martedì 14 novembre 2017

Recensione: LA PARANZA DEI BAMBINI di Roberto Saviano (RC2017)



Storie di innocenze rubate, di adolescenti che giocano a far gli uomini, andando incontro al rischio e alla morte con l'atteggiamento distaccato di chi sa che tutto quello che devi fare per essere qualcuno e per avere i soldi in tasca, va fatto oggi, non domani, perchè domani potrebbe essere tardi e tu potresti già non esserci più.


LA PARANZA DEI BAMBINI
di Roberto Saviano


Ed. Feltrinelli
Al centro di questo romanzo di Saviano vi è un gruppo di ragazzini di 15 anni che, a bordo dei loro scooter, scorrazzano per le strade di Napoli sognando di far soldi facili grazie ai boss di quartiere che “li fanno lavorare”.
Sono ragazzi che, per lo più, appartengono a famiglie “normali”, perbene, gente semplice che sgobba dalla mattina alla sera per garantire una vita dignitosa alla famiglia.
Ma, ahimè, questa dignità i loro figli la svendono giorno per giorno per fare spazio alla propria avidità, alla voglia di “potere”, di vedersi temuti e considerati per il loro essere dei “duri”.

Sono adolescenti che vivono ogni giorno come viene, perché sanno che è meglio non confidare troppo nel domani; non hanno paura di andare in carcere o di morire, ed è per questo che si giocano tutto ciò che sono e hanno, perché se non impari a essere “fottitore”, necessariamente poi diventi un “fottuto”, uno cui toccherà sempre sottomettersi agli altri, ai più forti.


“...oggi ci stammo, domani nun ce stammo. T’’o rriccuorde? Amico, nemico, vita, morte: è la stessa cosa.’O ssapimmo nuje, e lo sai pure tu. Accussì è. È ’n’attimo. È accussì che se campa, no?”

Questo gruppetto di ragazzi è capeggiato da Nicolas Fiorillo, chiamato O' Maraja in virtù del locale da lui frequentato assiduamente; in questo mondo fatto di piccoli e grandi criminali, tutti hanno un soprannome, solitamente legato a un particolare del loro modo di essere o a un aneddoto significativo che li ha visti protagonisti; e il soprannome può essere più importante del nome stesso perché dice chi sei e con esso vieni riconosciuto e ricordato.
Quando il piccolo boss camorrista per cui lavorano viene arrestato, Nicolas comincia a nutrire propositi più grandi, di indipendenza, volti a metter su una propria paranza, vale a dire formare un gruppo di affiliati che – giurandosi reciproca e assoluta lealtà – comincino a trafficare in ambito criminale, puntando man mano al non dover rendere più conto a nessuno, ma gestendo i propri “lavori” da sé.

Dopo le iniziali perplessità degli amici – coetanei con cui è cresciuto, che si considerano l’un l’altro come dei fratelli -, Nicolas riesce a convincerli a creare questa paranza, che però deve restare segreta – come segreto è il “covo” in cui si radunano per parlare d’ “affari”, per conservare il danaro accumulato, ecc… - agli occhi di quanti non ne fanno parte.

Per raggiungere i propri obiettivi – ad es., avere piazze proprie in cui spacciare e, in una parola, comandare, suscitando timore nella gente – Nicolas è disposto a correre dei rischi, come quello di contattare un potente boss agli arresti domiciliari e proporgli di lavorare per lui. Questi, superato l’iniziale sbigottimento per la sfacciataggine del “muccusiello”, acconsente a dargli le armi.

Assistiamo, quindi, capitolo dopo capitolo, alla nascita di questa paranza di ragazzetti che giocano a fare gli uomini: marinano spesso la scuola, spendono i soldi in abiti firmati e regali alle fidanzatine, sniffano polvere bianca, sparano ad antenne e neri per esercitarsi nel caso si trovassero nella condizione di dover ammazzare qualcuno, seminano terrore per le strade, cercano di ottenere il controllo dei quartieri sottraendoli alle paranze avversarie.

Sono ragazzi che, pur rendendosi conto che quella realtà in cui vivono è tutto fuorchè uno scherzo, un gioco, spesso affrontano tutto con troppa leggerezza, con quell’audacia sciagurata di chi non sempre calcola bene i rischi che corre se prende una determinata strada, se stringe certe alleanze, se pesta i piedi a qualcuno.

Saviano immerge il lettore immediatamente, sin dalle primissime battute, in questo “mondo sporco”, raccontando storie di violenza, di morti che producono altri morti, vendette e ritorsioni, di malavita…, storie di camorra in cui i protagonisti sono degli adolescenti la cui “colpa” è forse, prima di ogni cosa, quella di essere nati a Forcella e, in secondo luogo, di aver detto sì a uno stile di vita che offre sì guadagni facili e veloci, ma anche pericoli e preoccupazioni da affrontare, tanto, troppo più grandi delle loro spalle.

Questi ragazzi, coi loro modi di fare sguaiati, da bulli, sempre pronti a fare discorsi e gesti volgari, prepotenti, bugiardi nei confronti delle loro povere famiglie, mi hanno suscitato emozioni contrastanti: un po’ come con i "ragazzi di vita” di Pasolini, da una parte ho provato rabbia, irritazione e nervosismo davanti a quei loro modi di fare da delinquentelli già vissuti, irrispettosi, dall’altra, in certi momenti, ho provato un gran dispiacere per queste vite bruciate, per “quel futuro che non c’è"  e che contribuiscono a rendere precario con le proprie mani, perché – proprio come i pesciolini che restano in fondo alla rete dei pescatori e che poi andranno a formare il fritto di paranza – essi restano impigliati in un intrigo di sopraffazione e violenza che potrebbe finire per strozzarli.
Adolescenti derubati, defraudati della legittima spensieratezza tipica di quest’età per servire una realtà che non fa sconti a nessuno, neanche a bambini di dieci anni, che a questa tenera età hanno già imparato a tenere una pistola in mano e a premere un grilletto.

“Io per diventare un bambino c’ho messo dieci anni, per spararti in faccia ci metto un secondo”.

Storie di vita autentiche, tristemente realistiche, narrate con uno stile brutale e crudo, come lo è del resto la realtà fotografata; una narrazione che sa essere implacabile e inquietante, capace di turbare il lettore attento e consapevole di come, pur essendo alla presenza di una finzione letteraria, essa sia al contempo tratta dalla vita vera, e di come, seppure i personaggi e le vicende specifiche in sé siano frutto dell’immaginazione dell’autore, il sostrato sociale è fin troppo reale.

Ho letto questo libro a un ritmo sostenuto, sempre più coinvolta dalle giornate frenetiche e caotiche di questi “ragazzacci”, avendo modo di cogliere di ciascuno – O’ Marajà, Dentino, Biscottino, Lollipop… - le caratteristiche precipue grazie al linguaggio colorito e verace utilizzato da Saviano, che s’è servito di un abbondante dialetto napoletano che rende i dialoghi e la narrazione in generale molto vivaci e vere, dal taglio cinematografico, tanto che viene spontaneo immaginare tutto nei dettagli: espressioni facciali, tono di voce, abbigliamento, gesti, risate, sguardi duri e taglienti…

E’ stato un po’ come fare un salto sul set di Gomorra, e chi conosce la fortunata e seguitissima serie tv (che amo e non vedo l'ora di godermi la terza stagione!) sa di cosa parlo, di quale tipo di scenario, ambientazioni, dinamiche e personaggi. 
Finale amaro ma perfettamente in linea con ciò che viene narrato e della spietata realtà in cui è collocato.


Di certo leggerò il seguito, “Bacio feroce”, recentemente pubblicato.


READING CHALLENGE
obiettivo n.22 - Un libro dal punto di vista dei cattivi

lunedì 13 novembre 2017

L'UOMO DEL LABIRINTO: il nuovo romanzo di Donato Carrisi, dal 4 dicembre in libreria



Per quanti amano i thriller e Donato Carrisi in particolare, ecco una bella notizia: è in arrivo un suo nuovo romanzo!


L'UOMO DEL LABIRINTO



Ed. Longanesi
400 pp
19.50 euro
In libreria dal
4 DICEMBRE 2017


L’ondata di caldo anomala travolge ogni cosa, costringendo tutti a invertire i ritmi di vita: soltanto durante le ore di buio è possibile lavorare, muoversi, sopravvivere. Ed è proprio nel cuore della notte che Samantha riemerge dalle tenebre che l’avevano inghiottita. Tredicenne rapita e a lungo tenuta prigioniera, Sam ora è improvvisamente libera e, traumatizzata e ferita, è ricoverata in una stanza d’ospedale. Accanto a lei, il dottor Green, un profiler fuori dal comune. Green infatti non va a caccia di mostri nel mondo esterno, bensì nella mente delle vittime. Perché è dentro i ricordi di Sam che si celano gli indizi in grado di condurre alla cattura del suo carceriere: l’Uomo del Labirinto. Ma il dottor Green non è l’unico a inseguire il mostro.
Là fuori c’è anche Bruno Genko, un investigatore privato con un insospettabile talento. Quello di Samantha potrebbe essere l’ultimo caso di cui Bruno si occupa, perché non gli resta molto da vivere. 
Anzi: il suo tempo è già scaduto, e ogni giorno che passa Bruno si domanda quale sia il senso di quella sua vita regalata, o forse soltanto presa a prestito. 
Ma uno scopo c’è: risolvere un ultimo mistero. La scomparsa di Samantha Andretti è un suo vecchio caso, un incarico che Bruno non ha mai portato a termine… E questa è l’occasione di rimediare. Nonostante sia trascorso tanto tempo. Perché quello che Samantha non sa è che il suo rapimento non è avvenuto pochi mesi prima, come lei crede. 
L’Uomo del Labirinto l’ha tenuta prigioniera per quindici lunghi anni. E ora è scomparso.

CHE NE PENSATE? VI INCURIOSISCE?
VI PIACE QUESTO AUTORE? 

domenica 12 novembre 2017

Flower-ed edizioni:le novità di novembre, tra diari, passeggiate letterarie e poesie



Carissimi lettori, amanti dei classici, vi segnalo delle belle novità flower-ed edizioni, caratterizzate da libri e incontri che renderanno speciale il mese di novembre.

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La prima novità riguarda la linea di Diari letterari - finalmente disponibile per l’acquisto .., l'ideale per chi ama non solo immergersi nella lettura ma anche trascrivere segreti e riflessioni circa ciò che legge. 

Il diario di Jane Eyre offre ai lettori le frasi più belle del meraviglioso romanzo di Charlotte Brontë, uscito nel 1847 e di cui si celebrano quest’anno i 170 anni dalla pubblicazione. 
Pagine ben curate e piacevoli da sfogliare lasciano ripercorre i momenti salienti della celebre storia di Jane Eyreattraverso le citazioni più suggestive e appassionanti che racchiudono l’essenza di questo capolavoro della letteratura inglese. 
Pagine da leggere e pagine da riempire con appunti e riflessioni, per custodire come in uno scrigno prezioso pensieri e segreti, recuperando la bellezza della scrittura a mano.


Ma non è tutto! C'è anche Il diario di lettura, che invita il lettore a tenere traccia e a conservare il personale percorso fra i libri. 
Le pagine sono strutturate in modo tale da essere riempite con i dati principali delle opere, con le frasi più belle e le riflessioni del lettore, per custodire quanto letto e poterlo sfogliare all’occorrenza. 
Uno strumento pensato per interiorizzare maggiormente le proprie letture e ripercorrere di tanto in tanto quelle piacevoli ore passate fra i libri. 
Contiene il saggio La scrittura nel tempo di Michela Alessandroni, che accompagna il lettore in una esplorazione sugli albori della comunicazione scritta e il suo sviluppo attraverso i secoli.

Trovo questa idea moooolto bella e ... romantica!!

Altra novità novembrina è la presenza della poetessa Alessandra Carnovale nel mondo di flower-ed! 


Come vento sul monte è la sua prima pubblicazione e rappresenta non solo il premio di Parole magiche, di cui è risultata vincitrice, ma anche il coronamento di una vita dedicata all’arte e alla poesia.
.I suoi versi rimandano alla prospettiva di una vita normale, sempre disattesa dal dialogo impossibile, dalla speranza inutile, dalle distanze.

Anche a novembre, come nei mesi scorsi, si terrà una passeggiata letteraria, che si svolgerà sabato 18 novembre, i protagonisti saranno Elizabeth von Arnim e il Museo Nazionale degli Strumenti Musicali
Carmela Giustiniani, autrice del saggio Chiamatemi Elizabeth. Vita e opere di Elizabeth von Arnim, introdurrà i partecipanti al legame che si strinse fra la scrittrice e questo luogo dedicato alla musica.
Occorre prenotarsi scrivendo a info@flower-ed.it
Il costo è di 5 euro per il biglietto d'ingresso, mentre nulla è dovuto alla casa editrice.




Ma l'autrice Carmela Giustiniani  ha preparato per flower-ed una nuova meravigliosa biografia, questa volta dedicata alla scrittrice britannica Frances Hodgson Burnett, nota in particolare per aver scritto famosi romanzi per ragazzi, quali Il giardino segreto, La piccola principessa e Il piccolo Lord
Ripercorrendo le fasi della sua vita, esploreremo il giardino interiore, fatto di luci e di ombre, di fiori lussureggianti e di erbacce, di questa scrittrice complessa, animata da alti ideali e che desiderava che la vita fosse una fiaba.
Disponibile in ebook e cartaceo dal 20 novembre.

sabato 11 novembre 2017

Leggere Noir - Novità Frilli Editori



Amanti del noir, eccovi due nuovissime pubblicazioni firmate Frilli Editori:



TREDICI GIORNI A NATALE. Torino 1990-2016
di Rocco Ballacchino 


192 pp
11.90 euro
Siamo al 4° episodio con protagonista la originale coppia formata dal commissario Sergio Crema e dall’amico e critico cinematografico Mario Bernardini .
Manca poco a Natale e il commissario Crema, convocato urgentemente al capezzale di una donna in fin di vita, è costretto a riaprire il caso dell’omicidio della figlia avvenuto 26 anni prima, noto come il."Delitto di Palazzo Nuovo", in cui il presunto colpevole è passato a miglior vita. 
Il poliziotto, alle prese con l'indagine sull'assassinio di uno spacciatore avvenuto qualche giorno prima, non riesce però a ignorare il proprio istinto che lo conduce a confrontarsi con i protagonisti di quella vicenda ormai accantonata da tutti. 
Il commissario proverà a scoprire la verità su quanto accaduto quel giorno all'interno dell'Università, nonostante la diffidenza dei colleghi, dell'affascinante dottoressa Bonamico e del suo compagno di indagini Mario Bernardini, anche lui coinvolto in quel processo in qualità di testimone. 
Sergio, ostaggio della propria ostinazione, vivrà, insieme ai suoi cari, una vigilia di Natale che non potrà dimenticare.
Nulla, dopo quella maledetta sera, sarà come prima...


CHI MUORE GIACE
di Marina Bertamoni



180 pp
12.90 euro
Chi è Amélie McFiennes, la scrittrice di romanzi rosa a sfondo erotico che vende milioni di copie in tutta Europa? 
Nessuno lo sa. L’autrice senza volto tutela la propria privacy in maniera ossessiva, ma in realtà dietro quel nome si nasconde Angelo Di Dio, un giovane uomo dal talento originale che ha dovuto scegliere uno pseudonimo per pubblicare i propri romanzi dopo un brutale fatto di sangue in cui è rimasto coinvolto. 
Un provvidenziale test del DNA ha restituito la libertà ad Angelo, ma non la fiducia negli esseri umani. Per questo si rifugia in una cascina nelle campagne tra Lodi e Crema, isolato da tutto e da tutti, dedicandosi alla sola attività che gli dia soddisfazione: la scrittura. 
Grazie a quello stesso test, però, l’ispettrice Luce Frambelli riesce a smuovere le acque di un caso di omicidio che la tiene impegnata da settimane: il profilo genetico di una donna strangolata, non identificata, risulta compatibile con quello di Angelo. I due sono inequivocabilmente fratelli.
Ma c’è un piccolo particolare: Angelo Di Dio è figlio unico, o almeno così ha creduto fino a quel momento. Frambelli indagherà per scoprire l’identità del feroce assassino, aiutata dai colleghi della Questura di Lodi, cercando di mantenere il giusto equilibrio tra il sospetto e un’attrazione per Angelo che diviene lentamente un’ossessione. 
Anche lo scrittore condurrà la propria ricerca personale, muovendosi tra Lodi, Milano e la Spagna, consapevole del rischio che la sua vita ne possa uscire sconvolta.

mercoledì 8 novembre 2017

Anteprima Sperling&Kupfer: SLEEPING BEAUTIES di Stephen e Owen King - dal 21 novembre in libreria



Sleeping Beauties è il romanzo scritto da Stephen King con il figlio Owen: una favola nera gloriosamente ricca di storie, idee, eventi e personaggi memorabili, che inizia con un "C’era una volta a Dooling" e termina con un finale degno di King. Potente, provocatorio, sorprendente.
L'Anonymous Content - la casa di produzione delle serie tv True Detective e Mr. Robot e dei film Revenant e Spotlight - si è assicurata i diritti delle romanzo, per farne una serie con la collaborazione di Stephen King.


              SLEEPING BEAUTIES


Ed. Sperling&Kupfer
672 pp
21.90
In uscita
21 Novembre 2017


"Che cos’è successo a Kitty?"
"Ha urlato per metà della notte. Ora dorme."
"Le è uscito qualcosa di comprensibile?"
"Sì, che la Regina Nera sta arrivando."



Dooling è una piccola città fortunata con una splendida vista sui monti e lavoro per tutti.
È a Dooling, infatti, che qualche anno fa è stato costruito un carcere all’avanguardia destinato solo alle donne, che siano prostitute o spacciatrici, ladre o assassine, o ancora tutte queste cose insieme.
 Ed è una di loro, in una notte agitata, ad annunciare l’arrivo della Regina Nera.
 Per il dottor Norcross, lo psichiatra della prigione, è routine, un sedativo dovrebbe sistemare tutto. 
Per sua moglie Lila, lo sceriffo di Dooling, poteva essere un presagio. Perché poche ore dopo, da una collina lì vicina, arriva una chiamata al 911, ed è una ragazza sconvolta a urlare nel telefono che una donna mai vista ha ammazzato i suoi due amici, con una forza sovrumana. 
Il suo nome è Evie Black. Intorno a lei svolazzano strane falene marroni e sembra venire da un altro mondo. 
Lo stesso, forse, dove le donne a poco a poco finiscono, addormentate da un’inquietante malattia del sonno che le sottrae agli uomini.

 Un sonno dal quale è meglio non svegliarle...


Gli autori.
Stephen King vive e lavora nel Maine con la moglie Tabitha. Le sue storie sono clamorosi bestseller che hanno venduto centinaia di milioni di copie in tutto il mondo e hanno ispirato registi famosi come Brian De Palma, Stanley Kubrick, Rob Reiner e Frank Darabont. Accanto ai grandi film, innumerevoli gli adattamenti televisivi tratti dalle sue opere. King, oggi seguitissimo anche sui social media, è stato insignito della National Medal of Arts dal presidente Barack Obama.

Owen King è il figlio minore di Stephen King. Autore di due raccolte di racconti (la prima delle quali pubblicata da Frassinelli con il titolo Siamo tutti nella stessa barca) e di un romanzo, ha ricevuto diversi premi letterari per il suo lavoro. È sposato con la scrittrice Kelly Braffet.

Frammenti di letture



" Gelide, bellissime, eterne, terribilmente estranee, le stelle brillavano, miliardi di vasti mondi che trasmettevano la loro luce.
Forse la luce che ora cade sulle mie mani, pensava, si è irradiata da un angolo dell’universo migliaia di anni fa fino ad arrivare qui per illuminare una panchina solitaria in un parco deserto.
Con la stessa sublime e fredda indifferenza ora illumina il volto cereo della partoriente che gli è spirata tra le mani.
Risplendeva così anche al fronte, diffondendo i suoi raggi sui morti, sugli agonizzanti. E allo stesso modo illuminerà anche lui quando renderà l’anima, e milioni di altri dopo di lui, con la calcolata esattezza e la precisione di un meccanismo cui è stata data la carica.
Com’è assurdamente piccola, insignificante e breve la vita dell’uomo, a paragone di questa immensità, di questo infinito.
Ma chissà? Forse tutto ciò esiste solo perché l’occhio umano lo vede così. Per la donna nella camera mortuaria della clinica niente più esiste, né stelle, né luce, niente di niente.
Le eterne riflessioni sull’esistenza, lo spazio e il tempo, la vita e la morte gli vorticavano nella testa."

- LA FAMIGLIA KARNOWSKI, I. J. Singer -

lunedì 6 novembre 2017

Recensione: I DOLORI DEL GIOVANE WERTHER di J.W. Goethe (RC2017)



Un piccolo classico di fine Settecento, che racconta lo struggente amore impossibile di un giovane colto e romantico, il cui animo sensibile si ritrova schiacciato proprio da questo sentimento appassionato.


I DOLORI DEL GIOVANE WERTHER
di J.W. Goethe


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Questo romanzo epistolare di Johann Wolfgang Goethe fu pubblicato nel 1774 ed è incentrato sulla figura del giovane Werther e sui suoi tormenti interiori, frutto in particolare del sentimento, non ricambiato verso una ragazza già fidanzata.
Il libro è diviso in due parti, che corrispondono alle lettere che il protagonista invia all’amico Wilhelm e sono quindi in prima persona, in stile monologo (visto che non abbiamo modo di leggere le risposte del destinatario), più una terza in cui la narrazione passa all’editore delle lettere di Werther (e dunque è in terza persona), fatta eccezione per alcuni frammenti di lettere riportati.

Al centro del romanzo vi sono quindi i tormenti del povero Werther, che inizialmente (siamo nel maggio 1771) è un giovanotto apparentemente sereno, che trova in particolare nelle cose semplici e nel contatto con la natura la sua fonte di pace. In questo aspetto ritroviamo un tema caro al Romanticismo: il rapporto con la Natura, con cui il protagonista vive quasi una vera e propria fusione, immergendosi in essa, godendo dei momenti di contemplazione trascorsi nel silenzio e nella quiete.

Ma questa quiete, la ricerca dell’equilibrio e dell’idillio, si scontrano con le pulsioni e i sentimenti che Werther si ritrova a coltivare dentro di sé.

Mentre è nel villaggio di Wahlheim, partecipa ad una festa danzante e conosce una dolce e casta fanciulla: Lotte, dalla condotta irreprensibile, tutta dedita alla propria famiglia, composta dal padre e dai fratelli più piccoli, dei quali ella ha amorevole cura, da quando hanno perso la mamma.

Di lei Werther si innamora perdutamente, sentendosi incoraggiato dalla dolcezza e dai modi gentili e premurosi di lei, che però è già promessa sposa di un giovanotto, temporaneamente lontano (Albert).

La passione amorosa che infiamma il cuore ardente e focoso del nostro intellettuale va a cozzare, quindi, con le convenzioni e le regole morali della società: Lotte è giù impegnata e per lui non c’è alcuna speranza, anche perché la ragazza è intenzionata a mantenere il proprio impegno verso Albert, che a un certo punto torna al villaggio.

Verso di lui, Werther nutre un’ovvia antipatia, ma riconoscendo il buon cuore e la gentilezza del rivale, cerca di instaurare un rapporto di amicizia, anche per amore dell’amata.

Ma il cuore di Werther non può saziarsi solo d’amicizia e per lui iniziano i dolori, le sofferenze emotive dovute a questo amore non soddisfatto, non vissuto; sofferenze che generano pensieri negativi, tormentati, struggenti, che il povero Werther sfoga nelle sue lettere a Wilhelm, regalandoci pagine accorate in cui egli manifesta tutto il suo animo romantico e straziato, che non trova più pace in nulla, perché l’unica fonte della propria gioia non gli apparterrà mai completamente.

Per cercare di non abbattersi ancora di più, accetta il consiglio dell’amico Wilhelm e va a lavorare lontano da Walhelm, come diplomatico presso l’ambasciata; i rapporti con l’ambasciatore non sono idilliaci e Werther si sente insoddisfatto del nuovo ambiente in cui vive, notando l’ipocrisia delle classi agiate e rifiutando la mentalità chiusa e conformista del ceto borghese, da cui si sente lontano.

Ancora una volta infelice, lascia l'incarico e torna al villaggio, ma apprendere dell’avvenuto matrimonio tra la “sua” Lotte e Albert lo getta in uno stato di prostrazione che, col passar dei giorni – e continuando a frequentare testardamente Lotte – aumenterà, logorando il suo cuore, il suo equilibrio interiore, fino a spingerlo a nutrire pensieri irrazionali e autodistruttivi

Similmente all’Ortis di Foscolo,Werther rappresenta l’eroe romantico che si strugge per amore, che vive il conflitto tra la realtà e le proprie pulsioni individuali, spesso irrazionali, soffocate dal conformismo della società. Per l’eroe romantico, conscio della propria incapacità a vivere felicemente e in armonia con ciò che lo circonda, l’unica soluzione a questo dissidio insanabile è l’autoannientamento.

Alla base del romanzo c’è una forte componente autobiografica: lo stesso Goethe fu innamorato di una ragazza già impegnata sentimentalmente, e circa l’epilogo della storia si rifece a un drammatico fatto realmente accaduto ad un suo conoscente.

È un classico della Letteratura tedesca che ben racchiude certe tematiche fondamentali del Romanticismo: l’amore appassionato ma infelice; il rifiuto di una società falsa e perbenista di cui non ci si sente parte integrante; l’esaltazione della Natura; si legge con sufficiente scorrevolezza, nonostante si tratti di un’ambientazione, di un linguaggio e di una tipologia di personaggi certamente distanti da noi, e non solo dal punto di vista temporale.

Lo stile di Goethe ha un che di musicale, di poetico, in special modo nelle sequenze descrittive sulla natura, e di profondamente drammatico nei passaggi in cui il protagonista si strugge d’amore, cosa che mi ha suscitato una certa tenerezza per lui e per la sua infelicità.
Essendo anche breve, credo proprio che sia una lettura accessibile a tutti e che non può che arricchire il nostro bagaglio culturale.
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