mercoledì 18 gennaio 2023

🏔️💙 RECENSIONE 🏔️💙 TUTTO IL BLU DEL CIELO di Mélissa Da Costa



Cosa faremmo se ci venisse detto che ci restano da vivere non più di due anni a causa di un male incurabile?
Ci rinchiuderemmo, afflitti e disperati, in un guscio di dolore? Soli, magari, o tutt'al più con accanto pochi intimi, disposti per amore a scendere con noi nel nostro personale inferno di sofferenza.
Tenteremmo il tutto e per tutto per combattere la malattia, tra interventi e terapie sperimentali?
O forse, chissà!, spinti dall'euforia di non sprecare i giorni che ci restano tra lacrime, ospedali e flebo, ci faremmo guidare da quella gioia di vivere che, per un'amara ironia, continua a scorrerci nelle vene fino all'ultimo giorno di lucidità, fino a quando il corpo e la mente non ci abbandoneranno del tutto, e che ci spinge a cercare di godere di ciò che ancora ci circonda finché ne abbiamo la possibilità.



TUTTO IL BLU DEL CIELO 
di Mélissa Da Costa


Ed. Rizzoli
Trad. E. Cappellini
624 pp
19.50 euro
2022
"Ragazzo di 26 anni, affetto da Alzheimer precoce, desidera partire per un ultimo viaggio. Cerca un/una compagno/a d’avventura per condividere quest’ultima esperienza.
Itinerario da definire insieme: Alpi, Alte Alpi, Pirenei? Viaggio in camper con tratti a piedi (zaino e tenda in spalla). Si richiedono condizioni fisiche adeguate.
Partenza: il prima possibile. Durata del viaggio: 2 anni al massimo (in base alle previsioni dei medici)."

Queste sono le prime parole dell’annuncio che il ventiseienne Émile pubblica online un giorno di fine giugno. 

Gli è stato da poco diagnosticata una forma di Alzheimer precoce, una malattia neurodegenerativa che causa la perdita progressiva e 
irreversibile della memoria. 
Col passare delle settimane e dei mesi, verrà colpito, e man mano distrutto, il tronco encefalico, responsabile delle funzioni vitali: battito del cuore, pressione arteriosa, respirazione…
Se è vero - e lo è, senza ombra di dubbio - che la morte arriva per tutti prima o poi, beh, a lui arriverà decisamente prima e alla svelta. Tra due anni al massimo. 

Che fare?

I suoi genitori e sua sorella Marjorie, addolorati e sopraffatti dalla terribile notizia, si aspettano che il giovane si ricoveri e si sottoponga ad una terapia sperimentale, che gli allunghi la vita, e - chi lo sa, la scienza fa passi da giganti!! - potrebbe scoprire una nuova e più efficace cura!

Ma Émile è più razionale e pratico, forse anche un tantino rassegnato: non guarirà. Il countdown è 
iniziato e nulla si interporrà tra lui e la Nera Mietitrice.
Non se ne starà in caso e poi su un letto ad aspettare di esalare l'ultimo respiro: vuole occupare il tempo che gli resta VIVENDO.
E poi non ha voglia di diventare un peso per i famigliari, riducendosi a un stato via via più grave di demenza senile. Preferisce godersela, in quei due anni che la scienza gli ha annunciato.

E così decide di organizzare un viaggio, anzi il viaggio, quello che ancora non ha mai fatto, che ha sempre rimandato: vuole partire per un'esperienza on the road, setacciare paesaggi vicini eppure mai esplorati, affondare occhi e naso là dove non c’è altro che natura e silenzio, senza data di ritorno. 

Confessa il suo proposito soltanto all'amico d'infanzia Renaud, che non lo ferma, seppur con il cuore sofferente e gli occhi rossi dal pianto.

Émile posta l'annuncio ma in realtà non si aspetta che qualcuno davvero risponda al suo appello.
E invece, qualche giorno dopo in una stazione di servizio, c'è la sua compagna di viaggio: si chiama Joanne, è una ragazza piccola, dal fisico minuto e dallo sguardo serissimo; protetta da un informe abito nero, con un cappello a tesa larga, sandali dorati ai piedi e zaino rosso in spalla, è pronta a partire con questo sconosciuto nel suo camper.

I due, silenziosi, intimiditi dai reciproci silenzi, un po' diffidenti e circospetti, si mettono in viaggio e attraverso boschi profumati, torrentelli rumorosi, sentieri e stradine che si snodano tra le vette dei Pirenei e certi bellissimi borghi dell’Occitania, s’incamminano per un'avventura su quattro ruote che inizia come qualcosa di strano, bizzarro: un giovanotto che di lì a qualche mese, o comunque nel giro di un anno, comincerà a ricordarsi a malapena il proprio nome, e una ragazza taciturna che di sé non dice nulla (almeno nei primi tempi). 

Entrambi si avvicinano l'uno all'altra cauti, discreti, non conoscendo la personalità e il carattere e non potendo prevedere reazioni, ma a poco a poco, con sensibilità e pazienza, qualcosa comincia a rompersi e vengono a galla le parole giuste per bucare, senza fare troppo male, ognuno il dolore acuto dell’altro.


Attraverso sia racconti personali che flashback, conosciamo gradualmente il passato di entrambi.

Di Émile, ad es., apprendiamo episodi legati all'infanzia, al rapporto coi genitori e con l'amata sorella maggiore, all'amicizia fraterna con Renaud e, soprattutto, alla relazione con Laura, la ragazza che avrebbe desiderato sposare, colei con cui sarebbe stato pronto a mettere su famiglia.
Desiderio che, però, gli è sorto troppo tardi, quando lei l'aveva già lasciato. 

Di Joanne, invece, tanto Émile quanto il lettore imparano a conoscere alcuni aspetti e fatti del suo passato un po' alla volta: la ragazza, infatti, è molto riservata, non parla di sé facilmente, tranne quando si tratta di raccontare di suo padre, Joseph, un uomo buono, acculturato, amante dei libri e delle citazioni profonde, della natura, un padre amorevole, comprensivo, la cui morte ha lasciato un buco enorme nel cuore della giovane figlia. Una perdita che l'ha segnata e che, ahilei, non è stata neppure la sola.

Ascoltando per caso una telefonata di Joanne,  Émile sente un nome: Lèon. Al telefono, con questo Lèon, la ragazza è dura, distante; pare che lui la preghi di tornare a casa ma che lei non sia ancora pronta e potrebbe non esserlo mai.

I due viaggiatori vivono insieme molte piccole e piacevoli avventure, conoscono luoghi suggestivi e meravigliosi, dove la natura li avvolge in una bolla di comfort e sicurezza che fa bene al corpo e allo spirito; incontrano sul loro cammino molte persone che diventeranno importanti e care: l'anziana Myrtille e sua figlia Annie, i volontari che li accolgono tra loro all'interno di comunità ben organizzate, tranquille, laboriose e in cui si respira aria di famiglia, in cui la solidarietà e l'altruismo sono componenti fondamentali.

Questo viaggio diventa un'esperienza che cambia la vita ad entrambi, stravolge il loro personale modo di vedere la vita, il senso che finora le hanno dato; tanto Émile quanto Joanne matureranno insieme, diventeranno adulti più consapevoli, più sensibili e rispettosi verso sé stessi e verso ciò che li circonda.


«Se ti sforzi di guardarti attorno con consapevolezza, anche solo per qualche istante durante la giornata, quegli istanti finiranno per tornare.»

 

Se Émile, grazie all'approccio intimistico e spirituale di Joanne, impara a riflettere e ad assaporare ogni piccola o grande esperienza con consapevolezza, gratitudine, dando spazio a sensazioni, emozioni, ricordi, vivendo in prima persona e con tutti i sensi ogni attimo, rendendolo importante, prezioso, la ragazza imparerà, grazie alla compagnia di Émile, a sorridere di più, ad osare, a far riemergere quel lato di sé protettivo e materno che la vita le stava soffocando.

Entrambi, quindi, li vediamo evolvere, migliorare, crescere insieme.

"Aveva preso la decisione di andarsene per sempre. Non poteva fare altro che godersi le ultime briciole di felicità che gli avrebbe offerto la vita, prima di scomparire. (...) Ma invece di partire da solo, aveva deciso di postare quello stupido annuncio… Aveva raccolto quella ragazza totalmente persa da una piazzola dell’autostrada, e al posto di lasciare andare la vita a poco a poco, ci si era aggrappato con più forza. Per colpa sua. Perché lei gli aveva mostrato la bellezza del mondo, la purezza dei sentimenti, la bontà che poteva emanare dagli esseri umani."


È un viaggio che dona a entrambi il mai scontato privilegio di viaggiare dentro sé stessi, di vedere le cose con altri occhi, di perdonarsi, se necessario. Non solo, ma avvicina i due viaggiatori talmente tanto da renderli in grado di prendere, ciascuno su di sé, il dolore altrui, di ascoltare ed empatizzare con le sofferenze fisiche ed emotive del proprio compagno di ventura.

Dietro un'espressione sempre impassibile, un'ostentata indifferenza e dietro quei pochi sorrisi di Joanne, Émile comprende che c'è un enorme dolore che aspettava di essere condiviso, buttato fuori, perché quel fardello dentro al cuore fosse un po' meno pesante e un po' più sopportabile: dividere la sofferenza, darla e riceverla come un dono prezioso, piangendo insieme e dire all'altro: so che soffri, non posso eliminare la tua angoscia, ma posso piangere con te e dirti che non sei più sola nel tuo dolore, perché da oggi ci sono anch'io.

Ma la sabbia nella clessidra continua a scendere, crudele e ineluttabile: Émile non ha molto tempo e sa che dovrà dire addio ai suoi cari (ai quali si premura di scrivere, per spiegare loro le sue scelte e le sue volontà), a tutto ciò che ha contato in passato e che ha imparato in ventisei anni di vita; dovrà dire addio anche alla sua piccola e dolce Joanne.

Con il passare di settimane e mesi, la malattia si fa sentire attraverso episodi - via via sempre più gravi - di amnesia e confusione, che lasceranno ogni volta smarrito e impaurito il povero Émile e preoccupata Joanne, che dovrà prendere decisioni importanti per mantenere fede al "patto" con il suo compagno di viaggio: un patto che la vede quale unica responsabile della vita e della salute di lui, che le ha chiesto di non portarlo dai suoi né in ospedale qualunque cosa accada. 

Non sarà facile affrontare il deperimento fisico e cognitivo di Émile, restare accanto a una persona che hai imparato a voler bene e sapere che, da lì a breve, la perderai; sarà una prova durissima per Joanne, che però dimostrerà di avere una tempra forte, un animo sincero, leale, una capacità di cura che solo una persona piena di amore e con un'anima bella e generosa possiede.


Il romanzo di Mélissa Da Costa è una storia di rinascita: dal dolore, dalla sofferenza, possono ancora sbocciare una gioia di vivere nuova, pura e irrefrenabile, e la voglia di guardare gli altri esseri umani e la natura con uno sguardo rinnovato, che ci permetta di vederne davvero tutta la bellezza e di goderne appieno, senza filtri e senza fretta.

Tra queste pagine si sorride, ci si intenerisce, ci si commuove (fino alle lacrime, per quanto mi riguarda, soprattutto verso la fine), si apprezza l'evoluzione psicologica ed emotiva dei protagonisti, si entra nelle loro storie, nelle loro piccole conquiste come nelle loro amarezze e pene.

Un libro davvero intenso, poetico, ricco di pensieri profondi, emozionante, delicato nello stile, nel suo mostrare con dolcezza e sensibilità l'animo dei personaggi, l'inesauribile fascino della natura, con un messaggio di speranza e una dolce esortazione a non lasciarci appesantire da un'esistenza piatta e monotona, che ci scorre tra le dita in modo quasi inconsapevole, ma a riconoscere e godere di ogni attimo che la vita ci dona, rendendolo speciale.

Consigliato... e preparate i fazzoletti!


ALCUNE CITAZIONI

«Se piangiamo perché il sole è tramontato, le lacrime ci impediranno di vedere le stelle».
Le ho detto che l’avevo capito grazie a lei, grazie al suo modo di volermi ancorare al presente. Le ho detto che ora, grazie a lei, vedevo le stelle.

«L’unico vero viaggio non consiste nell’andare verso nuovi paesaggi, ma nell’avere occhi nuovi». (M. Proust)

«Il più grande viaggiatore è colui che ha saputo fare almeno una volta il giro di se stesso.» (Confucio)

"Soffrire significa dare a qualcosa un’attenzione suprema." (Paul Valéry)



L'autrice
Mélissa Da Costa si occupa di comunicazione in ambito energetico e climatico. I quaderni botanici di Madame Lucie, pubblicato da Rizzoli nel 2021, è il suo primo romanzo tradotto in Italia. Il suo esordio letterario, Tutto il blu del cielo, è stato tra i dieci libri più venduti in Francia nel 2021.


4 commenti:

  1. Ciao Angela, ho visto spesso questo romanzo tra i vari social ma, pur essendone attratta, questa volta preferisco passare: purtroppo le malattie neurodegenerative hanno fatto (e fanno) parte del mio contesto familiare, quindi quando leggo preferisco non imbattermi in questo argomento... ma non ho dubbi sul fatto che sia un ottimo libro ;-)

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    1. Ciao Ariel, immagino sia un argomento doloroso e difficile, capisco bene che tu non ti senta e/o non voglia leggere romanzi che lo affrontano, sapendo già di viverlo da vicino nella realtà ❤️
      Un abbraccio

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  2. Se si trattasse di un decadimento mentale o cmq seriamente invalidante farei al momento opprtuno one way trip to Destination X

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    1. effettivamente, un viaggio memorabile potrebbe essere un modo per fare esperienza in piena libertà e spendere al meglio il tempo che resta da vivere...

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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz

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