsano interesse verso la bella Griet, che cattura l'attenzione degli uomini che posano gli occhi sul suo corpo.
Non perchè la ragazza sia volutamente procace e seducente, divertendosi a sedurre e incoraggiare il sesso forte; ma la sua innocenza, ritrosia, discrezione non frenano gli uomini, che vedono proprio in questo modo di essere qualcosa di stimolante.
Ma Griet non sembra interessata a far colpo su qualcuno, un po' perchè è una ragazza dai sani principi e un po' perchè si sente attratta e percepisce sensazioni forti e da brivido solo in presenza del poco loquace padrone.

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Eppure, la ragione le suggerisce di lasciarsi andare al corteggiamento del giovane macellaio Pieter, il bel giovanotto dalle mani sporche di sangue.

Ma non è il sangue a far da calamita per la bella serva, bensì i colori e le sfumature dei quadri di Vermeer....
E questi lo ha capito e sentirà verso di lei un sentimento contrastante, una sorta di attrazione che egli cercherà in tutti i modi di non assecondare...


Narrato dal punto di vista di Griet, entriamo nella sua vita di ogni giorno e insieme a lei veniamo a contatto con quelle poche persone che popolano casa Vermeer o il mercato o la casa paterna; l'accompagniamo nei suoi lavori di fantesca, ne seguiamo i pensieri, i dubbi, i timori, le parole con le quali vorrebbe rispondere ai rimproveri di Tanneke e Katharina, ai rimbrotti e alle frasi sibilline di Maria Thins, gli schiaffi che vorrebbe rifilare a Cornelia Vermeer (una della figlia della coppia), le emozioni che pian piano nascono nel suo petto e che lei stessa non sa spiegarsi, i comportamenti e le parole che man mano evolvono e che ce la mostrano inizialmente timida e paurosa, ma poi più ardita e coraggiosa.

Perchè lei sa di aver conquistato un posto nella mente del pittore,
 un posto in quella casa.
E forse un posto nella sua arte, che la renderà "immortale", che le permetterà di essere incisa nel cuore e nei pensieri di un uomo silenzioso e un po' scontroso, la cui passione emerge unicamente nella propria arte.

Stile e linguaggio senza fronzoli, snelli, con la giusta dose di descrizioni, dialoghi e introspezioni, che lasciano sufficientemente immergere il lettore in quell'epoca (seconda metà del Seicento; anche se non si può dire che al contesto e all'epoca sia dato un grande spazio, restano infatti un po' vaghi, a mio avviso); a colpirmi è stato il ritmo lento ma non pedante o noioso, quanto piuttosto "misurato", senza fretta, come per permettere al lettore di immaginare ogni azione, ogni sguardo, espressione, di avere nitidi davanti a sè i quadri e i colori di Vermeer, come se Griet fosse i nostri occhi, le nostre orecchie, le nostre mani.

Una prosa piacevole, uno sfondo nel complesso convincente, personaggi ben delineati, ritmo molto pacato, "La ragazza con l'orecchino di perla" è adatto a chi ama le storie narrate in modo introspettivo, quieto, in cui non contano le grandi azioni e i grandi eventi, ma i sobbalzi del cuore, i sospiri, le parole non dette e i segreti piccoli e grandi che solo il cuore di una donna sa conservare per una vita intera.

IL MESSAGGIO D'AMORE CHE HA CAMBIATO LA TUA VITA (iniziativa Corriere della Sera)



Cari blogger, qualche giorno fa vi avevo parlato di un'interessante iniziativa legata al "Corriere della sera", vale a dire l'uscita di 20 libri - a partire da martedì 15 luglio - appartenenti alla collana "Lettere d'amore", che raccoglie i sentimenti, gli struggimenti, le gioie e i dolori vissuti da alcuni grandi uomini del passato (della Letteratura e non), custoditi in lettere appassionate inviate ai propri amori lontani.

La prima uscita è stata "Pablo Neruda - Lettere d'amore ad Albertina Rosa".

La seconda (22 luglio) sarà: "Da qualche parte nel profondo” di Rainer Maria Rilke e Lou Andreas Salomé.

SUL MIO BLOG "L'ANGOLO DI ANGY" POTETE LEGGERE TUTTI E 20 I TITOLI IN USCITA.

QUI

LETTERE D'AMORE
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In aggiunta a queste uscite molto belle, ce n'è un'altra che coinvolge anche voi, cari lettori!!
Eh sì, perchè l'amore fa parte della vita e della quotidianità di ciascuno di noi e, forse, almeno una volta nella vita,ci è capitato di scrivere o ricevere parole, messaggi d'amore.

"Raccontare l'amore, dichiarare i propri sentimenti e disvelare la propria passione è da sempre una delle forma di comunicazione più coinvolgenti e naturali.

Non importa se è una lettera, un sms, un messaggio su Facebook, l'importante è che il messaggio arrivi alla persona giusta.
Condividi le tue dichiarazioni di amore più belle e indimenticabili, o i messaggi che hai incontrato nella tua vita e hanno cambiato la tua prospettiva sull'amore."

Ecco, se vi recate in QUESTA PAGINA, potete condividere anche voi il vostro pensiero, quel messaggio inviato o destinato a noi che è rimasto nel nostro cuore!!
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